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Autore: Shanley    24/07/2019    3 recensioni
Questa breve OS racconta tre momenti della vita di Mirai Gohan e Mirai Videl. In questa linea temporale non si sono mai conosciuti ma in qualche modo sono sempre stati legati, uniti anche se lontani dal loro obiettivo comune: sconfiggere i cyborg.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mirai!Gohan, Mirai!Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa alla Soulmate Challenge indetta sul gruppo facebook “Il Giardino di Efp”
Prompt 1: Destinati a non incontrarsi mai.
 
 
 
 
SOULMATE

 
 
 
Maggio, anno 767
 
 
Cara mamma,
quando leggerai questa lettera io me ne sarò già andato.
Avrei voluto salutarti come si deve, ma se ti avessi vista piangere,
non avrei mai avuto il coraggio di andarmene.
Io combatterò, mamma. Combatterò e vendicherò tutti.
Non avrei mai voluto lasciarti da sola.
Non avrei mai voluto ferirti.
Spero capirai e accetterai la mia decisione.
Ti voglio bene,
Gohan
 
 
 
È notte fonda. Piego il biglietto che ho appena scritto e lo appoggio sul tavolo della cucina. Esco di casa cercando di non far rumore. Il cuore pressato in una morsa e i sensi di colpa ad attanagliarmi lo stomaco. Mi fermo per un momento sul prato davanti casa e alzo lo sguardo al cielo. Guardo intensamente la luna, sperando mi dia la forza per non voltarmi indietro e il coraggio per fare quello che ho deciso.
Una luna che una volta era in grado di centuplicare la mia forza ma che, da quando ho perso la coda, non ha più alcun effetto su di me. Impassibile spettatrice delle atrocità che in questo periodo buio si stanno compiendo sul mio adorato pianeta. È davvero bella però…
Ripenso a quello che è accaduto ai miei amici e sento una fitta al petto. Io non c’ero. Io non ero con loro. Non li ho aiutati. Non ho fatto nulla. Sono rimasto a casa al sicuro mentre loro hanno sacrificato la vita per tentare di salvare, ancora una volta, la Terra. Stringo i pugni così forte da farmi male. Lacrime calde solcano il mio viso e sento la rabbia riempirmi il cuore.
Perché? Perché è dovuto accadere tutto questo? Quale Kami crudele si sta divertendo a guardare l’umanità soffrire?! Se ci fossi stato tu ce l’avremmo fatta. Se non fossi morto di malattia, avremmo di certo sconfitto quei maledetti cyborg. Tu avresti trovato una soluzione. Tu ci avresti salvati.
Mi manchi papà. Mi manchi da morire.
Deglutisco il nulla ricacciando indietro il dolore e la frustrazione che sto provando. Mi asciugo le lacrime giurando a me stesso che questa sarà l’ultima volta che mi concederò di piangere. Ora ho ben chiaro il mio obiettivo. Mi allenerò fino a diventare super sayan e li sconfiggerò. Vendicherò i miei amici e salverò il pianeta. Sarai orgoglioso di me, papà. Te lo prometto.
Punto gli occhi alle stelle che questa notte sono particolarmente brillanti ed illuminano la vallata dei Monti Paoz rendendola quasi magica. Decido di non voltarmi a guardare la casa in cui risiede l’amore della mia famiglia. Non voglio rischiare di cambiare idea. Mia madre sta dormendo e so che quando si sveglierà soffrirà molto per la mia decisione, ma non posso fare altro. Non ho scelta. Il mio dovere è salvare il mondo e io lo accetto senza remore. Spicco il volo e parto. Oggi ha inizio la mia battaglia contro i cyborg e si concluderà soltanto con la morte. La loro o la mia.
 
***
 
Guardo le stelle fuori la finestra della mia stanza. È notte fonda e so che dovrei dormire ma non ci riesco. Non dopo tutto quello che sta succedendo nel mondo. Non da quando quei mostri sono apparsi qualche settimana fa e hanno iniziato ad uccidere le persone, distruggendo ogni cosa al loro passaggio. Il mio papà dice che devo stare tranquilla e che ci penserà lui a sconfiggere quei due criminali. Lui è l’uomo più forte del mondo, perché mai non dovrebbe riuscirci? Eppure qualcosa mi dice che quei due sono diversi dagli avversari con cui si è battuto finora. Sono inumani e non sono alla sua portata. Ho il terribile presentimento che non appena si scontreranno, il mio papà perderà la vita.
Stringo forte al petto il mio cavallino di peluche cercando di farmi coraggio. Devo avere fiducia nel mio papà. Devo credere in lui e nell’esercito di Città Centrale. Loro li sconfiggeranno. Devono riuscirci. Chi altro potrebbe mai farlo altrimenti?
Sospiro con il cuore così pensante che non credo riuscirò ad addormentarmi di nuovo. Come sarebbe bello se un angelo dorato apparisse in volo per salvare la Terra. Sarebbe davvero bello se una cosa del genere fosse possibile. Ma gli angeli non esistono, giusto?
 
Dieci anni dopo...
 
Sono passati dieci anni. Dieci lunghissimi anni in cui non ho fatto altro che allenarmi ogni giorno fino allo stremo, con l’unico scopo di eliminare i cyborg. Dieci anni in cui quei maledetti mostri non hanno fatto altro che strappare le vite degli innocenti che hanno avuto la sfortuna di trovarsi loro davanti. Dieci anni in cui ho potuto essere solo di supporto all’esercito di sopravvissuti che ha cercato invano di abbattere quelle due malvagie creature. E ora, dopo tutto questo tempo, finalmente ho l’occasione di scontrarmi con loro. Finalmente sono diventato abbastanza forte da poterli battere e porre fine a questo insensato massacro.
Non è stato difficile trovarli nonostante non abbiano un’aura. Mi è bastato seguire la scia di morte e distruzione che i due fratelli si lasciano sempre alle spalle. Mi guardano divertiti con i loro occhi di ghiaccio puntati su di me. Mi studiano come i predatori fanno con le loro prede. Nonostante il loro aspetto angelico, sono demoni spietati. Mi stuzzicano con le loro frecciate, cercando di farmi perdere il controllo, ma non funzionerà. Non oggi. Indurisco lo sguardo e mi trasformo in super sayan. Un ghigno si allarga sul mio viso quando noto le loro espressioni stupite. Si scambiano un’occhiata allusiva che non comprendo e si preparano ad attaccare.
 
Lo scontro è durato davvero poco. Troppo poco. Sento la rabbia e la frustrazione invadere ogni cellula del mio corpo. Ho perso. Perché?! Perché?! Perché?! Mi sono allenato così tanto, com’è potuto succedere? Ero così sicuro di vincere. Maledetta arroganza! Sono stato uno sciocco. Li ho sottovalutati.
Sono in fin di vita ma non sono preoccupato di morire. Non temo la fine ma mi odio per aver fallito così. È umiliante. È avvilente. Fa schifo. Ho deluso tutti quanti. Mia madre, Bulma, Trunks e perfino mio padre e i miei amici, che dall’aldilà si vergogneranno di me. Una parte di me vorrebbe davvero morire oggi, tra le rovine di questa città e smettere di lottare, ma l’altra parte, quella che fa fatica ad accettare la sconfitta e la resa, cerca ancora un modo per sopravvivere e salvare tutti quanti.
I cyborg mi circondano guardandomi dall’alto. C17 incrocia le braccia al petto e ghignando dice qualcosa alla sorella che, con sguardo sadico risponde con poche parole prima di afferrarmi il braccio e puntare il suo piede sulla mia spalla. Mi guarda negli occhi e sorride. Il sorriso di un demone sul viso di un angelo. Non capisco cosa si sono detti, sono troppo malridotto e stanco per riuscire a concentrarmi sulle loro parole. Ma non sarà nulla di buono. Non per me almeno.
Un dolore lancinante mi fa gridare a pieni polmoni rendendomi di nuovo lucido giusto il tempo di capire cosa fosse successo. Sgrano gli occhi puntandoli sulla cyborg. C18 mi ha strappato il braccio sinistro e il dolore mi sta facendo perdere i sensi. Allora è così che morirò? Penso prima di cadere nell’oblio.
 
***
 
Sto guidando con l’ansia che mi attanaglia le viscere ormai da mezz’ora. Lo scontro tra i due cyborg e l’angelo dorato ormai si è concluso, ma io ho insistito per andare a vedere. Tutti gli altri soldati dicono che sei morto ma io non voglio crederci. Tu rappresenti la speranza per l’umanità. Una speranza che tutti noi avevamo perduto finché non sei apparso per la prima volta in tutto il tuo splendore dorato. Hai iniziato a salvare le persone che venivano prese di mira dai cyborg. Nonostante tu non sia mai sceso in campo per uno scontro diretto con loro, sei riuscito a salvare migliaia di vite. Compresa la mia.
Non ci siamo mai incontrati. Non so quale aspetto tu abbia o quale sia il tuo nome. So solo che finché vivrò ti sarò sempre grata per quello che fai per il mondo.
Finalmente vedo le macerie della città in cui è avvenuto lo scontro. Il cuore inizia a martellarmi nel petto e io prego qualsiasi Kami ancora abbia la compiacenza di dare un’occhiata a questo pianeta maledetto, affinché tu sia salvo. Nessuno sopravvive ad un assalto dei cyborg, lo so bene. Ma tu non sei nessuno. Tu sei l’angelo dorato. Tu non puoi morire. Non puoi.
Raggiungo il terreno dello scontro e scendo dall’auto con la valigetta del kit di pronto soccorso stretta in mano, guardandomi intorno alla ricerca del tuo corpo. Anche se sarai in fin di vita io ti curerò. Ti aiuterò in qualsiasi modo mi sarà possibile. Non ti lascerò morire ma tu, ti prego, sforzati di rimanere in vita.
Cerco in lungo e in largo ma non trovo nulla e sento la disperazione crescere dentro di me fino a chiudermi la gola. Perché non riesco a trovarti? Che abbia sbagliato luogo?
Faccio ancora qualche passo oltrepassando un gruppo di macerie e sento lo stomaco contorcersi. Davanti a me c’è una grossa pozza di sangue e quello che ha tutta l’aria di essere un arto. Il tuo arto. Sento le lacrime bagnarmi le guance. Che cosa ti hanno fatto? La rabbia mi fa ribollire il sangue e maledire quelle maledette creature che altro non possono essere che demoni. Chi altro ferirebbe a quel modo un angelo se non qualcuno che proviene direttamente dall’inferno?
Il fatto però che il tuo corpo non si trovi qui potrebbe essere positivo. Torno a passo spedito verso il mio veicolo, dirigendomi verso la base sotterranea dei ribelli con il cuore appena più leggero. Sei ferito, questo è vero, ma se non eri più lì vuol dire che te ne sei andato. Vuol dire che sei vivo. Me lo sento. Un sorriso sfugge alle mie labbra perché sono certa che tornerai a combattere.
 
The end
 
Sono passati altri tre anni e non sono riuscito a concludere nulla. Trunks mi ha salvato dopo il mio ultimo scontro con i cyborg portandomi da Bulma che mi ha curato le ferite e permesso di rimettermi in forze. Da quella volta non ho più tentato uno scontro faccia a faccia con il nemico. Dopo aver perso il braccio non credo più di essere in grado di sconfiggerli. Ho deciso che l’unica speranza di salvezza per la Terra sarà Trunks. Il ragazzino è il degno erede di suo padre ed in futuro sono certo riuscirà a sconfiggere i due cyborg. Devo solo allenarlo come si deve e sono convinto che ce la farà. Ma ci vorrà ancora qualche anno. Non è ancora pronto per essere buttato nella mischia. Per il momento ci limitiamo a salvare le persone dagli attacchi dei cyborg e fuggire subito dopo. È umiliante e avvilente, ma non possiamo permetterci di morire. In ogni caso in questi ultimi anni le attività distruttive dei fratelli sono diminuite di parecchio. Si sono stancati di questo gioco ma restano comunque una minaccia e non possiamo sottovalutarli.
Questa mattina siamo venuti ad allenarci sulla montagna sopra Città dell’Ovest. Io sono molto orgoglioso dei progressi che Trunks ha fatto in questi tre anni, anche se lui non è del mio stesso avviso. È triste perché non è ancora riuscito a trasformarsi in super sayan ma io non mi preoccupo perché so che ce la farà. È quasi pronto. Gli manca un catalizzatore per raggiungere il nuovo livello, devo soltanto capire quale sia. In fondo ha gli stessi geni di Vegeta che gli scorrono nelle vene. Diventerà un grande super sayan, questo è sicuro.
Un’esplosione improvvisa turba la quiete del nostro allenamento. Mi volto di scatto verso la città e vedo del fumo nero salire al cielo. Indurisco lo sguardo. Lo so che cosa sta accadendo. Lo so che cosa devo fare. Non posso più rimandare. Trunks insiste per venire con me, ma non metterei mai a rischio la sua vita. Ha ancora tanto da dare al mondo. Ha ancora tanto da fare per il mondo. Non vorrei mai lasciare il destino della Terra a gravare solo sulle sue giovani spalle, ma non ho altra scelta. A malincuore lo tramortisco e lo lascio al sicuro nascosto tra i cespugli.
Vivi Trunks e salva il nostro pianeta. Questo il mio ultimo desiderio prima di spiccare il volo e andare incontro al mio destino.
 
Questa volta lo scontro è durato di più. Sono perfino riuscito a ferirli entrambi, ma come immaginavo la mia forza non è bastata a sconfiggerli. Sto morendo. Questa volta nessuno potrà salvarmi. Questa volta è davvero la fine. Sto morendo ma non ho paura. Egoisticamente mi sento finalmente libero. Sorrido pensando che finalmente ti rivedrò, papà, finalmente vi rivedrò tutti, amici miei. E con questo pensiero mi lascio andare all’eterno riposo.
 
***
 
Corro a perdifiato sotto la pioggia con il cuore in gola e la paura che mi fa tremare l’anima. La notizia che l’angelo dorato sia riapparso e si sia scontrato ancora con i cyborg si è propagata tra i sopravvissuti alla velocità della luce, così come la notizia della sua morte. Ma io non voglio crederci. Non posso crederci. Non voglio pensare che l’ultima fiamma di speranza esistente in questo mondo dimenticato dai Kami si sia estinta.
Corro tra le macerie per raggiungere il luogo in cui è avvenuto lo scontro perché voglio vedere con i miei occhi il tuo corpo esanime. Soltanto allora ci crederò davvero. Soltanto allora accetterò questa terribile verità. Soltanto allora smetterò di sperare.
Supero una macchina distrutta e mi fermo di colpo nascondendomi dietro ad un muro diroccato. Mi sporgo per guardare meglio e sento il cuore fermarsi nel petto. Sei a terra senza vita. Il tuo bagliore dorato è scomparso ma lo so che sei tu quell’angelo che per anni ha vegliato e protetto l’umanità, salvando innumerevoli vite. Finalmente posso vedere il tuo viso, anche se non è così che avrei voluto accadesse.
Sento le lacrime bagnarmi le guance mescolandosi alla pioggia scrosciante e un dolore lancinante colpirmi dritta al cuore. Vorrei avvicinarmi a te ma non sei solo. In ginocchio al tuo fianco e distrutto dal dolore c’è un ragazzino che potrebbe avere al massimo quattordici anni. Mi chiedo chi sia, anche se la sofferenza che sto provando per la tua morte, mette in secondo piano la mia curiosità.
Per un attimo mi ritrovo a pensare a tutte le volte che ti ho visto arrivare come un lampo nel cielo e trarre in salvo le persone in pericolo. Non ci siamo mai incontrati noi due ma in qualche modo mi sono sempre sentita legata a te. Ho sognato tante volte di parlarti. Ho sognato tante volte di conoscerti, ma a quanto pare il destino aveva altri piani per noi.
Un’accecante luce dorata mi costringe a portare la mano davanti al viso e interrompe il flusso dei miei pensieri. Nonostante il bagliore mi bruci gli occhi, non posso staccare lo sguardo dal miracolo che si sta compiendo davanti a me. Quel ragazzino sconosciuto ha appena ereditato la tua luce. I suoi capelli ora sono biondi ed è circondato dalla fiamma dorata che da sempre ha contraddistinto te.
Cado in ginocchio con il volto inondato dalle lacrime. Nel dolore della tua morte è nato un nuovo salvatore. Nel sangue e nella disperazione è sorto un nuovo angelo. Sacrificando te stesso hai dato un’altra possibilità alla Terra. Fino alla fine hai pensato agli altri.
Sento i singhiozzi sopraffarmi e mi lascio andare ad un pianto disperato.
Non ti dimenticherò mai, mio coraggioso angelo dorato.
Grazie di aver lottato per noi.








Angolo dell'autrice:
Buongiorno a tutti :),
Mi sono sempre chiesta che fine avesse fatto Videl nella linea temporale di Mirai Trunks e ho sempre pensato che, anche se non si sono mai incontrati lei e Gohan, in qualche modo abbiano interagito, anche se inconsapevolmente. Ho voluto descrivere i tre momenti fondamentali, secondo me, della vita di Mirai Gohan, provando ad immaginare cosa avesse fatto Videl nello stesso lasso di tempo. Ho sempre pensato che Videl sarebbe diventata un soldato in questo mondo apocalittico (un po' come l'ho descritta nella mia long Questione di scelte
), sempre in prima linea e pronta a tutto pur di salvare il pianeta.
Spero che questa OS vi sia piacita :),
Alla prossima,
baci
Shanley
   
 
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