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Autore: taisa    19/07/2019    7 recensioni
Bulma ha le potenzialità per realizzare tutti i suoi sogni, ma può riuscirci mantenendo un segreto chiamato Vegeta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nel mio mondo

Le temperature erano scese di molto nelle ultime settimane e Bulma aprì l'armadio in cerca di un maglione che la tenesse al caldo.
Ci fu un secondo di smarrimento, quando i suoi occhi fissarono la desolazione che vi era all'interno. Tutti i suoi abiti, o quasi, erano infilati nelle due grosse valigie che erano momentaneamente parcheggiate all'ingresso della sua camera da letto. Era la prima settimana di ottobre, nonché l'ultimo weekend che avrebbe passato a casa dei suoi genitori. Lunedì avrebbe preso un treno in direzione della facoltà, lasciando dietro di sé la vita che aveva conosciuto fino a quel momento.
Alle sue spalle il baby-monitor diede segnali di vita. La ragazza si voltò verso la sua scrivania, dopo aver afferrato un vecchio pullover che avrebbe lasciato lì, ascoltando i pianti del bambino che provenivano dalla stanza accanto.
Trunks si era svegliato ed era compito della madre prendersene cura.
Bulma non lasciò passare nemmeno un minuto e si affrettò a raggiungere il neonato sdraiato nella sua culla. Trunks smise di piangere nell'istante in cui riconobbe le braccia della mamma e parve calmarsi immediatamente.
Tra tutte le cose che avrebbe lasciato dietro di sé, suo figlio era senza dubbio la più difficile da abbandonare. Aveva promesso, a sé stessa e ai suoi genitori, che sarebbe tornata a casa se non tutti i weekend almeno ogni due.
“Tu sei quello che mi mancherà più di tutti” gli sussurrò Bulma, stringendolo forte. Era incredibile da credere, ma sebbene fosse passato così poco tempo dalla nascita del bambino, da quando era entrato nel suo mondo Bulma si era resa conto di non riuscire ad immaginare come potesse essere la vita senza di lui. Soprattutto da quando Vegeta ne era uscito in modo così brutale ed improvviso.
Non avrebbe mai superato la sua perdita, proprio quando la vita per loro stava cominciando ad avere una possibilità di svolta. Nonostante ciò il suo più grande rammarico, a parte l’ovvio lutto, era il fatto che nessuno tra le persone a cui teneva di più avrebbero avuto modo di conoscerlo. Vegeta sarebbe per sempre rimasto il misterioso papà di Trunks e nessuno avrebbe avuto modo di capire cosa di lui le aveva fatto perdere la testa.
Quando i pensieri si rivolsero al padre del suo piccolo, fu costretta a far leva su tutta la sua forza per non lasciarsi andare allo sconforto.
Era stata dura vendere la sua moto, sapendo cosa gli era costata e quanto Vegeta aveva tenuto ad essa, ma i soldi che ne avevano ricavato erano e sarebbero stati d'aiuto.
“Bulma! Scendi presto, c'è una visita per te!” urlò sua madre dal pianterreno. La giovane guardò il pargolo che sorreggeva tra le braccia “Chi sarà mai?” gli chiese, illudendosi per un istante che lui potesse capire. Trunks tuttavia sembrò essere più preoccupato ad osservare il pullover di sua madre per domandarselo.
Scendendo le scale Bulma provò ad pronosticare chi potesse essere il misterioso visitatore, ipotizzando uno dei suoi amici, ma l'uomo che si trovò davanti, quando raggiunse la cucina, era un perfetto sconosciuto.
Era un uomo distinto vestito in un completo elegante ed ordinato. Nella sua mano era stretta una valigetta di pelle che adagiò su una delle sedie attorno al tavolo della cucina.
Il misterioso individuo si schiarì la voce, coprendosi le labbra con un pugno, “Lei deve essere Bulma” esordì fissandola con un'espressione seria. Lei strinse gli occhi in cerca di un indizio che servisse a svelare la sua identità “Chi vuole saperlo?”. Lui si sistemò la cravatta “Mi presento, io sono Piccolo... l'avvocato di Vegeta” Bulma sgranò gli occhi.
Il famoso avvocato! Ricordava che quando Jaco aveva svolto le sue ricerche, mesi e mesi fa, aveva più volte ribadito che Vegeta era stato tirato fuori dai guai da questo miracoloso legale. Anche lo stesso Vegeta l'aveva nominato in un paio di occasioni, rassicurandola che stava lavorando ad un appello per concedergli la libertà, o i domiciliari, prima della scadenza della sua sentenza. L'ultima notizia che lui le aveva dato era che, all’inizio di settembre, si sarebbe dovuta celebrare la prima udienza per il ricorso; ottenuta in fretta proprio grazie all'insistenza del suo legale.
“Oh” espresse in meraviglia la ragazza “Perché l'avvocato di Vegeta è venuto a trovarmi?” Trunks si mosse e la madre se lo sistemò meglio tra le braccia.
Piccolo osservò la scena per un breve istante, fissando il neonato ed in seguito la ragazza. Sembrò rifletterci per un attimo, immerso nei suoi pensieri. In seguito riportò la sua attenzione sulla sua valigia, nella quale infilò una mano. Ne estrasse un fascicolo e lo porse alla giovane “Sono venuto per portarle questo” le disse.
Bulma gli fece notare di avere le mani impegnate “Lo dia pure a mia madre” lo invitò e lui fece quello che gli era stato chiesto, porgendo il documento a Panchy, in piedi accanto alla figlia. La giovane provò a sbirciare, ma il file era anonimo, a parte il nome di Vegeta scritto sulla copertina sopra una targhetta. “Che cos'è?” domandò spinta dalla curiosità.
Piccolo la fissò ancora per un secondo. I suoi profondi occhi neri la studiarono con attenzione, “Il testamento” decise di rivelarle infine.
“Che cosa?! Da quando Vegeta ha una cosa del genere? Perché? Ma soprattutto, perché viene fuori ora?” ne avrebbe avute tante altre di domande del genere, ma queste proruppero dalle sue labbra senza darle il tempo di fermarle. Il legale riprese la propria borsa ed infilò la mano libera nella tasca, “È una cosa comune a molti detenuti, come immaginerà hanno molto tempo a disposizione per riflettere e le Case Circondariali non sono luoghi molto sicuri” le fece notare “Ho molti clienti che chiedono di scriverne uno durante la loro permanenza” Bulma fissò il fascicolo che sua madre cominciò a sfogliare. “Di solito ci vuole del tempo per l'apertura del testamento. Per questo sono venuto a cercarla solo oggi”.
Ancora un po' stordita dalla notizia, Bulma cercò di ritrovare la propria lucidità. “Perché è qui? Se sta dando a me una copia del testamento vuol dire che Vegeta mi ha lasciato qualcosa” intuì infine “Quasi tutto” disse Piccolo “Ha lasciato la sua quota del bar al socio, ma tutto il resto appartiene a lei”. Gli occhi scuri del legale scivolarono per un secondo sul neonato “Non credo di doverle chiedere la ragione” indovinò tornando ad osservare la ragazza, che strinse a sé il pargolo quasi per istinto. Piccolo si voltò “Il resto lo troverà nel fascicolo che le ho consegnato” e senza darle il tempo di replicare uscì dalla porta d'ingresso dopo averle regalato un piccolo gesto del capo.
Una volta ravvedutasi dalla sorpresa, Bulma si rivolse alla madre, “Fammi dare un'occhiata” le chiese rivolta ai documenti. La donna li poggiò sul tavolo ed entrambe cominciarono a consultarli.
Quello che le aveva detto Piccolo era vero. Vegeta le aveva lasciato tutto.
Il suo conto in banca, per quanto minuscolo, l'eredità di suo padre o quello che ne restava. Cosa più importante, l'appartamento sopra il magazzino del bar.
Vegeta non era ricco, i suoi averi erano limitati, ma aveva fatto in modo che se gli fosse accaduto qualcosa in carcere, come purtroppo era successo, tutti i suoi beni sarebbero finiti nelle mani delle persone per lui più importanti: Bulma e, di conseguenza, Trunks.
In cima ai documenti era segnata la data di stipulazione del testamento. Risalivano ad inizio giugno. Chissà cosa, in quel periodo, era passato per la mente di Vegeta tanto da indurlo a prendere una decisione tanto importante.
Bulma non lo avrebbe mai saputo, ma ad essere sincera conosceva abbastanza bene Vegeta da sapere che se pure avesse avuto l'opportunità di domandarglielo, lui non le avrebbe dato la soddisfazione di una risposta. Sarebbe per sempre rimasto un mistero che non avrebbe mai risolto.
Istintivamente la sua mano si poggiò sulla catenina che portava al collo, toccando il ciondolo che strinse forte tra le dita.

***

Fuori stava ancora nevicando, notò quando i suoi occhi si scostarono sulla finestra dalla quale poteva osservare grossi fiocchi di neve che danzavano in cielo.
Per contrasto, si stava davvero bene in quella stanza. Il riscaldamento autonomo dell'appartamento era settato alla giusta temperatura, ma il posto migliore dalla quale osservare il mondo era sotto le coperte. Soprattutto se lui le stava sdraiato accanto.
Gli occhi di Bulma si scostarono verso l'amante, avvicinandosi a lui per poterlo tenere stretto ed appoggiandogli la testa sui pettorali. Vegeta la strinse a sé, ma il suo sguardo restò fisso sul soffitto.
La ragazza si era accorta che era pensieroso quel giorno, rendendolo meno loquace del solito. All'improvviso lui si mise seduto, “Ehi!” protestò lei. Sapeva che prima o poi si sarebbero dovuti alzare, ma avrebbe preferito restare lì per ancora cinque minuti... almeno.
Vegeta non le rispose, si voltò verso il suo comodino ed aprì uno dei cassetti. Curiosa, Bulma seguì i suoi gesti e si accorse della sua esitazione. Stava per sedersi anche lei, con l'intento di sbirciare oltre la sua spalla, quando Vegeta infilò la mano nel cassetto e lo richiuse.
Senza molta delicatezza le lanciò sulle ginocchia quello che si rivelò essere una scatoletta.
Bulma la fissò senza capire, “Che cos'è?” gli domandò. In responso Vegeta ringhiò “Non fare domande idiote” così dicendo incrociò le braccia e la osservò con un broncio in viso.
“Aww... mi stai facendo un regalo? È la prima volta che me ne fai uno” commentò afferrando il contenitore. “Tsk, sta zitta” brontolò lui tornando a sdraiarsi sul materasso, dandole le spalle.
All'insaputa della giovane continuò ad osservarla tramite il riflesso della finestra. Bulma aveva un solo modo per svelare il mistero, decidendo quindi di aprire la scatola. Al suo interno era contenuta una collanina, il cui ciondolo era una piccola sfera arancione nella quale era incastonata una stellina rossa.
Non era bigiotteria, aveva un certo valore, ma non era neanche troppo pregiata.
“Wow!” esclamò lei con entusiasmo quando la vide. Bulma si mise a sedere e diede uno spintone all'uomo “Aiutami a metterla” gli disse scuotendolo.
Vegeta sbuffò e sollevò il busto dal materasso, aiutandola ad indossarla. Quando le sue mani si allontanarono dal collo della giovane, lei scattò giù dal letto.
Nuda, a parte per catenina, si precipitò verso lo specchio in bagno.
Dalla sua prospettiva, ancora sdraiato sul materasso, Vegeta poté osservarla mentre si controllava con indosso il nuovo girocollo.
Bulma tornò di corsa e s'infilò sotto le coperte. Era pur sempre metà dicembre e lei non portava abiti di sorta. Sebbene il riscaldamento fosse alla giusta temperatura, Vegeta era la sua principale fonte di calore.
Quando lo raggiunse gli saltò al collo e lo strinse con tutta la forza che aveva in corpo “È bellissima, Vegeta. Ti amo”.
Silenzio.
Solo dopo averlo detto, Bulma si rese conto delle parole che erano appena uscite dalle sue labbra. Non c'aveva mai pensato, era un sentimento che non sapeva nemmeno di provare e che non aveva mai sentito per nessuno.
Eppure.
Eppure doveva essere vero, perché quando le sue orecchie udirono il suono della sua voce pronunciare quella frase si rese conto che doveva essere vera.
“Tu... cosa?” mormorò lui colto altrettanto alla sprovvista.
Guardandolo negli occhi, Bulma si rese conto di non avere dubbi. Sorrise “Ti amo” ripeté e questa volta lo fece con una certa consapevolezza. Certa che non potevano esserci altre alternative. Era ciò che provava per lui.
Vegeta sembrò un po' meno sicuro, nei suoi occhi il dubbio e un pizzico di paura. Un sentimento così non gli era familiare e non sembrò in grado di trovare una risposta a quell'affermazione.
In cuor suo Bulma cominciò a vacillare. E se fosse stato a senso unico? E se lui non provava lo stesso per lei?
La sua certezza e la sua felicità rischiò di sgretolarsi, ma prima che il dubbio potesse rovinare l'intero momento, Vegeta si chinò verso di lei e la baciò nel modo più delicato possibile. Rispondendole in silenzio.


FINE

Anche questa (luuunga) storia è infine giunta al termine!
Un sentito grazie a tutti voi per averla letta fin qui. Un doppio e caloroso grazie anche a chi ha ritagliato del tempo prezioso dai suoi impegni per farmi conoscere le sue opinioni.

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