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Autore: Light Clary    12/07/2019    1 recensioni
La Ciurma di Cappello di Paglia si ritrova coinvolta nell'ennesima avventura/
Per uscirne vivi anche stavolta, dovranno fare affidamento su tutta la loro determinazione.
Il nemico è un essere capace di espirare tutto ciò che rende una persona quello che è.
Senza i sogni, senza l'amore, senza gli amici e senza i ricordi, nessuno sarà più lo stesso.
Disposti a tutto pur di aiutare la loro nuova amica Narumi a salvare la sua casa/
Finalmente i veri sentimenti di Nami verranno a galla.
E rivelerà a Sanji ciò che lui non si sarebbe mai aspettato di sentirsi dire.
Non da lei.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico Robin, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Sanji/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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1 mese più tardi.

Le percussioni del battere ininterrotto dei martelli era l'unico rumore che accompagnava quella particolare aurora a Cinis. I compaesani osservavano gli addetti ai lavori, guidati da Franky, che lavoravano saltuariamente sulle impalcature che avvolgevano l'edificio sulla cima della collina. Usopp si asciugò il sudore dalla fronte prima di ricominciare, qualche piano più in basso rispetto ai carpentieri, a passare coagulante sulle pareti appena riverniciate. Il suo amico cyborg verificò più e più volte la stabilità dei blocchi di cemento che erano stati montati nei giorni precedenti. Sorrise davanti l'ennesima conferma della loro immobilità. Lo sapeva, ancora un ultimo sforzo e la casa di Narumi sarebbe tornata come nuova.

-

Quando Robin trovò Chopper semiaddormentato sulla scrivania del pronto soccorso che avevano rimesso in sesto solo un mese prima, si avvicinò fieramente e gli accarezzò la testolina: - Sei stanco morto – gli tenne presente – Riposati un po'.

-N...non ora ... - replicò la piccola renna sforzandosi di tenere gli occhietti aperti – La signora Spleed avverte ancora fitte renali, d-d-evo finire di ultimare l'antidolorifico.

-L'ho vista prima e mi ha detto che si sente già meglio. Può aspettare fino a domani – per aiutarlo a rilassarsi gli coprì la schiena con una coperta e il contatto con la morbidezza del tessuto fu abbastanza affinché il dottore crollasse morto sfinito.

Robin sorrise e lo accucciò nel sacco a pelo portato sull'isola dalla Sunny che era stato utilizzato due tre volte nelle ultime settimane. Così come gli altri Chopper non si era fermato un attimo affinché tutte le persone dell'isola appena liberata si sentissero meglio fisicamente e psicologicamente. Si era ritrovato a dover curare parecchie ferite, molte delle quali erano recenti dovute alle ustioni provocate dalla cera purificatrice, a nutrire corpi fin troppo rinsecchiti, dovette persino ricorrere a qualche operazione chirurgica ma grazie al cielo non ci furono altri decessi. La parte difficile era stata convincere tutti che l'incubo era finito. La maggior parte ancora faceva fatica a muoversi più di tanto con la paura che qualcosa impedisse nuovamente loro i movimenti. Altri invece si erano dati alla pazza gioia e si godevano appieno la libertà, approfittando di ogni momento sprecato nel periodo di prigionia. Il clima finalmente aveva ripreso il suo corso naturale e giorni di fresca pioggia rigeneratrici si alternavano a giornate di sole abbaglianti.

Altro compito alquanto complicato per la ciurma di Rufy era senz'altro stato dover riferire alle diverse famiglie della perdita di alcuni cari durante quei momenti di terrore. Mentre alcuni si abbandonarono alla disperazione, altri, che in qualche modo lo sospettavano, potevano solo sperare che ora le loro anime riposassero in pace e lontano da qualsiasi sofferenza. Narumi non si sottrasse; raccontò a testa alta ai genitori dei suoi amici di come la moneta al fine di proteggerla aveva dato loro fuoco e che i demoni abbandonando i loro corpicini li avessero lasciati ad una sorte nefasto. Nessuno la prese bene.

Sanji e gli altri dovettero allontanare la ragazzina dalle reazioni furiose dei poveri genitori, dalle urla strazianti delle madri con in testa le immagini dei figli carbonizzata, e dai padri che avevano tentato di saltarle addosso dandole dell'assassina.

Zoro e Rufy si occuparono di tenerli fermi. Il Capitano rivolse loro uno sguardo carico di collera ma anche di compassione: - Credete davvero volesse una cosa del genere? – sbraitò afferrandone uno per la collottola– Credete veramente che se avesse potuto non li avrebbe aiutati? Guardate che cosa ha fatto! Ha salvato tutti quanti voi e per farlo ci ha quasi rimesso la vita! Come potete pensare che avesse veramente intenzione di ammazzare i suoi amici? Chi mai nella vita farebbe del male ai propri amici? – le ultime parole rimbombarono tra le mura del pronto soccorso mettendo a tacere tutti – Non vi sto chiedendo di perdonarla, posso capire la vostra rabbia ... la vostra frustrazione ... avete perso qualcuno di importante ... – chiuse per un attimo gli occhi cercando di fare in modo che ricordi lancinanti non gli offuscassero il ragionamento - ... ma non dimenticate chi sono stati i vostri figli. E soprattutto chi è stata Narumi per loro! Le volevano bene e lei gliene voleva a loro! Sono sicuro che non avrebbero voluto che nutrisse tutto questo rancore verso di lei ... perché con l'odio non si arriva da nessuna parte ... odiare non ve li riporterà indietro. Dovete solo ... andare avanti. E decidere se farlo da soli ... o uniti – Rufy allentò la presa verso l'uomo e abbassò i pugni così come la testa. Non era riuscito a trattenere una lacrima.

I presenti lo osservavano immobili. Sanji e Zoro gli si avvicinarono mettendogli una mano su una spalla: - Rufy ... - lo chiamò lo spadaccino. E lentamente riuscirono a farlo uscire dalla stanza dove lasciarono i genitori a crogiolarsi nuovamente in pianti disperati ma con lo spirito meno propenso al rancore.

-

Rufy alzò lo sguardo e si stupì quando vide Narumi che li aspettava all'ingresso dell'infermeria, con le lacrime agli occhi. Ovviamente non si era persa neanche una parola di quel discorso. Prima ancora che se ne accorgesse se la ritrovò avvinghiata alla vita con la faccia singhiozzante nella camicia.

-Mi dispiace tanto ... - balbettava consapevole che quella situazione aveva fatto rivivere al suo amico momenti orribili – Scusa Rufy ... scusa ...

Lui guardò prima i suoi compagni che gli rivolsero un sorriso d'intesa, dunque s'inginocchiò affinché le braccia della ragazzina gli avvolgessero il petto. E nel mentre gli apparve davanti un bel viso sorridente. Un viso che lo aveva motivato negli ultimi anni ad andare sempre avanti nonostante le difficoltà. Un viso che gli sarebbe rimasto sempre nel cuore e che d'ora in poi gli avrebbe sempre suscitato forza d'animo e non solo una profonda tristezza e nostalgia.

-Non ti preoccupare – disse dunque all'amica ricambiando finalmente l'abbraccio – Grazie Narumi – sorrise infine.

Grazie Ace.

-

Di ritorno sulla nave Robin trovò Brook sul ponte intento a suonare una delle sue melodie e decise di non disturbarlo. Sperò che quella musica, perfettamente udibile sull'isola, portasse tutti a un senso di pace. E sperò anche che aiutasse Nami a dormire meglio. La navigatrice aveva lasciato la sua stanza solo una decina di volte, su ordine di Chopper era meglio per lei restare a riposo quanto più possibile siccome aveva subito un trauma ben maggiore di quello dei cittadini e non fu irremovibile davanti le sue lamentele sul fatto che stesse bene e che era perfettamente di dare una mano a ristabilire l'ordine sull'isola.

Quando l'archeologa si accertò che la sua amica dormisse, si diresse verso il suo studio e rimase più che sorpresa quando ci trovò all'interno un ospite davvero inaspettato.

Zoro non la sentì entrare. La ragazza era sempre stata molto delicata nei movimenti e molto spesso la sua presenza in una stanza era impercettibile. Per cui continuò indisturbato a far vagare il dito sulla pagina aperta di un libro e ad analizzarla molto attentamente. Un colpetto di tosse lo fece trasalire e fece volare via il tomo. Lei fece comparire un braccio che lo afferrò al volo prima che toccasse terra e tenne il segno sulla pagina.

-Stai più attento – lo rimbeccò – E' roba antica.

-Ehm ... e ... - mugugnò lo spadaccino con lo sguardo vacante - ... chiedo scusa ... tutto apposto? Come procedono i lavori? – tentò di cambiare discorso.

-Bene direi. Franky dice che massimo ventiquattrore e avranno finito. So che Rufy ha programmato la partenza fra cinque giorni.

-Sì. A meno che non sentirà che non abbiamo finito, ha detto.

-Stavi cercando qualcosa? – domandò dunque Robin furtiva.

-Cosa? ... n-no sai ... passavo di qui e ... volevo accertarmi che tutti i libri fossero ... allineati – provò a giustificarsi. Ma dentro di sé sapeva che non una sola parola era credibile. Vide l'amica trasportarsi il volume che stava consultando tra le mani e rivelare il paragrafo cui era interessato.

L'archeologa inarcò le sopracciglia in una smorfia divertita: -Peter Pan? – alzò gli occhi incontrando quello non offeso dello spadaccino – Il grande Uomo-Bestia della temibile Ciurma di Capello di Paglia si interessa a queste cose?

-Non è per me! Ok? – replicò lui mentre le sue guance cominciarono ad assumere una tonalità rossastra – E' per ... la marmocchi ... per Clio – si corresse al suo sguardo serio – Continua a farmi domande su com'è la vita di un pirata. Su che cosa si basa il nostro "lavoro". Io ... non voglio prendermi la responsabilità di parlarle di lotte sanguinose o cose simili ... non dopo quello che ha passato così ho pensato ... che una storiella l'avrebbe accontentata.

-In pratica ti preoccupi di traumatizzare una bambina e preferisci raccontarle una storia? – ghignò lei agitando il volume di fiabe classiche.

-Beh ... almeno così capirà che non è un buon mestiere ... sai c'è il tipo lì con il coso – si indicò la mano con il dito – m-magari si convince che non siamo ... del tutto brave persone.

-Oh. Non siamo brave persone? – lo schernì Robin – Da quello che so le cattive persone se ne fregano se spaventano a morte una bambina – lo osservò arrossire sempre di più e continuò a stuzzicarlo – Sei proprio un tenerone.

-Non è vero!! – strillò girando lo sguardo – Non avrei ... una taglia così alta altrimenti.

-Già. Ma mi chiedo cosa penserebbe il governo mondiale se sapesse che Roronoa Zoro non solo ci sa fare con i bambini ... ma addirittura è un fan dei libri.

Il ragazzo si paralizzò sul posto. Le avrebbe volentieri gridato di andare a farsi controllare da Chopper perché sparare una cazzata del genere era tipico solo di qualche malato di mente. Ma non poteva fargliela. Non a lei che non beveva nulla. E fu proprio allora che le parole che Narumi gli rivolse tempo prima gli tornarono in mente.

Non nascondere ciò che sei davvero.

In effetti cosa aveva da perdere? Sapeva che la fiducia che gli altri nutrivano verso di lui non sarebbe mai mutata, né che ciò avrebbe avuto conseguenze sul suo spirito ferreo e sulla sua capacità di combattere. Era pur sempre il vice della ciurma dopotutto. In più il tono con cui Robin gli stava gettando addosso la realtà poteva apparire sfottente, ma non gli provocò alcun fastidio. Solo imbarazzo.

Voltò nuovamente la testa e se la ritrovò a un palmo dal naso. Si era avvicinata senza che se ne accorgesse. Il cuore prese a battergli all'impazzata. Sospirò sapendo che non lo avrebbe mollato tanto facilmente. Tanto valeva essere sinceri una volta tanto. Almeno con lei: - Sì non mi dispiace... leggere ... quando ho tempo. Spesso alcune storielle danno buoni suggerimenti e alcune volte li applico nei combattimenti ... aiutano a concentrarsi.

-Sono d'accordo – ribatté lei – Ti proiettano in un mondo che è tutto tuo. Spesso nelle etnografie scopro dei luoghi incredibili e mi preme solo la voglia di visitarli un giorno.

-Chi ti dice che non lo faremo? – disse Zoro senza interruzioni di voce – Insomma abbiamo appena iniziato il nostro viaggio nel nuovo mondo. C'è talmente tanto da vedere. Così tanto che non basterebbero diecimila libri a contenerlo.

-Il bello è proprio questo. Avere delle aspettative. Aspettative che poi magari si riveleranno meglio di ciò che si è pensato. Tu per esempio avresti mai immaginato che sarebbe finita così?

-Così ... come?

-In questo modo. Questa nave. Questa famiglia. Questo incredibile viaggio. Quest'ultima incredibile esperienza. Un futuro inimmaginabile e ancora ricco di sorprese. Io ... non potrei chiedere di meglio. Tu avresti mai pensato che la tua vita sarebbe diventata tutto questo?

Zoro si perse in quei profondi occhi color del cielo che ora risplendevano di tutto lo spirito visionario che aveva preso il sopravvento nel petto dell'archeologa. Senza accorgersene tirò su il labbro in un sogghigno. La cosa più vicina a un sorriso che potesse fare: - La verità? – si chinò avvicinando di più i loro visi. Sentì il respiro dell'archeologa sulle sue labbra e mandò al diavolo tutte le sue incertezze e tutti i lati della sua persona che preferiva restassero nascosti – E' cento volte meglio di come me l'ero immaginato – e alla fine permise che le loro bocche s'incontrassero.

Robin chiuse subito gli occhi non appena percepì le sue labbra a contatto con quelle del compagno. Poggiò il libro dietro di sé solo per avere la mano libera e usarla per tirare la nuca di lui verso di sé e approfondire di più il bacio che durò un minuto bello pieno.

Si staccarono solo per riprendere fiato: - Non crederai di farla franca così eh? – ridacchiò lei civettuola – D'ora in poi voglio che tu legga ad alta voce ogni tipo di libro che richiami i tuoi strambi gusti. Tranquillo, saprò riconoscere se ti piacciono o se stai mentendo.

Lui fece un piccolo sbuffo accompagnato da un sorrisetto malizioso: - Ho voce in capitolo?

-Solo se è di un trattato archeologico – scherzò Nico Robin.

E lo trascinò nuovamente in un secondo bacio, entusiasmati da tutti gli altri che il futuro prosperoso aveva in serbo per loro.

-

La luna era l'unica compagnia di cui Sanji poteva usufruire sulla spiaggia. Essa creava uno splendido riflesso perlaceo sul mare, che finalmente aveva riacquisito una calma tipica delle stagioni estive, nonostante il periodo autunnale.

Si stava concedendo una sigaretta dopo essersi assicurato che Narumi e Clio prendessero finalmente sonno nella casa dove una vecchia amica si era premurata di accoglierle finché la loro non fosse stata pronta.

Le due ormai erano una cosa sola. Non si separavano quasi mai durante il giorno. Il loro ritrovarsi era stato uno degli spettacoli più belli cui il cuoco avesse mai assistito. L'angoscia che non sarebbe mai riuscito a farle ricongiungere era stata sostituita dal più grande senso di sollievo che avesse mai provato. Eguagliabile solo a quello provato per Nami dopo averla finalmente vista libera dalla possessione.

Si soffermò sul pensiero della navigatrice e smise si camminare affondando i piedi nella morbida sabbia del bagnasciuga. Il tempo era volato. E solo ora si era reso conto che in quelle quattro settimane derivanti alla liberazione dell'isola né lui né Nami avevano mai toccato l'argomento. Erano stati così occupati ad aiutare tutte quelle persone nella ricostruzione di abitazioni distrutte, nella riabilitazione muscolare e psichica, nell'aiutarli a ritrovare familiari o comunicare la loro scomparsa. Lui non si era fermato un attimo. Alternava la cucina della nave a quella montata nel pronto soccorso e solo dopo la prima settimana aveva fatto sì che tutti quanti non si rifiutassero più di nutrirsi. Era soddisfatto nel sentire Chopper che certi pesi, soprattutto i più piccoli, stavano già ricominciando a ristabilirsi. Era inoltre bello vedere gli uomini che già stavano meglio impegnarsi autonomamente al fine di sfamare le proprie famiglie appena ritrovate.

Ormai il clima si era tranquillizzato. Stavano finalmente accettando tutti i cambiamenti che avevano trovato al loro risveglio e non temevano più di venire nuovamente vincolati.

Nami, per quello che le veniva concesso dal loro dottore, non si separava un secondo da Narumi e Clio. Si era presa la libertà di fasciare personalmente le ferite della sorellina della sua amica e in più, al fine di coprire il foro a forma di croce che, come la cicatrice che lei aveva sul braccio, non se ne sarebbe mai più andato, aveva unito con un pennello azzurrognolo più lineette creando un minuscolo fiocco di neve. La bambina ne restò entusiasta. Sarebbe servito a non farle ricordare quegli orribili momenti, almeno finché la frangetta non le sarebbe ricresciuta.

Aveva inoltre aiutato con il suo bastone climatico a far piovere sulle coltivazioni in modo da assicurare una fioritura incondizionata. Il tutto senza preoccuparsi del suo stato fisico.

Tutte quelle alternazioni tra la nave e Cinis non avevano permesso a lei e a Sanji di stare soli un momento. Il cuoco non aveva la minima intenzione di forzarla a parlare e a rivivere quell'esperienza. Ma una parte di lui voleva sapere. Tutte le parole che gli aveva detto sotto il controllo di Passus continuavano a risuonargli incessantemente. Rivedeva loro due su quel letto e si sentiva ancora più marcio all'interno. L'unico desiderio che lo spingeva a parlare con Nami era chiarire che se avesse potuto avrebbe impedito ogni cosa. Non aveva paura di dichiarare di essere stato un codardo. Che non aveva avuto la forza di ribellarsi per la troppa paura di perderla e che ne aveva conseguito un trauma indelebile. Avrebbe anche accettato i suoi ceffoni. Si meritava molto di peggio. La cosa peggiore sarebbe stato il suo odio perenne ma come poteva continuare a navigare per tutta la vita con una persona che provasse per lui nient'altro che ribrezzo?

Il suo sguardo si posò sulla Sunny ancorata a pochi metri di distanza dalla costa. Quante possibilità c'erano di beccare una notte così tranquilla? Non mancava molto alla loro partenza e sarebbero stati più occupati del solito a ultimare i preparativi solo la mattina dopo. Non era neanche tanto sicuro che stesse dormendo. Non prendeva quasi mai gli infusi che Chopper le preparava per indurla meglio al sonno. Quando gli si sarebbe ripresentata un'occasione del genere?

O la va o la spacca si disse prima di precipitarsi verso la nave.


-

Non volava una mosca sulla Thousand Sunny. Rufy, Chopper, Usopp e Franky si trovavano ancora sull'isola, Brook si era appisolato ai piedi dell'albero maestro. Aveva inoltre visto Zoro salire a bordo solo qualche ora prima e in seguito gli era parso di vedere anche Robin seguirlo. Vide la porta della biblioteca chiusa a chiave e uno strano istinto gli suggerì di non controllare cosa succedesse all'interno. Sperò solo che quell'insopportabile Testa D'alga non giocasse al superficiale con i sentimenti di Robin o se ne sarebbe pentito.

S'indirizzò dunque verso la camera semiaperta delle ragazze e non si stupì quando trovò solo Nami distesa nel suo letto rischiarata solamente dalla luce lunare proveniente dall'oblò. La porta non scricchiolò permettendogli di entrare quel tanto che bastava per osservarla meglio. Il viso della navigatrice sembrava rilassato e i respiri lievi suggerivano che dormisse profondamente. Sanji si lasciò scappare un sospiro misto tra il consolato e il deluso. Pazienza, avrebbe dovuto aspettare un'altra occasione. Si voltò e fece per raggiungere nuovamente il ponte ...

-Tu metti piede fuori da quella porta e ti scarico addosso la più grande tempesta di lampi che sia mai stata plasmata.

Il respiro del cuoco si bloccò in gola e sentì il palpito del cuore risalirgli fino alla gola. Rigirò lentamente lo sguardo per trovare Nami nella stessa posizione in cui la stava lasciando, solo con gli occhi leggermente aperti e lo sguardo serioso.

-I-io pensavo che stessi ...

-Dormendo? Perché Chopper mi ha prescritto una valeriana ogni sera e io dovrei prenderla da buona paziente ubbidiente? Mi deludi Sanji-Kun. Credevo mi conoscessi meglio – rispose lei scuotendo leggermente la testa mentre si metteva seduta sul letto.

Lui esitò ancora un attimo, poi quando la vide incurvare leggermente il labbro in un sorriso non riuscì a trattenersi dal farsi scappare una risatina: - Ti chiedo scusa.

-E' tutto quello che hai da dire? – esclamò Nami senza preoccuparsi di alzare la voce. Allo sguardo confuso dell'altro, emise uno sbuffo spazientito incrociando braccia e gambe: - Mi fai aspettare tutto questo tempo e la prima cosa che ti viene in mente da blaterare è "ti chiedo scusa"? – fece il verso con aria seccata.

Sanji inarcò il sopracciglio asimmetrico. Lo stava aspettando? Sapeva che non avrebbe resistito alla tentazione di ritrovarsi solo in una stanza con lei al fine di parlare? Una serie di percezioni e presentimenti gli si insinuarono contemporaneamente nel cervello mandandolo in uno stato ancora più confusionario. Fu Nami a risvegliarlo: - Ti do due secondi per formulare qualcosa di sensato o quant'è vero che mi chiamano La Gatta Ladra ti faccio finire alla brace e ti do in pasto al primo mostro marino che incrociamo.

-In che senso mi stavi aspettando, Nami-San? Ti giuro che non riesco a capire ...- si era avvicinato ai piedi del letto. Qualcosa gli suggeriva di mantenere ancora una certa distanza.

La navigatrice strabuzzò gli occhi ancora più spazientita di prima. Si coprì gli occhi con la mano: - A quanto pare sei più stupido di quel che pensassi. D'accordo cercherò di rendertelo abbastanza chiaro ...- il suo braccio volò ad afferrare la manica della camicia del cuoco e con una forza erculea lo tirò verso di sé. Lui non ebbe il tempo di emettere un guizzo che si ritrovò le labbra della compagna sulle sue in uno scatto talmente violento che i denti sbatterono gli uni sugli altri. Sentì la lingua di lei farsi spazio nell'apertura e sfiorare la propria. Gli occhi di Nami erano chiusi leggermente e la mano si era spostata dal suo braccio alla sua guancia.

Sanji per un momento non si mosse lasciando fare a lei tutto il resto. Si lasciò trasportare da quella sensazione meravigliosa. Si godette i brividi che lo avvolsero dalla schiena alla punta dei piedi, il battito del suo cuore aumentato venti volte dal normale e l'immensa gioia che dal petto si propagava in ogni atomo del suo corpo e del suo spirito. Non aveva niente a che fare con la sensazione di freddo e paura che lo invadeva a ogni singolo contatto con il corpo di Nami dominato da Passus.

Tutta la confusione e le domande che gli ronzavano in testa, passarono in secondo piano. Volle solo godersi quel momento. Posò leggermente la mano sulla schiena di lei abbracciandola mentre con l'altra si occupava di accarezzarle i capelli. Non ebbe paura di osare infilare a sua volta la lingua tra le labbra di lei. Le dischiuse un momento il tempo di guardarla attraverso gli occhi socchiusi e lesse il suo desiderio di proseguire. Ripresero dunque a baciarsi stavolta con più foga, finché Nami non si trascinò delicatamente all'indietro adagiando la propria schiena sul letto e Sanji si ritrovò sdraiato sopra di lei. Posò dunque i gomiti ai suoi lati mentre le loro gambe s'incrociavano. L'aroma di mandarino che emanava lo faceva impazzire così come lei venne avvolta dal suo, composto da tabacco e spezie da cucina.

Nami si sciolse completamente. Aveva spostato la mano dietro al collo di lui per spingerlo ancora di più nella sua direzione. Non si resero conto che erano passati più di tre minuti da quando avevano cominciato a baciarci. Fu sempre Nami a fare la prossima mossa. Fu così che con l'altra mano, lasciata libera da quando si erano sdraiati, passò sotto la camicia di Sanji e cercò a tentoni, senza aprire gli occhi, i bottoni che gliela chiudevano maledettamente. Al primo sfioramento della sua mano tiepida con il petto leggermente più freddo del cuoco, questi si staccò con un lieve gemito. L'occhio non coperto dalla frangia bionda, spalancato.

-Cosa c'è? – gli chiese la ragazza fermando la mano al terzo bottone.

-Io non ... - farfugliò lui col respiro lievemente accelerato – Sei sicura? Cioè non voglio ... l'ultima volta è stata ... cioè non eri t-tu ... f-f-orse ... non è quello che vuoi ... - l'immagine della sua Nami in preda ad un'anomalia che non le apparteneva le ricomparve davanti. Ogni scusa era buona affinché finissero nudi su quel dannato letto. La sensazione di stare approfittando della sua anima che magari risentiva ancora dell'influenza di quel bastardo di demone lo divorò - ... non voglio abusare di te, Nami-San ... non riesco ...

-Sanji-Kun! – lo interruppe la navigatrice prendendogli il viso tra le mani, costringendolo a guardarla. Il volto impassabile: - Ma davvero non lo hai ancora capito? – proseguì costretta dallo sguardo sconnesso e ansioso dell'altro – Lui lo sapeva. Passus approfittava dei miei desideri al fine di far accrescere la mia sete e così alimentarsi della mia volontà. Per questo mi ha illuso che potevo ottenere tutto. Mi ha fatto credere di aver finalmente realizzato la cartina del mondo, che avevamo ottenuto i più grandi tesori di tutti i tempi ... che mia madre poteva essere ... - s'interruppe non riuscendo a completare la frase – ma soprattutto ... scavando nei più nascosti meandri della mia anima ... ha scoperto ...te.

-M-me?

-Sì, razza di stupido. E non interrompermi perché non penso che avrò il coraggio di ripetertelo mai più nella vita – lo guardò intensamente mentre le parole venivano fuori come un fiume in piena – Quest'orribile esperienza mi ha fatto capire che non voglio tenermi nascosta mai più niente dentro. Non posso sapere se qualcuno non vorrà privarmi nuovamente della mia volontà un giorno ... - la voce le si incrinò leggermente – Quel maledetto ... sapeva ... del mio desiderio nei tuoi confronti. Ha permesso che mostrassi sentimenti che continuavo a negare, in un'altra forma. È vero non ero io. Ma ... Sanji-Kun, tutte quelle cose che ti ho detto ... le pensavo davvero. E le penso ancora – prese a elencarle per non confonderle con altrettante parole che il cuoco desiderava solo dimenticare – Tu sei il più grande idiota che abbia mai conosciuto ... un cascamorto cronico che non si smentisce mai quando si tratta di belle donne. Ti fai soggiogare e quasi ammazzare – gli rinfacciò l'esperienza a Ennies Lobby – In più a volte hai quel fare così narcisistico che mi verrebbe solo voglia di sfregiarti la faccia a suon di pugni, così vedremo su cosa ti vanteresti – il biondo chinò leggermente la testa rabbrividendo solo all'idea – E potrei andare avanti per ore a catalogare tutti i tuoi difetti ... però ... - inspirò profondamente – ... possiedi anche quel carattere ... forte e determinato ... sempre pronto ad aiutare gli altri ... a difendere i più deboli ... non esiteresti a sacrificarti per qualcuno a cui tieni. E me lo hai dimostrato tante di quelle volte ... sei quasi morto per salvare Narumi ... per salvare me ... di nuovo-

Vedendola sull'orlo delle lacrime Sanji dovette trattenersi dal rassicurarla che andava tutto bene e dall'abbracciarla. Il voler sentire la fine di quel discorso era più forte.

-E' vero, ero intrappolata in una realtà surreale, dove credevo che tutto andasse bene e che fossimo tutti felici ma, ... quando mi hai esortato ad aprire gli occhi ... quando ... lui si è impossessato totalmente di me ... io ho visto tutto. Ho visto cosa ti ha obbligato a fare ... a cosa tu ti sia offerto di fare per proteggermi ... ti ho umiliato ... ma sapevo anche che sopportavi tutto immaginandoti che fosse reale ... che il mio desiderio di averti fosse reale. Ho sentito tutto, Sanji-Kun. Tutto quello che mi hai detto. La tua disperazione di non poter fare niente, la tua paura di mettermi in pericolo, la tua sincerità e ... - s'interruppe un'ultima volta solo per asciugarsi gli occhi inumiditi –... anche io, Sanji-Kun.

Al ragazzo si bloccò il respiro in gola: - Anche tu ... cos-

-Ti amo – concluse dunque lei. Sorrise davanti l'espressione immobile di lui. Sembrava come in trance. Gli occhi spiritati Gli riprese entrambe le guance guardandolo intensamente: - Mi hai sentito? Ti amo anche io, Sanji-Kun.

Poté avvertire la tensione salire ed espandersi per tutta la stanza. L'aria era così tesa che per un attimo pensò che il cuoco fosse divenuto talmente fragile da cadere in mille pezzi. Lo vide mugugnare parole insensate, accigliarsi e arrossire contemporaneamente. Il tutto prima di abbandonarsi a una seconda risatina che man mano divenne sempre più forte. Abbassò lo sguardo per non far vedere l'espressione ebete che gli si era formata.

-Ei – lo richiamò Nami scuotendolo leggermente – Ei, che ti prende? Sanj... - prima di rendersene conto si ritrovò in un abbraccio soffocante da parte del compagno che la fece affondare maggiormente nel materasso. Sentì i suoi capelli biondi solleticarle leggermente il naso e il suo respiro caldo fiatarle nell'incavo tra collo e spalla.

-Ti amo – sentì sussurrarsi all'orecchio – Sei la persona che amo di più al mondo Nami-San.

La navigatrice alzò gli occhi al cielo forzando un'espressione brontolante: - Si, si lo so. Me lo hai detto tante di quelle volte che ...

-No, no. È la verità. Ci sei solo tu. Sarai sempre e solo tu, Nami-San – poggiò le mani sui lati della sua testa per issarsi quel tanto che bastava a ritrovarsi faccia a faccia – E' stato il dolore più forte che abbia mai provato ... la paura di perderti stavolta ... ho creduto che non ce l'avrei fatta a sopportarlo ... non voglio rischiare più. Non voglio più che mi si impedisca di dirti apertamente ciò che provo. Ciò che ho capito di provare. Un sentimento che non ho mai rivolto verso nessun altro. Solo per te. Perché sei tu. Sei sempre stata tu – premette delicatamente la propria fronte contro la sua – amore mio ...

Nami esitò qualche secondo poi sorrise radiosamente trasmettendo quel calore di cui solo lei era capace: - Non è che ora mi spari una doccia di sangue eh?

Sanji rise ancora davanti quello schernimento. Dopodiché non si trattenne più. Riprese a baciare quelle labbra rosee, tanto desiderate e tanto difficilmente ottenute. Nami, dunque, riprese a lavorare sui bottoni della sua camicia e in meno di cinque secondi gliela strappò di dosso, prima di accompagnare le mani di lui dietro la sua schiena, finché non sfiorarono i laccetti del reggiseno: - Mi hai fatto aspettare anche troppo non credi? – soffiò lei tra un bacio e l'altro prima di passare a occuparsi della sua cintura.

I baci delicati assunsero più foga, quando l'eccitazione di entrambi si palesò in bella vista. Le mani della rossa presero a stringergli il fondoschiena infilandosi nei suoi boxer e artigliandogli la carne fin quasi a graffiarla. Sanji si lasciò sfuggire un sospiro e decise dunque anche lui di darsi da fare. Sfilò con dolcezza la minigonna della sua amata, seguita a sua volta dalle mutandine, in modo da lasciarla completamente alla sua mercé. Si chinò per dargli un bacio in mezzo ai seni, lasciandone una scia che scesero fino al pube. Dopo che Nami si fu sbarazzata anche dell'ultimo pezzo di stoffa tra loro, gli affondò le dita tra i capelli inarcando leggermente la schiena all'indietro emettendo lievi gemiti. Gli cinse subito la vita con le gambe, cercando di issarlo nuovamente con la testa verso di sé.

In questo modo poté nuovamente guardarlo negli occhi, trasmettendogli tutta la fiducia, tutta la sicurezza, tutto l'amore che in quel momento tanto atteso condividevano dal profondo delle proprie anime, finalmente libere di essere ciò che erano.

-Ti amo, scemo di un Sanji-Kun– fece lei accarezzandogli il petto nudo e bollente.

-Ti amo, ti amo– ripeté lui, più convinto come non lo era mai stato in vita sua– sarai sempre e solo tu, Nami-San. Solo tu.

Furono queste parole a essere susseguite dai gemiti della passione, causati dal fondersi dei loro corpi. I due, finalmente uniti, risero dal piacere e dalla felicità. Ora potevano considerarsi l'uno parte dell'altra. Così come altri due giovani, nella stanza vicina, erano diventati un singolo spirito, più solido e invalicabile, che nessuno avrebbe mai potuto dividere.

Mai più.

-

Cari Nami, Sanji e tutti gli altri

E', credo, la tredicesima volta che provo a iniziare questa lettera. Le cose da dire sono talmente tante che non riesco a trovare un degno inizio, per cui ho deciso di passare direttamente ai fatti. È passato più di un anno da quando siete partiti e so di essermi fatta sentire si e no quattro volte ma, a parte il timore che qualcuno della marina possa localizzarvi rintracciando le mandate, come sapete riabilitarsi alla vita di tutti i giorni ci ha portato via più tempo del previsto. Ci avete lasciato con il sorriso sul volto e il cuore pieno di speranza e lo abbiamo portato avanti nel riprenderci quella vita che pensavamo di non riavere più. E adesso sento che tutti possono finalmente dichiarare di essere liberi e sentirlo allo stesso tempo dentro di loro. Il paese è tornato a risplendere, sono spuntati nuovi edifici, hanno ripreso gli scambi commerciali con altre isole e parecchi pellegrini si sono stabiliti in villaggi nei dintorni.

I capelli di Clio ormai toccano quasi terra ed è ostinata a non farseli tagliare, tanto poi sa che tocca sempre a me passare tre ore a pettinarglieli dopo il bagno ... ma ad ogni modo la frangia le ha nascosto completamente la cicatrice e non potrebbe esserne più felice. Io continuo i miei studi al seminario. L'abate sostiene che entro un altro annetto o meno potrò finalmente assumere il ruolo di sacerdotessa ufficiale. Mi permette infatti di dirigere i cortei che si tengono ogni fine settimana nel cimitero onorario alle vittime che tutta questa storia si è portata via. Ne vado più che fiera.

Soprattutto sapendo che finalmente non mi considera più nessuno una dea. Ricordate la festa di addio che vi facemmo il giorno prima della partenza? Quella fu la prima vera serata di risa e divertimenti dopo tanto tempo eppure volevano a tutti i costi dedicarla a me considerandomi la salvatrice per eccellenza o roba simile. Sì Rufy, ricordo benissimo anche come tu proponesti di farmi fare una statua d'oro ... mi viene la pelle d'oca solo a ripensarci. Io non voglio che la gente mi dia tanto credito. Ciò che le divinità mi hanno permesso di fare è qualcosa che non dimenticherò mai per tutta la vita e alla quale sarò eternamente devota dedicandomi a rendere loro omaggio ogni giorno. Ma non voglio che la cosa passi come un privilegio. Negli ultimi dodici mesi fortunatamente, hanno capito che non sono niente più che una semplice ragazza con l'ambizione della preghiera sacerdotale.

Anche il fatto che non abbia più avuto nessun tipo di contatto diretto con gli dei è la prova che essi non si mettono più di tanto al servizio degli uomini. Sanno però riconoscere una situazione disperata e una supplica e allora sì che in qualche modo intervengono. Forse non donando poteri speciali, ma si limitano ad aprirci un cammino che dovremmo seguire al fine di ottenere un cambiamento. Perché se c'è qualcosa che ho imparato tra le mura del nostro santuario è che il vero cambiamento dipende soprattutto da noi stessi.

Che dire, qui le cose vanno finalmente alla grande. Voi invece? Non mi perdo neanche un quotidiano. Ne combinate come al solito di tutti i colori eh? Ma riuscite sempre a farla franca e la cosa ormai non mi stupisce neanche un po'.

Per rispondere alle tue ultime lettere Rufy, sì, spesso ripenso alla tua insistente richiesta di unirmi definitivamente a voi, che mi facesti quell'ultima serata. Ma in quel momento non potevo più permettermi di abbandonare di nuovo la mia casa. L'avevo appena riottenuta infondo. Non mi pento della mia decisione, anche se avrebbe significato restare ancora con voi. Voglio confessarvi il pensiero egoista che mi sono posta quella sera, ovvero di chiedervi di restare a vivere a Cinis. Un sogno tanto bello quanto impossibile. Avete anche voi i vostri ideali da compiere, le vostre battaglie da vincere e so per certo che ci riuscirete, data l'incredibile determinazione che vi caratterizza.

Non credo che tutte le lacrime, tutti gli abbracci, tutti i regali da parte nostra siano abbastanza affinché noi e soprattutto io, vi dimostriamo tutta la nostra riconoscenza. Ancora mi chiedo come sarebbero andate le cose se non ci fossimo mai incontrati. Non ce l'avrei mai fatta, questo è sicuro.

Robin, resta sempre la meravigliosa donna che sei. La tua gentilezza è in grado di sciogliere il cuore anche del più tetro degli uomini. Forse Zoro ne sa qualcosa. E tu Zoro, smettila di nasconderti dietro la faccia da duro. Tanto, sebbene i grugniti, l'ho notato che ti è piaciuto l'abbraccio mio e di Clio quando siete salpati. A proposito ancora oggi si legge il libro che le hai regalato. Lo adora e lo conserveremo per sempre.

Usopp, non permettere a nessuno di definirti un vigliacco perché non lo sei. Temi solo di deludere chi ti vuole bene. Ma tutti sanno che volendo potresti spostare una montagna con la tua forza d'animo. Chopper la tua dolcezza infinita ti porterà avanti nella carriera di dottore e sono sicura che un giorno finirai col diventare uno dei migliori e più conosciuti del Nuovo Mondo.

Franky, la nostra casa non ci è mai sembrata così bella. Ogni sera mi perdo a osservare le stelle nell'attico dal soffitto di vetro che ci hai costruito. È intravedibile persino la via lattea e regala uno spettacolo unico. Non potremo desiderare di meglio. Brook, la tua musica mi è rimasta e credo mi rimarrà sempre dentro. Sei capace di esprimere ciò che sei e provi con il tuo violino. Non smettere di accompagnare il vostro viaggio con le tue splendide melodie.

Rufy, il tuo coraggio ti porterà molto più in alto di quanto credi. Re Dei Pirati forse è ciò a cui miri in principio. Ma non credo sia un titolo che ti definisca al meglio. Possiedi uno spirito battagliero fuori dal comune. Sei gentile, fiducioso nelle capacità dei tuoi compagni, sempre pronto ad aiutare il prossimo. È tutto partito dal tuo desiderio di aiutarmi. Dalla tua sete di avventura. Dalla mia richiesta di aiuto che hai deciso di ascoltare. Sei ... fantastico. Il migliore. Non mi basterà questa vita per ringraziarti. Non scordarti mai quanto tu sia speciale.

Nami, Sanji ... non credo che le mie ultime lettere siano bastate a dirvi tutto. Perché alla fine non c'è niente da dire. Siete riusciti a farmi sentire amata dopo tanto tempo. Il vostro sacrificio ... non riesco a descriverlo perché so che mi metterei nuovamente a piangere. E sono ben dodici mesi che non piango. Dalla vostra partenza. Da quando voi due vi siete avvicinati a me per salutarmi. Non ho subito ricambiato il vostro abbraccio. Avevo paura di non avere il coraggio di lasciarvi andare. E l'ultima cosa che volevo era apparire così debole davanti mia sorella, che invece non ha versato neanche una lacrima vedendovi andar via, (ma continua a chiedermi quando tornerete)

Ma poi tu, Nami, mi hai teneramente sussurrato ad un orecchio: "Sei una donna ora. Puoi affrontare qualsiasi cosa"

All'inizio questa tua frase mi ha spiazzato, non avevo idea di come rispondervi. Ma poi, vedendo te e Sanji voltarvi un'ultima volta verso di me, mano nella mano, con il sorriso più bello che vi abbia mai visto fare, ho capito che non vi aspettavate nessuna risposta.

Avevate posto in me la stessa fiducia che io ho riposto in voi. Ho visto in voi due figure genitoriali e vi ho amato, e vi amo ancora, quasi allo stesso modo. La gioia che ho provato nel sapervi finalmente insieme, uniti più che mai dopo tutto il dolore che avete passato, è stata una ricompensa più che sufficiente. Sanji, io so che la proteggerai sempre. E Nami, so che non permetterai mai che lui rimanga anche solo ferito nel farlo. Siete i migliori amici che abbia mai avuto.

Non temo di non rivedervi più perché so che riaccadrà. Anche se nessuno di noi può ancora dire quando. Ma d'altronde chi può sapere cosa ci riserva il futuro? L'unica cosa da fare è andare avanti, finché nuove sorprese non ci coglieranno inaspettatamente.

Quindi, per concludere posso solo dirvi grazie per la milionesima volta. Non mi stancherò mai di ripetervelo, sebbene continuiate a dirmi che non è necessario. Che anche io merito le lodi ti tutti.Ma come potrei se è soprattutto grazie a voi che ho scoperto la vera me stessa? Mi avete aperto gli occhi su una Narumi che non pensavo neanche esistesse dentro di me.

Credo che il bello di possedere una propria volontà sia proprio questo. Conoscere ogni pezzetto di noi stessi, anche le cose che non ci piacciono e cercare di mantenerlo o affinarlo al meglio.

Prometto che d'ora in poi mi farò sentire più spesso e soprattutto non vedo l'ora che mi arrivi la RadioSnails che avete detto avermi inviato al fine di sentirci con più facilità e senza il rischio che qualcuno rintracci queste lettere.

Che dire, Mugiwara, ciurma di pirati migliore e più onesta che abbia mai incontrato e che, sono sicura, sia unica al mondo. In bocca al lupo per le prossime incredibili avventure che vi aspettano.

Non sminuite mai il vostro valore. Rimanete come siete e l'avvenire sarà vostro.

Vi voglio un mondo di bene.

Narumi

Isola di Cinis

La terra riemersa dall'oscurità.

No Control Over Mind

Fine

 

Grazie a tutti quelli che hanno seguito la mia storia per tutti questi anni  e hanno conitnuato nonostante i miei lunghi periodi di abbandono temporaneo^^

Un bacione e alla prossima

  
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