Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: LadyPalma    05/07/2019    2 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10.

Il viaggio da Approdo del Re era stato come previsto piuttosto lungo e per nulla semplice. Eppure quando Jon Snow, ora legittimato Targaryen e divenuto re al fianco della sua regina Daenerys, aveva deciso di tornare per un breve periodo al Nord dalla sua famiglia, Davos si era offerto immediatamente di accompagnarlo. Certo, era stato nominato Primo Cavaliere del Re e accompagnare il suo sovrano era più che naturale; tuttavia, la spedizione comprendeva già personaggi di spicco come Jaime Lannister e Sandor Clegane e la sua presenza sarebbe stata forse più utile nella capitale ad offrire supporto alla Regina in merito alle nuove modifiche da apportare nella ricostituzione del nuovo regno.
"D'accordo! Devo controllare che la Donna Rossa non abbia ripreso a incendiare il mondo. Cosa c'è di strano?" disse in modo sbrigativo, alle insistenti allusioni dello Sterminatore di Re che si erano protratte per tutto il viaggio.
Curioso come ora che era rimasto l'unico Lannister in vita, sembrava avere incorporato tutto il gusto per gli intrighi tipico di Cersei e la sottile ironia per cui era noto Tyrion.
L'intelligenza per percepire una bugia, invece, Jaime l'aveva già da prima.
"La vostra risposta rivela di più di quella del Mastino, ve lo concedo. Possibile che sono l'unico ad ammettere apertamente che lo scopo di questo viaggio è quello di ritrovare Brienne?"
Davos apparve sorpreso, non dal contenuto di quella confessione ma piuttosto per la sua trasparenza. E proprio per questo, la sua espressione si addolcì inevitabilmente.
"Il vostro amore per lei era evidente quando l'avete resa cavaliere. Certo, credo che questo abbia complicato le cose... Ora che è diventata Ser Brienne accetterà di diventare la Lady di Castel Granito?"
Jaime annuì e accennò un sorriso un po' amaro, fissando la strada che si apriva davanti a loro. Stava per rispondere, quando improvvisamente arrestò il suo cavallo e restò immobile, bne presto imitato dal resto del piccolo gruppo di cavalieri. Il Castello di Grande Inverno era ormai visibile.
"Credo che lo saprò presto" disse il Lannister alla fire. "Così come voi vedrete presto il vostro drago, Ser Davos" aggiunse poi con una punta di ironia, prima di riprendere il passo.
Davos non rispose e continuò a sua volta a procedere. Interiormente però, non potè che sussultare.
Per quanto tempo fosse passato, il pensiero di Melisandre occupava ancora i suoi pensieri.  In modo ambiguo e discordante certo, eppure costante. 
Per quanto avesse provato a negarlo ad alta voce, sapeva perfettamente che il motivo che l'aveva spinto a intraprendere quel viaggio era stato quello di rivederla. 
E il dubbio che lo attanagliava era peggiore di quello di Jaime; qui non si trattava di scoprire se tra loro ci potesse essere qualcosa e se avessero potuto avere un futuro insieme. Quelle erano domande che lui non era ancora arrivato mai a porsi. L'unica domanda che lo accompagnava mentre arrivava alle porte del castello era invece un'altra: lei si trovava di fatto ancora nel castello? L'avrebbe mai effettivamente rivista?

**
 
Il dubbio del cavaliere delle Cipolle fu destinato a durare per almeno un'altra ora tra le riunioni famigliari e un breve aggiornamento delle questioni in merito alla guerra, al matrimonio che doveva essere ancora celebrato tra i due sovrani alla pari Daenerys e Jon e all'altro che invece era stato celebrato in gran fretta solo un mese prima tra il Lord e la Lady di Capo Tempesta. Mentre Jaime era andato a cercare Brienne e Jon e Sansa si erano ritirati per parlare delle questioni politiche riguardanti il Nord, Davos si era avvicinato a Gendry e Arya per porgere loro le proprie sentite congratulazioni. Fu in quell'occasione che finalmente ne approfittò anche per chiedere, nel modo più casuale possibile, informazioni in merito alla Donna Rossa. Con sua sorpresa, li vide scambiarsi un'occhiata chiaramente divertita ma poi, con suo sollievo, gli indicarono senza mezzi termini la stanza in cui l'avrebbe trovata. 
Vi si recò senza ulteriori indugi e, attraverso la porta lasciata spalancata, la vide di spalle rivolta verso la finestra. C'era qualcosa di insolito nella sua figura, ma era impossibile non riconoscere i suoi lunghi capelli rossi che le coprivano tutta la schiena. Davos si concesse solo qualche istante per guardarla, prima di bussare leggermente alla porta per palesare la sua presenza. Melisandre si voltò immediatamente e lo guardò a sua volta con un'espressione indecifrabile. 
"Ser Davos, ce ne avete messo di tempo" esordì alla fine, curvando le labbra in un piccolo sorriso. "Oppure dovrei dire Lord Davos adesso? Mi è giunta voce che Re Jon vi ha concesso un titolo e delle terre" 
Al contrario di lui che aveva dubitato fino a quel preciso istante della possibilità di un nuovo loro incontro, lei, che aveva avuto il vantaggio di conoscere in anticipo l'imminente arrivo del re Jon e il suo seguito al castello, non era affatto sorpresa. Era certa che si sarebbero rivisti, l'unica incognita era il quando. Infatti, le sue parole sembravano esprimere addirittura un leggero rimprovero. 
Fermo sullo stupite della porta, l'uomo rimase a fissarla per un tempo imprecisato. Ora che se la ritrovava davanti, tutto quello che aveva pensato di dirle si era disintegrato nei suoi pensieri, mentre l'unica cosa chiara diventava il particolare della figura della donna che stonava con il ricordo che ne aveva. Fu così che, senza preavviso, si ritrovò a dire alla fine la prima cosa che gli passò per la mente. 
"Sì, sono un Lord" rispose, precisando il titolo con un evidente fastidio. "E voi adesso siete la Donna Azzurra invece?" 
Melisandre inarcò le sopracciglia, poi abbassò lo sguardo sul suo vestito, uno di quelli fatti dalla sarta del castello con la stoffa turchese suggerita da Lady Sansa. A dispetto dell'antipatia che il colore ancora le suscitava, ridacchiò leggermente, più che altro per l'assurdità della situazione. Davvero dopo mesi di attesa per quell'incontro stavano parlando di titoli e abiti? Aveva imparato a sufficienza a conoscere l'atteggiamento dell'uomo per capire che quella battuta ironica dipendeva dal suo nervosismo, ma dal suo punto di vista lui non aveva nulla per cui essere nervoso. Era lei quella che doveva svelare qualcosa che gli avrebbe cambiato in qualche modo la vita e le toccava anche farlo mantenendo il sangue freddo. Ecco perchè lasciò cadere nel vuoto quella domanda superflua e, quando tornò a guardarlo, fece sparire dal suo volto anche il sorriso. Gli si avvicinò e gli afferrò il polso, proprio nel punto in cui si trovava il rubino rosso che la teneva in vita. Mentre lei faceva scorrere lentamente le dita sulla fredda pietra, lui non si ritrasse ma la lasciò fare, come in attesa di scoprire la prossima mossa. 
"Vuoi ancora uccidermi?" gli chiese finalmente, fissandolo ora dritto negli occhi. 
Quella domanda sembrava aver riportato indietro il tempo al momento in cui si erano lasciati, facendo riemergere le questioni davvero importanti tra loro. E aveva anche instaurato quel livello di intimità che rendeva inutile ogni ulteriore artificiale utilizzo del "voi". 
La domanda era stata secca e la risposta giunse rapida e semplice. 
"No" 
"E quella notte... Ti penti di quella notte?" 
Stavolta Davos esitò, non tanto per l'incertezza di quello che provava, ma al contrario che la certezza di dirlo ad alta voce avrebbe segnato un punto di non ritorno. 
"No" sussurrò in ogni caso. 
Melisandre non trattenne il sospiro sollevato che le uscì dalle labbra e il sorriso che vi comparve poco dopo. 
"Bene. Credo che dovremmo parlare di quella notte. So che avevo promesso di andarmene ma poi..."
Lei era decisa a svelare il suo segreto. 
Lui era quasi sul punto di bloccarla e dirle che era contento che non se ne fosse andata. 
Ma la voce di qualcun altro interruppe il potenziale decorso del discorso: un pianto improvviso richiamò la loro attenzione. Melisandre chiuse gli occhi per un lungo attimo e poi si precipitò nella stanza, verso la direzione del suono, lasciando l'uomo completamente confuso. Il vestito azzurro era un dettaglio di poco conto in confronto al vero elefante nella stanza: una culla accanto al letto che evidentmente doveva ospitare un neonato. Dallo stipite della porta, Davos osservò sempre più incredulo la donna afferrare una piccola creatura avvolta in una copertina rossa e stringerla con una dolcezza insospettabile al petto. 
"Chi è quel bambino?" chiese lui in un sussurro, quando il pianto fu cessato del tutto.
Lei inclinò la testa leggermente e si sforzò di mantenere un sorriso sulle labbra, anche se le uscì incerto e quasi triste. 
"È una bambina a dire il vero. È mia figlia... E anche tua". 
"Ma come... Come è possibile?" chiese sconcertato. Poi accorgendosi della ridicola interpretazione che poteva essere data alla domanda, proseguì. "Voglio dire... Credevo che tu non potessi generare bambini veri ma solo ombre"
"Lo credevo anche io" rispose lei con un sospiro, lanciandogli un'occhiata, prima di tornare a dedicare tutta la sua attenzione alla bambina. "Mi piace credere che sia un piccolo miracolo". 
Presto gli raccontò ogni cosa, di cosa era successo in quei mesi, del ruolo di Bran nel rivelarle la gravidanza e di quello di Sansa che l'aveva aiutata a partorire nella stessa sera del matrimonio di Arya e Gendry esattamente ventuno giorni prima. Gli rammentò anche della lontana conversazione che avevano avuto sulla sua barca e di come la fiamma alta che lei aveva visto brillare in lui si era rivelata l'unica spiegazione per ció che fino a quel momento anche lei aveva pensato come qualcosa di impossibile. Davos la ascoltò in silenzio senza interromperla e quando tutto il resoconto si era concluso, si ritrovò con la bimba tra le braccia, che lo fissava con i suoi due occhioni azzurri. 
Era sempre stato un uomo con un naturale istinto paterno che lo aveva portato a prendersi cura di tutti i giovani soli e in difficoltà, eppure nessun legame era comparabile con la sensazione che provava in quel momento. Un simile amore lo aveva provato solamente quando aveva stretto per la prima volta il suo defunto figlio, ma allora era ancora un ragazzo pieno di speranze; invece questa bambina era arrivata in modo del tutto inaspettato, nel crepuscolo della sua vita, quando era rimasto ormai privo di affetti. 
Non c'era dubbio anche per lui che doveva trattarsi di un miracolo. 
"Come l'hai chiamata?" 
"Arya la chiama Cipollina e per il momento la chiamo così anche io". 
"Cipollina?" le fece eco in un tono a metà tra lo scettico e il divertito. 
"Devo pur chiamarla in qualche modo" rispose lei, stringendosi leggermente nelle spalle. "In verità so esattamente come voglio chiamarla ma avevo bisogno della tua approvazione".
Davos le lanciò un'occhiata. "La mia approvazione? Perchè, come pensi di chiamarla, Fiamma, Rossa, o direttamente Azor Ahai?" 
Ma la battuta cadde nel vuoto e quando i loro sguardi si incrociarono, quello di Melisandre era tremendamente serio. In un sussurro, pronunciò un nome. L'unico nome che le era proibito pronunciare e che ora era intenzionata a dire di continuo nel darlo a sua figlia. 
"Shireen
Davos spalancò gli occhi, senza fiato. 
Quello fu il preciso istante in cui, senza ammetterlo razionalmente, dentro di sè sentì di averla perdonata. 




NDA: Cosa ne pensate della piccola Shireen Seaworth? Credo che la scelta del nome fosse abbastanza prevedibile - per me era esattamente il punto d'arrivo per il percorso di redenzione di Melisandre nel proporre lei stessa il nome per la bambina, come memento di ciò che aveva compiuto. Finalmente dopo alcuni capitoli "filler" che servivano per far avanzare la trama, sono tornata a scrivere su Davos e Mel e alcuni nodi sono venuti al pettine! Ma ovviamente la storia non è finita, anzi tutta la questione dei rapporti tra loro due come coppia sono ancora da risolvere, quindi attendetevi ancora nuovi sviluppi, specialmente ora che Davos è un "Lord".
Suggerimento random: nella stesura di questo capitolo, mi ha ispirata molto la canzone "For Blue Skies" degli Strays don't sleep, che a prescindere dalla storia, vi consiglio di ascoltare perchè è davvero una bella canzone.
Al prossimo capitolo (che conto di postare prima del 15, giorno della mia laurea, yay!)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma