QUEL TUO TATUAGGIO
Se uscirò da questa radura
che per me è labirinto di sentimenti
sensazioni
interiori tormenti,
io prenderò la Via della Seta,
seguirò le costellazioni d’Oriente
fino ad arrivare a te.
L’odore tuo
il rumore dei tuoi bracciali,
dolce tintinnio dei monili e delle
collane,
gli anelli d’oro con le pietre
preziose
che troneggiano nelle tue dita tozze,
e infine quel tatuaggio
nell’avambraccio sinistro…
che vuol significare?
Lì c’è impressa la rotta per
raggiungere il tuo cuore?
In lingua orientale, la scritta
nera, pece,
il braccio marchiato come se fosse a
fuoco,
per sempre e in eterno.
Potrò mai tradurlo?
Sono un cavaliere e mi sono perso,
la radura sterminata
ma io ricordo quella scritta,
che indica la Via della Seta;
io seguirò la pista carovaniera,
non mi fermerò al cospetto della
fatica.
So della tua sofferenza,
la leggo sempre nei tuoi occhi.
Non voglio saperne nulla,
lascia che possa lenire questo
dolore,
questo strazio,
o per lo meno che io possa
raccoglierlo su di me,
vorrei soffrire al posto tuo.
Io muoio ogni sera
e risorgo tutte le mattine, all’alba;
non ti ho mai detto che io sono
l’unico cavaliere che si è stancato
di vivere
tante volte, con amarezza,
immerso nella mia solitudine dalla
quale
fatico a uscire.
E mi dà fastidio chi mi fa domande,
chi m’importuna;
io seguo la mia rotta, e lo faccio da
solo.
Tu però puoi chiedere quello che
vuoi.
Tu e le poche persone care che ho a
mio fianco.
Ma io, sai,
io un giorno seguirò la Via della
Seta,
perderò tutto e tutti;
ho paura di perdere anche te.
Il mio sarà un viaggio di punizione e
redenzione,
in cui smantellerò me stesso
mattone per mattone,
brandello per brandello.
Un anno fa, durante un duro momento,
avevo chiesto a Dio una sola cosa;
di donarmi qualcuno di amare.
Qualche mese dopo ho perso la testa,
e poi ho perso la rotta.
Sento che la sto ritrovando, ma…
è così tardi!
Ho perso.
Tu vali molto più di me,
divorami.
Mi hanno detto che devo essere felice
per me,
non per via di terzi fattori.
Ma che ci posso fare se sono
condannato,
se mi sono stancato di me stesso?
Sono stanco di me fin da quando sono
nato.
Con te, qualche speranza di salvezza.
Illusoria.
La vita è tutta una prova.
Non voglio perderti.
Non voglio perdervi.
NOTA DELL’AUTORE
Il bello della poesia è che può trasmettere… tutto ciò che il
lettore può interpretare. Prendete quindi questo brandello di me e se vi va
fatemi sapere le vostre impressioni, come fate di solito.
Nel mio viaggio interiore, avervi come fedeli compagni è per
me un grandissimo onore. Tra l’altro vi ho catapultato in un mondo ambiguo, di
luci e ombre, come se fosse una favola… ma è fiaba che rasenta la realtà. Nessuna
parola è inserita a caso.
E… non è vero, non seguirò mai la Via della Seta: ammetto che
ho timore.