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Autore: alwais    14/07/2019    0 recensioni
Helen e Robin sono due giovani ragazze e migliori amiche, unite da un legame solido che nacque quando loro avevano dodici anni.
Poi incontrarono Jeff e Ben e da lì la loro vita non fu più la stessa.
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Storia scritta a quattro mani da me e @/prongsdrowned
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Drowned, Jeff the Killer, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Robin, che cazzo ci fanno i tuoi pantaloni appesi alla doccia, porco Godric!»

Questa era una di quelle situazioni che spesso animavano le giornate di quell'enorme casa vuota. Robin aveva appeso i pantaloni sulla doccia solo per puro divertimento. Era molto pigra, disordinata e burlona e questo ad Helen dava fastidio.

«Non sapevo che fossero sulla doccia. Sono stati di sicuro i nargilli!»
«Taci Prongs e vieni a togliere sti pantaloni da qui!»
«Arrivo!»

Helen e Robin abitano insieme da tempo. 
Hanno 19 anni e in due popolano questa piccola ma grande casa azzurra a due piani più soffitta in un angolo sperduto di Londra.

«Per la miseria Rob, non buttare i tuoi panni in giro per la casa, non sono la tua domestica!»
«Come sei pignola!»
«Non sono pignola, sono solo stufa di farti da domestica!»
«Sai che continuerò a fare ciò che voglio vero?»
«Si... Per punizione pulirai la casa per un mese!»
«Non mi dai ordini Helen. E non pulirò casa»
«Vaffanculo! Non posso fare tutto io!»
«Ti pago una domestica»
«Se... Così ti perde le cose per casa. Ti chiedo solo una mano, una.»
«Vedrò che posso fare»
«Vedrò? Seria? Tu devi fare non vedere!»
«Vedrò.»

Quella casa era decisamente troppo grande per due ragazze. Era piena di stanze e nonostante ognuna di loro potesse avere una camera per conto proprio preferivano dividere una stanza sola, la più grande e la più bella della casa.
Era una specie di mansarda, si affacciava ad un terrazzo enorme, le pareti erano di un grigio chiaro e tenue, aveva una finestra con una piccola vetrata in alto e un davanzale gigantesco. 
Il letto matrimoniale era posizionato al centro. 
A lato opposto della camera c'era la porta del bagno, a fianco la scrivania e una libreria rossa decisamente troppo grande. Oltre la porta d'ingresso ci stanno dei disegni sparsi qua e là, schizzi di pittura sul muro, pennelli e tubetti di colori sparsi in giro e che quella svogliata di Robin non voleva riordinare.
Subito dopo la finestra c'è un doppio armadio bianco e rosso che affiancava il letto, due comodini e al centro della stanza ci stava un enorme tappeto rosso.

~Esattamente un anno fa Helen e Robin vennero ad abitare in questa casa.

Era una fredda notte d'inverno e pioveva quando Robin sentì il campanello suonare più o meno verso mezzanotte e mezza. 
Non aspettava visite,era troppo tardi per riceverle.

Andò ad aprire trovandosi Helen, la sua migliore amica, con una valigia in mano e uno zaino sulle sulle spalle, tutta bagnata per la pioggia. 
Stava piangendo. 
«Helen? Ma cosa ci fai qua?»

Helen si buttò tra le sue braccia, iniziando a singhiozzare.
D'istinto l'abbracciò, senza dire niente, la fece entrare e posizionare davanti al camino con una coperta per asciugarla.

«Papà... Noi.. Abbiamo litigato... Io me ne sono andata da quella merda che ho chiamato casa per anni.»
«Come andata via?»
«Fai due più due, l'hai sempre saputo che mio padre mi tratta da schifo, da quando mamma... Beh...»
«Oh... Giusto... Dai siediti sul divano, ti porto un'altra coperta.»
«Si»

Robin portò la coperta ad Helen. Dopo essersi seduta vicino a lei passò qualche minuto in silenzio, dopo le alzò il viso e la guardò negli occhi.
Erano lucidi e arrossati.

«Cosa è successo?»
«Oh.. Beh.. Sai, i soliti litigi. Mi ha dato Della... Beh.. Quella, ha detto che è solo colpa mia se mamma se ne è andata, me le stava per dare. Mi ha quasi centrato con la bottiglia di rum.»
«E poi?»
«Avevo un fratello.»
«Un fratello? Perché non me ne hai parlato?»
«Perché sinceramente non lo sapevo nemmeno io.»
«Helen non capisco...»
«Nemmeno io, ho la testa che mi scoppia, penso di aver capito male, non lo so.»
«Va bene, calma. È tardi, forse è meglio se dormi. Domani ne riparliamo, okay?»
«Okay»

Le due ragazze andarono a dormire e durante la notte Helen ebbe ben 3 incubi.

La mattina successiva Robin si alzò presto. 
Stava preparando la colazione quando Helen arrivò in cucina barcollando.

«Buongiorno!»
Sbadigliando e con un grosso sorriso Helen rispose «Giorno».

Spostò la sedia per sedersi, ma cadde a terra.

«Oddio Helen, se mi cadi a terra così non risolviamo nulla.»
«Porco Thor che male! ma chi ha sposato la sedia?»
«Helen, in casa ci siamo solo io e te. I miei sono usciti 20 minuti fa.»
«Ah.»

Robin mise un piatto di pancake davanti Helen.
«Tieni»
«I pancake! Sai che ti amo vero?»
«Ho solo pensato che ti avrebbero tirato un  su.»
«Hai pensato bene.»
Helen si mise a mangiare. Robin si unì a lei. 
Dopo 10 minuti Robin spezzò il silenzio.

«Vuoi raccontarmi meglio cosa è successo ieri?»
«Beh... Aveva bevuto, come tutte le sere, mi ha detto che era tutta colpa mia se la mamma beh... Okay, che era colpa mia quello che era successo, mi stava lanciando la bottiglia di rum addosso, allora io sono corsa in camera, ho preso la valigia, e ho avuto la grandissima e bellissima idea di venire da te, giusto per romperti le scatole...» 
«Non mi rompi le scatole»
«Lo so, era per dire»
«Si...»
«Si cosa?»
«Nulla... Ad ogni modo... Cos' hai intenzione di fare?»
«Beh... L'idea era quella di andare via di lì e poi non so... Perché non andiamo ad abitare insieme?»
«Cosa? E dove andremo a stare? E come sosterremo le spese?»
«Boh... Ci troveremo un lavoro.»
«Rimane il problema della casa.»
«Beh.. Possiamo andare in qualche agenzia e vedere o qualcosa del genere.»
«Okay... Non facciamo cose affrettate. A pranzo ne parleremo con i miei. Sicuramente loro sapranno cosa fare e soprattutto mi diranno se posso venire a vivere con te.»
«Okay.»

La mattinata passò in fretta. 
Helen e Robin giocarono tutta la mattinata alla Wii marinando la scuola.

«Sono le 11:30. Prepariamo da mangiare?»
«Si. Ho decisamente fame.»
«Bene. Così almeno avremo un minimo di probabilità nel ricevere una risposta positiva.»
«Ma... Che cuciniamo?»
«Polpettone?»
«Nah.»
«Pasta e ragù?»
«Aggiudicato!»
«Fantastico!»

Robin ed Helen si misero a cucinare gettandosi cibo addosso e rischiando di far bruciare il sugo.

«Facciamo anche un dolce?»
«Ehm... Non c'è tempo. I miei saranno a casa tra 10 minuti.»
«Ah... Lo facciamo oggi pomeriggio.» 
«Se proprio vuoi...»

La porta si aprì.

«Ciao tesoro siamo a casa!»
«Ehm... Salve!»
«Cosa? 10 minuti di anticipo? Record!»
«Ciao Helen!»
«Salve Signora Bray.»
«Allora... Mamma, papà... Io ed Helen dovremmo parlarvi...»
«Cos'è successo? Robin, hai rotto qualcosa, hai bruciato la cucina?» 
«No... vedete... Abbiamo deciso... Di andare a vivere insieme.»
«Aspetta Helen. Tu l'hai proposto, io non ti ho detto nulla.»
«Ferme ferme ferme. Cosa volete fare voi?»
«Robin... Adesso ci ammazza...»
«Ecco mamma... Helen ha litigato con suo padre ed è scappata di casa. Non vuole tornare e non sapendo dove andare è venuta da noi. Lei ha proposto di andare a vivere insieme per non crearvi problemi, ma non sappiamo dove stare e ho pensato di parlarne con voi.»
«C'era proprio bisogno di dirlo?»
«Si Helen. In quanto a te, avresti comunque dovuto parlarne con noi signorinella. Ad ogni modo io e tua madre ci penseremo. Dopo pranzo vi daremo una risposta.»

Helen, Robin e i signori Bray pranzarono. Fu un pranzo lungo e silenzioso.
Emma Bray e Robert Bray si guardavano, lanciando occhiate alle due ragazze.
«Mamma la smetti di fissarmi?»
«No.»

Robin si girò verso Helen.
«Che c'è?»
Bisbigliò un «Aiuto!».

«Rob... Andiamo di sopra?»
«Si, è meglio se vi lasciamo soli, sapete... per pensare»

Uscirono.

«Uff mi manca il piano...»
«Helen... Se ci diranno si te ne compro uno.»
«Prometti?»
«Prometto.»
«Ti amo, mi vuoi sposare?»
«Smettila. Vieni con me. Ti porto in un posto dove potremmo origliare ciò che dicono.»
«Subito!»

Robin portò Helen di sopra, nella sua stanza. Entrarono nel balcone e una volta sedute ascoltarono la conversione dei signori Bray.

«Allora... Pensi che Robin sarebbe responsabile?»
«Non lo so caro... Ogni volta distrugge qualcosa e non vorrei che mandasse a fuoco Helen e una casa intera. Sai quanto può essere maldestra nostra figlia.»
«Si ma non pensi a quella povera ragazza? Adesso è in mezzo alla strada, senza soldi e senza un posto dove stare.»
«Si ma Robin ha solo 18 anni, non può andarsene di casa adesso.»
«Hai ragione, ma Helen non vuole dare fastidio e poi se Robin va via ci toglieremo una figlia di casa, così gli altri due saranno più gestibili.»
«Giusto. Ma dove andranno?»
«Mio padre aveva una vecchia casa vicino il bosco. Possiamo farla mettere apposto e andranno a stare lì... Certo è un pò grandina per due, ma si può fare.»
«Perfetto. Vado a chiamarle.»

Robin si alzò subito e trascinò Helen nella stanza, chiudendo subito il balcone.

«Oddio hai visto?!?»
«Oddio si! Pianoforte nuovo vieni a me!»
«Bene. Adesso cerca di essere normale e non strafare, ma soprattutto non fare la pazza in escandescenze.»
«Si si si»

Le due ragazze si buttarono sul letto e Emma entrò in stanza.

«Ragazze potete scendere»
«Okay»

Scesero in salotto.

«Allora.... Avete deciso?»
«Bene ragazze. Io ed Emma abbiamo preso una decisione. Prima di svelarvela vorremmo dirvi un paio di cosette.»

Robert camminava avanti e indietro sotto lo sguardo di Helen e Robin.

«Robin... Quando sei nata non pensavo che mi avresti chiesto di andare ad abitare con qualcuno a 18 anni. Pensavo e penso tutt'ora che saresti dovuta uscire da quella porta a 20 anni e devo ammettere che probabilmente è un tantino esagerata come età. Comunque... Ci sono spese che si devono sostenere con un casa sulle spalle. Bisogna avere un lavoro e bisogna essere in grado di prendere in mano la propria vita e andare avanti. 
Helen, io mi sono sposato con Emma pur essendo circondato da persone contrarie al nostro matrimonio, anche io ho litigato mio padre e anche io sono finito in mezzo alla strada. Sono andato da lei proprio come tu sei venuta qui da Robin e ho creato tutto quello che possiedo partendo da zero. Dopo essermi sposato sono diventato ricco, ho dato inizio alla mia carriera e ho avuto tre figli. Robin, Edward e Jason. Nulla di personale, ma gli ultimi due nonostante tutto sono davvero impossibili da gestire a pieno. Quindi ragazze... Quello che sto cercando di dirvi è che lì fuori non è facile. Ma noi vogliamo darvi una possibilità e quindi potete andare a vivere insieme. 
Per diventare adulte e per poter capire che anche dalla nostra parte non è semplice.»

La ragazza corse verso Robert e l'abbracciò.

«Ti voglio bene come se fossi mio padre»

Robin ed Emma sorrisero a questa scena.

«Helen, adesso sarà Robin a prendersi cura di te.»
«Grazie, grazie di tutto.»
«Allora. Mio padre possedeva una vecchia casa vicino il bosco. La farò mettere apposto e nel giro di qualche settimana potrete trasferirvi.» 
«SI!»
«Papà... Perché mi hai tenuto nascosto che avevamo una casa vicino il bosco?»
«Perché non ritenevo opportuno che lo sapessi.»
«Bugiardo.»
«Rob, dobbiamo festeggiare! A proposito... Il. Mio. Pianoforte.»
«Avrai il tuo pianoforte Helen.»
«Evvai!»

Passarono due settimane. Robin ed Helen avevano preparato tutto quello che dovevano portare nella loro bellissima casa azzurra.
Era arrivato il giorno del trasloco.

«Sono. Fottutamente. Emozionata. Ti rendi conto che andiamo a vivere da sole in mezzo al bosco e che domani arriva il pianoforte?»
«Calma Helen.»

Robin aveva comprato un pianoforte molto costoso. Non ha badato a spese. Voleva solo far felice Helen. Sopra ci ha fatto incidere una frase della canzone Castle Of Glass dei Linkin Park, la data di quando si sono conosciute e i due nomignoli "Padfoot e Prongs" che Helen aveva dato ad entrambe.

«Beh... Entriamo?»
«Si»~

 

   
 
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