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Autore: vale21    03/07/2019    0 recensioni
L’umano tornò nel Sottosuolo improvvisamente
Una volta raggiunta l'imperatrice, si inginocchiò davanti a lei.
Anche se aveva ucciso 100 mostri come un crudele assassino, le sue parole suonavano infantili.
Undyne non riuscì a nascondere che il fatto l’aveva sorpresa.
“Davvero pensi di ricevere perdono dopo che hai distrutto le vite di così tanti mostri per divertimento?”
-Ambientata dopo la Neutral Route, Frisk ritorna nel Sottosuolo con tutte le conseguenze che questo comporta. Undyne, divenuta imperatrice del Sottosuolo, riserva all'umano il trattamento che lei ritiene più consono. Tuttavia, Undyne è rimasta davvero l'eroina che tutti amavano? Oppure si è trasformata in una crudele e spietata assassina, macchiata di tanti peccati quanto l'umano stesso? Chi è il salvatore e chi il salvato? Chi è colpevole e chi è giudice? Ciò che Undyne vuole e ciò di cui ha bisogno sono davvero la stessa cosa?
Genere: Angst, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Alphys, Frisk, Sans, Toriel, Undyne
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Triangolo
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Capitolo 1. GENUFLESSIONE

/ge·nu·fles·sió·ne/
sostantivo femminile
  1. Atto di devozione, riverenza o adorazione, consistente nel piegare a terra un ginocchio ( g. semplice ) o ambedue ( g. doppia ); quest'ultima obbligatoria nella liturgia romana quando il Sacramento eucaristico è esposto all'adorazione dei fedeli.
    • FIG.
Atto di autoumiliazione o di servile adulazione.

L’umano tornò improvvisamente. Undyne non aveva idea di cosa le avesse detto appena tornato, tutti i ricordi erano sfocati. In quel periodo, faceva sempre più fatica a ragionare con lucidità o a vederci nitidamente.

Si stava forse scusando?

In ogni caso, dopo aver ucciso un centinaio di mostri come un crudele assassino, le sue parole suonavano puerili. Eppure Undyne non riusciva a non essere sorpresa. La sua faccia era diversa, il modo in cui l’umano era cresciuto le era inusuale, e tutte le sue parole parevano come disperse nell’acqua, tanto poco riusciva a distinguerle.

Parlava sottovoce? No, Undyne pensava a cosa dire. Anche lei era cambiata, e le parole non le uscivano più come prima- la sua voce si era arrochita, diventando come petrolio grezzo, scura e densa. 

“Davvero pensi di ricevere perdono dopo che hai distrutto delle vite solo per divertimento?”

L’umano stette in silenzio. Rispose col silenzio. Allora Undyne puntò frustrata la sua lancia, perché il suo silenzio la innervosiva, sempre. Doveva essere diventato ritardato, anzi, forse lo era sempre stato.

“Hai sentito? Pensi davvero che adesso ti lascerò andare?”

E anche se le parole risuonavano minacciose, dentro di lei ebbero un effetto diverso. La sconcertarono. Davvero non l’avrebbe più lasciato andare? Certo che no. Se non avesse avuto orgoglio sarebbe andata ad abbracciarlo, piangendo perché le era mancato e per tutte le assurdità che erano accadute, il dolore che aveva affrontato da sola dopo la morte della sua compagna, il circolo di pensieri ossessivi che faceva sul ritorno di quell’umano – Frisk in particolare, non di altri, per quanto potessero diventarne un surrogato – e forse avrebbero potuto dimenticare tutto, bere una tazza di tè ai fiori di crisantemo bianco per ricordare i morti e ricominciare dall’inizio…


Ma era a quel punto che due punti dolorosi sorgevano nella mente di Undyne: primo, come avrebbero potuto ricominciare? Come amici, amanti, parenti?…certo non poteva fargli da mamma o da sorella, né avrebbe potuto costringerlo a restare  (non ci era riuscita neanche Toriel, tanti anni prima) – e secondo, lei era cambiata. Era cambiata più di chiunque altro nel Sottosuolo e anche Frisk era cambiato. E lei avrebbe voluto ricordarselo quand’era un dolce pargolo con la maglietta celeste a righe fucsia, la frangia corta di capelli scuri e quello sguardo che lei aveva definito da “perdente inetto ma con un grande cuore”. Già, un grande cuore. Quello ce l’aveva ancora, grosso e caldo come una pera nel forno e più potente di tutte le picche di Undyne; il suo potere andava oltre a quanto lei avrebbe potuto ottenere allenandosi per tutta la vita. In verità, il potere delle ANIME umane andava ben oltre, fortunatamente, il suo comprendonio.

Ma non erano lì per discutere di quello. Almeno, non ancora…

“ALLORA!" 

Allora Frisk fece un passo verso di lei, e Undyne incosciamente indietreggiò nonostante avesse in mano una spessa e rigida lancia da un metro e mezzo che avrebbe potuto infilzarlo come uno spiedino. Ma Frisk non si avvicinò oltre. Si accucciò e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni corti un coltello affilato e lo poggiò davanti a sé, poi poggiò la fronte sul pavimento freddo, e i capelli gli ricaddero davanti, di un castano più scuro ancora di quello che ricordava. Undyne rimase impietrita da quel gesto, ma comunque l’armatura non le permetteva movimenti repentini. Aveva paura? No, lei non aveva paura. Ma Frisk era imprevedibile: lo era in passato e sempre lo sarebbe stato. Come qualsiasi fottuto umano.

“…Allora sei reo confesso dei tuoi peccati…?”

…ragazzo? Ragazza? Non sapeva come continuare. Il suo corpo la confondeva. Da quella posizione mezza genuflessa mezza distesa non riusciva a vedere bene i suoi connotati. E non aveva una buona vista: le era rimasto un solo occhio, tra l’altro secco e irritato come non mai.

“Frisk…?” farfugliò alla fine, ma fu il modo sbagliato in cui chiamarlo. Frisk sentendo il suo nome alzò la testa e, dopo qualche istante, sorrise con gli occhi socchiusi. Poi prese in mano il coltello come indeciso sull’uso che doveva farne. Undyne sapeva che non l’avrebbe puntato contro di lei: era una battaglia persa in partenza, con lei tutta bardata di cuoio e armatura e armata delle sue lance. Ma l’altra alternativa che le veniva in mente era ancora peggiore: la morte della sua preda, dell’umano che aveva atteso così tanti anni per ottenere vendetta si sarebbe tolto la vita da solo, lasciandola senza un motivo ulteriore di continuare a vivere lei stessa.

“…”

Nel corridoio c’era silenzio, un silenzio rarefatto formato da pulviscoli di polvere, i resti dei tanto amati e cari bei tempi andati. Il sorriso di Frisk la diceva lunga. Era come una minaccia che sapeva di miele.

…Allora sei reo confesso dei tuoi peccati…?
 
Undyne, sei rea confessa dei tuoi peccati?

Se l’era chiesto tante volte lei stessa. Ovviamente, la risposta era no.

N.d.A.

Allora, suppongo di dover dare delle spiegazioni. L'idea mi è venuta grazie a un'artista giapponese su instagram (di cui metterò il nome alla fine, perchè non sono pratica dell'HTML) e il titolo l'ho plagiato, per puro spunto, a una fanzine che lui/lei ha pubblicato recentemente, solo in giapponese. Mi ha sempre affascinato il personaggio di Undyne, ma devo dire che ho dovuto fare diverse ricerche per inquadrare il personaggio di Frisk. In quest'opera dichiaro di non aver scelto il sesso o l'orientamento sessuale del cosiddetto "umano", anche se l'opera presenterà anche tematiche sessuali e alcuni pairings, tra cui l'Alphyne e la...mmh..Sanriel? Torsans? Soriel, scusate. Ma ce ne saranno anche altre, più o meno accennate. Non aspettatevi pubblicazioni repentine, perchè ho scelto di essere molto meticolosa per questo lavoro e, per come posso, non lascerò nulla al caso.

Spero che questa piccola introduzione sia stata di vostro gradimento.

KISSES 

P.S. come dicevo, per chi interessa qui c'è il collegamento con Twitter 

きゃも

@kyam_UT



 


 
   
 
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