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Autore: alwais    14/07/2019    0 recensioni
Helen e Robin sono due giovani ragazze e migliori amiche, unite da un legame solido che nacque quando loro avevano dodici anni.
Poi incontrarono Jeff e Ben e da lì la loro vita non fu più la stessa.
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Storia scritta a quattro mani da me e @/prongsdrowned
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ben Drowned, Jeff the Killer, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era una domenica mattina come le altre, nuvolosa. La solita domenica londinese.
Helen suonava al piano.
Robin ascoltava la dolce melodia mentre disegnava.

«Hey Helen...»
Helen smise di suonare e si girò. «Robin...?»
«Ho fame. Ti va di mangiare qualcosa?»
«POLLO.»

Robin iniziò a gesticolare «Ma sono le nove del mattino!»
«Chissene.»
«Non ti cucinerò il pollo cara.»
«E chi ha detto che lo cucini tu scusa?»
«Tu non tocchi la mia cucina.»
«SO CUCINARE IL POLLO MEGLIO DI TE»

Robin alzò gli occhi al cielo e andò in cucina.
Prese delle patatine alla paprika, del gelato alla stracciatella e della cioccolata.

Tornò in salotto e cominciò ad agitare il bottino che aveva in mano. 
«Questo è meglio del pollo.»
«Gelato alla stracciatella, buono!»
«Calmati Helen.»
«No.»
Helen e Robin iniziarono a mangiare sporcandosi i vestiti e facendo le cretine.

Quello che era più sorprendente è il fatto che Robin aveva aiutato a pulire tutto, cosa che di solito non fa ed era così disastrosa nel farlo che Helen la prese in giro.

«Questo giorno è da segnare sul calendario»
«Smettila.»
«Ti voglio bene anche io cara.»
«Ci spariamo un film prima di andare dai miei?»
«Ovviamente! Scelgo io.»
«Ma tu scegli film di merda.»

Helen si fermò un attimo a fissare Robin.
«Mi sto mantenendo dal non spaccarti la faccia, sappilo»
«Volevo guardare Potter, ma se vuoi spaccarmela fai pure.»
«Ma è quello che voglio vedere, idiota!»
«Non è vero.»
«Si invece»

Robin si girò verso le scale.
«Vado in soffitta a prendere il disco del prigioniero di Azkaban»
«Sirius, amore mio!»
«Calmati.»

Robin salì in soffitta.
Era colma di scatoloni, pieni di oggetti che dopo il trasloco lei e Helen avevano lasciato lì.

Iniziò a frugare in giro ma si fermò a guardare il bosco dalla finestra.

Il bosco di Londra era vasto e verde. Tanto verde. Il verde degli alberi cambiava da una tonalità all'altra, da quella più chiara a quella più scura.

Un albero in mezzo alla massa sembrava più bianco degli altri.
Robin si avvicinò alla finestra per guardare meglio e vide subito che quello non era un albero, ma il tetto di una casa.

Distolse subito lo sguardo e tornò alla ricerca del CD, che trovò in uno scatolone nel giro di dieci minuti, dopodiché tornò in salotto da Helen.
«Eccomi!»
«Mettilo, muoviti!»

Robin si piegò per mettere il disco nel lettore e poi prese il telecomando.
Helen la fissò e notò che in lei c'era qualcosa che non andava.
«Hey... Sembri turbata. Che hai?»
«Cos...? Nulla. Non ho nulla.»

Robin andò a sedersi sul divano.
Helen la seguì con gli occhi. 
«Robin... Ti conoscono praticamente da quando sono nata. Adesso dimmi, che hai?»
«Ti ho detto che non ho nulla. E adesso guardiamo questo film prima che cambi idea.»
«Dopo ne riparliamo, sappilo.»

Helen si mise a fianco a Robin.
«Uh guarda, il logo della Warner Bros. Che carinuccio!»
«Da dove ti è uscito carinuccio scusa?»
«Non so. A volte invento parole.»

Il film continuava. Le ragazze facevano battute e imitavano i personaggi.

«Vola vola voooola zia Marge!»
Robin si girò verso Helen «Dovrebbe fare la stessa fine della Umbridge. Sono delle cose davvero malefiche quelle.»
«Evviva i centauri e la loro voglia di stuprare quel rospo!»
Robin ridacchiò.

«Fierobecco! Quanto adoro quel coso ippogrifo.»
«Datemi. Sirius. Ora. I suoi tatuaggi. Cazzo. I capezzoli.»
«Io voglio Draco. Porca miseria è meraviglioso.»
«Meraviglioso? Solo? Robin quel ragazzo è il sesso.»
«Shh. Mike Shinoda è il sesso.»
«Jim Moriarty è Mr. Sex.»
«Sono tutti il sesso.»

Il telefono di Robin si mise a squillare e What I've Done dei Linkin Park riempì la stanza.

«È mia madre. Pronto? Oh ciao mamma! Cosa? Io e Helen? Certo! Saremo a casa tra un'oretta. Cosa? Dobbiamo proprio? Perché? Ah. Va bene. Ci vediamo tra venti minuti. Ciao mamma.»

Robin chiuse la chiamata e poggiò il telefono sul bracciolo del divano.
«Che succede?»
«Mia madre vuole che andiamo da lei un po' prima oggi. Edward ha una partita e pranzeremo prima, per cui spegni il televisore, alza quel bel culetto dal divano e vai a cambiarti.
«Dannato Edward e le sue partite del cavolo! Va bene, mi muovo.»
«Brava ragazza.»

Dopo un quarto d'ora le due ragazze erano già pronte per uscire quando ad Helen venne in mente che doveva truccarsi. Si precipitò da Robin che la aspettava all'ingresso.

«Robin!»
«Cosa c'è?»
«Ehm... Ecco... Truccami!»
«Ma che...? Pensavo ti fossi già truccata da sola proprio come ho fatto io!»
«E invece no.»
Robin alzò gli occhi al cielo e andò in salotto.
«A volte ti ammazzerei. Vai a prendere i trucchi, su!»
«Sì!»

Helen corse per la casa e prese la valigetta dei trucchi e che porse a Robin.

«Siediti.»

Helen andò a sedersi sulla sedia e Robin iniziò a truccarla. 
Le mise l'ombretto, il correttore, l'eyeliner, la matita e il mascara. 
Una volta finito gli occhioni grigi di Helen erano avvolti dal nero.

«Sono figa!»
«Bene. Adesso andiamo o mia madre ci ammazzerà.»
«Subito!»

Le due ragazze andarono a casa dei genitori di Robin.
Ad aprire la porta di casa trovarono il piccolo Jason.
«Robin sorellona!»
«Ciao Jason!»
«Ciao Helen!»
«Ciao Jason! Cosa sta cucinando tua madre? Sento un odorino troppo buono!»

Le ragazze entrarono e furono pervase da un odore di polpettone al bacon con patate e funghi.

«La mamma sta cucinando il polpettone.»
«Dio, zia! Voglio la ricetta!»
«Ciao Helen! Te la darò la ricetta.»
«Ma Helen, posso cucinartelo io, ho la ricetta!»
«Tu hai troppa possessione della cucina»

Robin lanciò uno sguardo assassino.
«È la mia cucina.»
«Dai Robin! Sicuramente Helen sa usarli i fornelli.»
«Mamma... L'ultima volta mi stava mandando a fuoco la casa.»
«Non ho fatto 5 anni di alberghiero per nulla.»
«Tu la mia cucina non la tocchi comunque.»
«Basta ragazze.»
«Sono buona solo a pulirti casa io.»
«Esatto.»

Dopo qualche minuto Edward e Robert entrarono in cucina.

«Ciao ragazze!»
«Zio!» Helen corse verso l'uomo e l'abbracciò.
Robert ricambiò l'abbraccio.

«Hey Helen! La mamma mi ha detto che hai imparato a suonare un nuovo spartito!»
«Si, per la gioia di qualcuno.»
«Sono due in realtà. Ha imparato anche a suonare In The End al piano per la mia gioia. E dovrà imparare anche Numb e What I've Done. È un mio ordine.»
«Povera Helen.»
«L'avrei fatto comunque»

Pochi minuti dopo il pranzo era pronto. 
«Fame!»
«Helen, contieniti.»

Tutti andarono in salotto, dove la tavola era rigorosamente  apparecchiata in modo quasi maniacale dalla signora Emma come tutte le domeniche e qualche minuto dopo il pranzo fu servito.

«Porca miseria mamma, questo coso è buonissimo.»
«Grazie tesoro. Helen se ne avanza un pezzo dopo puoi portarlo a casa, così lasci stare la cucina a Robin.»
«Ma mamma!»
«Mi sento un po' offesa ma il polpettone è mio.»
«Smettila.»
«Fin quando non mi farai cucinare nella nostra cucina, no.»
«Ti farò cucinare nella MIA cucina una volta sola e se andrà a finire come l'ultima volta giuro che non ci metterai piede nemmeno per mangiarci.»
«E tu non entrerai in casa.»

Helen e Robin stavano litigando come ogni domenica.
Questa cosa divertiva tutti.

«Ragazze smettetela.»
«Ma papà Helen stava davvero per dare fuoco alla mia cucina!»
«Solo perché mi stavi distraendo!»
«Ho detto basta!»
«Scusa zio»

Tutti rimasero in silenzio fino alla fine del pranzo mentre Helen e Robin, sotto il tavolo, si tiravano a calci.

«Io vado un attimo in camera mia, torno subito.»

Robin si alzò e andò di corsa in camera sua.
Si buttò sul suo letto e iniziò a fissare il tetto.

Helen vedendo che non tornava decise di raggiungerla.
«Hey... Che succede?»
«Nulla. Volevo solo stare un po' da sola.»
«Seh, col cavolo. È per quella cosa che ti ha e ti sta turbando.»

Robin si alzò e si mise in posizione seduta sul suo cuscino, incrociando le gambe. 
«Ho visto una casa in mezzo al bosco quando ero in soffitta.»
«È impossibile! Abitiamo lì da un anno. Non ci sono case nel bosco e anche se ci fossero le avremmo viste.»
«Ti dico che c'era. Era bianca, grande e stava proprio in mezzo agli alberi.»

Helen fece una faccia perversa.

«No, non dirlo!»
«Dopo andiamo a vedere.»
«No!»
«Eddai, tanto è abbandonata.»
«E quindi secondo la tua logica se è abbandonata è obbligatorio andarci.»
«Sì»
«No.»
«Sì, tanto non c'è nessuno»
«Santa pazienza.»
«Allora?»

Lo sguardo assassino Che Helen lanciò verso Robin animò qualche secondo di silenzio.

«E va bene.»
«Brava.»

Robin ed Helen tornarono a casa.
Finirono di guardare il film lasciato a metà.

Robin, vedendo che si stava facendo buio, cercò di fare resistenza ma Helen, essendo cocciuta, non cambiò idea e si recarono al bosco.

«Lo sai, dicono che ci siano i fantasmi in questo bosco. Io dico che sono solo stupidaggini.»

«Helen dobbiamo necessariamente entrare nel bosco?»

Helen le lanciò un'occhiataccia.
«E muoviti! Non c'è niente lì, N-I-E-N-T-E!» 
Prese il suo braccio trascinandola dentro il bosco.

«Uffa! Sei sempre la solita. E se i fantasmi ci sono davvero?»
«Ti pare che i fantasmi esistono?»
«Helen, lo sai che sono una fifona.»
«È solamente un bosco! Non c'è niente di cui aver paura. Certo è tutto buio, ma noi abbiamo le torce.»
«Ma non possiamo venire di mattina?»
«No. Adesso è più figo.»
«Vaffanculo Helen.»
«Ti voglio bene anche io.»

Helen prese il braccio di Robin e la guardò negli occhi.

«Andiamo. Starò attaccata a te. Non avere paura.»
 

   
 
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