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Autore: Mave    10/07/2019    0 recensioni
[Non Dirlo al Mio Capo]
Rimescoliamo le carte! Lisa ed Enrico sono sposati e hanno tre figli. Non sarà facile gestire la famiglia, soprattutto a fronte di un evento che fa vacillare tutte le loro certezze.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il bloody Mary era classificato da Perla come uno dei migliori drink morning glory con cui iniziare la giornata. Di primo mattino esibiva il suo look annoiato e sorseggiava un flûte, contemplando la vista mozzafiato di Napoli e dal Vesuvio: uno spettacolo per cui valeva la pena affacciarsi sul terrazzo di casa!

“Ti ubriachi già a colazione? Affoghi le tue pene nell’alcool?”

Una voce giovane e irriverente, proveniente dal balcone confinante, l’aveva fatta sorridere. Si era avvicinata e aveva guardato Romeo, appoggiato alla ringhiera con una macchina fotografica in mano.

“Perla e gli alcolici: una storia d’amore che non conoscerà mai litigi! Tesoro, il mondo è un bicchiere di vodka e io ci affogo dentro!”

L’esuberante vicina di casa aveva sorseggiato e tracannato il resto del suo drink, poi aveva indicato la macchina fotografica del ragazzo: praticamente un pezzo da museo per la sua generazione!

“Cosa ci fai con quella?”

“Cerco di immortalare qualcosa di diverso che non siano fiale, ospedali, medici o infermieri!”

“Sono contenta che tu stamattina sia riuscito a trascinarti come un pavone ferito fin qui a prendere un po' d’aria e di sole, nonostante questa tua aria da moribondo!”

Ridere della malattia per vincerla! Quel tabù da sfatare con l’arma dell’ironia era l’atteggiamento di Perla che metteva a proprio agio anche Romeo.

“Finalmente una donna che mi apprezza anche nella mia forma peggiore! Sai, ad altre così rasato e pallido faccio proprio schifo!”

C’era una punta di autocommiserazione ma soprattutto la mortificazione nel sapere che Mia aveva paura nel vederlo così cambiato fisicamente, in quella puntualizzazione.

“Tesoro non esistono uomini brutti ma soltanto cocktail troppo leggeri!”


Dopo aver accompagnato Antonio e Giuseppe a scuola, Enrico era tornato a casa trovando il figlio maggiore a giocare alla playstation sul divano.

“Perché hai lasciato che tuo fratello dormisse in camera tua, stanotte?”

L’avvocato Vinci era partito subito all’attacco, per evitare di sentirsi a disagio. Il bambino gli aveva raccontato l’accaduto in auto e lui ne aveva approfittato per trasformare quella confessione in un rimprovero.

“Perché ha avuto un incubo ed era molto spaventato!”

Enrico aveva ripensato alle parole che Lisa gli aveva rivolto quella mattina e perciò aveva cercato di instaurare in dialogo con Romeo.

“Lo sai che è un rischio lasciare che tu e i bambini dormiate nella stessa stanza, perfino che respiriate la stessa aria!”

Il ragazzo aveva lasciato cadere il joystick sui cuscini del divano, concedendosi un lungo sospiro.

“Io sono stanco. Lo sai come mi sono sentito, per settimane, a non poter avere nessun contatto, nessuna stretta di mano? Non mi abbracciate, state a distanza di sicurezza da me perché tutti avete paura che possa prendermi qualche infezione. Per tutti sono soltanto il figlio malato…Soltanto Antonio mi tratta da persona normale, mi fa sentire importante come fratello maggiore.”

“Se ci comportiamo così è perché ti vogliamo bene, Romeo!”

“Beh io non ne posso più di essere il figlio difettoso ed avere in Antonio la mia ruota di scorta! Per colpa mia in questa casa non sono più importanti il Natale, le pagelle, i compleanni…”

Enrico avrebbe tanto desiderato che Lisa tornasse in quel momento. Lui non era abituato ad ascoltare sfoghi così profondi e di certo lei avrebbe trovato le parole giuste.

“Dov’è mamma?”

Aveva chiesto all’improvviso Romeo, come se gli avesse letto nel pensiero.

“È andata in ufficio. Ho per le mani un caso che credo possa risolvere brillantemente lei.”

Il ragazzo aveva abbozzato un sorriso e aveva tirato giù le maniche della felpa fino a coprirsi le mani, quasi che volesse coprire i suoi lividi.

“Hai avuto una bella idea. Sono contento che sia tornata a lavoro!”


Poi Romeo si era assopito senza nemmeno accorgersene e, quando si era svegliato poco più tardi, aveva trovato Perla seduta sulla poltroncina all’altro lato.

“Ben tornato tra noi bell’addormentato!”

“Grazie sue Maestà. Devo essere uno bello spettacolo mentre dormo se te ne stai qui a contemplarmi da chissà quanto tempo!”

“E mentre russi…Lex Luthor!”

Questa era Perla. Ci si fidava di lei perché parlava per sentenze letali, caustiche e spietate. Romeo si era raddrizzato a sedere e aveva deciso di alleggerirsi di un peso che aveva sul cuore.

“Sai all’inizio è stata dura. Dopo aver perso tutti i capelli mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo. Avevo smarrito i miei lineamenti. Come se qualcuno mi avesse cancellato come un disegno venuto male!”

La vicina di casa, un breviario di saggezza e di metafore à la page, per una volta non aveva saputo cosa dire.

“Mio padre se l’è già svignata?”

“Si con la scusa di andare a fare la spesa. Secondo me è tutta una scusa per andare a controllare come se a cava tua madre. Uomini! Non avete ancora capito che voi siete la testa ma siamo noi donne a farvi girare il collo!”

“Nemmeno io ho tanto ben capito questa storia che si sia messo a fare il mammo ma tanto meglio…Ho bisogno del tuo aiuto!”

“Beh tesoro per quanto bene ti voglia, come infermiera sono proprio negata!”

“Non ho bisogno di un’infermiera ma di un’organizzatrice di eventi!”

Perla si era data un tono.

“Event organizer…Suona bene!”

“Devi aiutarmi ad organizzare la festa di compleanno per Giuseppe!”

Perla era sbiancata. Per lei che viveva in un mondo privo di pargoli quello era sempre stato un dolce evento naif senza conseguenze, ma ora che veniva chiamata in causa si accorgeva che sarebbe stato un semi- incubo, un’impresa titanica.

“Sex and the stress? Cioè tu vorresti invitare la nonna decrepita, la zia seccatrice e un’orda di compagni di classe?”

“Soltanto l’orda di compagni di classe!”

“A tuo rischio e pericolo?”

Per un momento Romeo si era accigliato, poi si era stretto nelle spalle ostentando indifferenza.

“Tanto io non sarei invitato in ogni caso. Giuseppe non mi vuole tra le scatole!”

Perla aveva cercato di sbrogliare quel rompicapo.

“Certo come location potremmo optare per il centro anziani vicino alla scuola elementare ma ha un certo alone di tristezza. Il parco lo escludiamo perché per il fine settimana il meteo mette pioggia…”

“La faremo qui, a casa. Mi occuperei io di ordinare la torta e tutto il resto…Ma come sai sono confinato in queste quattro mura. Mi serve che tu sia il mio braccio! Per favore!”

L’aveva guardata con quegli occhi da cucciolo ferito e Perla aveva capitolato definitivamente.

“E va bene. Saremo come il Mignolo col Proff.!”

   
 
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