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Autore: DiasproInmay    08/07/2019    1 recensioni
Afala, giovane allieva di Xandra, prova forti remore nei confronti della sua maestra. Dopo averla aiuta a recuperare le istruzioni del rito proibito, le viene vietato di partecipare alla resurrezione e alla conseguente missione per salvare il mondo di Ariadonne.
Rimasta senza la guida della sua maestra, cerca la sua strada, in attesa di sapere l'esito delle sorti di Ariadonne.
Questa storia è una side story de "La Sacerdotessa di Ariadonne"
!!!Per maggiori informazioni leggete attentamente il prologo o andate sul mio profilo!!!
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da leggere dopo: Capitolo 7 Parte 3
 
***
Restai qualche tempo al tempio della dea Juniper per osservare e seguire i loro insegnamenti. Ero curiosa e impaziente di imparare e, sopratutto, tentai di trovare un modo, una scusa, per poter incrociarmi con la reggente per poterle parlare ancora ma sembrava che non fosse destino che le nostre strade si incrociassero ancora. Ero intenta a consumare un umile pasto quando notai un bagliore venirmi incontro, era più grosso e luminoso degli altri. 
Mi alzai dal tavolo comune e accolsi la lettera vicino alla finestra, non avevo la più pallida idea di cosa potesse contenere.
Nelle mie mani si formò il pezzo di carta, legato saldamente da un cordino a del tessuto arrotolato. Slegai la lettera ma per prima cosa, incuriosita aprii il fagotto, conteneva una punta metallica sporca di un fluido bluastro. Ancora più stranita mi affrettai a leggere la lettera.
 
Mia cara Afala,
come procedono le tue giornate? Comprendo le ragioni che ti spingono a ignorare le mie lettere ma questa volta, ho davvero bisogno del tuo aiuto.
Siamo da poco arrivati ad Ataria e la Swita non ci ha potuto accogliere in quanto lei… era stata ferita mortalmente.
La sua morte mi ha scosso alquanto ma per fortuna adesso è tutto risolto, la venerabile Ginzokena ha risolto l’enigma della morte impossibile.
Le nahikae della terra, che sembravano aver ucciso la Swita, sono in possesso di un veleno a me sconosciuto, capace di rallentare e, in dosi massicce, quasi annullare la rigenerazione delle creature magiche. La punta che ti ho fatto arrivare è stata ritrovata nel corpo della Swita, appena Ginozkena l’ha estratta, la Swita ha ripreso a respirare.
Ti chiedo umilmente scusa se il mio comportamento possa averti in qualche maniera offeso.
Cerca per me di comprendere la natura di questo veleno, sospettiamo che sia uno strumento di caos ideato da Uriel.
Afala, vorrei che tu sapessi che, qualsiasi cosa tu faccia, non mi deluderai… mai.
Ti scrivo mentre attendo il risveglio della Swita, appena le avremo parlato ci rifocilleremo e partiremo subito per i monti Euruko.
Saluti
Xandra
 
Non so per quale motivo, mentre i miei occhi scorrevano per quelle righe, si riempirono di lacrime che, con forza crescente tentai di soffocare. Una miriade di domande affollavano la mia testa.
La mia maestra non sembrava aver ricevuto nemmeno una delle mie lettere! Lei non ha potuto leggere l’avvertimento di non fermarsi ad Ataria e, peggio non poteva andare, credeva che io la stessi ignorando per un semplice capriccio.
Chiusi gli occhi per soffocare ancora le lacrime che quel pensiero fecero nascere… speravo dentro di me che loro potessero davvero uscire dalla città senza essere coinvolti nella guerra ma le immagini che avevo visto in quella sfera erano inequivocabili.
 
Corsi nella mia stanza e scrissi l’ennesima lettera di risposta.
 
Cara Maestra,
da quello che ho potuto leggere dalla vostra missiva non vi sono ancora arrivate le mie risposte? Io… non provo, in alcun modo, rancore nei vostri confronti. 
In questo momento mi trovo ancora al tempio di Juniper, ho approfittato per imparare qualcosa da loro anche se… sono stata molto più concentrata a scoprire qualche dettaglio in più della guerra che sta per scoppiare tra le nahikae di terra e dell’acqua.
Non dovete scusarvi, sono stata io a comportarmi come la sciocca e giovane allieva che non sono altro.
Farò il possibile per indagare sulla composizione e natura di questo veleno, se per caso ne è rimasta ancora qualche traccia sula metallo della punta.
Fate attenzione e andate via più in fretta che potete, la vostra missione è più importante di qualsiasi altra cosa.
Afala
 
Guardai il bastone e ripetei ancora una volta le parole di quell'incantesimo
«Nim myn nei ne ûnaner»
 
Cercai di scandire al meglio ogni sillaba, di metterci più concentrazione del solito, stringendo il suo bastone tra le mani… perché le mie lettere non le arrivavano? Pensai intensamente alla mia maestra e la lettera prese il volo spedita.
Solo dopo averla vista volare via mi resi conto che, forse, avrei dovuto ricontrollare l’incantesimo prima di fare l’ennesimo tentativo.
Aprii subito il libro degli incanti e lo sfogliai alla pagina che descriveva quella magia di trasporto.  
 
No, non c’era nulla di scorretto nella mia esecuzione. Eppure, quelle lettere sembravano perdersi. 
Guardai il bastone e riflettei… era il bastone della mia maestra, quello che l’aveva vista crescere come guerriera e come sacerdotessa, non poteva già considerarsi mio. 
Se anche se fosse, le lettere avrebbero viaggiato per arrivare a me stessa… non perdersi.
Richiusi la punta della freccia nel lembo di tessuto e cominciai a fare le valige.
Conoscevo qualcuno che avrebbe potuto aiutarci, ma risiedeva quasi stabilmente alla congrega. Dovevo rimettermi in viaggio e ripercorrere il mio percorso al contrario.
Prima di iniziare il mio viaggio mi soffermai in una stanza di preghiera, mi inginocchiai e pregai. Non era importante il tempio… sapevo che ovunque mi trovassi le mie parole sarebbero arrivate alla mia dea, alla dea di Xandra.
«Proteggi i loro cammino e le loro vite» sussurrai chiedendomi ancora per quale motivo le mie lettere ancora non arrivavano.
«Forse perché non devi intrometterti col loro destino» una voce interruppe la mia preghiera e diede una risposta alla mia domanda interiore.
«Di quale destino stai parlando?» domandai irritata ad Isvere, l’allieva prediletta della reggente «Il destino dove la mia maestra muore?!» aggiunsi avvicinandomi minacciosa. I suoi offuscati occhi vitrei ricambiavano fieri il mio sguardo.
«So bene cosa ho visto in quella sfera, la mia maestra giaceva a terra sul campo di battaglia insieme ad un numeroso gruppo di nahikae» all'inizio ho fatto finta di non aver visto ma, nonostante tutto, credevo di aver cambiato le sue sorti avvisandola e invece…
«E’ stata la reggente a mandarmi da te» esclamò quasi giustificandosi «Non interferire col corso degli avvenimenti, questo diceva la sua missiva» non potevo credere alle parole che udivano le mie orecchie… era stata la veggente stessa a spingermi ad agire e adesso mi ammoniva del contrario. Cosa le era successo? Era per questo che non voleva più incontrarmi? Quale visione le ha donato la Juniper per averle fatto cambiare idea?
«Buon viaggio in ogni modo» sentii augurarmi mentre correvo fuori dal tempio. Sembrava più un modo per dirmi che loro sapevano che, comunque, avrei fatto di testa mia.
 
Recuperai più velocemente che potevo le mie cose e, senza neanche ringraziare dell’ospitalità, salii sul mio vallaco per andarmene.
Fu la traversata più angosciosa della mia vita, nulla mi distraeva dal pensiero dalla possibilità di non poter rivedere mai più la mia maestra. Ogni bagliore che accecava la mia vista mi faceva sussultare, come se ogni fascio di luce che il mio sguardo incrociasse potesse essere la lettera di risposta della mia maestra.
Attendevo tormentata la sua più celere risposta.
   
 
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