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Autore: addict_with_a_pen    15/07/2019    1 recensioni
Questo è il peggiore dei malintesi in cui Gerard si sia mai ritrovato in vita sua, perché onestamente l’essere scambiato per modello era una delle cose che mai avrebbe creduto possibili, e invece apparentemente si sbagliava, e pure di grosso.
“Comunque io sono Frank, e tu, splendore?”
È tutto così dannatamente sbagliato.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*It better be black and it better be tight*


A volte, svegliandosi al mattino, Gerard ancora non capisce se stia sognando o se invece è davvero diventato uno stilista, pronto a sfondare nel mondo della moda e pronto a comparire in foto nella sua stessa rivista.
Si chiede anche spesso come e perchè si sia ritrovato in una situazione del genere, come si sia ridotto a posare e farsi scattare foto per far sì che migliaia e migliaia di persone lo vedano e vengano ad acquistare nel suo negozio.
“Gee cos’è quella faccia?”
Ma poi si ricorda immediatamente e ritorna alla realtà grazie al forse errore o forse successo più grande della sua vita.
“Niente, un po’ agitato, forse…”
Lui e Frank alla fine hanno instaurato tutto meno che un rapporto capo-dipendente, poiché chiunque osservando la scena dall’esterno potrebbe benissimo credere che loro due siano una coppia di amici un po’ troppo affiatata… Ogni sabato sera escono insieme per “parlare di lavoro”, a volte anche non solo il sabato e a volte non solo in qualche bar davanti ad una birra o un caffè, ma proprio a casa di Gerard stesso.
“Oooh non dire scemenze! Sarai bravissimo e piacerai a tutti, vedrai quanti clienti!”
Certo, spesso le serate lavorative, se così le si vogliono definire, sono cominciate parlando di lavoro, provando qualche modello e scherzando come ogni amico fa, ma alcune invece, sono decisamente cominciate nella maniera sbagliata…
“Hai una compagna tu?”
“N-No! Perchè me lo chiedi?”
“Così, curiosità.”
Sono momenti così imbarazzanti che spesso e volentieri Frank l’ha vinta, ottenendo dunque due guance rosse in risposta e concludendo il tutto con una risata e un bacio sulla guancia in fiamme del povero Gerard che ci capisce sempre meno della situazione.
“Spero bene, sono sempre meno convinto di questa storia del posare, lo sai bene.”
Non sa nemmeno lui cosa voglia, cosa stia succedendo e come andrà a finire il tutto, ma sa solo che più guance rosse gli provoca Frank e allora più il suo cuore batte veloce e il suo umore migliora. Mentirebbe se dicesse che non adora questa situazione, ma purtroppo il loro rapporto, strano o meno che sia, rimane sempre capo-dipendente e ciò che gli unisce sono solo le foto che a breve andranno a scattare.
“Andrà bene! Credi a me, okay?”
E gli crede per davvero.
Lo studio fotografico al quale si sono rivolti lo ha scelto Jamia, sostenendo che sia uno dei migliori fotografi della città e ovviamente Gerard si è fidato con tutto se stesso. Jamia lavora per lui da sempre e il loro rapporto è davvero bello, un vero rapporto capo-dipendente, ma allo stesso tempo qualcosa che lascia spazio anche a qualche scherzo e leggerezza. Certo, paragonato al rapporto che ha con Frank è davvero tutta un’altra cosa, una rapporto serio e professionale, ma comunque considera Jamia più come collega-amica che come dipendente a tutti gli effetti.
“Eccoci! Tra poco si comincia Gee!”
Ma allora cosa caspita sono lui e Frank!?
Appena entrati nello studio, pronto ad accogliergli vi è un uomo alto e scheletrico con una faccia che incuterebbe terrore a chiunque.
“Piacere, lei deve essere il signor Way, la stavo aspettando.”
“Oh si, è un piacere anche mio.” Mente Gerard, stringendo l’ossuta mano dell’uomo e aspettando che si presenti anche a Frank, subito dietro di lui con uno sguardo da bambino quando è al Luna Park per la prima volta.
“Bene, se vuole seguirmi…”
“Aspetti!” dice voltandosi verso Frank “Lasci che le presenti il vero protagonista di questo servizio fotografico, il mio dipendente…” gli viene da ridere a pronunciare questa parola “Frank Iero.”
Passano un bel dieci secondi di silenzio dove la mano tatuata di Frank rimane a mezz’aria, senza nessuno che la stringa e Gerard comincia a percepire un certo disagio.
“Qualcosa non va?”
“Lei sa che in questo studio facciamo solo foto destinate a finire su riviste di moda e che, in un modo o nell’altro, diventeranno famose, non è così?”
Annuisce deciso.
“Bene, allora mi chiedo come possa pensare che da un individuo del genere io possa ottenere foto almeno lontanamente decenti.”
Cala subito un silenzio teso e la mano di Frank si sposta velocemente dietro la schiena, il suo sguardo si abbassa e il sorriso che prima gli illuminava il volto scompare.
“Mi scusi, ma ciò che ha detto è davvero irrispettoso” dice Gerard con un certo fastidio e rabbia “Gli accordi erano che sarei venuto io per fare un terzo delle foto e un mio dipendente per fare le altre, non ci vedo nulla di strano o sbagliato nell’aver portato lui qui con me oggi.”
“Vede, signor Way, questa azienda ha una certa fama, non vorrei che-”
“Se vuole ricevere i soldi che le sono stati promessi, le consiglio di stare in silenzio e fare il suo lavoro.”
Dopo altri dieci secondi di silenzio teso, il fotografo si volta con aria di stizza e sussurra un “seguitemi” a denti stretti.
“Gee io n-non so se mi va ancora di farlo… Insomma, non sono a mio agio…”
“Andrà tutto bene Frank, non devi preoccuparti, è solo uno spocchioso con la puzza sotto il naso, non devi nemmeno pensare di non essere adatto.”
Prova a rassicurarlo Gerard, avvertendo una sensazione mai provata prima in vita sua. Si sente importante, come se fosse una sorta di guardia del corpo di Frank, pronto a difenderlo a tutti i costi.
Se quello stronzo provasse a fare ancora qualche commento inutile e irrispettoso, potrebbe addirittura scendere alle mani.
“Bene! È il momento del restauro cari!”
Tutta la sensazione di superiorità provata fino a poco prima, immediatamente scompare non appena un omuncolo armato di pennello e quello che Gerard crede sia fondotinta gli si para davanti.
Effettivamente sia lui che Frank non avevano pensato al fatto che per fare foto professionali come lo sono quelle su una rivista di moda sia assolutamente necessario un ritocco e, soprattutto, il trucco…
Intendiamoci, non è che Gerard odi proprio del tutto il trucco, a volte gli è capitato di mettersi un po’ di matita perchè pensa che gli doni, ma fondotinta, correttore e illuminante sono cose che non vorrebbe mettere sulla sua faccia né ora né mai.
“Vedrete come sarete belli dopo!” Ma apparentemente stavolta non ha scelta…
Dopo quelle che paiono tre ore di spennellate e nomi di prodotti per il viso inutili, finalmente ad entrambi viene dato il permesso di alzarsi e andarsi a cambiare per posare.
Prima di andare ognuno nel rispettivo camerino però, Gerard ha modo di incontrare lo sguardo di Frank che, come lui, sta trattenendo una risata visto come li hanno conciati.
“Sicuramente siamo ringiovaniti di qualche annetto, ma mi sembra di avere in faccia un elefante tanto è il trucco che mi hanno messo addosso!” Dice Frank a bassa voce, per poi scoppiare a ridere piano e far dunque nascere un sorriso enorme sul volto di Gerard.
Adora la sua risata, la trova così dolce e allegra, non ci sono mai state occasioni nelle quali non lo abbia tirato su di morale sentire la sua sciocca risata.
“Mangiamo insieme dopo? C’è un posto dove puoi assemblarti tu i panini come vuoi e, ora come ora, ne vorrei mangiare dieci!” Dice continuando a ridere, ma Gerard invece di rispondere immediatamente con un bel “certo”, arrossisce.
Non capisce, tutte le volte che sono usciti insieme fino a quel momento era sempre per mettersi d’accordo sul lavoro, o almeno così diceva Frank, ma questa volta sembra proprio un appuntamento, un “voglio uscire con te perchè mi va” e Gerard non sa cosa pensare.
“Gee?”
“C-Certo, va benissimo.”
“Perfetto.” Gli sorride Frank in risposta, per poi correre nel suo camerino e andare a cambiarsi, poiché il primo scatto sarà il suo.
Pensare inoltre quale sarà il primo outfit di Frank non aiuta affatto, poiché Gerard ricorda fin troppo bene quale “capo d’abbigliamento” la sua mano ha disegnato come prima cosa per Frank… Un completo di intimo comprendente un paio di boxer semplicissimi neri con una lineetta verticale rosa per ogni gamba e una canottiera ancora nera abbinata con l’unica differenza di avere il logo della casa, sempre in rosa, sul petto spostato verso sinistra.
In questo caso, Gerard vorrebbe aver disegnato abiti decisamente diversi…
“Oh no! Non ci siamo affatto!”
La sua mente viene riportata subito alla realtà da questo urlo sgraziato lanciato dal fotografo che, con aria du sdengo, si è voltato dando le spalle al povero Frank che ha appena fatto il suo ingresso sul set. Nemmeno se ne era accorto tanto era perso nel suo mondo di mutande e Frank…
“Qual è il problema?” Dice Gerard cercando di mantenere la serietà che quelle mutande gli hanno parzialmente portato via.
“Il problema è che questo suo dipendente è totalmente non qualificato e inadatto! Lo guardi!”
Gerard comincia a spazientirsi poiché questa persona è davvero sgradevole e maleducata e anche perchè guardando Frank non vede nulla di sbagliato: è solo un uomo in mutande e canottiera pronto per farsi scattare delle fotografie, un uomo bello tra l’altro, ma questi sono solo pensieri soggettivi.
“E quale sarebbe il problema?” Chiede con voce spazientita e irritata.
“Il problema è che non ha la minima idea di cosa significhi posare, di come si faccia, come ci si atteggi e, per carità, non ha nemmeno idea di cosa significhi essere un modello! Sembra che si sia vestito per andare a letto a casa sua!”
“Gee puoi passarmi qualcosa per coprirmi…?” Dice Frank con un filo di voce e la testa bassa per la vergogna e, davanti a questa scena, Gerard non può più stare zitto.
“Okay, sa cosa? Lei è davvero un maleducato e non riceverà nemmeno un decimo di quanto pattuito” passa un accappatoio a Frank e gli si para istintivamente davanti, come per proteggerlo “Se ha avuto a che fare solo con modelli accreditati da anni, allora mi spiace, ma non mi è stato a sentire quando le ho spiegato al telefono come stavano le cose. Ho esplicitamente detto che Frank non è un modello e dunque è implicito che avrebbe avuto bisogno di aiuto per sapere come comportarsi e indossare gli abiti, ma se lei non ascolta, non è un problema nostro!” Continua lui con non poca rabbia nella voce, per poi voltarsi verso Frank e sentire il suo cuore piangere visto quanto in imbarazzo e triste è.
“Certo che l’ho ascoltata ma non credevo mi avrebbe portato un individuo del genere!” Si prova a difendere lui indicando Frank come se fosse un oggetto, ma ormai è inutile; Gerard già ha deciso cosa fare, così che prende le sue cose e porta un braccio attorno alla vita di Frank, per poi dirigersi verso l’uscita dal set.
“Non merita nemmeno il mio saluto, spero di non rivederla mi più.”
“Non farà mai successo se non sceglie dei veri modelli!”
Ma ormai a Gerard non frega più nulla delle sue parole. Un individuo così sgradevole, non merita nulla se non il silenzio.
“Andiamo Frank, dov’è quel posto coi panini componibili che dicevi? Così ora ti aiuto a rimetterti maglietta e pantaloni e ci andiamo.” Ma non riceve nulla in risposta, se non un piccolo singhiozzo di pianto.
“No… hey, non piangere.” Prova a consolarlo inutilmente Gerard, poiché non è mai stato bravo in situazioni di crisi del genere.
“Mi dispiace così tanto… Non avresti mai dovuto scegliere me come modello, faccio pena…”
“Fa pena lui, non tu, assolutamente!” Ma naturalmente, non funziona.
Veder piangere Frank è davvero orribile, lui è una di quelle persone che si da per scontato siano sempre allegre e che mai si fanno buttar giù, ma vederlo così è davvero sconfortante.
“Gee non sono un modello io! Ho fatto quella audizione solo perchè mi sembrava una bella idea, qualcosa di divertente, non credevo mi avresti davvero scelto e ora ti farò fare delle foto orrende e mi dispiace.”
“Okay, sai cosa?” Che senso ha mentire ancora?
“N-No…?” Dice lui titubante con ancora qualche lacrima negli occhi.
“Avevo deciso di prendere te ancora prima dell’audizione. Fin dal primo momento, quando hai mandato le tue foto, io ho capito che eri la persona adatta, che tutte le audizioni sarebbero state una farsa, perchè io avevo deciso che Frank Iero sarebbe stato il mio modello.”
Vede un sorriso timido nascere sul volto di Frank che lo fa automaticamente sorridere a sua volta.
“Dici davvero?”
Annuisce in risposta, per poi passargli maglietta e pantaloni e aspettare che si rivesta.
“Però non ti saresti aspettato di vedermi provarci con te, non è vero?”
Ridono insieme, ma una risata vera e non imbarazzata e Gerard per la prima volta non arrossisce.
“No Frank, non me lo sarei mai sognato.” E continuano a ridere.
Una volta che Frank si è rivestito e si è allacciato anche l’ultima scarpa, possono finalmente andare a fare il loro tanto atteso pranzo.
“Cazzo no…”
Appena messo piede fuori però, Frank si porta una mano sulla fronte e abbozza un sorriso.
“Che succede?”
“Siamo ancora truccati!” Gli fa notare con orrore, poiché entrambi si erano scordati del mascherone sui loro volti.
“Oooh senti, ho troppa fame per pensarci, non me ne frega niente!” Sbotta Gerard con la sola intenzione di allontanarsi il più in fretta possibile da quel posto di ignoranti e andare a mangiare quel maledetto panino che tanto gli fa gola.
“Chi lo sa? Magari ci prendono per dei veri modelli e ci fanno lo sconto!” dice Frank puntandosi le mani sui fianchi e beandosi tutto “Anzi, magari rimangono colpiti solo dalla tua bellezza, quel cavolo di fondotinta e illuminante ti donano, lo sai?”
Ma stavolta, Gerard arrossisce come suo solito.
Decisamente il rapporto capo-dipendente più inusuale del mondo…
​*****
"Non posso credere che vi abbia trattati così, mi dispiace davvero moltissimo.” Si era inutilmente scusata Jamia una volta visti tornare i due al lavoro senza foto e abbastanza arrabbiati.
“Jamia non è colpa tua.” Aveva provato a convincerla Gerard, ma ovviamente lei si era accollata tutte le colpe di quel gruppo di dementi.
Si era anche immediatamente offerta di cercare una nuova compagnia, degli altri fotografi, ma visto lo sguardo terrorizzato di Frank all’idea di doversi rimettere in mutande davanti a degli estranei dopo l’esperienza, aveva abbandonato anche quella idea.
“Farò io le foto.” E questa è forse stata l’idea più stupida mai avuta da Gerard.
Più stupida di aver disegnato per la prima volta degli abiti quando era al liceo, più stupida di aver deciso di entrare nel mondo della moda e addirittura più stupida di aver scelto Frank come modello.
Una cazzata colossale, se proprio bisogna dirla tutta.
“Oh, va bene.” Era stata la risposta un po’ stranita di Jamia, anche se in fondo sapeva bene che il rapporto tra i due è un po’ poco lavorativo e un po’ più affettivo, così che non aveva fatto altro che uscire dalla stanza e lasciarli al loro lavoro.
“Tu sei tutto Gee! Stilista, modello, fotografo, non finisci mai di sorprendermi!” Era stata la risposta di Frank, seguita da un “grazie” sincero e un bacio rapido sulla guancia, per poi sparire nel camerino e togliersi i vestiti.
Onestamente, Gerard crede che sia un’idea terribile, ma ormai si è offerto e ormai non può più tirarsi indietro.
Il fatto è che Frank è bello, tanto bello, e Gerard ha un grande debole per lui, così che questa idea proprio non se la doveva far uscire della bocca.
Cosa pensava di fare? Come poteva credere che scattare lui le foto sarebbe stata una buona idea? Oltre all’imbarazzo dell’avere Frank mezzo nudo davanti, c’è anche il non poco rilevante problema del non essere minimamente qualificato per far foto, così che poco gli serve per capire che si sta giocando in un colpo solo la dignità e la carriera.
“Eccomi signor fotografo!” Sì, decisamente un’idea stupida.
“Oh, mettiti qua…” Mormora con lo sguardo incollato a terra e brandendo la fotocamera che tengono sul lavoro da usare solo in casi disperati, tipo quando uno stupido contendente per il posto di modello si era presentato per farsi scattare le foto direttamente lì non capendo che invece andavano inviate per e-mail.
“Se non alzi lo sguardo Gee non capirò mai dove devo mettermi!”
Gerard capisce subito che effettivamente non ha tutti i torti e che per scattare le foto è purtroppo necessario alzare gli occhi da terra.
Appena i suo occhi incontrano la figura di Frank, non può che naturalmente sentire le guance scaldarsi, poiché ciò che vede gli piace, e anche tanto, e poiché stavolta sono solo loro due senza nessun idiota spocchioso a rovinare l’atmosfera.
“Mettiti più in centro Frank, anche se poi non importa se lo sfondo non è adatto, tanto chiederò a qualche fotografo non stronzo di cambiare gli sfondi” sorridono entrambi “Mi basta solo che stai sul muro bianco.”
Non disponendo di sfondi verdi professionali, Gerard ha deciso che la parete bianca in fondo al suo studio sia comunque adatta anche se, ovviamente, così non è. Avrebbe dovuto comprare attrezzature migliori, ma soprattutto non avrebbe mai dovuto scegliere di far le foto da sé.
“Va bene signor fotografo.” Dice Frank beffardo, per poi spostarsi più verso il centro e aspettare i nuovi comandi.
“Okay, così va bene…” Bisbiglia Gerard schiarendosi la voce, per poi osservare meglio la scena e cominciare a far funzionare i neuroni.
È ovvio che lo sguardo gli è caduto per un po’ troppo tempo sul davanti delle mutande decisamente troppo attillate di Frank, ed è dunque altrettanto ovvio che lui se ne sia accorto e sia scoppiato a ridere di gusto.
Patetico…
“Devo mettermi in qualche posizione, fare qualcosa, non so, dimmi tu.”
“Sì, cioè, as-aspetta un attimo però, prima devo mettere a posto una cosa…” E Gerard odia davvero molto il fatto che stia proprio per andargli incontro per mettergli a posto mutande e canottiera ma, come aveva detto precedentemente a quell’idiota del fotografo, Frank è totalmente inesperto e non sa come si indossano gli abiti per uno scatto.
Senza aggiungere una parola, poggia la fotocamera sulla scrivania e gli va incontro, con lo sguardo incollato a terra e tanto tanto imbarazzo in corpo.
“Okay, mi dispiace per quello che sto per fare, quindi ti prego di non pensare male, ma devo metterti un po’ a posto gli… abiti.” Bofonchia Gerard, tutto meno che dispiaciuto per ciò che sta per fare.
“Oh non preoccuparti! Sono davvero un disastro, scusa.” Risponde Frank con, Gerard può scommetterci, imbarazzo nella voce. Non credeva davvero che Frank potesse imbarazzarsi, mai l’avrebbe detto, e invece eccolo lì, anche lui con lo sguardo fisso a terra e le mani dietro la schiena in attesa del ritocco.
“Tranquillo…” Mormora Gerard, per poi finalmente trovare il coraggio e portare le sue mani sull’elastico delle mutande di Frank.
“T-Te le tiro un pochino più giù, sennò non si vedono bene i tatuaggi…” dice sfilando leggermente i boxer “…e invece lei un pochino più s-su…” aggiunge tirando la canottiera vagamente più sopra, in modo che i fianchi si vedano bene e i tatuaggi insieme a loro.
Questo sarebbe un momento più che opportuno per girare i tacchi, tornare indietro, prendere la camera e scattare foto, ma per qualche strana ragione, ciò non accade. Le mani di Gerard scendono lentamente verso i fianchi e l’addome di Frank, intente ad accarezzare sia loro che i tatuaggi e nella stanza non vola una mosca.
“Sono davvero belli, lo sai..?” Chiede piano, continuando a sfiorare le due colombe disegnate.
“G-Grazie…” È la risposta secca e bisbigliata di Frank, non ancora del tutto convinto di quello che sta accadendo, ma invece sempre più convinto che il momento sia talmente insolito e allo stesso perfetto che lasciarselo scappare potrebbe diventare il suo più grande rimpianto.
“B-Bene, ora possiamo scat-” Ma Gerard fa ben poca strada.
Una mano di Frank va a mettersi dietro la sua schiena in basso, immobilizzandolo, e l’altra sotto il suo mento, per poi fare unire le loro labbra in un bacio che entrambi volevano da troppo tempo.
Andare avanti a mentirsi sarebbe stato inutile, è ormai palese da tempo che ciò che c’è tra loro sia più di un rapporto di lavoro, ed è proprio per questo che il bacio non si interrompe, ma anzi va avanti con una certa enfasi da parte di entrambi.
Gerard si dimentica momentaneamente di essere sul lavoro, di essere il capo di colui che sta baciando così appassionatamente e si fa trascinare totalmente dal momento.
Era da così tanto che aspettavano accadesse…
Per un bel minuto intero, nessuno dei due osa far nulla se non continuare a baciare l’altro, abbracciandosi con una certa disperazione e non desiderando altro che continuare a baciarsi.
Gerard non ha idea di come farà a guardare in faccia in Frank dopo questo, ma onestamente non gliene frega nulla, perchè si sente bene, va tutto bene, e Frank bacia così bene… È tutto perfetto, fino a quando la sua mano non viene magicamente presa e spostata in altre zone che non sono assolutamente i fianchi di Frank.
“C-Che fai…?”
Interrompe il bacio e incolla i suoi occhi verso il basso, dove la sua mano è stata magicamente traslata da un’altra mano tatuata sulle mutande nuove di zecca che, in teoria, Gerard avrebbe dovuto fotografare.
“Gerard non far finta che non sia quello che vuoi anche tu…” si porta la mano addosso con maggior decisione “È dal primo giorno che mi guardi con quegli occhi e, mio Dio, avrei voluto saltarti addosso già da tempo ma, sai, sei il mio capo…” Dice per poi ritornare a baciare con foga quelle labbra che già adora alla follia.
“S-Sì ma siamo in ufficio Frank…”
“Beh, allora sposta la mano dal mio cazzo se le cose stanno così…”
Il fatto è che Gerard sa benissimo che è tutto sbagliato, che il problema non è solo che sono in ufficio, ma è ben diverso e più grosso, anche se non abbastanza grosso da poterlo convincere a staccarsi dal suo tanto desiderato modello e cominciare a scattare foto.
Non abbastanza grosso da fermarlo dal baciare ancora e ancora il suo dipendente, non abbastanza grosso da convincerlo a togliere la mano dal pacco del suo dipendente e non abbastanza grosso da bloccarlo dal mettersi in ginocchio davanti al suo dipendente, al suo Frank, con tutto meno che voglia di fermarsi.
“Qualcosa mi fa pensare che dovrò togliere le mutande…”
In fin dei conti, chi è che stabilisce le regole in ufficio? Chi è che decide cosa è professionale e cosa non lo è? Chi se non il capo?
“Come tuo capo, ti chiedo di fare esattamente quello che hai appena detto.” Ed è dunque così che la giornata si è evoluta.
Decisamente il rapporto capo-dipendente più sbagliato di sempre ma, come ha detto Frank, ormai è inutile far finta che non lo voglia pure lui.
  
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