Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: chemist    03/07/2019    1 recensioni
“Sei stato l’unico che non mi ha mai trattato come un mostro. Eri tutto ciò che avevo”.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest
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4. Tyrion & Jaime & Cersei
Si guardava intorno alla ricerca di un senso a ciò a cui aveva appena assistito. Non credeva ai suoi occhi.
Un vero e proprio massacro si era consumato ad Approdo del Re. Daenerys era uscita di senno proprio al rintocco delle campane, quello che lui aveva invece interpretato come il tanto agognato segnale di resa.
Le strade della città erano stracolme di cadaveri pugnalati o carbonizzati, o entrambe le cose. Fu uno spettacolo orribile e impietoso verso ciò che restava in piedi della Fortezza Rossa.
Tyrion teneva gli occhi bassi: era un uomo molto ostinato e non volle abbandonare la speranza. La speranza che almeno suo fratello e sua sorella fossero riusciti a fuggire verso Essos, prima di quell’inferno di fuoco e sangue che aveva travolto la capitale.
Il percorso verso i bassifondi gli parve un labirinto, un dedalo di scale sgretolate e annerite dalle fiamme. E poi, quando arrivò a destinazione, iniziò a capire.
Quel luogo era ormai impraticabile, era solo un enorme ammasso di mattoni e polvere. Tyrion vagò nei dintorni senza uno scopo preciso, prima che un dettaglio catturasse la sua attenzione, facendolo sussultare.
Una mano. Una mano dorata che emergeva dai mattoni rovinati dal soffitto.
Tyrion ebbe un mancamento. Le gambe gli diventarono pesanti come il piombo, il suo respiro si fece affannoso e le braccia gli si afflosciarono, tanto che fece cadere la torcia che stava mantenendo.
Si avvicinò a quella specie di guanto metallico e un impulso irrazionale lo spinse a spostare i mattoni soprastanti, anche se ormai era certo di ciò che vi avrebbe trovato sotto.
I suoi sospetti divennero timori, e i timori si tramutarono in una straziante consapevolezza. Scavando tra le rovine fece emergere nuovamente i volti di Jaime e Cersei, impolverati e tumefatti. E notò che erano abbracciati.
Tutta la rabbia insita nel suo corpo confluì nelle lacrime, le ultime lacrime che avrebbe versato. Le lasciò scorrere lungo il suo viso, segnato da troppe battaglie e troppa violenza gratuita. Singhiozzando, colpì ripetutamente i pugni contro quei mattoni, quasi a volerli punire per la perdita che gli avevano causato. Ma non c’era alcuna valvola di sfogo che potesse liberarlo dal dolore che provava in quel momento.
Strinse la mano dorata di Jaime, come se quel contatto potesse restituirgli per un po' il suo amato fratello. E baciò la guancia insanguinata di Cersei: per quanto assurdo potesse sembrare dopo tutto il male che si erano fatti negli ultimi anni, Tyrion in cuor suo amava anche lei ed era profondamente addolorato per la sua morte.
Dopo qualche minuto trascorso in un imperturbabile silenzio, si alzò. Ora era l’ultimo Lannister rimasto in vita. Ma lo era davvero? Lo era davvero, se al petto portava ancora la spilla donatagli da colei che aveva fatto morire gli ultimi membri della sua famiglia?
Abbassò di nuovo lo sguardo e fissò per l’ultima volta i corpi dei suoi fratelli.
Almeno, erano morti insieme.

 
   
 
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