Anime & Manga > Evangelion
Segui la storia  |       
Autore: bUdson281    12/07/2019    0 recensioni
"Esporre la verità alla luce del sole è il miglior modo per nasconderla" disse Shinji coprendosi l'occhio destro con una mano. "Tu vedi il mio occhio demoniaco e pensi di aver capito, ma è la cicatrice che devi guardare se vuoi sapere chi sono".
EoE non è NGE e non è il Rebuild, nonostante il tentativo di chiudere i conti che ha informato la nuova versione cinematografica. Quella di EoE è una favola senza lieto fine, né potrà esservi una definitiva redenzione per due personaggi sfortunati la cui ricompensa è stata comprendere la necessità sopportare le difficoltà delle relazioni, poiché l'inaccettabile alternativa è restare soli. Sono partito dal Rebuild sforzandomi di rimanere fedele all'animo tormentato dei due ragazzi e di trarre dal loro vissuto le chiavi della "risoluzione" di e dopo EoE. I personaggi hanno ancora qualcosa da dire, nonostante la fine ufficiale della saga.Un clone non è uguale al suo originale, perciò narra la propria storia. Come direbbe lo Shinji di questa long, si riparte proprio dagli errori commessi, non tanto perché sia saggio o giusto quanto perché alle volte non c'è altro modo per fare un passo. Ok ALLERTA SPOILER.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Nuovo personaggio, Shinji Ikari
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Quanti sono, Paparino? >> chiede Orso fingendo di osservare distrattamente il panorama.
<< Alle nostre spalle sono una ventina, a circa trenta metri. Si nascondono dietro i tronchi >> risponde a voce bassa Furia Buia senza voltarsi. Da più di un'ora, cioè da quando ne aveva avvertito la presenza, ci "copre" col suo brevettato giubbotto antiproiettile di pura energia.
Che seccatura! E dire che questo giorno era iniziato sotto buoni auspici: cielo azzurro, temperatura mite, nessun rompipalle al villaggio, il wunder sulla via del rientro da una ricognizione e, quindi, ancora lontano da "casa". I nostri nemici sembrava fossero stati inghiottiti dalla nebbia o avessero preso il largo possibilmente per lidi lontanissimi, né ci erano giunte notizie di vendette in corso di preparazione da parte dei superstiti al mio battesimo del fuoco.
I miei fratelli avevano, pertanto, deciso di organizzare una specie di tranquilla scampagnata per mostrarmi il deposito segreto di lcl ed armi della banda di Kosuke, ma quei cacciatori hanno rovinato tutto costringendoci a cambiare percorso per non rivelare l'ubicazione dei nostri tesori.
<< Che coglioni! >> esclama Musashi. << Sono così rumorosi che non ho bisogno di poteri per girarmi e farli secchi >>
<< Vediamo cosa vogliono >> dice Furia Buia. << Proprio perché sono stupidi è strano che non ci abbiano attaccato quando li abbiamo offerto un tiro libero in campo aperto. O sanno che non serve a niente ... >>.
<< ... Oppure ci stanno studiando >> conclude Orso.
<< Si ma ci sono anche... >> azzardo perché non sono soltanto "quelli" il problema. Ho percepito altre minacce.
<< Esatto, Ragazzo! >> mi ferma la Furia con tono compiaciuto. << Mi interessano più quelli che ci precedono >>.
<< Ah, ce ne sono altri allora >> commenta perplesso Musashi.
<< Si, non sono più di quindici, si trovano a cinquanta metri e sono decisamente più esperti di quegli altri. Bravo, vedo che stai migliorando >>.
<< Pensi al gruppo di Ronin? >> domanda Orso.
<< Ha buoni elementi >> risponde Musashi << ma non li manderebbe a morire così facilmente con il rischio di far saltare la "tregua" >>.
<< Quelli davanti sono militari! >> ci rivela Furia Buia. << Si sono travestiti da cacciatori, ma hanno fucili di precisione e pistole che noi non usiamo >>.
<< Kuchinawa? >> quando penso a militari il primo volto che vedo è il suo.
<< Beh noi siamo il suo peggior nemico. Non mi stupirei se il capo della sicurezza della Wille cercasse il modo di toglierci di mezzo. Soprattutto ora che è lontano dalla base e da azioni ... "compromettenti" >>.
<< Che facciamo allora? >>.
<< Li portiamo dove sappiamo come muoverci >> mi spiega Orso. << Dovrai starmi attaccato, Ragazzo >>.
Quindi, dovremo attraversare una zona infarcita di trappole, una delle tante che ancora non conosco.
<< Stavolta dovrai muoverti anche tu! >> mi ordina lapidario Furia Buia. L'espressione rilassata di questa mattina e la soddisfazione dimostrata pochi istanti fa sono già un lontano ricordo. Mi ha appena detto che dovrò sparare ... e non ad una bottiglia o al tronco di un albero. Sapevo che sarebbe arrivato il momento.
Del resto, avevo passato la prima prova, grazie soprattutto alla protezione dei miei fratelli. Ora tocca alla seconda, serve compiere il prossimo passo. Accarezzo il calcio della pistola (regalo per "l'esame" superato) per assicurarmi che sia ancora al suo posto, mentre con l'altra mano mi aggrappo alla fibbia del cinturone nel tentativo di scaricare la tensione e di non mostrare agli altri che sto tremando.
Ufficialmente io e Orso siamo ancora convalescenti, ma la capacità dei nostri corpi di interagire con il sacro liquido amniotico ha dimezzato la vacanza ... e io, purtroppo, non so barare.
 
Ad un cenno di Furia Buia giriamo a destra in direzione di un piccola radura che spezza la continuità del bosco.
<< Adesso abbiamo dietro anche quegli altri >> afferma a mezza bocca. << Appena i più scemi saltano in aria io e il Biondo ci occuperemo dei militari. Mi raccomando >> rivolto a Musashi, << prendi i loro fucili e usali bene >>.
<< Tu fammi arrivare a quelle armi >>.
<< Io e il Ragazzo >> interviene Orso << ci mettiamo al riparo e vi copriamo le spalle. Adesso dietro di me, matricola! >>
Siamo quasi al centro della piana quando il primo ordigno esplode rivelando apertamente la loro presenza: è il segnale.
Prima ancora che si attenui l'eco delle urla dei malcapitati, Furia Buia ci sfila per un attimo il giubbotto per scaricare una violenta murata in direzione dei militari. Sono sparpagliati, ma il colpo va a segno e buca la formazione; schegge di legno scagliate in aria come proiettili inibiscono per alcuni preziosi secondi il contrattacco.
Approfittando della breve finestra temporale, il cacciatore con la benda e Musashi si lanciano nello spazio vuoto dello schieramento nemico, nuovamente protetti da un'aura di at field, e raccolgono senza fermarsi i fucili dalle mani dei cadaveri. 
E' il turno del Biondo. Se Furia Buia deve il suo potere ad innate capacità e, soprattutto, al controllo delle emozioni, le armi sono l'innesco che permettono a Musashi di scatenare le sue abilità. Ne ha centrati già tre e con tale rapidità da non lasciare il tempo al Paparino di indicarne la posizione; semplicemente li ha visti con gli occhi ... del fucile.
Io e Orso, stesi al riparo dietro una cunetta naturale, stiamo sparando ... ai pivelli. Anche il bestione ha una buona mira; io no, nonostante il terrore abbia mandato in confusione i cacciatori da strapazzo che, cercando invano una copertura, si abbattono tra loro o si schiantano contro i tronchi. Sono un bersaglio facile, ma non riesco a colpirli. Miro alle gambe, alle braccia, cerco più che altro di allontanare la minaccia e di far fuoco solo per impedire che lo facciano loro.
<< Fai pena, Ragazzo! >> mi rimprovera l'armadio senza guardarmi dopo averne freddati un paio. << Eppure è come sparare a delle galline dentro un pollaio >>.
Non rispondo, lo so anch'io che non ne ho ancora ucciso uno e non per difetto di mira. E' che ... non posso.
<< Se ne vanno! >> esclamo sollevato dopo qualche minuto. Vedo chiaramente quei dilettanti in rotta correre come dannati, alcuni buttano via anche le armi per liberarsi della zavorra e fuggire più velocemente.
<< Bene! Adesso aiutiamo quei due psicopatici >> afferma Orso rimettendosi in piedi con qualche problema.
Dietro le spalle del gigantesco cacciatore corro incurvato per non offrire tutta la figura a qualche pallottola vagante o ad un cecchino ancora in vita; è solo l'istinto che mi ammonisce, perché sono consapevole che niente può ferirmi in questo momento. Mi viene da vomitare osservando i resti sparpagliati di un cacciatore che ha messo i piedi dove non avrebbe dovuto, sebbene sul terreno fossero sparsi così tanti indizi che anch'io mi sarei accorto del pericolo.
Non so quanti ne siano rimasti, la tensione e la frustrazione limitano la concentrazione. So solo che i colpi di arma da fuoco si fanno sempre più radi. << Forse >> penso,  << siamo fuori pericolo >>. Perdo volutamente qualche metro da Orso nella speranza di raggiungere i miei fratelli quando tutto sarà ormai finito.
Davvero una pessima idea.
Dagli alberi, un po' defilato dalla scena principale, sbuca un ragazzo con un giaccone da cacciatore e la pistola in pugno. Poco più che ventenne, ha i capelli corti e neri; è sbarbato di fresco e sembra pulito. Non può essere uno di noi.
Mi si spezza il respiro quando anche lui, accortosi di me, punta l'arma per freddarmi. Rispondo al gesto alzando la mia pistola e tirando il cane, ma non riesco a premere il grilletto. Non sparerei neanche per la mia vita, perché sono bloccato dalla paura, perché quel ragazzo è ... una persona, quel ragazzo mi ricorda  ... me.
Il simil cacciatore non conosce i mei scrupoli e fa fuoco. Per fortuna la protezione di Paparino è ancora resistente, perché i proiettili mi rimbalzano addosso senza quasi che me ne renda conto, mentre resto impalato a guardare la faccia di quel giovane militare trasfigurata dal terrore e dalla frustrazione per l'inutilità del suo gesto.
Cade a terra, tenendosi lo stomaco e lasciando cadere la pistola. Orso era tornato indietro e lo aveva colpito, credo qualche centimetro più in basso di quanto avesse sperato. Mi avvicino al mio nemico come in trance tenendo inutilmente puntata la canna sulla sua faccia. << Dovrei sparare >> provo a scuotermi, << ma come faccio? Lui ha un volto. Potrei esserci io al suo posto >>.
<< Finiscilo! >>
Mi risveglio, colpito dall'imperativo, schioccato a mo' di frustata, di Furia Buia, prendo la mira ...
Perché diavolo la mano non collabora?
<< Finiscilo ti ho detto! >> ripete l'ordine.
<< No, ti prego! >> implora il ragazzo che striscia sulla schiena per allontanarsi e, intanto, fissa spaventato la mia pistola. << Non farlo! >>
<< Ma ... abbiamo vinto >> provo  a giustificare la mia resistenza, soprattutto a me. << Possiamo farlo prigioniero e interrogarlo >>.
<< D'accordo! >> risponde Furia Buia, ormai a pochi passi da me e con l'aria di chi sta pensando esattamente il contrario di quel che dice. << Allora, perché ci stavate seguendo? >> domanda al ragazzo.
<< Volevamo ... >> rantola il ferito che continua a guardare me  << volevamo solo ... rapinarvi >>.
<< Solo?! >> scherza la Furia << E' questa la risposta che dovevi dare? Chi è il tuo superiore? >>
<< No, non so ... >> il ragazzo sbianca a quelle parole <<  ... non so di cosa parli. Io sono solo un cacciatore. Abbiamo sbagliato, ti chiedo scusa >>.
<< Un cacciatore parecchio pulito. Le vostre armi sono buone e costose; troppo buone e troppo costose per un moccioso con il giaccone così nuovo. O Kuchinawa è stupido o si affida a dilettanti. Allora chi vi ha dato l'ordine di ucciderci? >>
<< Non capisco cosa dici! >> replica abbassando lo sguardo. << Ci deve essere un equivoco.  Io non ne so ... >>.
<< Parla, bastardo! >> ruggisce la Furia piazzando la pianta del piede sulla ferita allo stomaco e puntando il fucile a canna contro la sua gola. << So chi sei e cosa rappresenti. Dammi qualche informazione in più e ti prometto che morirai rapidamente >>.
<< ... Vai a fare in culo, non ti dirò niente! >> gorgoglia rabbioso il finto cacciatore gettando così la maschera del randagio sfortunato.
<< Intanto fammi strada. Ragazzo, uccidilo! >> comanda per la terza volta dopo aver fatto due passi indietro.
<< Ma può ancora darci informazioni >> lo supplico.
<< Fa' come ti dico! >> grida inferocito il Paparino.
<< Sappiamo già quello che ci serve >> mi spiega, sospirando, Orso. << Anche se ci rivelasse di più non potremmo fare molto in questo momento contro Kuchinawa o chi altro lo ha inviato a farci visita >>.
<< Capito? >> riprende Paparino. << Altrimenti non ti avrei detto di ucciderlo. Muoviti ora! >>
<< Perché io? >> domando in preda al panico, assolutamente certo del fatto che non riuscirò ad obbedire. Non è che non voglia, è solo che ... << non posso, non ce la faccio. Mi stai chiedendo di giustiziarlo ...  non è giusto! >>
<< La prima volta è sempre difficile >> continua Furia Buia con quella maledetta freddezza, come se mi avesse chiesto semplicemente di mettermi seduto a meditare. << Prima ti togli il dente, meglio è. Questo stronzo è a terra, non corri neanche rischi >>
<< Ma ho fatto abbastanza oggi >> piango ancora con il braccio teso.
<< Non ne hai preso nessuno, ti ho visto. Se non lo uccidi continuerà a darci la caccia. Non possiamo guardarci alle spalle anche per colpa di questo stronzo >>.
<< No, non sparare! >> mi supplica il ragazzo artigliando il terreno. << Vi prometto che non mi vedrete più >>.
<< Magari sta dicendo ... >> provo ad aggrapparmi alla promessa pur sapendo che è falsa.
<< ... Grazie tante! >> ironizza la Furia. << Ma non ne abbiamo bisogno. Ragazzo ... uccidilo! OBBEDISCI! >>
<< Noooooooo! >> urlo puntandogli contro, ad occhi chiusi, la pistola.
<< Non osare ... >> mi ringhia in faccia prima di sfilarmi l'arma e spingermi a terra. Non è l'ira che trapela dalla sua espressione a spaventarmi, quella la conosco, ma ciò che si nasconde appena dietro la maschera: biasimo, delusione. Ho fallito la missione, ho disobbedito ad un ordine, non sono stato all'altezza delle aspettative ... di mio padre.
 << Inutile moccioso! >> rincara la dose. << Cosa credi, che rispetterà la parola? Maledizione Shinji, usa il cervello! Lui vivo è un problema in più. Pensi che ci sarà grato? No, tornerà dai suoi e continuerà ad essere una minaccia e vorrà vendicare i suoi compagni >>.
<< Ma a che serve? >> ribatto per non accettare la mia inutilità. << Cercheranno comunque di vendicarsi o riceveranno ordini ... >>.
<< Allora, come vedi, meglio uno in meno ... >>.
<< Uccidilo tu allora! >>
<< Ti ho dato un ordine! >>
<< Ma ... >> non faccio in tempo ad articolare la frase perché il giovane militare, approfittando della nostra distrazione, dopo aver recuperato la rivoltella, mi spara addosso. Furia Buia, perché concentrato su di me o per troppa sicurezza, aveva disattivato il suo occhio.
Per puro miracolo i colpi non arrivano a bersaglio tranne una pallottola che di striscio mi graffia il fianco. Non ne arrivano altri perché Paparino, estratto il fucile, gli fa esplodere la testa da distanza ravvicinata.
<< Hai visto, stupido? >> mi attacca un secondo dopo come se sbriciolare il cranio di un uomo non meritasse un minimo di rimorso. << Ecco cosa succede ad avere compassione. Quando imparerai che ti vogliono e ci vogliono morti!? E adesso in piedi! >>
<< Ma è ferito! >> accorre in mio aiuto Musashi.
Furia Buia non mi dà neanche il tempo di rialzarmi; dopo avermi afferrato per la maglia come al nostro primo incontro, livido in volto e con il solito bagliore rosso che riluce sotto la benda nera, sbotta: << sta bene, basterà un cerotto ... E' finita la scuola, Shinji! Ora più che mai siamo in guerra e tu devi essere pronto o ... non ci servi a niente! >>
Deve aver realizzato l'esatta portata di quelle parole perché si morde un labbro, ma si riprende subito e, ancora più arrabbiato, stringe la presa. << Perché hai disubbidito? >>
<< Dai, lascialo stare >> interviene Musashi, << ha ancora il cuore tenero, dagli un po' di tempo >>.
<< Non ne abbiamo e neanche lui >> risponde senza togliermi il suo occhio e qualcosa di dosso. << E, comunque, quando Ragazzo fa il buono c'è sempre qualcos'altro sotto. Avanti, Shinji, dimmi cos'è? >>
<< E va bene! >> reagisce al mio silenzio sforzandosi di riprendere il controllo. << Mi ... prometti ... che sarai capace di ubbidire la prossima volta? Ci farai la ... cortesia ... di ammazzare qualcuno, possibilmente non uno di noi? O c'è qualcosa che vorresti dirmi? >>
Non sono semplici domande, lui sa già la risposta; mi sta solo provocando.
<< Non avevo il coraggio di ucciderlo >> confesso con un filo di voce obbligandomi a non piangere davanti a lui. << ... E non credo che ne sarò capace in futuro. Quel ragazzo potevo essere io >>.
<< E un giorno capiterà anche a te >> ribatte spingendomi via. << Non è questione di se, ma di quando. Mi spiace, Ragazzo, ma o il coraggio lo trovi o ... >>
<< ...sarò una palla al piede >> concludo la frase ripescando dalla memoria le parole di Asuka.
<< Si >> conferma prima di darmi le spalle. <finisce qui, torni da Misato. Farti restare con noi sarebbe pericoloso, anche per te... Dovrai andartene! >> mi silura con un'altra bordata mentre lo osservo allontanarsi a passo deciso. Riesco solo a pensare che mi sta abbandonando anche lui, perché sono inutile. E' questo che mi importa davvero?
<< ... Se ci fosse l'altro Shinji? ... >> riesco a dire prima che la gola si chiuda.
<< E piantala con questa stronzata! >> sbraita Furia Buia.
<< Non fartene una colpa, non è una vita adatta a tutti e capire i propri limiti è una virtù >> prova malamente a rincuorarmi Orso colpendomi leggermente sulla spalla. In genere, lui è il perfetto contrappeso alla durezza e all'oscurità di Furia Buia che non si preoccupa mai di spiegare il suo pensiero. << Ma vedrai che non è il tuo caso. Devi solo accelerare un po'. Paparino ... >>.
<< ... Adesso dobbiamo nascondere le armi >> Furia Buia si fa ancora sentire muovendosi nervosamente con le mani serrate a pugno. << Torneremo a riprenderle più tardi... Ragazzo, visto che non sei riuscito a fare niente ... ripulisci i cadaveri! Sicuramente troveremo qualcosa di utile >>.
Vorrei non farlo, vorrei dirgli che, se sono davvero così inutile, allora ho anche il diritto di non obbedire; ma non mi oppongo forse perché quel compito è più alla mia portata. Magari se lo faccio bene non mi cacceranno.
Senza emozioni e incapace di pensare mi avvicino barcollando proprio al ragazzo di cui ora non è più possibile scorgere la faccia. Se provassi compassione per i resti di chi mi ha ricordato me stesso forse potrei definirmi umano, ma non provo compassione per lui; purtroppo ne provo solo per me. << Che pena! >> mi dico. << Possibile che Shinji Ikari sia utile solo come sciacallo? >>  
 
Attraversiamo il ponte che unisce i due lati del canyon. Ho le mani e i vestiti sporchi di sangue, l'odore è così forte che devo combattere contro insistenti conati di vomito.
Quel graffio inizia a bruciare, e questo è un bene. Il mio corpo mi aiuta a non perdermi, visto che il cuore si è congelato e la testa è così vuota che, se vi lanciassero contro un sasso, potrei sentire l'eco dell'impatto.
Furia Buia e Musashi ci precedono di qualche metro. Paparino non si è mai voltato a guardarmi, il Biondo si, strizzandomi di tanto in tanto l'occhio per farmi capire che non ce l'aveva con me. Orso, invece, ha camminato sempre al mio fianco correggendo spesso la mia direzione. Quando sulla via del ritorno ci siamo imbattuti in un'altra delle nostre safe zone, una di quelle che dovrei conoscere, ha dovuto letteralmente guidarmi come un cane pastore per impedirmi di finire sulla zolla sbagliata.
Se non fosse per il wunder che ora sporca lo skyline davanti a noi, non saprei neanche dove mi trovo; persino questo ponte, questi due semplici ma enormi assi di legno che tengono uniti i lembi della frattura più grazie alla fisica che all'ingegneria dell'uomo, mi appare sconosciuto. Senza il contatto del bestione e la faccia rassicurante di Musashi, mi sentirei lasciato indietro, da solo.
Sentirsi soli: è questa l'unica sensazione che sono in grado di decifrare, mentre il resto del mio sistema nervoso si mantiene prudentemente in stand by. Vorrei scrollarmela, ma mi basta fissare le spalle di Paparino per sentirmi immobilizzato, ancora con la valigia a terra, di nuovo abbandonato.
<< Devo resistere a questa giornata, devo solo resistere! >> mi ripeto ossessivamente.
 
<< Portatelo in infermeria! >> esclama senza grazia Furia Buia appena giunti all'altezza del saloon. << Lasciatelo lì e raggiungetemi dal boss. Abbiamo compagnia >>.
<< Ci sono tutti? >> domanda Orso bloccandomi.
<< I più importanti >>.
<< Forse non è il caso di lasciarlo solo >> azzarda Musashi.
<< ... Sta arrivando la dottoressa. Nessuno avrà il coraggio di creare problemi davanti a lei, almeno per ora >>.
<< Sa.ku.ra! >> sillabo il suo nome ancora imbambolato come se solo questo fosse sufficiente a salvarmi.
Peccato che con Sakura ci sia anche Asuka! Se non altro la mia capacità di visualizzazione mi esonera dalle sorprese, ma l'idea non mi piace lo stesso. Non voglio che mi veda così, non voglio che veda il suo Shinbamboccio.
 
 
*****
 
 
In pratica, Ayanami sarebbe stata più che sufficiente, ma è chiaro che tutte le anime della Wille ci osservano con fastidioso interesse. Capisco che Kaji e Misato vogliano proteggere il loro investimento, ma, quando qualcosa non fila per il verso giusto, Sakura compare per visitarci personalmente.
Per la felicità di Musashi spesso esce anche Mari, mentre Asuka ... beh questa è la prima volta che accompagna la dottoressa o che si fa vedere da quando si è accorta che la mia "disposizione" nei suoi confronti era cambiata. E' entrata anche lei nell'infermeria senza un motivo, senza dire una parola, evitando accuratamente di rivolgermi lo sguardo. Davvero non la capisco.
Sakura, dopo aver dato un'occhiata distratta alla ferita, procede a scansionarmi per l'ennesima volta con meticolosa attenzione, prelevandomi anche campioni di sangue. Inizio a chiedermi cosa cerchi esattamente sottoponendomi a questi controlli che gridano "Ritsuko Akagi" da tutte le fiale, tutti i chip e la nano-macchine utilizzate per il check up; ma ora ho altro per la testa.
Seduto, con la mente chissà dove, su una scomoda branda rialzata adibita alle visite ambulatoriali, assecondo meccanicamente le richieste del medico, contentandomi della sua presenza. Averla vicina mi fa sentire bene ... e questo è un male, perché mi stimola il pianto e mi suggerisce di chiederle conforto.
Il fatto è che c'è "lei" nella stanza, a neanche due metri da noi. Adesso mi osserva come il giorno del mio risveglio e non sembra avere intenzione di smettere. Anzi mi appare più spavalda come se leggesse alla perfezione il mio stato d'animo e, a giudicare dalla lenta (eppure costante) alterazione del viso, che rilascia quantitativi sempre maggiori di rabbia e disgusto, direi proprio che la "lettura" non è di suo gradimento. Si morde nervosamente le labbra per impedire ai denti di macinare il vuoto, mentre le sopracciglia si incurvano verso il basso formando quasi delle linee rette.
Non reggo alla sfida contro quell'espressione sempre più accigliata, perché non ne ho voglia, perché sento odore di tempesta in arrivo, perché riflette il giudizio di condanna che ho già emesso contro me stesso.
 Che diavolo vuoi?  Non te l'ho chiesto io di entrare.  
<< Ti è andata bene >> la sorella di Toji deve aver intuito qualcosa perché sfodera un sorriso tenero ma stentato dopo aver disinfettato la ferita e applicato un banale cerotto post operatorio. << Ogni tanto >> continua indugiando con la mano sul mio cuore  << non guasta un po' di fortuna. Come ti senti? >>
Smetterei di trattenere le lacrime, mi getterei sul suo petto pregandola di abbracciarmi, di accarezzarmi i capelli, di dirmi che posso ancora fare qualcosa, ma Asuka è sempre lì; anzi, si è avvicinata ed è ora distante solo una manciata di passi con le braccia incrociate a copertura del seno e con quel sempre meno celato disprezzo dipinto sul volto.
<< Considerato che ha la faccia di un cane bastonato, direi che le ha prese più del solito >> la rossa, conoscendola, ha aspettato troppo. Poi, chiudendo definitivamente la distanza: << no, forse non sei riuscito a darle, vero bamboccio? >>
Provo a concentrarmi sul pavimento e stringo i denti nell'assurda speranza che, fingendo di non vederla né sentirla, decida di lasciarmi in pace.
Si curva in avanti allungando il collo per squadrarmi dal basso come se cercasse di stanarmi. << Che c'è? Ho ragione, stupido moccioso? >>

<< Perché mi fai questo? Cosa vuoi da me? >>  scoppio saltando nervosamente in piedi.
Vuoi i miei occhi? Eccoli!
Asuka si rimette dritta quasi impettita ma non arretra. Continua a puntarmi come se ... "Che schifo!".
No, no, no. Ancora quel ricordo: sopra di lei che piango come un disperato. Non è la visione a farmi male, ma le sensazioni che porta con sé. Mi sembra di rivivere quel momento carico di rabbia, vergogna, terrore, liberazione... Aiutatemi!
<< E me lo chiedi? >> sibila feroce facendomi ricadere con una spinta decisa. Quindi, afferrandomi il mento: << ehi bamboccio, guardami quando ti parlo! Me lo chiedi? E' da tempo che ti aspetto. Questo gioco è durato abbastanza. Credevi davvero di avere la stoffa per diventare un cacciatore, credevi davvero di non essere il patetico vigliacco che sei? >>
<< Basta comandante! >> prova a intervenire Sakura.
<< E' vero, basta così! Coraggio cagnolino, la conosco quell'espressione. Resti sempre una palla al piede, è la tua natura, non puoi farci niente. Nessuno dovrebbe scommettere su uno smidollato, incapace, come te. Hai preso in giro anche quegli idioti, ma loro almeno sanno fare qualcosa >>.
<< Ma che le prende? >> domanda il medico che dà così voce ai miei pensieri, mentre sprofondo come se non ci fossero più ossa nel corpo.
<< Perché mi fai questo? >> le chiederei se riuscissi ad articolare le parole.
<< Il bambino ha bisogno di conforto, vero? >> insiste crudele la Second con un ché di sensuale nella voce, mentre si piega nuovamente su di me mostrando, sfacciatamente fiera, il seno ad un palmo dai miei occhi. << Che c'è, non ti sveglia neanche questo? Mi hanno detto che l'altra volta le mie tette ti hanno salvato. Lo so a cosa stai pensando Shinji >>.
So a cosa pensi quando non ci sono, so quello che fai.
Al diavolo Shinji, non mi serve il tuo passato.
<< E' inutile che fingi con me, cagnolino. Da bravo, fatti mettere il guinzaglio e torna nella tua cuccia. Potresti vederle più spesso >>.
Se non puoi essere mio e soltanto mio
Ti prego Shinji.
<< Asuka ti pre ... >> non riesco a terminare. La vedo, vedo il suo cadavere in decomposizione, un mucchio di ossa dentro una tuta da pilota squarciata e vermi che escono dalle orbite e cadono sui capelli.
Scatto così rapidamente all'indietro che anche la rossa rincula per la sorpresa.
<< Cosa stai dicendo Shikinami? >> sbraita più decisa Sakura, che si frappone fisicamente tra me e lei per liberarmi dall'assedio. << Ma che hai? >>
Asuka, confusa come dopo un brusco risveglio, alterna ora lo sguardo tra me e la dottoressa come se volesse lei chiedere spiegazioni. Riesce solo a farfugliare in preda all'emozione: << no .. non riesco a trattenermi ... quando lo guardo mi vengono ... i nervi >>.
<< Devo andarmene! >> boccheggio cadendo in ginocchio dopo aver tentato di issarmi da quella maledetta branda.
In piedi in piedi, devi uscire!
Al secondo tentativo riesco ad abbandonare la posizione, barcollo fino alla porta aggrappandomi alla parete di cemento. Ma è come tentare di fuggire davanti ad un orso, perché Asuka ricade preda di qualunque demone l'avesse posseduta fino a pochi secondi fa e parte al mio inseguimento. << Dove scappi, moccioso? Sai solo fuggire! >>
Non fuggire, Shinji!
Non parlarmi papà! Non ti ci mettere anche tu!
Tutta quella tensione, a pochi metri dall'uscita, si sfoga sulla terra battuta che sporco con quanta bile e saliva mi escono dalla bocca. Rivedo il cielo quando un calcio di Asuka, piazzato proprio all'altezza della ferita, mi fa ruotare sulla schiena.
<< Rimettiti in piedi, vigliacco. Senza mamma Eva o il Papino che ti dice cosa fare non sei niente >> ringhia come un'ossessa.
Hai paura di papino e mammina!
<< Come fai a non provare schifo solo a guardarti! >>
Sei un uomo o no?
<< Basta Asuka, per favore. Lasciami stare! >>
E tu hai provato a capirla? Ci mancava solo Ayanami che mi interroga con la sua faccia da sfinge dentro lo scompartimento semibuio e vuoto di un anonimo treno.
<< Vattene, Ayanami! Perché solo io devo provare a capire? >>
<< Come ti permetti di paragonarmi a lei! >> grida inferocita la rossa colpendomi alle gambe con altri due calci. << Tu hai distrutto tutto per salvare uno dei cloni di tua madre >>.
Per questo guardatemi!
 
Perdonami, ho distrutto tutto solo per me.
 
<< Mi hai fatta a pezzi >>.
Mai che possa fare affidamento su uno stupido come Shinji.
 
E' vero ti ho lasciata morire.
 
<< Per colpa tua siamo finiti in questo inferno. Ci hai tolto il nostro futuro >>.
Al diavolo mi manca lo 02.
 
Lo so, principessa, ma non posso tornare indietro.
 
<< Sei la cosa peggiore che potesse capitarci >>.
Vorrei che tu non ci fossi, vorrei non averti mai incontrato.
 
Vorrei tanto riportarti a casa.
 
<< Sai cosa sei? >> domanda retoricamente con una voce che mi fa pensare allo strillare di una bambina.
Il terreno diventa trasparente, uno specchio attraverso il quale posso assistere a quello che accade in una stanza d'ospedale. A niente vale chiudere gli occhi, perché sono io che proietto questo film. Il finale è triste, disgustoso, come la mano che sto guardando, la mia. Io sono...
 
Si, quella volta lo sono stato davvero.
 
<< ... un mostro >> pronuncio a bassa voce. Dio che nausea!!! Ma c'è almeno qualcosa di decente in me?
I miei occhi iniziano a bruciare, ma è un fuoco diverso. E' più incandescente delle altre volte e si spande nel mio corpo come una colata di lava.
Basta Shinji, non riesco a sopportare questa vergogna!
Basta Shinji, non voglio questi ricordi!  Non riesco a sopportare tutto quest'odio. Non voglio gridare: << morte a tutti >>.
Basta Shinji, non voglio i tuoi ricordi, i miei sono più che sufficienti! Non posso sopportare tutta questa paura, la paura del rifiuto, la paura dell'abbandono, la paura di fallire.
Basta Shinji, ti prego, non posso sopportare questo disgusto ... per me stesso!
Vattene, ti prego!
 
Non posso.
 
<< Che c'è Shinbamboccio, non vieni a salvarmi? >> sbuffa frustrata la tsundere alle mie spalle.
Esiste un modo perché possa tornare a casa? Aiutami!
<< Ti prego, Shinji >> continuo a recitare la mia preghiera << mandali via! >>
 
Sono anche  i tuoi ricordi.
 
<< MANDALI VIAAAA, SHINJI! >> urlo disperato mentre l'aria intorno squittisce e stride e gracchia come se fosse pervasa da una corrente ad alto voltaggio.
<< Il cagnolino è impazzito? >> il sarcasmo di Mari, che deve essere accorsa per godersi lo spettacolo, è fastidioso quanto la sua sola presenza.
<< Cosa accidenti ti è preso, bamboccio ? >> chiede Asuka, incurante del dottore che, rotti gli indugi e accorsa finalmente in mio aiuto, cerca di mettersi in mezzo implorando il suo comandante di smetterla.
<< Asuka >> caccia via i miei fantasmi, non volevo farti del male, mi dispiace; volevo solo rimediare al male che ho fatto, che ho fatto a te, soprattutto a te. Aveva ragione mio padre quando mi ha abbandonato, io non posso fare niente.
Allora non fare niente!
Io sono inutile.
Tu non vuoi aiutarmi. Tu non ami nessuno, non ami neanche te stesso.
<< Asuka >> voglio aiutarti, << ti prego, aiutami!!! >>
<< No! >>
Non ne sono più sicuro, non so quali frammenti di vita siano veri e quali frutto della fantasia. Secondo la mia versione ufficiale Asuka è stata fatta a pezzi perché ho preferito arrabbiarmi con mio padre; ero furioso nei confronti di quell'Angelo che aveva inghiottito Ayanami, ma in fondo ero solo spaventato per lei, per me, di me. Ce l'avevo con me stesso quando mi sono incaponito per estrarre quelle maledette lance di longino dal mastodontico cadavere di Lilith in decomposizione, ma quella rabbia mi serviva per raggiungere un obiettivo.
Il "no" di Asuka ha origini diverse, più lontane come quell'altro rifiuto, qual'era? Ah si, "che schifo!". Non attenua il disgusto, la paura, la vergogna, neanche il senso di colpa; anzi mi sembra stiano crescendo come piante maligne nella mia anima. Il fatto è che non avevo mai considerato che la rabbia potesse essere la miglior cura contro tutto questo dolore. La rabbia racchiude e canalizza tutte le energie emotive che altrimenti mi farebbero a pezzi o si disperderebbero - che spreco sarebbe! E' così confortante quest'ira stranamente gelida, quasi non mi importa più di essere perdonato; non è importante che possa fare o meno qualcosa di buono per queste persone che continuano ad apparirmi estranee. Si fottano!
Non sento più il bisogno di piangere, non ho più lacrime. Restate qui, mie meravigliose pile, datemi la vostra forza, fate che possa gettare tutto questo pattume fuori di me e chi se ne frega se qualcuno si fa male!
 
Respira , Shinji, respira. E' pericoloso!
 
Coraggio Shinji, fammi sbirciare ancora un po' nel nostro passato. In quello che ricordo io, Shikinami è solo una principesca rottura di palle, ma niente di più. Mostrami qualcosa della tua Asuka. Deve averti fatto incazzare in qualche modo, forse se lo meritava.
 
Non posso, sei tu che non sei pronto a ricordare.
E' ancora presto.
 
Ho capito, non vuoi darmi una mano. Dovrò improvvisare.
 
Conosco questa furia. Non fuggire, Shinji!
 
Tu non sei mio padre, io non sono mio padre.
 
Ancora in un poco dignitoso contatto col suolo, in ginocchio ma con il busto perfettamente eretto, mi godo il crepitare del fuoco nei miei occhi e nel mio corpo. Lo stridio dell'aria intorno si fa più intenso, non sembra neanche più un rumore di sottofondo percepibile solo da un cane come me. Controllo a stento una vergognosa risata.
Sebbene non possa essere più sicuro di niente, vedo le cose con una insolita, seppur indubbiamente distorta, chiarezza.
<< Shinji >>.
Il tono di Asuka mi ritorna più mansueto; avrei giurato che a parlare fosse una stupida bambola di pezza, però più brutta di quella che Shikinami portava con sé. Accidenti a te, ragazza, ma << cosa c'è, Asuka? Hai finito di fare i capricci? >> le dico ancora girato di spalle, fisso in quella postura che ora mi pare così comoda.
<< Si, quattrocchi, mi sa che è impazzito! >> sibila la tsundere.
<< No, no >> rispondo con una calma che non mi appartiene mentre faccio leva su un braccio per rialzarmi. << E' che proprio non ti capisco. In un modo o nell'altro ho fatto del male praticamente a tutti, eppure ci sono persone disposte, non a perdonarmi, ma a concedermi almeno una possibilità ... che non merito, lo devo ammettere; ma tu no! A sentire te si direbbe che al mio confronto Gendo Ikari sia un santo. Non riesci neanche a fare finta come quegli stronzi che ti danno gli ordini >>.
<< Se hai raccattato un po' di coraggio dalla spazzatura, allora ... >>.
<< Avanti, perché non parli, perché non mi dici cosa passa dentro quel cervello che ti ritrovi e che è disturbato quanto il mio? Cosa ti dà più fastidio >> le dico rialzandomi sostenuto da un odio accecante, << che abbia distrutto il mondo o che lo abbia fatto solo per salvare il clone di mia madre? >>
 << Sei un figlio di ... >> si ferma la rossa.
<< Si dice "di puttana" >> spiego con sicurezza mentre scrocchio le ossa del collo per prepararmi alla lotta - per quella sono abbastanza portato. Com'è che non c'ho pensato prima? << No, mia madre a quanto pare era una brava donna >> ruoto il busto con studiata lentezza per gustarmi ogni istante prima di scatenarmi contro di lei.
Spero che il fuoco che brucia dentro i miei occhi possa incenerirti. << Sai Asuka >> continuo, << mi puoi accusare di tutto ma non puoi incolparmi se preferivo Ayanami a te ... Perciò strofina le tue tette su chi vuoi ... tanto ... >> modulando il ritmo e il tono di una risata isterica alla follia che mi pervade << sono più piccole delle sue! >>
<< Lurido bastardo !!! >>
La vedo prima ancora che lei se ne accorga, la vedo prendere la rincorsa, caricare lo stesso pugno con cui mi aveva dato il benvenuto. E' così prevedibile, farebbe prima a spedirmi una raccomandata. Non ha capito che sarò io a colpirla.
 
Non l'ho neanche visto arrivare. Sputo sangue e terra mentre mi guardo intorno per capire da dove diavolo arriva la minaccia. E' stato Furia Buia che mi ha anticipato con un destro in pieno viso prima che potessi stenderla, prima che potessi guardarla. Come ho fatto a non accorgermene? Forse ero troppo concentrato su quella dannata rossa.
Anche Asuka è a terra, è andata a sbattere contro un muro di at field - Paparino, evidentemente, non è andato troppo per il sottile. L'azzurro cielo della sua iride lancia scintille di rabbia ... e dolore.
I miei occhi, invece, si sono spenti di colpo.
<< Basta Ragazzo! >> mi urla il monocolo.
Io dovrei smetterla? Ma se è stata lei ad insultarmi e a pestarmi. << Cosa accidenti ho fatto stavolta? >> mi lamento. Dov'è finita la voce dura e profonda  di poco fa? Dov'è finita quella rabbia? Mi serviva. Maledizione Furia Buia, con quel pugno mi hai spento la ferocia, ti rendi conto di cosa significa? Mi piaceva quel tiranno, adesso sono solo ... Shinji.
<< In piedi e torna tra noi! >> insiste Paparino senza degnarmi, come al solito, di una spiegazione.
<< Dimmi perché almeno? Perché te la prendi con me? Perché ... >> non sono come te?
<< Fa' silenzio e muoviti! >>
<< Già obbedisci al tuo padrone! >> rincara la dose Asuka, tornata in sé dopo l'urto.
<< Sta' zitta mezzosangue! >> la gela il Paparino. << Sta' zitta e non ti avvicinare a lui! >>
Avverto la carica elettromagnetica di Furia Buia aumentare d'intensità, ha sicuramente l'occhio sinistro spalancato. Deve essersene accorta anche lei perché non sta rispondendo.
Mi rimetto in piedi a fatica, come se ogni muscolo del mio corpo, muovendosi, rilasciasse tutta quella emotività molesta che mi aveva fatto perdere il controllo, poco prima che scoprissi un rifugio dietro mura fatte di un odio sordo e una lucidità spietata.
E con le emozioni ... di nuovo i ricordi.
Non ho il coraggio di guardare il viso del Paparino, non riesco perché ho paura, perché provo vergogna, mi sento impotente come di fronte a mio padre. Anche lui mi guardava con indifferenza se non con malcelato disgusto, quello che ora provo per me.
Non è colpa mia se non ho talenti, non è colpa mia se finisco sempre per sbagliare. Almeno qualcuno mi dica che cosa è giusto. Ditemi cosa volete e lo farò (o almeno ci proverò). Giuro che ripulirò tutti i cadaveri del mondo se volete, ma, vi prego, non buttatemi via!
<< Non buttarmi via! >> mi lascio sfuggire.
<< Non fare il bambino, Shinji! Quando diventerai adulto? >> sibila a denti stretti prima di darmi le spalle. << Andiamo adesso! >>
<< Shinji non cambierà mai! >> sbotta Asuka. << Lui ... non cambia mai. Resterà sempre ... un'inutile, pericolosa, pall ... >>
<< Ti ho detto sta' ZITTA! >> grida la Furia puntandole contro il fucile.
<< Ehi, non ti conviene colpirla >> interviene Mari.
<< Allora convinci quella mocciosa a tacere! >>
<< Non osare darmi ordini >> reagisce la rossa. << Sono io che do gli ordini. Io sono il comandante Shikinami, io sono pilota di Eva, io sono una guerriera ... >>
<< Io decido, io decido! >> Furia Buia, fuori di sé, avanzando minacciosamente verso i due piloti, ricaccia nella gola di Asuka l'elenco dei suoi titoli. << IO DECIDO cosa fare. Io decido cosa posso dire. Io decido se Shinji è inutile o pericoloso, non voi, non Kaji, NESSUNO ... E tu schiodati, Ragazzo! >>
"Io decido", "io decido", "io decido". Papà, tu hai sempre deciso, hai deciso di gettarmi nella spazzatura, hai deciso come e quando usarmi e ... io ti ho lasciato decidere perché avevo bisogno di sapere che non era colpa mia, ho visto cose orribili, ho fatto cose orribili ... Asuka ... ti ho fatto cose orribili.
Non mi aiuti mai, non fai mai niente, non mi abbracci neppure.
Vorrei tanto che mi perdonassi.
No!
Almeno prendi la mia mano, portami via da qui!
Che schifo!
Sono solo, se nessuno ha bisogno di me, allora nessuno mi ama.
Ti odio, non riesco a non odiarti!
Io seguo sempre mio padre perché non mi basto da solo, ma non voglio farlo.
Se non mi servi allora vattene!
E' per questo che ho fatto del male, perché non potevo andarmene. Non mi sono mai mosso, eppure ti sono corso incontro. Tu non ti sei mai girato, papà.
<< Muoviti, Shinji! >>
<< Noooo >> guardami! << Vai al diavolo! >> urlo scagliandomi contro Furia Buia con gli occhi di nuovo in fiamme - guardami, ho abbastanza coraggio per oppormi a te.
Il mio destro impatta sul suo stomaco - guardami, ho imparato a combattere. Ti prego, girati ... papà!
Solo quando il suo ginocchio mi raggiunge al petto realizzo che sto combattendo con uno dei cacciatori più forti in circolazione, un uomo capace di giustiziare a sangue freddo un ragazzo della mia età; ma non posso mollare, non può pensare che il suo allievo sia un debole. Ho imparato solo questo da lui.
Devo resistere, devo vincere.
Caricando ogni grammo di forza sulle gambe lo atterro dopo avergli cinturato il busto, un altro scatto di reni e posso colpirlo in faccia.
Dannazione, fatti colpire! Non posso vincere se mi tieni lontano con quella mano che mi soffoca.
Col destro non arrivo neanche a sfiorarlo, col sinistro posso solo colpirlo al fianco e sulla spalla.
Maledizione, smettila di bloccarmi e combatti; altrimenti come faccio a dimostrarti che valgo ancora qualcosa, non mi importa per cosa. Ti prego << combatti, maledetto!!! >>. Io ti sconfiggerò, io devo sconfiggerti.
I miei occhi ardono come tizzoni, mentre invoco quell'altro me: Aiutami Shinji, aiutami a farlo girare.
 
Non tornerà, lui non tornerà!
 
<< Il cagnolino vuole mordere. Questo si che è divertente! >>
Quella dannata gatta miagola proprio quando il monocolo mi fa volare con un calcione dalla cortissima distanza. Fugge anche l'anima quando atterro sulla terra battuta, ma sento di avere ancora energie. Se solo l'altro Shinji collaborasse ...
 
Non è questa la tua battaglia!
 
<< Sta' calmo, Ragazzo! >> mi intima o consiglia Furia Buia dopo aver rapidamente bloccato ogni possibilità di reazione serrando il braccio intorno al mio collo e immobilizzandomi il sinistro che ora rimane inutilmente steso verso l'alto.
Perché ha attivato il suo occhio? Così non vale, non è alla pari.
<< Orsooooo! >> grida il Paparino.
Perché fare tutto questo casino?! E' una questione tra me e te. Devo farcela, non posso perdere; se perdo contro di te, dovrò fare quello che dici tu e poi farò il contrario e ti deluderò; se perdo contro di te mi manderai via per "alto tradimento"; se perdo contro di te sono solo un patetico moccioso ...
... senza un briciolo di volontà, sei un uomo della peggiore specie.
Se non vuoi aiutarmi, dannato Shinji, almeno risparmiami questo! << Nnn...on ppperderròòò >> gorgoglio con quel poco fiato che Furia Buia mi permette di raccattare, mentre cerco di colpirlo con la mano ancora libera.
<< Avanti Ragazzo, respira! >>
Vaffanculo! Non è un esercizio di meditazione. Se perdo non mi rimane più niente, se perdo condannerò a morte tutti ... Io l'ho fatto.
Morte, morte a tutti! Morte anche a me stesso!
Che tu sia maledetto, Shinji. Io non voglio sapere ....
Gemo e scalpito come un indemoniato per liberarmi, calciando a più non posso l'aria e la terra come se bastasse a sottrarmi alla morsa. Se non sto in piedi come faccio a camminare? Se non cammino la signorina Misato ... sarà morta invano.
<< Dai, lascialo, ha capito! >> Con la coda dell'occhio vedo Asuka che prova a raggiungerci, ma sbatte di nuovo contro l'at field di Furia Buia. Perché ci hai chiuso nel tuo guscio, vuoi forse uccidermi?
<< Avanti! >> si infiamma la rossa << cosa vuoi fare? Gli hai già dato una lezione. SMETTILA!!! >>
La realtà si confonde, inquinata da immagini random del terribile passato che lega me ed Asuka, peggiore di quello che Shikinami ricorda; e con le immagini ... ancora tutto quel dolore. Non ce la faccio più, non lo sopporto.
<< Maledizione, lascialo andare! >> Asuka picchia sulla barriera. << LASCIALO, COSI' LO UCCIDI!  E tu, Shinji, arrenditi. Forza arrenditi! >>
Certo che sei proprio stupido. Non accetti mai la realtà: hai perso! Non è per te fare l'eroe, vola più basso, nel tuo caso rasoterra.
Come hai potuto farmi questo Asuka?! Basta!!!! Basta !!! BASTAAA! Andatevene via, lasciatemi solo!
<< ANDATE VIA !!! >> urla Furia Buia mentre l'atmosfera dentro la cupola di energia è illuminata da lampi bluastri che si spengono rapidamente lasciando come scarto il sottofondo di lame che si feriscono.
<< Ti prego, lascia andare Shi ... >> prova a supplicare Sakura, che aveva cercato di avvicinarsi muovendo da un'altra direzione forse pensando di trovare un passaggio libero. Crolla in ginocchio, terrorizzata, guardandomi negli occhi, come se vedesse un mostro.
Perdonami Sakura, è quello che sono, se non fossi stato così debole ...
Furia Buia mi serra il petto da spalla a spalla con l'altro braccio. << Resisti, Ragazzo! >> sembra pregare. << Sakura ! SAKURA !!! >>
La sorella di Toji si scuote quando sente Furia Buia invocare il suo nome, allunga esitante una mano, poi l'altra fino a toccare il confine dell'aura impenetrabile del Paparino. << Shinji, calmati ... Ti prego, accetta la sconfitta. Ti prego accettala! >>
Non capisco cosa significhi, non capisco quello che dice. Perché dovrei essere io a calmarmi? Vedo solo che ha pietà per me e ha paura di me che sto perdendo.
<< Ti prego, non farci del male! >> mi implora in lacrime.
Io non voglio farvi male, io non volevo farvi male ...Per questo ho combattuto, perché non volevo farvi male, perché volevo dimostrarvi che valevo qualcosa ... e vi ho procurato altro dolore.  Che abbia sbagliato ancora?  Quindi, che io combatta o meno, che io vinca o perda, non fa alcuna differenza?
<< Sakura >> rantolo cedendo alla disperazione, << Sakura, io >> appoggio la mano sul braccio di Furia Buia e batto tre volte in segno di resa << ... io ho perso! >>
So di averlo già detto, ma non mi importa quando. Non mi interessa più.
Paparino riduce la forza del blocco ma non mi lascia subito. << Ehi Ragazzo, coraggio respira! >>
<< Furia Buia >> pronuncio con voce rotta il "nome" con cui è conosciuto dai nemici, continuando a picchiettare sul suo braccio fin quando non si stacca, << finisce qui! >>
Niente più at field, niente rabbia, niente presa al collo, nessuna scarica elettrica nelle vicinanze; solo io con la faccia di nuovo a contatto con questa terra polverosa e, purtroppo, ... anche gli altri.
<< Vattene via, Ragazzo >> consiglio a me stesso. << Non hai motivo di dare altro spettacolo >>.
<< Che significa? >> chiede la Furia che ansima come se non avesse più energie.
<< Shinji .. >> mi chiama Sakura con dolcezza mentre cerca timidamente di avvicinarsi.
<< Sto bene, Sakura. Non mi serve il tuo aiuto >>.
Mi rialzo (anche quello so farlo bene, forse perché finisco sempre a terra), ancora una volta con le gambe molli e la testa vuota; so solo che devo mantenere la schiena dritta o mi verrà la gobba.
Un passo alla volta e sarò abbastanza lontano da non sentirli, un passo alla volta e forse non sarò più visibile.
<< Si può sapere dove vai? >> incalza Furia Buia.
<< Ehi Ragazzo >> mi si fa incontro Orso, << cos'è successo? >>
<< Niente >> rispondo senza guardarlo con in mente soltanto la consegna di camminare in linea retta << Devo dormire un po' ... sono stanco >>.
Anche Musashi mi raggiunge, ma non mi dice nulla, si limita a fissarmi mentre lo supero come se potessi passare attraverso ogni cosa. Io sono un fantasma.
<< Non vi preoccupate, lo accompagno io >> non mi ero accorto che anche il delfino di Ronin, quello che mi ucciderà se resto in questo posto di merda, si era goduto lo spettacolo.
<< Se ti muovi, ti apro in due! >> urla Furia Buia. Sta facendo troppo baccano per i miei gusti. << ... Ragazzo, dove vai? >>
<< Va a buttarsi dentro una cuccia, ovviamente. Povero cagnolino >> mi schernisce Mari.
<< Chiudi il becco! Non osare chiamarlo così! >>
<< Non puntarmi quella cosa addosso! Hai fallito col cagnolino. Ora devi restituircelo >>.
Un colpo di fucile risveglia almeno il mio corpo che si gira in direzione del rumore. Furia Buia agita scomposto il suo fucile conto Mari, Tasoichi mi fissa velenoso ma non avrà il coraggio di muoversi perché non oserebbe mai sfidare il ciclope quando è incazzato. Anche Sakura e Asuka mi guardano, ovviamente con occhi diversi: Sakura sembra combattuta tra il desiderio di raggiungermi e la paura di farlo;  Asuka, beh ... chi se ne frega.
La scena, tutto sommato, non è interessante, meglio andare.
<< Con il prossimo ti faccio saltare la testa, troia! >> Furia Buia è di nuovo fuori controllo.
<< Se lo fai, salta tutto >>.
<< Sai dove vi potete ficcare quell'accor ...>>
<< Sta' calmo, sta' calmo! >> anche Orso ha una buona voce, ce l'ha sicuramente con Paparino. << Abbassa il fucile ... Respira! >>
<< Io decido per Shinji >> grida emozionato il cacciatore con la benda come se volesse convincere innanzitutto se stesso - quasi non lo riconosco.
<< Non essere stupido >> si aggiunge Asuka. << Tutto questo casino per una persona sola ... per lui? >>
<< Non parlarmi! Lascia che sia tu quella persona e vedrai se non ti faccio morire come un cane ... Non rivolgergli mai più la parola! ... E tu, Shinji ... SHINJI,  mi dici cosa ti è preso? ... Dimmi almeno cosa diavolo ti è preso >> si sgola. << Almeno aiutami a capire cosa cazzo ti passa per la testa. Vuoi andartene? VATTENE allora, fa' quello che ti pare! ... e CRESCI, MALEDIZIONE! ... Maledizione! ... Maledizione! >>
 
<< Mamma, lui è quello cattivo? >>
Un bambino tira la gonna della madre per ricevere attenzioni. Indossa pantaloni troppo grandi per la sua età, sebbene i ripetuti risvolti lascino scoperte le caviglie. Mi guarda incuriosito come si fa alla vista di un animale raro.
La donna, invece di rispondere, spaventata dà uno strattone al vestito per liberarlo dalla mano del piccolo prima di caricarselo in braccio. << Andiamocene! >> esclama a bassa voce allontanandosi al mio passaggio come già altri spettatori nei paraggi. << E' pericoloso >>.
Sento solo un fastidioso brusio intorno a me mentre trascino i piedi stancamente, uno davanti all'altro, come se i miei anfibi fossero fatti di cemento. Aumenta d'intensità e volume, ma non cambia il contenuto.
E' odio, rifiuto, rabbia, è la fine di una relazione, una porta sbattuta con violenza, è il dolore per un'offesa subita e il piacere per una vendetta consumata, è emarginazione, è inadeguatezza, è sfiducia; è separazione ... dolore.
Le voci sono così tante, tutte ammassate e confuse, che fanno a gara per trovare il loro spazio e raggiungere le mie orecchie; sono così tante che non possono provenire solo dalle persone che ora si stanno nascondendo al mio passaggio.
C'è un intero mondo fatto di divisione e di incomprensione che mi si apre davanti, è un mondo che ho già visto. Povero, Shinji, quante devi averne passate! Anche per te non c'era più speranza?
Le persone che fino a ieri portavano i figli in quel saloon da cacciatori nonostante ci fossi anch'io, che fino a ieri sembravano accettare la mia presenza, ora mi voltano le spalle, vedono nuovamente il pericolo, la causa del loro male e ancora una volta la rifiutano. Hanno di nuovo un condannato da insultare, temere, odiare, hanno di nuovo  un nemico da scacciare.
Dovrei chiedere scusa, mettermi in ginocchio e implorare la grazia, ma mi vergogno di me. Se poi la grazia mi venisse negata, proverei ancora più vergogna.
Tutti gli sbagli che ho commesso gridano vendetta, la solitudine che mi attende è solo la giusta punizione. D'un tratto provo un malato conforto nel pensare che, se posso essere punito, vuol dire che esisto, vuol dire che c'è una ragione se sono così, vuol dire che almeno a qualcosa servo. Asuka ha ragione: io non cambio mai.
 
Manca poco per raggiungere la stanza, devo solo superare queste porte e attraversare l'ampio corridoio che divide i tavoli e costeggia, verso la fine, il bancone su cui troneggia l'ampio specchio. C'è Ronin davanti all'entrata, fermo a gambe larghe, con le braccia poggiate sui fianchi e i gomiti ben aperti per bloccarmi l'accesso.
Si sposta lateralmente di mezzo passo, ora a destra ora a sinistra, marcandomi stretto. Fosse per me mi siederei sui gradini davanti all'entrata, ma devo vomitare e non voglio farlo davanti a tutti, non davanti a lui. << Devo passare >> pronuncio apatico con lo sguardo perso nel nulla.
<< Mi stai dando ordini, moccioso? >> domanda gonfiando minacciosamente il petto.
La paura può solo accennare un saluto da lontano. Lo so che il suo istinto di predatore smania di fronte ad un animale ferito, ma non me ne frega niente se mi uccide.
<< No, ti sta gentilmente chiedendo di lasciarlo passare >> si affaccia il vecchio che con il suo corpo, urtando il cacciatore, conquista luce a sufficienza per aprirmi la strada.
 << Cosa c'è, vecchio, vuoi affrontarmi al posto di quella mezza sega? >>
<< No >> risponde canzonatorio facendomi nel contempo cenno di affrettarmi prima che il passaggio si chiuda, << non ho più l'età per queste cose. Posso cedere il posto a uno dei miei figli se vuoi >>.
<< Ma non ce ne sarà bisogno, vero?  >> interviene Kosuke con le braccia appoggiate sul bancone di fronte all'oste, che intanto pulisce un boccale di vetro come se niente fosse.
<< Qui è davvero tutto così noioso >> commenta con fare disgustato Ronin che, lo sento, mi sta trafiggendo con gli occhi. << Il tempo passa troppo lentamente... ed è divertente cacciare le prede >>.
Non credo che avrebbe ceduto così facilmente se non fosse stato per Matsuda che, comodamente seduto al suo solito, anonimo, angolo, sorseggia  un cicchetto con la pistola puntata su due sodali della banda avversaria, saggiamente immobili e con le mani in alto.
Peccato, avrei potuto imparare ancora molto da queste persone ... purtroppo non sono come loro.
<< Stai bene, Ragazzo? >> chiede Mami preoccupata ... e mi sento ancora più male. Se sapesse cosa ho appena fatto sarebbe la prima a mandarmi via.
<< Devo vomitare! >> sbuffo prima di sparire dietro la porta della mia stanza ... ancora per poco.  
Raggiungo la tazza giusto in tempo per sfogare tutta la mia nausea, finalmente da solo in quel buco striminzito, opprimente e maleodorante che aumenta il disgusto costringendomi ad aggrapparmi con maggior forza ai bordi della ceramica.
Ci metto un po' a capire che non ho più niente da buttar via; ancora accasciato mi spingo con le braccia per schiodarmi dal cesso; la testa mi gira come mi è capitato in questi mesi dopo una sboccata da sbornia.
Guardando il pavimento di nuovo in ginocchio e con le braccia tese per non sbatterci il muso, invoco il senso del tatto affinché mi ricordi che ci sono ancora; me ne pento quasi subito, però, perché ci sono solo io qui, in questo piccolo bagno, al buio. Fuori è altra desolazione e ancora abbandono.
Istintivamente  cerco un punto di (sia pur) precario equilibrio. Ci sono io e non mi basto, ma è tutto quello che ho; il mio corpo è il mio piccolo evangelion. Se mi convinco che è così, l'esterno fa meno paura; se capisco che non è proprio così l'interno non mi assorbirà; se mi chiudo in questo spazio, forse non arriverà domani, non pioveranno conseguenze.
Chissà se anche Asuka si sentiva così dopo avermi sbattuto la porta in faccia, in ginocchio anche lei, spaventata anche lei, anche lei sola ... in un altro mondo.
<< Basta Shinji, lasciami in pace! >> piango ad alta voce. << Avevo appena trovato un posto e un istante confortevoli. Lo so che è un'illusione, ma perché me la vuoi togliere? >>
<< Ragazzo, come stai? >> il vecchio bussa alla porta. Speravo e temevo fosse uno dei suoi "figli". << Hai bisogno di qualcosa? >>
<< No, ... sto bene >> grido per sconfiggere l'inerzia della mia gola e nascondere il pianto con il volume, << ti .. ti ringrazio. Non mi serve niente. Sono solo un po' stanco >>.
<< Tra un po' Mami preparerà la cena, te ne porto un po' se ti va >>.
<< Non ho fame ... >> un ultimo sforzo << adesso vorrei dormire >>.
<< ... Ma cos'è successo? >> è la voce di Kosuke, credo.
<< Non lo so >> risponde il vecchio. << Ma dovranno spiegarcelo >>.
<< Secondo te come sta? >> domanda la donna.
<< Chiaramente male! >>
 

 
*****

 
Riuscissi almeno a dormire. Continuo a girarmi su questo materasso logoro sforzandomi di non guardare il soffitto per timore di scoprire che ormai non è più tanto sconosciuto. Sudo freddo mentre tendo l'orecchio per ascoltare i rumori provenienti dalla sala, aspettando da un momento all'altro di sentire, come un condannato a morte, i passi del boia che deve eseguire la sentenza.  Ho fallito su tutta la linea e non posso farci niente; non potrò mai riscattarmi, non ne sono capace.
Perché non sento quei passi? L'ansia mi sta uccidendo.
Prendetevi cura di me!
Cos'è, l'antipasto della condanna? Se tutto ciò che vedo e sento e provo di quell'altro mondo fosse vero, allora per Shinji non potrà mai esserci alcuna speranza di riscatto.
 
D'un tratto è calato un insolito silenzio, sembra non esserci vita dietro quella porta. Possibile che se ne siano andati tutti? Già mi vedo vagare come uno spettro tra le case vuote e l'enorme piazzale in cemento su cui non atterrerà più il wunder.
Solo un lontano rumore di posate che graffiano e battono mi fa capire che, oltre questo piccolo sudicio mondo, esiste ancora qualcosa. Devono essere davvero in pochi a cenare.
Non mi stupirei se, dopo il casino che ho combinato, gli abitanti del villaggio avessero deciso di starmi prudentemente alla larga. Probabilmente non ci sono neanche i nostri nemici, altrimenti sarebbe già scoppiata una rissa o qualcuno avrebbe provato a sfondare la porta per finirmi.
L'odore di carne ai ferri si materializza davanti ai miei occhi come una mano di vapore che invoglia il mio stomaco a seguirla, ma almeno stavolta il corpo sembra voler assecondare i miei non pensieri e declina l'invito.
Avverto un bisbigliare confuso; stanno parlando ... forse di me. Non mi serve a niente starmene disteso e inquieto su questo materasso bucato dagli spuntoni della rete; tanto vale provare a capire cosa avviene in camera di consiglio.
Deve dirmi cosa pensa di me quel dannato Furia Buia.  
<< Che sta facendo Ragazzo, sta dormendo? >> avvicinandomi alla porta facendo attenzione a non farmi scoprire, finalmente riconosco la voce stranamente seria di Musashi.
<< Credo di si >> sento rispondere il vecchio tutore dei tre cacciatori. << Sembrava parecchio sconvolto. Ma cos'è accaduto? >>
<< La mezzosangue deve averlo attaccato più del solito e lui ha dato di matto >> commenta Furia Buia che prova a liquidare una giornata di merda come un banale litigio tra innamorati o, meglio, tra bambini.
<< Lo sai bene che non è questo >> lo rimprovera ... si è la voce di Orso, profonda e rugosa, << non solo almeno >>.
<< Perché, Paparino, cos'hai combinato stavolta? >> attacco l'orecchio alla porta come fosse una ventosa. Credo sia Kosuke o Matsuda, li ho sentiti parlare così poco che non riesco ancora a distinguerli.
<< Avanti Paparino >> prego, << rispondi, dimmi cos'è successo. Dimmi qual è il verdetto! >>
<< Niente, il moccio .... Ragazzo non riesce a superare questo step. Ci siamo trovati in un conflitto a fuoco con i militari, quasi certamente agli ordini di Kuchinawa, e non ha fatto ... niente, non ha avuto il coraggio di sparare. E, quando gli ho dato l'ordine di finire un prigioniero, si è rifiutato di farlo >>.
<< Immagino tu gli abbia anche detto qualcosa, vero? >> ribatte il vecchio.
<< Gli ho solo ricordato che avrà bisogno di dimostrare più coraggio se vuole restare. Lo stress lo ha fatto andare nel pallone >>.
<< E che ti aspettavi, stupido? >> sbraita l'ex Paparino. << Sta con noi da neanche tre mesi e pretendi che possa giustiziare una persona a sangue freddo o che spari contro qualcuno come se fosse la cosa più semplice al mondo, come se fosse ... TE? >>
<< Ma io e Orso e il Biondo non abbiamo avuto di questi problemi, mai >>.
<< Tu non ne hai avuti, Ragazzo. No, sbaglio sempre, Paparino! Sei tu l'anomalia, non loro, non Shinji. E, comunque, quando ti ho trovato a vagare senza memoria e senza un occhio, eri già più grande di lui. Nessuno di noi sa com'eri prima, neanche tu >>.
<< Resta il fatto che lui deve superarla questa prova. Se non ci riesce vuol dire che non è adatto per questa vita, soprattutto non è adatto a stare con noi. E allora sarebbe meglio per lui se ... non rimanesse qui o finirà per farsi ammazzare presto >>.
<< Beh, è dotato di abilità non comuni >> Orso prova a difendermi, << simili alle tue. Potrebbe esserci utile, non deve per forza uccidere qualcuno, non adesso almeno. E' ancora molto crudo, ma è naturale >>.
<< Si, ma se non riesce a combattere - e non mi riferisco ad una scazzottata - non potrà sopravvivere e rischieremo anche noi. Sappiamo bene che cercheremo di proteggerlo, ma noi non possiamo difenderlo per sempre. Vi rendete conto con cosa abbiamo a che fare, proprio ora? La Wille sta preparando il contrattacco al quartier generale della Nerv, Kuchinawa sta preparando un colpo di stato insieme ai nostri nemici, il padre di Shinji è ancora potente. E indovinate chi sta in mezzo a questo casino? Noi, perché con noi c'è Shinji. Se non ce la fa non ci serve >>.
Se non puoi servirmi, allora vattene!
Credevo fosse diverso da mio padre. Se anche lui la pensa così, vuol dire che merito la mia solitudine ... che non valgo niente.
<< Lo sai che ci saremmo trovati comunque in mezzo a questo casino e che, se non ci fosse stato, l'avremmo creato noi >> replica Musashi. << E' il prezzo che dobbiamo pagare per la nostra ... "visione" delle cose. Non scaricare su Ragazzo la colpa >>.
<< Sapete bene >> rilancia Furia Buia << quali sono gli accordi con Kaji riguardo a Shinji >>
Credevo che volessi aiutarmi a crescere, che l'accordo con Kaji fosse una scusa per aiutarmi a crescere, a diventare un uomo. Io non ce la faccio da solo, sono ancora un bambino.
<< E allora? >> chiede ... Orso. << Da quando ci lasciamo legare da questo genere di patti? TU SAI BENE che noi e Kaji cerchiamo di fregarci a vicenda, che siamo alleati solo perché abbiamo nemici più pericolosi in comune >>.
<< E poi >> gli dà man forte Musashi << l'accordo l'hai fatto dopo aver deciso sulle sue sorti, non prima >>.
<< E senza neanche avvertirmi >> questo deve essere Kosuke. << Non dico chiedermi il permesso, ma avresti potuto almeno comunicarmi le tue intenzioni >>.
<< Quando mai ti sei preoccupato della parola data? >> lo accusa il vecchio. << Usi questa balla dell'infallibilità della tua parola solo quando cerchi un pretesto per attaccar lite. Cambi idea spesso ... Sei sempre stato un tipo contraddittorio e anche piuttosto volubile. Forse è colpa della tua emotività >>.
<< Io so sempre quello che faccio, le mie scelte sono sempre logiche, anche quando cambio ide ... >>.
<< Ma fammi il favore! Chi credi che ti abbia cresciuto in questi anni? Puoi fregare tutti, ma non me. Tutti siamo una contraddizione, tutti abbiamo dei sentimenti, delle passioni. E tu più degli altri perché ti sforzi di non averne. Da dove attingi la benzina che fa muovere i tuoi poteri? Saranno innati, certo, ma sai bene cosa li innesca. E lo sai perché anche tu ne sei consapevole? Perché l'ho scoperto io. Almeno ogni tanto prova a guardarti dentro, così forse capirai qualcosa e ... ricorderai chi diavolo sei veramente >>.
<< Ma io ho imparato a gestire le mie capacità, io ho imparato a controllarmi, a controllare i miei stati d'animo >>.
Potresti ancora insegnarlo a me. Lo sai che imparo in fretta e che faccio quello che mi dici (o, se non altro, ci provo)... Insomma, sarà capitato anche a te di scalciare qualche volta, di non portare a termine una missione? Non posso essere solo io quello sbagliato.
<< Io io >> sbotta Kosuke.  << Fai la predica a Ragazzo sull'importanza di essere fratelli, di far parte della famiglia. Fino a prova contraria siamo noi che ti trattiamo come se facessi parte del gruppo, ma fai sempre solo quello che decidi tu. Io dovrei essere il capo ma, in pratica, sono un sovrano che non regna. Ma mi sta bene, perché sarei un pazzo se impedissi a delle forze della natura come voi di mettere in campo tutto il vostro potenziale. Per questo avete una simile libertà di manovra, mentre a noi tocca fare in modo che i vostri casini siano utili ... in qualche modo. E, tuttavia, non è questo il punto. Riesci almeno qualche volta a pensare a come si sentano gli altri? Passi per noi, ma Ragazzo ha appena quindici anni e non sa neanche cosa sia questo mondo. Ha paura, vuoi fargliene una colpa? >>
Se non avessi paura di sbagliare, se non avessi paura di fare male, se non avessi paura di essere ... così inutile.
<< Non puoi neanche immaginare quanto ci stia pensando in questo momento, quanto abbia a cuore il nostro progetto, quanto abbia a cuore la nostra incolumità ... persino la sua. Non gliene faccio una colpa, ma non abbiamo scelta. E' la vita che è stronza e lui deve accettarla o ... finisce qui >>.
<< Però, durante quel combattimento, hai visto com'è cambiato? >> interviene ancora Musashi.
<< Già quella cazzata dell'altro Shinji ... Comunque non ce l'ha fatta ad ucciderlo >>.
Non è una cazzata, quello Shinji è l'unico che possa esservi utile. Lasciatelo con voi, io starò buono, non vi darò fastidio.
<< Certo che sei proprio ottuso! >> grida Orso. << Quello che conta è che ha il potenziale. Sei tu che gli dai fretta. E puoi chiamare anche l'universo a testimone, non puoi forzare la mano con lui. Se non trova le motivazioni giuste, le sue, sicuramente non ce la farà. E se dovesse riuscire ad essere un sociopatico come te, avresti creato solo il tuo clone. Perché non lo accetti? >>
Perché non mi accetti? Forse riuscirei a farlo anch'io.
<< PERCHE' NON LO CAPISCO!!! >> esplode Furia Buia facendo un gran casino come se avesse sbattuto i pugni sul bancone. << Credete che uccidere sia la vera prova di Shinji? No, è questa, è tutto quello che è accaduto oggi. Al di là del fatto che tra un mese dovrà lottare contro quello stronzetto di Ronin ... >>.
<< E allora non farlo combattere! >> Orso rinforza il vocione. << Lascia che vengano a reclamarlo! Lascia che ci insultino, che ci accusino di non rispettare gli accordi! Che ci provino a torcergli un solo capello!  Li faremo affogare nel loro sangue >>.
<< E tu ti lamenti perché potrebbe non essere all'altezza? >> attacca ancora Musashi. << Stavi per ucciderlo quel giorno quando quell'animale gli stava fracassando la testa. Almeno di' che hai paura che muoia >>.
<< Certo che ho paura che muoia. Tutti noi abbiamo paura per lui. Questo ci toglie lucidità. Ma sono disposto ad accettarlo, esattamente come voi. Il problema è un altro >>.
Almeno ha paura per me. E' una biglia, afferrala!
<< E quale? >> chiede il vecchio con tono più pacato.
<< Se mi lasciate finire ... >> sbuffa Furia Buia che indugia prima di rispondere, mentre il mio orecchio è così sudato ed incollato al legno della porta che temo di portarmela dietro se solo provassi a staccarlo. Qual è il problema? Aiutami a capire!
<< Quel ragazzo è come un buco nero che divora tutto, anche se stesso. Ha così tanta paura di essere buttato via, ha così poca fiducia in sé, è così vuoto dentro che prima o poi farà del male anche a noi. Se non trovo ... se lui non trova un motivo per cercare di essere anche solo Shinji Ikari, se non cresce e non canalizza tutta quell'energia la sua morte sarà solo il minore dei mali. C'è ... quell'ombra in lui ... è spaventosa. Se non impara a credere nelle sue capacità, a conoscersi e - mi sembra assurdo dirlo - ad amarsi, non potrà governarla e sarà la fine ... per tutti >>.
Scivolo in ginocchio graffiando il legno per attutire l'impatto. Ho solo quindici anni, non salirò più a bordo di un Eva. Cosa credi che possa fare? Come posso essere un pericolo anche per voi? Vi basta solo smettere di proteggermi!
<< Sappiamo tutti che possiede abilità ... simili ... alle mie, ma è così pieno di paure, di rabbia, di frustrazione, di colpa, e accidenti a lui chissà cos'altro, che finirà per provocare un'altra apocalisse ... e forse non avrà neanche bisogno di salire a bordo di un Eva. Ho fatto male i conti, perché sapevo cos'è quel ragazzo >>.
Provo a resistere ad un feroce attacco di panico che confonde i contorni delle pareti e distorce i suoni. Io ... un'altra apocalisse? Gli Eva sono i veri mostri, io lo sono soltanto quando entro nel mio 01; altrimenti sono un inutile bamboccio. L'ha detto anche Asuka, maledizione. Cosa diavolo sono allora?
<< Cosa diavolo è allora? >> domanda il vecchio.
<< Non lo so ... Il fatto è che ha così tanto bisogno di essere accettato che è pronto a seguire chiunque senza fregarsene di ciò che è giusto o sbagliato, di cosa vuole o non vuole; ha così tanto bisogno di non essere buttato via che non ha cuore nessuno. Eppure ha così tanta paura di essere buttato che odia chiunque gli capiti a tiro perché è inevitabile che gli altri ti deludano se vivi solo in funzione del loro giudizio. E uno Shinji egoista e che odia e che ha paura è pericoloso. E' così contraddittorio che un minuto sembra quasi aver bisogno di essere davvero il mostro perché così almeno potrà dare un senso a quell'ansia da abbandono, potrà illudersi che c'è almeno un ordine nel suo universo, come se la punizione lo rendesse meno inutile; e poi un minuto dopo sfugge ad ogni colpa, all'idea stessa della punizione come se non volesse sentire ragioni ... >>.
E' che non voglio restare solo. Lo so che dovrei pensare anche agli altri, ma è più forte di me. Io ho paura ...
<< ... Perché per lui l'unica conseguenza sarebbe appunto essere gettato via, non è chiaro? >>
<< Certo che lo è, ma non posso farci niente, non posso aiutarlo, non possiamo, non abbiamo tempo. Temo che sia tardi, che lui sia già perso. E non serve a niente dirgli cosa fare perché anche in quel caso non so mai con chi ho a che fare. Perché sembra sempre disposto ad obbedire a qualunque ordine, a seguire qualunque indicazione purché non spetti a lui scegliere; poi rifiuta gli ordini, anche i consigli ... >>.
<< ... Delle stesse persone che teme un giorno lo scarteranno, gli diranno che è inutile. Cosa c'è di così complicato? E' stato abbandonato, è solo. Anche tu lo eri e guardati adesso >>.
<< Ma io non ho scatenato la fine del mondo. E possiamo parlare tutta la notte del suo diritto ad avere più tempo, ma non c'è, non abbiamo mai avuto scelta, neanche lui. Non abbiamo più tempo per gestire quel ... mostro che è dentro di lui >>.
Ho quasi l'impressione che provi pietà per il ... mostro, ma probabilmente è solo la pietà che provo per me stesso, non diventerò mai come Furia Buia.
<< E che vorresti fare, ucciderlo ? >> chiede Orso
<< Non ho detto che dovremmo arrivare a questo, ma che alternative abbiamo? Riconsegnarlo alla Wille? Sappiamo bene che anche lì sarà usato e probabilmente sacrificato al momento opportuno esattamente come accadrà a noi e sempre ammesso che anche loro non sbaglino i calcoli, perché in quel caso Shinji completerà l'opera di distruzione. L'altra possibilità è che torni dal padre e noi siamo fottuti lo stesso >>.
<< E' vero, viviamo in un mondo complicato >> il vecchio sembra riflettere ad alta voce, << e anche lui è complicato. Per questo sei necessario tu. Non è vero che non riesci a capirlo. Sei spaventato perché lo hai compreso fin troppo bene. E ci riesci perché anche tu sei un mostro, lo sei sempre stato. Anche tu eri pericoloso in un mondo maledettamente più pericoloso di questo. Almeno noi ora  sappiamo dove ci troviamo. Avremmo dovuto buttarti via? Tu avevi quei poteri e soprattutto quella "cosa" che poteva realmente ucciderci tutti. Io ho rischiato con te, eppure non sapevo cosa avessi passato e non lo so neanche adesso. Ma tu hai capito quel ragazzo e puoi farci qualcosa >>.
<< Cosa? >>
<< Potresti iniziare cercando di concedergli un po' di tempo >>.
<< Non ne ha!!! >>
<< E tu trova il modo! >>
<< Perché non lo fai tu? Sei sicuramente più bravo di me. O può farlo Orso o Musashi ... >>.
E' che volevo identificarmi con te; avrei voluto che fossi tu mio padre.
<< Perché tu >> si intromette Orso << hai deciso di non ucciderlo e di fargli da padre >>.
<< E senza chiedere il nostro parere >> insiste Musashi che, con il suo modo di fare perennemente canzonatorio, sembra volerlo prendere in giro. Non riesco mai a capire quand'è serio.
<< Ma se eravate d'accordo anche voi >> prova a difendersi Furia Buia.
<< Perché tu, al diavolo i soprannomi >> sbotta il vecchio, << sei la persona a cui vuole arrivare. Che ti piaccia o no ha scelto te come specchio. Devi accettarlo, devi accettare che in questo momento, oltre suo padre, ci sei tu. E purtroppo per lui non ci sarà mai la fila dietro la porta, sei la sua unica alternativa. Non puoi tirarti indietro proprio ora >>.
<< E dire che gli hai pure parlato come suo padre >> rincara la dose Orso.
<< Voi non sapete cos'è successo  ... >>.
<< Non piace neanche a me l'idea >> lo interrompe il vecchio. << Tu non sei ancora pronto per aiutarlo. Ti aspetti che l'unico modo che ha per salvarsi ed esserci utile sia diventare come te? Orso e il Biondo sono cacciatori migliori. Tu hai solo i tuoi poteri e questo pessimo carattere. Credi davvero di essere il più bravo solo perché sai colpire più forte, perché sei sempre più incazzato degli altri? L'ultima volta hai sopravvalutato le tue capacità e siete quasi morti. Fai il duro solo perché non vuoi far vedere quanto sei spaventato. Se il ragazzo ha paura di essere buttato via tu hai il terrore di fallire; anzi, peggio, hai paura di provare dolore. E adesso fuggi dalle tue responsabilità, proprio come secondo te fa Ragazzo, solo perché così puoi proteggerti meglio >>.
<< Io non sono un vigliacco >>.
Quindi anche tu pensi che io lo sia.
<< No tu sei anche un egoista. Altrimenti, saresti almeno capace di chiederti cosa non ti va giù di Shinji. Qual è il vero problema: non è come te o lui ha quello che non vuoi accettare in te? Se non fosse così come potresti riconoscere i fantasmi che ha dentro? Tu li vedi perché sono i tuoi. Quell'ombra spaventosa che hai visto in lui è la stessa che io ho trovato in te. Per questo sono stato felice quando hai deciso di non ucciderlo, perché significava che eri disposto a metterti in gioco, ad affrontare i tuoi demoni. E pensavo che, se tu ci fossi riuscito, avresti potuto salvare non solo Shinji, ma anche te stesso. Sei l'unico figlio che non sono riuscito ad aiutare >>.
<< Sei stato tu, vecchio, ad insegnarmi che anche le persone migliori e più promettenti possono perdere o fallire perché si trovano nel posto e nel momento sbagliati. E' una questione di fortuna, ma con Shinji non si tratta di semplice fortuna; con Shinji si tratta di giocare alla roulette russa con tutte le camere piene di proiettili tranne una; si tratta di avere una sola possibilità >>.
<< Noi ce la siamo cavata anche con mezza possibilità >> ribatte Orso.
<< E, a proposito di vigliaccheria, io  ... >> ed ecco quello che temo, lo capisco dalla pausa << ho il coraggio di dirvi adesso che non sono in grado di gestirlo. Devo ammettere che ho fallito >>.
E se tu hai fallito, io che possibilità ho? ... Mi eri rimasto solo tu ... se neanche tu ce la fai ...
<< Non devi gestirlo >> la voce di Kosuke mi costringe a rimanere concentrato. << Devi aiutarlo a crescere. Nessuno può farcela da solo. Se lui non ce la fa, dagli una mano, come abbiamo fatto noi con te. Non comandarlo come faceva il padre, insegnagli a guidarsi da solo. E se poi la fortuna non è dalla sua, pazienza >>.
<< Ma è a ME che si oppone >>.
<< E cosa dovrebbe fare un figlio? >> domanda il vecchio
<< Ma io non voglio essere suo padre ... non ne sono capace. E per quanto mi disgusti ammetterlo, la mezzosa ... Asuka ha ragione. Si tratta di scegliere tra una persona sola e il mondo intero. E io so cosa è giusto scegliere >>.
<< Abbandonarmi! >> anticipo la lettura del dispositivo di condanna.
<< Solo tu possiedi la verità? >> domanda Kosuke con tono fermo, ma non ostile. << Certo che sei assurdo! Ma va bene, scegli tu ... >>.
<< Ma perché ... >> reagisce Musashi.
<< ... Però ricordati perché lo hai risparmiato. Scegli tu solo che cosa è importante per te e cosa sei disposto a rischiare. E dopo affronta le conseguenze da uomo >>.
<< Dovrei farlo anch'io. Almeno potrei morire con un po' di dignità. Davvero mi basta solo questo >> mi dico scostandomi dalla porta e sedendomi sui talloni con le mani giunte sulla pancia.
<< Se scegli male >> ammette il vecchio, << perderemo anche te e la nostra vita sarà ugualmente in pericolo. Lo capisci vero? >>
<< So cos'è importante >> sento il rumore di uno sgabello accompagnare  le parole di Furia Buia. << E sono disposto a sacrificare tutto, me stesso ... e anche lui >>.
Una sola persona non vale la salvezza degli altri. Lo trovo giusto, soprattutto considerato che quella persona sono io. E' solo una questione di conseguenze. Non posso sfuggire a ciò che ho fatto, a ciò che sono, al mostro. Il problema semmai è come fare a ridurre al minimo i danni ... per gli altri.
<< Dove vai? >> chiede Orso.
<< In giro ... non ho voglia di dormire >>.
<< A dire il vero neanche io >> ammette dopo un po' Musashi. << Orso, facciamo a turno per stare con Ragazzo ... io magari nel frattempo do un'occhiata a quell'altro squilibrato >>.
<< No >> si intromette il vecchio. << Lasciatelo solo, lasciateli soli! Non possiamo fare niente. Quello stupido aveva ragione: devono superarla questa prova, altrimenti siamo nei guai >>.
 
 
*****
 
 
Non è ancora l'alba, a est si affaccia timidamente un celeste cupo a scolorire la notte. Mi muovo in un territorio ancora sicuro, potrei camminare così per almeno una settimana e, se non perdo troppo la testa, potrei riuscire a non mettere il piede nel punto sbagliato. Certo, ammesso che non mi uccidano prima e non perché io sia Shinji Ikari, ma perché sono solo.
Non mi pento di aver preso questa decisione, mi è sembrata la più sensata, per così dire "a minor impatto". Se quello che ha detto Furia Buia è vero - e non ho motivo di pensare il contrario - allora andarmene era la cosa giusta da fare. Se fossi rimasto avrei messo in pericolo quelle strane brave persone che hanno cercato di accudirmi o sarei stato consegnato alla Wille come un giocattolo difettoso. Non so cos'abbiano in mente Kaji, la signorina Misato o la signorina Ritzuko - sono così diversi dalle persone che ho conosciuto, quasi non riesco a credere che siano davvero loro. Ma, se anche alla Wille hanno deciso di usarmi, beh non permetterò che questo giocattolo scoppi nelle mani e nel momento sbagliati. Se riesco a stare lontano da quei maledetti Eva, l'umanità forse potrà salvarsi. Perché tutto ciò che mi riguarda deve avere effetti di portata così vasta? Io volevo solo essere normale con una madre e un padre anche solo decenti.
E comunque la Wille come la Nerv non è casa mia. Non mi sono mai preoccupato di scegliere un posto che potessi chiamare "casa", ma ora per me è importante ricordarlo, perché è l'unica certezza che mi è rimasta, l'unica cosa che so di volere. Dappertutto anche sottoterra, ma non lì e non da mio padre. Anche lui mi userebbe per portare avanti il suo stramaledettissimo piano, qualunque esso sia.
Andarmene è l'unica possibilità che ho di avere ancora un'idea di controllo sul mio destino, è l'unica cosa finalmente giusta che possa fare. Nella fondina c'è la pistola carica, c'è acqua nella borraccia e qualche soldo in tasca, sulle spalle porto la mia bisaccia immaginaria, piena non di ricordi ma di tutto ciò che non va in me e che non potrà mai andare.
Per il resto sono solo, ma è difficile da spiegare. Non mi sento come quando provai ad abbandonare la Nerv dopo quel drammatico scontro con il secondo Angelo, Shamshel, perché allora volevo essere ripreso; né come dopo gli eventi che seguirono al ferimento di Toji ... di Asuka - dannato Shinji. In quell'occasione non volevo che qualcuno tornasse a prendermi.
Come ormai troppo spesso mi accade, mi ritrovo in mezzo a due correnti di uguale forza, modulo e intensità che si scontrano o si tendono in direzioni opposte fino a lacerarmi.
Oggi, vorrei tanto che almeno loro, solo loro, i tre cacciatori mi cercassero; vorrei tanto tornare indietro in quel posto che iniziavo a sentire mio. Ma se lo facessi altri soffrirebbero. Che abbia imparato ad essere meno egoista? Chissà se lo scriveranno sulla mia lapide?!
 
Il sole è già alto, al contrario del morale che si riduce ad ogni passo. Pagherei per conservare la determinazione di una manciata d'ore fa; continuo a voltarmi non per scorgere le loro facce, ma un segno che mi consigli di fare marcia indietro.
Anche l'istinto mi mette i bastoni tra le ruote e fa incespicare i miei piedi ricordandomi quanto poco durerà il mio forzato auto-esilio. Quando avrò superato i territori non ostili, la mia sopravvivenza dipenderà solo da me e dai miei scarsi tre mesi di addestramento e io non sono capace neanche di sparare ad una persona. Su di ... me non posso contare, visto che si tratta pur sempre di Shinji Ikari.
Non si può fare affidamento su uno come Shinji ... 
Eh no, per favore, non mi serve riascoltare le parole di Asuka; avrà avuto senz'altro le sue ragioni per sputarmi contro una simile verità. Ancora non so bene cosa io ... tu ... o noi le abbiamo fatto e non mi va di colmare la lacuna.
 
E' passata un'altra ora. Il mio animo è ormai terra di conquista per ansia, paura e dolore. Al diavolo, non voglio restare solo.
<< Che c'è, non parli più, Shinji? >> mi dico ad alta voce. << Non mi dici niente? Non approvi la mia decisione, sei arrabbiato con me? Certo che non sei di compagnia. Vuoi abbandonarmi anche tu così che il primo stronzo che riuscirà a mettere in buca una pallottola nella mia fronte, potrà ridere di quel moccioso che parlava da solo? Ti rendi conto che sto parlando da solo, vero? Ti rendi conto che sto parlando a ... me stesso e che ... me stesso neanche mi risponde?
<< Avanti, puoi mandare in onda qualche ricordo se vuoi >> alzando il tono della voce, << così potrò ripetermi che scappare era l'unico passo decente da compiere. Mi sto annoiando e sono spaventato! Quando non te lo chiedo >> ormai grido guardando nel vuoto poco sopra di me e intorno a me << mi ammorbi con queste immagini orribili, queste sensazioni schifose, e adesso che ti chiedo di ... battere un colpo ti nascondi? Anche tu mi hai abbandonato >>.
E dire che stavo facendo progressi, mi ero quasi illuso di poter combinare qualcosa di buono, di purificare il mio nome, di liberarlo dal fantasma della morte, di liberarlo da mio padre. Volevo davvero essere utile.
Si anche per essere accettato. Che c'è di male? Ma non è solo per questo: avevo una possibilità di capire il mio posto come persona e non come cagnolino di qualcuno; avevo una possibilità di dimostrare che posso essere migliore di così ... E ho fallito miseramente.
 
Un'altra radura interrompe un'irregolare schiera di arbusti; davanti a me a neanche venti metri un insolito dosso di terriccio si snoda in larghezza, ondulato come un serpente, collegando due file di alberi; in altezza supera di poco quella di un uomo adulto nella media. Non sembra affatto una formazione naturale, deve essere opera dell'uomo, forse per segnare un confine.
Rallento, colto da uno strano presentimento, alzo il cane della pistola, pur nutrendo totale sfiducia nelle mie capacità di usarla. Non posso essere già in pericolo, a meno che ben altre persone non abbiano mangiato la foglia la scorsa notte. Potrebbero avermi anticipato, in quel caso sono ...
<< Era solo questione di tempo. sapevo che saresti tornato da me >>.
Il terrore che mi assale nell'udire quella voce per poco non mi fa partire un proiettile sul piede. Una sagoma, scura e indistinta come un'ombra, si materializza emergendo dal dosso, man mano che procede nella mia direzione, fino a raggiungere la sommità del terrapieno, si definisce nei contorni e nelle fattezze ... Come fa a trovarsi qui, come può essere proprio lui?
Aiuto, è mio padre!
 
Immobilizzato dalla shock, posso solo tremare davanti a quell'uomo che ora si aggiusta con il suo inconfondibile gesto gli occhiali da sole a visiera. La sua barba curata, appena macchiata da occasionali peli bianchi non attenua la spigolosità di quel volto che non ha mai espresso emozioni.
Cosa faccio adesso? Davanti a me c'è lui e dietro non c'è più niente. Nessuno verrà a salvarmi e io non posso tornare. Maledizione perché non riesco neanche a scappare?
<< Abbiamo perso anche troppo tempo >> continua con tono calmo eppure aspro. << Questa volta cerca di non deludermi >>.
E tu, tu non ti preoccupi di deludermi, di non dirmi niente? Ti rendi almeno conto di cosa hai fatto, di cosa mi hai fatto fare, di cosa ho fatto ... per te?
<< Puoi ancora essermi utile >>.
Io non voglio esserti utile. Volevo essere utile a Furia Buia, ad Asuka ... non a te.
<< E' l'unica cosa che puoi fare, è l'unica che sai fare >>.
Non voglio essere il tuo cane, non voglio essere il cane di nessuno... Almeno potresti dirmi perché.
<< Se resti con Misato vivrai da cavia e morirai in prigione. Con me puoi ancora fare qualcosa di buono >>
<< Qualcosa di buono? >> ripeto a bassa voce per sentire sulle mie labbra il sapore di quelle parole, come se potessi esorcizzarle dal significato malvagio che vi ha sicuramente infuso. Io voglio solo fare qualcosa di buono, ma con te non è possibile.
<< Ti osservavo ieri mattina mentre i tuoi amici facevano fuori i miei uomini! Vuoi davvero ripulire cadaveri? >>
Allora eri tu? Beh, se non altro, quello lo so fare ... e non è pericoloso.
<< Avanti, Shinji, seguimi! >>
Un momento ... perché sento l'impulso di obbedire? Devo dire "no", devo assolutamente dire "no", è solo una maledetta sillaba, perché non riesco a pronunciarla? Asuka non ha problemi a dirmi "no" ... lei non ha problemi ... a ... lei è coraggiosa. Non è come me, io sono un uomo della peggior specie, senza un briciolo di volontà.
Orso mi ha detto che capire i propri limiti è una virtù, ma essere un cane non è una virtù. Come posso obbedire a lui quando ho rifiutato di farlo con chi mi ha salvato ...? In me non alberga un briciolo di altruismo o di lealtà. Un incapace come me non è degno ...
... di salire su un Evangelion.
 
Non ce la faccio neanche a tenere la schiena dritta, trattengo le lacrime perché non sono abituato a piangere davanti a mio padre ... non mi darà conforto. Coraggio cagnolino, arrenditi! Se questa è la tua natura, allora devi fare solo un passo, gli altri seguiranno.
Aiutami, Shinji!!!
 
Hai paura di incontrarti con tuo padre? Se non ti sforzerai di fare il primo passo in avanti, non cambierà mai nulla da sé.
La signorina Misato! Mi aiuti, cosa devo fare?
Chiarisci le cose con te stesso e sugli Eva, sui motivi per cui sei venuto qui, suo motivi per cui sei rimasto. Trova le risposte che devi a te stesso.
La signorina Misato è morta, vero?
 
Qui è ancora viva e anche lei ti vuole bene. 
 
Temevo mi avessi abbandonato.
 
Anche volendo, dove vuoi che vada?
 
Nonostante tutto, mi piace questo tuo ricordo, le sue labbra hanno un buon sapore ancora adesso.
Non si tratta solo di fare un passo, ma di continuare ad avanzare, un passo alla volta.
Ma se faccio un passo, anche uno solo; se faccio un passo in avanti io andrò da mio padre. Se cammino in direzione di mio padre io farò ancora del male, le farò ancora del male, farò del male ad Asuka.
<< Cosa aspetti, Shinji? >>
Di capire cosa fare.
Pensa tu solo, decidi tu solo che cosa tu debba fare in questo momento. Spero che non ne avrai mai a pentirtene.
Kaji! Anche questo è un tuo ricordo, vero? E' bello! E' un buon motivo per combattere ancora, non credi?
 
Ne abbiamo trovati tanti di buoni motivi.
 
E adesso quale altro motivo posso trovare?
Cosa desideri realmente?
Mi sembra di vivere ogni momento, di vedere tutte le persone amiche che mi parlano e si frappongono, a mo' di scudo, tra me e lui. << Mamma! >> sussurro a bassa voce mentre una risata nervosa scioglie il nodo alla gola e fa salire le mie emozioni fino agli occhi. In fondo non è così spiacevole provare emozioni, perché non c'è solo dolore e, immersi in quest'acqua, tanti momenti della vita di Shinji Ikari (mia o ... mia) non mi appaiono proprio da buttare. << Mamma, lo sai che desidero le tette di Asuka! Se solo fossi stato migliore, se solo avessi fatto qualcosa ... >>
Tutti commettiamo degli sbagli che diventano rimpianti. Pensa alla possibilità di riscattarti.
 
Anche questo mi sembra un buon motivo per combattere, signorina Misato.
 
<< Non mi hai sentito? Seguimi, Shinji! Tanto non puoi tornare indietro >>
E' vero, non si torna indietro, io non posso tornare indietro, l'ho detto ad Asuka, le ho detto tante cose ... le ho detto anche che l'avrei riportata a casa. Diventerà davvero così bella da grande?
 
Ehi si!
 
Anche questo mi sembra un buon motivo per combattere.
 
Anzi, questo mi piace di più, sebbene non sappia cosa significhi. So solo che dovrebbe imparare a fare il caffè, quello che prepara lei è disgustoso.
Dovresti avere più coraggio
Hai ragione, Asuka, dovrei avere un po' più di coraggio, il coraggio di fare l'impossibile, come mi diceva Furia Buia. Posso accettare la fortuna di essere ancora vivo, posso accettare la responsabilità per quello che ho fatto. In fondo, anche nello Shinji che sono stato, il mostro, c'è il mio talento e il mio destino. E il mio destino è rialzarmi sempre, io mi sono sempre rialzato.
<< Se resti lì non avrai alcuna possibilità di sopravvivere. Devi venire con me, Shinji! >>
No, io ho almeno una possibilità. Non è male ... lo so perché tutti questi fantasmi del passato mi dicono che è così. Se ho un motivo per combattere, ho ancora una possibilità e io ne ho tanti davanti ai miei occhi e dentro il mio cuore. Se ho un motivo per combattere posso ancora fare l'impossibile. Sebbene con me non ci siano i miei fratelli, io ho ancora una possibilità; anzi, i bravi cacciatori se la cavano anche con mezza ... e i miei fratelli sono i migliori.
<< Smettila di fare storie, smettila di fuggire! >>
Non puoi e non devi sempre fuggire!
Signorina Misato, non è soltanto questione di dovere. Lo so anch'io cosa è giusto, ma non basta. Non mi basta compiere un atto solo perché è giusto, devo soprattutto volerlo. Se non voglio davvero, finirò solo per obbedire a qualcuno prima di ... disubbidire un'altra volta. E' questione di volere, signorina Misato, e la volontà è una disposizione dell'animo.
 
E tu cosa vuoi in questo momento?
 
Beh, visto che dietro di me non c'è più niente, visto che davanti a me c'è quello che non voglio, e poiché finora ho sempre girato a vuoto, allora ... desidero compiere l'unico passo possibile.
 
E quale sarebbe?
 
... Questa volta ...
<< Ti ho detto "vieni con me, Shinji"! >>
                                                                                                                                                                                                                 Shinji 

... preferisco ....
<< Mi servi >>.
Shinji

... stare fermo!
<< MUOVITI! >>
SHINJI

<< NOOOOOOO!! >>
Io non voglio fuggire
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Evangelion / Vai alla pagina dell'autore: bUdson281