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Autore: ManuEL73    04/07/2019    0 recensioni
Il capitano di una nave va alla ricerca di cosa c'e' di vero nel mito di Prometeo, dando retta a cio' che i Greci avevano scritto riguardo un potere che permetterebbe all'umanita' di progredire, tecnologicamente, culturalmente, e di raggiungere un piano dimensionale diverso da quello attuale. Molti nella ciurma sono pero' scettici, al punto da voler dare inizio un ammutinamento, ma non sapevano cosa li stava aspettando...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pirata e Prometeo


In mezzo alla nebbia sul chiaro di luna, una grande nave stava solcando il mar dei sargassi. Il capitano della nave era sempre taciturno, e la ciurma non sapeva mai chiaramente cosa gli passasse per la testa. Quella notte pero', erano particolarmente sospetti. Sara' forse stato l'oltre mezzo litro di Rum che si erano bevuti? Questo non si sa. Fatto sta che volevano a tutti i costi sapere, bagnati fradici sotto la pioggia, dove il capitano li stava portando. La fioca luce delle lanterne spaziava in mezzo alle tenebre, colorando di giallo le gocce di pioggia che cadevano sul legno della nave. Un pirata fra tanti, molto piu' robusto rispetto agli altri, stava perdendo la pazienza, deciso cosi' a sfondare la porta della camera privata del capitano. "Capitano! Dove diavolo ci sta portando?!" Comincio' ad urlare, sbattendo violentemente quelle braccia che parevano due arieti per quanto grosse e muscolose. "E' da mesi, dico mesi, che siamo in mezzo al fottuto mare, senza aver mai toccato terra!" Piu' cercava di sbattere contro la porta, piu' quest'ultima vibrava, con schizzi di pioggia che gli finivano in faccia. "Persino Davy Jones sarebbe sorpreso di te, e lui con la nave, ci andava anche sott'acqua!" La porta d'improvviso si era aperta con una violenza inaudita. Il pirata venne scaraventato fino all'albero maestro al centro della nave, un bel paio di metri piu' avanti. Il capitano si era deciso a farsi vivo. "Signori miei, siete tutti come lui?" Disse urlando, in mezzo alla tempesta, con tutto l'equipaggio davanti a lui. "Siete tutti cosi' dubbiosi nei miei confronti?" Comincio' a camminare tra le fila di ognuno, si erano automaticamente messi in fila, congelati, ma non faceva cosi' freddo. Il capitano li aveva congelati. "Muovete il piede destro in avanti, se pensate che io sia pazzo." Nessuno mosse un muscolo, tranne qualcuno, che forse voleva farlo, ma troppo ipnotizzato dal carisma del capitano. "Bene..." Disse a bassa voce, compiaciuto. "Questo significa chiaramente che mi siete fedeli. E di questo io, vi ringrazio sentitamente. Non avrei potuto desiderare un equipaggio migliore. Leale, forte." Mentre il capitano faceva il suo monologo, tra i tanti membri dell'equipaggio, uno in particolare, tiro' fuori un pugnale dalla tasca posteriore del pantalone fradicio. Aveva un'espressione determinata. Qualcosa del capitano non gli era mai piaciuta, non ne poteva piu'. Voleva dare inizio ad un ammutinamento. "Ed e' per questo che voglio ringraziarvi, non solo a parole. C'e' un'isola molto interessante che voglio esplorare" continuava il capitano, dietro di lui infatti si cominciavano a vedere delle linee illuminate dalla luna calante. Delle montagne, un'isola. "anni di ricerca mi hanno portato qui, tra coordinate del cielo, nodi da calcolare, messaggi da decifrare. Vi chiederete voi 'ma perche'?' La mia famiglia discende da una strana popolazione, questi individui eseguono riti che garantiscono l'accesso al paradiso. Volete divenire immortali?" La folla di innumerevoli individui comincio' ad agitarsi, si misero a parlare tra di loro. "Volete diventare onnipotenti e regnare sull'umanita'?!" Incalzo' il capitano, al che l'equipaggio urlo', fiero ed esaltato, gente che si mise a brindare col calice pieno di rum in mano, gente che per la gioia si picchio' a vicenda. "Vi vedo eccitati... allora credete a me, se vi dico che ne vale la fottutissima pena!" il pirata che voleva dare inizio all'ammutinamento ripose il pugnale nel pantalone.



La nave ondeggio', con la prua che solcava le onde di un mare agitato. Ancorarono la nave ad un centinaio di metri dalla spiaggia oscura. C'era un che di maligno nell'aria della spiaggia, come se qualcosa avesse maledetto l'isola, un verde oscuro incombeva sui pirata ignari di cio' che li avrebbe aspettati. Il capitano scese per primo dalla nave, seguirono centinaia di persone della ciurma. Armati di pistole, baionette, coltelli, spade, scimitarre, e ogni genere di diavoleria, corsero per raggiungere il capitano, che era gia' abbastanza lontano. Nella cuore dell'isola non vi era alcun suono, una foresta quasi morta, circondata da una nebbia di verde oscuro. Inizialmente nessuno ci fece caso a quell'aria torrida, ma poi qualcuno cominciava a realizzare che c'era qualcosa di storto in quel posto. Un pirata dopo l'altro cominciava a sparire nel nulla "Jack!" aveva iniziato ad urlare uno, "Jack, dove sei?!", "Dove e' finito Benedict?!", "Aiuto, Arnold non c'e', Arnold dove sei andato?!" si diffuse il panico con la ciurma decimata, quando il capitano cerco' di calmare gli animi "Non preoccupatevi, nessuno si sta perdendo, state tranquilli!" ma non basto'. Si comincio' a sentire un sibilo, poi una voce femminile dal suono acuto e demoniaco inizio' a parlare facendo eco in tutta la foresta. "Ti chiamavi Uriel, teh heh eh... poi hai cambiato nome, hai preferito qualcosa di piu' comune, in modo che non mettesse in risalto chi realmente tu fossi..." Il capitano, sentendosi chiamato in causa, comincio' a guardarsi intorno. "Capo? Capitano? Chi sta parlando? Che sta dicendo?!" Disse terrorizzato un pirata. "L-lei... no, non e' possibile..." Per la prima volta, il capitano balbettava di insicurezza. "E' tutto fuorche' impossibile, Archibald... o dovrei chiamarti Uriel, portatore di luce? Sai, e' strano vederti ridotto in queste condizioni, mi viene da chiederti cosa ti abbia spinto a ribellarti cosi'. Hai seguito le storie di Prometeo, nevvero?" Il terreno sotto ai loro piedi comincio' a vibrare, il capitano e tutti gli altri iniziarono a correre. In lontananza si intravide una struttura nell'oscurita', seminascosta dagli alberi tropici decadenti. "Laggiu', quella struttura!" Ma non ce la fecero, molti pirati caddero nell'abisso oscuro del terreno che cominciava a cedere. Solo un pirata riusci' a farcela, e segui' il capitano all'interno della struttura in mezzo alla foresta. "Ma che cazzo, non credevo che sapesse..." Disse il capitano. "Sapesse cosa...?" Domando' il pirata. "Va be', non ho scelta ormai che siamo qua." Mentre camminavano all'interno della struttura, si potevano notare le mura, piene di glifi raffiguranti miti e figure sumere, egizie, greche. Praticamente l'intera storia umana d'europea. Il capitano si confido' con l'unico pirata rimasto in vita. "Secondo te perche' ci troviamo qui?"

"Qui sull'isola o qui, dentro questa specie di... tempio?"

"Questo tempio, si'."

"So chi sei Archibald, e' percio' che intendevo farti fuori prima che arrivassimo qui." D'improvviso il pirata salto' addosso al capitano col pugnale alla gola. "Chi sei tu per sapere il mio nome? Non e' solo perche' lo hai sentito dalla Strega, vero?"

"No, infatti. Sono un discendente dell'arcangelo Michele. Sai, non lo avrei mai saputo fino a che un giorno non ho fatto un sogno... in cui Michele mi disse di uccidere il pazzo Arcangelo che credeva nella profezia di Prometeo. Mi disse che ti avrei trovato ai porti d'Egitto. Tu hai oltre cinquecento anni di vita terrena, Uriel, arcangelo di Dio!" Uriel, il capitano, si libero' dalla potente presa del pirata Nefilim, meta' umano e meta' divino. Si allontano' di qualche metro, restando in guardia. "Non hai mai pensato che quel sogno fosse semplicemente... un sogno, una stronzata, anziche' la realta'?" Gli domandava, cercando di dissuaderlo. "Dici? Sarei in grado di fare questo se non fossi un suo discendente?" Trasmise dell'energia al pugnale, facendolo illuminare, Archibald Uriel, capi' tutto. "La spada di Azrael? Vuoi seriamente uccidermi e cancellarmi dall'esistenza divina e terrena?!" Disse arrabbiato Uriel, il capitano. Il Nefilim non aveva mai gioito cosi' tanto, tirando fuori il ghigno di chi aveva in pugno la situazione. "E' la volonta' di Dio dopotutto." Il pirata Nefilim si scaglio' contro Archibald Uriel, sfiorandolo al petto con la spada dell'arcangelo della morte, creata in paradiso. Inizialmente fu forgiata per diletto dai celestiali, come simbolo di Azrael per accompagnare i morti nel posto in cielo dove li spettava. Ma a quanto pare nessuno vietava a nessuno di usarla per scopi... piu' concreti.

"Ragazzi, fermi, fermi!" Una bomba d'aria fece volar via il Nefilim, salvando Uriel. "Cos?!" Il capitano si guardo' dietro, nelle profondita' dell'edificio. La Strega. "Nefilim, non pensi di poter chiudere un occhio e lasciare Uriel in pace?" La Strega si presento' di statura molto bassa, dal fisico gracilino, della panciotta, della pelle verde dovuta alle innumerevoli pozioni e incantesimi sperimentati nel calderone. "Brutta troia, sei stata tu prima a scatenare quel terremoto, eh? C'era bisogno d'arrivare a tanto? Il mio equipaggio non c'e' piu'!" S'imbestiali' Uriel contro di lei, che invece ne fece una questione di poco conto. “Oh ma erano troppi, io volevo parlare solo con voi due." Il pirata Nefilim era sorpreso di sentirlo. "Sapevi che saremmo arrivati insieme?"

"Ohohoh, io sapevo tutto, riesco un briciolino a prevedere il futuro. Dico un briciolo perche' al 99% dei casi non funziona. Ma quando invece riesco... Heh eh..."

"Sai che io non dovrei stringere alcuna alleanza con un misero demone che ha deciso di stabilirsi per conto suo sulla terra?" Disse con ripugnanza il Nefilim.

"Bah, primo, non ho dato fastidi a nessuno, secondo..." fece una pausa. "...io non ti ho chiesto proprio nulla. Ho solo fatto una domanda, per voi due e tra voi due. La questione e' tra voi due. Ho solo calmato le acque. Tsk, chissa' cosa sarebbe successo se un mezzo umano e divino avrebbe fatto fuori con una spada del Paradiso un arcangelo. Per quanto Uriel sia ribelle, rimane un arcangelo."

"Non mi fido, strega. Come puoi parlare cosi' bene di uno che teoricamente ti e' nemico? Nascondi qualcosa, ne sono certo!" Esclamo' il Nefilim. La Strega mise le mani avanti. "Io non nascondo nulla, caro mio. Me ne sto per i fatti miei, siete voi due ad esser venuti sulla mia isola, Uriel in particolare..."

La Strega ed il Nefilim fissarono Uriel. Che scomparve all'improvviso. "Ti pareva... prevedibile." Commento' la Strega. "Cosa? Dov'e' andato?" Domando' il pirata Nefilim sorpreso. "Oh beh, e' stato un onore, Nefilim."

"Eh? Che?" Non fece in tempo a realizzare che anche la Strega scomparve. "Siate maledetti, tutti e due! Una vita mi ci e' voluta per trovare il momento giusto e capire se era davvero lui, l'Arcangelo!"


Se piu' avanti saremmo andati dentro il tempio, avremmo trovato delle scale, che avrebbero portato ad una sala circolare. Una sala circolare, con al centro un calderone ricolmo di un liquido nero, che pero', emanava vapori vedi. "Quindi e' a causa di questo che l'isola era cosi' tossica..." Commento' a bassa voce Archibald Uriel. Li', si materializzo' anche la Strega tramite un vortice trasparente. "Non farlo, Uriel. Prometeo ti avra' anche dato l'ispirazione, ma non si fanno mai pazzie del genere." Gli disse la Strega. Uriel si mise a ridere. "Un misero demone che fa la ramanzina ad un arcangelo? Ma non farmi ridere!"

"Sto solo cercando di farti capire... voglio solo difendere... la terra, si', il popolo e il pianeta. Se dai un potere simile nelle mani dell'uomo... altro che apocalisse e cieli rossi!" Disse agitata la Strega.

"Tu non stai difendendo nessuno se non te stessa e la tua orrenda casa, che per la cronaca, sta facendo soffrire quest'isola!"

"B-beh, okay, si', ammetto che sto difendendo e inquinando... ma..."

"Niente ma, Strega. Come dice la profezia dei Greci, il fuoco di Prometeo rendera' tutti dei Nefilim, non soltanto me. L'uomo merita questo diritto." La Strega si fece seria. "Se e' questo quel che vuoi..." Sentenzio' la Strega "allora in qualita' di demone ti dichiaro guerra, perche' stai minacciando la mia casa!" La Strega fece comparire nella propria mano uno scettro, di legno, con un globo e degli anelli che si muovevano incastonati alla cima. "Fatti avanti Uriel, Arcangelo di Dio, portatore di Luce... o vorrei dire, portatore dell'apocalisse?" I due cominciarono a lottare, comparendo e scomparendo da una parte all'altra dell'isola. Uriel utilizzo' poteri arcani celesti contro un demone che altro non pote' fare se non difendersi. La Strega sapeva fin dall'inizio che non avrebbe potuto fare molto contro un Arcangelo. C'era fin troppa disparita' di potenza. Ma si sa', ai demoni interessa la propria casa. "Uriel, ragiona, per favore! Se renderai l'intera umanita' Nefilim, si scatenera' una catastrofe. Non sono pronti per questo! C'e' una ragione se Dio li ha resi mortali e niente altro!" La Strega scaglio' un globo nero dai fulmini viola verso Uriel, che senza troppe difficolta' quest'ultimo lo fece dissolvere con una sola mano. L'arcangelo non volle sentir ragioni. "Dio e' solo uno sciocco che crede di avere la presunzione di saper tutto! Ho visto persone che non meritavano morire, persone che avrebbero potuto fare grandi cose se rese Nefilim!" Con il potere celeste gestito dalla propria mano, Uriel porto' a se' la Strega facendola volare, resa inerme.

"Ad esempio...?!" Urlo' lei, arrabbiata. "Evitare guerre, che hanno dilaniato l'umanita'!" le rispose l'arcangelo. "Ma coi poteri da Nefilim non saprebbero gestire la situazione..." Uriel lancio' la Strega contro un albero, alla velocita' della luce, lontana chilometri. "Taci." Chiuse gli occhi, si lascio' andare. La Strega, un demone senza anima, cesso' di esistere, senza alcuna energia rimasta.


L'Arcangelo si precipito' subito dentro la sala circolare all'interno del tempio. "So che lo hai sempre avuto tu... nascosto da qualche parte..." Frugo' per tutta la libreria che circondava il calderone, ma niente da fare, non riusci' a trovare alcuno scritto riguardo il fuoco di Prometeo. Parlo' da solo, arrabbiato. "E' solo un mito, interpretato dai mortali, ma so che il fuoco dei Nefilim lo nasconde qui da qualche parte...piuttosto che lasciarlo incustodito in mano a chiunque, lo terrebbe con se'..."

"Ti riferisci a questo?" Uriel si volto' di scatto. Vide il pirata nipote di un essere celeste. "Il mio Nefilim... da quanto sei infiltrato nel mio equipaggio, giusto per curiosita'..." Gli disse. "Abbastanza da sapere che sei un Arcangelo malato. Samael si era ribellato per motivi diversi dai tuoi, ma tu sei piu' malato di lui." Il pirata Nefilim aveva nella mano sinistra un globo da cui si liberavano delle fiamme gialle, arancioni e rosse. Nella destra... la spada di Azrael. "Ora, nella mia vita ho studiato molte cose, tra le quali l'esoterismo" disse il pirata, quindi indico' il calderone al centro della stanza. "e so che quel calderone contiene una sostanza in grado di distruggere qualunque oggetto celeste. Indovina chi giochera' a canestro col nostro fuoco dei Nefilim?" Il pirata mezzo divinita' e mezzo uomo stava per lanciare il globo di fuoco dei Nefilim nel calderone della Strega, ma l'Arcangelo tento' a tutti i costi di fermarlo. "Noo!!" Urlo' a tutta forza, fece richiamare una tempesta d'aria che mando' il Nefilim lontano dal calderone. Quest'ultimo pur di non lasciare nessuno dei due oggetti che aveva in mano, si fece cadere per terra rovinosamente procurandosi contusioni in tutto il corpo. L'Arcangelo era ufficialmente arrabbiato, al punto che fini per volerne la sua morte. Un desiderio che Uriel non aveva mai provato, ma la rabbia era troppa. Prese difatti il pirata per la gola, ignorando il fatto che poteva venir trafitto dalla spada di Azrael se solo chi l'aveva in mano ne avesse avuta la volonta'. "Nefilim... fa' attenzione... non farmi innervosire piu' del necessario... le regole degli esseri celesti sono severe, non posso uccidere alcun mortale..." Il Nefilim guardo' negli occhi l'Arcangelo con un lampo di sfida. "E se... succedesse il contrario?" Alla fine successe, il mezzo uomo e mezzo divinita' trafisse un essere celeste con la spada di Azrael, facendo contrarre Uriel di dolore mentre era a terra. "Pensi davvero che un misero pezzo di metallo possa farmi del male?" Gli domando' mentre agonizzava per terra. 'Come ho potuto abbassare la guardia cosi'... stupido, stupido! Come ho potuto farmi accecare dalla rabbia in questo modo!' penso' Uriel. 'Questa cosa deve finire.' Uriel scomparve di nuovo, riusci' a muoversi nonostante la ferita. Il Nefilim si guardo' intorno stupito. L'arcangelo gli si materializzo' dietro la schiena. Gli torse il collo, rompendolo. "Addio Nefilim..." Il pirata cadde a terra senza riuscire a respirare, ne' muoversi. Uriel prese quindi finalmente il fuoco dei Nefilim tanto profetizzato da Prometeo, e lo fece distruggere, liberando il potere racchiuso in esso. Un'enorme energia venne fatta scatenare, facendo distruggere tutto il tempio, la casa circolare della Strega, provocando un altro terremoto e facendo agitare ancor di piu' il mare. Il cielo divenne rosso, una tempesta comincio' a farsi largo nell'atmosfera, sprigionando fulmini e tuoni, ma non cadde alcuna goccia d'acqua. L'arcangelo infine s'accascio' a terra, tra le macerie rimaste del tempio, nelle vicinanze del Nefilim ormai senza vita. Guardo' la propria ferita con amarezza. "Un giusto prezzo da pagare... per far si che l'umanita' abbia cio' che le spetta. E tutto sara' perfettamente equilibrato, l'uomo e le divinita' celesti al pari. Ti aspetto, Samael... tanto so che nessun essere celeste approvera' le mie azioni..." L'arcangelo fini' processato all'inferno con l'accusa di aver tradito la volonta' di Dio e di "crimini contro l'umanita' nella sua sopravvivenza". Anche se... a dirla tutta... il Re dell'inferno fu sorpreso delle azioni di Uriel, ma per adempiere alla volonta' di Dio... dovette giustiziarlo per forza.





   
 
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