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Autore: g21    14/07/2019    6 recensioni
- Morgan voleva bene a suo padre. Quale bambina non vuole bene al proprio papà? Alcune vedono il genitore come un cavaliere che deve salvare la principessa, altre come un supereroe in grado di salvare il mondo.
Per Morgan Stark il proprio padre era il compagno di giochi, colui al quale confidava tutte le cose che faceva, anche quelle non proprio giuste. Era l’insegnante, colui che le insegnava, già così piccola, i principi della matematica e della fisica, perché le piacevano. Ed era un eroe, perché Morgan sapeva che il proprio padre, un uomo comune, aveva indossato i panni di Iron Man, uno dei supereroi più famosi sulla Terra -
Tony le ha sempre detto che i supereroi non muoiono, ma qui la piccola Stark si troverà a fare i conti con la realtà. Un addio diverso dai soliti e un ultimo regalo per una bambina curiosa a cui piace andare nel garage.
_Storia partecipante al contest 'Ave Atque Vale' indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP_
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Morgan Stark, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il supereroe di Morgan

 

 

 

Morgan voleva bene a suo padre. Quale bambina non vuole bene al proprio papà? Alcune vedono il genitore come un cavaliere che deve salvare la principessa, altre come un supereroe in grado di salvare il mondo.

Per Morgan Stark il proprio padre era il compagno di giochi, colui al quale confidava tutte le cose che faceva, anche quelle non proprio giuste. Era l’insegnante, colui che le insegnava, già così piccola, i principi della matematica e della fisica, perché le piacevano. Ed era un eroe, perché Morgan sapeva che il proprio padre, un uomo comune, aveva indossato i panni di Iron Man, uno dei supereroi più famosi sulla Terra.

Prima di andare a salvare il mondo, così le aveva detto, Tony le aveva sorriso come faceva sempre.

“Mi raccomando, fai la brava intanto che io non ci sono. Magari quando torno posso portarti nel garage e farti vedere qualcosa” si era premurato di dire, mentre prendeva la figlia in braccio.

Le aveva scoccato un bacio sulla guancia e l’aveva rimessa a terra. Il miliardario si era poi abbassato per guardare la figlia e regalarle un ultimo abbraccio.

“Ti amo tremila” le aveva sussurrato all’orecchio.

Aveva sentito ridere la figlia per l’ultima volta, poi si era allontanato per uscire di casa. Morgan l’aveva visto salire sulla macchina e partire per salvare il mondo. La piccola non aveva abbandonato il sorriso e non pensava minimamente a quello che sarebbe realmente successo.


 

Quando la madre era tornata a casa dopo la battaglia, Morgan stava giocando in giardino nella sua tenda sotto la supervisione del signor Happy, come lo chiamava lei. Pepper non sorrideva, aveva raggiunto l’uomo e aveva cercato un abbraccio senza dire una parola. La piccola aveva visto anche James, il migliore amico del padre, ma non aveva fatto domande. Senz’altro suo papà le avrebbe fatto una sorpresa.

Lo aveva aspettato, fuori dalla sua piccola tenda, aveva fatto la brava e aspettava di andare nel garage. Era curiosa di quello che avrebbe visto.

Al posto del padre, però, l’aveva raggiunta Happy. Morgan non aveva mai visto l’uomo così serio e la bambina lo guardava confusa. Si era abbassato per guardare la piccola negli occhi e, con voce ferma e sicura, le aveva raccontato tutto.

Le ha spiegato che il padre, il suo eroe, aveva salvato il mondo ancora una volta, ma il cattivo era molto forte e Tony non è riuscito a scappare in tempo. Happy era pronto a vederla crollare da un momento all’altro, ma lo sguardo della bambina restava confuso.

Sapeva che il suo papà non poteva morire, i supereroi non muoiono. Lo diceva proprio suo padre, quando le raccontava le storie della buonanotte. E la madre lo confermava sempre.

Era andata a letto subito dopo mangiato, quella sera, e così per i giorni successivi. Parlava solo lo stretto necessario e guardava il cielo spesso, sperando che la storia di Happy fosse una bugia, sperando di vedere il padre tornare a casa nell’armatura che aveva visto qualche volta nel garage.

Non era più entrata nel laboratorio di Tony, lo stava aspettando. L’aveva detto lui, l’avrebbe portata a vedere quello a cui stava lavorando e le avrebbe spiegato tutto. Morgan lo aspettava ogni giorno, non credeva alle parole di Pepper, del signor Happy o di James, aspettava il suo papà, il suo eroe.


 

Morgan è seduta sugli scalini davanti all’ingresso di casa. Guarda il cielo come al solito, senza parlare. Ieri ha conosciuto degli amici del suo papà.

Peter, il ragazzo di cui Tony parlava spesso. Alla piccola è subito sembrato simpatico, anche se non hanno parlato molto. Lui non sembrava felice, come tutti gli altri.

Ha conosciuto uno stregone, una specie di robot blu e altre persone, ma nessuno sorrideva come avrebbe fatto suo padre. Di questo Morgan ne è sicura.

Ora è sola, spera ancora che il padre possa tornare. Lo ha visto ieri, sorrideva e sembrava felice, ma anche lui ha detto che non sapeva se sarebbe tornato a casa. Non ha potuto abbracciarlo, era una registrazione, niente di più.

La porta di casa si apre e Pepper raggiunge la figlia. Si siede accanto a lei e sorride.

“Lo stai ancora aspettando?” chiede la donna cercando di ignorare il nodo allo stomaco.

La bambina annuisce soltanto, le braccia a stringere le ginocchia e lo sguardo al cielo. La madre sospira appena, ma non si lascia scoraggiare.

“Vieni nel garage con me?” domanda ancora sperando di smuovere la curiosità della figlia.

“Doveva portarmi papà nel garage. L’ha detto lui” risponde Morgan senza abbassare gli occhi.

“Mi ha detto che ha preparato una sorpresa per te” prova a convincerla.

La piccola abbassa lo sguardo su Pepper a quelle parole. Si illumina appena e un leggero sorriso nasce sul volto dolce della bambina. Si alza in piedi e fa capire alla madre che è pronta, sa che il suo papà non l’ha mai delusa e non lo farà nemmeno ora.

La donna segue i movimenti della figlia e la prende per mano. La guida verso il laboratorio di Tony, ma si ferma prima di entrare. Da quando è morto non è più entrata, non si è mai sentita veramente a suo agio.

È la figlia a riscuoterla, a farle capire che è tempo di una delle sorprese che il padre le faceva. Così entrano, insieme, e Morgan corre ad accendere la luce per illuminare attrezzi, invenzioni lasciate a metà e altri lavori.

“Papà?” chiama la bambina, gli occhi che vagano per tutta la stanza alla ricerca di un segno, uno qualunque per riconoscere la presenza di Tony.

“Papà dove sei?” chiede ancora la piccola avvicinandosi al tavolo da lavoro al centro del piccolo locale.

Pepper, senza farsi notare, raggiunge un piccolo proiettore e lo attiva. Sorride nel vedere l’ologramma del marito seduto su una sedia per bambini e si sposta, quasi in ombra, per lasciare il marito e la figlia da soli per un ultimo saluto.

“Ciao Morgan” la voce di Tony, chiara e sicura, rompe il silenzio nel garage.

Morgan si guarda intorno sorpresa, cercando il padre in tutta la stanza.

La bambina si blocca appena lo vede. Suo papà, seduto su una delle sue sedie giocattolo, la guarda e sorride. La piccola sa che è una registrazione, è come quella di ieri, ma sorride felice perché il padre parla solo a lei.

“Questa registrazione è il mio personale saluto alla cosa più bella che mi sia mai capitata” inizia Tony.

“Purtroppo, se stai vedendo questo significa che non sono tornato a casa. Voglio che tu sappia che è l’ultima cosa che avrei voluto, ma nella vita succede anche questo” continua il padre rattristandosi appena.

Morgan si avvicina all’immagine di suo papà di un passo, iniziando a capire, o metabolizzare, quello che realmente è successo. Non sorride più, gli occhi che non lasciano il volto del suo eroe.

“Non voglio che tu sia triste, almeno non tutta la vita. Voglio che tu sia felice, continuando a sorridere come solo tu sai fare, divertiti, vivi, sogna. Se ho fatto quello che ho fatto è stato anche per te, per farti vivere in un mondo migliore di quello che ho conosciuto io e di questo ne sono orgoglioso” aggiunge il miliardario, il sorriso luminoso per tranquillizzare la figlia.

La bambina non sorride, mentre le lacrime hanno iniziato a rigare il suo volto. È un pianto controllato, silenzioso, perché non vuole perdersi nemmeno una parola del padre.

“Mi dispiace non poter essere presente nella tua vita per alcuni dei momenti più importanti. Non sarò lì quando conoscerai il tuo primo ragazzo, spero solo non ti dia problemi. Non sarò con te quando verrai ammessa al MIT, ne hai le capacità, lo so già adesso. Non potrò accompagnarti all’altare se mai deciderai di sposarti” elenca Tony, la voce che trema appena.

Morgan non parla, non vuole rovinare il momento. Pepper sorride alla scena, una lacrima che sfugge al suo rigido controllo.

“Sappi solo che qualunque cosa sceglierai di fare, io sarò sempre fiero di te. Lo sono da quando ti ho preso in braccio la prima volta e lo sarò sempre. La mia piccola, che guarda le stelle e sogna di volare con loro. Sii te stessa, Morgan Stark, e sarai capace di volare lontano” ammette il miliardario, gli occhi lucidi che si notano nonostante l’ologramma.

“Papà” chiama la bambina con la voce che trema, allungando una mano verso la figura del padre anche se sa che non può toccarlo.

“So che mi mancherà la tua risata ed il tuo sorriso, così come i tuoi pasticci. Terrò i nostri segreti al sicuro e so che farai lo stesso. Perché tra geni ci si intende. Prenditi cura della mamma e di tutti gli altri, so che sei forte” commenta l’adulto con un sorriso.

Morgan sorride più sicura nonostante una leggera incertezza. Non piange più, ad eccezione di qualche lacrima che ignora. Sa che il padre non può vederla, ma sa che deve essere forte, lo ha detto lui.

“Ora, mamma ti ha portato nel garage giusto?” chiede poi Tony.

La bambina annuisce alla domanda, una nuova curiosità che riempie i suoi occhi così simili a quelli del suo papà.

“Ti ho lasciato sul tavolo qualcosa che potrebbe interessarti. Ora hai il permesso di entrare qui quando vorrai, è il mio ultimo regalo per te. So che non vedi l’ora di divertirti qui dentro, ma devi promettermi che, almeno nei primi anni, verrai qui solo con il permesso della mamma. Non voglio che ti faccia del male” spiega divertito l’adulto, prima di lanciare uno sguardo alla sua destra.

“Sei la migliore piccola. Ti amo tremila Morgan, non dimenticarlo” saluta poi, il sorriso più luminoso che mai, solo per la figlia.

“Ti amo tremila anch’io papà. Sei il miglior supereroe del mondo” ammette la bambina sorridendo come non ha mai fatto negli ultimi giorni.

Poi l’ologramma sparisce, lasciando il vuoto e il silenzio dove prima c’era Tony Stark e il suo ricordo. La piccola cerca la madre, sistemata in un angolo, senza smettere di sorridere.

“Papà mi ha lasciato il garage. Posso stare qui un po’?” chiede Morgan guardando Pepper.

“Certo che puoi stare qui piccola. Sto con te, ti va?” ribatte la donna, dopo aver dato il permesso alla figlia.

La bambina annuisce e sorride, per poi arrampicarsi sulla sedia posta vicino al tavolo da lavoro. Le si illuminano gli occhi nel vedere quaderni pieni di istruzioni dettagliate e piccoli attrezzi posti in ordine sul tavolo.

Morgan prende in mano un piccolo cacciavite, dal manico abbastanza corto per le sue mani, e inizia a sfogliare il quaderno più vicino. Sopra sono descritte piccole operazioni e nozioni molto semplici scritte da Tony, per introdurre la piccola al mondo della fisica e della matematica.

Pepper osserva la figlia e non può fare a meno di sorridere. In lei rivede il marito ed è come se Tony non se ne fosse mai andato realmente.

È presente negli occhi curiosi di Morgan e in tutti quegli appunti lasciati come insegnamenti. È presente in quel garage, dove tutto parla di lui, ed è presente in lei, nei suoi ricordi.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

 Salve a tutti. Un post Endgame in linea con quanto successo nel film. Perché doveva proprio andare così me lo chiedo ancora oggi. Maledetti Russo e la loro chiusura del cerchio, meritano di soffrire più del doppio di quello che stiamo soffrendo noi per questa fine.

Sto divagando.

La scena finale del film l’ho immaginata diverse volte, sempre con particolari diversi. L’addio di Pepper, di Peter e di altri mi è sembrato troppo scontato così ho deciso di fare l’alternativa. Qui è Morgan a dire addio al padre (perdonatemi se è poco IC, ma non l’abbiamo vista molto), nel garage che ho immaginato come ultimo regalo che Tony lascia alla figlia.

Spero che questo azzardo sia di vostro gradimento, spero di aver reso abbastanza IC anche Tony (mi fa dannare tutte le volte) nel suo messaggio e tutti i personaggi che fanno da contorno. Al solito se qualcuno vuole lascare un parere è ben accetto e molto apprezzato. Intanto grazie per l’attenzione dedicata a questa storia.

Giulia

  
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