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Autore: Biker    05/07/2019    1 recensioni
Abbastanza buono non è mai abbastanza. E così che Robin Mask è cresciuto: dare il meglio di sé per ottenere la gloria e l'onore.
Ma a cosa è disposto a rinunciare?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin Mask
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il piccolo Kevin era rannicchiato per terra in un vicolo cercando riparo dalla pioggia insistente di Londra. Infreddolito e affamato non sapeva dove andare, a chi chiedere aiuto. Li mancava la mamma. I suoi baci, i suoi abbracci caldi. Provò una fitta di intenso odio verso quel padre che l'aveva costretto a quelle condizioni, che l'aveva privato di tutto ciò. Era colpa sua. Digrignava i denti dalla rabbia. Sentiva lo stomaco contorcersi per quel sentimento così violento oltre alla mancanza di cibo. Vedeva la gente passare di fretta sotto gli ombrelli, chiusi nei cappotti. Le macchine sfrecciavano sull'asfalto bagnato illuminato dalle luci dei lampioni e dalle insegne accese dei negozi. Un brulichio continuo di persone che andava e veniva come una colonia di formiche in continuo lavoro. Ma nessuno sembrava badare a lui, ai suoi bisogni. Alle sue necessità di bambino. Dopotutto aveva solo otto anni. Anche se sembrava più grande della sua età per la corporatura notevolmente sviluppata. Non sapendo cosa fare si abbandonò su se stesso. Stringendo le ginocchia al petto restò lì aspettando senza sapere esattamente cosa. Ad un tratto una voce lo ridestò. < Ciao bimbo. Cosa ci fai qui tutto solo? Dove sono mamma e papà? Ti sei perso forse? > Kevin guardava quell'uomo con aria sospetta. Egli li sorrideva. < Sì mi sono perso> rispose. Tenendo la testa nascosta tra le ginocchia. < Povero piccolo. Vieni che ti aiuto a ritrovare i tuoi genitori.> lì allungò una mano nella sua direzione ma Kevin restava lì a fissarlo. < Non ti fidi eh. Va bene. > Iniziò a dire con aria affabile < sarai sicuramente affamato vero? Resta qui. Aspetta che arrivo. > Li fece l'occhiolino e si allontanò lasciando solo Kevin. Dopo alcuni minuti ricomparve con un sacchetto in mano. < Tieni piccolo. Mangia. Devi rimetterti in forze. Poi sei proprio un bel bambino. Hai un fisico davvero invidiabile sai. Magari l'avessi io vedi che pancia che ho.> disse scherzando. Kevin era leggermente divertito dal quel signore che sembrava essere simpatico e gentile, mentre mangiava con avidità ciò che li era stato offerto. < Io mi alleno tanto sai> disse con la sua voce da bambino. < Mio padre ci ha sempre tenuto. Più che a me.> < Tuo padre?> Domandò curioso < Sì, Robin Mask> disse continuando a mangiare. < Ah, Robin Mask. Sei suo figlio. Ma che piacevole sorpresa. Vieni su. Che ti porto in in posto caldo dove starai meglio. > Kevin questa volta si alzò e prese nella sua mano quella dell'uomo. Mentre camminavano Kevin lo guardava dal basso. < Come ti chiami?> Ma non sembrava aver stentito e continuava a camminare senza prestargli più attenzione. Arrivati in un parco l'uomo accelerò, Kevin riusciva a stargli a fatica a passo. Si inoltrarono arrivando sotto un albero in una zona buia dove non vi era nessuno. Lo strattonò con forza fecendolo cadere a terra. Kevin lo guardò senza capire il perché, cosa avesse fatto di male per farlo arrabbiare. L'uomo prese a sbottonarsi i pantaloni avvicinandosi piano < non avere paura, non ti farò male. Vedrai che ti piacerà > La sua voce era roca e minacciosa. Lo prese dalle gambe tirando giù i pantaloni del piccolo. Kevin restò immobile, spaventato. Ma quando l'uomo lo toccò un forte rigetto e disgusto lo fece ribellare a quelle attenzioni perverse. Scalciò con forza colpendolo in pieno viso. Del sangue fuoriuscì dal naso. L'uomo lo prese con forza dal colletto e lo teneva giù. Kevin tirava pugni, calciava. I suoi occhi erano spalancati dal terrore. Lo sguardo dell'uomo era quasi animalesco. Come un predatore che si avventa sulla sua preda. Kevin lo morse sulla mano con forza. Fu costretto a lasciarlo per via del dolore intenso. Kevin con uno scatto fulmineo lo colpì di nuovo in pieno viso con un pugno. L'uomo si tirò indietro. Non avrebbe mai immaginato che un bambino così piccolo potesse essere così forte. Kevin si alzò e corse via senza fermarsi un attimo e senza sapere dove andava. Quando si fermò aveva il cuore che batteva forte e la testa che li girava, il corpo scosso tremava violentemente da solo, gli occhi ancora spalancati per l'orrore. Non sapeva di preciso a cosa fosse scappato ma qualcosa dentro di lui cambiò per sempre.
   
 
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