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Autore: Elgul1    12/07/2019    14 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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" Direi che ci siamo." Annunciò Shoan al lato del passeggero e fissando con una certa ansia il locale davanti a loro. 
" Va tutto bene?" Gli domandò Joseph seduto accanto a lui. Avevano preso la sua auto per non destare troppo sospetti e, adesso, con i loro vestiti, sembravano due semplici ragazzi a giro per fare compere.
 
 " No, per niente..." Ammise terrorizzato era la prima volta che faceva una cosa del genere da dove si cominciava? - Perché non ci hanno mai spiegato come comportarsi a interrogatori così?- Riflettè fra sè e sè maledicendo la sua pigrizia al corso non era mai stato attento a quelle spiegazioni e ora ne pagava il prezzo. 
 
" Non ti preoccupare..." Lo rincuorò Joseph togliendosi la cintura di sicurezza. " Faremo alla vecchia maniera." Gli suggerì ancora mentre scendevano dal veicolo. 
Shoan lo guardò abbastanza confuso mentre si sistemava la camicia a quadri che s'era messo.
" E cioè come?" Chiese perplesso.
 Joseph lo guardò di sbieco come se avesse detto qualcosa di assurdo. " Ma come? Non hai mai visto i film polizieschi? Poliziotto buono e cattivo no." Replicò con fiducia lui. 
Shoan si mise una mano in faccia ricordandosi di quando fu Steve a farlo durante la loro gita da Thomas. - Si direi che adesso capisco come si è sentito.-  Pensò. 
" Ti prego, dimmi che scherzi." Lo implorò cercando di fare la voce della ragione nonostante l'eta più giovane. 
Quello scosse la testa. " Sono serissimo invece..." Dichiarò avviandosi verso il vecchio antiquario. " Cosa vuoi che succeda." Disse ancora tra la preoccupazione sempre più crescente del giovane.
 
 
-
 
 
Erika mise la macchina nel parcheggio proprio davanti all'ingresso dello studio medico a quell'ora del pomeriggio completamente vuoto.  Aveva chiamato in anticipo lo psicologo dicendo che avrebbe dovuto fargli delle domande veloci su Katrin e, lui, era stato disponibile a incontrarla anche subito. 
Scesa dall'auto le porte automatiche si aprirono subito e, dal caldo torrido, passo a una piacevole frescura visto il condizionatore proprio al lato della porta al box informazioni la spedirono al secondo piano e, arrivata alla porta vicino alle scale, bussò piano.
 " Avanti." Mormorò una voce maschile dal timbro calmo e composto. 
Erika girò il pomello ritrovandosi in un piccolo studio due grandi librerie, con diversi tomi, erano messe all'angolo sulla destra e sulla sinistra con, una pianta accanto alla scrivania in legno su cui, erano appoggiati, diverse scartoffie oltre a un piccolo portatile che faceva uno strano ronzio. 
 
 
" Lei dev'essere l'agente Erika giusto?" Chiese l uomo dal viso magro e dai folti capelli grigi e un accenno di barba sul mento. 
" Si esattamente, lei dev'essere il dottor Derek." Rispose la donna accomodandosi davanti all uomo sulla sedia posta davanti a lui. 
" Al telefono mi ha detto che voleva parlare di Katrin..." Cominciò a dire il medico guardandola con i suoi occhi marroni in maniera piuttosto allarmata. 
" Esatto volevamo capire se, ci fosse, qualche modo per poterla gestire oppure un metodo per poter fermare l'altra sua personalita." Replicò la poliziotta. 
Derek rimase in silenzio per qualche istante. 
" Katrin Hoffman è uno dei casi più strani che abbia mai avuto..." Cominciò a dire con aria allarmata. " Un tale sdoppiamento della personalita una calma e posata l'altra piena di follia omicida. Quando ho saputo da lei che era fuggita dal carcere mi è venuto un colpo la doppia personalita Knife è una seria minaccia non solo per chi la circonda ma anche per la stessa Katrin." Le spiegò lui. 
" Che intende con una minaccia anche per lei?" Domandò curiosa la donna. 
Derek sospirò. " Non dovrei dirlo..." Ammise con dei sensi di colpa nella voce. " Ma, in questo caso, mi trovo costretto a violare la privacy della mia assistita..." Cominciò a dire. " Come gli avrà detto il capo della prigione Katrin perse entrambe i suoi genitori in un incidente la cosa, fin qui, può sembrare una casualità del caso ma non lo è..." 
" E perché non lo sarebbe? Ho letto quel rapporto e, a quanto pare, l'auto aveva sbandato contro il guard rail facendoli finire fuori strada i genitori sono stati sbalzati fuori dall'abitacolo e, la bambina, è soppravvisuta perché legata sul seggiolino dietro." Lo interruppè Erika confusa da quel discorso. 
" Purtroppo, quell'incidente, non è stato un caso perché fu proprio lei a provocarlo..." Commentò lo psicologo in breve lasciando ammuttolita la donna. " Vede il soggetto è nato con due abilità diametralmente opposte. La capacità di controllare le sostanze chimiche, emersa per prima e quella di controllare i metalli giunta più tardi non si sa come..." Cominciò a dirle. 
" Lei come ha scoperto che è stata lei a provocare la morte dei genitori?" Domandò Erika realmente curiosa di tutta quella faccenda così assurda. 
" Me l'ha detto lei stessa sotto ipnosi non è stato semplice soprattutto perché, questa cosa, è andata nei meandri più profondi della sua coscienza e la sua mente l'ha fatto completamente scordare quello che ha fatto come metodo di difesa." Le rispose lui cercando di essere coinciso. " D'accordo e perché sarebbe un pericolo anche per la stessa Katrin?" Chiese Erika facendo di nuovo la domanda di prima. 
" La coscienza dominante ormai non è più Katrin..." Le rispose in maniera breve. " Ormai, per la maggior parte del tempo, è Knife è stare alla guida può capitare che gli ceda il posto però, più il tempo passa, più la sua personalita violenta prenderà il controllo completo facendo qualcosa che potrebbe dimostrarsi davvero abominevole..." Disse fermandosi un'attimo. 
"  E sarebbe?" Chiese la donna. 
" Se Knife prenderà il pieno e totale controllo non avrà più solo il potere di controllare i metalli ma, otterrà, il potere di Katrin riuscendo, in questo modo, ad alterare qualsiasi sostanza capisce dove voglio andare a parare?" Le chiese lui stavolta Erika non comprese all'inizio ma poi capì. 
" Vorrebbe dire che, lei, potrebbe diventare un super ancora più potente di adesso..." Mormorò abbastanza scioccata da quello a cui stava pensando. 
 " Precisamente." Ammise il medico.
 " C'e un modo per fermarla?" Chiese Erika ancora allibita da quelle scoperte. 
Lui scosse la testa. " Lavoro con le da quando fu rinchiusa e ho studiato il suo caso da cima a fondo ma, al momento, non ho la più pallida idea di come fare a impedirlo..." Rispose il medico con rammarico. 
 
Erika si sentì sprofondare nella sedia dall'angoscia se quella pazza avesse preso il controllo anche di quel potere sarebbe stata sul serio la fine. " Cercherò di analizzare al meglio i dati in miei possesso..." La avvisò il medico cercando di dargli una speranza. 
" Forse mi sono lasciato sfuggire qualcosa la terrò informata." Aggiunse cercando di tranquillizzare la donna che, mettendosi in piedi, gli tese la mano.
 " E' di vitale importanza che trovi qualcosa se ci fosse un modo per far emergere Katrin come dominante forse riusciremo a fermare il caos che sta per arrivare." Le comunicò Erika decisa prima di avviarsi verso la porta.
 
 
-
 
 
Tra Steve e Jennifer c'era silenzio in quel momento da quando Steve aveva fatto quella domanda, sull'ecatombe di tre anni fa la donna rossa si era fatta stranamente silenziosa. 
" Sei proprio sicuro di volerlo sapere?" Chiese lei guardandolo dritto negli occhi. Lui annuì senza alcuna esitazione nello sguardo.
 " Lo voglio sapere anche molto più di prima..." Ammise stringendo con forza e rabbia la mano per quello che era successo la scorsa notte si era sentito debole come mai era successo prima e questo gli rodeva.
 
 Jennifer si morse il labbro inferiore per il nervoso. " Se io ti racconto, tu cosa farai di queste informazioni?" Gli domandò anche se già sapeva la risposta.
 " Userò quello che tu mi dirai per cercare di capire meglio questo killer per capire come si muove e vedere se ha lasciato qualche traccia sulla sua identita o simili." Le spiegò brevemente serio. 
" Intendi ancora perseguire in questa folle impresa? Nonostante quello che è successo ieri notte?" Mormorò la donna con un velo di preoccupazione nella voce. " Quello che è successo ieri notte mi sta spingendo a mettermi ancora di più all'opera, proprio perché ho lottato con lui so che devo saperne di più non posso lasciarlo fare." Replicò lui convinto con un dubbio che lo stava attanagliando da prima che Erika arrivasse. 
" Non ti è bastata la lezione che lui ti ha dato? Vuoi davvero perseguire ancora?" Chiese ancora la donna stavolta seria in volto fissando gli occhi di lui e, desiderando, che gli dicesse no.
" Tu, ieri notte, lo hai visto non è vero?" Gli domandò lui facendola ammutolire. " Prima è arrivata Erika e non abbiamo potuto finire il discorso ma, tu c'eri quando lottavo contro di lui e non lo hai fermato perchè?" Le chiese stavolta ormai sicuro della cosa vedendo il  nervoso che stava animando la faccia di Jennifer. 
" Io ti amo troppo Steve per vederti morire così..." Rispose lei come se volesse sorvolare la domanda in qualche modo. " Affrontare quel tizio è la cosa più pericolosa che chiunque dovrebbe fare..." Cominciò a dirgli.
 " Si, io l'ho visto e non ho fatto niente ma non per mia scelta." Disse infine abbassando lo sguardo lasciando lui abbastanza confuso. 
" E per volere di chi allora?" Domandò allora lui. 
Lei sospirò a quella domanda.
 " Per via dell uomo per cui lui sta lavorando. Questo tizio è un pezzo veramente grosso e ha incaricato noi di trovarlo per offrirgli un lavoro i miei superiori, inoltre, ci hanno ordinato di lasciarlo fare qualunque cosa succedesse la nostra organizzazione non doveva intromettersi nei suoi affari cosa che io, a quanto pare, non ho rispettato." Rispose semplicemente sapendo già a cosa sarebbe andata incontro dopo una tale affermazione. 
" Fammi capire tu hai permesso a un pluriomicida di svignarsela con me mezzo morto a terra e sapendo quanto fosse importante per me che risolvessi la cosa per via di un dannato e fottuto tizio uscito dal nulla?!" Gridò preso dalla rabbia Steve alzandosi in piedi e facendo cadere a terra la sedia sarebbe potuto finire tutto ieri notte il fascicolo, le morti tutto e, invece lei non aveva fermato quel dannato bastardo.
 " Sono intervenuta per difenderti prima che ti uccidesse. Questo varrà qualcosa o sbaglio?!" Replicò lei irritata da quella risposta e dal tono ingrato che lui stava dimostrando. 
" Ti sono grato per avermi salvato..." Ammise lui rendendosi conto di aver esagerato col suo modo di fare. " Ma, nonostante questo, mi hai mentito dicendo che non sapevi niente di lui e, adesso scopro questo..." Mormorò con una specie di delusione nella voce.
 Jennifer lo guardò allibita. " Tu parli di mentire!?" Sbottò lei invelenita. " Non mi hai mai detto perché te ne sei andato e, l'ultima volta te ne sei anche scappato via. Direi che siamo pari e anche abbastanza." Aggiunse alzandosi d'impeto in piedi preso dalla rabbia crescente dirigendosi verso la porta. 
" Dove vai adesso?" Chiese Steve cercando di bloccarla con la mano per la sua. 
" Fuori da questa casa e via dalla tua presenza." Replicò ancora liberandosi della sua stretta e avviandosi fuori.
 " Ti prego Jennifer!" Esclamò ancora lui cercando di stargli dietro nonostante il dolore al petto e al fianco si facesse sentire fin troppo in quel momento. " So, di aver commesso un grosso errore..." Le gridò dietro mentre metteva la mano sopra il pomello della porta per girarlo. " Non faccio altro che allontanare le persone o almeno l'ho fatto per questi due anni..." Cominciò a dire facendola voltare. " Da quando Matt è morto da quando è successo quello che è successo ho paura che altri possano morire ho paura di non riuscire a salvare chi mi sta attorno..." Continuò a dire serio in viso notando l'espressione indecifrabile sul volto di lei. 
 
" Quindi è per questo che te ne sei andato via?" Gli domandò lei sempre impassibile come una statua. Lui annuì controvoglia. " Non voglio perderti come già ho perso molte altre cose..." Mormorò a bassa voce serio come non lo era mai stato.
 Jennifer lo fissò per qualche istante per poi incrociare le braccia al petto e sospirando, disse:" Voglio darti il beneficio del dubbio..." Ammise con uno strano rossore sulle guancie nonostante il suo tono volesse dire altro. " Ti parlerò di quello che accade tre anni fa ma, ti avverto, quando te lo avrò detto non sarai più sicuro di riuscire a cavartela contro di lui." Concluse la donna mettendosi a sedere e cominciando a raccontare.
 
 
-
 
 
Alex era davvero nervoso in quella dannata sala stampa. Per la decima volta si aggiusto il colletto dell'uniforme che sembrava stargli troppo stretto al collo il sudore, nonostate l'aria condizionata fosse al massimo, scendeva implacabile sia per lo stress sia per la stanza piena di giornalisti da cui continuavano a provenire domande oltre che flash indesiderati e, l'essere seduto accanto a quella vipera del sindaco, rendeva tutto ancora più stressante. 
 
La conferenza stampa era iniziata ormai da una ventina di minuti e, per tutto quel tempo, era stato in silenzio mentre l altro continuava a parlare a ruota libera rivelando, in piccole dosi, la crisi che stava colpendo la città in quel momento a un certo punto indicò Alex al suo fianco come per dargli la parola. 
Lui sorrise grato stava per parlare quando, il suo cellulare, cominciò a suonare all'impazzata stava per spegnerlo ma, quando vide il numero, sbianco e lo prese al volo nonostante lo sguardo furioso del sindaco.
" Sono in conferenza stampa cosa succede Joseph?!" Sbraitò con un sibillo cercando di non farsi sentire.
 " Ehm capitano credo di aver combinato un vero e proprio disastro." Rispose il più giovane con un tono che non preannunciava niente di buono.









ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi col nuovo capitolo :) è stata un'impresa scrivere la parte con lo psicologo XD sia perché dovevo spiegare un'po la faccenda sia per altri motivi.
Ci vediamo al prossimo capitolo a prestoo.
   
 
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