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Autore: Striginae    04/07/2019    8 recensioni
[Ineffable Husbands]
«Mi hai forse scambiato per Amleto, angelo?» aveva invece ribattuto Crowley, analizzando con occhio critico il regalo.
"Gli piace, ne ero sicuro!" pensava Aziraphale. Aveva ragione.
«Penso ti si addica, mio caro. E poi, parlando di Amleto, ricordi che bei pomeriggi abbiamo trascorso insieme al Globe?»

Aziraphale fa un regalo a Crowley che ne cambia le abitudini.
Genere: Fluff, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Effetti collaterali


Dopo l'Apocalisse-che-non-ci-fu Aziraphale si sentiva più buono. Più buono del solito, sarebbe più corretto sostenere. Essendo un angelo era ovvio che fosse buono, è così per definizione. Per comodità e per rendere chiaro lo stato d'animo di Aziraphale, sarà utile servirci di un paragone: la bontà di Aziraphale era molto simile alla generosità degli umani durante il periodo natalizio. Una benevolenza sincera ma influenzata dagli eventi, in questo caso l’Apocalisse mancata.

Proprio l’improvvisa disponibilità d'animo che in quei giorni gli aveva fatto compiere qualche piccolo miracolo di troppo (per aiutare chi ne aveva bisogno, chiaramente) aveva spinto Aziraphale ad acquistare una piantina per il demone con il quale aveva cambiato le sorti della Terra.
Aziraphale conosceva bene Crowley, dopotutto seimila anni sono pur sempre seimila anni, pensava di essere nel giusto quando definiva il demone suo amico. Gli erano note le sue abitudini, i suoi gusti e le sue passioni, tra le quali, la più grande era senza alcun dubbio il giardinaggio.

«Crowley ha sempre avuto il pollice verde, sono certo che apprezzerà!» si diceva giovale l'angelo mentre sceglieva con cura la pianta adatta all'amico. Dopo parecchi minuti d’indecisione e molti consigli da parte della fioraia per aiutare l’esigente cliente, Aziraphale aveva optato per una piccola composizione di piante grasse, la cui particolarità stava proprio nel vaso, a forma di teschio.
«Sembra adatto a un demone», si era giustificato Aziraphale con se stesso.


 
* * *



«Mi hai forse scambiato per Amleto, angelo?» aveva invece ribattuto Crowley, analizzando con occhio critico il regalo.

Gli piace, ne ero sicuro! pensava Aziraphale. Aveva ragione.

«Penso ti si addica, mio caro. E poi, parlando di Amleto, ricordi che bei pomeriggi abbiamo trascorso insieme al Globe?»



Se Crowley ricordasse o no delle prime di Amleto non ne abbiamo certezza, liquidò la questione con un vago gesto della mano. In compenso, sappiamo che effetto ebbe quella semplice piantina su di lui.

Dati alla mano, Anthony J Crowley aveva le piante più rigogliose e verdeggianti di tutta Londra. Il regime del terrore che esercitava su di loro era ciò che le rendeva magnifiche. Bisogna essere severi per ottenere risultati, era la sua filosofia. Aveva presentato la nuova piantina alle altre e, per motivi a lui stesso oscuri, aveva deciso che non la avrebbe messa insieme a loro, ma nel tavolo del soggiorno per abbellire l'ambiente asettico.

Questa era stata la prima anomalia nel suo comportamento.

La seconda, si era mostrata qualche ora dopo, quella sera stessa. Aveva già minacciato le altre piante ed era arrivato il momento di far vedere alla nuova arrivata come funzionava la vita in quella casa. Si sedette di fronte a lei, puntandole minacciosamente il dito contro. Assottigliò il suo sguardo da serpente, come un predatore pronto ad attaccare.
Tuttavia, non fece niente di ciò che ci si potesse aspettare da parte sua. Le smosse qualche fogliolina con delicatezza, rinfrescandola con lo spruzzino.

«Pft. Per stasera te la sei cavata così, domani non sarò così indulgente.»

Nei giorni a seguire, Crowley era inorridito dal suo stesso atteggiamento. Non era cambiato nulla per quanto riguarda le altre piante, ma non riusciva ad essere altrettanto intransigente con quella nuova. Ogni sera la squadrava, iniziava con la sua predica ma andava piano piano a scemare, limitandosi a qualche minaccia insignificante. Sembrava più uno zio burbero ma affezionato che un demone infernale.

La verità era solo una: non riusciva ad essere cattivo con quella pianta. Era un regalo di Aziraphale! Era speciale. Stava accadendo qualcosa di straordinario e se non si considerasse il contesto, forse addirittura miracoloso: Crowley stava accudendo con affetto quella pianta. Gli ricordava il suo angelo. Essere cattivo con la cactacea era come essere cattivo con Aziraphale: impossibile per Crowley.

Tuttavia, ciò causava irrequietezza nel demone. Non voleva essere buono con nessuno, ne andava del suo orgoglio di diavolo, eppure quella pianta (e in modo indiretto Aziraphale) avevano fatto uscire allo scoperto una parte di lui che nei secoli aveva provveduto a seppellire in profondità dentro di sé. Mostrarsi magnanimo anche con una sola pianta voleva dire mostrare a tutte le altre una parte meno cattiva di lui. Mostrarsi debole. Ne avrebbero potuto approfittare. Avrebbero potuto addirittura ribellarsi.

«Aziraphale, questa è solamente colpa tua.» soleva borbottare Crowley, mentre anche "per questa volta" accudiva amorevolmente la sua piantina.


 
* * *


«Crowley? Mio caro, mi stai ascoltando?»

«Certo che ti ascolto angelo, che domande.»

Aziraphale lo fissò con sguardo indagatore per qualche secondo, stendendo poi le labbra in un sorriso affabile.

«Come sta crescendo la piantina?» chiese l’angelo, spostando le iridi chiare di fronte a sé. Catalogava dei tomi antichi che si era procurato di recente, sistemandoli poi uno sull’altro. Piano piano si era formata una pila di libri che miracolosamente riusciva a rimanere stabile, nonostante l’equilibrio precario.

«Bene.» rispose secco Crowley, assumendo involontariamente un'aria infastidita. Era un argomento molto delicato per il demone, non voleva ammettere la verità con nessuno, nemmeno con Aziraphale.

«Ne sei sicuro? Mi sembri un po' irritato.»

Crowley era bravo a nascondere le sue emozioni. Ma Aziraphale era un angelo, ipersensibile per giunta. Impossibile nascondergli qualcosa. Dopo una breve battaglia interiore, alla fine cedette.

«Sta benissimo, angelo. È la pianta più bella di tutto l’appartamento, se vuoi saperla tutta.»

«Oh, che bella notizia! Sapevo che ne avresti avuto massima cura.»

Aziraphale sembrava compiaciuto, Crowley imbarazzato.

«Ah sì, ne eri così sicuro? Chi ti dice che invece non sia già appassita e io ti stia mentendo spudoratamente? Sono un demone, è la mia specialità.»

Il sarcasmo di Crowley passò del tutto inosservato ad Aziraphale, che lo guardava con aria pacata e bonaria.

«Tranquillo Crowley, non lo dirò a nessuno.»

«Non dirai a nessuno cosa, di grazia?»

«Che ti sei affezionato alla piantina!»

«Oh, ma per favore!»

Le lenti nere degli occhiali nascosero lo sguardo esasperato di Crowley che aveva sollevato gli occhi al soffitto, mentre Aziraphale non riusciva a trattenere un sorrisetto di approvazione sul suo viso angelico.

«Sai mio caro, dovresti essere fiero di te stesso! Crescere una pianta con amore è un bel gesto, soprattutto per un demone.»

«Shh! Abbassa la voce, non vorrai che non lo sappiano tutti quanti, no?»

Aziraphale non aggiunse niente altro al riguardo e per tutta risposta, porse il braccio all’altro, che gli si strinse affianco volentieri.

«Posso offrirti una cena al Ritz, forse?»

«Non rifiuterei mai. Guido io angelo, salta in macchina. »

Nella notte, un demone e un angelo sfrecciavano su una Bentley nera, senza alcuna preoccupazione se non quella di godere appieno della loro ritrovata umanità.


Note finali 
Grazie a chiunque abbia letto fino a qui. E' la prima volta dopo anni che torno a scrivere qualcosa e pubblicarlo, sono contenta che abbia ripreso con questi due adorabili patati. Nella speranza che non li abbia resi troppo OOC, ahimè.
Probabilmente modificherò la storia e userò il nome originale di Aziraphale non mi so decidere
Ah, se qualcuno si chiedesse com'è il vaso che Zira regala a Crowley: cliccate qui
A presto!
   
 
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