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Autore: kamy    24/07/2019    0 recensioni
E se Tony Stark, figlio di Howard Stark, fosse stato cresciuto da Lex Luthor?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lex Luthor, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Questa storia partecipa alla Parole Intraducibili Challenge indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”.

Prompt:

28) Waldeinsamkeit. Dal tedesco: sentirsi come soli in un bosco.

 

Cap.8 In memoria di Tony

 

Peter rabbrividì, mentre la luce delle vetrate creava giochi di luce su di lui e sul pavimento, l’illuminazione elettrica era accecante, ma riusciva a scorgere Luthor suonare.

Le dita pallide di Lex volavano sulla tastiera del pianoforte, mentre l’uomo stava curvo, l’espressione concentrata e le braccia sottili che scattavano.

“Sai, Tony aveva la tua età quando si presentò con Superman per salvarmi. Sarà diventato Ironman da adulto, ma è sempre stato affascinato dai supereroi, e portato per sacrificarsi.

Non si sarebbe mai detto da uno come lui, che vendeva armi, ma quelli sono i peccati dei nostri padri. Lui doveva tenere buoni i nostri genitori, la follia aveva avvelenato i loro cuori. Mio padre era il supercattivo che tutti hanno visto in me e mai in lui, suo padre era il debole colpevole…”. Iniziò a spiegare Luthor.

“Mr. Stark, allora, vedeva visto ingiustamente come suo padre. Lui era il migliore di noi” gemette Parker. I suoi occhi erano arrossati e tirò su con il naso. “Ed io come uno sciocco ho cercato di rivederlo in quell’impostore” gemette.

“So come ti senti, ragazzo. Il dolore ti annebbia la mente.

Waldeinsamkeit. Dal tedesco: sentirsi come soli in un bosco. Però fidati, io da quel bosco non sono mai uscito. Troverò le prove, non preoccuparti, ti scagionerò, ma non smettere di credere in questo mondo, per quanto corrotto possa essere” ribatté Luthor. Si alzò in piedi, indossava un accappatoio bianco.

“I-io non ne dubito… lei è un uomo pieno di risorse. Ha addirittura creato una piscina in una vecchia stazione della metropolitana. Insomma, questo posto è una villa per ricconi sotterranea e nessuno è riuscito a individuarla.

I miei amici quasi credono di essere in un villaggio vacanze” biascicò Peter. Serrò gli occhi e si passò le mani sugli occhi.

< Lui sembra capirmi. Non riesco a capire più cosa è realtà o fantasia, quella nebbia verde popola i miei incubi. Non ho ucciso nessuno, non ho fatto niente di male, io volevo solo proteggere il mio quartiere.

Io volevo essere un eroe, ed invece mi sto perdendo tra i demoni > pensò.

Lex lo raggiunse e gli posò delicatamente la mano sulla spalla.

“Sai, tu lo ricordi molto. Nel modo di muoverti, alle volte di parlare, la stessa passione per la scienza e la tecnologia, anche se hai ancora molto da imparare sulla musica”. Gli posò un bacio sulla fronte. “Tony si fidava di me e non avrebbe voluto vederti commettere i nostri stessi sbagli. Permettimi di farti ritrovare la via”.

Parker gli prese le mani nelle proprie.

“Perché non esce dal bosco insieme a me?” domandò.

“So l’uscita, ma non sono mai riuscito a percorrerla. Anthony ci ha provato a lungo…” sussurrò Luthor con voce stanca.

< Alla fine ciò che mi è rimasto è la fortuna di mio padre, il suo impero basato sulla compravendita di terreni; e qualche rimpianto.

Tu almeno sei felice Clark? Con ciò che rimane della Justice League, con Bruce, sei felice? Avrei bisogno del mio migliore amico adesso > pensò.

“La prego, si fidi di me. Ho bisogno di qualcuno che lo faccia” implorò Peter.

Luthor piegò le labbra sottili, quasi bianche, in un sorriso, rispondendo: “Proveremo, allora. Voglio fidarmi”.

< Questo mondo ha conosciuto demoni, dei, e quant’altro, ma non ha mai compreso mio fratello. Nessuno ha mai saputo la sua natura aliena, ma nessuno ha mai saputo vedere oltre l’armatura. Lo hanno demonizzato o idealizzato, ma alla fine era solo un ‘ragazzo’ mai cresciuto che chiedeva amore, il mio piccolo disastro > pensò, mentre una lacrima gli rigava il viso liscio.

  
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