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Autore: Scaramouch_e    10/07/2019    6 recensioni
Durante una festa organizzata da John Reid, Elton John si perde in un mondo onirico.
- partecipa al contest "Music is my best disaster" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wonderland.

Si era reso subito conto che la casa lui e John la volevano grandissima con più di una stanza da letto, altrettanti bagni, due o tre salotti e un'enorme giardino con piscina e angolo ristoro dove invitare un sacco di gente a festeggiare con party esclusivi. Avevano girato per bellissime ville, ma erano tutte impersonali e fredde.

E poi, finalmente, l'avevano trovata: si affacciava sulla spiaggia bianca di Malibù era bianca e azzurra a più piani, le stanze erano enormi, affrescate quasi tutte; c'era un giardino enorme dietro compreso di piscina e l'ingresso era decorato con statue bianche finto-greche. “Prendiamola. È tutto finto, come me.” aveva detto Elton facendo scoppiare a ridere genuinamente John, la testa all'indietro e i denti bianchi e forti che spuntavano dalle labbra carnose, quelle labbra che Elton aveva più volte morso anche se adesso non più come prima.

Era da un po' di tempo che Elton vedeva John allontanarsi da lui, che lo vedeva spento nei suoi confronti e ciò gli faceva male al cuore, ma per fortuna sembrava che il trasloco nella nuova casa lo rendesse, nuovamente, euforico di stare con lui. 

“Voglio fare una grande festa di inaugurazione. Tutti i nostri amici devono vedere questa bellezza che ne pensi Elton?”
“Tutto quello che vuoi, amore.” aveva esclamato stiracchiandosi sull'ennesimo letto che avevano provato. Si erano dati questo compito: provare ogni letto di quella grande casa e questo era quello che gli accoglieva meglio.
“Penso a tutto io. D'accordo?” aveva detto il moro e lui aveva annuito, mentre sentiva le mani di John curiose scendere possessive sul proprio corpo.
Un altro round era iniziato, pensò e lo lasciò fare.

“Hai invitato Bernie?” aveva chiesto Elton fissando la stanza da sistemare che aveva scelto per il suo migliore amico: era quella più semplice perché lo sapeva che a Bernie non piacevano le cose sfarzose. “Mi dispiace, Elton, ma non può venire. Ha dei problemi con la sua ragazza, ma ti manda tutto il suo amore.” fu la risposta pratica di John dall'altro capo della casa.

oh.

Dopotutto aveva dato carta bianca a John di organizzare il party come più gli faceva piacere, ma aveva capito dal tono del suo compagno, che non ci aveva provato proprio a chiamare a Bernie, che gli aveva mentito, e la delusione per Elton fu così amara, che abbandonò subito la scopa per terra e uscì dalla stanza.

Elton, mi dici una cosa: come può piacerti John?” Solo adesso la domanda di Bernie suonava in maniera strana alle sue orecchie.
Non aveva mai voluto veramente capire che anche Bernie non amava particolarmente John se non in quel momento.

***

“Tesoro, tutto bene?” Il party andava avanti da un bel po' di tempo, e Elton aprì piano gli occhi da dietro gli occhiali rotondi e stravaganti che portava sempre.
Si trovava sul divano di pelle del primo salotto. Sentiva un caldo boia e era anche tutto stordito dall'uso di coca che aveva trovato sul lavabo del bagno poche ore prima.

Chi lo stava scuotendo e guardando preoccupato era un bellissimo esemplare di ragazzo dai tratti esotici: era con la pelle color caramello e i grandi occhi neri aveva la bocca piuttosto importante e il corpo magro era avvolto in un grande kimono colorato.

Era assolutamente bellissimo.

“Sembri una grande farfalla.” Elton non riuscì a trattenersi e aiutato dalla droga allungò le mani verso il ragazzo, che ridacchiò coprendosi il labbro inferiore. 
“Nessuno mi aveva fatto un complimento del genere, nemmeno per rimorchiarmi: e tu non sembri della condizione adatta, tesoro.” Con un fruscio il ragazzo straniero si sedette accanto a lui.

“Tu devi essere Elton John. Io sono Freddie Mercury. John mi ha parlato tanto di te.” disse, con voce dolce come il miele, il ragazzo farfalla. “N-non mi chiamo così... Non sono io. Non so chi sono.” c'era un gran frastuono nel cervello di Elton e il ragazzo si coprì la testa con le mani: aveva bisogno di andarsene da là, nonostante il ragazzo far-Freddie sembrasse carino.
Elton cercò di alzarsi, ma venne subito spinto giù da mani gentili.
“Non è il caso di muoverti, non trovi tesoro?” gli chiese Freddie con voce dolce. 
Freddie lo guardava con gli occhi neri cortesi, mentre mormorava parole gentili e di conforto.
Elton chiuse gli occhi e iniziò a respirare e inspirare piano.

Non si era mai drogato quindi non sapeva come funzionava, ma le parole dell'altro ragazzo sembravano suggerire quello. Poco a poco sembrò calmarsi, e finalmente aprì gli occhi quando il mal di testa e il senso di nausea passarono.

“Grazie.” Non era da tutti prendersi cura di lui come aveva appena fatto Freddie, così, quasi genuinamente. “Ti vedo meglio, tesoro.” disse Freddie intrecciando una mano fra i capelli biondi di Elton.
“Infatti è così. Sto molto meglio.” Elton prese una pausa e si soffermò a guardare il ragazzo. Era sicuro di non averlo mai visto e nemmeno sentito nominare, e quindi domandò, con una punta di curiosità: “Sei un cliente di John?”
Freddie annuì, non tentando di nascondere un sorriso di gratitudine, per immaginò Elton, John. “Sta facendo tanto per la mia band. Tu canti, vero?” chiese Freddie. 
Parlare di musica era l'unica cosa che a Elton piaceva veramente fare e così si rilassò parlando con il ragazzo che sembrava veramente disponibile e interessato ai suoi gusti e alla sua storia.

“E quindi, adesso, vivo praticamente con John. Lui e io, credo che te lo posso confidare, stiamo insieme. eh- C...-osa stai facendo?”

Elton si trovò schiacciato dal corpo magro dell'altro ragazzo, il viso a qualche centimetro di distanza dal suo.
Freddie stava semplicemente sorridendo mentre lo guardava, e poi successe: senza dire nulla il ragazzo dai tratti persiani posò le labbra invitanti sulle sue... la bocca di Freddie sapeva di nuovo e di fresco, di fumo e di liquore.
Fu un esplosione di sentimenti: rabbia, sofferenza, ma anche di passione e di eccitazione che coinvolse tantissimo Elton.
Freddie nel frattempo si sistemò meglio sulle sue gambe, mentre ancora aveva le labbra incolate alle sue, labbra che volevano giocare a privilegiare l'una sull'altra. Gli mise leggermente la mano sulla nuca come ad avvicinare di più Elton a se stesso fu questo gesto che fece risvegliare il biondo.
Goffamente mise la mano sul petto del più alto e lo staccò da sé: il bacio venne così interrotto malamente anche se i due ragazzi erano ancora uniti da un filo di saliva. 
Freddie si alzò in piedi e si pulì frettolosamente il mento, mentre Elton lo guardava con sguardo di scusa.

Nel momento in cui Freddie posò gli occhi scuri su Elton come a chiedere una spiegazione, si sentì un rumore di passi veloci e nel salotto entrò John Reid: il suo fidanzato aveva una mano su una bottiglia di spumante e l'altra sulla spalla di un ragazzino dai capelli rossi.
Entrambi ridevano.

Davvero ti piace, Elton?”
Non ora Bernie, per favore.”

Elton scacciò Bernie dalla testa e notò come il ragazzino, John e Freddie lo stessero guardando. Gli occhi gli pizzicarono di lacrime e lui le scacciò indietro, con la mano maldestra. Non doveva piangere.
Si sentì improvvisamente rotto a pensare a quell'estenuante settimana.

John posizionò il braccio, che prima stringeva il ragazzo rosso, per il fianco e fu il primo a parlare facendo passare lo sguardo da Freddie a Elton. “Vi siete conosciuti, dunque.” Appariva sollevato, quasi come se fosse contento di vederli insieme.
Elton pensò che se John fosse entrato un minuto prima, non sarebbe stato tanto contento di vederli insieme. Rivolse un sguardo imbarazzato a Freddie e frettolosamente annuì con la testa.

“Abbiamo parlato di musica e di cose piacevoli. È un ragazzo carino” borbottò Elton, pensando che voleva semplicemente sprofondare nel pavimento. 
“Questa è una bella casa.” proruppe Freddie, così, come se niente fosse successo, ma Elton vedeva che era agitato.
“È merito di Elton.” fece John con un sorrisetto soddisfatto, agguantando Elton in un abbraccio.
Elton però si districò e balbettò un timido: “Scusate, io devo uscire.”, e con uno sguardo di profonde scuse a Freddie, uscì da quella stanza.
“Spero di poterti conoscere meglio, tesoro.” la voce di Freddie lo seguì fino alla prima camera che trovò libera.

***

“Stai bene?” gli aveva chiesto Bernie dall'altro capo del telefono e del mondo, dato che si trovava nella sua residenza a Londra.
Avevano parlato per più di mezz'ora del più e del meno, mentre in un'altra stanza John, il ragazzo rosso e Freddie chi lo sa cosa stavano combinando, ma a Elton non importava più.
Finalmente aveva trovato il suo porto sicuro, la sua ancora.

“Bernie vorrei che fossi qui.” Elton aveva sospirato zuccheroso.
“Se vuoi posso venire. Mollo Marian e vengo.” gli aveva risposto Bernie, quasi come se non si aspettasse altro da lui. 
E lui lo voleva, lo voleva davvero. Ma c'erano John, il ragazzo rosso, e Freddie.
Così si era trovato a rifiutare.
“No, stai con Marian, Bern, io starò bene.”

Si sentiva di nuovo male, Elton mentre riattaccava dopo aver salutato Bernie con un bacio virtuale. “Ti amo Bernie.” Gli aveva detto, quasi come se fossero inseme, e non più solo come amici, e l'altro aveva ridacchiato rispondendo: “ti amo anch'io, fratello.”

Notò, solo dopo aver attaccato il telefono sul comodino una bianca e invitante striscia di coca: nonostante tutto quello che aveva fatto per riprendersi, si avvicinò e la sniffò, godendosela mentre gli entrava in circolo.

Dall'altra parte della casa sentì la voce chiara di John che lo chiamava e cercava, come le api cercano il miele per mangiarselo. Sentì il bisogno di provare nuovamente i letti, con John. Sentì il bisogno di essere scopato forte da John o da Freddie, non importava. 
Voleva dimenticare quella serata.

Trovò il suo ragazzo che gli sorrideva da solo, vicino alle scale. Gli sorrise a sua volta prendendolo in un forte abbraccio. “Tutto bene? Dove sei stato?”

Tutti così preoccupati per te, ma non sono Bernie.

“Sono stato nel paese delle Meraviglie” disse gracchiando e si mise a ridere per la sua stessa battuta, mentre la coca che aveva in circolo gli faceva effetto.
“Vedo, una grande farfalla” disse mentre Freddie scendeva le scale del piano di sopra, quasi cautamente.
“E dei leoni. Rosa.” ridacchiò, lasciandosi andare completamente baciando John sulle labbra fregandosene se tutti lo potevano vedere.
Quella era la sua festa.
Anzi, no.
Era la festa alla casa.

La sua mente si immerse sempre più in un mondo fatto di giochi di forme e colori caleidoscopici e di immagini fantastiche, mentre attorno a lui vi era la realtà, una realtà che gli pesava e lo spaventava sempre di più.
 

che bellezza se sapessi che
quel mondo delle meravilgie c'è.
da Alice nel paese delle meraviglie.


Nota. 
1792 parole, 4 pagine di openoffice. 
Non betate (perchè il contest richiedeva storie senza betaggio), spero di non aver fatto grossi orrori. Ho riletto più volte, se ne ho fatti vorrei che qualcuno me li segnalasse. 
Più che altro non so bene cosa ho scritto (come coerenza ahahha), in quanto: "Anto fa caldo", e con il caldo perdo quel poco di lucidità che mi rimane. 
Spero che quello che ho scritto qui sopra, vi piaccia. 
Preciso che: non possiedo, ovviamente, nè zio Elton, John Reid e neppure Freddie Mercury (che ne pensate di lui? Vi è piaciuata questa piccola comparsata dal mondo dei Queen?) che appartengono a loro stessi e che non hanno mai fatto quello che ho scritto; l'unico che mi appartiene è il ragazzino senza nome dai capelli rossi. Non faccio uso di doroghe, ne so gli effetti e nemmeno come si curano. Le ho studiate come quasi tutti, qui credo, tramite le serie TV. 
Noticina ulteriore il fatto dei leoni rosa, mi è  venuto perchè Elton ha scritto le musiche per il capolavoro "Re leone", e sono rosa come omaggio agli elefanti rosa di "dumbo". 
#calailsipario. 

 

   
 
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