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Autore: Madamedil    20/07/2019    1 recensioni
Otto mesi dopo le finali del 22nd Chojin Championship, le vite dei due più grandi combattenti della galassia non potevano essere più dissimili. La vittoria di uno e la sconfitta dell'altro avevano irrimediabilmente segnato il loro destino. Ma le sacre Parche, tessitrici delle vite degli uomini, faranno si che nella trama della stoffa si uniscano due fili che andranno a comporre un inaspettato ricamo (forse….).
Genere: Azione, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Lavanda, un profumo così delicato e allo stesso tempo persistente non poteva che essere lavanda. Mormorai e respirai profondamente.

Aprì piano gli occhi e sollevai appena la testa. Ecco da dove veniva il profumo, dalla ragazza appoggiata al mio petto che si stava destando a causa del mio movimento.

Gettai la testa sul cuscino. Lo avevo fatto, ancora. Per l’ennesima volta ero andato a letto con la donna di un altro e per di più stavolta ero andato a letto con la ragazza del Texano: Trixi, che non appena si destò ebbe un sussulto.

-Tranquilla…- le sussurrai sorridendo voltando lo sguardo altrove. 

-Cazzo…- un dolce buongiorno  direi. Si alzò in fretta e coprendosi il seno con un braccio si recò  in bagno sbattendo la porta. La sentii piangere. Si era pentita, senza  dubbio: pentita di aver tradito l'uomo che  amava, pentita di aver beccato proprio me nella discoteca più alla moda di Tokyo, pentita del Margarita di troppo,  pentita di aver ballato con me e di essere poi consenzientemente salita sulla mia Ducati fino al mio attico, dove aveva consumato (a detta sua, non sono così vanesio) il migliore amplesso della sua vita gemendo e invocando il mio nome come una sacerdotessa dinanzi all’apparizione del suo Dio (ah… l'alcool!).

Presi il cellulare e controllai per prima cosa l'ora. Sette del mattino, orario discreto. Guardai  il soffitto per poi stiracchiarmi, godendo di quella sensazione di rilassatezza che solo la carnalità poteva donare. Aprii il cassetto del comodino e cercai le sigarette, vizio  che finalmente potevo riassaporare dopo la privazione avuta durante l' allenamento di Lord Flash…

Ah, sbagliato di nuovo accidenti! Warsman, si chiamava Warsman. Cavolo se mi mancava…ancora non capivo il motivo della scomparsa dell'uomo a cui ero più grato in assoluto. 

Sbloccai il cellulare, accesi una sigaretta e cominciai a fumare: il mio after sex preferito.

Trixi uscì dal bagno e cominciò a vestirsi frettolosamente. -Terry non deve sapere nulla…- disse.

La guardai, ma poiché sembrava stesse parlando tra sé e sé non le risposi e continuai il mio rituale.

Presi una boccata di fumo e controllai i messaggi. Non ne avevo ricevuto nelle ultime ore, a parte l'ultimo messaggio di mio padre che mi raccomandava di guidare piano. Già mio padre…finalmente i messaggi di mio padre.

Finalmente il rispetto reciproco nonostante le diversità, finalmente  un rapporto stabile… finalmente mio padre.

Mi era stato vicino per tutto il tempo di terapia e convalescenza dopo la Finale, e in quel periodo avevamo imparato a mettere via i rancori e il tipico orgoglio inglese, a toglierci la maschera (nel vero senso della parola),a conoscerci e a scoprire di aver più cose in comune di quanto pensassi. A parlare della mamma…a elaborare finalmente il lutto che nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di affrontare.  

Ora lui era a Londra, con la promessa che lo avrei raggiunto non appena avessi avuto voglia di Sunday Roast,  di Yorkishire Pudding, o semplicemente di qualcuno che capisse l'umorismo britannico. Lo avrei chiamato più tardi.

-Terry non lo deve sapere!- ripeté lei ad alta voce abbottonandosi i pantaloni rossi attillati.

La guardai soffiando una nuvoletta di fumo e presi tempo nel risponderle, giusto per un sano senso di calmo sadismo contrapposto alla sua agitazione. -Ho capito- risposi pacato. 

Mi sembrava sottinteso che il suo ragazzo non dovesse saperlo, l'ultima cosa che volevo era un duello  all'ultimo sangue col Texano per riscattare l'onore della sua adultera fidanzata.

No, di certo non l'avrebbe saputo…così come il Crucco non sapeva che ero stato a letto con la sua ragazza Kiki,  ruota di scorta dopo essere stato snobbato da Roxanne, l'unica del gruppo che non mi sarei fatto poiché troppo simile a un orango  che a una ragazza. E poi cavolo, era stata con Kid Muscle…

Ma perché noi inglesi dobbiamo essere sempre  così cinici…

Smisi con i miei gossip e mi accorsi che Trixi stava prendendo la borsa per andarsene. -Aspetta…ti accompagno alla porta- dissi alzandomi e infilandomi velocemente i boxer e un pantalone nero di una tuta.

-Ah figurati…- mormorò lei.

-Non vuoi fare colazione?- le chiesi cortesemente indicando con un gesto della mano la cucina.

-No…ho lo stomaco sottosopra…-

-Sono i Margarita, non sembra ma sono micidiali - ripresi cercando di smorzare la tensione(probabilmente in modo patetico)che cominciava a stressare anche me. Era successo e le era piaciuto. Basta piangere sul latte versato.

Lei mi guardò negli occhi con sguardo triste. Sbuffò, cercò di trattenersi ruotando gli occhi lucidi ma invano -Ho fatto una gran cazzata!- disse singhiozzando e pestando un piede a terra in modo puerile.

La guardai stranito sollevando le sopracciglia, ma poi decisi pazientemente di insistere nell'invitarla a restare fino a quando non si sarebbe calmata, poiché così agitata avrebbe potuto creare un casino ancora più grande.

Le mie motivazioni la convinsero, così posò la borsa e si andò a sedere sullo sgabello dell’isola della cucina, per poi asciugarsi gli occhi con la maglia.

Nel frattempo, io ero andato al bagno per sciacquarmi il viso e  infilarmi una t-shirt pulita. 

Tornai in cucina e misi su l'acqua per il thè. Aprii poi la dispensa e presi l'infuso di passiflora e biancospino decidendo che era quello che ci voleva per Trixi.

Mi girai poi verso di lei e cominciai a guardarla. Notai con più attenzione le sue occhiaie e la sua figura che si chiudeva nelle spalle. Tirò su col naso e le porsi un tovagliolo.

-Grazie…è gentile da parte tua…-disse.

-Di nulla- le risposi accennando un sorriso e cominciando a versare l'acqua bollente in due tazze. Poi aggiunsi gli infusori e glielo servii, insieme a del latte e alle zollette di zucchero.

 Lei aggiunse due zollette e cominciò a girare, mentre io, abituato dalla convivenza con Warsman, lo prendevo alla russa: senza zucchero o latte. Per questo, mio padre mi avrebbe sicuramente diseredato.

Feci un sorso, e non appena poggiai la tazzina sul piattino lei cominciò a parlare velocemente con voce al quanto stridula. Cercai di seguirla in un primo momento, ma poi i  discorsi sui suoceri all'antica che la stressavano chiedendo un nipotino maschio,  e sulle sue amiche che la pugnalavano alle spalle, cominciarono a stancarmi.

  Oscillai tra il continuare ad ascoltarla e il proiettare nella mia mente l'immagine di una scimmietta col cappello che suona a tempo i piatti (metodo Homer Simpson) per evadere metafisicamente da quella noiosa conversazione.

Poiché non ero uno yankee quarantenne sovrappeso, ma un distinto signorino inglese tatuato e pieno di piercing decisi di prendere una decisione aristotelica. Ascoltai si e no qualcosa, e annui ogni due o tre frasi, tanto da gran logorroica quale era non avrebbe chiesto il mio parere o una mia risposta. 

Finì quel lungo monologo con un sospiro, lasciandomi un po' intontito. -Lo sai...non so se è stato il thè o lo sfogo ma mi sento meglio. È bello avere una persona che ti ascolti…Terry non mi ascolta mai!!-  e ritornò alla carica con un’altra serie di lagnanze da borghesuccia viziata quale era.

Lui si che deve avere un'orchestra di primati nel cervello per sopportala, pensai sollevando un sopracciglio.

Finimmo di bere il thè e finalmente Trixi decise che era arrivato il momento di togliere il disturbo, per mia immensa gioia. Possibile che una notte di sesso mi fosse costata un’ora buona di pettegolezzi su tutta la Muscle League e sulle mancate erezioni del suo ragazzo, di cui non mi interessava un accidente!

“Il Karma Kevin…è il Karma!” mi ripetevo.

Ci alzammo e l'accompagnai alla porta. Lei si fermò sull’uscio davanti alla maniglia.

-Senti…ho bisogno di sapere cosa siamo io e te.- disse con aria da gatta morta. 

“Biondina, che diavolo possiamo essere se non due che sono andati una sera a letto insieme?! Che diamine di domande fai?”, avrei voluto risponderle. Ma a causa di ragioni precedentemente esposte, la mia risposta ebbe note dalla maggior cordialità possibile.

-Nulla Trixi, non siamo nulla…sono sicuro che riuscirai sicuramente a risolvere i tuoi problemi personali e sarai di nuovo felice.- le risposi con un sorriso tagliente aprendo quasi di forza la porta.

Lei  ammutolì, finalmente…

-Ti auguro un sereno proseguimento di giornata- ripresi aprendo la porta da cui lei uscì a testa bassa, di corsa e senza salutare.

Che modi queste gente della Muscle League…e io che pensavo che il peggiore fosse quel mezzo orango di Kid Muscle (con tutto il rispetto per le scimmie). Ah ma aspetta…hai partecipato al loro torneo e lo hai vinto per giunta, ora sei ancora più strano di loro, Kevin!

Feci spallucce scuotendo la testa e richiusi la porta del mio attico, cominciando a pensare al programma del giorno.

Allenamento completo dalle 9:00 fino alle 14:00. Poi casa, doccia e riposo fino a sera. Dopo avrei deciso se andare a bere qualcosa, oppure restare a casa a guardare Serie tv. Tra le due, la seconda proposta mi sembrava più allettante, giacché ero entrato nel terrore di rimorchiare un altro caso patologico come Trixi. E sicuramente, la mia galanteria inglese non avrebbe retto a un nuovo assedio come quello.

Anzi, all'interno della giornata avrei inserito la ricerca di un volo per l'Inghilterra, giacché avrei voluto affogare  lo stress causato da Trixi, in una grossa Victoria’s cake!!
   
 
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