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Autore: Celtica    20/07/2019    2 recensioni
Jon/Sansa | Post ottava stagione | link video nei vari capitoli
Sansa regna in solitudine sul nord quando riceve la visita di Jon Snow, venuto a renderle omaggio. Rivederlo la fa sentire ancora più sola, così decide di chiedergli di restare. Lui rifiuta, ma torna a Grande Inverno quando Sansa viene colpita da una freccia. Chi ha attentato alla sua vita?
Per scoprirlo, Jon, Arya e Brienne tornano a Grande Inverno.
Dal capitolo 7:
“«Ti hanno picchiata?»
La voce di Jon è dura come il granito della fortezza, fredda come il nord.
«No.» A quella domanda, a quel tono, quella di Sansa si riscalda invece come le sorgenti sotterranee che danno calore all’intero castello. Insieme, sono la voce dell’inverno, un intreccio di ghiaccio e fuoco, di calore e gelo. Perché uno non può esistere senza l’altro.”

Dai prossimi capitoli:
«Non mi è permesso prendere moglie.»
«Bene. Perché io non voglio più essere la moglie di nessuno.»

Jon/Sansa | Arya/Gendry | Brienne/Tormund
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Brienne di Tarth, Gendry Waters, Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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9. Corvi

Video su Arya Stark

 

9

Corvi

 

 

 

 

B

rienne di Tarth cavalca da giorni con Lord Davos e alcuni uomini fedeli. Non pensava che sarebbe tornata a nord. Nonostante la Fortezza Rossa sia piena di fantasmi – Jaime, Jaime – Brienne teme più i ricordi che ha a Grande Inverno.

Teme la nostalgia della sua stanza e di un camino acceso. Di un uomo con una mano sola che ha caldo – è geloso e ha caldo – e dice di non volersene andare.
I momenti più belli della sua vita li ha trascorsi con lui. Solo lui aveva il potere di spezzarle il cuore – ha fatto crack quando ha sellato il cavallo ed è andato via – e solo lui ora potrebbe rimetterne insieme i pezzi.
Ma alla morte non c’è rimedio.

«Non pensavo che sarei tornato a nord» dice Davos, affiancando il cavallo con il suo. «E per ordine di un terzo Re.»

«Stannis non era un vero Re» mormora Brienne senza nascondere il disprezzo.
«In realtà, mia lady Comandante, Stannis era il Re legittimo dei Sette Regni.»
Lei stringe la presa sulle briglie, stringe i fianchi dell’animale e aumenta il passo.
Renly e Jaime. Due uomini, due amori. Due cadaveri.
«Ha usato la magia per assassinare suo fratello» ribatte Brienne. Vorrebbe aggiungere che ucciderlo è stata una delle gioie della sua vita, ma preferisce tacere.

E questa gioia nessuno potrà portarmela via.

«Lo neghi?» domanda a Davos.
Lui scuote la testa. «Non lo nego, ma questo non lo rende meno legittimo.»
«Forse ai tuoi occhi.»
Ma poi ricorda Sansa in compagnia di Ditocorto. Le sue parole di rifiuto, prima di essere venduta ai Bolton.

“Ti ho vista inchinarti dinanzi a Joffrey.”

Spinge il cavallo al trotto e si allontana dalla compagnia. Ha bisogno di restare sola. Non vuole parlare. Le parole portano brutti ricordi.
Poi riconosce la strada, il ponte di pietra.
Rammenta una risata e una spada rubata. Un uomo non più in grado di combattere.

Stringe gli occhi e fa fermare il cavallo. «È qui che ci hanno presi» sussurra, a nessuno in particolare.
Quel giorno, risparmiare la vita di un contadino è costato molto. La libertà, una mano, il tradimento di un alfiere al suo Re.

“Devo riportare a casa le ragazze Stark.”
“Troverò Sansa. Per lady Catelyn.”
Uno sguardo, il respiro che si ferma. “E anche per te.”

 

 

Quando maestro Ronald ritorna con l’ordine di aprire le porte, Jon non riesce a trattenere un sorriso. Non è solo per gli uomini che stanno entrando o per il metalupo che lo raggiunge per leccargli le mani e il viso. È anche per Sansa.

«Piccolo corvo» esordisce Tormund, colpendolo con una manata sulla schiena. «Mi hai fatto tornare a sud a soffrire il caldo.»
«Questo è il nord» dice Jon, ridendo.
«È il sud per me.»
Jon gli fa dei cenni di ringraziamento. Saluta la decina di uomini che Tormund ha portato con sé. Poi prende lui da parte, in modo che possano parlare senza essere uditi dalle guardie.

«Ora è Sansa la regina» sussurra.
«Noi non ci inchiniamo.» Le parole di Mance.

«Non sei qui per questo. Hanno tentato di ucciderla.» Fa una pausa, guardandosi intorno. «Non mi fido di nessuno qui, e ho bisogno di gente fidata per trovare chi la vuole morta.»
Tormund si batte una mano sul petto. «Sbrighiamoci allora. Alle donne del sud non piacciono i Bruti.»
Jon fa un grosso sorriso. «Più tardi parleremo. Ora devo fare una cosa.»

«Sbrigati, piccolo corvo! Il nord ci aspetta!»

Jon raggiunge il cortile, dà disposizioni al maestro di trovare un alloggio ai Bruti all’interno della fortezza, poi va a cercare Spettro. Ma è il metalupo a trovare lui.
«Ehi» lo saluta, chinandosi alla sua altezza per guardarlo negli occhi. «Mi sei mancato.»
Gli gratta il collo, poi l’orecchio. Scorre il dito sopra quello mancante, senza toccarlo. Si alza e lo guida nel castello.

Quando raggiunge la camera di Sansa, sente un groppo in gola.
Ha capito di cosa ha paura. Ha visto i suoi occhi tristi mentre lo guardava muoversi nella stanza. Non vuole spaventarla. Deve aver riconosciuto il lampo di desiderio che gli ha lambito le viscere. Forse sospetta che vada avanti da tempo…
La sua bella sorella. Che aspetta il momento giusto per trovare i suoi assalitori. Ferita in un letto che non può lasciare.
Ora che il maestro ha dato il permesso alla guardia di lasciarlo entrare, Jon gli fa solo un cenno, accarezzando la testa di Spettro.
La guardia apre la porta di pochissimo, in modo da non vedere nulla.

Nessuna pelliccia sul ventre, nessuna fasciatura sul petto. E nemmeno i capelli rossi sparsi sul cuscino, o gli occhi azzurri come il cielo d’estate che sembrano leggerti dentro.
Spinge la porta, e Spettro entra come un fulmine nella stanza. Raggiunge il letto, posando le sue enormi zampe bianche sulla pelliccia – ciò che non può fare lui.
Sansa, addormentata, solleva la testa di scatto.

«Spettro?» domanda incredula. «Spettro!»

Le braccia nude lasciano il rifugio sicuro delle coperte e afferrano la testa del metalupo. Lo grattano sul collo, percorrono il muso e lasciano che il naso nero raggiunga il suo viso.
Jon posa gli occhi sulle sue mani, percorre la linea tesa del braccio fino alla spalla ricurva.
Non può restare in quella stanza. Non può.

«Dov’è Tormund?» chiede Sansa, non appena lui si volta verso la porta.
«Lo vedrai presto.» Poi si rivolge al metalupo bianco, mentre gli occhi sono due torce rosse puntate su di lui. «Resta qui, Spettro. Proteggila.»

Proteggila per me.

 

 

Una tempesta ha colpito la nave. Bisogna tornare indietro, dice tutto l’equipaggio. Ma lei vorrebbe proseguire, ed è lei il Capitano. Spetta a lei decidere se scoprire nuove terre valga il rischio.
Finché qualcuno non la chiama, puntando il dito verso il cielo coperto di nubi.
Arya copre la fronte con il braccio e guarda in alto. Stringe le palpebre, e poi, finalmente, lo vede.

Un corvo.
Un piccolo corvo nero che affronta le avversità del mare.

Siamo ancora vicini a terra, si dice.

La nebbia di quei giorni le ha impedito di trovare una direzione. Non c’erano stelle a guidarla.
Ma un corvo in mezzo al mare non lo aveva mai visto, nemmeno nei suoi sogni.
Lo osserva planare verso di loro, e si chiede di quale magia sia frutto quell’immagine.

«Non è possibile» mormora, guardandolo cadere.

Il vento lo aiuta a ritrovare la via, lo porta fino alla nave.
Arya corre sul ponte, dove il corvo si è appena posato. Vede un uomo stupito quanto lei.

«Come si insegna a un corvo a raggiungere una nave?» chiede lui. «Come può trovarla?»
Arya scrolla le spalle. «Sei tu l’esperto di navi.»
«Di navi. Non di corvi. Quelli sono animali di terra, e l’esperta di terra sei tu, Capitano.»

Lei lo ignora. Non ha idea di quale magia ci sia voluto per portarlo fin lì, né se sia davvero per lei. Sa solo di non aver mai visto niente di simile.
Lo raggiunge e si china per prendere il messaggio.
Le basta riconoscere il sigillo per capire che la sua avventura è finita.

Se mi hanno trovata in mare, significa che è grave. «Torniamo indietro» ordina alla ciurma.

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