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Autore: MonicaX1974    16/07/2019    0 recensioni
Harry e Chloe.
Lui deluso dalla vita, lei con un immenso dolore nel cuore.
Lui pensa solo a divertirsi, lei cerca di ritrovare la speranza.
In un susseguirsi continuo di ammissioni e negazioni, rivelazioni e trascorsi burrascosi, Harry e Chloe riusciranno a trovare un modo per trovare il loro nuovo inizio?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Come on and open up 

Open up my love I know it's a front 

You've been hiding behind 

Come on and open up 

Open up my love 

Why don't you tell me 

What's really on your mind

"Open up"

Matt Simons

************

Cinque, forse sei, o sette, non lo so con precisione da quante ore siamo chiusi dentro a questa suite, ma alla fine non m'importa davvero, perché non è del posto che mi interessa; sono con Harry e non c'è niente che vorrei di più.

È un altro punto e a capo, un altro periodo, un altro inizio, una nostra prima volta insieme; gli attimi che stiamo vivendo dentro a queste mura sono tutto questo e anche molto di più.

Tutte le barriere sono cadute: fisiche, mentali, i pregiudizi, le finte scuse, le inutili protezioni e ogni limite che entrambi ci eravamo imposti, credendo che fosse la cosa migliore per preservarci dalle delusioni, dal dolore e dalla sofferenza. Niente di più sbagliato: se avessi continuato a tenere su quei muri, adesso io e Harry non avremmo saputo che gusto avesse la felicità, non avremmo mai sentito il suono di quelle parole che ancora mi riempiono la testa.

"Cazzo se ti amo"

Non posso evitare di sorridere per il modo che ha usato per esprimere ciò che prova per me, ma va bene, perché è stato sincero, l'ha fatto a modo suo, e io ho amato il suo modo di dirlo, le sue parole, e il momento in cui l'ha fatto, quando era così perso da non poterlo più trattenere.

Ho sentito ogni parola, ogni lettera, penetrarmi la carne e arrivarmi fin dentro all'anima, dove ancora le sento risuonare, in una eco infinita, che continua a farmi restare in uno stato di estasi costante. Per questo motivo continuo a sorridere senza sosta, anche ora che, vestita solo della sua maglietta e di un paio di slip, mi sono messa a preparare qualcosa da mangiare.

Alla fine ho dovuto dargli ragione: la cucina nella suite era necessaria, perché ora, dopo aver finito di cucinare un paio di omelette, con marmellata e frutta - i pochi ingredienti che Harry si è fatto portare su dal servizio in camera, perché lui aveva voglia di qualcosa di dolce - so di poter ritornare immediatamente nel letto, dove lo ritroverò fresco di doccia, senza alcun indumento addosso.

Aveva ragione anche quando diceva che rinunciare al servizio in camera vero e proprio, per poter condividere anche questo momento insieme, sarebbe stato qualcosa di unico, ed è con questo spirito che mi accingo ad impiattare le nostre omelette, per poi tornare di là, nella speranza che lui abbia già finito la sua doccia.

Quasi non sobbalzo, quando sento le sue mani scivolarmi lungo i fianchi, per fermarsi sul mio ventre mentre mi stringe a sé, facendo aderire la mia schiena al suo corpo.

«Che profumino, Stewart» dice a bassa voce, strofinando il viso sul mio collo, per poi lasciarmi un bacio sul collo, con le labbra ancora umide, ma, ora che ci faccio caso, il suo intero corpo è umido.

Sento la mia maglietta iniziare a bagnarsi all'altezza delle scapole, sento qualche goccia, proveniente dai suoi capelli, cadere sulla mia spalla, sento le sue mani rafforzare la presa su di me, mentre le mie sembrano diventare molli, tanto che lascio cadere la palettina con la quale volevo prendere le omelette e metterle sul vassoio.

«Stavo per portare il piatto di là» dico a bassa voce, chiudendo gli occhi, mentre porto la testa all'indietro per appoggiarla alla sua spalla «è solo un po' di frutta e...»

«Ma io non mi riferivo al cibo...» dice interrompendomi «io parlavo di te...»

Le sue labbra tornano sul mio collo, lecca, morde, mentre le sue mani finiscono sotto la maglietta che indosso: sento il mio corpo ricoprirsi di brividi, come se mi stesse toccando per la prima volta, come se non lo facesse da giorni, non so come ci riesca, ma lui ha il potere di renderlo speciale ogni volta.

Sono voluta venire qui, a New York, perché potessimo avere un posto nostro, nel quale ritrovare dei ricordi solamente miei e suoi, voglio dimostrargli di essere andata oltre, di amarlo davvero, e voglio dimostrarlo anche a me stessa, permettendomi di lasciarmi andare più di quanto non abbia fatto finora con lui, lasciando che si prenda ogni respiro, ogni istante, ogni sguardo, perché voglio che tutto quello che mi riguarda, d'ora in poi, sia soltanto suo.

Voglio affidarmi a lui e voglio che lui si affidi a me, voglio poter essere me stessa e voglio che lui faccia altrettanto, voglio vincere tutte le mie paure e fare in modo che lui possa conoscere ogni aspetto di Chloe, in ogni momento e in ogni sfumatura, e poi voglio andare oltre, voglio sperimentare, voglio dargli più di quanto sia abituata a dare, perché il sentimento che mi lega a Harry è così potente, che non potrei fare diversamente, nemmeno se lo volessi.
Harry è cuore, ragione, sentimento, e corpo, e carne, e desiderio, puro, autentico. Harry è in grado di farti perdere la testa con un sorriso, con uno sguardo, e con un bacio sei già completamente spacciata. La voglia di lui è esplosa in un attimo, al primo bacio, e per quanto abbia provato a reprimerla, alla fine ha sempre vinto lui, e la cosa non mi dispiace affatto.

E, mentre tutti questi pensieri si diradano lentamente nella mia testa, le sue dita, totalmente prive di anelli, scorrono lente sulla mia pelle, accendendo la mia mente e il mio corpo all'unisono, unendoli verso lo stesso desiderio; la sua bocca non smette di assaltare collo, spalle, nuca, poi, il resto di lui, completamente nudo, si appoggia contro la mia schiena per farmi sentire quanto abbia voglia di me.

«Avevi detto di avere fame» gli dico, e trattengo il fiato quando sento la sua mano farsi spazio al di sotto della maglietta per poi ricoprire per intero il mio seno sinistro.

«E infatti è così, Stewart» sussurra piano, poi la sua mano destra scorre lenta verso il basso, sento le dita farsi strada al di sotto del bordo degli slip «sto morendo di fame».

Il mio corpo si incendia all'istante, come se le sue parole avessero appena acceso una miccia ad accensione rapida, come se ogni parte di me stesse reclamando a gran voce le sue attenzioni, un suo tocco, un suo bacio, una carezza, e lui sembra voler accontentare ogni millimetro della mia pelle, del mio corpo, già alla sua completa mercé. Sento i miei muscoli contrarsi quando le sue dita si fanno strada verso la mia intimità, mentre il respiro si fa più accelerato quando continua a sussurrare al mio orecchio.

«Voglio prendermi cura di te» mi accarezza, mi stringe, e la sensazione della sua mano dentro ai miei slip è qualcosa che mi manda letteralmente fuori di testa, tanto che non riesco a replicare «voglio dimostrarti quanto sei speciale per me».

«Harry...» sussurro a fatica, quasi in un gemito, quando fa scorrere lentamente un dito dentro di me.

«Adoro sentirti dire il mio nome quando sei così eccitata...» mi manca l'aria, continua a farmi impazzire, e io resto inerme, a godere di ogni suo assalto, come quello della sua bocca che si apre lenta sul mio collo, mentre succhia una piccola porzione di pelle, e le sue mani stanno prendendo tutto ciò che vogliono.

Mi arrendo, lo lascio fare, mi abbandono alla magia che riesce a creare in pochi minuti, in cui tutto l'universo scompare, per lasciare spazio soltanto a quello che proviamo l'uno per l'altra. Volto lentamente il viso all'indietro, perché voglio baciarlo, voglio che senta quanto anche io sia affamata di lui.

Le labbra di Harry trovano subito le mie, la sua lingua si fa spazio lentamente nella mia bocca, come a voler davvero assaporare qualcosa di buono, come se volesse percepirne ogni parte, per entrarne in pieno possesso. Trattengo di nuovo l'aria quando sento le sue dita scivolare fuori dai miei slip, perdendo il contatto con il mio corpo, mentre mi fa voltare nel suo abbraccio. Mi stringe i glutei con decisione, ma con delicatezza, per portarmi più vicino a sé, sento chiaramente la sua erezione contro il mio ventre, e porto le mani sui suoi fianchi, per poi scendere più in basso, senza mai perdere il contatto con la sua bocca, che diventa via via sempre meno delicata e più aggressiva.

Non riesco a credere che mi senta così eccitata come se non facessi sesso da mesi, quando credo siano passate a malapena un paio d'ore da quando abbiamo fatto l'amore su quell'enorme letto nell'altra stanza, eppure la voglia che ho di lui in questo momento sembra essere ancora più forte di prima, e ho tutta l'intenzione di farglielo capire. Così spingo di più il mio bacino verso il suo, per il gusto di sentire il suo gemito riversarsi nella mia bocca; divoro la sua voce strozzata, il suo fiato che sembra fermarsi per un attimo quando le mie dita stringono la carne dei suoi glutei, per portarlo ancora più vicino a me.

«Lo sai che adesso non arriverai al letto, vero?» dice a bassa voce, come se fosse una minaccia, ma il solo pensiero delle sue parole ha una prospettiva così piacevole, che non credo di volerci rinunciare.

«In realtà ci speravo» affermo sicura, perché è così che mi sento quando sono tra le sue braccia, quando lui mi guarda come se ogni suo respiro dipendesse da me.

«Non c'è bisogno che tu lo ripeta». Si abbassa all'improvviso, mi solleva, per poi voltarsi tenendomi in braccio e farmi sedere sul bordo del tavolo.
Mi aggrappo alle sue spalle mentre le sue dita affondando nei miei fianchi, per poi risalire velocemente quasi subito, portandosi dietro la maglietta che indosso.

Per un attimo tutto sembra fermarsi, come se la nostra vita fosse diventata un fermo immagine: seduta sul bordo del tavolo, con addosso solo un paio di slip, resto immobile sotto il suo sguardo acceso, quasi senza respirare, mentre porto indietro le braccia, appoggiandomi con le mani alla superficie lucida. Lo sguardo di Harry resta per qualche secondo nei miei occhi, poi scende lentamente, e forse dovrei sentirmi a disagio, o in imbarazzo, invece quello sguardo di fuoco ha il potere di farmi sentire incredibilmente bella e sexy.

«Non c'è niente che vorrei più di te...» dice, tornando a guardarmi negli occhi «di noi due...» si avvicina di più, si sistema tra le mie gambe, fa scorrere le dita leggere appena al di sotto del mio collo, da una clavicola all'altra, percorrendo la linea occupata solitamente dalla catenina che indosso «di noi due...» ripete ancora, stavolta con voce più bassa, e io so quale sia il reale significato delle sue parole, ma non voglio pensarci adesso, perché gli ho promesso che saremo solo noi due, e non permetterò a nessuna ombra di interferire in questo istante così intenso, così nostro.

«Noi due, Harry» gli dico, portando una mano sul retro del suo collo, per avvicinarlo di più a me «solamente noi due» rimarco quelle parole, perché voglio che lui ne sia certo, che non abbia dubbi sul fatto che io sia presente qui con lui, e non solo fisicamente.

Si lascia baciare, lo faccio lentamente, senza fretta, dando ad entrambi il tempo di sentire ogni brivido, ogni fremito, ogni sensazione che questo contatto sta provocando ai nostri corpi. Le sue mani si posano delicate sui miei fianchi, risalgono ancora più lentamente lungo il mio corpo, per poi fermarsi sui miei seni e, stavolta, sono io ad ansimare nella sua bocca, ed è lui a catturare i miei gemiti tra le labbra, divorandoli, trasformando un bacio dolce in uno più passionale, senza darmi quasi tregua.

Affondo le dita nei suoi muscoli per potermi sorreggere, mentre lui non si risparmia nel continuare a baciarmi come se ne traesse forza ed energia.

«Devo...» dice con un filo di voce, allontanandosi leggermente, quasi senza davvero capire cosa deve dire, poi riprende a baciarmi, poi si ferma di nuovo «devo andare a...» mi bacia ancora, poi un altro stop, e sorrido nel vedere il ritratto dell'impazienza sul suo viso. «Merda! Torno subito...» dice poi, per andare nell'altra stanza, mentre io mi godo la visuale del suo lato B quando si allontana.

Mi appoggio di nuovo all'indietro e lo vedo tornare un attimo dopo con un'espressione furba sul volto; mi si avvicina, appoggia accanto alla mia coscia la bustina argentata, poi appoggia le mani sulle mie ginocchia.

«Voglio mangiare, Chloe...» dice con la voce più bassa che gli abbia mai sentito, così roca e graffiata che la sento percorrermi tutta la spina dorsale, per poi riversarsi al centro delle mie gambe, facendomi contrarre i muscoli e stringere le cosce, ma lui non me lo permette, perché scorre lento con le dita sulla mia pelle accaldata, mentre mi divarica le ginocchia, sistemandosi all'interno «e ho bisogno di un piatto...»

Lo osservo con aria confusa, ma non mi lascia nell'incertezza per molto: posa una mano sulla mia spalla e, facendo una leggera pressione, mi fa stendere sul piano liscio, sostenendo la mia schiena con l'altra, fino a che rabbrividisco nel percepire il freddo della superficie sulla quale mi ha fatto distendere.

«Sei bellissima anche da qui, Chloe» dice ancora, mentre sembra che io abbia perso la parola. «Non ti muovere» dice, poi giro la testa all'indietro quando lo vedo allontanarsi e andare verso il piccolo piano cottura, per recuperare il piatto con le omelette farcite di fragole e tornare ad occupare il piccolo spazio tra le mie gambe, che ha lasciato solo per qualche secondo. «Lo senti com'è bello il silenzio senza il casino di tutti i tuoi ingranaggi?» domanda divertito, forse per alleggerire un momento davvero troppo intenso, tenendo in mano quei dolcetti. «Adesso voglio sentirti riempire il silenzio, ma non con i tuoi pensieri».

Solleva la parte superiore della prima omelette, mentre l'aspettativa per ciò che ha in mente, sta facendo salire l'eccitazione e sparire l'aria dai polmoni, prende un paio di fettine di fragole e le posa appena al di sotto del mio ombelico, poi mi guarda negli occhi, mi sorride, e riprende a sistemare le fragole sulla mia pelle, provocando brividi ad ogni contatto della frutta.

Non ho mai fatto niente del genere in tutta la mia vita, non ho idea di cosa stia per fare, ma sono impaziente di scoprirlo. Sono tesa, ma non nervosa, sono rigida, con la schiena leggermente inarcata, ma non perché la situazione sia imbarazzante. Non vedo l'ora di scoprire cosa e come vuole mangiare, quindi resto immobile, ad osservare i suoi movimenti, ruotando soltanto gli occhi, e trattenendo il fiato.
Harry si sposta di lato, mettendosi accanto a me, si abbassa all'altezza del mio orecchio e sussurra in un modo così sexy che sento di essere già quasi al limite della sopportazione: «Rilassati...»

Come se fosse una cosa realmente fattibile, come se potessi davvero rilassarmi, quando il suo viso arriva a pochi millimetri dal mio sterno, sul quale ha appoggiato la prima fragola. Sollevo leggermente la testa, mi appoggio sui gomiti per non perdermi niente. Mi guarda, ma io non riesco a togliere gli occhi dalla sua bocca: lo vedo sorridere, poi si abbassa ancora. Trattengo il fiato quando sento la sua lingua scorrere lenta, per prendere in bocca la fettina di frutta, poi le sue labbra chiudersi, per risucchiare la piccola porzione di pelle al di sotto, e infine osservarmi, per sorridere compiaciuto della mia reazione.
Credo mi si legga in faccia quanto questo gesto mi abbia fatto perdere la testa.

«Questo sì che è mangiare...» afferma divertito, per poi compiere gli stessi gesti: si abbassa, passa la lingua sulla mia pelle per prendere la frutta in mezzo ai seni, poi le labbra, e sorride.
E ancora, un po' più in basso, lingua, fragola, labbra, ma stavolta aggiunge la sua mano sul mio fianco, mentre io non so nemmeno come mi chiamo. Sta arrivando sempre più in basso e non ho idea di come potrò sopravvivere a tutto questo. Torna in mezzo alle mie gambe, tiene entrambe le mani sui miei fianchi e ripete quella parola.

«Adesso rilassati, Chloe...» Torna ad abbassarsi, fa scorrere la lingua appena al di sopra del pube, ma stavolta non risolleva il volto dopo aver messo in bocca la frutta, invece continua a scendere con le labbra, con la lingua, mentre le sue mani scivolano dai miei fianchi fino alle gambe, per poi percorrere una breve linea immaginaria sull'interno coscia. A quel punto sono un fascio di nervi per l'aspettativa di ciò che sta per avvenire. E come dovrei rilassarmi a questo pensiero? Come posso rilassarmi quando vedo sparire il suo viso tra le gambe? E come posso continuare a respirare quando sento le sue dita agganciare il bordo degli slip per poi sfilarli? Come posso evitare un colpo al cuore quando sento la sua lingua compiere lo stesso movimento che ha compiuto finora sulla mia pelle, solo nella zona più intima del mio corpo?

Vorrei davvero continuare a guardarlo, ma l'immagine del suo volto che sprofonda nella mia carne è uno spettacolo di un livello erotico talmente alto che al momento non sono pronta a reggere, se non voglio rischiare un attacco cardiaco, così mi limito a reclinare la testa all'indietro, a chiudere gli occhi e abbandonarmi al piacere che Harry mi sta donando.
È così intenso tutto questo, che è quasi come se potessi lasciare il mio corpo; mi lascio andare del tutto all'indietro, torno a sdraiarmi e riesco a rilassarmi, a distendere ogni muscolo, anche quelli in balia della bocca di Harry, che sembra essere in grado di portarmi in paradiso. Porto le braccia all'esterno, per aggrapparmi ai bordi del tavolo, inarco la schiena e gemo più forte quando stringe le mani sui miei fianchi, per portarmi ancora più vicino e affondare con la lingua, risucchiare con le labbra, in una meravigliosa tortura che vorrei durasse per sempre.

«La tua voce ha un suono decisamente migliore dei tuoi pensieri» dice, interrompendo quella piccola meraviglia, per lasciarmi qualche bacio sull'inguine, e continuare a parlare, mentre risale lentamente. «Anche il tuo respiro ha un suono migliore rispetto agli ingranaggi del tuo cervello». Si sta divertendo, io sono troppo eccitata per ridere, o soltanto sorridere, in realtà sono troppo eccitata e basta.
La sua bocca, la sua lingua, non smettono di percorrere il mio corpo, poi si sofferma sul seno, e ancora vorrei guardare mentre morde e dedica altre attenzioni al mio corpo già ipersensibile, ma non credo di farcela.

«Harry...» mi sfugge il suo nome, senza nemmeno rendermene conto.

«Mi vuoi, Chloe?» mi domanda, e la sua voce sembra sempre più bella e profonda ad ogni parola che pronuncia.

«Sì... Ti prego...» Lo sento ridacchiare per la mia reazione, poi perdo il contatto con ogni parte di lui, sento il rumore della bustina argentata che viene strappata, poi le sue mani sui miei fianchi, per farmi scivolare sul tavolo, finendo con il sedere sul bordo.

«Dimmelo ancora, Chloe» mi dice, e la sua richiesta mi spinge ad aprire gli occhi, per vedere quanto sia diventato brillante e profondo il verde dei suoi occhi «dimmi che resti».

«Resto, Harry...» Il fiato rimane bloccato in gola, quando lui entra lentamente dentro di me, poi lascio andare l'aria, unita alla voce, che forma un gemito rumoroso.

«Cazzo!» impreca lui, per poi ripetere lo stesso movimento e ottenere il medesimo suono, che lascia le mie labbra in maniera più lenta e prolungata. Si piega in avanti, tiene una mano sul mio fianco, l'altra la porta dietro la mia schiena, aiutandomi a sostenermi, poi riprendere a muoversi. «Resta con me».

Riesco a sentire tutto il suo bisogno di essere rassicurato, tutta la sua insicurezza, la sua fragilità, così mi aggrappo ai suoi bicipiti e fisso il mio sguardo nel suo.

«Resto con te, Harry...» gli dico seria, cercando di trasmettergli quanto credo in quelle parole «resto con te» ripeto, poi lo bacio mentre lui mi tiene stretta, mentre le sue spinte si fanno sempre più veloci, più aggressive, come se potesse prendersi ogni cosa di me attraverso i suoi affondi. Assecondo i suoi movimenti, lascio che si prenda tutto ciò che vuole, mentre io faccio lo stesso con lui, fino a quando mi porta al limite.

«Con me...» La sua voce si riversa nella mia bocca, tra un bacio e un morso, le vibrazioni della sua voce arrivano fino alla mia gola, si riverberano dentro al mio corpo, mentre sento ogni più piccola parte di me esplodere all'improvviso in un piacere intenso, quasi violento, che mi toglie il fiato, la voce, la lucidità, mentre affondo le unghie nella sua carne e lui afferra con più forza il mio fianco. «Con me, cazzo...»

Sento il suo corpo irrigidirsi, poi i suoi affondi rallentano, fino a fermarsi del tutto, restando immobile per qualche secondo, nei quali cerco di capire se sono ancora su questo pianeta o sulla luna.

«Le fragole più buone di tutta la mia vita» dice dopo un po' sollevandosi leggermente e guardandomi negli occhi. La sua mano arriva sul mio viso, le sue dita percorrono ogni centimetro, come ad assicurarsi che io sia qui, fino a soffermarsi sulle mie labbra.

«Peccato che te le sia mangiate tutte tu» rispondo, tentando una battuta, perché ho bisogno di tornare alla realtà.

«Bastava dirlo che avevi bisogno di un piatto, mi sarei offerto volentieri» sorride divertito, poi si abbassa e mi bacia.

«Me lo ricorderò, la prossima volta» ribatto, restando con gli occhi nei suoi.

«La prossima volta...» ripete lui «ha un bellissimo suono, no?» Gli sorrido e concordo con lui.

Abbiamo entrambi bisogno di certezze, di sapere che possiamo contare l'uno sull'altra, che possiamo avere un futuro, un futuro nel quale saremo ancora insieme, e non c'è assolutamente niente che voglio più di questo.

 

   
 
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