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Autore: Malasorte    16/07/2019    1 recensioni
Un corsaro leggendario e letale, una fanciulla dal viso d'angelo, segreti sepolti in un lontano passato...
Questa volta Captain Jack Sparrow non si troverà ad affrontare solamente una nuova avventura, ma qualcosa di ben più complesso. Sarà un fantasma uscito dai suoi ricordi a svelare, almeno in parte, il suo nebuloso passato, costringendolo a scelte divise tra orgoglio ed amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 9

'Un passato dimenticato, una scelta per il futuro?'

 

Alexis se ne stava appoggiata in silenzio alla murata della Perla Nera, osservando le luci di Tortuga condite di urla,schiamazzi e occasionali colpi di moschetto.

Oramai quella era diventata un'abitudine, poiché l'aveva fatto anche troppo spesso in quei giorni di permanenza.
Non c'era una ragione precisa, se non quella che scrutare la tana dei filibustieri da lontano, senza farne realmente parte, aveva il potere di calmarla, facendo affiorare i suoi pensieri più nascosti in totale libertà.

Due giorni prima, quando il Vecchio Roger l'aveva scortata sana e salva fino alla nave dopo che si era smarrita per le vie scure e chiassose della città dei pirati, la sua mente era in subbuglio proprio come in quel momento.

Sebbene il suo stato d'animo fosse ben diverso.
Non era lì da sola, in disparte, non sapendo che altro fare o perché, come nelle notti precedenti, l'eccitazione di dove si trovava non le concedeva di prendere sonno, reclamandola sveglia.
Anche se tutti: Will, Elizabeth, Anamaria, Gibbs, perfino il signor pappagallo Cotton, avevano cercato di convincerla a scendere a terra per andare a far baldoria con loro, aveva rifiutato.

Mancando ben poco all'inevitabile ritorno a Port Royal e alla noiosa vita perbene di sempre, proprio non se la sentiva di festeggiare, ridere e bere.

Troppo domande la agitavano, troppi dubbi la faceva sentire in balia di una violenta burrasca, benché il mare sotto alla Perla, le cui acque riflettevano l'oscurità del cielo facendolo sembrare nero, fosse assolutamente calmo. Quasi una lastra compatta su cui la luna, accarezzandone la superficie, lasciava un riflesso argenteo.

Il mare, il vento, il sole, l'odore di rum e di spezie forti che caratterizzavano la rumorosa tana dei filibustieri... Tutto di quel luogo le era diventano familiare in brevissimo tempo.

'Dovevo aspettarmelo.'

Alexis non si era mai sentita a proprio agio nei panni della docile fanciulla beneducata. Era una recita, perfezionata negli anni, che portava avanti giorno dopo giorno, sebbene diventasse sempre più pesante da sopportare.
Ne era schiacciata. Soffocata.

Lì, nel più assurdo, improbabile, caotico e forse anche pericoloso porto dei Caraibi si sentiva per la prima volta davvero libera.

La gabbia nella quale per vent'anni era stata intrappolata, finalmente si era aperta. I suoi polmoni si erano riempiti di quell'odore salmastro e pungente e il suo cuore aveva ripreso a battere furiosamente.
'Qui mi sento viva! Ma quanto può durare?'

Una parte di lei avrebbe rinunciato alla vecchia vita senza esitazione, buttandosi tutto alle spalle e ricominciando da capo proprio lì. Però l'altra metà di lei, la bambina che aveva cercato di ottenere l'amore di un padre indifferente e di sentire il calore di una vera famiglia, era troppo riluttante.
Abbandonare zio e cugina, le uniche persone al mondo dalle quali davvero si fosse sentita benvoluta, amata e accettata, le risultava troppo penoso.

'Forse sono una codarda, dopotutto.'
Sapeva perfettamente a chi avrebbe dovuto rivolgersi per scoprire quella parte di passato che ancora ignorava e che, probabilmente, sarebbe stata la spinta per la svolta decisiva.
'Lo voglio davvero? Sono pronta ad affrontarlo e a scegliere?'

Mentre era ancora persa nelle sue domande, qualcosa di caldo e pesante le si posò sulle spalle.
Alexis si girò di scatto, trovandosi faccia a faccia con due intensi occhi scuri pesantemente bistrati, risplendenti come onice nella fioca luce delle lampade ad olio che rischiaravano il molo.
Quegli occhi le erano puntati addosso e la osservavano con un intensità tale da ipnotizzarla con il loro magnetismo.

- C.. Capitano! -

- Missy, sapevo di trovarti qui - sorrise, non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma sapeva sempre, a qualunque ora del giorno e della notte, dove trovarla.

- Non volevo disturbarti dolcezza... - proseguì - ... Ma si sta alzando il vento e, con solo quella camiciola addosso, ti prenderai un malanno. -

A conferma delle sue parole, la ragazza si rese conto di una brezza che si era sollevata dal mare, facendosi via via più insistente. Avrebbe rabbrividito se non fosse avvolta nella giacca che il Capitano le aveva, premurosamente, appoggiato sulle spalle.

- Grazie. - ricambiò il suo sorriso, anche se preferì cambiare subito argomento invece di ragionare sul motivo di quel gesto, tanto cavalleresco quanto inusuale per un pirata - Come mai non siete a terra a festeggiare con gli altri, Capitano? -

- Intendi ad ubriacarmi come al solito? - la rimbeccò ridendo dell'imbarazzo che si dipinse sul viso di lei - Non potevo lasciare la più bella ragazza dell'isola qui tutta sola, savvy? -

Alexis arrossì, senza parole, a quell'aperto complimento che non si sarebbe aspettata.
Scosse la testa, riscuotendosi a sufficienza per indicare, con un fugace della mano, la prua della nave, silenziosa e avvolta nel buio – Sola? Non esattamente, dato che laggiù c'è il Vecchio Roger. Anche se credo non voglia farsi vedere. -

- Te ne sei accorta, dunque. Brava missy!- Jack sorrise compiaciuto - Sei molto perspicace. In effetti anche lui ha avuto la mia stessa idea. Comunque per festeggiare non c'è bisogno di andare in una delle taverne di Tortuga, basta una buona bottiglia di rum, savvy? -

Lei scoppiò a ridere, a quel suo ripete 'savvy' in quasi ogni frase.
- Sì sì, comprendo! Anche se temo di non essere dell'umore giusto a farmi compagnia stasera. - si rabbuiò di colpo.

Capitan Sparrow annuì, tornando immediatamente serio.
- Lo vedo. - le confermò infatti - I tuoi occhi sono in tempesta, dolcezza. Ma se non ne vuoi parlare, nessuno ti obbligherà a farlo. -

'Occhi come il mare, capelli come il fuoco e uno spirito indomito come solo il Diavolo può forgiare.'
Da quanto tempo quelle parole non gli tornavano alla mente?
Vent'anni probabilmente, eppure, guardando la maggiore delle cugine Swann in quel momento, la descrizione che era calzata ad una sola donna riprendeva vita davanti a lui.

'Cosa devo fare?'
Sembrava che il destino si stesse accanendo nei suoi confronti, offrendogli la realizzazione di un sogno che aveva sempre creduto impossibile.

'Ho il diritto di realizzarlo adesso... con lei?'

- Io.. - Alexis si morse le labbra, indecisa se rivelargli o meno cosa la agitasse. Non poteva sostenere quel suo sguardo, per cui gli voltò nuovamente le spalle.

Era più facile parlargli se non lo guardava, poiché il suo cuore tornava a battere ad un ritmo quasi normale e i pensieri le si snebbiavano, almeno un po'.
Peccato che tutti i suoi sensi rimanessero all'erta, acutizzati dalla sua silenziosa presenza dietro di lei, rendendola incapace di smettere di focalizzarsi su di lui.
- So che Lizzy vi ha detto del tatuaggio... - iniziò a dire, senza troppa convinzione – Due mattina fa, l'ho sentita uscire presto dalla nostra cabina. Pensava dormissi ancora, invece mi sono alzata e l'ho seguita a poca distanza. E' venuta da voi. -

Inutile darle altre giustificazioni, avrebbe potuto mentirle sulla ragione del comportamento della cugina, ma non voleva farlo.

- Vuoi sapere? - le chiese quindi, posandole una mano sulla spalla come ad incoraggiarla.

- Se voglio non saprei, però devo! Devo sapere o non riuscirò a chiarire i miei dubbi. -

Lui la fece voltare, sorridendole dolcemente senza scherno o malizia alcuna, per poi sfiorarla una guancia con la punta della dita in un'ombra di carezza.
Un gesto tanto lieve quanto potente abbastanza da infonderle calore e potere.

- Vieni, allora! Il Vecchio Roger ed io abbiamo un compito da assolvere. -

 

 

_________________________

 

 

- Erin 'Badluck' Daverou. - Alexis pronunciò quel nome quasi con reverenza.

- Sì, la famigerata 'Regina dei Caraibi'... Tua madre – le confermò nuovamente Jack, che le stava seduto davanti.
Erano seduti ai lati opposti del grande tavolo che troneggiava nell'anticamera della sua cabina, con il Vecchio Roger, serio e cupo come sempre, in piedi alle spalle del Capitano.

- Io... Com'è possibile? Sono nata e cresciuta in Inghilterra. Non me ne sono mai allontana prima d'ora!-

- Non è del tutto esatto. - il vecchio lupo di mare si decise a prendere la parola - Più di vent'anni fa, Erin era il miglior capitano pirata che solcasse queste acque, era il comandante della Perla Nera, la Regina dei filibustieri e una vera minaccia per tutti gli altri. Così quelli della Marina, stanchi delle sue scorrerie, mandarono alla sua caccia il migliore fra i loro ammiragli: Robert Swann... tuo padre. -

La ragazza si torceva nervosamente le mani nell'attesa che proseguisse e Jack, nel tentativo di tranquillizzarla, si allungò sulla tavola e gliele strinse con una delle sue.

- Nemmeno io, che all'epoca era il primo ufficiale di Erin, e neanche Sparrow, poco più di un ragazzino con compiti da mozzo... - a quelle parole ci fu una smorfia da parte del Capitano, prontamente commentata da un'occhiataccia dell'anziano marinaio – Sì, anche se eri il suo allievo prediletto hai cominciato ramazzando il ponte come tutti noi. -

Il Capitano sbuffò, ma lasciò che l'altro proseguisse.

- Come stavo dicendo, nessuno di noi scoprì mai come fosse successo: fatto sta che Erin e l'ammiraglio si innamorarono, a dispetto del loro esser nemici, e lei rimase incinta di te. Dicendolo alla ciurma solo quando il suo pancione fu troppo evidente per essere nascosto. -

- E non vi siete ammutinati? - chiese perplessa Alexis.

- Nonostante quello che ti ha raccontato la tua cuginetta, non tutti i pirati sono senza onore come Barbossa e la feccia che lo segue, dolcezza. - si inserì Jack a cui il trattamento subito bruciava ancora troppo per non ricordarlo appena potesse.

- Già. - assentì il Vecchio Roger – Lei era il nostro Capitano, aveva fatto sempre il nostro bene, quindi non avevamo nessuno motivo per tradirla a causa di chi amava. Peccato che, una notte sentimmo urla e insulti provenire dal ponte del brigantino della Marina all'ancora al nostro fianco. Quando Badluck tornò a bordo della Perla era furiosa. Lord Swann le aveva proposto, o meglio, ordinato di rinunciare alla nave, al comando e a tutta la sua vita per sposarlo e seguirlo come una moglie devota e rispettabile in Inghilterra. -

'Tipico di mio padre per cui le donne era solo esseri al servizio del proprio uomo.' pensò amaramente Alexis.
- Puoi facilmente immaginare che tua madre lo prese alla stregua di un tradimento. Da quel giorno non si videro più se non in mare, battagliando l'uno contro l'altra. -

- Ti sei dimenticato di dire che aveva deciso di crescere da sola il bambino o la bambina che sarebbe nato. - lo rimbeccò Jack, incapace di starsene zitto.

- Ci stavo arrivando! - sbottò il vecchio - Sì, decise proprio di fare proprio così, ma il destino o forse il Diavolo ci mise lo zampino... Un mese dopo la tua nascita, Erin riuscì a impossessarsi della bussola che indicava la rotta per l'Isla de Muerta... -

- Quella del tesoro azteco maledetto? -

Alexis lo domandò anche se conosceva già la risposta. Per quanto quel discorso la stesse sconvolgendo, si era orgogliosamente imposta di non cedere, di non lasciarsi andare all'incredulità o al dolere.
Adesso voleva sapere e sapere tutto!

- Proprio quella. La fonte di tutti i guai. - le confermò Jack, incupendosi.

Aveva sperimentato sulla propria pelle le nefaste conseguenze di conoscerne la rotta, e ciò a cui la brama di possedere quell'oro conducesse.

- Già, purtroppo. La bussola in suo possesso, faceva di Erin un bersaglio per chiunque volesse il tesoro, ed erano in molti. - il Vecchio Roger si rabbuiò a propria volta - Forse se si fosse confidata, avremmo trovato un modo diverso di risolvere la cosa, invece lei me lo svelò solo sei anni più tardi, quando era ormai sopravvissuta ad almeno una decina di attacchi personali. Temeva per te però, così per proteggerti dai pericoli decise di separarsi da te, consegnandoti a tuo padre quando eri ancora in fasce. -

- Mi state dicendo che mi abbandonò... per un tesoro? - sbottò. Era a dir poco indignata, non poteva credere fosse davvero andata a quel modo.

'Che razza di donna farebbe una cosa tanto riprovevole?'

- Non ti abbandonò affatto! Il tuo tatuaggio ne è la prova! - Capitan Sparrow, scuro in volto come mai prima, si scoprì il polso per mostrale il suo disegno - E' per Erin che io mi feci questo segno. Lei prese sotto la sua protezione una ragazzino di appena dodici anni, orfano, ribelle e inaffidabile, facendone il suo allievo e insegnadole tutto quello che sapeva. Questo tatuaggio è l'eredità di tua madre, poiché le sue parole, quando osservava gli uccelli che si tuffavavo nell'acqua a caccia di pesce, erano: "Then, we pirates could be compared at the sea sparrow's, our life is regulated only by the sea humor, by the wind and by the rise and the decrease of the sun. We're free, remember ever this... Freedom is the only real treasure for us! "1* -

Alexis lo fissò perplessa e lui sospirò prima di continuare - Erin si separò da te, è vero, ma prima volle farti quel tatuaggio, il suo tatuaggio. Le onde del mare che vedi nel mio, le sostituì con un intrico di rovi per simboleggiare le difficoltà che avresti dovuto affrontare scoprendo il tuo passato. Sperava, anzi sapeva, che ne avresti avuto la forza e vi sareste riunite, prima o poi. -

- E' così, missy - annuì il Vecchio Roger - Ha pensato a voi fino all'ultimo momento. -

- Ma davvero? - ancora non era disposta a credere loro, avrebbe significato assolvere impunemente una madre che era più semplice odiare, invece di accettare fosse amorevole e averla persa ancor prima di poterla conoscere.

- Vostra madre morì poco più di sei anni dopo la vostra nascita. Una sera si incontrò con qualcuno di cui io ignoravo l'identità, e cadde nell'ennesimo agguato a cui non scampò. Scoprii tutto e la raggiunsi quando ormai era troppo tardi: l'assassino cercava la bussola, ma Erin era furba e non la portava mai addosso. Quel bastardo, rimasto a bocca asciutta, se ne andò, lasciandola agonizzante nel vicolo di Tortuga in cui l'aveva aggredita. - a quel ricordo il vecchio marinaio ringhiò, stringendo i pugni - La trovai, ma le sue ferite erano troppo gravi anche solo per tentare di spostarla. Potei unicamente rimanerle accanto e ascoltare le sue ultime parole: "La nave è di Jack adesso. Ha lui la 'bussola che non punta a nord' , l'ho infilata nella sua giacca senza che se ne accorgesse. Digli di fare attenzione a chi sceglierà come compagni... E se mai lei dovesse tornare... raccontale di me.. il tesoro, la nave... sono anche suoi. " -

- Chi fu a ucciderla? - negli occhi verdazzurri di Alexis brillava una strana fiamma dai bagliori metallici. Era furiosa, lo si vedeva chiaramente.

- Barbossa. - ammise Jack d'un fiato - Sono stato uno stupido! Sapevo che poteva essere stato solo lui! Ma dopo quasi quattro anni al comando della Perla Nera senza Erin della vecchia ciurma era rimasto solo Roger così, per andare a prendere il tesoro dell'Isla de Muerta, ne reclutai una nuova con Barbossa in mezzo. All'epoca era ritenuto uno dei migliori, quindi mi sono fidato perché volevo a tutti i costi prendere il tesoro! -

- E lui si fece dire il segreto della rotta, per poi ammutinarsi e abbandonarti a morire su un'isoletta sperduta.- finì amaramente lei per lui – Significa che il Vecchio Roger è... - Alexis aveva capito tutto, sebbene questo non la facesse sentire affatto meglio.

Infatti si alzò di scatto, balbettò uno 'Scusatemi' e uscì di corsa dalla cabina.

Il primo impulso di Jack fu di seguirla, non volendo lasciarla sola in un momento tanto difficile, ma l'anziano filibustiere al suo fianco lo fermò.

- Lasciala andare, adesso sta a lei decidere Noi possiamo solo aspettare e vedere. -

 

 

Continua...

 

 

 

1* = 'Ecco, noi pirati possiamo essere paragonati ai passeri di mare, la nostra vita è regolata solo dall'umore del mare, dal vento e dal sorgere e calare del sole. Noi siamo liberi, ricordalo sempre... La libertà è l'unico vero tesoro per noi!'
Ho preferito lasciare riportare la frase in inglese affinchè risultasse più veritiera, inolre ritengo suoni molto meglio richiamando subito il nome 'Sparrow'.

   
 
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