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Autore: ArwenDurin    06/07/2019    1 recensioni
Will ha un kink per le mani di Hannibal, o più precisamente, per Hannibal stesso XD
1x07 se Will fosse rimasto alla festa che Hannibal aveva organizzato, cosa sarebbe successo?
"Doveva uscire di lì il prima possibile, ma quando incontrò il suo sguardo si bloccò, nei suoi occhi intravide trame di emozioni che non riuscì a comprendere, ma che lo trattenevano come fossero colmi di una forza invisibile. I pensieri si sovrapposero l'uno sull'altro e si chiese se fosse possibile, se la sua ridicola cotta fosse ricambiata? (...) Poteva soltanto perdersi un po' di più in quegli occhi ambrati che lo stavano cercando, guardando, e trattenendo come se non volesse più lasciarlo andare."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“I had no idea that you're in deep
I dreamt about you near me every night this week
Crawlin' back to you.
Ever thought of calling when you've had a few?
'Cause I always do
Maybe I'm too busy being yours to fall for somebody new
Now I've thought it through
Crawling back to you”
-Arctic Monkeys- Do I Wanna Know

 
Sentiva l'ansia come fosse viva respirare dentro di lui, come una bestia pronto ad azzannarlo alla minima distrazione, e si impose nuovamente di calmarsi prima di suonare alla porta. Attese qualche secondo nel quale, si poggiò da un piede all'altro per l'impazienza, e si sistemò con una mano la cravatta che cominciava ad essere stretta prima che dei passi si avvicinassero all'entrata; si diede dello svitato poiché capì perfettamente dalla cadenza, che non si trattava di Hannibal.
Poco dopo infatti, comparve il viso di un giovane che assunse un'aria stressata quando lo vide.
«È arrivato in anticipo.» lo freddò subito, con occhi azzurri socchiusi e scoccianti.
«Vorrei parlare con Hannibal Lecter, può riferirgli che Will Graham è qui? Immagino che sia impegnato se ha mandato lei ad aprire.»
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente facendolo entrare, e lo squadrò come se analizzasse un ragazzino ad una festa per adulti, ma Will cercò di non badarci. Poi dicendogli di aspettare lì sparì nel corridoio, a quel punto Graham si tolse il cappotto mettendolo nell'appendiabiti dietro di lui, e osservò il suo completo nello specchio davanti: camicia scura, giacca nera piuttosto elegante, i ricci ben pettinati e persino delle lenti a contatto al posto dei soliti occhiali. Si sentiva già a disagio in quel completo inconsueto e più curato, ma se Hannibal Lecter l'aveva invitato ad una cena, doveva presentarsi al meglio...anche se quello fu il motivo secondario del perché si presentò lì tanto elegante.
«Will!» Hannibal spuntò dal corridoio con un sorriso per lui, dalle maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti, l'ipotesi che stesse cucinando come Will aveva formulato fu corretta. Cercò di non concentrarsi sulle sue braccia scoperte, e nemmeno sulla sua mano che poco dopo strinse, così calda e accogliente.
Fece un rosichino, e per un secondo dimenticò persino il perché della sua presenza lì quando lo vide.
«Dottor Lecter.»
«Pensavo avessimo superato questi convenevoli, quante volte ti ho chiesto di chiamarmi Hannibal?»
«Abitudine.» gli rispose semplicemente alzando le spalle, mantenere le distanze lo faceva sentire al sicuro dal miscuglio di emozioni che ogni volta provava al suo fianco.
Dallo sguardo che Hannibal gli rivolse, sapeva che l'aveva capito.
«Riuscirò a fartelo dire, prima o poi.»
Lo osservò da capo a piedi, ma diversamente da come aveva fatto l'aiuto cuoco poco prima, il suo sguardo era attento e suadente come una carezza d'oro fuso, che creò dei brividi sulla schiena di Will.
«Mi chiedo a parte quella bottiglia che tieni così gelosamente in mano, cosa ci fai qui a quest'ora. La cosa non può che farmi piacere Will, ma non ne vedo il motivo.»
Con "piacere" intendeva nel passare del tempo con lui, o era solo cortese?
Dannazione.
Odiava sentirsi in quel modo, come un ragazzino impacciato alla prima cotta, perché era evidente che si trovava in quella situazione e lo aveva realizzato appieno, quando poche ore prima, l'aveva visto salvare quell'uomo in ambulanza. A come con tutta la calma possibile, si era avvicinato a quell'idiota che tanto voleva fare il medico ma poco dotato, e poggiando le mani sul paziente l'aveva salvato.
Will era rimasto a fissarlo, a pensare come quelle stesse mani potessero donare la morte a un individuo se avesse voluto, che lo Squartatore di Chesapeake avrebbe potuto agire in maniera simile… ma quel pensiero vagò nel suo inconscio, e lui rimase fermo. Rimase immobile a guardare, fissare, come quelle mani  stavano donando di la vita a quel malcapitato, e improvvisamente se ne ritrovò così catturato che tutto intorno a sé sparì.
Si ricordò i tocchi di Hannibal su di sé e quante volte lo avesse salvato dall'oblio di se stesso, se già dubbio che provasse qualcosa per lui l'aveva persuaso semplicemente per come non provasse fastidio quando lo toccava, tutto si confermò. Anche se di per sé aveva cominciato a sognarle, a bramarle, e volerne sempre di più non ci badò come quella sera davanti a quell'ambulanza. Lì ascoltò le sue sensazioni come fossero lo specchio di se stesso, che lo facevano tremare in brividi di piacere intensi, in un desiderio insistente di volerle di nuovo quelle mani su di sé: ovunque.
Quando Hannibal l'aveva guardato poi, aveva dovuto quasi trattenere un gemito.
Ecco il motivo per cui era lì quella sera, voleva vederlo ancora... e se ne vergognava copiosamente, primo perché era comunque il suo psichiatra, e poi perché non era lontanamente possibile che Hannibal lo vedesse allo stesso modo; ma non aveva potuto farne a meno.
Graham si scosse, e gli porse il vino d'ottima annata che aveva acquistato.
«Volevo portarti qualcosa, anche se immagino avrai già del vino per sta sera ma ecco, volevo comunque darti una bottiglia.  Poi beh...io mi chiedevo se tu avessi bisogno di una mano in cucina, ma hai così tanti aiuti chef, ne sento il rumore fino a qui,» si passò un mano tra i ricci, profondamente a disagio, con un sorriso forzato sul volto. «Lascia stare, idea stupita.»
Negli occhi d'ambra dell'altro comparve un lampo di dolcezza, che fece sciogliere il cuore di Will.
«Hai scelto un Merlot di ottima qualità e ti ringrazio, lo terrò per qualche occasione più speciale di questa,» gli sorrise prima di continuare «E visto che vuoi renderti utile, perché negartelo? Mi farebbe piacere che condividessi questa mia passione, Will.»
Probabilmente fu la combinazione del tono basso in cui disse la frase, e come il suo sguardo percorse il suo viso, che fece nascere l'idea all'agente speciale che ci fosse di più sotto quelle parole. Eppure la scosse all'immediata, dandosi dell'idiota e arrossendo copiosamente, abbozzò un sorriso per nascondere l'imbarazzo.
«Mi piacerebbe molto, poi non ti ho mai visto all'opera in questo campo.»
Hannibal gli si avvicinò così tanto mentre si toglieva la giacca, che Will dovette distogliere lo sguardo per reprimere il pensiero che altrimenti avrebbe invaso la sua mente, e nel mentre che se la sfilava gli parve persino di sentire Lecter annusarlo. In camicia e pronto a quel punto lo guardò, e l’altro poggiò una mano sulla sua spalla.
«Dopo di te.» gli sussurrò a una tale vicinanza che Will sentì quella frase sul suo viso, e percorse ogni centimetro del suo corpo in brividi.
«Certo.» ignorò le sensazioni, si distanziò e seguì il gesto galante dello psichiatra, dirigendosi in cucina.
La cucina era piena di ragazzi sbarbati e uomini attenti all'opera, e pareva quella di un ristorante di lusso visto che tutti parlavano sottovoce. Will si morse le labbra per l'idea che aveva avuto, ma comunque oramai era lì… così si tirò su le maniche della camicia fino ai gomiti e poco dopo, Hannibal gli fu di fianco passandogli un grosso coltello.
«Potresti incominciare tagliando dello zenzero.»
Nel passarsi quell'arma una strana atmosfera li avvolse, qualcosa di pericoloso che Will non seppe identificare, non affondo, non era ancora il momento... ed era troppo concentrato ad osservare Hannibal e le sue mani.
Guardò con quanta passione lavorasse, e con quanta dedizione gli spiegasse come impastare certi ingredienti, e dei trucchetti nel campo culinario, ad esempio come rendere il sangue trasparente. Osservò come travasasse con forza, eleganza, solidità, e sicurezza da una ciotola ad un’altra il liquido, le mani così grandi ma fini allo stesso tempo, che pensieri impuri pizzicarono la mente di Will.
Si costrinse a distogliere lo sguardo ma venne catturato di suoi occhi, da com’erano completamente assorti nel lavoro di travaso che stava facendo; erano di una tale intensità che Will non riuscì più a distogliere lo sguardo. Ringraziò quando un ragazzo aiuto cuoco passò, spingendolo un poco per sbaglio, e arrossì copiosamente nel rendersi conto che era rimasto qualche secondo immerso nel guardarlo, e del fatto che probabilmente Hannibal se ne fosse accorto.
Ogni membro dello staff pareva indaffarato in quella cucina, e lui l'unico pesce fuor d'acqua a dover ascoltare le indicazioni di Hannibal Lecter, ma a quest'ultimo non sembrava dispiacere al contrario, pareva apprezzasse la presenza di Will lì a condividere quella sua passione. I suoi occhi ambrati splendevano di gioia ed era raro vederlo così, all'infuori della veste dello psichiatra o di una mente filosofica, che ne aveva passate troppe per poterle raccontare, Will sorrise per essere in qualche modo parte di quella felicità.
 
La tavola fu presto ben imbandita di ogni prelibatezza di carne esistente, con forme e colori a rallegrarla, gli ospiti eleganti e sorridenti, avevano accolto il cibo con diversi applausi che Hannibal si prese con orgoglio a capotavola. Aveva insistito che Will sedesse di fianco a lui, ma ogni minuto che passava in mezzo a quelle persone truccate o inghirlandate si sentiva sempre più fuori posto, come un ragazzino a una festa elegante nel quale era finito per sbaglio.
Ascoltò alcuni spezzoni di dialoghi di vago interesse per lui, finché ne sorprese alcuni sommessi di due donne, una bionda e l'altra mora, con chignon identici.
Probabilmente sorelle, pensò.
Le donne bisbigliarono per un po', per poi ridere tra loro osservando il capotavola con occhi luminosi, e lui poteva immaginare la natura di quei discorsi ma ignorò. Will stette muto per tutta la cena, ma d'altronde preferiva osservarsi intorno piuttosto che chiacchierare eppure chiese per l'ennesima volta che cosa diavolo ci facesse lì, ma quando si voltò verso quegli occhi ambrati così lucenti per via delle luci dei lampadari di cristallo sopra di loro, non obiettò più.
Hannibal non gli disse una parola, eppure tutto il conforto gli arrivò con un suo sguardo; come sempre loro comunicavano con essi preferendoli alle parole superflue.
E Will aveva spesso notato che durante la cena, i suoi occhi non l'avevano lasciato solo un istante, lo rendeva partecipe e lo coinvolgeva senza che gli chiedesse di uscire dalla sua natura. Realizzare ciò mentre lo stava guardando, gli spinse improvvisamente il bisogno impellente di bere dell'altro vino.
«Lei è l'agente che lavora al caso con l'FBI, dico bene? Sta aiutando nell'indagine dello squartatore di Chesapeake.» una donna anziana interruppe i suoi pensieri, e si voltò verso di lei e al suo sguardo torvo attento. Con il viso squadrato e dal sorrisetto falso che indossavano solamente i curiosi, lo stava guardando aspettandoti una risposta e Will si fece forza.
«Sì, esattamente.»
«Immagino  quanto sia orribile il suo lavoro, tutto quello che vede...» improvvisamente molti occhi della sala furono su Graham, e lui si sentì sprofondare nella sedia, abbassò lo sguardo.
«Come fa a reggerlo?»
«È il mio lavoro.» cercò di tagliare corto ma lo sguardo determinato della donna, non gli avrebbe lasciato scampo tanto facilmente.
«Lei entra nelle loro menti, no? Come fa?»
«Non credo le piacerebbe saperlo, signora.»
La donna fece una smorfia ma non perse quel sorriso insistente, e nemmeno quella voce alta e irritante che stava cominciando ad infastidirlo.
«E non è mai impazzito? Lei...»
«Penso che non sia un argomento adatto alla tavola, signora Lawrence.» Will ringraziò l'intervento educato ma deciso, del dottor Lecter.
La signora si zittì e annuì mestamente, togliendo l'attenzione da Will per rivolgerla ad un uomo seduto vicino ad essa per sussurrargli qualcosa, e per quanto non lo stessero guardando, Will poté leggere quello che provavano. Loro lo ritenevano pazzo, o un futuro criminale: perché chi altro poteva capirli se non qualcuno come loro?
Sospirò e si massaggiò le tempie, improvvisamente stanco e privo di energia.
«Will, il tuo bicchiere è vuoto.» quando con voce vellutata come il vino che stava versando per lui, Hannibal lo destò.
«Ti ringrazio.» gli sorrise mestamente e Hannibal di per sé gli rispose toccandogli il braccio per qualche secondo, probabilmente un gesto amichevole, ma che agitò il cuore di Will a dismisura.
Il bicchiere di vino servì assolutamente.
 
Da solo nell'angolo con del whiskey in mano, poteva di nuovo rivedere se stesso in quella stanza ricca di chiacchiere superflue e sorrisi falsi, aveva provato ad unirsi ad un gruppo e anche a parlare ma...non era nella sua natura, e presto si era arreso preferendo osservare tutta quella marmaglia da un angolo della stanza. Si sentiva spossato, come se quelle persone fossero in grado di succhiargli energia, come la signora Lawrence che ancora si era avvicinata per parlargli, ma Will vedendola con la coda dell'occhio era "fuggito" dalle sue grinfie.
Si sentiva stritolato da tutto quel caos e solo lì con le labbra occupate a bere, si sentì più rilassato e poi...poteva osservare meglio Hannibal.
Erano così diversi su questo, lui socialmente competente al centro dell'attenzione di tutti con un sorriso affascinante, e discorsi di senz'altro più interesse dei gruppi in cui era finito Will. Avrebbe voluto avvicinarsi a lui ma non voleva disturbarlo più del dovuto, e poi gli piaceva guardarlo, desiderarlo, e studiare ogni suo movimento.
Aveva notato che Hannibal gesticolava di tanto in tanto, muovendo le sue mani aggraziate in movimenti leggiadri, come fosse un maestro di musica e che le persone "ondeggiavano"alle sue parole, come i musicisti con le note. Molte donne oltretutto, non si risparmiavano sguardi languidi nella sua direzione, e nonostante il fastidio che sentiva ogni qual volta incontrava qualche occhiata ammirata, Will poteva capirle bene.
Nel guardarlo così aggraziato ed elegante, in quel completo dal gilet nero, camicia rosso scura, e i pantaloni di stoffa pregiata ad avvolgerlo così sinuosamente; in aggiunta ai suoi movimenti e modi sempre fini e educati, come fosse uscito da un'altra epoca, era impossibile non trovarlo attraente.
Will sentì un calore allo stomaco invaderlo, quando Hannibal lo guardò, sapeva che avrebbe dovuto distogliere lo sguardo come regola di buona educazione, ma non ci riuscì e nemmeno l'altro sembrava volerlo fare.
Aveva qualcosa di diverso nei suoi occhi, una luce che li rendeva seducenti come  per la società dovrebbero essere per una delle donne eleganti presenti, ma stavano guardando lui, soltanto lui.
Hannibal abbandonò il gruppo con cui stava parlando, per poi avvicinarsi a Will e sembrò che nella stanza nulla più avesse importanza.
Il cuore di Graham scandiva i passi di Lecter, in una danza dolce e calda mentre si faceva sempre più vicino a lui, il ciuffo che portava era così morbido che si muoveva leggermente sotto i suoi passi. Will si chiese se usasse qualche balsamo per rendere i suoi capelli così soffici alla vista, e pensò a come sarebbe stato spettinarli tra le sue mani...a come sarebbe stato quel ciuffo a contatto con la sua fronte, sopra di lui mentre erano avvinghiati nella passione.
Quando arrivò davanti a sé, Will dovette scolarsi l'intero bicchiere per non dover parlare, per non fargli notare quanto fosse senza fiato in quel momento.
«Will, ti stavo cercando prima, va tutto bene?»
Aveva notato la sua assenza dunque.
L'agente speciale annuì distrattamente, guardando altrove per non incontrare i suoi occhi indagatori, e fece un rosichino.
«Non volevo di certo starti attaccato come un cagnolino tutta la sera, e poi mi piace  qui.»
Le tipiche risposte che usava quando era imbarazzato o a disagio come in quel momento, normalmente la gente l'avrebbe distanziato… ma non Hannibal.
Si chiese a cosa stesse pensando, perché in quel momento non riuscì a percepirlo.
«Eppure sembri stanco.»
Merda.
Non voleva che lo notasse, ma era anche inutile nasconderglierlo a questo punto, sospirò poggiando il bicchiere nel vassoio che passò davanti a lui, e si strofinò il viso.
«Troppo sonno arretrato, suppongo.» si sforzò in un sorriso.
«Immagino che tutte queste chiacchiere superflue, siano peggio di un caso arduo, non è così?»
Will scoppiò a ridere, era sempre sorprendente quanto il dottor Lecter lo capisse bene, si voltò verso di lui, e gli abbozzò un sorriso che raggiunse le sfumature d'oro dei suoi occhi.
«Preferire una scena del crimine all'essere socievole… forse la signora Lawrence ha ragione dopotutto.»
«La signora Lawrence, poco sa che pensieri di simile natura sono presenti persino in feste banali come queste, e alcuni sono così cruenti da far impallidire criminali meno esperti. Ma la prevedibilità di questi eventi, non attivano la mente quando una scena del crimine ben costruita, quindi penso che entrambi troviamo più stimolante la seconda opzione.»
Non poteva che dargli ragione ed annuì con il capo, per quanto questo lo sorprese, aveva notato l'attrazione dello psichiatra per la criminologia, ma che lo preferisse a quello che considerava il suo mondo...rimasero a fissarsi per qualche secondo, e improvvisamente lo guardo di Hannibal si fece pensieroso per qualche secondo.
«Dovresti riposare di più, se dormissi da me questo problema non persisterebbe.»
Non seppe come prendere quella frase, il tono basso e lo sguardo fisso su di lui era surreale, strano ed...eccitante; il pensiero dei loro corpi avvinghiati tornò prepotente nella sua mente, si chiese il suono che avrebbe avuto il nome di Hannibal Lecter pronunciato dalle sue labbra gementi.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, cancellando ogni residuo di quell'immagine dalla sua mente, anche perché di certo quella frase non aveva il significato che lui  voleva. Lui non era una creatura così interessata al sesso, ma Hannibal lo faceva andare fuori di testa!
Lo stava osservando in modo imperscrutabile, ma Will poté leggere una luce di divertimento nei suoi occhi e qualcos'altro, che non riuscì a decifrare.
«Dubito che ti piacerebbe avermi di nuovo in giro per casa.»
Sapeva che si stava piuttosto riferendo ad una serata nel quale, analizzando il caso assieme, Will era crollato letteralmente a casa sua, sopra la sua scrivania per essere precisi; il tutto per via delle notti che come al solito, aveva passato tra incubi e sudore. La mattina poi si era trovato nel letto degli ospiti, presumibilmente portato dal suo anfitrione, e ricordava ancora l’odore delle sue lenzuola.
«Tu pensi?»
Lo guardò con stupore a questo punto, e il suo sguardo lo incatenò con un intensità tale che Will sentì la sua gola seccarsi; cercò di sottrarsi da quei pozzi d'oro profondi che lo chiamavano a sé, ma non ci riuscì.
Rimase lì immobile a guardarlo, stringendo i pugni per non toccarlo, erano molto vicini, e improvvisamente sentì i dorsi delle loro mani sfiorarsi; Will sentì quel tocco vibrare in ogni parte del suo corpo.
Si chiese se fosse casuale, oppure... lo stava per sussurrare questa volta, tralasciando le formalità perché lo avrebbe chiamato per nome, quando una voce interruppe il tutto.
Will sbatté le palpebre al fruscio della manica della giacca di Hannibal che si allontanava da lui, e con una sensazione di fastidio che riversava nello stomaco, lo rivolse alla ragazza bionda che si avvicinò a loro. Poteva avere la loro età ed il viso era mascolino, per quanto il suo fisico fosse aggraziato nell'abito rosso che portava.
«Hannibal! Ti trovi sempre con il tuo amico, questa sera sparisci spesso.» Graham crucciò le sopracciglia alla voce alta e alla sfrontatezza di quella donna, era troppo confidenziale...e sentiva che Hannibal non lo apprezzava. Stava per intervenire ma l'altro lo fermò con lo sguardo e parlò.
«Sarah, devo dare attenzioni a tutti, oltretutto il mio amico Will non è avvezzo a questo tipo di feste.»
La donna sorrise e passò lo sguardo su Will con una certa avidità, Graham notò delle vene rosse nei suoi occhi: era ubriaca probabilmente.
«Come darti torto? E se fossi stato una donna ti direi che capirei il motivo delle tue fuge, per un così bel ragazzo.»
Lui per un attimo rimane immobile, non sapeva come rispondere allo sguardo languido che la donna gli sta rivolgendo.
«Sei sposato, Will?»
Deglutì e tolse il contatto visivo che stava diventando davvero imbarazzante.
«Non credo che una donna potrebbe sopportarmi così a lungo.» vide con la coda dell'occhio che Hannibal stava sorridendo alle sue parole, così sorrise anche lui.
I suoi occhi dal trucco azzurro, scorrevano sul suo viso con troppa avidità, e per quanto fosse una bella donna, non ne se sentì lusingato o interessato; voleva che la smettesse il prima possibile.
«Sei troppo duro con te stesso! E scommetto che non hai nessuna fidanzata,» si fece più vicina e le sopracciglia di Will si incurvarono verso l’alto «Se ti chiedessi io di uscire, come risponderesti?»
L'odore del vino invase le sue narici, e sorrise forzatamente evitando il contatto visivo che l'altra insistentemente cercava.
«Le risponderei che concorderebbe con la mia opinione molto presto.»
Sarah rise.
«Oh, e se io insistessi?» barcollò e Will la tenne in bilico ma poco dopo, Hannibal la prese al posto suo.
«Saresti scortese, Sarah.»
Per un istante quando Will poté finalmente guardarlo di nuovo, notò il suo volto contratto: lo sguardo era fermo e il tono glaciale, ma la donna era troppo ubriaca per accorgersene. Prima che potesse chiedersi il perché, Hannibal ritornò in sé con un sorriso pronto sul volto.
«Penso che la signora Carol, ti stia cercando.» la donna si voltò nella direzione da Lecter indicata, e si resse di nuovo in piedi animata da un nuovo impeto.
Una donna bionda sulla mezza età dall'altro lato del corridoio, la guardò d'improvviso.
«Oh! In questo caso è meglio non farla attendere, sia mai che me la faccia poi pagare in ufficio con qualche ora in più,» si voltò con un sorrisetto per Will «A presto allora.»
Graham ricambiò con un cenno del capo e sospirò di sollievo, e quando incontrò gli occhi di Hannibal lo ringraziò silenziosamente per quell'ennesimo salvataggio.
 
Le risate, i bisbigli, e il rumore della festa che riempivano le sale, erano oramai ricordi, e Will fu quasi lieto di poter finalmente avvicinarsi all'attaccapanni per prendere il suo cappotto, per quanto non rimpianse di avervi partecipato per via di Hannibal...
«Will.» quand'ecco che si ritrovò a girarsi e incontrare i suoi occhi ambrati, fattosi più scuri per l'illuminazione soffusa che c'era nel corridoio.
«Permetti?» chiese, prendendo il cappotto di Will in mano.
Graham crucciò le sopracciglia con uno sbuffo imbarazzato misto ad una risata, ma prima che potesse soltanto dire qualcosa, Lecter era dietro di lui e il cappotto fu presto sulle sue spalle. Ma fu qualcos'altro a far volare la sua fantasia; le mani di Hannibal sul suo corpo, quelle mani… lì ferme sulle sue spalle.
Non dovevano essere lì, perché stava indugiando?
Rivide il momento nel quale gli chiese di dormire da lui, la sua espressione, e quella dannata interruzione e si chiese se gli avrebbe fatto piacere per davvero, e in quell'istante, ogni contatto con qualsiasi formalità e pudore svanì.
«Hannibal, tu vorresti...» non riuscì a concludere la frase, ma lo fece Hannibal per lui.
«Sì Will, non mi dispiacerebbe averti di nuovo in giro per casa, e che rimanessi.»
Quel sussurro colpì il suo collo, un caldo sospiro ad accelerare il battito del suo cuore, le mani di Hannibal presero ad accarezzargli le spalle e Will immaginò quelle mani scendere sulle sue braccia, e poi sui suoi fianchi. Le sentì passare davanti dalla sua pancia fino ad accarezzare il suo inguine, e il rigonfiamento che cresceva nei suoi pantaloni. Si inumidì le labbra cullato dalla visione d'estasi, con gli occhi socchiusi e le guance che bruciavano nelle lacrime di desiderio trattenute… fu così reale, che un sussulto lo scosse quando Hannibal lo lasciò e tutto si spezzò.
Will si voltò verso di lui confuso, e con lo sguardo inconsciamente cercò le sue labbra.
«Devo andare.»
Non voleva farsi vedere così eccitato (e ringraziò la luce soffusa per questo) né sapere che aveva frainteso la cortesia di Hannibal per qualcos'altro, perché come poteva essere diversamente?
Doveva uscire di lì il prima possibile, ma quando incontrò il suo sguardo si bloccò, nei suoi occhi intravide trame di emozioni che non riuscì a comprendere, ma che lo trattenevano come fossero colmi di una forza invisibile. I pensieri si sovrapposero l'uno sull'altro e si chiese se fosse possibile, se la sua ridicola cotta fosse ricambiata? E se era così, come doveva sentirsi? Perché al momento non sapeva esprimersi. Poteva soltanto perdersi un po' di più in quegli occhi ambrati che lo stavano cercando, guardando, e trattenendo come se non volesse più lasciarlo andare.
Improvvisamente Hannibal carezzò il suo viso, ma diversamente dal solito poiché lo sfiorò soltanto con la punta delle dita, come se fosse qualcosa di prezioso, e Will smise di respirare.
Della luce parve prendere le sue iridi ambrate, mentre seguiva i movimenti della carezza, ma Graham non ne fu certo, non era più sicuro di nulla, si sentiva impaurito, confuso, e inerme sotto quel tocco. Pensò in un attimo di delirio che avrebbe potuto persino ucciderlo e lui non si sarebbe mosso, com'anche sbatterlo contro il muro senza riserve né pentimenti.
Quel contatto però durò poco e quando Hannibal abbassò la mano, Will lo fece con lo sguardo, e decise di distanziarsi, salutarlo e uscire.
Non si voltò indietro, non lo guardò in volto, fuggì dalla cosa che più desiderava perché non ci poteva credere di poterla avere.
E solo quando fu vicino alla sua macchina si voltò verso l'abitazione,  la fissò per qualche secondo, sospirò e poi avviò il motore.

Angolo autrice: 
Ciao a tutti ^_^
È da un po’ che questo racconto “gira” sul mio pc, ma vari dialoghi sono stati cambiati più volte per desiderio di Hannibal e Will quindi niente, arriva adesso XD
La canzone degli Arctic Monkeys mi ha ispirata parecchio, come avrete notato XD sound+testo=my story XD
La 1x07 potrebbe benissimo avere il sottotitolo “la bottiglia flirt” per quanto mi riguarda XD così ho deciso di farci un racconto chiedendomi what if Will fosse stato invitato alla festa e fosse rimasto? Con Will e l’evidente iniziale cotta-che poi diventerà amore-che prova per Hannibal.
Mi sono ispirata anche un po’ al rapporto che loro hanno nel libro, per alcune cosette
È la prima volta scrivo di kink quindi spero di essere stata brava XD e che si senta anche la tensione sessuale che c’è tra sti due XD ho cmq cercato di essere elegante perché scrivere in maniera volgare non è da me e perché il telefilm è elegante quindi cercando di rispettarlo.
 
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà


 
   
 
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