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Autore: __Hopeless__    21/07/2019    0 recensioni
"Sapevo che eri tu. Tu eri l'angelo che mi avrebbe trascinato gił all'inferno."
Cosa succede quando una famiglia di angeli caduti medita da anni una vendetta? Cosa succede quando non si mettono in conto tutte le possibili situazioni? Non esiste pietą negli occhi del riscatto.
La terra sa essere un terreno da guerra interessante e gli esseri umani, pedine facilmente sacrificabili.
Angeli e Demoni non possono avvicinarsi tra di loro, Angeli e Demoni non andranno mai d'accordo.
Lucifero ne sa qualcosa. Ed ora, č arrivato il momento di prendere delle decisioni.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 7.


-Aria-



Sono due giorni che passo tutto il tempo a ripensare alla grandiosa opportunitą che mi č stata data dall’universitą. La partenza č prevista tra un mese e mezzo, io non so come dirlo ai miei e ho una paura assurda che possano solo spezzarmi le ali immediatamente.
<< Proprio niente, eh? >> mi sento dire da Tomąs che č seduto al mio fianco sul pavimento della camera. Mi rendo conto di aver trascurato buona parte del suo discorso, affogando tra le mie preoccupazioni.
<< No aspetta, scusami Tom. Ho perso il filo… Potresti ripetere? >> gli chiedo sospirando, dedicandogli perņ tutta la mia attenzione questa volta.
Il moro sorride abbassando lo sguardo per poi prendere gli occhiali appoggiati al suo fianco e pulire le lenti con l’estremitą della maglietta celeste.
<< Secondo la mia modesta opinione cara ragazza, dovresti affrontare il discorso con i tuoi genitori il prima possibile. Altrimenti l’ansia ti mangerą tutta intera .>> mi dice con tono che non so bene se definire scherzoso o serio. Resta il fatto che l’improvvisa empatia mi lascia interdetta per un attimo, causandomi un senso di fastidio improvviso per aver cambiato discorso sviando la discussione sui miei crucci.
<< Senti Tomąs non te la prendere ma sono cose devo rivedere da sola queste. >> rispondo con tono abbastanza freddo e scocciato mentre mi rialzo velocemente da terra.
<< Come siamo suscettibili questo pomeriggio Aria. >> mi stuzzica tendendo la mano verso di me, chiedendo indirettamente aiuto per rimettersi in piedi.
Cercando di rilassarmi e non prendere tutto cosģ seriamente, mi sforzo di ridere alla sua provocazione mentre mi avvicino per offrirgli il braccio al quale lui prontamente si aggrappa.
<< Un giorno di questi dovresti farmi un ritratto. >> afferma curiosando tra i taccuini che sono sparsi sulla scrivania.
<< Non sono brava con le figure umane, lo sai. >> mi affretto a dire mentre mi sistemo meglio i vestiti che indosso.
<< Vorrą dire che migliorerai proprio per me. >> scherza.
Io, con uno scatto felino prendo ciņ che ha tra le mani e lo nascondo dietro la schiena. Thomąs si finge offeso ma non dice nulla.
Guardo l’orologio e a malincuore mi accorgo che anche questa volta ci tocca correre se vogliamo arrivare in tempo alla sessione pomeridiana di botanica sistematica.
<< Prendo qualcosa da mangiare e ti aspetto gił. >> sentenzio a Thomąs che sta ancora curiosando tra altri fogli sparsi sempre sulla piccola scrivania, ricevo un suo assenso con il capo e scendo di sotto velocemente.
Nel frigo non trovo molta roba da poter prendere e portare via senza troppi problemi. Cosģ decido solo di versarmi del succo alla mela verde in un bicchiere preso al volo dal ripiano sopra il lavandino.
<< Io sono pronto! >> sorride Thomąs vicino alla porta della cucina con gią in dosso il proprio cappotto grigio.
<< Arrivo! Tieni. >> gli porgo un altro bicchiere con del succo dentro, prima di andare a cercare il mio poncho.
Una volta usciti, ci dirigiamo verso l’universitą con passo svelto. Non abbiamo preso la sua macchina solo perché avremmo perso pił tempo a cercare del parcheggio una volta arrivati.
Mentre camminiamo per la strada vengo come richiamata da qualcosa, come se qualcuno stesse chiamando insistentemente il mio nome, senza urlare perņ.
E’ un sussurro, un lieve richiamo accompagnato da un soffio tiepido intorno a me. Mi fermo d’istinto e mi guardo in giro.
Thomąs se ne accorge e torna indietro, raggiungendomi vicino alla quercia davanti alla quale sono piegata.
<< Cosa č successo adesso? >> Chiede sospettoso.
Analizzo alcune foglie: sono tutte tagliate a partire dai bordi e toccandole č come se sentissi delle vibrazioni che chiedono aiuto.
Quasi perdo l’equilibrio e Thomąs mi prende prontamente per il braccio mentre mi risistemo sulle punte, piegando le ginocchia.
<< Megaliche. >> dico dopo, rialzandomi e guardando il volto interrogativo di Thomąs.
<< E quindi? >> mi chiede senza variare espressione.
<< E quindi non possiamo fare nulla, sono insetti impollinatori e non č giusto agire contro di loro. >> ribatto in modo triste mentre riprendo a camminare.
<< Cioč, Aria davvero ti sei fermata per analizzare quella pianta? >> mi domanda divertito il moro.
Faccio spallucce, non interessata a continuare il discorso.
Qualche minuto dopo, arriviamo in universitą e prima di entrare ci fermiamo a guardare la massa di gente che va e viene verso la strada.
<< Prendi i posti, che appena finisco ti raggiungo >> mi avvisa Thomąs mentre si avvia all’interno dell’edificio.
<< Se ne trovo ancora liberi! >> gli urlo seguendolo, prima di dividere il nostro percorso dirigendomi verso l’aula del piano sotterraneo.
Ovviamente, siamo in ritardo.
Ovviamente l’aula č piena.
Ovviamente, anche oggi mi toccherą prendere appunti sulle mie ginocchia, riservando a Thomąs un comodo posto sulle scale della stanza.
L’insegnante aveva da poco iniziato a parlare, riassumendo in caratteri generali la lezione precedente.
Tra le parole del professore, le trascrizioni frettolose delle slides e qualche commento sarcastico di Thomąs, passano quasi due ore.
Verso la fine, fatico a tenere alta la concentrazione riguardo alla tassonomia e alla nomenclatura vegetale, odio prendere appunti in questo modo, odio non poter avere un confronto diretto con il docente, non mi piace stare ore in questa posizione scomodissima.
<< Ma se andassimo via un po’ prima oggi? >> sussurro al ragazzo concentrato al mio fianco.
Thomąs non risponde subito, intento a captare anche gli ultimi concetti della spiegazione.
<< Ho male alla schiena, non ho voglia di restare altri quindici minuti qui… >> continuo lamentosa, iniziando a mettere a posto le penne ed i fogli del taccuino.
Quando finisco e faccio per alzarmi, Thomąs mi rivolge uno sguardo sorridente.
<< Ci sentiamo dopo >> mi saluta, ed io annuendo, mi avvio verso la porta posteriore dell’aula.
Mi trattengo quasi dieci minuti nel bagno, finché, infastidita dalla fila decido di rinunciare ad andarci. Quando esco e scendo le scale, incrocio Thomąs vicino alle macchinette, intento a parlare con due ragazze.
Decido quindi di non aspettarlo ed avviarmi all’uscita, aprendo la grande porta in vetro e tenendola per un po’ ferma con la spalla, attendendo che lui alzi lo sguardo su di me per poterlo salutare.
Una sensazione negativa mi sfiora come accompagnata da un soffio di vento, mi giro e mi ritrovo a ricambiare lo sguardo con una figura che non fatico a riconoscere, rimanendo per un attimo interdetta.

 

-Angolo autrice.-
 

Sono tornata anime belle! Il capitolo č un po' corto, lo so. 
Che starą succedendo? Che cosa č preso ad Aria?
Innanzitutto volevo ringraziare le nuove personcine che hanno inserito la storia tra le seguite. Spero di portare avanti un buon lavoro per voi. 
E ringrazio anche chi, con pazienza, ha deciso di lasciare una recensione nei capitoli precedenti. E' bello avere vostri riscontri.
Torno a gocciolare di sudore, spero di aggiornare prima di evaporare del tutto. Come stanno andando le vostre vacanze?
Le mie sono appena "iniziate" avendo finito da poco la sessione.
Bene, vi lascio come sempre, i link utili da copia incolla.
Un baciotto ciotto ciotto.
Ah, ecco dove -se avete voglia o bisogno- potete trovarmi:
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