“Troppo…”
Dario toglie dalla ciotola una
manciata di crocchette.
Io resto seduto
come mi è stato insegnato e lo
guardo, aspettando che abbia finito. “Troppo
poco…”
Il mio padrone
parla da solo e aggiunge ancora
mangime al contenitore. Dice dei numeri guardando la bilancia, ma non
lo
ascolto con la giusta attenzione: ho fame.
Anche lui sa che
quando ho fame ho bisogno di
essere lasciato in pace. All’inizio abbiamo fatto quegli
esercizi stupidi per
cui lui mi toglieva la ciotola mentre mangiavo, per ‘abituarmi allo stress’ e
‘farmi
capire chi è il padrone’, ma ora non
succede più. Devo averlo convinto che
il padrone è lui.
“Resta”
ordina. Posa il contenitore sul
pavimento, sopra la tovaglietta. Il profumo della pappa
mi arriva alle narici e sento la bocca inumidirsi. Ma resto
seduto. E fermo. Altrimenti mi verrà tolta la scodella per
non so quanto tempo
e io posso pazientare solo qualche minuto.
Guardo ancora il
padrone. Lui sta facendo
finta di non guardarmi, così lo faccio anch’io.
Aspetto ancora. Sento il suo
ordine ‘Mangia’ e mi fiondo sulla ciotola.
È il mio momento di libertà. Posso
fare quello che voglio mentre mangio. Più o meno.
Alzo gli occhi
dal contenitore soltanto quando
è vuoto. Mi lecco intorno alla bocca, ancora contento e
gustando il sapore di
quello che mi è rimasto sul muso. Crocchette e cibo umido
sono il mio piatto
preferito. Non che io mangi molto cibo diverso. Giusto questo e i premi quando mi alleno o gareggio.
Mi piacciono i
premi. Sono bocconcini di carne
profumatissimi che si sciolgono in bocca. Farei di tutto per mangiarne
uno.
Anche attraversare il tubo rigido o saltare un ostacolo. Non che sia
difficile.
Io e il mio padrone siamo campioni di Agility. Siamo in Agility 3. Se
alla
prossima gara vinciamo con un altro Eccellente Netto, andremo al
campionato Nazionale.
L’ho sentito dire da Dario a un altro padrone, uno con un
cane barbone scuro,
all’ultima prova di Agility.
Dario mi allena
tutti i giorni per quaranta
minuti e per gli altri quaranta mi porta a fare una passeggiata lungo
la strada
e a me piace molto. Quando mi alleno salto gli ostacoli e passo
attraverso lo
slalom con una velocità tale da lasciare sempre tutti a
bocca aperta. Anche
Smoot, il pastore tedesco che incontriamo all’area di
allenamento con il suo
padrone, dice che sono il più veloce.
“Noir!
Andiamo!” Dario prende il mio
guinzaglio e io inizio a scodinzolare. È più
forte di me, non riesco a farne a
meno. Mi sfugge anche un abbaio, ma mi zittisco subito quando le spalle
di
Dario si fanno rigide e so che sta per sgridarmi. Mi avvicino ancora,
questa
volta senza abbaiare troppo forte e faccio andare la coda da un lato
all’altro.
Dario torna sorridente e sono contento anch’io. Sono sempre
contento quando lo
è lui.
Mi lascio
infilare il guinzaglio e il collare
e usciamo di casa andando verso l’area di allenamento. Fra
tre giorni c’è la
prossima gara, l’ho sentito mentre lo diceva stamattina al
padrone di Smoot.
***
Oggi
c’è parecchia confusione, non mi era mai
capitato di incontrare così tanta gente a una gara di
Agility. Sento dei rumori
gracchianti venire dall’alto e la gente che cammina intorno a
noi è parecchia.
Mi sento quasi spaventato, ma so che andrà tutto bene. Resto
rigido alla
sinistra di Dario e aspetto un suo cenno per sapere quando mi devo muovere.
Quando non
mi arriva nessun comando, mi siedo e guardo in alto. Dario sbuffa e
gira la
testa a destra e a sinistra. Forse cerca qualcuno. Mi accuccio in
posizione terra e aspetto.
“Ciao!”
Un cane un po’ più piccolo di me mi si
ferma accanto all’improvviso. Sto diventando vecchio, non me
ne ero accorto.
“Ciao”
rispondo, alzandomi e sgranchendo le zampe
allungandole un pochino. Lo annuso e lui annusa me. Ha un buon odore,
sembra
proprio un bravo cane. Il suo manto
profuma di un misto di briciole e bacon. Mi piace. È
giovane,
avrà forse due o al massimo tre
anni.
“Come
ti chiami?” mi chiede,
scodinzolando. “Noir e tu?” rispondo, girandogli
intorno: devo capire se posso
davvero fidarmi di lui.
“BBQ”
mi dice. Allunga le zampe anteriori
e china la testa in basso. Dario dice che questo gesto si chiama
‘inchino’, e un
cane lo fa quando vuole
giocare con un altro cane. Ma non è vero. Si fa solo quando
l’altro ti è
simpatico. Lo faccio anch’io.
“Che
nome è?” domando. Lui agita ancora la
coda e alza la testa verso il suo padrone che gli passa velocemente la
mano
sulla testa, mentre chiacchiera con Dario. Ma cosa fa?
Perché gli ha messo la
mano così? “Non lo so. Ma a volte mi chiamano
anche Barbecue”.
Lo guardo
ancora. Che razza di nome è
Barbecue? Non esiste. “Ma sul tuo pedigree cosa
c’è scritto?” chiedo ancora.
BBQ si ferma e si volta verso di me quando il suo padrone gli dice di
sedersi.
Com’è che non si siede subito?
“Su…
cosa?” Mmm… non sembra un cane troppo
sveglio, così lascio perdere il certificato più
importante della vita di un
cane e gli faccio un’altra domanda: “Che razza sei?
Assomigli a molti cani che
conosco, ma sono tutti diversi…” Effettivamente,
il suo pelo è corto e non mi
sembra scuro, ma le sue zampe sono lunghe e magre, il suo corpo
è muscoloso ma
il torace è largo senza essere grasso. Deve essere molto
agile. Chissà a quale
categoria di Agility partecipa. Potrebbe essere quasi una taglia grande
come
me, con quelle zampe lunghe.
Sul mio pedigree
c’è scritto che sono un
Doberman Pinscher, lo so perché sento spesso Dario dirlo ad
altri padroni. E so
di essere una taglia Large
perché
sono alto settantatré centimetri al garrese. Non ho la
minima idea di quanto
siano settantatré centimetri, ma tutti rispondono che
effettivamente sono ‘bello
alto’, quindi immagino abbia a che fare con la mia altezza.
BBQ finalmente
si siede e il suo padrone
questa volta gli accarezza la testa e il collo. Il cane inizia a
scodinzolare e
i suoi occhi sembrano strani… come quando ti sdrai sul
pavimento in una
giornata caldissima e tu ti godi la sensazione.
“Non
sono una razza” mi spiega. Ah, è un
meticcio. Neanche correggo quello che
ha detto. Lui non ha il certificato. Peccato. Non sembrava male, come
cane.
“Sei
qui per l’Agility? In che categoria
sei?” gli chiedo. Lui si lascia ancora accarezzare dal
padrone e io sono un po’
invidioso. Sembra bello essere accarezzati in quella maniera
così… grossolana.
“Sono
venuto a fare una gita con la mia
famiglia” mi spiega ancora. Cos’è una
famiglia?
“Qui
ci sono le gare di Agility, sei solo
venuto a vedere, quindi?” chiedo ancora. Non che io sia
preoccupato. Di sicuro
BBQ non gareggia in Agility 3. Magari è fra i debuttanti.
Anzi, sicuramente lo
è.
“Non
lo so” mi dice.
Un padrone basso
di statura arriva di
corsa e circonda il collo di BBQ con le braccia, chinandosi su di lui e
affondando il viso nel suo manto. Lui scodinzola ancora e questa volta
apre
anche la bocca facendo andare la lingua da una parte
all’altra. Sembra…
contento. Ma non gli dà fastidio il piccolo padrone
attaccato al suo collo?
Poi vedo una
cosa inaudita: il padroncino
mette una mano nei pantaloni e gli dà qualcosa che aveva
lì. Sento il profumo
da dove sono e lo riconosco: è un premio.
E BBQ non ha neanche fatto un allenamento, non ha saltato un ostacolo,
non ha
fatto la passerella, non ha fatto niente! Non si merita quel premio, perché lui glielo ha
dato lo
stesso? Mi avvicino con la bocca umida, ne vorrei uno anch’io
e so dove sono: nella
tasca del padrone, sento l’odore da qui. Mi avvicino e annuso
i suoi pantaloni
con insistenza; è un profumo così buono.
Il padrone basso
ride e mette, di nuovo,
la mano in tasca; prima però che possa tirarla fuori, un
grosso strattone mi
allontana da quella meraviglia: Dario ha tirato il guinzaglio.
“No.
Non dargli cibo, per cortesia” dice
il mio padrone al piccoletto e lui subito si scusa. Ha una voce strana,
non
come il mio padrone o quello di BBQ, sembra… un cucciolo. Deve essere un cucciolo
di padrone. Guardo Dario con lo sguardo che faccio quando
voglio ancora che
mi lanci la pallina e lui sbuffa, sorride e dice al mio nuovo amico:
“Dai, va
bene, ma solo uno, ok?”
BBQ mi guarda e
abbaia festoso, dicendomi:
“Io faccio così quando voglio salire sul
letto”. Cos’è un letto? Glielo chiedo.
I suoi occhi si allargano di meraviglia. “Il posto dove si
dorme, sdraiato
accanto alla tua famiglia”. Ancora ‘sta cosa della
famiglia. Io dormo in una
cuccia, nel corridoio.
Mi lascio
distrarre dal padroncino di BBQ
e divoro il mio premio praticamente
sulla mano del cucciolo e lui ride
felice, poi da bravo padrone sento che chiede a Dario: “Posso
accarezzarlo?”
Il mio padrone
annuisce con la testa e mi
tira appena il guinzaglio. Vuole che mi avvicini. Così
può vedere come mi
comporto. Ma mi comporto sempre bene con i cuccioli, di qualsiasi razza
siano e
poi questo mi ha dato un premio. Il
mio nuovo amico mi posa la mano sulla testa, muovendola selvaggiamente
come
faceva prima il suo padrone con BBQ. Aveva ragione, è
veramente piacevole.
“Come
sei bello! E sei anche buono. Bel
cagnolone…” mi dice, accarezzandomi. Sono ancora
qui a godermi questa… coccola
mentre il cucciolo di padrone mi
strapazza il muso e potrei davvero non andarmene mai, quando lui si
stacca da
me per chiedere qualcosa al padrone alto
di BBQ.
“Mi
piace questo cucciolo. È
del tuo padrone?” chiedo a BBQ. Lui alza lo sguardo
adorante sul piccoletto e poi gli strofina il muso sulle gambe, mi sa
che è un
po’ geloso per le coccole che mi ha fatto prima. Poi si volta
di nuovo verso di
me e dice: “Sono la mia famiglia. Nessuno è di
qualcun altro”. Non capisco
proprio cosa intenda. Io sono del mio padrone. E il mio padrone ha un cucciolo femmina. Non viene spesso, solo
qualche volta, ma è sua. Io sono suo. Non so cosa sia una
famiglia.
Il suo padrone,
che sta chiacchierando con
Dario, si volta verso qualcun altro e strattona appena un po’
il guinzaglio per
esortarlo a seguirlo. BBQ non risponde subito, ma poi capisce e lo
segue,
insieme al cucciolo. “A
dopo!” mi
dice.
Sì,
BBQ, a dopo!
***
Come a tutte le
gare di Agility, dobbiamo
aspettare. Io gareggio sempre in fondo. È perché
sono un brevetto di terza
categoria. L’ho già detto, per caso? Beh, sono uno
dei più bravi. Aspetto
paziente e un po’ annoiato.
Quando torna il
padrone di BBQ è da solo,
il cane non è con lui.. Parla con Dario e io ascolto. BBQ ha
partecipato
all’Agility per debuttanti, ma dal racconto non è
stato un granché. È stato
eliminato per aver fatto un ostacolo prima del tunnel. È un
errore che fanno
spesso i principianti. Ne abbiamo incontrati tantissimi
così, conduttori che
pensavano che gareggiare fosse una sciocchezza e si iscrivono con un
cane che
non segue gli ordini a comando. Ma il suo padrone non è
arrabbiato, anzi ride
felice e gesticola tantissimo mentre racconta. La faccia di Dario
è confusa.
Già, perché il padrone di BBQ dovrebbe essere
contento per essere stato
eliminato insieme al suo cane? Non lo capisco.
Mi guardo
intorno, dove sarà BBQ? Lui sarà
triste per essere stato eliminato? A un certo punto lo vedo arrivare
mentre
tira al guinzaglio una padrona femmina
con i capelli scuri. Quando arriva verso di noi mi rendo conto che
è contento.
“Hai fatto la gara?” gli chiedo.
Lui spalanca gli
occhi e muove la testa
velocemente. “Sì!!! È stato
bellissimo!” Ma… come? Bellissimo?
“Ma
sei stato eliminato!” esclamo. Non
volevo dirglielo così, ma sono veramente sorpreso per la sua
reazione.
“Davvero?
Non lo so, ma mi sono divertito
tantissimo! Ho saltato e sono entrato nel grande buio
lungo lungo, poi ho saltato un altro ostacolo e
poi… Oh, non
ricordo bene, ma è stato divertentissimo!”
BBQ scodinzola
ancora festoso e struscia
tutta la testa sui pantaloni della padrona
femmina. Io lo guardo mentre riceve altre coccole e
complimenti.
Complimenti? Ma perché? È stato eliminato! Cosa
c’è di divertente a essere
eliminati? Bisogna gareggiare per vincere, non per divertirsi!
Guardo Dario, ma
lui sta parlando con il
padrone di BBQ e non mi calcola molto. Gli spingo la testa contro la
gamba, ma
lui la sposta. Oh, perché non mi fa una di quelle carezze
selvagge che ha fatto
il cucciolo di padrone a BBQ? Sbuffo scontento e mi accuccio in
posizione
terra.
“Spiegami
questa cosa della famiglia”
chiedo a BBQ che si è seduto
accanto a me.
“Non
saprei cosa spiegarti…” confessa lui.
“Raccontami
quello che fate” propongo.
Dario e il padrone di BBQ parlano ancora e io e il mio nuovo amico
chiacchieriamo un po’. Un bel po’. Lui fa cose
strane, a casa sua. Non si
allena tutti i giorni. Scaccio il pensiero che probabilmente, se lo
facesse,
non verrebbe eliminato all’Agility. E il suo padrone non pesa
le sue
crocchette. Spesso mangia una cosa chiamata ‘crosta della
pizza’. Io mangio
solo cibo per cani, ma lui continua a sostenere che la pizza
è buonissima.
BBQ mi racconta
di passeggiate senza
obbiettivi, di un’area senza attrezzi e di premi
senza allenamenti. Ma… è tutto il
contrario della mia vita. Come mai? Gli
chiedo cosa fa in un’area senza attrezzi per
l’allenamento e lui mi spiega che
quando ci va ci sono altri cani e gioca con loro. Gioca con altri cani?
E come?
“Ma… cosa fate?”
Il meticcio
parla e, mentre lo fa, io riesco
a immaginarmi tutto dal suo racconto: due o tre cani che corrono avanti
e
indietro e poi rotolano e si azzuffano, si mordicchiano e poi corrono
ancora.
Resto con la bocca aperta, deve essere davvero divertente! Tante volte
mi
sarebbe piaciuto correre all’area di allenamento con Smoot,
senza saltare,
oltrepassare o salire sugli ostacoli. Cerco di non darlo a vedere, ma
sono
ancora invidioso. La vita di BBQ sembra molto movimentata e, a dir la
verità,
lui sembra molto più contento di me.
“E tu
cosa fai?” mi chiede, prima di
accucciarsi vicino a me. Io gli racconto degli allenamenti e delle
gare. Sono
sempre orgoglioso di raccontare di come sono bravo e di tutto quello
che ho
vinto. Cavolo, sto per andare ai Nazionali! Ma stavolta è
diverso.
BBQ è
molto gentile e sembra entusiasta di
quello che racconto ed esclama frasi come: ‘E
va…’ con muso adorante e ‘deve
essere bellissimo!’ alzando le orecchie e sgranando gli
occhi, ma io non mi
sento più come prima. Voglio anch’io dormire sul
divano mentre i miei padroni
guardano la scatola con le cose che si muovono o stendermi sulle gambe
di un
cucciolo di padrone mentre è sdraiato sul letto…
All’improvviso le mie gare,
l’unica cosa che ho, l’unica cosa mia, non mi
sembrano più abbastanza e a me
non interessa più andare ai Nazionali. Sembrano
così maledettamente noiose in
confronto alla sua vita.
Sento Dario dire
al padrone di BBQ che
deve andare a fare la ricognizione del percorso. Conosco questo
momento; è
quando Dario mi lascia solo per andare a vedere gli ostacoli della gara
e non
posso andare con lui. Il padrone di BBQ si offre di tenermi e, dopo un
po’ di
tentennamenti, il mio padrone acconsente.
La padrona
femmina del mio amico cane lo viene a prendere e io resto
fermo a guardare
Dario che si allontana velocemente. Mi giro a guardare BBQ: sono
entrati in un
giardino recintato. È un parco di allenamento, ci sono un
po’ di attrezzi, ma
anche tanto spazio libero.
Non stanno
andando ad allenarsi, loro. BBQ
si sta sedendo vicino a un albero, insieme ai suoi padroni e loro lo
lasciano
libero dal guinzaglio. Li osservo appoggiarsi all’albero e
guardo il loro cane
stendersi e appoggiare il muso sulle gambe della padrona
femmina. Lei lo accarezza e lo coccola dolcemente. Non ho
provato quella carezza, ma mi piacerebbe. Il cucciolo
di padrone appoggia la guancia al fianco di BBQ, dice
qualcosa e poi succede una cosa strana: BBQ si volta e il cucciolo si inginocchia. Iniziano a
giocare, immagino. Il cane
struscia il muso contro il padroncino e lui ride mentre BBQ abbaia
festoso e
salta su di lui, poi si alzano e iniziano a correre.
Tiro un
po’ il guinzaglio. Voglio correre
anch’io e stavolta non voglio saltare un ostacolo o fare lo
slalom. Voglio
correre insieme a un altro cane o un cucciolo
di padrone. Sembra divertentissimo. Il cucciolo
di BBQ tira fuori dalla tasca una pallina e la lancia. Una palla!
Il cane corre a
prenderla e la riporta
indietro, ma non la lascia al padroncino. Ma come? Non la riporta a
lui? BBQ fa
qualche giro con in bocca ancora la pallina e poi si accuccia a
riposarsi.
Lascia la pallina fra le zampe e il cucciolo corre velocemente verso di
lui per
prenderla, ma il cane è più veloce,
l’afferra ancora e scappa. Ridono tutti.
Tutti tranne me.
Dario torna e mi
chiede se sono pronto per
la gara. Mi fa una carezza distratta sulla testa, ma senza convinzione
e
infatti non mi piace particolarmente, ma ci avviamo insieme verso il
tendone
dentro il quale si terrà la gara. Mentre cammino mi guardo
indietro, verso BBQ
e il suo padrone. Non sono del tutto convinto di andare. Sembra molto
più interessante
stare all’area di allenamento che andare a fare la gara per
andare ai
Nazionali.
Tiro un
po’ il guinzaglio e Dario mi chiede
cosa c’è che non va. È una di quelle
tante domande senza risposta che ogni
tanto mi fa. Non so bene perché me le faccia, visto che non
capisce mai quello
che gli rispondo. Tiro ancora, non voglio andare dentro. Non voglio
fare la
gara. Ma il padrone mi tira e io ubbidisco.
***
“Ecco.
Bravo, Noir” Dario mi slaccia il
collare. Sono sul punto di partenza e lo guardo. Lui appoggia
guinzaglio e
collare al posto giusto e poi si posiziona. Fra poco si parte. Ma oggi
non ho
la solita carica.
Oggi non mi
interessa molto guardare
l’ostacolo, né individuare la passerella. Vorrei
andare fuori, al parco
allenamento, correre dietro a BBQ e rubargli la pallina dalla bocca.
Vorrei
correre mentre lui mi rincorre e prova a riprendersela, senza riuscirci
logicamente, sono sempre un campione di Agility di terza categoria e
corro
veloce come il vento.
Così
decido: questa sarà l’ultima gara.
Alla fine, dipende tutto da me. E io non voglio più
gareggiare. L’ultima gara.
Me lo ripeto ancora. Ultima. Gara. Sì, è una cosa
fattibile. Devo solo riuscire
a farmi eliminare. Sì, ma come? Ci sono tante maniere per
farsi eliminare, ma
vorrei che Dario capisca la mia scelta. Come potrei fare? Faccio cadere
l’ostacolo?
Magari ne faccio cadere due? O inizio a correre per il campo
finché non scade
il tempo?
Dario mi
dà il via. Scatto.
La
sua voce mi accompagna nel percorso, mentre mi indica dove andare.
“Hop!”
Corro fino al primo ostacolo e lo salto.
Guardo il
braccio del padrone e seguo la
direzione.
“Dentro!”
Mi affretto all’inizio del Tubo Rigido e infilo testa e corpo
dentro
l’apertura, continuando la corsa.
Quando esco
cerco Dario con gli occhi: è alla
mia sinistra e il suo braccio si muove verso destra.
Io corro ancora.
“Hop!”
Salto il muretto.
Il braccio
indica ancora destra.
“Hop!”
Dopo un altro
ostacolo, lo Slalom, due salti
e la passerella, mi rendo conto che sto facendo esattamente quello che
faccio
sempre: sto per vincere. Ma io non voglio vincere!
Davanti
all’ostacolo della ruota mi fermo.
È la mia ultima occasione. Potrebbe essere
l’ultimo. Dario grida il mio nome. E
poi grida altri comandi. So che ho già avuto una
penalità per il mio rifiuto a
saltare subito, ma non mi basta. Devo farmi squalificare.
Voglio tornare a
casa e dormire sul
divano. Mi andrà bene anche dormire per terra. Sui piedi di
Dario.
Mi siedo. Sento
un silenzio improvviso e
carico di tensione intorno a me. “Noir!” Dario
è quasi impazzito. Lo riconosco
da come vibra la sua voce.
Mi sento
malissimo. Sto tradendo il mio
padrone. Sto tradendo il mio padrone. Questa voce, che non avevo
calcolato, mi
rimbomba nel petto. Cerco di ignorarla.
Mi accuccio a
terra, cercando di far
passare il tempo e appoggio il muso sulle zampe anteriori.
All’ennesimo comando
di Dario quella cosa che mi faceva vibrare il petto si rompe. Mi fa
male, tanto
male.
Il muso mi cade
per terra e cerco di
coprirlo con le zampe. Sento dei rumori strani intorno a me, ma li
sento
malissimo, come se fossero molto, molto lontani.
Quando apro gli
occhi tutto intorno a me
sta girando. Io sto girando, anche se sono accucciato per terra. Sento
il passo
affrettato di Dario venire da me. Riconosco il rumore del passo del mio
padrone
fra quelli di tutti gli altri.
Sento la sua
mano su di me, mi accarezza
la testa, dolcemente. E poi scende sul collo e sulla schiena, mi
accarezza il
fianco e poi ricomincia. Mi piace e struscio il muso contro la sua
mano. Il mio
petto comincia a stare meglio, ma io guaisco. Sto piangendo. Sto
piangendo! Io,
il cane più bravo di Agility, quello forte, agile e veloce,
a cui manca solo un
brevetto per andare alla Nazionale… Sto piangendo come un
cucciolino.
Dario si sdraia
vicino a me e mi
abbraccia. “Va tutto bene” mi dice. E io so che
è vero. Questa è la mia ultima
gara di Agility. “L’ultima gara” ripete
le mie parole Dario. Tutti e due
sgraniamo gli occhi, perché abbiamo pensato la stessa cosa.
***
Due mesi dopo
Oggi mi porta al
parco Linda, la cucciola
di Dario. Quando mi sgancia il guinzaglio corro incontro a BBQ e inizio
a
mordicchiarmi con lui. È divertentissimo e io sono felice.
Rincorriamo insieme
la pallina che ci lancia Flavio, il padrone di BBQ e corriamo
finché non
stramazziamo a terra con il fiatone.
Osserviamo un
padrone entrare in area cani
e salutare gli altri. Si siede vicino a Linda e io sto attento. Linda
è la mia
padrona e io devo stare attento a lei. Mi avvicino per far capire
all’altro
padrone che sono io che la proteggo.
“Bello”
dice lui, nei miei confronti. Poi
chiede a Linda: “È tuo?” Linda mi
accarezza la testa e il collo come piace a me
e poi gli risponde: “Lui non è mio. Fa parte della
mia famiglia”.
***Ok, mi scuso con tutti quelli che praticano
Agility perché, per quanto
mi sia informata e guardato video immagino di aver cannato sicuramente
qualcosa, ma il tempo era poco e non sono riuscita ad andare a vedere
una gara
dal vivo, purtroppo. Mi spiace anche per tutti quelli che possono
pensarla
diversamente da me per quanto riguarda la ‘gestione della
felicità’ del cane,
spero di non scatenare polemiche. So che non tutti la pensiamo uguale.
Per
quanto riguarda la scena dell’Agility, quando Dario si sdraia
a terra con cane…
sembrerà assurdo, forse, ma chi non ha mai visto un cane
spaventato dai troppi
petardi, forse potrebbe non capirmi.
***Grazie comunque a tutti di aver letto fino alla
fine.