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Autore: Bolty    15/07/2019    1 recensioni
Piccola storia ambientata prima dell'epilogo di Dragon Trainer 3.
Qualche anno dopo la dipartita dei draghi, al villaggio di Nuova Berk, cosa succede quando Hiccup parte e non fa ritorno? Cosa accade durante la sua assenza?
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano passati tre mesi. O meglio, tre mesi e 8 giorni: lunghi, freddi e poco allegri per gli abitanti di Nuova Berk. Il loro capotribù era partito per un incontro abituale con gli altri capi dell’arcipelago, ma non aveva fatto ancora ritorno. Non c’erano stati avvisi di alcuni tipo. Nessuna lettera. Nessuna imbarcazione. Niente. Nessuno sapeva cosa pensare. Ormai, chiunque dava la sua versione: per molti, era stato rapito chissà da chi, solo pochi osavano dire che era morto. Un’opzione estrema, ma che ormai lasciava poco sperare a dei vichinghi senza una guida. La stessa guida che appena pochi anni prima, aveva lasciato andare via per sempre, i loro amati draghi nel mondo selvaggio, cosi che entrambe le parti potessero vivere in pace. 

Cosi, quando Hiccup Haddock era partito senza fare ritorno, il villaggio era diventato irrequieto. Era difficile mantenere a bada un intero villaggio di vichinghi cocciuti e testardi. Il genere di problema che Astrid Haddock non voleva affrontare da sola. Ma che altra scelta aveva? In assenza del marito, era suo compito e dovere sostituirlo, anche se governare un villaggio da soli, non è esattamente un’impresa facile. Era certa che lui fosse ancora vivo. Doveva esserlo. Non avrebbe sopportato l'idea di non rivederlo più. 

Per non parlare del fatto, che oltre il ruolo di capo, Astrid era anche una mamma. 

Zephyr aveva 5 anni, ed era molto simile da Hiccup: allegra, energica e osservatrice. Ma in quei mesi, era diventata la persona più silenziosa del villaggio. Sentiva la mancanza del padre, e ogni volta si sedeva sotto il portico di casa, ad aspettarlo. La notte piangeva, e si metteva accanto a sua madre, che la consolava quanto meglio poteva. Nuffink aveva appena 2 anni. Era un piccolo Hiccup in miniatura, con gli stessi occhi verdi, solo biondo. Nonostante la sua tenera età, già percepiva l’assenza del padre per la casa. La casa era cosi silenziosa senza di lui. Poco tempo prima che Hiccup partisse, Nuffink si era attaccato in particolar modo a lui, e facevano quasi ogni tipo di attività insieme. Ma la sua assenza aveva riportato Nuffink, a ricercare un contatto con la madre, in cerca di conforto e amore. Ovunque si vedesse Astrid, Nuffink era sempre tra le sue braccia.

Astrid non era mai stata così stressata e sotto pressione in tutta la sua vita fino a quel momento. Doveva comportarsi come se stesse andando tutto bene, per poter far andare avanti il villaggio e la sua famiglia. Hiccup era la sua altra metà, e lei non poteva andare ancora avanti a lungo senza di lui. Nessun altro avrebbe potuto. I berkiani l’avevano e continuavano a pressarla sempre di più, ogni giorno, per andare a cercare Hiccup. E lo avevano fatto. Nel corso di quelle settimane, diverse navi erano salpate per cercarlo. Ma era stato molto difficile, in quanto le navi navigavano a lungo, senza sapere da che parte cercare, e finivano cosi per ritornare al villaggio. Non avevano più neanche i draghi da ricerca, e alla fine ogni tentativo si rivelava inconcludente. Astrid non sopportava più l’idea di vedere navi che rientravano al porto senza il marito. E in più, l'atteggiamento deluso degli altri vichinghi, non era d'aiuto. Decise quindi, di fermare le ricerche. Cercava di rimanere ottimista, con la speranza che Hiccup presto sarebbe tornato. Ma la speranza stava cominciando a svanire.

Astrid stava attualmente cercando di placare un litigio tra due abitanti, che erano venuti davanti la sua capanna in cerca di aiuto. Aveva fermato molti litigi durante la sua vita. Ma provare a fermare due grandi e grossi vichinghi che gridano l'un l'altro, con un bambino biondo tra le tue braccia e una bambina seduta vicino a te, ora si che si faceva complicato.

"Hoark! Berthel! Per favore, calmatevi e parliamone!" Gridò, posizionandosi tra i due uomini. Ma i due, si squadravano dall’alto verso il basso, ignorando i richiami della donna.

"Non c'è niente di cui parlare! Ha rubato alcune delle mie razioni di pesce! L'inverno è quasi alle porte, e lui mi deve restituire quello che è mio di diritto!” replicò Hoark, senza staccare gli occhi di dosso dal suo rivale.
"Ah! Dovrei essere io a restituirti le razioni? Sei stato tu a rubarle a me!" abbaiò Berthel, puntando un dito contro l'uomo.

Intimorito, Nuffink seppellì la testa nel collo della madre. Con il braccio con cui che teneva suo figlio, Astrid cercò di avvicinarselo il più possibile a sé. Con l’altra mano, tesa in avanti, cercava d'impedire a Hoark di non fare un passo più vicino a Berthel.

"Cosa? Sei stato tu che ha rubato da me!"
"Continui a negarlo, ladro?!"
"Che scemenze! Sei tu che hai rubato a me!"

Astrid faceva del suo meglio per evitare che i due non si attaccassero a vicenda. Ma doveva prestare anche attenzione ai suoi due bambini. Nuffink cominciò a piangere un po', mentre Zephyr si nascondeva dietro alla ringhiera di legno della capanna. O Dei, dov'era Hiccup quando aveva più bisogno di lui? L'intero villaggio stava cadendo a pezzi senza di lui. Le grida arrabbiate dei due vichinghi, cominciavano a rimbombargli nelle orecchie. In più, il vedere i suoi figli a disagio e impauriti, non aiutava di certo. Ne aveva avuto abbastanza. 

"ADESSO BASTA, ASCOLTATEMI BENE VOI DUE! Non so chi abbia rubato cosa da chi, ma affrontate la cosa da uomini adulti! E per l'amor di Thor, i miei figli sono qui, e tutto quello che state facendo è cercare di uccidervi a vicenda. Abbiamo abbastanza razioni per tutti, quindi calmatevi, prima che sia io a finire in modo spiacevole questa discussione!" gridò Astrid con tutto il fiato che si ritrovava. Era sicura che tutto il villaggio l’avesse sentita.

Berthel e Hoark rimasero pietrificati. Non osarono muovere un muscolo. Ogni berkiano, se fosse stato abbastanza intelligente, sapeva di non dover fare arrabbiare ulteriormente Astrid, specialmente quando era in modalità mamma-orsa. Il respiro affannato della donna, spinse Nuffink ad aggrapparsi ancora con più forza alla madre, mentre Zephyr si era improvvisamente alzata, ed era corsa al riparo dietro le gambe della madre. 

"Oh… ci scusi, Capessa. E anche tu Berthel. Qualunque cosa tu abbia preso, non importa, tienitelo pure.” Disse Hoark, mentre cominciava a stringere la mano di Berthel. Il volto di Berthel era inciso dal senso di colpa mentre guardava la sua Capessa e i due bambini impauriti.

"Mi dispiace anche me, vecchio mio.” Replicò Berthel, mentre continuava a stringere ed agitare la mano del suo amico in segno di pace. Astrid sospirò leggermente, mentre guardava i due uomini fare ammenda. 
"Le più nostre sincere scuse, Capessa. Se c'è qualcosa che possiamo fare per aiutarti, faccelo sapere.” Aggiunse Hoark, con un leggero cenno del capo. 

Astrid annuì solennemente verso i due vichinghi, che si allontanarono dalla sua capanna per tornare al villaggio. L'istinto la portò a rivolgersi a Nuffink, che aveva lo sguardo impaurito e gli occhi lucidi. Astrid gli accarezzò delicatamente la guancia. 
"Ehi… tutto bene, Finn?" gli chiese dolcemente, mentre il bambino gli rispose con dei veloci cenni del capo. Delle manine, richiamarono l’attenzione di Astrid verso il basso: Zephyr era attaccata alle sue gambe, cercando conforto. La donna si inginocchiò a terra, mettendo suo figlio accanto alla bambina.

"Mi dispiace che abbiate dovuto assistere. Mamma è molto stanca. Con papà lontano, è difficile mandare avanti il villaggio senza di lui.” Alla parola papà, i grandi occhi azzurri di Zephyr iniziarono quasi istantaneamente a riempirsi di lacrime. 

"Ehi, va tutto bene, Zeph. Presto papà sarà a casa. Dobbiamo solo aspettarlo ancora un po’." disse Astrid con un tono quanto più possibile ottimista. Tese la mano verso la sua bambina, accarezzandole il viso, ma la piccola si gettò verso di lei, scoppiando a piangere.

"Mi manca papà..." Mormorò in singhiozzi soffocati. Astrid la cinse con un braccio, tirandola ancora di più verso di sé e accarezzandola. A quel gesto, Nuffink si rigettò tra le braccia di sua madre, strisciando sotto l'altro braccio di Astrid e nascondendosi sotto il suo mantello bianco.

"Shh shh... va tutto bene, tesori. Anche a me manca." Rispose Astrid mentre si stringeva a sé i suoi due bambini.

Rimasero cosi a lungo, finché entrambi i bambini non crollarono per la stanchezza. Astrid li mise nel suo letto, insieme a lei. Li guardava che dormivano beatamente, dando qualche carezza a entrambi. Non poteva non pensare, che questa, senza dubbio, era la cosa più difficile che aveva mai affrontato.

Il giorno dopo, di mattina presto, Astrid portò i suoi figli vicino a i grandi gradini di pietra che conducono al mare. Zephyr e Nuffink giocavano insieme, seduti sull'erba vicino i gradini, con i loro peluche a forma di drago, mentre Astrid era immersa nei suoi pensieri. Per quanto poteva andare avanti quella situazione? Anche se aveva l'aiuto e il sostegno dei suoi amici, il fardello di condurre un villaggio e l'idea di Hiccup lontano da casa, stava diventando ingestibile. E se non l'avesse più rivisto? E se i bambini fossero cresciuti senza di lui? E se Moccicoso fosse diventato il nuovo capo di- no, meglio di no; i suoi pensieri stavano diventando un po’ estremi. 

I due bambini continuavano a giocare. Zephyr aveva lo sguardo rivolto verso il mare. C'era una piccola imbarcazione che si era appena ancorata alla banchina. Probabilmente, sarà stato un gruppo di pescatori appena rientrato, nulla di nuovo. Ma lo sguardo di Zephyr continuava a vagare verso le banchine sottostanti, quando vide l'ombra di uno yak. Ma quando mai c'erano gli yak sulle banchine? L'ombra pian pian, si stava avviando verso gli scalini, e stava diventando più alta e snella. La bambina strizzò gli occhi, e inclinò la testa nel vedere che la figura misteriosa, si stava avvicinando con un passo leggermente zoppicante e un suono compariva a intervalli:

Click. Click. Click.

I suoi occhi si spalancarono e il suo cuore ebbe un sussulto: conosceva una sola persona che camminava a quel modo. E quel suono inconfondibile, ne era la prova.

Istintivamente, la piccola balzò in piedi e si mise a correre. Astrid alzò lo sguardo sorpreso nel vedere sua figlia sfrecciare davanti a lei, catturando anche l'attenzione del fratellino. Scese rapidamente le scale.

La silhouette di un uomo divenne più visibile. Era senza dubbio lui.
"PAPÀ!" strillò Zephyr Lo sguardo di Hiccup si posò su quella piccola figura che stava correndo verso di lui. Lanciò un sorriso gioioso, nel vedere la sua bambina che lo chiamava.

Guadagnò un po’ di velocità e si inginocchiò, preparandosi a prenderla tra le sue braccia. La bambina si ci tuffò con una tale energia, che per poco non caddero entrambi. Avvolse le braccia intorno al collo di Hiccup così strettamente che quasi non riusciva più a respirare. 
"Papà... sei tornato." Singhiozzava nella sua spalla. A Hiccup gli si strinse il cuore e sorrise, sospirando profondamente per l'emozione. 
"Va tutto bene, Zeph... sto bene." rispose dolcemente, mentre l'abbracciava.

"Papà!" Una piccola voce richiamò l'attenzione di Hiccup, prendendolo alla sprovvista. Un piccolo bambino biondo, si stava dirigendo verso di lui. Con il braccio libero, immediatamente avvolse il piccolo Nuffink nel suo abbraccio. Il bambino aveva iniziato a ridere con gioia, stringendosi saldamente al suo corpo. 

"Papà!" disse con una vocina soffocata dalla gioia.
"Finn! Quanto sei fatto grande!" Ridacchiò Hiccup, mentre arruffava i capelli del bambino. 
"E io, papà?" disse Zephyr mentre guardava negli occhi suo padre.
"Anche tu, Zeph! Sei diventata altissima!" Quel commento lasciò sfuggire una risatina contenta della figlia. "Mi siete mancati entrambi da morire." continuò Hiccup, mentre riabbracciava i due piccoli.

Gli stava esplodendo il cuore. I suoi figli, i suoi bambini, gli erano mancati terribilmente, e averli di nuovo tra le braccia dopo mesi, gli aveva fatto desiderare di non lasciarli più andare. C'era solo una persona che mancava a quella riunione di famiglia.

Astrid era rimasta sugli scalini di pietra, pietrificata dall'emozione. Non ci poteva credere. Le sue preghiere erano state ascoltate. Non riusciva a credere di vedere la persona che voleva vedere, esattamente a un paio di metri di distanza da lei. "O miei Dei..." disse, coprendosi la bocca con le mani. Emise un grande sospiro di sollievo, e rise. Rapidamente volò verso il molo, per incontrare la sua famiglia ancora abbracciata. Poteva sentire i suoi occhi gonfiarsi di lacrime, mentre si avvicinava al marito.

Mentre continuava ad abbracciare i suoi bambini, Hiccup, con la coda dell'occhio, vide una figura femminile dirigersi verso di loro. Fece un profondo respiro, mentre vide la sua amata correre giù per i grandi gradini di pietra. Era come se la ricordava, solo più bella. Non distolse mai lo sguardo da lei, neanche mentre si alzava lentamente, allontanando dolcemente i suoi figli da lui. Cominciò ad accorciare la distanza, e, per quando la protesi gli permetteva, iniziò a correre.

Hiccup gli tese le braccia, e Astrid collassò nel suo abbraccio, seppellendo la testa nella suo petto mentre gli stringeva le braccia attorno al busto. Preso dalla forte emozione di poterla toccare dopo mesi, Hiccup le cinse le spalle con le sue braccia, e la tenne stretta. Si appoggiò al suo tocco, mettendo delicatamente la sua testa su quella della moglie.  

"Mi dispiace di essere stato cosi lontano da casa..." sussurrò Hiccup mentre stringeva la moglie.
Astrid non disse nulla, ma quella risposta la spinse ad afferrare con più foga il corpo del marito. 
"Pensavo che non saresti tornato, Hic..." mormorò appena Astrid, con il viso ancora sul suo petto. L'uomo, si era reso conto, che certo, era mancato ai suoi figli. Ma più di tutti, a sua moglie. Sentiva il suo corpo tremante, e la cosa lo fece sussultare.
"Non puoi perdermi così facilmente." sospirò dolcemente Hiccup, con gli occhi ancora chiusi. Mentre le accarezzava le spalle, sollevò leggermente la testa, e guardò sua moglie, come per cercare un contatto visivo con lei. 
Lentamente, appoggiata di lato al petto del marito, Astrid sollevò la testa e lo guardò in viso. Gli occhi verdi di Hiccup si posarono su quelli azzurri di Astrid: erano rossi e lucidi, con alcune lacrime che le scorrevano sul viso.
"Ehi... va tutto bene. Non mi allontanerò più per un bel po’, fidati." disse dolcemente Hiccup mentre guardava negli occhi la sua amata.

Quell'affermazione, fece scattare qualcosa nello sguardo di Astrid. La donna fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, riseppellendo il viso sul petto del marito. Dopo qualche secondo, si scansò di scatto e lanciò un pugno sulla spalla dell'uomo.
"Ehi!" disse Hiccup con tono di protesta.
"Questo è per lo spavento!" replicò Astrid con tono deciso. "E non ti azzardare più a stare cosi lontano da casa! Si può sapere dove sei stato?" 
"Ah... va bene, ehm... in sintesi, ecco... una tempesta, si è abbattuta quando stavamo per salpare al ritorno dell'incontro dei capotribù." rispose Hiccup mentre si massaggiava la spalla colpita dal pugno. "Abbiamo aspettato che si placasse, e poi si-siamo salpati, ma un'altra tempesta si è abbattuta su di noi. Per miracolo ci siamo salvati. Abbiamo navigato a vuoto per settimane, p-perché avevamo perso la rotta, ma poi fortunatamente, abbiamo ritrovato la via giusta. Ed-ed eccoci qui." Concluse Hiccup senza neanche riprendere fiato durante il discorso.

Guardandolo meglio, Astrid notò che sul volto di Hiccup, c'erano dei segni strani, come una guancia contusa e dei piccoli tagli sul naso e ai lati degli occhi. Gli sembrava anche più magro. Chissà quante ne aveva passate. Alla fine, anche se era mancato a lungo da casa e fatto preoccupare tutti, non era importante che fosse riuscito a tornare più vivo che morto?

"Va bene, va bene. Poi però, voglio sentire tutto nei dettagli." sospirò Astrid, agitando leggermente la testa.
Lo sguardo di entrambi si era raddolcito, e riavvicinandosi, Astrid avvolse le sue braccia attorno al collo di Hiccup appoggiando la sua fronte a quella del marito, mentre lui le abbracciava la vita.
"L'importante, adesso, è che tu sei qui, è ed è tutto quello che conta." disse in un sussurro Astrid. 
Hiccup non rispose, ma Astrid senti che aveva stampato in faccia uno dei suoi soliti sorrisi, che ogni volta che vedeva, gli ricorda perché si era innamorata di quel ragazzo diventato ora uomo.

Delle piccole manine richiamarono la loro attenzione: i due piccoli Haddock, si sono infilati tra di loro, facendo si che i loro genitori li notassero. Entrambi alzarono le braccia, come richiesta di essere presi in braccio. Astrid con un sorriso prese Nuffink, mentre Hiccup prendeva in braccio Zephyr.

L'uomo avvolse il braccio libero intorno a sua moglie e tenne la sua famiglia il più vicino possibile. 
"Non preoccupatevi, voi tre. Non ho intenzione di stare lontano da voi per così tanto tempo. Lo prometto." dichiarò Hiccup, mentre guardava orgoglioso le tre persone più importanti della sua vita.

Tutti e due i bambini ridacchiarono felicemente, mentre Hiccup, arruffava i capelli di entrambi. Astrid guardò con attenzione quella scena. La sensazione di essere di nuovo col marito, vedere i suoi figli con dei veri sorrisi sui loro volti per la prima volta in tre mesi. Tutta la tensione accumulata in quel periodo era svanita. Aveva tenuto duro, ma alla fine c'era riuscita. Tutto quello che sapeva era che la famiglia Haddock non era la stessa senza il loro adorabile padre.


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*SpazioAutrice*

Salve a tutti! Questa è la mia seconda fanfic su Dragon Trainer. Anche se questa serie di film è conclusa, la porterò sempre nel cuore, come una delle più mature e significative che abbia mai visto. Dopo che il finale del terzo mi ha lasciato un grande vuoto (in senso positivo), ho deciso di scrivere questa piccola storia, che quasi istintivamente mi è venuta in mente, perfetta per i personaggi. Se non si era capito, la storia è ambientata tra l'addio dei draghi e l'epilogo, quando la famiglia si rincontra con i draghi. Per i nomi dei bambini, no, non me li sono inventati io, sono stati confermati dall'autrice dei libri in persona. Un po' particolari, ma che suonano bene. E' venuta abbastanza fluff, come al solito troppo per me. Fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie a tutti!
   
 
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