Crossover
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Autore: evil 65    23/07/2019    10 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco un nuovissimo capitolo!
Questo aggiornamento è il più lungo che abbiamo scritto finora, con ben 15 000 parole. Volevamo assolutamente finire l’arco Shen, quindi abbiamo inserito tutto quello che avevamo programmato per questa parte della storia.
Abbiamo inoltre realizzato la nuova Opening per questa parte della fan fiction: https://www.youtube.com/watch?v=GQqrwlPxRuY

Come sempre, per maggiori informazioni vi consiglio di visitare le note ai piedi del capitolo.
La foto sotto il titolo contiene due personaggi importanti che compariranno nel capitolo, oltre a Raven e Taiyang, già comparsi nel settimo capitolo della storia assieme alla loro banda di pirati spaziali. Per chi non se lo ricordasse, sono anche i genitori di Yang, gli zii di Ruby.
Vi auguriamo una buona lettura!



Capitolo 20 - Hear my roar


La luce della luna piena proiettava la lunga ombra dell’albero al centro della collinetta, dietro il quale erano nascoste due figure, intente ad osservare la sontuosa costruzione del palazzo reale di Gongmen.
Una era un uomo sulla quarantina, con una piccola barbetta che gli circondava la curva del mento. I capelli neri e folti gli si arricciavano verso l’alto, come le eleganti piume di un corvo; le iridi rosse era incastonate in uno sguardo malizioso, allegro, come se fosse abituato a ricavare sempre il meglio della situazione. Non passava di certo inosservato: sulla schiena poggiava un lungo mantello scarlatto, avvolto attorno ad una giacca grigia abbinata a dei pantaloni neri. Questi erano provvisti di una cintura da lavoro, nella quale era attaccata una spada ricurva, adornata da uno strano sistema ad ingranaggi.
La donna accanto a lui indossava un abito nero dalla gonna svolazzante. Una mantella bianca provvista di cappuccio le copriva il capo; l’argento dei suoi occhi spiccava lungo il viso, incorniciato dai capelli di un rosso molto scuro. Infissa al centro della mantella portava una grossa, strana croce d’argento dalla punta molto affilata, fatta apposta per tagliare e trapassare.
La coppia in questione aveva girato la capitale cinese per buona parte della giornata, facendo qualche domanda innocente ai passanti occasionali e osservando, senza dare nell'occhio, come si erano comportate le guardie di Lord Shen.
Avevano poi domandato a una guida turistica un posto dove fare un bel picnic con vista sulla fortezza, venendo indirizzati all’omonima collina, posta ad appena un paio di chilometri dall’edificio.
<< Dunque, Qrow, l’entrata per l’impianto d’aerazione è qui >> disse la donna, indicando un punto sul suo scroll. Attualmente, l’oggetto in questione stava presentando l’immagine di una piantina del palazzo.
<< Io distrarrò le guardie per darti il tempo di passare. Saranno troppo impegnate a combattermi per accorgersi di un piccolo corvo. Soccorri quel ragazzo e venite subito da me. Tutto chiaro? >>
<< Perfettamente, amore. E una volta al sicuro... >> commentò l’altro in tono inequivocabile, mentre avvolgeva un braccio attorno alla schiena di lei. Venne prontamente interrotto da un forte pugno in testa.
<< Qrow, te l'ho già detto: si parla di sesso solo a lavoro concluso >> sentenziò severa la donna, prima di voltarsi e scrocchiare il collo << Non manca neanche un’ora all’alba, sbrighiamoci. >>
Affianco a lei, il marito rilasciò un sospiro sconsolato. In fondo, sua moglie era fatta così: quando era in missione manteneva sempre una professionalità impeccabile. Era solo una delle molte ragioni per cui le aveva chiesto di sposarlo.
Il duo di diresse verso la fortezza ad una velocità impossibile per persone normali: essi erano infatti Qrow Branwen e Summer Rose, Cacciatori professionisti, ribelli… nonché padre e madre di Ruby Rose, studentessa alla facoltà di Beacon.
Come molti dei suoi membri, inizialmente la coppia avrebbe tanto voluto fare a meno degli scontri tra la Resistenza e il Maestro, specie dopo che Raven, la sorella di Qrow, e suo marito Taiyang avevano lasciato Remnant come aperto atto di ribellione al governo di Battlegroud.
Tuttavia, durante il funerale di Meta Knight, cui avevano partecipato in quanto vecchi amici del guerriero, finirono per incontrare una persona che avrebbe cambiato le loro vite per sempre: il Dottore. Il Signore del Tempo, assieme a Dedede, era giusto sul posto non solo per rendere omaggio a Knight, ma anche per provare a convincere i due Cacciatori a unirsi alla sua crociata.
Fu una discussione molto lunga. Sia Summer che Qrow non volevano saperne niente: erano convinti che Ruby non avrebbe avuto niente da temere, vista la sua parentela con Salem e la sua futura posizione come erede al Governo di Renmant. Convinzione che cominciò a vacillare una volta che il Dottore li rese consapevoli del fatto che, se Ruby si fosse rivelata troppo indipendente, il Maestro non avrebbe esitato a trasformata in un pupazzo privo di volontà, capace solo di eseguire il suo volere.
Summer, tuttavia era ancora molto restia a prendere per vere le dichiarazioni del Signore del Tempo. Dopotutto, quell’uomo stava accusando apertamente anche la donna che l'aveva cresciuta. Il suo mondo crollò definitivamente quando il Dottore rivelò loro la vera natura di Battleground… e risvegliò i loro ricordi.
Entrambi avevano cercato in tutti modi di negare quella terribile realtà, incapaci di accettare la possibilità che, fino a quel momento, avessero solo vissuto in una menzogna costruita per tenerli sotto controllo, come bestiame, inconsapevoli delle loro vite precedenti. Alla fine, tuttavia, quell’inequivocabile verità li aveva spinti ad accettare la proposta dell’alieno.
I due avevano quindi cominciato a condurre vari raid e operazioni sotto copertura per la Resistenza, all’insaputa della figlia e della madre di Summer. Cosa che, alla fine, li aveva condotti proprio a Gongmen, dopo che il Dottore aveva ricevuto una chiamata d’emergenza ad opera di Rowlet.
La loro missione era una sola: liberare Royal Noir dalle grinfie del Governatore Shen.
Grazie alle loro spie in Wakanda, i ribelli erano ben consapevoli dell'enorme quantità di vibranio a disposizione dell’uomo, quindi il Dottore aveva fornito alla coppia un dispositivo realizzato appositamente per situazioni come questa: uno speciale agente chimico, realizzato nei laboratori di Dreamland, in grado di indebolire non poco il prezioso metallo, fino a fonderlo. Questa particolare sostanza funzionava come un repellente specializzato, attaccando qualunque tipo di minerale che fosse capace di assorbire vibrazioni sonore, come il vibranio. Per tale motivo, non aveva alcun effetto su quei materiali che non presentavano una simile caratteristica, e poteva essere tranquillamente usato per rivestire la maggior parte delle armi.
Giunti a una trentina di metri da dove iniziava il perimetro dei sistemi di sicurezza, i due coniugi si separarono.
<< In bocca al lupo >> sussurrò Qrow alla moglie, dandole un piccolo bacio sulla guancia.
Poi, il corpo dell’uomo cominciò a cambiare. Penne nere come la pece iniziarono a protrarsi dalla figura del Cacciatore, mentre questa iniziò a rimpicciolirsi. La testa da umano venne sostituita da quella di un corvo, completa di becco, e i vestiti dell’uomo si fusero al corpo per creare ali, coda e zampe artigliate.
L’uccello fissò la moglie con occhi rossi e luminosi, prima di spiccare il volo in direzione della magione.
Summer guardò per qualche secondo il volatile, augurandogli a sua volta buona fortuna, quindi si diresse dritta verso le mura esterne del palazzo. Fatto questo, mosse appena la croce con un rapido movimento del polso. Dalla punta dell’arma fuoriuscì una catena uncinata, che andò a conficcarsi nel terreno.
La Cacciatrice fece scorrere la corda metallica per un paio di metri e la lanciò dritta ai piedi dell’edificio. Il semplice contatto della croce col terreno provocò l’esplosione di alcune mine che erano state disposte lungo tutto il perimetro del complesso. Una misura preventiva che Shen aveva piazzato in caso di potenziali intrusioni, e che Summer aveva scoperto dopo un’attenta analisi termica dell’area circostante.
In breve, diversi riflettori vennero puntati sulla donna; questa sogghignò, consapevole di aver appena completato il suo obbiettivo. Con tutti i soldati concentrati su di lei, nessuno avrebbe fatto caso a Qrow.
<< Chiunque tu sia, fermati subito in nome di Lord Shen! >> gridò una delle guardie sul bastione, sfoderando una balestra, mentre accanto a lui altri due uomini cominciarono ad armeggiare con un paio di tablet.
<< Allora, chi o cosa è? >>
<< Sembra un’utilizzatrice d’Aura... e anche molto forte >> rispose l’altra guardia, analizzando le informazioni che comparvero sullo schermo del proprio dispositivo.
Quasi come ad un segnale, numerose torrette meccaniche fuoriuscirono dai basamenti delle mura. Ognuna di essere era dotata di sensori di movimento e piccole mitragliatrici anti-aura, mentre altre sembravano armate di missili a corta gittata. Le mitragliatrici furono le prime a sparare.
Summer riuscì a schivare la maggior parte dei proiettili, procurandosi solo qualche taglio; niente che non si sarebbe rimarginato in qualche minuto.
Corse verso le mura, mentre altri due mitragliatori uscivano dal terreno di fronte a lei. Senza dar loro il tempo di far fuoco, li tagliò in due con la sua catena, per poi scivolare sull’erba e perforare un'altra torretta. Ma ecco che una potente esplosione risuonò proprio sotto i suoi piedi, spedendola in aria.
La Cacciatrice atterrò con grazia, imprecando mentalmente. Era stata così concentrata sulle mitragliatrici da dimenticarsi delle mine.
Allo stesso tempo, sulle mura si erano raccolte altre guardie. Una di loro si porse oltre il bordo della parete, puntandole contro una balestra e intimandole di fermarsi.
La donna rimase in silenzio ad analizzare il loro equipaggiamento: le armature e le armi erano progettate per condurre sia la Polvere che radiazioni anti-Aura. A quanto pare, l’imperatore della Cina possedeva più risorse di quanto avesse inizialmente pensato.
Prese un respiro profondo… e balzò in avanti, superando il maggior numero possibile di mine e utilizzando le mura come punto d’appoggio. La guardia fece fuoco con la balestra, ma la Cacciatrice sembrò non badarci troppo. Evitò il colpo con una grazia innaturale e salto a mezz’aria, la sua figura stagliata contro il chiarore della luna piena.
Allo stesso tempo, la catena della sua arma fuoriuscì per intero e si avvolse attorno a una delle guardie. Summer vi saltò sopra, stendendola con un calcio. Non appena gli altri soldati le si fiondarono addosso, ella si aggrappò ad uno dei pioli, usandolo come ancoraggio per atterrare sul lato opposto de muro. Attorno a lei apparvero altre guardie, accompagnate da torrette esplosive e mitragliatrici.
Summer si limitò a sorridere e cominciò a fare strage di avversari. Fendente, parata, fendente… ogni movimento equivaleva ad un colpo, un arto mozzato o un’arma spezzata. Ma pur sembrando inarrestabile, anche quella temibile donna aveva i propri limiti. Più tempo passava a combattere, più energia esauriva. Non sarebbe durata a lungo in quella situazione, non contro un’intera guarnigione.
Colpì una delle guardie con un calcio volante alla testa, e quindi usò la sua catena per attaccarsi a un albero distante pochi metri. Si concesse un momento per osservare l’area circostante: era completamente circondata.
Infuse Aura all’interno della croce e cominciò rotearla come una trivella, per poi lasciarla cadere sul terreno, generando un’onda d’urto abbastanza forte da sbalzare un buon numero di avversari. Fu allora che approfittò del varco appena aperto per liberarsi dalla scomoda situazione, raggiungendo ancora una volta la cima delle mura.
<< Attenti, sta arrivando! >> gridò una guardia, prima che Summer gli atterrasse addosso e lo gettasse di sotto con un calcio.
Per fortuna era atterrata in una zona isolata. Prese lo spray anti-vibranio, come le piaceva chiamarlo, e irradiò la sua arma, sicura che ne avrebbe avuto bisogno contro la moltitudine di guardie che ora si stava preparando a combatterla, brulicando per tutta la fortezza.
<< Qrow, per favore, sbrigati >> disse tra i denti.

 
***

Il laboratorio alchemico era avvolto nel silenzio. Baelfire giaceva in agonia, semi-cosciente, con la schiena accasciata lungo la parete, il capo chino, le gambe stese e le braccia ancora rigidamente tenute in su dalle polsiere in vibranio.
Il bruciore delle ustioni si era trasformato in un insieme di disgustose pulsazioni. L’avambraccio sinistro lanciava profonde fitte, ma mai quanto lo stomaco, semicoperto dalla seta lacerata e zuppa di liquido scarlatto. Gli artigli di Shen non era penetrati in eccessiva profondità, ma gli avevano comunque fatto perdere molto sangue. Cercò in tutti i modi di intervallare respiri numerosi ma brevi: la dilatazione del torace rischiava di aggravargli l’emorragia.
Ad un tratto, il silenzio permeante la sala venne interrotto da un tonfo secco, seguito da un frullare di ali. La grata del condotto di aerazione del laboratorio era stata sfondata, lasciando entrare nella stanza un grosso corvo dalle piume spettinate. L’animale esplose in un vortice di piume, riassumendo all’istante la figura di Qrow Branwen.
Il Cacciatore si avvicinò al ragazzo, esaminandolo, preoccupato. Era ridotto parecchio male, ma ancora vivo.
<< Sei Royal Noir, vero? Riesci a sentirmi? >>
La voce dell’uomo gli giunse ronzante e lontana, cogliendolo di sorpresa, ma Fire riuscì comunque a comprenderla. Raccolse tutte le proprie forze per fare un cenno di assenso col capo.
<< Mi chiamo Qrow Branwen. Sono qui per aiutarti, ragazzo. Resisti un altro po’. >>
Il Cacciatore si sfilò lo zaino dalla spalla, posandolo a terra e frugando al suo interno, estraendone quella che all’apparenza pareva una comune bomboletta spray. Ma quando ne accostò la fessura alle polsiere e spruzzò, ne uscì fuori uno strano gas odorante di ammoniaca, che produsse un vivace sfrigolio sul metallo, corrodendolo notevolmente, tanto da permettere all’uomo di staccare le manette con un gesto secco.
Non appena fu libero, l’adolescente crollò con le braccia in avanti, incapace di reggersi in piedi. Qrow lo afferrò al volo per le spalle, strappandogli suo malgrado un gemito, e cercò di farlo stendere supino a terra con tutta la delicatezza di cui era capace.
<< La prossima parte non sarà piacevole >> lo sentì dire Fire, osservandolo inginocchiarsi accanto a lui, attraverso le palpebre socchiuse << Cercherò di fare in fretta. Stringi i denti, d’accordo? >>
Per i successivi minuti, mani esperte pulirono e disinfettarono le sue ferite e tamponarono con impacchi freddi le ustioni, per poi spalmarvi sopra delle creme reidratanti e curative. Per tutto il tempo, il Vigilante tenne i pugni serrati e i denti stretti su un panno messogli in bocca da Qrow, sopportando a forza il dolore.
L’istante dopo percepì il Cacciatore posare in vari punti sopra la pelle qualcosa di liscio, duro e circolare: sollevando appena lo sguardo, si rese conto che si trattava di Cristalli di Polvere curativi. Provenienti dal pianeta Renmant, quegli affari erano notevolmente richiesti in tutto il mercato medicinale di Battleground.
Senza perdere tempo, l’uomo chiuse gli occhi e concentrò parte della propria Aura all’interno del minerale, che cominciò a illuminarsi di un debole bagliore rosso. Il cristallo iniziò a fungere da conduttore, trasferendo l’energia dritta nel corpo di Fire e cominciando a guarirne le ferite. Dopo quasi un minuto, gran parte di esse erano ormai rimarginate.
<< Okay, ora dovresti stare meglio >> sentenziò Branwen, aiutando l’adolescente a rialzarsi << Purtroppo, sul ventre e sull’avambraccio ti rimarrà sicuramente la cicatrice, le ferite lì erano veramente profonde. Tuttavia, la mia aura dovrebbe aver compensato la perdita di sangue. >>
Non appena Fire fu in piedi, tirò un sospiro profondo per placare il battito furioso del cuore e regolarizzare il respiro. Quindi mantenne fermo l'equilibrio e guardò negli occhi l'uomo.
<< Come ha fatto a trovarmi? >> chiese con tono flebile.
Qrow, per tutta risposta, cominciò a rovistare nella cintura, prendendo quello che sembrava un piccolo blocco di gelatina rossa, al cui interno appariva chiaro ed evidente un meccanismo d'innesco.
<< È tutto merito di quel tuo amico piumato >> riprese l’uomo << È riuscito a mettersi in contatto col Dottore e Dedede, informandoci della situazione. >>
Il Vigilante rimase sollevato all’udire una simile notizia: Rowlet era al sicuro, stava bene e ancora una volta era stato in grado di dimostrargli quanto in realtà fosse forte e temprato nonostante il suo animo spensierato, stupendolo non poco.
Doveva andare. Voleva tornare da lui, e soprattutto da Logan. Ne aveva bisogno adesso più che mai: le parole del Governatore e le sue orride risate ancora gli rimbombavano in testa, ma si costrinse a restare lucido, fissando ancora una volta negli occhi l’interlocutore.
<< Spero che, com’è riuscito ad entrare… sappia anche come uscire, signor Branwen. >>
Alle parole del giovane, Qrow si concesse un sorriso divertito. << È evidente che non hai la minima idea di chi hai di fronte, ragazzo. >>
Detto ciò, si avvicinò all’unica porta del laboratorio e vi posizionò sopra lo strano cilindro rossastro, per poi fare cenno al Vigilante di indietreggiare. Estrasse il proprio scroll dalla tasca, e con un gesto deciso premette un pulsante sopra di esso.
Ci fu un lampeggio, seguito da un sonoro bip. L’ordigno esplose, generando una densa nuvola di polvere; una volta diradatasi, Fire constatò che la porta era crollata giù.
<< Ottimo! Il piano ora è incontrarci con mia moglie e tornare a Remnant >> disse il Cacciatore << Sta combattendo nei pressi delle mura, quindi ci conviene muoverci. >>
L'adolescente dai capelli verdi annuì, quindi tese il braccio destro in avanti: il Cristallo sul bracciale si illuminò di un lampo verde, e in uno sbuffo di fumo la maschera di gufo ricomparve sul volto del ragazzo, mentre il resto dei punti stracciati e zuppi di sangue tornavano integri e puliti, come se non fossero mai stati toccati.
Si calò il cappuccio sul capo e recuperò il suo arco, abbandonato in un angolo della stanza, e se lo issò sulla schiena. Dopodiché, fece un cenno all’altro, come a dirgli di fare strada, e lo seguì.
Mentre si allontanavano attraversando gli stretti corridoi stranamente deserti, il Cacciatore si portò una mano sull’orecchio, dove teneva un auricolare.
<< Amore, ho recuperato Royal Noir. Dove ti trovi ora? >>
<< Sono riuscita a salire sulle mura, ma Shen mi ha spedito contro un esercito equipaggiato con munizioni anti-Aura! Sono ai piani superiori, controlla la mappa sullo scroll! >> gli rispose una voce femminile dall'altro capo della linea, leggermente ansimante.
Qrow obbedì, controllando lo schermo. Fece scorrere la cartina dei sotterranei, fino a quando la pianta non gli mostrò l’uscita e il percorso del castello che avrebbe loro permesso di raggiungere la Cacciatrice il prima possibile.
<< Bene, figliolo, per trovare Summer e scappare dovremmo probabilmente affrontare un bel po’ di resistenza. Tu seguimi e offrimi supporto dalle retrovie. Nel frattempo, controllerò il corridoi usando mia forma di corvo >> disse, sfoderando la spada e portandosi avanti per primo.
“Forma di corvo?” si domandò mentalmente Fire, gli occhi strabuzzati.
Forse era la sua Semblance. Dopotutto, aveva visto quell’uomo utilizzare l’Aura, quindi doveva trattarsi di un Renmaniano. Sapeva che alcuni di loro possedevano abilità speciali, derivanti proprio da quell’insolita energia che permeava i loro corpi.
I due percorsero immediatamente il lungo corridoio dei sotterranei, lasciandosi presto alle spalle le numerose stanze, e quasi subito si trovarono davanti la porta d'uscita.
<< Probabilmente molte delle guardie sono concentrate ai piani superiori con sua moglie >> considerò Royal Noir << Ma potrebbero essercene alcune nelle vicinanze. Se ora fa saltare la porta, attireremo la loro attenzione. >>
<< Giusta osservazione, figliolo, ma non abbiamo altra scelta. Sta’ indietro e tieniti pronto. >>
Branwen alzò la spada contro il portone e infuse una copiosa quantità di energia dentro le canne, illuminandole di un bagliore cremisi. Sparò due proiettili e, una volta che questi raggiunsero la porta, causarono un'altra esplosione abbastanza forte da spedire in aria anche le guardie più vicine alla suddetta.
I soldati abbastanza fortunati da trovarsi nel corridoio davanti a loro li indicarono, prendendo le armi.
<< Royal Noir?! >> urlò una delle guardie << Come ha fatto a scappare?! >>
<< Che importa? Prendiamoli subito, o Lord Shen avrà le nostre teste! >> gridò il capo del piccolo plotone, sguainando una katana e dirigendosi subito contro la coppia.
<< Uff, odio sentirmi ignorato >> commentò Qrow, trasformando prontamente la propria arma in una gigantesca falce, proprio come la figlia, e scambiando un paio di colpi col leader avversario, per poi metterlo fuorigioco tagliandogli una gamba.
Di fianco a lui, il Vigilante Mascherato estrasse l'arco dalla schiena e incoccò una freccia d'energia, colpendo ripetutamente i bersagli con precisione millimetrica e coprendo le spalle al Cacciatore.
Due guardie, però, riuscirono maldestramente ad evitare i proiettili e a raggiungerlo: Fire schivò un colpo di katana, e con una spazzolata lungo le gambe spedì la prima guardia a terra, tramortendola con un colpo di arco. Fatto questo, creò un pugnale di energia e infilzò la spalla della seconda, rifilandogli una potente gomitata nello stomaco e poi un pugno in faccia, facendolo crollare a terra.
Nel mentre, Qrow si stava disfando delle altre guardie servendosi di proiettili caricati d'Aura, tecniche corpo a corpo occasionali e, ovviamente, utilizzando la falce che l'aveva reso famoso in tutta Battleground per aver sterminato centinaia di Grimm e fuorilegge.
Un altro gruppo di soldati uscì da due porte ai lati opposti del corridoio, per prenderlo di sorpresa. Tuttavia, il Cacciatore non si fece trovare impreparato.
Con una mossa quasi impossibile da seguire a occhio nudo, risfoderò la spada e lanciò un potente taglio caricato di energia, che travolse entrambi i blocchi di soldati. Le loro armature e protezioni anti-Aura riuscirono a proteggerli dalla maggior parte dei danni, ma il colpo fu comunque abbastanza potente da tramortirli. Quei pochi che riuscirono a rialzarsi da quel mucchio di corpi svenuti, furono nuovamente messi al tappeto dai colpi laser di Royal.
Quest'ultimo diede una spazzolata all'arco. << Dobbiamo muoverci in fretta, ne potrebbero arrivare degli altri. Ci conviene volare >> disse con voce determinata.
Qrow annuì concorde, controllando nuovamente la posizione della moglie sulla mappa digitale del castello. Agguantò l'elmo di una guardia e lo lanciò contro una finestra, sfondandone il vetro.
<< Andremo fuori per avere più spazio di movimento e rientreremo appena possibile. Farò strada io, mi affido a te per la copertura. >>
E, detto questo, l’uomo saltò fuori dalla finestra e lasciò spazio alla sua forma animale. Di rimando, un lampo verde attraversò la pietra sul bracciale e il mantello scuro dell'incappucciato lasciò spazio alle ali piumate.
Con un balzo si librò in aria, attraversando la finestra e seguendo l’uccello in volo. Come da richiesta, scrutò il perimetro per guardare le spalle al Cacciatore.
Le mura e le torrette erano piene di arcieri che non ci misero molto ad avvistarli.
<< A destra! >> urlò a Branwen, per poi esibirsi in un'impennata e spostandosi verso destra per schivare una pioggia di frecce.
Fire lanciò un raggio per incenerirne alcune dirette contro il corvo e poi un altro, mirando alle sentinelle. Qrow gracchiò un ringraziamento al ragazzo, mentre schivava a sua volta altre frecce.
Con la coda dell’occhio, il Cacciatore vide tre guardie che preparavano una mitragliatrice puntata dritta contro Royal Noir, al momento impegnato con un'altra torretta.
Senza perdere tempo, volò sopra i nemici e tornò umano. Al momento dell'atterraggio, spada tra le mani, rilasciò una corrente d'Aura nel terreno, generando un onda d'urto abbastanza forte spedire i tre nemici oltre mura.
Fece per ritrasformarsi, ma guardando una finestra poco lontana vide una scia bianca che si muoveva a velocità spropositata, mentre altri soldati di Shen facevano del loro meglio per starle dietro, finendo decapitati o lanciati fuori dalle vetrate.
Nessun dubbio su chi fosse la responsabile.
<< Royal >> urlò, indicando la finestra << Summer si trova lì dentro. Prendiamola e usciamo da questo buco! >>
Il ragazzo annuì prontamente e si gettò in picchiata, seguito dall’uccello, verso la persiana indicata. Dopo aver caricato il pugno di piccole scariche elettriche verdastre, stese il braccio in avanti, verso le finestre, e dal palmo liberò un fascio di energia che ne sciolse il vetro.

 
* * *

All’interno della struttura, Summer Rose si trovava nel bel mezzo di uno snodo, intenta a far volteggiare la propria arma per bloccare qualsiasi attacco da parte delle guardie. Tuttavia, sapeva che non sarebbe durata ancora a lungo, le sue riserve di Aura erano ormai al limite.
La figlia di Salem ricoprì la croce metallica con una patina di Polvere congelante, preparandosi a contrattaccare. Tuttavia, poco prima che potesse farlo, il gruppo di soldati venne prontamente investito da un potentissimo raggio d’energia verde fuoriuscito da una delle finestre.
Guardò per un attimo stupita il luogo dove si trovavano le guardie fino a pochi secondi fa, quando una figura dal lungo mantello e una maschera simile a un gufo entrò nel corridoio armata di arco.
Summer lo riconobbe all’istante come l'obiettivo di quella missione di salvataggio, subito seguito da un corvo molto familiare.
<< QROW! >>
Senza perdere tempo, la donna corse verso il marito, tornato in forma umana, e gli gettò le braccia al collo, per poi stampargli un rapido bacio sulle labbra.
<< Ehi, calma, ragazzina! >> ridacchiò l’uomo << So che eri preoccupata per me, ma abbiamo ancora del lavoro da fare. >>
Il Cacciatore indicò la figura di Fire.
<< Ti presento il Vigilante Mascherato di Gongmen, Royal Noir. >>
Summer si tolse il cappuccio per osservare meglio l’adolescente, e quest’ultimo rimase piuttosto sorpreso di trovarsi davanti un viso ancora molto giovane.
<< È un piacere conoscerti, ragazzo >> disse la donna con un placido sorriso << Sbrighiamoci a uscire da qui, la strada per la nostra astronave è lunga. >>
Fire annuì, per poi guardarsi intorno.
<< Riconosco quest’ala. Se non sbaglio, dovrebbe esserci un’entrata collegata alle uscite laterali del palazzo. Seguitemi >> li incitò, facendo per infilarsi lungo il primo corridoio a destra.
Ma proprio in quel momento, dalla porta fecero la loro comparsa un gruppo di figure ben distinte. Erano alte, completamente rivestite di armature scarlatte dalle caratteristiche orientali, complete di emetti. Nelle mani reggevano numerose armi, che andavano da fruste a spade dotate di doppia lama: ognuna di essere era illuminata da un bagliore luminoso, e scoppiettava di scariche elettriche.
Il giovane imprecò sonoramente, indietreggiando assieme ai due Cacciatori. Tuttavia, la coppia di veterani non era certo nuova a situazioni in cui si erano trovati in inferiorità numerica rispetto agli avversari.
Summer estimò a grandi linee il numero di nemici coinvolti e sfoderò rapidamente la sua catena, mettendosi davanti al giovane arciere.
<< Restate in formazione >> ordinò secca, mentre Qrow le copriva il fianco sinistro con la falce sguainata, ottenendo così una zona sicura... o, almeno, sicura per quanto potesse esserlo uno spazio di dieci metri con guardie pesantemente corazzate.
Quei soldati non erano più numerosi di quelli affrontati finora, ma avevano l’aria di essere più pericolosi. Avanzarono decisi verso di loro, disegnando una formazione compatta e accerchiandoli.
Fire osservò preoccupato i loro ranghi serrati, cercando disperatamente ad un modo per sfuggire a quella situazione. Difficilmente avrebbero potuto cavarsela in un corpo a corpo diretto: l’unica soluzione era creare un diversivo e cercare di allontanarsi il più possibile.
Fu allora che si rese conto che, nelle retrovie sulla sinistra, erano concentrati meno soldati; un colpo di fortuna che potevano sfruttare.
Il Vigilante si girò a guardare negli occhi Summer, e cercò di fare un’impercettibile segno in quella direzione, mimando con le labbra: "Là. Adesso o mai più."
La Cacciatrice, grazie ai suoi anni di esperienza, comprese il messaggio del giovane e, considerando la situazione in cui si trovavano, anche lei convenne che quella era l’unica opzione che avevano. Annuì e fece un piccolo cenno a Qrow, che le diede la mano.
<< Royal, prendi la mano di Qrow e attiva… be', qualunque cosa sia il tuo potere >> gli sibilò all’orecchio.
Royal dilatò le pupille. << L’energia che uso è instabile, potrebbe ferir-…>>
<< Non preoccuparti, non gli farai del male >> ribatté l’altra.
Allo stesso tempo, l'Aura del marito cominciò a propagarsi verso l’esterno, sottoforma di un bagliore rosso e argentato.
Il Vigilante, fiducioso dell’abilità della Cacciatrice, afferrò la mano dell’uomo come da indicazione: il suo palmo si ricoprì di luce verde, liberando qualche scarica che attraverso il braccio dell’uomo.
Summer cominciò a far roteare la catena infusa di Polvere, utilizzando l’energia di Fire come impulso per creare una sorta di vortice luminoso che si eresse a mo’ di barriera proprio di fronte a loro. Le guardie che vi entrarono in contatto vennero subito sbalzate via dalla forza dell’attacco.
Quelle più sagge indietreggiarono, cercando di sottrarsi al cerchio di energia. Allora i due Cacciatori e il Vigilante scartarono di lato, correndo verso l'unica uscita disponibile creatasi grazie all’allontanamento degli avversari, e si infilarono nel corridoio, seguiti a ruota dalle guardie.
Mentre il gruppo di ribelli correva, il ragazzo dai capelli verdi iniziò lentamente ad accorgersi che c'era qualcosa che non quadrava.
Suo malgrado, rallentò per osservare l’ambiente circostante: non riconosceva il corridoio che stavano percorrendo, ma questo era anche normale, non poteva conoscere il castello a memoria. Nonostante ci fosse stato parecchie volte non ne era il padrone, e di certo le volte in cui c’era stato non si era certo messo a giocare all'esploratore.
Era tutto stranamente anonimo: non c'erano porte, non c'erano quadri né preziosi mobili decorativi, e l'unica fonte di luce era una grossa lampada rossastra sul soffitto.
Di una cosa era certo: non era il corridoio che avrebbe potuto condurli fuori. Non che avessero avuto molta scelta, considerato come li avevano accerchiati quelle maledette sentinelle in rosso...
<< Tutto bene, figliolo? >> domandò Qrow, guardandosi intorno con fare guardingo.
Anche Branwen aveva notato quant’era spoglio quel corridoio, nonostante l’evidente passione di Lord Shen per il lusso. Inoltre, analizzando il combattimento precedente, si era reso conto che, nella loro formazione compatta e impenetrabile, le guardie avevano concentrato meno uomini vicino all'uscio di quella svolta, garantendo al gruppo una palese via di fuga.
Come potevano soldati di quel calibro commettere un errore talmente esemplare? Erano in realtà meno addestrati di quanto fossero apparsi ad una prima occhiata? Oppure, semplicemente, la loro barriera li aveva colti di sorpresa? O forse…
Non molto lontano, Summer, altrettanto ansiosa, stava controllando nuovamente i progetti del castello.
<< Okay, questo è molto strano >> disse, mostrando agli altri due la loro posizione nella mappa dello scroll.
Venivano rappresentati come due puntini luminosi sospesi nel vuoto – tranne Fire, in quanto non possedente Aura.
<< Questo corridoio non è segnato sulla mappa. E dubito fortemente si tratti di un errore di programmazione. >>
L'ansia e la preoccupazione strinsero lo stomaco di Royal Noir in una morsa dolorosa. Si guardò intorno: le pareti erano in metallo, semi-illuminate dalla luce rossa sopra le loro teste.
Qualche metro più avanti, il corridoio terminava con un uscio squadrato: si ritrovarono così in una stanza altrettanto anonima con quattro pareti provviste stavolta di altrettante luci scarlatte, fissate ai vari angoli del soffitto.
D’istinto, i due Cacciatori si avvicinarono a Fire per proteggerlo. Erano inquietati e preoccupati quanto l’arciere, a causa di quell'improvviso vicolo cieco per niente rassicurante.
Non avevano idea di cosa aspettarsi, era una situazione completamente fuori dal loro controllo. Inoltre, la loro Aura rischiava di esaurirsi completamente in pochi minuti, e ci sarebbe voluto parecchio tempo prima che potesse ricaricarsi a dovere.
<< Sum, ci conviene chiamare Thor >> disse Qrow, rivolto alla moglie << non riusciremo mai ad uscire da qui in tempo. >>
Fire osservò Summer Rose prendere in mano il proprio scroll e armeggiarvi con le dita; qualche secondo dopo, si sentì un sonoro bip, seguito da una viva imprecazione della Cacciatrice.
<< Non c’è campo, probabilmente siamo sotto terra. Dovremmo sfondare un... >>
La donna si interruppe all'improvviso, quando le luci nella stanza si intensificarono, facendoli istintivamente voltare tutti e tre di scatto.
<< Ah, bene... >> sussurrò Branwen, esasperato.
Il nuovo drappello di guardie li aveva raggiunti: erano meno numerosi di prima, probabilmente perché alcuni erano rimasti bloccati dalla barriera, ma non meno minacciosi.
Stavolta a guidarle c’era Shen Feng in persona: nella mano destra reggeva la sua lancia, la punta frastagliata rivolta verso il terreno. Gli abiti regali erano stati sostituiti da un semplice kimono bianco, privo di regali rifiniture e dall’orlo più corto, almeno fino alle ginocchia. Indossava degli stivali neri, che quasi si confondevano con i pantaloni attillati aventi lo stesso colore.
Si trovava al centro della fila e avanzò appena verso di loro, un sorriso poco rassicurante stampato sulle labbra.
<< Buonasera, signori! >> enunciò con enfasi, in direzione della coppia di Cacciatori. Tese la mano artigliata, come in attesa di ricevere qualcosa << Ora, tolti di mezzo i convenevoli... prego, riconsegnatemi la mia preda. >>
Un lampo scarlatto balenò nel suo sguardo, mentre puntava le malefiche iridi di rubino verso la figura dell'adolescente, situato in mezzo a Qrow e Summer.
Per tutta risposta, quest’ultima si portò davanti all’incappucciato.
<< Lord Shen, scusate se non obbediamo, ma sapete come siamo noi Cacciatori. Spendiamo una vita intera a costruire la nostra reputazione, credetemi, non è una cosa facile. Sarebbe davvero un peccato dover ricominciare da capo a causa di una missione fallita >> disse sardonica, esibendosi in un inchino beffardo.
Voleva assolutamente guadagnare tempo, in modo da permettere a lei e al marito di ricaricare il più possibile la propria Aura.
<< Come siete arrivato fin qui senza che ce ne accorgessimo? >> domandò con tono vagamente incuriosito << Me ne ricorderò, nel caso dovessi tornare in questo posto. Anche se l’idea non mi entusiasma particolarmente, è troppo pacchiano persino per i gusti di mia madre. >>
<< Conosco questo castello come le mie tasche, e questo naturalmente riguarda ogni passaggio segreto e ogni stanza. Devo dire, signorina Rose, che sono davvero spiacente di dovermi occupare di voi e di vostro marito. Povera Salem, le si spezzerà sicuramente il cuore a scoprire una cosa simile... >>
I due Cacciatori non si stupirono affatto d’essere stati riconosciuti, vista la loro fama e la parentela di Summer con la regina di Remnant.
<< Per qualche ragione, ne dubito fortemente >> rispose sarcastico Qrow, reggendo il gioco della moglie << E comunque…Royal Noir resterà con noi. >>
L’albino ridacchiò sonoramente. << Sono lieto che la pensiate così... altrimenti vi avrei attirato qui per niente. >>
Fire sentì un nodo stringergli la gola. Ecco spiegato il troppo conveniente errore di quei soldati. Era servito per attirarli in una trappola nella quale erano caduti in pieno.
<< Perché proprio qui? >> si intromise, sforzandosi di mantenere fermo il tono della voce << Cosa c’è in questa stanza? >>
<< Un regalo >> rispose Shen, ostentando falsa benevolenza << Un regalo di cui farai parte, Royal. O meglio, che ti farà in tante parti. Una parte qui, una parte lì... >>
Sgranò le palpebre in un’orrida espressione folle, accentuata dal ghigno crudele e dalle sclere bianche degli occhi talmente allargati da far apparire le iridi inquietantemente piccole.
<< E una parte giù, per terra, mescolata insieme alle più miserabili feci, una macchia sul marmo... il posto che spetta alla feccia ribelle come te e i tuoi protettori >> sibilò.
<< Perché non vieni a ripetermelo più da vicino, femminuccia!? >> sbottò Branwen, puntandogli contro la falce << C’è una cara amica che vorrei tanto presentarti. >>
A quelle parole, le guardie si misero in posizione, sguainarono le armi, e si lanciarono contro di loro.
Del terzetto, Summer fu la prima a reagire. Fece vorticare la catena lungo le caviglie di alcuni avversari e le avvolse, facendoli inciampare gli uni sugli altri in modo che i crani cozzassero tra di loro, creando così un poderoso boato di ossa rotte.
Quattro soldati evitarono la frusta e la attaccarono in contemporanea, costringendola a chiudersi in una serrata quanto disperata difesa corpo a corpo. La donna era sensibilmente provata, non avrebbe retto a lungo quel testa a testa.
Royal Noir azionò le ali, generando delle potenti raffiche d’aria per cercare di allontanare da sé gli avversari e facendoli scontrare fra loro, generando più confusione possibile: i corpi erano completamente inermi di fronte alla potenza di quel vento, vorticanti come fuscelli in una tempesta.
Una mossa da dilettante, ma che avrebbe permesso loro di guadagnare tempo. D'altro canto, non aveva altro modo di agire, dei tre era quello messo peggio: il suo laser non era in grado di perforare il resistente vibranio wakandiano, perfetto per assimilare le onde d'urto generate dall'impatto dei colpi contro il corpo.
Era stato progettato per questo, dopotutto. Nessun altro metallo, nemmeno l’adamantio, svolgeva al meglio questa funzione, e quei bastardi ne erano ricoperti da capo a piedi: se avesse intrapreso un corpo a corpo… non ne sarebbe uscito vivo.
Qrow, nel mentre, era impegnato con un totale di sei guardie. La sua maggiore esperienza e abilità nel combattimento avevano fatto in modo che egli fosse quello meno provato del trio. Di certo non era uno sprovveduto, e aveva ben pianificato di usare quello che restava dello spray anti-vibranio ideato dal Dottore per permeare la propria lama. A nulla valsero gli sforzi dei soldati che tentavano di affrontarlo: le loro teste venivano decapitate, saltando dai colli come petardi, sommergendo il guerriero del loro sangue.
Fire, supportato dagli attacchi del Cacciatore, era riuscito ad aprirsi un varco. Si guardò intorno e individuò la figura di Shen: quest’ultimo passeggiava in mezzo ai cadaveri accumulatisi senza battere ciglio e senza mostrare alcun impedimento, bianco e aggraziato come suo solito, la veste completamente immacolata nonostante il sangue da cui era circondato.
La lesta avanzata, accentuata dal rosso sguardo famelico, era quella di un predatore intenzionato a colpire l’individuo al momento più debole e in difficoltà del “branco”: Summer Rose.
D’istinto, il ragazzo strinse i pugni e piegò le ginocchia più che poté: con un balzo si slanciò in avanti, dritto verso il suo bersaglio, utilizzando la spinta d’aria generata dalle ali. Shen non si scompose nemmeno al vederlo sfrecciare a razzo contro di lui; semplicemente interruppe la propria camminata e levò un braccio, scagliandogli contro tre kunai.
Il ragazzo usò le braccia per ripararsi, invano: il primo kunai lo colpì all’addome, il secondo alla spalla e il terzo lo centrò al polso. Tuttavia, invece di colpire la carne, il proiettile sfiorò il Cristallo di Polvere incorporato nell’abito, scheggiandolo.
Subito le ali piumate si afflosciarono, ritrasformandosi automaticamente nel mantello, e Royal Noir crollò disteso per terra, ai piedi dell’albino. Quest’ultimo lo osservò stringere una mano sull’elsa dei kunai infissi nella carne.
Con un enorme sforzo, mordendosi le labbra per trattenere i versi di dolore, Fire li estrasse con un colpo secco, liberando fiotti di sangue. Ma quando tentò di risollevarsi da terra, Shen gli schiacciò la suola dello stivale dritto sulla ferita dell’addome, strappandogli un rantolio e facendolo ripiombare supino.
<< Dedalo disse ad Icaro di non volare troppo vicino all’acqua, e nemmeno troppo vicino al sole, poiché le sue ali si sarebbero sciolte. Ma Icaro non ascoltò il padre: in un impeto di fanciullesca allegria, decise di librarsi in aria, sempre più su. Ciò che disse Dedalo si avverò e le ali del figlio si sciolsero, facendolo precipitare tra le fredde braccia di Thanatos. Ti ricorda qualcuno, passerotto? >>
Il governatore si piegò verso l’odiato rivale, fissandolo negli occhi sofferenti, il gomito poggiato sul proprio ginocchio.
<< Il tuo volo è finito. Ti sei librato troppo vicino al Sole, e adesso eccoti qui. Che cosa ne penserà il tuo amato papino? >>
<< Lascialo fuori da questa faccenda! >> sibilò l’adolescente mentre, con una smorfia di dolore, faceva leva col busto per protendersi e agguantare la caviglia dell’albino con entrambe le mani, nel vano tentativo di scostarla.
<< Le avventatezze si pagano, fanciullo >> replicò Shen, affondando di più il piede nella carne senza battere ciglio, gustandosi il conseguente gemito di dolore << Si pagano personalmente, e le pagano gli altri assieme a te. Come Icaro, tu pagherai con la tua vita, e come Dedalo, Logan pagherà... con il dolore della perdita. Il mito non prevede un suicidio prematuro dell’addolorato padre come conseguenza dell’incapacità di affrontare un simile fardello... ma in fondo, di miti ne esistono sempre tante versioni. Perché non scriverne una nuova, più tragica e accattivante? >>
Un ghigno mefistofelico arricciò le labbra dell’uomo, come se già stesse immaginando e pregustando la realizzazione di quel crudele proposito.
<< Me ne occuperò personalmente, non temere. In fondo te lo devo. Ma tempo al tempo, prima... osserva cosa succede quando coinvolgi i tuoi amichetti nei tuoi stupidi giochi egoistici da supereroe! >>
Rimosse lo stivale dal suo stomaco e gli voltò le spalle, proseguendo nel suo cammino verso Summer.
<< No! >>
Fire si risollevò in piedi barcollando, ma ecco che il laccio laser della frusta di uno dei pretoriano lo agguantò al collo, ustionandone la pelle al contatto.
Rantolando per il respiro mozzato e il dolore della scottatura, cadde sulle ginocchia, cercando di allentare la presa con le mani, ottenendo solo l’effetto di bruciarsi anche quelle. Il tutto mentre la guardia stringeva sempre di più il laccio, con tutta l’intenzione di strangolarlo.
L’adolescente sentì la vista appannarsi e i muscoli bruciare, ma il peggio era che, nel perdere il respiro, sentiva la coscienza invasa lentamente da una sensazione piacevole, quasi paradisiaca: per un attimo... pensò di lasciarsi andare, di annegare in quella sensazione e non pensare più a niente. Era stanco, così stanco di tutto...
Un boato lo riportò bruscamente alla realtà, facendolo crollare a terra e tossendo sonoramente. Tamponandosi l’ustione, sollevò lo sguardo: il pretoriano aveva lasciato andare la presa poiché intriso di fiamme da capo a piedi, insieme ad altre guardie.
Il ragazzo poté vedere Qrow Branwen armato di una grossa pistola, probabilmente una delle forme della sua falce. Aveva usato il suo ultimo Cristallo di Polvere per sferrare quella mossa e salvargli la vita.
L’uomo era pressoché sfinito. Dopo averne sbaragliati dieci, un’altra trentina di nemici erano sopraggiunti nella stanza, mentre stava accusando i colpi della stanchezza. La vampata di fuoco generata dal suo ultimo attacco ne aveva esaurito ancora di più le forze.
Branwen ridacchiò, mentre mormorava fra sé e sé: << Voglio sentire... cosa avrà da dire Thor a riguardo. >>
E si accasciò al suolo privo di sensi, perdendo la presa sulla falce. Le guardie rimanenti si affrettarono a circondarlo, pronte a dargli il colpo di grazia.
Royal Noir gridò di fronte a quello spettacolo. Shen aveva ragione, era colpa sua: quella coppia stava rischiando la vita unicamente per salvare lui. Lui li aveva messi nei guai. No, non poteva permettere che accadesse loro niente, ma non poteva nemmeno aiutarli entrambi.
Fu il suo istinto a guidarlo: come se il suo corpo si fosse mosso da solo, scagliò un raggio di energia contro le guardie. Come si aspettava, esso non fece loro niente, ma riuscì comunque a distrarli, permettendogli di raggiungere Branwen. Con un impeto di forza inumano, agguantò l’asta della falce e la sollevò da terra.
Nel mentre, Shen si diresse verso Summer. La donna si era liberata delle guardie contrattaccando con il corpo a corpo, ma era inevitabilmente sfiancata e ferita. Il governatore ne approfittò per calare un affondo diretto; fu l'istinto sviluppato in anni di lotta a salvare la donna, facendola rotolare rapidamente fino al muro.
Puntò l’arma verso la testa dell’albino. Non appena la Cacciatrice prese a sparare, l’uomo, con un gesto fulmineo, agguantò il lungo manico della lancia e fece roteare rapidissimo l’arma in un cerchio perfetto, al punto da rendere lama e manico indistinguibili: i proiettili iniziali si scontrarono contro quella difesa improvvisata e vennero sbalzati via, senza minimamente toccare il loro vero bersaglio.
Forte di quella protezione, il governatore avanzò, sfruttando i movimenti del proprio bacino per deviare a piacimento la traiettoria del resto dei proiettili sparati dalla donna, spedendoli verso di lei, Qrow e Fire.
Senza perdere tempo, l’incappucciato si lanciò in avanti per difendere Branwen, così venne colpito al braccio, perdendo la presa sulla falce e crollando a terra con un urlo.
Il grido fu abbastanza forte di riportare indietro Qrow dal suo stato di veglia imposto. Girò la testa verso Fire.
<< Ragazzo! >> urlò, alzandosi a fatica e camminando fino alla figura esanime del giovane.
Vedendo il bozzolo del proiettile che fuoriusciva dalla spalla dell’adolescente, l’uomo prese un respiro profondo e utilizzò i denti per staccarlo di forza, facendo urlare il Vigilante una seconda volta.
Poi, si voltò verso la compagna, che stava ancora combattendo contro Shen.
<< Summer! >>
Qrow tese la mano in direzione della moglie. Quest’ultima si voltò e, intuendo le intenzioni del marito, lanciò la propria catena in direzione dell’uomo.
Con le ultime forze rimastegli, l’uomo afferrò l’arma e trascinò la donna fino a sé, aiutandola a rialzarsi. Purtroppo, guardando i suoi occhi argentati, non vide quei pozzi di positività cui era solito rivolgersi nelle situazioni disperate, ma cupi vetri grigi che facevano capire che anche Summer aveva compreso la gravità della loro attuale posizione.
Qrow era stanco, senza il minimo dubbio, ma lei era ridotta ancora peggio, non avrebbe resistito a un altro attacco.
“Sono... sopravvissuto al peggio. Al peggio di questo mondo, contro quanto di più marcio poteva mandarmi contro... e sto per vedere la fine di queste battaglie... qui. Ridicolo...” pensò, rabbioso.
Il Cacciatore vide l’adolescente dai capelli verdi strisciare verso di loro, tenendosi la spalla sanguinante. Con un enorme, assurdo sforzo, quest’ultimo si sollevò in piedi, sfidando lo sguardo del Governatore e aprendo l’altro braccio, nel quale lampeggiò qualche piccola scintilla verde. Si fermò proprio di fronte alla coppia.
Tutta quella fatica per tentare di salvarlo, di proteggerlo, e adesso era lui che tentava di fare lo stesso con loro, inevitabilmente invano. Branwen si sentì invadere dalla vergogna.
Al contempo, Lord Shen scrutò il ragazzo con un’espressione indecifrabile, per poi storcere le labbra. Che fosse annoiato, stizzito o disgustato, Qrow non avrebbe saputo definirlo; impugnò il manico della lancia con due mani, sollevandola da terra.
<< Vuoi ostinarti a fare finta del contrario, Royal >> disse l’albino, calcando di disprezzo quel nome << ma ormai hai fatto la tua scelta. Perciò non morirai da eroe. Morirai... da feccia ribelle. >>
E con uno scatto secco piantò il perno dell’asta nel terreno, premendo quello che Qrow riconobbe immediatamente come un pulsante. L’istante dopo, nel pavimento esattamente sotto di lui, Summer e Fire… si aprì una botola, e precipitarono nel vuoto.
Marito e moglie si tennero stretti, avvinghiati; furono solo pochi secondi di terrore puro, quando finalmente la coppia cadde su qualcosa di duro assieme al loro nuovo protetto.
<< Q-Qrow, dove diavolo siamo finiti? >> chiese la donna, aprendo gli occhi e guardandosi attorno.
A prima vista sembrava una specie di enorme arena avvolta nella penombra, caratterizzata da un tanfo insopportabile.
<< Non ne ho la più pallida. Royal, sei qui con noi? >> chiamò Qrow, prima di lasciare andare Summer.
<< S-Sono q-qui... >> gemette Fire, sollevandosi in piedi e barcollando verso di loro << La spalla... >>
Con qualche difficoltà a causa dei muscoli ancora intorpiditi per i continui scontri, Summer si avvicinò al ragazzo, prendendo in mano un pezzo di Polvere curativa, e gli fece cenno di porgergli il braccio. Sparse quindi l’unguento sopra la ferita, che incominciò a illuminarsi di una debole luce bianca. L’istante dopo si accasciò, venendo prontamente sostenuta dal ragazzo.
La Cacciatrice si guardò intorno inquieta. Diede un colpo di tacco a qualsiasi cosa fosse la roba su cui erano caduti, riconoscendo all'istante quel suono. Aveva lavorato con quel materiale tutta la vita, in fin dei conti.
“Ossa di Grimm” pensò, sconcertata “Che diavolo ha in testa quel maledetto pazzo?”
I suoi pensieri vennero interrotti all’udire una viva imprecazione provenire direttamente dalla bocca dell’adolescente.
<< Fottutissimo coltello! >> Fire era chino sul proprio bracciale, le dita poggiate sulla pietra verde scheggiata nel tentativo di attivarlo << Non riesco ad attivare le ali. Il mio cristallo è danneggiato. >>
Summer si sporse per guardare, studiando il congegno con occhio critico.
<< Niente di irreparabile, ragazzo, penso di poterlo sistemare. Qrow, passami gli attrezzi >> ordinò al marito, che però non la sentì.
Era troppo perso nell'atmosfera macabra e soffocante di quel luogo. Non era la prima volta che incontrava qualche riccone che si divertiva a guardare massacri reciproci tra Grimm, ma c’era comunque qualcosa di strano. Generalmente i suddetti ricconi vendevano i resti delle creature dopo ogni battaglia, mentre quelle ossa dovevano essere lì da settimane.
Decise di lasciar perdere e lanciò lo cintura da lavoro a Summer, quando un rumore improvviso gli fece capire che aveva scelto proprio il momento sbagliato per ignorare il suo istinto.
<< Oh, per gli antenati... >>
Un clangore metallico cominciò a riecheggiare per tutta la lunghezza di quel luogo apparentemente dimenticato. Un suono stridulo, a tratti ritmato, come la paratia di una nave sul punto di aprirsi. Un paragone che, considerando ciò che accadde in seguito, si rivelò piuttosto appropriato.
La parete opposta della caverne si mosse verso l’altro,rivelando ciò che era davvero: una porta, costruita direttamente nella roccia. E quella porta conduceva ad una stanza parzialmente nascosta nell’oscurità, attraverso la quale il cacciatore riuscì a intravedere quello che aveva tutta l’aria di essere un tronco. Questo, almeno, fino a quando l’oggetto in questione non iniziò a muoversi.
Qrow capì che quello non era affatto un tronco. Aveva davanti a sé la possente zampa di una creatura gigantesca, alta almeno otto metri. Aveva una testa enorme, dai bordi tondeggianti, adornata da un paio di occhi piccoli e fiammeggianti. Pareva fissare dritto il Cacciatore.
Il corpo era lungo sì e no dodici metri e terminava con una lunga coda dalla punta acuminata, su cui correvano numerose protuberanze ossee che arrivavano fino alla base del collo. Ed era bianco come neve appena caduta, fu lo scontato paragone che passò per la mente dell’uomo. Denti aguzzi e grondanti di sangue fuoriuscivano da un paio di robuste mascelle appena socchiuse.
Dopo averle scrutate per quello che sembrò un tempo interminabile, Qrow scostò lo sguardo verso il basso e vide gli arti che partivano dal costato dell’animale. Erano più piccoli, ciascuno dotato di cinque lunghe dita artigliate, e si agitavano nell’aria come le chele di uno scorpione.
Non c’era alcun dubbio... l’uomo stava ammirando un dinosauro in carne ed ossa. Una creatura che, secondo la conoscenza più comune, doveva essere estinta da milioni di anni. Non sapeva a quale specie appartenesse, non era mai stato un esperto in certe cose... ma non aveva per nulla un’aria amichevole.
<< Oddio >> sussurrò Summer, affianco a lui.
Il suo primo pensiero fu che quella era una bestia di straordinaria bellezza. Nelle illustrazioni dei libri, i dinosauri venivano spesso raffigurati come animali goffi e dalla corporatura massiccia, quasi sovradimensionata, mentre la creatura che le stava di fronte aveva un qualcosa di armonioso, quasi solenne in ogni suo più piccolo movimento.
Dal mondo con cui innalzava e abbassava i fianchi, ritmati al suono della respirazione, alla maniera con cui dondolava la testa da una parte all’altra della stanza. Era agile: nulla di grave o impacciato nel suo comportamento.
Il dinosauro li scrutò con attenzione con i suoi maliziosi occhi color rosso sangue ed emise un basso barrito, simile a quello di un elefante. Le potenti mascelle si aprirono e si chiusero, e la creatura ruggì, rabbiosamente.
Infine, la grande zampa inferiore si sollevò oltre l’incisione che la porta aveva lasciato sul terreno. Le dita artigliate sprofondarono nel fango misto ai resti dei suoi numerosi pasti, mentre l’immensa mole della creatura superava il confine immaginario che la separava dal gruppo di ribelli.
La testa si abbassò lentamente in un arco, e ispezionò la stanza con attenzione quasi metodica, come un astuto killer pronto ad agguantare la sua prossima vittima.
Nel mentre, da sopra di loro giunse una voce familiare.
<< Benvenuti, miei sgraditi ospiti, nella mia cantina delle meraviglie >> annunciò Lord Shen, il cui ghigno, seppur invisibile agli occhi del trio di ribelli, sembrava quasi palpabile << Le attività di oggi prevedono lacerazioni, mutilazioni... e morte. >>
Qrow strinse i denti, riprendendo in mano la spada e gettandosi dietro un mucchietto di ossa. Sospettava che non sarebbe servito a molto dal momento che l’avversario aveva delle narici notevoli, ma nel frattempo poteva dare tempo a Summer e Fire, oltre forse a rigenerare abbastanza Aura da ritrasformarsi.
Stando a quanto lui e la moglie potevano sentire, infatti, quell'essere era decisamente dotato di Aura, quindi poteva essere una sorta di Grimm, e di alto livello. Non che il duo non avesse mai affrontato di peggio, ma ogni volta avevano avuto un minimo di preparazione, erano in gruppo e soprattutto non erano in quelle condizioni.
Summer respirò affannosamente, mentre si nascondeva insieme al Vigilante Mascherato dietro un mucchietto d'ossa ai margini dell'arena, augurandosi che l'odore fosse abbastanza per ingannare il colossale rettile.
Fire sentì la saliva seccarglisi in gola al punto da stringergliela in un nodo doloroso, mentre rivoli di sudore gelido gli colavano lungo la fronte: l’incredulità iniziale nel trovarsi di fronte ad un dinosauro – un dinosauro! – lasciò presto il posto ad un puro, semplice, istintivo sentimento di terrore.
Il suo primo istinto era stato quello di urlare, urlare con tutto il fiato che aveva in gola, tanto era terrorizzato.
“Shen, che diavolo ti sei inventato stavolta?!” urlò nella propria testa.
Paradossalmente, quel piccolo, semplice sfogo mentale gli rischiarò la mente dalla paura. Una parte di lui era vagamente consapevole del fatto di essere a un briciolo dal perdere la testa: in una sola notte era stato rapito, torturato e adesso praticamente dato in pasto ad un... un...
Si rese conto di non avere la minima idea di cosa fosse quella cosa. Non era assolutamente identificabile con nessun dinosauro che conosceva. La biblioteca dei Royston non mancava di possedere interessanti volumi sulla paleontologia, sebbene non fosse tra gli studi del ragazzo.
Somigliava ad un Tyrannosaurus Rex, ma aveva il cranio troppo appuntito, irto di escrescenze cornee, e soprattutto le sue zampe anteriori erano grandi e tozze, con cinque dita invece di due.
<< Royal... >> lo chiamò Summer, in tono sommesso e rassicurante, per calmarlo << So che ne hai già passate tante, ma avrò bisogno di almeno qualche minuto per riparare il tuo bracciale. Confido che Qrow possa cavarsela da solo, ma avrà bisogno di fuoco di copertura. Attacca in fretta e nasconditi, chiaro? >>
Il giovane sospirò, tentando di placare gli ansimi e i forti battiti del cuore. Annuì e si tolse con un gesto deciso la polsiera, mettendola nelle mani della Cacciatrice.
Quindi strisciò a gattoni, sforzandosi di fare il minimo rumore, verso Branwen, mentre sopra di lui sentiva riecheggiare la voce di Shen.
<< Vi presento l'ultimo risultato degli esperimenti di ingegneria genetica perpetrati dai miei più illustri scienziati >> rivelò il Governatore, il tono di voce adornato da un sottofondo di orgoglio << Lei è Nüwa, il primo tentativo riuscito di riportare una creatura estinta alla vita attraverso la manipolazione genetica. È l'unione perfetta delle creature più letali che abbiano mai camminato nella galassia: il Tyrannosaurus Rex, il Velociraptor… e varie specie di Grimm. Loro avrebbero tanto voluto chiamarla Tyrannosaurus Superior... ma io ho preferito optare per qualcosa di più accattivante >> continuò con eccitazione a mala pena nascosta, come se non vedesse l'ora di ammirare la propria creatura all'opera.
<< Vi presento... l’Indominus Rex! E voi, cari i miei irritanti ribelli... avrete l’onore di essere il suo prossimo pasto. Gioite, poiché con la vostra morte donerete vita ad un miracolo della scienza moderna! >>
Summer, nel frattempo, aveva preso una fiala piena di Polvere liquida, versandola sul cristallo del ragazzo con estrema attenzione, ben conscia di non potersi permettere errori.
Allo stesso tempo, Qrow si affacciò oltre il bordo dei rifiuti, prendendo la mira verso la creatura. Almeno per il momento non aveva fatto altre mosse oltre a uscire dalla propria camera, ma aveva visto bestie ben più calme trasformarsi in macchine da guerra al primo segno di pericolo.
Fire si posizionò spalla contro spalla con lui, levando lentamente l’arco dalla schiena. Non evocò immediatamente una freccia, temeva che il mostro avrebbe potuto irritarsi a causa della luce verde e attaccarli prima del tempo.
<< Ed ora, onde evitare ulteriori convenevoli… >> disse Shen, interrompendo le sue divagazioni mentali << Nüwa... uccidi. >>
E, dopo che l'uomo ebbe pronunciato quella semplice parola, i malefici occhi della creatura parvero illuminarsi di sadico piacere. Spalancò le fauci, rilasciò un secondo ruggito... e balzò in direzione di Qrow.
Pur privo di Aura, Branwen aveva comunque riflessi di prim’ordine. Rotolò lontano dal punto d'attacco dell'avversario, venendo sbalzato via dall'onda d'urto scatenata dal contraccolpo.
Atterrò su un mucchio di ossa e prese la mira. Se avesse potuto, avrebbe sparato direttamente al cervello secondario del mostro, punto debole di quasi tutti i Grimm più grossi, ma quella zona del corpo era sempre ricoperta da strati e strati di esoscheletro. Con un paio di pallottole appena cariche d'energie non l'avrebbe mai raggiunto.
<< Di’ addio alle tre dimensioni, stronzetta >> dichiarò, sparando dritto contro l'occhio sinistro della creatura.
La bestia, colpita, incespicò all'indietro e rilasciò un ruggito di pura collera, facendo scattare le fauci nel vuoto. Al contempo, cominciò a grattarsi nel punto esatto in cui Qrow l’aveva colpita, rilasciando sibili misti a piagnucolii.
Poi, ruotò su se stessa, agitando la possente coda e colpendo la figura del Cacciatore in pieno petto. L’uomo sentì le proprie ossa spezzarsi a causa della forza d’impatto e venne sbalzato contro la parete della stanza.
Nel mentre, Royal Noir era riuscito a scartare di lato, anche se il dinosauro aveva preferito concentrarsi più su Branwen che su di lui. Probabilmente, essendo più grosso, aveva un aspetto molto più appetibile. Creò una freccia e incoccò l’arco, mirando dritto all’altro occhio della bestia.
Ma questa se ne accorse. Le protuberanze ossee simili a spine che aveva sulla coda si drizzarono di colpo. Poi, con un rapido movimento del busto, il rettile le sparò direttamente contro Fire.
Sorpreso, il ragazzo rotolò su sé stesso e, contorcendosi, cercò di evitare ogni proiettile, col forte rischio di finire infilzato.
Qrow si fece avanti avanti con la falce e incominciando a colpire l’animale con una scarica di proiettili, nel tentativo di allontanarlo dal Vigilante. Ma l’intensità dei colpi non aveva nessun effetto, rimbalzava sull’armatura dell’Indominus come pioggia.
Anche Fire, gridando e proiettando fasci di luce verde, prese a colpire l’ibrido, nel vano sforzo di distrarlo e dare al Cacciatore la possibilità di mirare all’altro occhio. Sparò numerose frecce, ma il dinosauro geneticamente modificato non sembrò nemmeno accorgersene.
D’un tratto, l’Indominus lanciò un ruggito e si mise ad agitare la testa avanti e indietro, aprendo e chiudendo le poderose mascelle, in cerca di una potenziale preda. La sua vista era danneggiata, ma avvertiva comunque gli odori tramite le grosse cavità nasali.
Cominciò a rilasciare altri spuntoni nell’area circostante, e uno di essi colpì l'adolescente dai capelli verdi proprio allo stomaco, mandandolo a sbattere contro una lastra di roccia. L’Indominus girò su se stesso e gli fu di fronte.
Il ragazzo, supino sul terreno, rotolò via per evitare le fauci del mostro, si tirò in piedi, evocando una sfera luminosa e trasformandola in una spada. E quando la bestia si chinò ancora una volta per addentarlo, il Vigilante le saltò sulla schiena. In piedi, sul guscio protettivo, cercava di tenersi in equilibrio, incerto su dove lanciare la lama.
<< Mira al cuore! >> gridò Qrow, mentre evitava la coda del dinosauro.
Fire imprecò; non aveva idea di dove fosse il muscolo, essendo il corpo della creatura troppo irregolare.
<< Dove?! >> gridò.
<< Sopra le zampe anteriori! >> lo informò il Cacciatore.
Dopo aver individuato il punto, l’adolescente sollevò la spada, ma i bruschi movimenti della creatura gli impedivano di sferrare un colpo pulito. Poi l'Indominus inarcò il dorso e il Vigilante affondò la lama, finendo scaraventato via. Cadde a terra, lasciando l’arma conficcata nel dinosauro, che roteò contorcendosi e dimenandosi.
La punta di una zampa vibrò in un colpo al petto di Qrow, lacerandogli la camicia e coprendolo di schizzi di sangue. Il Cacciatore lanciò un grido, gemendo per il dolore. Si sentiva come se il fuoco gli stesse divorando il torace.
L’Indominus girò la testa verso di lui e ruggì in segno di sfida. Branwen fece lo stesso e aprì il fuoco con la falce, sparando all’impazzata.
Fire, nel mentre, era riuscito a riprendersi dal colpo subito in precedenza. Anche lui cominciò a sparare con il laser.
Il dinosauro si agitava come impazzito al centro del loro cerchio, perciò nessuno dei due poteva attaccare liberamente. A una tale distanza, il rischio di cadere vittima del fuoco amico era troppo alto.
Nella stanza si era scatenato un caos reso ancora più pericoloso dalla paura, che impedtiva alla coppia di prendere decisioni razionali. Non avevano mai affrontato nulla di simile.
L’Indominus frustò le caviglie di Fire con la coda, facendogli perdere l’equilibrio. Il giovane cadde di schianto, ma continuò a sparare raggi luminosi, mentre la coda della creatura fendeva ripetutamente l’aria, cercando di colpirlo e finire il lavoro. Una scudisciata gli lacerò il braccio, ma, a dispetto del colpo, lui non cessò il fuoco.
Qrow imprecò, puntando alla testa del mostro nel tentativo di colpirgli l’occhio rimanente, ma la creatura sembrò solo infuriarsi di più. Aveva una resistenza impensabile. Poi, una poderosa zampata gli fece perdere la presa sulla falce.
Sforzandosi di tenere d’occhio i movimenti fulminei dell’esperimento genetico, il Cacciatore corse a carponi verso l’arma e l’afferrò, poi rotolò su se stesso e aprì il fuoco proprio mentre l’animale spalancava le fauci per ghermirlo.
Colpito in un punto non protetto, proprio al centro della gola, il Grimm arretrò verso il muro sputando sangue e urlando di dolore, pur rimanendo in piedi.
<< Ce l’ho fatta! >> gridò Summer all'improvviso, distraendo i due compagni dal loro duello.
La coppia vide che la donna teneva tra le mani il bracciale di Fire, ora avvolta da un bagliore verde. Senza perdere tempo, si diressero a rotta di collo verso la Cacciatrice, che passò l'oggetto all'arciere.
<< Andiamocene subito, prima che quella cosa… >>
Summer non ebbe la possibilità di terminare la frase, venendo prontamente interrotta da un possente ruggito.
L’Indominus si era rialzato da terra, le ferite completamente guarite grazie alla propria Aura, e l’unico, grande occhio rosso sangue puntato in direzione del gruppo con fare malefico.
Il tempo parve rallentare. Qrow fissò la bestia da capo a piedi, poi girò la testa verso la moglie. Compì quell’azione un paio di volte, analizzando gli interni della grotta, mentre la creatura si avvicinava con passo minaccioso, le mascelle socchiuse e grondanti di bava vischiosa.
Dopo quasi un minuto buono… il Cacciatore emise un sospiro rassegnato.
<< Non ci lascerà mai andare >> sussurrò l’uomo, afferrando alcuni esplosivi dalla cintura.
Gli occhi di Summer si dilatarono. << Cosa pensi di fare?>>
<< Lo sai bene, amore. Royal non riuscirà a portarci entrambi, e non posso ancora trasformarmi. Devo… >>
<< No, non osare finire quella frase! >> urlò la donna, afferrandolo per il colletto della camicia << Stiamo facendo questo per Ruby! Come potrei guardarla in faccia, se tu… se tu…>>
Scosse la testa, gli occhi umidi a causa delle lacrime imminenti.
<< Non puoi farle questo… non puoi farmi questo! Non a me, non a lei… o a Raven. Io lo trattengo, e voi... >>
Prima che potesse finire, Qrow le passò la propria spada, mentre Fire attivava le sue ali e prendeva saldamente la Cacciatrice tra le braccia. La donna tentò di liberarsi, ma era troppo stanca per poter fare qualsiasi cosa se non dimenarsi inutilmente.
<< Lasciami andare! >> urlò, mentre il ragazzo la fissava con occhi pieni di rimpianto.
Aveva seguito la conversazione dei due coniugi con il cuore in gola, schiacciato dalla consapevolezza del gesto che Qrow Branwen stava per compiere, da come non ci fosse altra scelta.
Non riuscì a dire una parola. Il senso di colpa gli schiacciava il petto, sembrava quasi che stesse per soffocare: quell’uomo era praticamente uno sconosciuto, eppure era venuto lì apposta per salvare lui, e adesso stava per... per...
Nel mentre, Qrow gli inviò un cenno di ringraziamento, prima di lanciare alla moglie un triste sorriso.
<< Se il piano del Dottore avrà successo… ci rivedremo dall'altra parte, scricciolo. Dai un bacio a Ruby da parte mia. >>
E, dopo aver pronunciato tali parole, l’uomo attivò la bomba… e si lanciò dritto contro la figura dell’Indominus.
Fire non perse tempo e cercò di non badare alle lacrime che cominciarono a fuoriuscirgli dagli occhi. Strinse forte il corpo di una Summer Rose urlante e con un balzo si librò in aria, dirigendosi verso l’alto della voragine. Poco sopra di loro, Shen osservò il tutto con uno sguardo incredulo, e fece cenno alle guardie di prepararsi a colpirli.
Allo stesso tempo, l’Indominus spalancò le fauci, pronto ad addentare la figura di Qrow. Il Cacciatore si limitò a sorridere.
<< Ciao, bestiolina >> sussurrò all’esperimento genetico.
E fu in quel preciso istante… che la bomba esplose, uccidendo entrambi nello stesso momento.
La conseguente onda termica spinse Royal Noir verso l’alto, scosse l’intero palazzo e fece cadere a terra ogni singola persona che vi si trovava all’interno. La fiammata generata dall’esplosione sparò contro il soffitto con una velocità pari a quella di un colpo di pistola, circa 300 metri al secondo.
Shen dilatò le pupille e cominciò a correre, seguito rapidamente dalle guardie, mentre il pavimento dietro di lui iniziò a crollare. Una sfocatura verde li sorpassò, ma il Governatore non ci badò troppo. Sapeva bene di chi si trattava, e avrebbe maledetto il suo nome per le prossime ore avvenire.
Ma prima doveva mettersi in salvo. Ecco perché continuò a correre, incurante delle urla di quei soldati che non erano stati abbastanza rapidi da capire quello che stava per succedere.
Nel mentre, Fire percorse volando i corridoi del palazzo, fino a quando non raggiunse una finestra. Vi passò attraverso, coprendo gli occhi di Summer con le mani, mentre dietro di lui risuonava la cacofonia generata dall’esplosione.
Pochi minuti dopo, atterrò sulla stessa collina da cui Summer e Qrow avevano lanciato il loro attacco. Allora lasciò andare la donna, che si accasciò al terreno in lacrime.
La Cacciatrice non era certamente nuova al dolore fisico e mentale, ma quello che stava provando ora non aveva eguali con qualsiasi cosa avesse mai provato. Le sembrava che qualcuno le stesse divorando il cuore mentre ancora batteva, obbligandola nel frattempo a vedere i suoi momenti più importanti col marito: quando avevano formato il team STRQ a Beacon, il giorno del diploma, quando avevano ottenuto la benedizione di Salem, la nascita di Ruby e il suo primo giorno di scuola.
Momenti fino a pochi minuti prima felicissimi, ma che adesso erano l’equivalente di decine di coltelli conficcati nella schiena.
“Come... come farò a dirlo a Ruby?” pensò, tenendo stretta al petto la falce di Qrow.
Fire osservò in silenzio la Cacciatrice struggersi di dolore, sentendo il senso di colpa occludergli la trachea e schiacciargli il petto in una morsa dolorosa. Non riusciva a parlare, non aveva idea di cosa fare. Non era per niente capace a consolare le persone, ma non sopportava di vedere in un simile stato quella povera donna che tanto aveva rischiato per lui, assieme al marito.
Alla fine, titubante, si avvicinò alla Cacciatrice e allargò un lembo del mantello per coprirla, sedendosi al suo fianco. Fu un gesto semplice, quasi insignificante, eppure per Summer valse più di mille parole di conforto.
Fissò con gratitudine il viso del ragazzo, i cui occhi erano inumiditi appena, come quelli della Cacciatrice.
<< Dobbiamo andarcene... >> le sussurrò l’adolescente.
Summer annuì, asciugandosi la faccia e rialzandosi da terra.
<< L’astronave con cui siamo arrivati si trova al porto spaziale della città, non la raggiungeremo mai in tempo >> gli spiegò pazientemente << Thor è capace di teletrasportarsi unicamente se sa in quale luogo recarsi. Ecco perché non poteva venire direttamente. Ora gli invierò le nostre coordinate, e lui ci porterà alla base della Resistenza. >>
Detto questo, la Cacciatrice prese il proprio scroll per contattare il principe di Asgard.

 
***

Thor si trovava nelle proprie stanze, alla base dei ribelli. Nonostante l'aspetto futuristico della struttura e la tecnologia avanzata col quale erano tutti equipaggiati, la sua camera era stata arredata secondo i gusti asgardiani: otto colonne in marmo erano disposte su due file da quattro, ricordando vagamente la disposizione greca.
I muri e il pavimento della stanza erano costruiti con lo stesso materiale e al centro vi era un lungo tappeto purpureo che si estendeva per tutta la lunghezza della stanza. Diversi scudi di legno decorativi erano appesi come trofei, così come una vasta gamma di asce e lance. In un angolo era stato allestito un angolo relax dove vi era un tavolino con un canestro ricolmo di mele, che ricordavano vagamente le mele di Idun della sua terra natia.
Ogni volta che osservava il tutto, il dio del tuono non poteva trattenersi dall'emettere un sospiro e ripensare alla sua Asgard, e di come la struttura gli ricordasse il
Thrúdheim, la sua residenza privata nella città dorata. Quanti sontuosi banchetti si erano tenuti lì? Quante feste? Quanti tornei di lotta? Quante orge? 
La sua visione nostalgica venne interrotta da un assordante squillo meccanico che proveniva dalla sua tasca. Estrasse il contenuto e fissò quell'insolito arnese di metallo nero. Anni prima il Dottore gli aveva spiegato che esso era uno "scroll" e serviva per comunicare con gli agenti della Ribellione. Nonostante tutto, Thor non si era mai abituato a tutta quella tecnologia, nemmeno quando era negli Avengers.
Rigirò l'oggetto tra le mani nel tentativo di far cessare il baccano e schiacciò il pulsante di accensione, proiettando l'immagine di Summer Rose.
<< Qui parla Thor, quale grave problema affligge la vostra impresa, tanto da contattarmi di persona? >>
<< Thor, sono Summer >> rispose la donna, con voce tremante << Io e Royal Noir siamo usciti dalla fortezza, ma l'intera zona brulicherà di guardie entro pochi minuti. Vienici a prendere. >>
Il tono della Cacciatrice sembrava alquanto singolare. Era successo qualcosa di grave, ma il dio non volle indagare troppo. Non era quello il momento adatto.
<< Arrivo subito >> rispose, congedandosi. Ripose quella diavoleria di metallo e alzò il braccio destro, aprendo vigorosamente la mano.
<< Mjolnir, a me! >>
In un battito di ciglia, più veloce della luce, il martello volò posandosi sulla sua mano. Il dio lo fece roteare e sparì in un lampo.
Nel giro di qualche secondo, il cielo sopra Summer e Fire si fece nuvoloso. Da esso scaturì un piccolo fulmine che cadde a pochi metri da loro, rivelando la figura di Thor.
<< Ho risposto alla chiamata. Se è di assistenza di cui avete bisogno, Thor prenderà parte alla battaglia eliminando le guardie per voi. >>
<< Vogliamo solo andarcene via da qui >> rispose Royal << E in fretta, prima che arrivino altri soldati. >>
<< E sia allora. Afferrate le mia mano >> ordinò, allungando il braccio sinistro.
I due la afferrarono e Thor fece roteare di nuovo l'arma. Le tre figure scomparvero in un lampo, lasciandosi dietro una radura bruciata e un palazzo in fiamme.



Yep, un capitolo decisamente tragico.
Summer e Qrow sono personaggi della serie RWBY, mentre l’Indominus Rex è l’antagonista principale del film Jurassic World, della saga di Jurassic Park.
Precisiamo che, nella serie originale, Qrow è lo zio di Ruby, ma ci sono molti indizi che puntano al fatto che sia in realtà il padre della ragazza, cosa che abbiamo deciso d’incorporare nella storia. Mentre l'arma di Summer, attualmente ignota in canon così come la sua semblance, è ripresa da Castlevania: Lords of Shadow, dov'è usata dal protagonista.
Le guardie vestite di rosso, invece, sono le stesse che compaiono nel film Star Wars - Gli Ultimi Jedi.
Nel prossimo capitolo torneranno Marie e Auth, dopo il loro devastante scontro con Hans Landa. E faremo la conoscenza di un nuovo villain affibiato al Maestro.
  
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