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Autore: Napee    22/07/2019    0 recensioni
Domestic!AU - Future!AU - [IwaOi]
***
Oikawa ha iniziato a giocare per la nazionale di pallavolo e Hajime studia lettere all’università di Tokyo. Il trasferimento si è visto necessario, così come la convivenza un po’ prematura dei due novelli fidanzati.
***
Erano anni che Tooru lavorava come modello per le riviste minori, fin da quando andavano alle superiori e la sua bellezza era sbocciata improvvisamente tanto da attirare gli sguardi dei passanti. Era solo questione di tempo prima che venisse notato da qualche fotografo alla ricerca di volti nuovi.
Hajime ricordava ancora la prima volta che Tooru gli aveva spalmato una rivista da teenager sulla faccia sopra la quale vi era stampata in copertina la faccia del suo migliore amico.
E tutto sommato, Tooru aveva un bel viso, uno di quei volti che stanno davvero bene in copertina, quindi Hajime non si era stupito più di tanto quando il suo amico aveva iniziato ad acquisire una certa popolarità anche fuori dal campo.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5.       Kageyama



Non ci credeva ancora.
Se solo i suoi splendidi occhi castani non fossero stati aiutati dalle sgraziate lenti spesse degli occhiali, avrebbe certamente dubitato di sé e si sarebbe dato dello sciocco.
Non aveva mai avuto problemi di udito, ma evidentemente era giunta l’ora di andare a farsi una bella visita.
Prima non avrebbe mai dubitato dei suoi sensi. Prima non avrebbe mai avuto così tanti dubbi mescolati a così tanta rabbia che gli ribollivano insieme nello stomaco come la zuppa in una pentola pronta ad esplodere.
Tutto questo però era prima.
Poco prima che quel moretto insopportabile varcasse la porta dello spogliatoio insieme al gamberetto rosso accompagnati dall’allenatore.
E Tooru era certo che il suo viso avesse repentinamente cambiato espressione, dato che Bokuto gli aveva dato una gomitata per cercare di farlo rinsavire.
Non era riuscito a capire niente di quello che era stato detto nello spogliatoio dal coach. Non era riuscito a cogliere nemmeno il motivo della presenza di Kageyama lì, nello spogliatoio della Nazionale maschile con uno sguardo fiero ed un sorriso che a stento riusciva a trattenere la reale emozione del ragazzo.
Era stato chiamato dall’allenatore più volte, ma non era riuscito a capire il suo nome.
C’era voluto l’intervento di un’altra gomitata, stavolta di Kuro, per farlo rinsavire.
“Kageyama è un promettente alzatore, conto su di te, Oikawa, affinché impari presto i nostri schemi.”

“MA ANCHE NO! Mi basta vedere ogni giorno la brutta faccia di Ushijima!” Aveva berciato sgraziatamente Oikawa, lanciando il borsone degli allenamenti a terra sotto lo sguardo sbigottito di Hajime.
“Giornataccia?”
“Puoi ben dirlo! Indovina chi è entrato a far parte della Nazionale?”
“Kageyama Tobio.” Rispose Hajime tranquillamente, sfilandosi gli occhiali da lettura ed abbandonandoli sulla scrivania accanto al pc. Sullo schermo, le ultime notizie sulle nazionale giapponese ed i loro ultimi acquisti.
“Esattamente! Quell’irritante moccioso continua a tormentare la mia vita!” Si lamentò Oikawa lasciandosi cadere pesantemente sul divano bianco in pelle che troneggiava all’interno del loro salone.
“È un valido alzatore, sarebbe stato da stupidi non metterlo nella rosa dei giocatori.” Considerò Hajime. Sempre estremamente diplomatico quando si trattava di una delle crisi isteriche de suo ragazzo.
“Lo so! Ed è proprio questo il problema! Speravo avesse perso tutto il suo talento innato!”
“E come avrebbe potuto? Ha continuato ad allenarsi duramente, è migliorato molto e-…”
“E mi tocca pure insegnargli i miei schemi, Iwa-chan!” Lo interruppe Oikawa sbattendo le mani sui cuscini del divano.
Perfetta imitazione di un bambino piagnone ed Hajime non riuscì a negare al suo cervello di fare quel parallelismo.
“Quindi è questo il vero problema?” Chiese sospirando, conscio di essere finalmente giunto al motivo di quell’infinita lamentela.
“Certo che sì!” Confermò piagnucolando Tooru e tirando su con il naso. Un bambino, appunto.
“Sono i miei schemi, perché dovrei dividerli con lui?”
“Perché te lo ha chiesto l’allenatore immagino.” Rispose prontamente Hajime alzandosi dal suo posto per sedersi vicino al fidanzato e lasciare che quest’ultimo gli si accoccolasse sul petto in cerca di consolazione.
Consolazione che non tardò ad arrivare sottoforma di dolci carezze sui boccoli castani che profumavano ancora di shampoo alla pesca.
“Non voglio che prenda il mio posto, Iwa-chan…” Confessò infine Tooru, stringendosi maggiormente al fidanzato ed affondando il viso nel suo petto.
“Non lui… ancora!”

“Non accadrà, stai tranquillo.” Rispose Hajime stampandogli un bacio fra i capelli profumati.
“Sono venuti tanti alzatori dopo di te, ma sei rimasto sempre il solo ed unico titolare indiscusso. Perché dovrebbe essere diverso stavolta?”
“Lo credi davvero?” Chiese Tooru flebilmente, con una vocina piccola e minuta, timida e nasale, tipica di chi è sul punto di piangere.
“Certo che sì. Anche se non te lo dico mai, sei un vero fenomeno in campo.”
“DAVVERO?!” Scattò all’erta Tooru, drizzando le antenne in modalità “recezione di un complimento da parte di Iwa-chan il rude”, con gli occhioni nocciola spalancati puntati nei suoi e un timido sorrisetto sulle labbra pregno di aspettative che non volevano essere deluse.
“Non te lo dico una seconda volta!” Rispose Hajime stroncando il momento e l’entusiasmo di Tooru n mille pezzi.
“Il tuo ego è già smisurato così com’è anche senza i miei complimenti!”

Gli allenamenti erano diventati estenuanti. Tooru era incredibilmente nervoso e a stento riusciva a sopportare ogni singolo giocatore della squadra. Aveva da ridire su tutto, non era mai contento e quel moccioso non faceva altro che ricevere consensi su consensi da tutti.
L’allenatore pareva tessere le sue lodi, la federazione puntava tutto su quel moccioso insolente che, con i suoi schemi di gioco, riusciva a sfondare i muri degli avversari grazie a quel gamberetto salterino.
Trovava pace, Oikawa, solo la sera, fra le braccia del suo grande amore, ascoltando il suo respiro fra i capelli ed annusando il suo profumo.
Hajime era la sua salvezza. Hajime era la sua roccia. Hajime era tutto per lui.
E vi si aggrappò con tutto sé stesso, strenuamente, anche quando durante l’allenamento cadde scivolando e si fece male a quel suo ginocchio già malandato.
Ma non aveva paura. Hajime sarebbe stato lì per lui comunque.

  
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