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Autore: Bobo_    15/07/2019    0 recensioni
La vita di Claire è al suo punto più basso.
Tradita, senza un lavoro e con la reputazione di essere una pazza psicopatica.
Potrebbe andare peggio di così?
Certo che sì!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2
 

Con il senno di poi credo di aver fatto un grosso errore.
E’ stato giusto farmi valere e dare una lezione a quello stronzo di Ray, ma ho sbagliato a licenziarmi. Sapete quanto è difficile trovare un lavoro?
Beh, io non lo sapevo.
A quanto pare rientravo nella categoria delle miracolate che dopo la laurea hanno trovato subito impiego.
Sono passati quasi due mesi da quando mi sono licenziata e nonostante abbia fatto diversi colloqui non sono riuscita a trovare una nuova occupazione.
Strano però, con il mio curriculum dovrebbero fare a gara per avermi.
Che centri qualcosa l’episodio dell’estintore?
-Avresti dovuto mandarlo a qual paese appena hai visto che si stava approfittando di te!- mi ripete per la centesima volta Lizzie, la mia migliore amica.
-Hai ragione.-
-Non so come ti sia saltato in mente di frequentare quel viscido. Non mi è mai piaciuto.- continua lei con la testa e metà del corpo ficcati nell’armadio.
-Hai ragione.-
-Certo che ho ragione! –
Fruga un altro po' nel suo armadio e ne tira fuori un completo nero dall’aspetto molto costoso.
-Questo è perfetto. Provalo.-
-Lizzie non posso, e se te lo rovino?- faccio io.
-Provalo e non rompere.- il suo tono non ammette repliche.
Ubbidiente prendo i vestiti che mi porge e vado a provarli nel piccolo bagno della sua camera da letto.
-Non so come ringraziarvi.- le dico mentre mi spoglio – Per il vestito e per il colloquio, dì a Jason che vi devo una cena.-
-Figurati per così poco.-
Jason è il marito di Lizzie, stanno insieme da circa 10 anni… una vita praticamente.
Prima che la mia migliore amica decidesse di abbandonare la carriera da avvocato per fare la mamma a tempo pieno, erano conosciuti nell’ambiente legale come i Coniugi Sanguinari.
Entrambi avvocati di successo, una volta che ti mordevano non ti lasciavano una goccia di sangue in corpo.
Suppongo di essere molto fortunata ad averli come amici.
Fatto sta che Jason ha ancora modo di lavorare con varie aziende e mi ha procurato un colloquio alla Benedict’s Group, una compagnia che ha praticamente le mani ovunque.
Hotel, Pubblicità, Internet… mica cose da poco!
Riuscire a lavorare per loro anche come l’ultima delle stagiste sarebbe una gran fortuna, così Lizzie ha insistito per prestarmi uno dei suoi costosissimi vestiti d’alta moda.
Se vuoi avere successo devi essere vestita da persona di successo, è uno dei suoi tanti motti.
Speriamo abbia ragione.
Finisco di vestirmi ed esco fuori dal bagno.
-Come sto? – chiedo.
-Sei fantastica! Sarai assunta di sicuro.- esclama gioiosa -Solo questa volta, non andare a letto con il capo.-
 
Sono. Senza. Parole.
Questo posto è immenso.
La mia vecchia agenzia in confronto sembra la cuccia di un cane.
Seguo la segretaria che mi ha accolta alla reception tra i vari corridoi e uffici letteralmente a bocca aperta. Meglio che la chiudo.
È tutto così moderno, così lucido, così grande.
Persino le persone che ci lavorano hanno un’aurea diversa, sembrano Dei scesi in terra.
Per fortuna indosso il completo di Lizzie, con uno dei miei vestiti non mi avrebbero nemmeno fatto entrare.
-Eccoci qui.- fa la segretaria fermandosi davanti ad una porta -Il Signor Wadey la sta aspettando.-
-La ringrazio.-
Lei mi fa un piccolo occhiolino, come a volermi augurare buona fortuna, e se ne va.
Ok, posso farcela. DEVO farcela!
Busso alla porta con fare deciso e attendo… busso di nuovo… niente.
Siamo sicuri che ci sia?
-Calmati Claire. Dagli tempo!- mi dico a bassa voce.
Dopo quelli che per me sono minuti interminabili, ma che l’orologio mi conferma essere solo due, busso di nuovo.
Nulla.
Busso ancora… niente.
Dò uno sguardo furtivo attorno a me e dopo essermi assicurata che nessuno mi veda mi accuccio sotto la porta per vedere se c’è qualcuno, anche solo la luce accesa!
Me ne sto lì a controllare quando di colpo la porta si apre.
-Le chiedo scusa, stavo finendo una telefonata impor… Ma che fa? -
Cazzo!
Prendete nota, se volete far colpo nei vostri colloqui di lavoro fatevi trovare a quattro zampe. Non vi assicuro che sarete presi, ma di certo non si dimenticheranno di voi.
-Mi è caduta una lente a contatto!- faccio tirandomi su il più velocemente possibile.
Brava Claire, buona scusa!
Mi alliscio il vestito e tendo la mano verso il Signor Wadey. Oh mio Dio! È bellissimo!
Wadey è alto circa un metro e ottanta, capelli corvini e occhi nocciola luminosi, mi stringe la mano e non posso non notare quanto sia grande e forte la sua.
Così come lo è il suo braccio.
E il suo petto.
E quelle labbra!
Che cosa gli farei a quelle labbra!
-Signorina sta bene?- chiede preoccupato.
-Sì!- faccio io con voce un po' troppo stridula.
Lui mi lancia uno sguardo indagatorio ma poi mi fa segno di entrare.
L’ufficio è enorme, ordinato e con ampie finestre che danno verso il cielo. Siamo così in alto che è difficile trovare qualche palazzo che lo sia di più.
-Si accomodi pure.- mi fa il Signor Wadey.
Mi siedo su una poltroncina nera davanti la sua scrivania mentre lui prende posto dietro.
Ammetto che quando si è girato gli ho guardato il culo.
Datti una calmata Claire!
-Allora..- fa l’uomo più bello che abbia mai visto- ho controllato il suo curriculum e devo dirle che sono rimasto davvero colpito.-
-La ringrazio.-
-Una persona con la sua esperienza sarebbe di grande aiuto…-
Sì! Il lavoro è praticamente mio.
-Tuttavia, giusto questa mattina ho chiesto informazioni sul suo conto alla sua vecchia agenzia…-
Cazzo!
-… e non credo sia opportuno assumere qualcuno che ha cercato di uccidere due colleghi per gelosia.-
Come?
-Come scusi?- non riesco a trattenermi -Chi avrei tentato di uccidere?!-
-I suoi colleghi.- ripete lui.
-Non ho tentati di ucciderli… loro… lui… mi hanno preso in giro, mi hanno sfruttata… così gli ho annaffiati un po' con l’estintore.- farfuglio rendendomi, se è possibile, ancora più ridicola di prima.
-Annaffiati un po'.- non era una domanda.
-Giusto un pochino.-
Il Signor Wadey rimane a guardarmi in silenzio per qualche secondo prima di fare una smorfia.
-Vuole un consiglio?- chiede.
-S-sì?-
-Aspetti che le acque si calmino, che si dimentichino dell’accaduto. Con la reputazione che ha adesso non la prenderebbero a lavorare nemmeno in un fast food.-
Sento il pavimento crollarmi sotto i piedi. Tutti quei sacrifici non sono serviti a niente. Tutto inutile.
-Le assicuro che tra qualche mese nessuno si ricorderà più di questa storia e troverà un impiego accettabile… non qui naturalmente. È fortunata che non l’abbiano denunciata.- continua lui.
Ho le lacrime agli occhi.
Facendo appello a tutte le mie forze mi alzo -La ringrazio per il suo tempo e… per il suo consiglio.-
-Si figuri.-
-A-addio.- e con lo sguardo fisso sulle mie scarpe mi fiondo fuori, il più lontano possibile da quel bellissimo uomo.
Non mi sono mai sentita più umiliata in vita mia.
 
Dopo circa un’ora di pianto in macchina ho solo un pensiero in mente.
Uccidere Ray.
Se devo essere marchiata come psicopatica tanto vale fare la psicopatica.
Sistemo il cellulare sul porta telefono che ho sul cruscotto, scorro tra i numeri della rubrica fino a quando non trovo il numero di Ray.
Chiama.
Dopo qualche squillo risponde la segreteria, attendo il bep ed esplodo.
-MALEDETTO! Ti conviene nasconderti perché sto venendo ad ammazzarti!-
Accendo l’auto e metto la retromarcia per uscire dal parcheggio.
-Cosa hai detto in giro? Che sono pazza?!- continuo.
Sono talmente concentrata sulle mie urla che non noto quello che sembra un grosso uccello rosa fermo dietro la mia auto con il telefono in mano.
Succede tutto molto velocemente, una botta, un piccolo urlo e l’uccello non si vede più.
Freno di colpo terrorizzata.
Non esistono uccelli così grandi.
Gli uccelli non urlano come persone e, soprattutto, non parlano al telefono.
Ho investito qualcuno!
Esco dall’auto spaventata e con orrore vedo un uomo accasciato a terra.
Perché indossa tutte queste piume rosa?
No! Non è il momento di chiedersi questo.
-Sta bene?- domando inginocchiandomi vicino a lui.
L’uomo piumato si gira verso di me lamentandosi, gli occhi azzurri pieni di dolore… ha un’aria terribilmente familiare….
-Un’ambulanza.- dice prima di svenire.
Maledizione!
Mi basta un secondo sguardo per capire chi ho investito.
La Benedict’s Group è piena di sue foto, così come i giornali di gossip.
Nate Benedict, terzo erede dell’impero Benedict.
Potrebbe andare peggio di così?

   
 
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