Questa storia partecipa alla Challenge delle Mani indetta dal gruppo Facebook Il Giardino di Efp
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Erika
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Erika, si vedeva come una massa di ricci indomabili.
Aveva sempre comunicato con i gesti delle mani. Mai con i gesti del cuore.
Per questo non aveva mai pensato di poter essere qualcosa di più.
Una mattina, però, un ragazzo le si parò davanti con i palmi aperti, in mezzo al marciapiede.
Arrossendo, cominciò a muovere le dita lentamente, scandendo ogni parola anche con le labbra, presentandosi e dicendole che si era sempre limitato a guardarla da lontano, ammaliato dal suo sorriso e dalle dita candide sporche d’inchiostro che usava per chiacchierare.
Erika, in un momento, si accorse di poter essere qualcosa di più di una ragazza riccia che comunicava con le dita.
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Erika
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Erika, si vedeva come una massa di ricci indomabili.
Aveva sempre comunicato con i gesti delle mani. Mai con i gesti del cuore.
Per questo non aveva mai pensato di poter essere qualcosa di più.
Una mattina, però, un ragazzo le si parò davanti con i palmi aperti, in mezzo al marciapiede.
Arrossendo, cominciò a muovere le dita lentamente, scandendo ogni parola anche con le labbra, presentandosi e dicendole che si era sempre limitato a guardarla da lontano, ammaliato dal suo sorriso e dalle dita candide sporche d’inchiostro che usava per chiacchierare.
Erika, in un momento, si accorse di poter essere qualcosa di più di una ragazza riccia che comunicava con le dita.