Anime & Manga > Fairy Tail
Ricorda la storia  |      
Autore: SkyDream    09/07/2019    2 recensioni
Lluvia e Gray sono tornati alla normalità, nonostante la ricomparsa di Akio abbia lasciato un segno indelebile nel corpo e nell'anima della ragazza.
Lluvia non si perde d'animo e nonostante ora porti una protesi alla gamba sinistra, decide di portare Gray ad una festa di paese chiamata Calici di Stelle.
Davanti lo specchio, però, è dura accettare se stessi e il proprio corpo.
Riuscirà Gray a convincerla?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima della lettura consiglio di leggere "Soul Rain", nel caso voi non ne abbiate voglia, potete tranquillamente proseguire poichè la storia non è un continuo e ha trama a se stante.
Calici di Stelle

Gray adorava tornare la sera tardi dalle missioni.
Adorava avvicinarsi alla sua piccola casa in mezzo alle montagne e trovare il camino acceso, la cena sulla tavola e Lluvia che lo tempestava di domande, con gli occhi curiosi e affamati di risposte.
Gray adorava quel rituale, soprattutto perché non aspettava mai che Lluvia finisse di sparecchiare. La prendeva in braccio e la portava fino in camera da letto, sorridendo nel constatare di come lei - ogni volta come la prima volta - si imbarazzasse e diventasse tutta rossa in volto.
Lluvia rideva, aveva quella risata argentina che gli ricordava le campanelle di ghiaccio che Ur gli aveva insegnato a creare. Gray la buttava sul materasso, le saliva di sopra e la baciava.
Le dava un bacio lungo, casto, le mordeva le labbra e si beava dei suoi piccoli mugolii.
Poi, alcune sere, finivano per spogliarsi e baciarsi ancora e ancora, altre sere finivano per spogliarsi comunque e rimanere a letto a parlare. Gray le raccontava della missione, e lei rimaneva sdraiata sulla sua pancia a contemplare il profilo netto della sua mandibola e del suo collo.
Gray, in quelle sere, tornava a casa già felice.
Lo fece anche quella sera.
Mentre camminava però, con un fermaglio blu dentro la mano che si era fermato a comprare in un negozio giù in paese, notò che Moshi era piuttosto irrequieto.
Gray si avvicinò al puledro marroncino che, con il musetto oltre la stalla di ghiaccio, sembrava cercasse di trasmettergli quanta più premura possibile.
«Sto arrivando, sto arrivando.» disse Gray cominciando a correre.
 
Lluvia, quasi un anno prima, era stata vittima della magia necrotizzante di Akio, che le aveva maledetto il simbolo di Fairy Tail sulla coscia sinistra. Erano state lunghe settimane di agonia quelle, dove Lluvia era rimasta sul filo del rasoio per troppi giorni, prima che Polyushika l’avvertisse dell’inevitabile: dovevano tagliarle la gamba necrotizzata.
Sarebbe stata costretta a passare la sua vita con una protesi magica.
Gray inizialmente si era disperato tanto quanto lei, ma aveva poi imparato ad adattarsi - lo avevano imparato insieme - e Moshi era stato il frutto di uno di quei adattamenti.
Gray lo aveva regalato a Lluvia appena aveva ripreso a camminare, per potersi spostare da casa loro alla gilda o in qualunque altro posto lei volesse andare.
Ormai era diventato un loro grande amico e Lluvia si divertiva a preparare deliziosi pasticcini alle carote anche per lui.
Gray raggiunse la stalla di Moshi, che con un gesto del capo gli fece segno di salire al piano di sopra, dove probabilmente si trovava la sua ragazza. Il mago diede una carezza al puledro e si precipitò dentro, lasciando fermaglio e parte dei vestiti lungo le scale.
La chiamò a gran voce, preoccupato per quell’immenso ed inusuale silenzio, ma non giunse nessuna risposta.
Aprì la porta della camera da letto, trafelato e con il cuore a mille, già pronto ad un possibile nuovo trauma arrivato a sconvolgergli la vita.
Quando però, un momento più calmo, si rese conto di ciò che aveva davanti, per poco non meditò di uccidere la sua ragazza.
«Lluvia, diamine, quando ti chiamo sei pregata di rispondere!» esclamò entrando in camera e sdraiandosi accanto all’altra, già buttata sulle coperte con le gambe ed un braccio penzoloni.
«Lluvia non ha energie per risponderti, Gray-sama.» annunciò l’altra con tono afflitto, mentre dava una rapida occhiata alla marea di scarpe e vestiti che aveva lasciato sul pavimento, insieme ad mucchio di altre cianfrusaglie come collane, sciarpe e borsette.
Gray portò due dita sul naso, all’altezza degli occhi e chiuse quest’ultimi cercando la pazienza di cui aveva bisogno.
«Dimmi, Lluvia, perché la nostra stanza si è trasformata in una disordinata cabina armadio?».
La ragazza provò a sedersi per raccontare meglio ma, come se fosse davvero senza forze, si ritrovò nuovamente buttata sulle coperte.
«Lluvia stamattina è andata giù a Rainfall Town per fare una passeggiata con Moshi e prendere qualcosa da mangiare, ha sentito parecchie persone  parlare di una festa che si terrà domenica. Alcune ragazze stavano provando bellissimi vestiti.» si fermò, per vedere se il ragazzo era interessato alla situazione.
Gray si era sollevato su un braccio e annuì, seppur con una guancia schiacciata sul palmo della mano.
«La festa dei Calici di Stelle, ne ho sentito parlare anche io stamattina».
«Esatto, sembra davvero una bella festa e ho sentito che si balleranno i lenti che piacciono tantissimo a Lluvia ma-» la ragazza si bloccò, con un labbro fra i denti che lasciava presagire un fiume di lacrime in arrivo.
«Ma?» chiese ancora l’altro con lo sguardo di chi sa già che dovrà consolare qualcuno.
«Ma Lluvia non riesce a trovare niente che la faccia sentire carina come quelle ragazze, e poi Lluvia non può mettere i tacchi e non può ballare i lenti. E’ brutta e non può fare niente».
Il pianto che ne seguì fu così violento che perfino Moshi, dalla stalla al piano di sotto, saltò in aria.
Gray alzò gli occhi al cielo mentre la sua compagna restava lì, immobile sul loro letto, a piangere sommersa dai vari abiti che aveva provato.
Da quando l’aveva colpita quella strage, per entrambi abituarsi alle cose normali era stato davvero difficile.
Per lei era stato difficile rinunciare alle gonne con gli spacchi laterali o ai tacchi, con cui litigava ogni volta che si ostinava a voler provare.
Per Gray, invece, era stato difficile ogni volta convincerla che era comunque carina come prima, e che con o senza tacchi sarebbe rimasta uguale, al massimo un po’ più bassa.
Ma per lui era meglio così, non voleva proprio vederla instabile su dei trampoli in procinto di cadere. Era già terrorizzato all’idea di vederla inciampare o scivolare.
«Come può Lluvia andare ad una festa senza vestito elegante e senza tacchi?» continuava a piagnucolare l’altra, che ora si trovava sul petto di Gray, ad ascoltare i suoi battiti nel tentativo di calmarsi.
«Lluvia, ti importa davvero di andare ad una stupida festa dove ci saranno balletti e chiacchiere? Si sta così bene qui sulle montagne, al fresco.» tentò Gray, già amareggiato all’idea di doversi impomatare per accompagnarla.
«Lluvia adora rimanere su queste campagne con te, Gray -sama, ma sarebbe stato davvero bello andare a vedere le stelle e ballare insieme, se solo fossi stata normale e-» la ragazza si bloccò, con sguardo sorpreso dritto davanti a sé.
Il mago del ghiaccio le aveva appena fatto un attentato e l’aveva baciata. Non un bacio normale, di quelli a fior di labbra, ma un bacio passionale e lungo, di quelli in cui chiedi disperatamente aria.
Aveva buttato a terra gli ultimi indumenti della sua ragazza, quelli che lei portava addosso, e aveva preso ad accarezzarle la pelle morbida, sottile sotto i suoi polpastrelli.
Aveva passato la mano sul suo ventre, poi sui suoi glutei e l’aveva attirata a sé, sospirando quando l’ultima stoffa che le copriva il seno aveva poggiato sul suo petto.
Lluvia aveva sospirato anche, aggrappandosi alla sua schiena con le sue piccole unghia.
Gray si staccò dal suo viso ancora colmo di lacrime, dandole un ultimo bacio a fior di labbra e dedicandole un intenso sguardo carico di passione.
«Dimmi, Lluvia, sei ancora convinta di essere brutta e anormale?».
 
***
 
Lluvia si era cucita un abito da sola. Gray le aveva chiesto solo che si vedesse la protesi, fosse stata anche solo per pochi centimetri.
Lei non aveva fatto domande, limitandosi ad annuire seppur non fosse d’accordo.
Non era da Gray farle richieste, soprattutto di quel genere, e la cosa la stupì così tanto che non osò proferire parola.
La sera della festa, Gray aveva indossato una semplice camicia bianca, asserendo che non avrebbe messo né giacca né cravatta.
Lluvia aveva aperto la porta della loro camera, arrossendo davanti il sorrisetto complice del suo amato.
«Piace?» aveva chiesto semplicemente, abbassando lo sguardo come una ragazzina.
Gray potè constatare che il vestito nero la fasciava davvero bene, lasciando un piccolo strascico che si apriva sul ginocchio, lì dove i nervi sintetici della protesi si allargavano dentro il polpaccio finto.
Lui sosteneva sempre che, a colpo d’occhio, nessuno avrebbe detto che le mancasse una gamba. La protesi era davvero magistrale.
Peccato che lei non la pensasse così, seppur non si era mai limitata e aveva fatto tutto - o quasi - ciò che avrebbe fatto con entrambi gli arti.
«Direi di sì, a te piace?» rispose Gray, mentre guardava la ragazza che portava dietro l’orecchio delle ciocche celesti.
Il mago notò che si era truccata, i suoi occhi blu sembravano molto più grandi e le labbra lucide e rosse chiedevano disperatamente di essere assaggiate.
Gray deglutì, afferrando una carota e dirigendosi verso la stalla di Moshi.
Quella ragazza era capace di fargli girare la testa come poche cose, soprattutto in quei momenti dove non si rendeva conto di quanto fosse bella e, soprattutto, speciale.
Un uragano di energia e gioia che nemmeno la più ostica delle maledizioni era riuscita a fermare.
Lluvia si era ostinata a mettersi comunque i tacchi, sostenendo che sarebbe bastato tenersi con un braccio al suo Gray.
Senza mancare di specificare che, in alcun caso, gli avrebbe lasciato il braccio visto che quella serata sarebbe stata piena di belle ragazze innamorate e rivali.
Gray sorrise e la prese per il busto sollevandola fin sopra il dorso del loro puledro.
Sotto la luce della luna e delle stelle, Lluvia gli appariva bella più che mai.
 
***
 
Al momento di raggiungere la piazza adornata da qualche luce bianca e dal sottofondo romantico di un’orchestra, Lluvia rimase in piedi immobile.
Gray sapeva già che sarebbe finita così, per cui non potè fare altro che sospirare e sorridere, voltandosi verso la sua ragazza che era rimasta come pietrificata accanto a Moshi.
«Suppongo che tu non riesca a camminare.» constatò lui.
«Non è vero! Lluvia cammina benissimo, chiudi gli occhi!» contestò l’altra convincendolo a fare quello che diceva.
Gray chiuse gli occhi e incrociò le braccia, pensando a quanto ci avrebbe messo a perdere la pazienza e prenderla su una spalla per riportarla a casa.
«Vedi? Ora sono accanto a te, riesco benissimo a camminare!» disse piccata, sorridendo al cielo.
«Guarda che lo so che ti sei mossa scivolando con la tua magia dell’acqua, non mi freghi, Lluvia. Fai un passo davanti i miei occhi aperti, su!».
La ragazza arrossì di nuovo, sbuffando e togliendosi i tacchi dalle scarpe.
«Va bene, hai vinto!» esordì con un sorriso, in realtà per niente arrabbiata con Gray.
Sapeva anche lei che sarebbe finita in quel modo, per cui si ritrovò a camminare scalza, fianco a fianco con il suo mago del ghiaccio, in fondo le bastava.
Alcuni ragazzi si girarono a guardarli, in particolare una mora rimase incantata dallo sguardo di Gray, che non potè ricambiare poiché si ritrovò la vista occupata.
Lluvia si era parata davanti, aveva sollevato i piedi sulle punte per essere perfettamente alla sua altezza e stava aspettando che lui la baciasse.
Sapeva che il suo ragazzo non amava le effusioni in pubblico, ma in fondo era stato lui a convincerla ad andare comunque a quella serata, tanto valeva che si lasciasse viziare un po’.
«Lluvia che stai facen-» la sua domanda fu interrotta a metà da una voce che si stava propagando per l’intera piazza. Un presentatore elegantissimo stava annunciando il via alle danze, inaugurando ufficialmente la festa dei Calici di Stelle.
Una ragazza ben vestita girò fra le persone porgendo dei particolari calici colorati, di vetro misto a piccole lacrime a forma di stelle che conferivano alla coppa una particolare luce mutevole.
Dentro pareva vi fosse vino, fecero tutti un brindisi, prima di lasciare i bicchieri e concedersi al ballo tanto atteso.
Gray non era per niente entusiasta di dover prendere le mani di Lluvia per condurla a passo di danza, ma per amore le concesse quel momento d’attenzione.
D’altronde vederla con quel sorriso era qualcosa di indescrivibile, e gli sembrò davvero che mai nessun brutto evento li avesse mai colpiti.
Lluvia era così felice che ben presto si dimenticò degli sguardi delle altre ragazze, che le guardavano i piedi scalzi; si dimenticò della protesi messa in vista; si dimenticò di ogni cosa.
In quel momento era soltanto tra le braccia di Gray, sotto un cielo ricolmo di stelle, circondata da calici che emettevano piccole luci soffuse, accompagnato da una melodiosa musica di violini e pianoforte.
Non importava nient’altro.
Né a lei.
Né a Gray.
Erano insieme, come sempre, e quando lui la sollevò per i fianchi in modo da farle salire i piedi scalzi sulle sue scarpe, regalarsi un bacio fu la cosa più naturale.
Un bacio sapiente, che niente aveva a che vedere con i gesti carichi di passione - a volte di erotismo - che spesso le donava.
Non sapevano ancora che quel bacio avrebbe sigillato per sempre la loro unione.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: SkyDream