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Autore: Fede883    20/07/2019    3 recensioni
Da sempre amo e adoro i delfini. In questo scritto infatti il protagonista è un delfino tursiope (Conosciuto anche come delfino a naso di bottiglia) Purtroppo la storia si evolve in modo poco piacevole, il delfino infatti è allo stremo delle sue forze a causa di un blocco intestinale causato da rifiuti di plastica (Che inconsapevolmente i delfini ingoiano ma il problema purtroppo è esteso a quasi tutti gli animali marini) In questa storia il delfino pensa ai suoi ultimi momenti di vita e di come è possibile che la razza umana (Almeno dal suo punto di vista) riesca ad inquinare e rovinare la sua casa. Vi chiedo gentilmente di non buttare mai la plastica in mare quando andate in spiaggia, i delfini e tanti altri animali potrebbero morire, quello che per noi è un semplice piattino per loro è un oggetto potenzialmente fatale, il mare e le sue meraviglie vanno amate, protette e tutelate in qualunque modo. Plastifiniamola.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuoto, nuoto e nuoto finché le forze me lo consentiranno, sono stanco e ho paura, ormai so che la mia vita è quasi agli sgoccioli. Quando sei vicino alla morte capisci che in fondo in fondo la tua esistenza l'hai vissuta totalmente e io non ho rimpianti. Sono un delfino, avrei voluto saltare nel mare, che è casa mia e invece ora sento un forte dolore in tutto il mio corpo. La pancia mi fa molto male e faccio fatica a respirare, non so che cosa mi stia succedendo ma so che sto per morire. Non chiedetemi perchè sto morendo, la colpa non credo sia del tutto degli uomini che con il loro esagerato e pessimo egoismo stanno distruggendo il mare, casa mia e di tanti miei amici.
La paura di non riuscire a sopravvivere è normale nel mondo animale eppure sento che c'è qualcosa che io vorrei fare per impedire che ciò accada, ma come faccio? Sono solo un delfino tursiope che voleva saltare felice per tutta la vita, vivere il mare e stare sempre insieme ai miei amici delfini ma purtroppo questa cosa non potrà avvenire. Ormai la mia vita è finita ma cerco di continuare a nuotare, così più veloce almeno finché il mio respiro asmatico e faticoso me lo consente. Sento che i miei polmoni piano piano si stanno spegnendo, sento che le forze mi stanno abbandonando molto velocemente eppure vorrei tanto continuare a vivere. La morte alla fine è soltanto una pausa momentanea e la fine fa parte del viaggio. Ho vissuto momenti indimenticabili nel mare, la mia casa credo che non la potrò mai dimenticare, la bellezza del colore dell'acqua, il sole estivo che ti riscalda il corpo, le onde che si infrangono sulle pinne e la bellezza di una grande e lunga giornata dove posso saltare finché voglio senza che ci sia nessuno che mi dica quando lo devo fare come accade ad alcuni miei amici. Ma loro però riusciranno a vivere ancora molti anni mentre io in libertà e nel mio ambiente naturale sto morendo brutalmente tutto questo per un mostro che per noi è invincibile. Non conosco bene questa creatura orrenda ma ho sentito dire che gli umani la chiamano plastica, noi purtroppo la mangiamo e questa ci blocca l'intestino facendoci morire molto lentamente, è un destino che succede a tanti altri animali come le mie amiche orche, le foche, gli squali e tante altre creature che popolano il mare.
Non provo odio verso gli umani, so che fanno anche cose belle e che molti di loro stanno combattendo per evitare che noi moriamo in acqua in un modo così assurdo e cruento. Ma molti di loro sono egoisti, scaricano nella nostra casa tantissimi rifiuti che ci impediscono di vivere in modo sereno a casa nostra e questa cosa è assolutamente vergognosa. Si stanno rovinando con le loro stesse mani e non solo noi ma anche loro stessi, gli umani capiranno che quando noi animali del mare non ci saremo più che i loro sbagli hanno portato conseguenze irrimediabili, che il loro egocentrismo ci ha condannato a tutti, che il mondo forse dovrebbe avere più occhio di riguardo per ogni essere vivere che l'abita che sia umano o delfino che sia. Ora però da lontano vedo una spiaggia... Si, la vedo chiaramente ed è proprio davanti a me. Nuoto velocemente con le ultime forze che mi sono rimaste, do potenti  e precisi colpi di coda nell'acqua, ce la devo fare, basta un ultimo sforzo e arriverò su quella maledetta spiaggia. Forse qualche umano di buon cuore  potrebbe aiutarmi e salvarmi e liberarmi da questo demone micidiale, ho paura ma devo nuotare come non sono mai riuscito a fare prima d'ora, ce la posso fare.
Arrivo alla spiaggia e purtroppo non vedo nessun umano, capisco di essere li da solo e senza nessuno che mi possa aiutare, quando sei da solo capisci che la vita ti ha messo alle strette e con le spalle al muro e che non sempre ci possono essere persone disposte ad aiutarti, che devi sapere accettare che il viaggio è finito, ormai non mi è rimasto molto da vivere, ho tanta paura e forse rimpiango di non essere dentro a quelle strane vasche con attorno tutte quelle persone che guardano dove molti miei amici hanno trovato alloggio, si, forse quella soluzione sarebbe stata decisamente migliore di questa, che senso ha essere libero quando puoi morire per colpa di qualcosa di cui tu non hai colpe, che senso ha la libertà se poi deve finire in questo modo ingiusto? Ormai ho esaurito tutte le mie forze, non ce la faccio più e la paura di morire sta prendendo sempre di più spazio nei miei pensieri più oscuri, apro la bocca dell'acqua esce e emano un ultimo respiro, ho provato a mandarla via questa odiosa plastica eppure non ci sono riuscito, adesso posso prendermi una lunga e meritata pausa e riposarmi un pò, ne ho davvero bisogno, osservo il cielo azzurro e so che sarà l'ultima volta che lo faccio, dietro di me i rumori del mare e delle onde che si infrangono a riva, il sole caldo che brucia la mia pelle, temo che la plastica abbia vinto purtroppo ma ora ho sonno, chiudo gli occhi e così sia. 
   
 
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