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Autore: sonia1977    25/07/2019    1 recensioni
Su Mustafar qualcosa non è andato secondo i piani. Vader non è arso vivo e Obi-Wan è fuggito su Tatooine.
Obi-Wan pensa che sia una buona cosa scrivere ad Anakin qualche missiva.
Vader pensa che Obi-Wan sia impazzito.
Per ogni azione c'è una reazione uguale e contraria.
Genere: Guerra, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala, Palpatine/Darth Sidious
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera vi lascio l'ultimo capitolo della storia
Ci vediamo in fondo per le N.d.A

Buona lettura, Sonia


6. Dotmay
 
Era notte fonda su Tatooine o così credeva, invece era ben veglio e in mezzo ad un prato verdeggiante,
“Alderaan?” pensò rapidamente, osservando le montagne intorno a sé
“Hai bevuto anche stasera?” una voce chiara, fredda, ma conosciuta gli arrivò alle spalle
“Anakin?” il tono sorpreso fu quello che uscì dalle corde vocali, dannazione
“Più o meno. Allora, hai bevuto?” rispose, alzando un sopracciglio, non era né Anakin né Vader, ma era sicuro che alla fine della conversazione, uno dei due avrebbe definitivamente preso il sopravvento sull’altro
“No. Mi scuso per l’ultimo messaggio, non avrei dovuto” rispose trovando molto interessante un uccellino che svolazzava sull’albero dove era appoggiato l’uomo, sa benissimo cosa succede quando è ubriaco, parla a vanvera dicendo la verità
“Lascia perdere. Mi crei più problemi da sobrio che da sbronzo. Cos’è questa storia di Padmé?” Vader oscillò la mano come a scacciare una mosca, gli premeva di più sapere cosa centrava Padmé in tutto questo casino
“Lasciamo perdere, fammi tornare a dormire” la reazione come si era aspettato fu immediata, il Jedi aveva incassato la testa nelle spalle per difendersi da un attacco invisibile, il dolore non si mostrava mai, ma Anakin ne conosceva i sintomi
“È giorno scemo! Non irritarmi Kenobi, non è semplice avere due personalità” un ringhio basso e cupo, Kenobi alzò la testa di scatto, non era la solita voce di Anakin quella, neanche se era arrabbiato
“Due?” poi lo guardò era Anakin ma l’atteggiamento era imperiale
“Vader” sussurrò
“Esatto, ora spiegami” un ordine impartito con la sicurezza di chi è abituato a farlo decine di volte al giorno
“Che ti devo spiegare?” chiese curioso, non capendo subito cosa l’uomo volesse da lui
“Padmé”
“Non comprendo”
“Che la Forza ti aiuti! Perché dici che ti ho tradito con lei, non l’ho mai fatto, cioè Anakin non l’ha mai fatta una cosa del genere” spiegò con il tono di voce che avrebbe usato con un sottoposto che si trovava ad un secondo dalla morta certa e gli dava ancora un’ultima possibilità di spiegare il disastro compiuto
“Ah quello” un mormorio baso fu la risposta, il Jedi non aveva nessuna voglia di rivangare quel ricordo, ma capendo che l’altro non avrebbe ceduto, rispose
“Me lo ha disse lei qualche mese fa”
“Prego?” ora toccava a lui fare la faccia del bantha accecato dai fari di un caccia
“Questo posto l’hai creato tu?” chiese di punto in bianco il Jedi osservando Alderaan
“Sì”
“Mi puoi far evocare un ricordo?” chiese ancora ignorando lo sguardo da killer apparso sul viso di Vader
“Certo, perché?” il secondo era finito e il sottoposto sarebbe morto, la sua pazienza era finita, ma qualcosa in Kenobi lo blocco dall’inveire
“Mi è più facile mostrartelo che raccontarlo, per favore, permettimi”
“Fai pure” se si trovava più comodo così, che facesse, dannati i suoi occhi tristi a cui non sapeva resistere, gli avrebbe dato ancora l’universo se lo avesse chiesto, dannazione!


Corustant, pomeriggio inoltrato di circa dieci mesi prima
 
Obi-Wan era seduto sulla solita poltroncina blu nel salotto della sua stanza, era visibilmente stanco, ma sorridente, si alzò con una smorfia di dolore, quel frammento di metallo ancora gli dava problemi eppure lo avevano rimosso più di tre giorni fa
 
“Non mi avevi detto che non ti faceva male?”
“Ho mentito. Non volevo che ti preoccupassi troppo, Anakin. Eri già stressato per il Senato e il Consiglio, ci mancava solo un vecchio Jedi dolorante”
“Lo sai che eri più importante tu di tutti loro messi insieme?”
“Così credevo. Ed è il motivo per cui non ti ho detto della gamba”
“Tu sei più importante di tutti loro messi insieme”
“Così affermi”
“Perché……”
“Ecco perché”



Un trillo, distrasse il Jedi dalla mistura del tea che si stava preparando per cercare di distrarsi dal mal di testa allucinante che i rapporti di missione gli stavano facendo venire
“Avanti” rispose senza neanche girarsi, sapeva chi era, aveva percepito l’aura di autorità di Amidala da fuori alla porta, quella donna diventava sempre più imperiosa più il tempo passava
“Senatrice Amidala, è un piacere vederti”  affermò sorridendo gentilmente indicandole il divano blu posto davanti alla grande terrazza che mostrava il traffico caotico di Corustant di metà pomeriggio
“Il piacere è tutto mio, Maestro Kenobi. Anakin è qui?” rispose lei con altrettanta gentilezza e una punta di curiosità nei confronti di Anakin
“No, mi dispiace. Se vuoi te lo chiamo sarà entusiasta di vederti” replicò mettendo in infusione il tea nella teiera, dicendo addio al suo tea time calmante, quando fu pronto, mentre versava la bevanda, ebbe un brivido di freddo e paura, qualcosa di elusivo, lo cacciò, ci avrebbe pensato quando fosse riuscito a fermarsi
“No, volevo parlare con te” la risposta fu tagliente questa volta, come se avesse appena centrato il punto di qualcosa che a lui sfuggiva totalmente
“A che proposito, Senatrice” la guardò mentre le serviva il tea e vide uno sguardo che gli piacque pochissimo, aveva già visto quello sguardo su di lei, in Senato quando stava per schiacciare l’avversario e ridurlo all’impotenza, si concentrò di più, era evidente che era lui l’avversario da rendere impotente, ma come poteva la Senatrice fare questo, vivevano in due mondi diversi, anche se a pochi metri l’uno dall’altro
“Di Anakin” Kenobi sospirò, ecco il loro legame, Anie
“Oh cielo, che ha combinato questa volta?” questionò con il tono che di solito riservava all’apprendista quando ne combinava una delle sue, il tono del fratello maggiore che ogni volta salvava il più piccolo dalle bricconate e poi si prendeva anche il rimprovero
“Abbiamo una relazione e gradirei che tu non interferissi” se gli avesse tirato un pugno dritto in faccia avrebbe fatto meno male, pensò qualche secondo dopo, quella doccia fredda, lì per lì non riusciva a mettere una parola dietro l’altra, il suo cervello era in blackout

“COSA????” urlò Anakin mentre guarda il ricordo, dire che era sconvolto era poco, percepiva distintamente le emozioni di entrambi i Kenobi, il primo era totalmente soffocato dal dolore, il secondo era più tranquillo, ma comunque sofferente, lo guardò un attimo e poi tornò alla scena che riprese a muoversi


“Come prego?” riuscì ad articolare non sa neanche lui come, probabilmente il lato negoziatore era entrato in funzione da solo, senza che avesse fatto niente
“Credo che tu mi hai sentita bene, Maestro Kenobi. Comunque mi ripeto, io ed Anakin abbiamo una relazione romantica e gradirei che ti facessi gli affari tuoi. Ti dico fin da subito, che ti porterò via Anakin” la Senatrice un tempo tanto gentile con tutti era diventata quasi crudele, per un secondo si chiese se i senatori di Naboo erano maledetti, sembrava Palpatine, durante il blocco
“Portarmi via Anakin? Senatrice, non vedo come può essere possibile, Anakin ha una sua testa, non lo possiedo, non puoi portarmi via ciò che non è mio” il Jedi appoggiò la schiena sulla spalliera della poltrona e accavallo le gambe, sentì la spada laser battergli sul fianco e questo lo tranquillizzò, non possedeva Anakin, come lui non era posseduto dal ragazzo, ma da questo a pensare che lo avrebbe perso dopo due anni che stavano insieme, celando e nascondendo i sentimenti era qualcosa che strideva nella sua mente, Amidala doveva star scherzando, perché Anakin non lo avrebbe tradito così o peggio tradito e abbandonato, scaricato, non sapeva il termine corretto, senza neanche dirgli mezza parola. Impossibile.
“Sarò ancora più chiara, ci sposeremo appena sarà possibile, avremo una nostra famiglia su cui tu e i Jedi non potrete mettere mano. Non condannerò i nostri figli a questa vita di rinunce. Tu perderai il tuo miglior amico e sinceramente per quello che gli hai fatto passare te lo meriti. Anakin lascerà l’Ordine e te, per sempre. Verrà con me e tu sei pregato di non metterti in mezzo o sarà peggio per te” ora il tono era di chi era abituato a comandare e pretendeva obbedienza cieca da tutti, peccato che lui non gliela doveva, e si stava irritando, cosa che con suo sommo disappunto stava succedendo veramente troppo spesso, chi era lei per venirgli a dire una cosa del genere, che lo facesse Anakin se aveva così tanta voglia di sposarla, per la Forza lo facesse lui! Ma sapeva bene, il Generale, che se fosse esploso, la donna avrebbe capito quello che nessuno avrebbe dovuto mai sapere, così replicò piccato, ma pur sempre paco
“Senatrice con tutto il dovuto rispetto, ma minacciare un Jedi è poco saggio, sono una persona paziente e sai che la violenza non è una cosa che apprezzo, ma non puoi arrivare qui, affermando certe cose e pretendere che non mi ribelli. Anakin è il mio miglior amico, l’uomo che ho allevato dall’età di nove anni e tengo più a lui che a me stesso. Padmé perché fai questo?” per un attimo la vide tentennare e provò a leggerle la mente, non era etico, ma al momento non gli interessava avrebbe fatto i conti con quella colpa più tardi, ma quello che vi trovò fu la risolutezza e la certezza che Anakin l’amasse.
Qual è il suono di un cuore che si rompe?
“Perché posso. Tu hai sempre detto che dei politici non bisogna fidarsi, e fai bene. Anakin lo fa invece, guarda con Palpatine, ora ci sono anch’io. Goditi la presenza del tuo amico finché puoi, un giorno sparirà e non tornerà” si alzò senza neanche aver bevuto un solo goccio di tea, si lisciò l’abito viola e si avviò all’uscita, quello per cui era venuta l’aveva detto, giusto perché lei stimava quell’uomo, insomma gli aveva salvato la vita, gli doveva qualcosa e avvisarlo della perdita imminente della sua spalla preferita le sembrava un buon sistema per riportare a zero i favori
“Credi davvero che lui voglia questo?” chiese il Jedi osservandola mentre la porta si apriva, lei si girò e sorrise calda come faceva con tutti, il sorriso del politico
“Sì, lo so. Me lo ha detto lui, fatti da parte te lo dico per te”
 
La porta sfrusciò e si chiuse dietro di lei, in quel momento la maschera del negoziatore cadde, la tazza di tea scivolò via dalle sue mani, Anakin la vide cadere a rallentatore, sentì lo sciabordio della bevanda contro la delicata ceramica, ricorda quel servizio da sei tazze, l’ha comprato lui, per uno dei compleanni del Jedi, non poteva continuare a bere il tea, nelle tazze da caffè.
Vide Obi-Wan piegarsi e spezzarsi pur rimanendo seduto composto, tranne per le mani che tremavano violentemente, un sospiro che assomigliava tanto ad un singhiozzo lasciò le labbra dell’uomo e le mani corsero a nascondere il viso, dolore Anakin percepiva solo quello, tanto immenso dolore,
“Perché Anakin?” un sussurro niente più, solo il silenzio carico di un male troppo forte per essere lasciato andare, lo stava soffocando, ai Jedi non è permesso amare e per una buona ragione a quanto pare, lasciato, abbandonato, rotto, erano termini che lo avrebbero accompagnato fino alla morte goditi la presenza del tuo amico finché dura poteva fingere con lui così bene? Perché non parlargli della cosa, poteva affrontarla appena fosse stato in grado di processare come fare, la sua mente era troppo piena di allarmi perché riuscisse a pensare sopra il frastuono.
Anakin inconsciamente si avvicinò al Jedi e gli posò una mano sulla testa,
“Obi-Wan, ti prego non crederle”
“Non posso sentirti”
Il ragazzo guardò il Jedi in piedi e sembrava sul punto di rottura come quello che ora era immobile, nel suo dolore, chiuso a riccio con la testa sulle ginocchia
 
Qual è il suono di un cuore che si rompe?
 
Anakin abbassò lo guardo sul tappeto blu, vide la tazza di porcellana rotta in cinque o sei pezzi, sparsi su un piccolo raggio, i delicati arabeschi blu che decoravano la superficie bianca, prima uniti l’uno all’altro come un filo senza fine, erano divisi, rotti, separati; il tappeto più scuro dove il tea era stato assorbito dalla stoffa delicata e morbida.
Lo sciabordio del tea che fluttua verso la sua ultima destinazione e l’infrangersi della porcellana su di un tappeto blu notte, divenne per Anakin il suono del cuore dell’uomo che ama che si rompe.


“Ti basta?” chiese per riportare Anakin da qualsiasi luogo il suo stesso ricordo lo avesse portato
“Non è vero!” affermò sicuro il ragazzo
“Difficile dimostrare il contrario” questionò incrociando le braccia, rilasciando ancora una volta il dolore nella Forza, Anakin lo percepì ma non disse nulla
“Tutto questo per un bacio dato da sbronzi durante una festa? Aspetta che le metto le mani addosso e vede lei!” sussurrò a se stesso più che al Jedi
“L’hai baciata?” chiese stupito di sentire una simile affermazione, ma c’era poco da stupirsi se erano andati a letto era ovvio che si erano anche baciati
“Sì una volta sola, ad una festa a cui mi aveva invitato il Cancelliere, credo un paio di mesi prima di questa scena, se ricordo bene. Eravamo sbronzi e m’è scappato. Il giorno dopo sono subito andato a scusarmi e lei mi ha detto tranquillamente che non era importante che non avrebbe dovuto permettere che accadesse. Ci siamo visti un po’ più spesso di quello che volevo, ma mi sentivo in colpa per averla baciata e abbiamo sempre parlato di cose generiche. Sua madre, te, la guerra, le nipotine. Mi chiese se volevo dei figli, le ho risposto che sono un Jedi e mi sono precluse certe cose, come una famiglia o dei figli, ma che mi stava bene così. Che mi piacciono i bambini, per questo pensavo di chiedere a Yoda di poter insegnare in una classe di Younglins. Ma da questo a quello che lei ti ha detto ce ne corre” spiegò il ragazzo confuso, non capiva davvero dove lei avesse tirato fuori una relazione con prole quando tutto quello che faceva era sedersi in pizzo al divano pronto a scappare al minimo cenno di romanticismo
“Anakin capisci che non c’è niente di logico, Padmé non è una donna stupida, devi aver detto o fatto altro per indurla a dire quelle cose” replicò l’altro, con un tono calmo e tranquillo, era una cosa legata al passato e che non poteva essere cambiata
“Non ho fatto altro, non l’ho toccata o baciata o altro” replicò subito Anakin, con troppa foga perché potesse essere falso, Kenobi scrollò le spalle non sapeva che sarlacc prendere
“Non saprei che dirti, dovrei parlarle di nuovo, ma non so dove sia. Meglio per te se non ti avvicini se ti arrabbi potresti ucciderla” affermò subito, era certo che al momento la stabilità di Anakin era paragonabile all’esplosione di un vulcano silente
“Meglio sì”
 
Anakin lo guardò per un attimo e qualcosa lo spinse a chiedere
“Tu hai mai tradito me?”
“No. Anakin come puoi chiedermi una cosa del genere?” lo stupore non fu nascosto dal Maestro Jedi, che lo guardo iniziando ad irritarsi, di nuovo
“Allora credo di aver capito” mormorò Anakin guardando la figura davanti a lui, ma non vedendola realmente
“Cosa?” chiese, conosceva quello sguardo in Anakin, era quando vedeva qualcosa che poteva osservare solo lui
“Nessuno di noi due ha tradito l’altro” disse come se fosse una parte integrante di lui, un certezza assoluta
“Spiegati”
“Ho trovato un video della sorveglianza del Senato che, tecnicamente, mostra te e il Senatore Organa in atteggiamenti diciamo, inequivocabilmente, intimi” rispose iniziando a parlare di qualcosa che all’improvviso non lo faceva più arrabbiare
“Con Bail?” gli occhi del Jedi ero sgranati e scioccati, Anakin annuì
“Non posso dimostrarti che non ho fatto niente del genere” replicò alzando le spalle e reprimendo un brivido lungo la schiena, non Bail, neanche morto! Anakin sorrise come se avesse percepito il suo pensiero
“Non me lo devi dimostrare, lo so”
“Come?”
“Perché ti ho tradito” lo disse con semplicità assurda, aveva passato la mezz’ora precedente a rivivere uno dei peggiori ricordi della sua vita, per dare la possibilità ad Anakin di capire e ora se ne usciva con una frase del genere?
“Ora sono confuso” ammise onestamente
“Con Padmé c’è stato solo un bacio, presumo che tu non hai mai baciato Organa” affermò Anakin con la stessa espressione con cui gli spiegava a bordo della Resolute un piano di salvataggio che terminava sempre con uno dei due in infermeria, salvato da quell’altro che stava sul lettino accanto
“No”
“Appunto. Nessuno può venirmi a dire che vi vedete in Senato perché non ti sei mai avvicinato tanto a lui, e anche il tuo rapporto di amicizia con lui è diverso dal mio con Padmé” spiegò rapidamente
“Vai avanti, anche se non sono sicuro che quello che mi stai per dire mi piacerà” replicò con lo stesso cipiglio di sofferenza, quando sentiva dei suo piani strampalati, Anakin sorrise e continuò rapidamente
“Amidala è profondamente cambiata dopo l’inizio della guerra, e quello che è successo a Cordé non ha aiutato. È diventata una donna calcolatrice, sempre con buoni ideali, tanto che è a capo della ribellione, ma è molto più cruda. Se Palpatine si fosse accorto di questo potrebbe aver orchestrato qualcosa per attirarmi verso di lei, per ottenere poi la mia fedeltà, ci siamo?” chiese Anakin con la solita luce di brillante follia negli occhi, occhi azzurri, gli occhi del suo Anakin
“Ok. E io con Bail come ci sono finito?” domandò avvicinandosi all’uomo più di quanto aveva osato fare fino a questo momento,
“Dieci mesi fa” affermò sicuro che questa risposta risolvesse i problemi dell’intera galassia
“Illuminami” replicò scuotendo le spalle, non ci arrivava
“Dai Obi-Wan, quando abbiamo capito che eravamo qualcosa di più di semplice amici, non riuscivamo a toglierci le mani di dosso, rammenti? Le colonne del palazzo di Naboo?” affermò Anakin sorridendo allegramente, mentre l’uomo davanti a lui assumeva una calda sfumatura rosa rossastra, e incrociava di nuovo le braccia
“Si lo ricordo” mormorò cercando di osservare Anakin, il quale gentilmente per i suoi standard stava cercando di non ridere del suo imbarazzo, per la Forza sembravano due adolescenti in crisi ormonale,
“Palpatine si aspettava che con lei, avrei agito nello stesso modo. Sarei dovuto stare più con Amidala che con te, ma più il tempo passava, più lei non otteneva nulla e Palpatine non poteva fare leva sulla senatrice per allontanarmi dai Jedi e avrà cercato il motivo” replicò con ferocia, quel viscido si era avvicinato troppo a Kenobi
“E l’ha trovato in me” replicò cominciando a capire, e questo come temeva gli piaceva sempre meno
“Esatto. Quindi non era come staccarmi dai Jedi il problema, era staccarmi da te, e l’unica cosa che poteva fare per ottenere questo risultato, era farmi credere che mi stessi tradendo da sempre, e dato il video della sicurezza, ti posso assicurare che tra i due si capiva benissimo che non era la prima volta che facevano certa roba” spiegò, tralasciando il fatto, che ora che ci pensava, sembravano due professionisti travestiti che due uomini normali, non lo disse a Kenobi
“Oh cielo! Pensi davvero che Amidala sapesse?” chiese pensando alla ragazza gentile che aveva conosciuto durante il blocco
“Certo, che sapeva”
“Ma perché?”
“Potere, semplice”
“Va bene, ma perché non mi hai preso a pugni o altro. Non puoi dirmi che hai massacrato i Jedi perché ti ho tradito con Bail. Mi è assurdo solo dirlo, avresti dovuto capire che non potevo fare una cosa del genere…”
“…semplicemente perché sei tu. Tanto timido da non accettare neanche un bacio sulla guancia all’inizio, tanto chiuso in te stesso da non capire quanto sei eccezionalmente altruista, tanto legato al Codice che per riuscire ad averti per me, ho dovuto quasi negoziare punto su punto l’intero Codice, per dimostrarti che l’amore non è proibito, ma solo attaccamento e il possesso. Sì, sono un fesso”
“No, sei solo un assolutista Anakin e questo ha contribuito alla causa di Palpatine. Non che io apprezzi se stai con qualcun altro”
“Ho fatto quello che ho fatto, perché ho creduto giusto farlo. Prima che parti alla carica, gli Younglins e i Padawan più giovani non facevano parte della mia idea di rivoluzionare l’ordine. È stato facile per Palpatine, una volta che sono caduto a pezzi davanti al tuo tradimento, farmi credere che potevo risistemare le regole al Tempio e il Tempio stesso, sono una guida diversa, facendolo prosperare in pace e armonia. Insomma portando equilibrio ovunque non solo nella Forza. Visto che in quel momento pensavo di aver sbagliato tutto, lui mi ha dato uno scopo diverso, avevo bisogno di fare qualcosa di buono, che non fossi così inutile come mi sentivo” mormorò il ragazzo fissandosi gli stivali
“Ricapitolando, ci hanno separati perché sapevano che saresti crollato, e che potevano usarti come volevano. Non venirmi più a dire che l’amore non genera casini! Guarda che abbiamo fatto” mormorò Obi-Wan, la colpa irradiava da lui come il calore dal un sole
“E te lo dico sì, non è stato l’amore il problema! Stupido Jedi, ma la paura di restare feriti di più di quanto non eravamo già. Noi due abbiamo sempre avuto questo difetto, di non parlare tra di noi, per un motivo o per un altro, non importa se siamo amanti, amici o fratelli, abbiamo sempre avuto un dialogo che lascia a desiderare. Un po’ perché non ci capiamo sempre, un po’ perché per il poco tempo che abbiamo da trascorrere in santa pace, non ci andava di litigare, un po’ perché non c’era un attimo di tregua, sempre a correre da qualche parte a fare qualcosa di più importante. Come avevamo deciso, insieme, ricordi? Ci amiamo, ma l’Ordine e i nostri compiti Jedi arrivano prima, niente possesso ma fiducia, niente controllo ma libertà, ricordi? Ecco ci ha incasinato la paura di esserci fidati troppo, e davanti ad un tradimento plateale siamo andati un loop distruttivo, tu su Utapau, ho saputo da Cody che hai fatto un gran casino, hai fatto fuori il tipo in neanche mezz’ora di combattimento, a Cody è cascata la mandibola, oltre che ci ha rimesso venti crediti. Io mi sono trasformato in un Sith! Certo meglio la tua reazione che la mia! So anche perché non mi hai detto di Padmé, perché quando ci hai provato, il Consiglio ha cacciato Ahsoka e avrai pensato, che se ero felice con Padmé e con te avresti digerito la cosa per il momento, finché non mi fossi ripreso dall’addio di Ahsoka. Poi tutto è precipitato negli scarsi sei mesi seguenti” Kenobi sorrise, eccolo l’Anakin che parla a raffica passando da luna in pianeta, passando per qualche asteroide di informazioni irrilevanti, era nervoso
“Temo anch’io, e mi hanno spedito su Utapau per essere certi che non spuntassi all’improvviso per fermare il tuo passaggio nell’oscurità, sapevano che anche rotto e tradito, avrei provato a salvarti, ma si è assicurato che arrivassi troppo tardi. Ammettendo che potevo, dato che Cody mi ha tirato contro una cannonata” questionò alzando le spalle, come se fosse normale che i propri uomini prendono a cannonate i propri generali
“Precisamente” annuì Anakin,
“Ora che si fa?” chiese Kenobi, osservando come l’uomo diviso a metà che aveva visto all’inizio era gradualmente scomparso, per lasciare posto al suo Anakin, ovunque fosse Vader non era più, Anakin era tornato e sarebbe rimasto per sempre.

Anakin si girò a guardarlo, e Kenobi indietreggiò di un passo, conosceva quello sguardo era uno sguardo che non vedeva da mesi, ovviamente qualcosa di Vader sarebbe sempre rimasto in Anakin, perché per lui chiedere era già un optional prima, figurarsi ora che aveva comandato a bacchetta intere flotte di astronavi e di uomini.
Il Jedi fu afferrato per la tunica e si scontrò con le labbra di Anakin, erano ancora meglio di come le ricordava, Anakin diligentemente gli leccò il labbro inferiore, mentre la sue stesse mani correva ad appigliarsi alla tunica di pelle dell’altro, non poté che aprire la bocca e lasciare che quella lingua impertinente prendesse il sopravvento sulla sua, Obi-Wan spostò la mano dal torace, alla spalla fino a chiuderla tra i riccioli castani dietro il collo per tirarlo più vicino, rispondendo al bacio e sorridendo all’interno, dopo mesi di confusione e dolore aveva trovato una risposta, questa però aveva portato conoscenze drammatiche e altre domande, ma al momento non poteva farci molto, avrebbero dovuto parlare ancora molto, prima di ritrovare il loro equilibrio, ma non lo avrebbe più lasciato andare alla deriva da solo, se dovevano morire sarebbero morti insieme, qualsiasi cosa ora andava affrontata insieme, perché l’uno era l’opposto dell’altro, dove uno vedeva guerra, l’altro pace, dove Anakin vedeva coas, Obi-Wan avrebbe portato ordine, ma uniti avrebbero riportato l’equilibrio nella Forza, che cantava con loro, la sua gioia.
“Cosa facciamo adesso?” provò a richiedere quando la mancanza di ossigeno fu troppa perché potessero continuare a baciarsi, Anakin gli sorrise e rispose in una vecchia lingua che aveva provato ad insegnarli, pensando di aver fallito, sarebbe stata utile in guerra, nessuno parlava e capiva più quella lingua 
“Si vis pacem…” disse Anakin
“... para bellum” completò Obi-Wan, sapendo che lo scontro sarebbe stato inevitabile.

“Sì, ma tra un po’” mormorò Anakin andando a baciargli il collo mentre lo portava a terra, e il Jedi non poté fare altro che ridere e lasciarsi condurre in una vecchia, nuova danza tutta loro.

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N.d.A

Dotmay: Speranza
Si vis pacem para bellum: Se vuoi la pace, prepara la guerra
  
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