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Autore: pampu    13/07/2019    1 recensioni
Piccola e doverosa premessa: capita spesso che mi vengano inviate foto e messaggi o che mi vengano in mente brevi scene Sterek che scatenano dei piccoli deliri che è un peccato vengano persi.
Perciò ho pensato di creare questa sorta di raccolta dove inserire tutte le OS che derivano da questi deliri.
Non saranno collegate tra loro quindi non è necessario leggerle tutte. Sono senza pretese con l'unico scopo di addolcire un po' le giornate.
Non ho ancora idea né della tipologia di range, né dell'effettiva lunghezza che potranno raggiungere, né quante saranno ne tantomeno con quanta frequenza aggiornerò questo racconto.
Prendetele come vengono un po' come me.
Buona lettura!
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non so davvero cosa dire riguardo questa pillola. Ho il cuore a pezzi voglio pensare che sia andata davvero così. 
 

Stiles si sfrega gli occhi confuso e assonnato mentre la volante di suo padre sfreccia per le strade di Beacon Hills a tutta velocità nel cuore della notte. "Mi dispiace" continua a ripetere John ma Stiles proprio non capisce per cosa dovrebbe scusarsi. Ha solo nove anni ma è già grande e certe cose le capisce. Come il fatto che suo padre faccia un lavoro importante e che da quando è morta sua mamma deve prenderlo su se lo chiamano di notte per qualche emergenza perché non ha nessuno con cui lasciarlo a casa. Perciò si limita a sussurrare che va bene mentre si stringe un po' di più nella coperta blu. Fa freddo quella sera e il cielo è nero ma Stiles vede dei bagliori rossastri provenire dalla riserva. "Cosa succede?" chiede a John.

"Ancora non lo so, ma niente di buono."

Stiles vorrebbe fare altre domande ma John sembra molto preoccupato perciò decide di tenerle per Tracy, la segretaria della centrale che si occupa di lui quando passa le giornate o le nottate nell'ufficio del papà.

Appena arrivati John lo consegna direttamente tra le braccia della donna per poi risalire in macchina e correre via. "Ehi, tesoro, come stai?"

"Papà è preoccupato."

"È un brutto incendio" dice la donna.

Stiles adora Tracy perché non lo tratta come un povero bambino senza mamma ma gli parla come se fosse grande. "Si è fatto male qualcuno?"

"Non sanno quante persone stavano in quella casa questa notte" gli spiega la donna. Non ha bisogno di aggiungere altro perché Stiles conosce il significato dietro a quelle parole. John diceva spesso che il fuoco distrugge e non perdona.

"Ho capito."

"Vuoi riposare un po'?"

"Non ho più sonno" risponde Stiles.

"Allora disegnamo un po'?"

Il bambino annuisce.

Restano nell'ufficio di John a disegnare fino a quando non si assopiscono entrambi. Quando Stiles riapre gli occhi, fuori sembra esserci ancora più confusione di prima. Stiles si stringe la coperta sulle spalle, apre la porta e la prima cosa che vede è un ragazzo poco più grande di lui tutto sporco di fuliggine e con uno sguardo che Stiles conosce fin troppo bene. Torna nell'ufficio, apre il cassetto, prende le noccioline dolci che John tiene sempre lì per lui ed esce di nuovo. Si avvicina piano al ragazzo per non spaventarlo. "Ciao."

Il ragazzo alza appena gli occhi su di lui per poi abbassarli di nuovo senza dire niente. "Vuoi?" chiede allungandogli il pacchetto di noccioline.

"No, grazie" risponde con la voce roca di chi ha pianto tanto. Stiles conosce bene anche quella.

Si siede vicino a lui e lo osserva in silenzio. "Cosa vuoi?" sbotta il ragazzo dopo qualche minuto.

"Niente."

"E allora perché sei qui?"

"Ho freddo" risponde Stiles.

Il più grande sospira per poi sfilarsi la felpa che aveva e passargliela. "Tieni."

"Tu non hai freddo?"

"No, sto bene."

Stiles lo ringrazia e si infila la felpa enorme. Un profumo che sa quasi di casa lo avvolge rilassandolo. Sistema meglio la coperta in modo da riuscire a coprire anche il ragazzo e solo in quel momento si accorge del pupazzo che l'altro sta stringendo. "È tuo?"

"Sì, non so nemmeno perché l'ho portato fuori dalla casa."

Stiles fino a quel momento non era certo che lui fosse coinvolto nell'incendio ma ora ne ha la certezza. Non dice niente ma si rannicchia contro il corpo del ragazzo che non lo scaccia. "Sono Stiles" sussurra.

"Derek" risponde stringendoselo addosso.

Restano in silenzio fino a quando non si addormentano assieme. Durante quei minuti Stiles vorrebbe dirgli qualcosa ma Derek non sembra voler mostrare a nessuno il suo dolore. Si riconosce in quel dolore e sa che nessuna parola potrebbe aiutarlo. Ha sentito uno dei poliziotti dire che non c'erano altri superstiti e Stiles si sente così triste per quel ragazzo dagli occhi verdi e buoni. Gli stringe la mano e non la lascia per tutta la notte, le noccioline abbandonate sulla sedia accanto a loro.

*

"Ehi, Stiles, svegliati."

Stiles apre gli occhi e si trova davanti il viso stanco e sporco di John. Il bambino allunga le braccia verso il padre lasciandosi abbracciare. "Stai bene?"

"Sì. Mi dispiace di averti lasciato solo tutta notte."

Solo in quel momento Stiles si ricorda che lui non era solo. "Derek?" domanda.

"Lo hanno portato via."

Stiles si accorge di qualcosa avvolto nella coperta vicino a lui. La prende e vede il pupazzo a forma di lupo che il ragazzo aveva portato via dalla casa. Si accorge anche che le noccioline non sono più sulla sedia a fianco e vuole credere che sia stata una sorta di scambio tra i due. Stiles lo stringe e annusa il suo profumo. "Starà bene?"

"Lo spero, se lo merita."

"Non potevamo tenerlo qui, con noi?"

"Perché pensi che sarebbe stato bene con noi?"

"Perché sappiamo cosa vuol dire vivere senza qualcuno a cui volevamo bene."

John gli spettina i capelli, gli occhi visibilmente lucidi. "Se la caverà anche lui, starà bene e cercheremo di andarlo a trovare, va bene?"

"Va bene."

"Colazione?"

Stiles prende il padre per mano e si avviano verso l'uscita della centrale senza lasciare però il pupazzo. "Colazione."

 

   
 
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