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Autore: DANYDHALIA    25/07/2019    2 recensioni
Una ventata di cambiamento si comincia a respirare nuovamente per le vie della Metropoli popolata unicamente da animali.
l'ex-sindaco Lionheart dovrà affrontare un processo. Judy e Nick in questa nuova avventura faranno la conoscenza d'un avvocatessa felina..molto particolare, che porterà una ventata di nuovi imprevisti e novità nelle loro neo vite da agenti.
Vecchie e nuove conoscenze, rivelazioni e segreti, un piano da svelare, amici e ideali da salvare coloreranno la trama che farà da sfondo per un nuovo capitolo ambientato nella città che almeno una volta nella vita vorremmo visitare.
Detto questo a tutti voi un caloroso Miao: Ciao^^Ma un nuovo caso è alle porte per i nostri agenti preferiti, adesso che le neo elezioni sono alle porte.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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INDAGANDO  IN  CENTRALE QUANTE COSE SI SCOPRONO Parte 4.Le rivelazioni di Alice!

..Come si sono svolte le prime due telefonate  prima di avvisare il capo Lynce.

Una volta ripresasi, Alice, cominciò a sentire..sentire una miriade di sensazioni.                              
La sua mente aveva capito tutto, eppure.. ancora non era pronta ad accettare la realtà dei fatti: le conseguenze erano troppo incerte perché lei potesse gestirle con un piano di riserva; ed un piano valido non le veniva, per colpa della preoccupazione che non accennava a sfumare.                                                                                           Adesso era si più lucida , ma non meno agitata.
In “certi frangenti”, per la gattina, le banalità sembravano montagne ma in questi frangenti, ora che banalità non erano più, gli eventi erano paragonabili ad un Canyon.
In passato, quando un problema le sembrava irrisolvibile, quando tutte le sue deduzioni, ipotesi o leggi logiche sembravano non portare a niente, una sola persona  sapeva infonderle la serenità e le risposte di cui necessitava.
Quella persona era Finnick.
Non importava se fosse o meno al corrente di tutti i suoi segreti; anche parlando per enigmi le risposte del fennec, i suoi pareri sulla vita e le situazioni sociali più disparate, riuscivano sempre ad andare dritti dove Alice doveva essere smossa, quando il peso delle proprie scelte, decisioni, obblighi la bloccavano.
Il lato comico della situazione, poi, era che Finnick faceva ciò senza nemmeno accorgersene, il più delle volte. Ad ogni modo egli fu il primo ad essere chiamato dopo il suo “ cosiddetto risveglio”.

-555-01021..Finn, dai, rispondi..- disse lei a voce bassa mentre aspettava con guancia e orecchio sul cellulare.
Finnick nel frattempo, avendo finito il grosso della giornata, e messo da parte l’occorrente per il furgone da ritinteggiare con la gattina, faceva ciò che gli riusciva meglio: trastullarsi agitando la testa a suon di rap medio-orientale dalla sua playlist con una buona e sana alternanza di death-heavy metal suonando la chitarra elettrica immaginaria. Un mix non raccomandabile per una telefonata in entrata, fortunatamente  per Alice, Finnick teneva sempre il cellulare in mezzo ai pantaloni a vibrazione forte. Anche lui era preparato e organizzato dopotutto..a modo suo!
 
-Aaah..ma..che..Alice?- disse il fennec quando alla fine se lo sfilò e lesse lo schermo, poi rispose.

-Ciao, disturbo?- chiese lei cortese, adesso più tranquilla.

-No, anzi, mi hai dato un bell’anticipo di stasera in un certo senso- disse lui col suo tono  da umorismo sensuale segreto da gioco sexy. Se non si era super pudichi o bigotti, e con la giusta dose di ironia, qualcuno avrebbe potuto trovare quei due teneri, ma senza il rischio di apparire smielati.

-Felice di averlo fatto allora. Mi mancherà il tuo umorismo forte.. - disse lei facendo un altro sorriso triste.

-Perché, cosa è successo? Non dirmi che un lavativo stronzetto/a o la tua “Capa di Troia” ti hanno riempito di straordinari all’ultimo minuto un’altra volta e perciò mi manderai in bianco?!  Perché se è così..(rimase un pò in silenzio per poi riprendere una volta deciso cosa dire)..grazie..grazie per la “telefonata preliminare”!                       
Ti ringrazio davvero ..ma per la prossima volta  il bondage per punirti della “serata mancata” non te lo leva nessuno carina!-  non era mai facile per Finn essere esattamente “gentile” ( per un motivo o l’altro che ora non sto ad elencare) per cui, ogni volta, doveva uscir sene con qualcosa di burbero o allusivo per “rimontare”, mentre continuava a parlare tra il sensuale, il comprensivo e l’ironico come solo  sapeva fare lui.

-Ah ,okay! Però..no.. Non perché non approvi l’idea, ma perché non so se sarò ancora qui la prossima settimana- spiegò Alice.

-Oh!Riguarda allora.. un qualche oscuro segreto, che non dipende del tutto da te, che ti minaccia o fa sentire minacciata?- azzardò Finnick e per fortuna fece centro.

-Meno male che hai indovinato! Non sopporto quando mi blocco. Ma per la verità non è del tutto così: sono agitata perché ho paura di perdere te, Russell, i bambini, Nick ed anche Judy tutti in una volta! Il che non ha senso!                               
 Mi sono preparata a questa eventualità per anni, ma ancora non mi sento pronta , anche se sono pronta, e sono preparata..a fare il necessario. Ma anziché sentirmi padrona della situazione, il tutto..è solo frustrante- si aprì Alice.

-Oh, ho capito Alice. Guarda posso solo intuire il “segreto motivo” delle pippe  che ti fai quando “tu” non capisci, o meglio, non “sapresti”come dovresti agire ..ma ti ricordo che non puoi pretendere che ciò che vuoi coincida con ciò che è meglio per noi o gli altri (ogni volta) come per magia. Se poi, come dici “tu sei preparata” ,
CHE DIAMINE HAI DA PREOCCUPARTI?!! Le basi per fare il necessario le hai, quindi CHE CAVOLO TI PREOCCUPI A FARE!?  Non sei una sprovveduta, perciò rimboccati le maniche ,datti da fare o non avrai speranze!! Alla fine della giornata! Allora sì che ,altrimenti, avrai un vero motivo per preoccuparti!                                        Senza contare che se “davvero” ti costringessero ad andare via, o a fare qualcosa di grave che non vuoi (ma sono sicuro, non ti hanno ancora detto) ed è veramente a rischio la tua “cosiddetta famiglia” ed amicizia per le quali hai lavorato duramente.. te lo ripeto: DATTI  DA FARE PORCA P..MALEDIZIONE!!-  concluse Finnick, correggendosi in tempo sul finale, ricordandosi di dover fare attenzione a certe espressioni in presenza di Alice.

-Grazie per esserti trattenuto, anche se so che l’hai fatto perché speri che io ne esca felice ed esaltata e fare meglio sesso con te una volta risolta la situazione.   Soprattutto perché “sai” che quando sono triste neanche il sesso migliore basta, dato che divento una lagna e sembro un manichino ricavato da un tronco che spruzza resina dagli occhi e dal naso. Comunque hai ragione, se non per voi, per me!               
 Solo se resto pronta e lucida terminerò l’incarico come si deve, così godrete ancora della mia compagnia e “il tutto” non sembrerà “del tutto” egoista.                                 Perché  aiutando me aiuterò voi – disse pronta Alice sul finale.

-Quindi lo avevi capito, comunque a parte “quello” (riferendosi al sesso), lo sai che voglio aiutarti- disse il fennec.

-Lo so, lo so, non devi giustificarti. In quei panni non mi piaccio neppure io. E’ come se mi dicessi retoricamente “sei una lagna” attraverso uno specchio appeso sul soffitto..e la fantasia che mi cada addosso è preoccupante perché rende eloquente la metafora che auto commiserarsi è più deleterio che liberatorio alla fin fine- spiegò Alice.

-Già..quando parli troppo sai che sembri Nick!O meglio, mi ricordi lui.. Insomma perché devi fare “la distributrice di discorsi”? E se avevi intenzione di parlare al plurale per non essere o sembrare “egoista” o vanitosa recuperando al contempo il tuo amor proprio..PERCHE’ NON L’ HAI  CAPITO SIN DALL’INIZIO! PERCHE’ RAGIONI MEGLIO SOLO MAN MANO CHE PARLI!? Sembravi una di quelle menefreghiste indecise ,terrorizzate dal giudizio altrui, della peggiore specie!!Dio mio Alice, predi una decisione, ma pendila! Anche nella scelta delle parole, ma prendila!-  sbottò un attimo Finnick.

-Va bene, va bene, ma adesso non fare tu il “lagnoso”. Ho voluto chiamarti non solo per darmi una “svegliata”, ma anche per dirti di fare attenzione, molta più di quanta ne fai tutti i giorni! Oltre  “Betzie” (la sua mazza) hai anche Lee e Grent (due picchia duro per le nocche che Alice gli aveva regalato) per difenderti,conti di farlo?- chiese Alice seriamente maliziosa.

-Contare è una delle mille cose che mi riesce benissimo- rispose lui seriamente spiritoso.

-Ottimo! Ora chiamo Daphne* per vedere se può occuparsi di andare a prendere i piccoli, dopo ti richiamo. Ma..nel caso non potesse, potresti andarci tu?- chiese Alice.

-Um, si potrei. Però non so se è una buona idea farmi vedere dalle parti di Little Rodentia; non ho fatto niente di grave o cosa, ma sai come sono quelli: alla minima inezia danno di matto! E comunque.. chi è Daphne?- chiese Finn.

-La mia Cancelliera, la cricetina russa, bianca con le tre striature nere al centro, che sono riuscita a far assumere nel mio studio dopo chissà quante reticenze!- spiegò Alice sorpresa dalla defaiance(dimenticanza in francese) di Finnick.

-A si! Quella Daphne! - disse il fennec fingendo di essersene ricordato, ma Alice lo capito.

-Guarda che ti parlo quasi sempre di lei, e poi non ti sto chiedendo di entrare nel distretto, devi solo aspettare fuori e lasciare che i ragazzi ti raggiungano. Gregor e Lucas ti adorano, non ti darebbero fastidio- riferì Alice.

- Lucas “lo so” che mi adora, *Gregor mi sopporta solo per educazione. Non so se sentirmi più offeso che rincuorato,anzi, lusingato direi che suona meglio- disse il fennec.

-Tranquillo, non devi cambiare atteggiamento. Sono certa che anche se fosse vero che, come dici tu “ti sopporti”, allo stesso tempo ti rispetti. Ne sono convintissima. Anche lui ama usare le parole giuste, credimi, se davvero non volesse vederti te lo direbbe apertamente- spiegò la gatta.

-Sarà, ma il più delle volte devo usare il dizionario di wikipedia sul cellulare per capire almeno la metà di quello che dice. Non per offendere la cultura, la grammatica e..qualunque sia la parola che fa rima con stassi(si riferiva alla sintassi)  ma qualche parolaccia, espressione forte, frasi dette nel gergo di questo secolo no!? Almeno per essere sulla stessa lunghezza d’onda le rare volte che conversiamo, se ci pensi anche quella è cultura, anche se è una sotto cultura- disse Finnick riferendosi al maggiore e più intellettuale degli “animaletti” che Alice aveva in custodia.

-Guarda che Gregor le conosce tutte, ma decide stoicamente di ignorarle, perché trova le parolacce troppo facili e giustamente volgari. Senza contare che se gli proporresti di dirtele..ti farebbe un resoconto dettagliato sull’origine linguistica di ogni singola parolaccia nel corso della storia e di come esse risalgano già dal tempo degli antichi Greci e di come essi le usassero per rendere più forti i loro Giambi * satirici. Molto interessante ma noioso da ascoltare se non sei pronto ad una “gita improvvisata al museo”- spiegò Alice.

-Ah, okay, a dopo allora. Vedi comunque di non fare tardi, e per l’amor del cielo Alice NON FASCIARTI LA TESTA COL NASTRO ISOLANTE DI TITANO PRIMA DI ROMPERTELA!- disse il fennec.

-Va bene Finn, a dopo. Ti Amo!- disse la gatta, Finnick un po’ imbarazzato disse..

-NON..NON DIRLO AL TELEFONO! In camera da letto al momento del co..del tu sai cosa..lo preferisco! Suona..suona meglio ecco!- disse tutto d’un fiato il fennec quasi sul punto di troncare lì la conversazione pur di non aggiungere altro.

-Lo so, l’ho fatto apposta- e poi rise.                                                                                  
Una volta chiusa la conversazione Finnick disse tra sé – Wow, ogni giorno che passa senza che lei interni qualcuno per troppa pressione esistenziale è una vittoria! E che non ci finisca da sola lei stessa è un trionfo.-  concluse il fennec ironicamente riflessivo.

Ritrovata la sicurezza necessaria a gestire tutto, Alice chiamò Daphne, e sta volta non incrociò le dita e non fece scongiuri.

-Pronto?- rispose Daphne al telefono del suo ufficio.

-Ciao Daphne, sono io, come stai? Stai..ancora lavorando troppo o la mole si è un pò alleggerita? Te lo chiedo perché non voglio appesantirti dopo i faldoni di documenti e pratiche dei nostri casi da archiviare di cui ti stai occupando- spiegò Alice sperando di non infastidirla.

-Ti prego Alice vieni al sodo, non facciamo di questa telefonata una “lunga telefonata”  così stacco, chiudo l’ufficio e vado a casa- disse sbrigativa Daphne.

-Meno male, vuol dire che oggi è stato un giorno di quelli leggeri per te e non di quelli oberanti, quindi puoi uscire prima del solito- ragionò Alice.

-Si infatti è così- ma a quel punto fu Daphne a dilungarsi- Lavoro in questo studio dalle 9.30 alle 17.45, ma quando dovremmo uscire usciamo alle 20.00 se incrociamo il “capo” perché al “capo” piace il numero 8, anche quando non nessuno ha necessariamente degli straordinari. Quando poi gli straordinari ci sono finiamo alle 22.00. Poi nel caso volessimo uscire all’orario standard, oltre che timbrare il cartellino, dobbiamo “per forza avere finito tutto!” ed elencare una serie di buone ragioni per convincere Mrs Lynce a rincasare alle 17.45 in punto. Quando poi ci da il permesso, lo fa sempre, con quell’aria e quel tono sornioni, non ci dice di “no” ma anche quando dice “si” è come se dicesse “no”! Esattamente..mi chiedo quale sia lo scopo di questo atteggiarsi,  cosa spera di ottenere trattandoci tutti come fossimo  ancora dei “giovani associati”?! Vuole spronarci a fare di meglio o si sta solo divertendo con noi perché ne ha l’autorità e l’esperienza?!- chiese Daphne ad Alice ed anche un poco a sé stessa dopo essersi sfogata.

-Guarda Daphne, ho smesso di chiedermelo tempo fa per non ammattire, immagino che certi superiori siamo pazzi di natura, anche se ho una vaga idea che il suo comportamento sia un’insieme delle due cose. Comunque..a parte sapere come stai, volevo chiederti se ti andava di andare a prendere Lucas e Gregor se fossi stata disponibile. Ti darebbe fastidio o ti farebbe piacere? Perché in quel caso avrei un altro “autista”, se così si può dire- riferì Alice dopo aver dato il suo parere in merito al loro capo.

- Gregor e Lucas? Ma certo che mi farebbe piacere! Sono sempre gentili, di buona compagnia e dovrei solo portarli a casa tua, tanto hanno le chiavi, e casa mia non dista molto da là- riferì  Daphne.

-Bene, sono felice di sentirlo, ascoltandoti prima temevo di caricarti di un’altra seccatura - disse Alice sollevata.
- Non dirlo neanche, sono contenta di avere questo lavoro grazie a te, ero solo un pò stressata ed infastidita da quegli stupidi atteggiamenti che immagino non debbano tenersi mentre si lavora e che..sembrano degni di uno “studio meteorologico televisivo” dato che il Boss è la perfetta manifestazione di “sereno variabile”!!Eh, eh, eh, nulla di più.- disse Daphne scherzando facendo ridere anche Alice.

-Eh eh ah, ah..come hai ragione Daphne, fortuna che ci sosteniamo a vicenda almeno tra di noi- disse Alice.

- Verissimo, e giusto per restare in tema..c’è una cosa che volevo chiederti e..riferirti: ho sentito che oggi hai fatto una cosa pazzesca con la polizia!! E’ vero!?- esclamò la criceta esaltata in attesa di una conferma.

- Si lo è!! E’ tutto vero!! Lo so che non sembra vero neanche a me, me è così!  Eppure, in qualche modo, l’ho fatto! Sto collaborando con gli agenti di polizia dei miei sogni, ho cavalcato un cavallo senza redini e ho bloccato una leonessa in corsa!! E’ durato poco ma..per un attimo dopo aver eseguito il tutto ho come avuto la certezza di poter fare qualsiasi cosa, spero solo che questa mia.. azione impulsiva spettacolare non abbia creato ripercussioni negative allo studio- s’informò Alice dopo aver riflettuto sulle possibili conseguenze del suo “eroico gesto”.

- Puoi stare tranquilla, nulla di grave, solo l’inevitabile tran tran che si viene a creare dopo una notizia come questa, poi arriva che ti invidia e spettegola su di te, che invece ti ammira, e ancora altri odiosi che dicono che tu abbia agito come una “avventata idiota esibizionista”. Solo tra colleghi, il capo non ha detto nulla in merito, per il resto tutto bene: il solito. – spiegò Daphne.

- Grazie Daphne, c’è altro che devo sapere?- chiese un’ultima volta la gattina.

-Um,forse, ma per ora è solo una voce. Dunque..Liza Bump* ha fatto un commento antipatico e..azzardato su di te riguardo al fatto che hai messo K.O.  la figlia di Lionheart, e che dopo la sua “serata di baldoria e gozzoviglie” domani o dopodomani, parole sua “a seconda di come mi passa la sbornia”..chiederà a Mrs Lynce              il permesso di rappresentare Abigail Lionheart come suo avvocato difensore e di accusa, e lei come testimone, come parte avversa contro suo padre in un altro processo a porte chiuse. Dice che in questo modo lo studio ne beneficerà perché ne uscirebbe vincente comunque per aver avuto due Lionheart come  “ottimi clienti” in due casi differenti  e perciò le percentuali che Lynce dica di no sono basse- rivelò la criceta all’amica.

-Cosa!!! Liza Bump!!! Quella..quella!! Ma non si può che un’ avvocato  faccia causa al cliente di un avvocato dello stesso studio in questo modo!! E’ altamente anti – professionale!- esplose Alice per la rabbia sia perché Bump era una vera antipatica arpia e sia perché aveva ragione!!

-Infatti ti ho detto che sono solo voci, ed in ogni caso accadrebbe dopo il caso che affronterai, la fronteggeresti a porte chiuse in un processo padre contro figlia.                 A mio avviso l’ipotesi che Bump volesse agire contro di te durante il tuo caso corrente l’avrà detto solo per scherzo- ipotizzò saggiamente Daphne.

-“Per crudele scherzo aggiungerei”. Non può farlo sul serio ad ogni modo!! Lionheart dopo quello che ha passato, che sta tutt’ora attraversando, ne uscirebbe devastato, letteralmente. Al solo pensiero che sua figlia messa contro di lui..posso solo immaginare come reagirebbe. Però..per quanto io stessa sospetti che sua figlia lo odi, credo che in fondo voglia ancora bene a suo padre; ma che faccia un “colossale cubo di rubik”  per cercare d’ignorare tale verità!- si confidò Alice sicura del proprio ragionamento e della sua metafora.

-Concordo in pieno. Ma credi seriamente che Mrs Lynce, per quanto eccentrica, accetterebbe una proposta come quella di Bump?- chiese Daphne.

-Non è tanto di lei che mi preoccupo adesso, quanto più del fatto che Abigail scelga o meno di farsi rappresentare da Bump: dopo quello che le ho fatto sarà arduo
guadagnarmi la sua fiducia e portarla dalla mia parte- esplicò Alice.

-Perché ci terresti allora?- cercò di capire Daphne.

-Perché conosci Liza; tratta i casi come fossero investimenti o quote alla borsa di Wall Street ed i clienti come fossero stupidi, ricchi attori deputati da spolpare fino all’osso. Poi appena può racconta  la storia del suo “più che meritato successo” per il solo fatto di venire da una famiglia meno abbiente, da usare per giustificare il fatto di essere una “megera morale” del perché e per come fa così questo lavoro! Ed il fatto che per continuare la sua scalata verso il successo metta una figlia contro suo padre, un cliente che rappresento io tanto per infastidirmi, mi da sui nervi a mille.- rispose la gatta.

-Concordo nuovamente! Vero che ogni lavoro si fa per guadagnare soldi, ma ciò non vuol dire usarlo come scusa per farlo alla “cavolo di cane”  sbattendosene degli altri e dei propri principi in questo modo- asserì la criceta unanime.

-Assolutamente! Ora devo lasciarti Daphne! Farò un’ultima telefonata di lavoro e poi torno ai miei affari. Confesso che la notizia di Bump mi ha dato uno sprone ulteriore. Ci vediamo sta sera, sperando di fare a tempo a salutarti quando porterai i ragazzi a casa, altrimenti ti saluto adesso! Ciao Daphne, ti auguro una buona serata.- fece Alice.

-Ciao Alice, buona serata anche a te- e così facendo si salutarono entrambe.

In quell’istante la gatta chiamò il suo puma capo Mrs Lynce, sfoderando l’atteggiamento ed il tono più professionale che riuscì ad adottare, ma senza menzionare Bump, così da non mettere strane idee nella mente della sua superiore affinchè non le concretizzasse. Allo stesso tempo Alice mandò un sms breve a Finnick in cui lo avvisava che era libero dall’incarico di far rincasare i ragazzi. Sempre via sms lui le rispose che si sarebbe fatto vivo più tardi dalle sue parti.

-Adesso procediamo- pensò Alice quando finalmente Mrs Lynce rispose, ciò che si dissero fortunatamente lo sapete già.  Perciò adesso riprenderemo da punto in cui la nostra Alice torna nell’ufficio di Bogo e affronta la verità col resto dei membri della ZPD conosciuti quella mattina.
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Alice avanzava con passo deciso,dopo essere uscita dalle toilette, ripercorrendo il percorso che l’avrebbe condotta all’ufficio del capitano Bogo. Mentre il cuore aveva ripreso a battere regolarmente la pressione su di lei si era fatta più tenue.
Quando Russell la vide, essendo rimasto fuori ad aspettarla, rimase sorpresa nel trovarla in quello stato (non si era asciugata dopo la risciacquata intensa).

-Perchè hai i capelli bagnati?- domandò.

-Avevo bisogno di rinfrescarmi le idee, per bene. La faccia non era sufficiente, ho sentito un gran caldo proprio sulla testa, mi sono bagnata anche quella e poi ho deciso di non asciugarmela. Lascerò fare all’aria il resto! Se poi non dovesse funzionare tornerò in bagno e userò quella artificiale.- rispose lapidaria Alice senza sorridere ma con un fare scanzonato, come fosse sovrappensiero.

-Ma..a te non è mai piaciuto portarli bagnati sul posto di lavoro, o nelle giornate in cui non fa abbastanza caldo. L’hai sempre ritenuto un comportamento da sciatti e pericolo per i dolori alla cervicale, e alle tempie che subentrano in seguito!-  esclamò Russell non convinto dalle ragioni del gesto dell’amica, che prontamente parlò..

-Hai ragione! L’altro motivo è che.. non ne avevo voglia di risistemarmi sta volta: mi è parso superfluo rispetto a ciò che sto per affrontare. Sono preoccupata e questo era l’unico modo per calmarmi al momento. Adesso..gradirei che entrassi con me Russell; non voglio essere una di quelle amiche che commette l’errore di allontanare gli amici tenendoli all’oscuro da verità che credono non sappiano affrontare. Non lo faccio agendo da irresponsabile, non ti metterò in pericolo così facendo, lo faccio perché mi fido di te Russell e so che sarai all’altezza della situazione. Quindi..te la senti di entrare e scoprire una verità che immagino tu abbia già intuito, perché oltre a essere tosto sei pure intelligente, e supportarmi?- chiese la gatta mettendo i propri occhi all’altezza di quelli dello scoiattolo.                                                                                     

-Certo! Sempre e comunque Alice- rispose pronto Russell come sull’attenti.            

Come detto da Alice, Russell poteva solo intuire la situazione grazie alle sua affinate sensazioni deduttive da reporter. Egli capiva i sentimenti protettivi e di coinvolgimento dell’amica, ma se riusciva ad essere così comprensivo nei confronti della gatta era perché lei stessa le aveva rivelato una mezza verità, parlando nel sonno, tempo fa. Il giovane scoiattolo,poi, si era limitato per prudenza e amicizia a non indagare oltre, fino a non farci più caso, attendendo però il giorno in cui l’amica avrebbe deciso da sola di parlargli e dirgli tutto. Ogni segreto, temprato dal coraggio che provava ad esercitare ogni giorno al pensiero dell’ eventuale pericolo che “lui” avrebbe dovuto affrontare. In fondo i rischi calcolati sono preferibili da adottare per vivere senza limitarsi a sopravvivere. Ora quel giorno era arrivato e lo scoiattolo era più che pronto.
Alice e Russell si diedero la zampa stringendosela forte per sostenersi a vicenda ed immediatamente entrarono nell’ufficio, dopo aver bussato e ricevuto l’invito “avanti”.
Judy fu la prima ad essere felice del suo ritorno, dopo il modo in cui era uscita, ma non disse niente in merito ai capelli di lei. Le venne in contro e..

-Alice,fortuna che sei tornata! Questo file è..pazzesco, in tua assenza abbiamo provato a stabilire qualche ipotesi in più per capire meglio questi B.W.  Nonostante questo scrittore anonimo ci abbia fornito indizi a sufficienza, avvertiamo comunque qualcosa che non torna: siamo giunti alla conclusione sarebbe più facile se avessimo un Born Wilde qui per verificare l’attendibilità di queste fonti.                                         
Mi è venuto in mente che forse..alcuni dei nomi che sono venuti fuori dai codici account potrebbero esserlo, ma dobbiamo controllare- spiegò apprensiva la coniglietta con impazienza.

-Non..non avete letto i tre fascicoli allegati con colori diversi nel frattempo? Mentre ero via?- chiese Alice stupita.

-No, veramente no. Dovevamo ancora metabolizzare questa notizia sulle origini della città e tutto il resto, un po’ tutti, e poi abbiamo preferito aspettarti- spiegò Judy.

-Oh bhe grazie. Allora vi informo che non sarà necessario cercare oltre, perché in verità anche io..sono un Born Wilde, di Tipo B per l’esattezza, e come riportato dal dossier.. “sono qui per dare il mio contributo alle forze dell’ordine per proteggere al meglio questa città, e tutti voi”- rivelò alla fine la gatta, con una sottile linea di felicità nel sorriso che stava abbozzando, al pensiero di non dover nascondere nulla.

La notizia colpì i presenti in maniera più o meno moderata, alcuni di loro in parte se lo aspettavano, tra cui Nick e Bogo che qualche sospetto lo avevano maturato a poco a poco, come se fosse inevitabile una simile rivelazione. Tuttavia un pò di stupore li pervase lo stesso.

-Coosa!? Sei dunque un avvocato-spia per davvero!?- sbottò Nick più per auto convincersi con la domanda più che per ottenere una vera risposta dalla gatta, ma con  un tono tale da apparire convincente.

-Esatto!! Ora puoi abbassare la voce ed evitare escandescenze? In caso contrario Nicholas, gradirei restassi zitto, così avrete tutti modo di capire meglio- rispose Alice un pò seccata dall’atteggiamento della volpe, avendo capito che un po’ stava fingendo.

-Non so se sia più il fatto che non me lo aspettassi a o il fatto che me lo aspettassi!- disse più schietto il capitano Bogo.

-Tranquillizzati collega, significa che non stai perdendo colpi come pensavi (disse Oteas per sdrammatizzare). Piuttosto vorrei sapere se non possa essere un B.W. anche io o che un mio parente lo sia o sia stato alla lontana, e che per tutto questo tempo non lo sapessi? Lo chiedo solo perché in determinati punti di quelle pagine mi sono rivisto anche io- disse sinceramente il cavallo.

-Tra non molto lo sapremo, Detective Oteas; se il suo nome o quello di un suo membro familiare rientra nello schedario azzurro è come ipotizza lei. Altrimenti lei è semplicemente un individuo esuberante e proto empatico* signore- disse gentilmente Alice.

-Quindi..com’è che funziona, e quale è l’emergenza che ti ha condotta qui?- chiese Judy cercando di trattenere la concitazione  un certo tono.

-Se devo essere sincera, nessuna! Per il momento! In questa procedura quasi sempre veniamo informati dopo della missione, inoltre siete venuti a conoscenza del dossier in maniera casuale, una fatalità del tutto improvvisata. Io stessa mi sono “auto attivata”, per così dire, dopo essermi ripetuta la frase in codice verosimile per ogni evenienza che mi ero preparata tempo fa: DAMMI UNA SPIEGAZIONE ORA,  per vostra informazione.  E così..ho ricordato di essere un agente federale- spiegò Alice con calma.

-Vuoi..vuoi dire che per tutto il tempo in cui sei stata con noi, e anche prima, non sapevi di essere un agente segreto?- chiese ora Nick veramente sorpreso.                      

Judy non disse nulla dal momento che avrebbe formulato la stessa domanda. Superfluo dunque.

-Certo si, se lo avessi saputo, avrei mantenuto un profilo molto più basso dall’inizio! Ti pare?-  pronunciò la gattina retorica.

-Stai dicendo davvero?- richiese Nick per convincersi ancora.

-Finchè non te ne convinci da solo non credo ti basterebbero 100 si- disse Alice con lapidaria ironia.

-Perciò..è tutto vero: Zootropolis è un esperimento sociale, ci sono agenti segreti nascosti in giro per i distretti, e sono tutti agenti inconsapevoli come te?!!- chiese Russell allarmato e un poco eccitato.

-Solo alcuni Russell, immagino, e tra questi ci sono io- disse Alice calma.

Il giovane scoiattolo era agitato come non gli capitava da tanto. Cosa avrebbe dovuto fare, come comportarsi? Come  amico sapeva esattamente come agire..ma una volta concluso questo caso (semmai sarebbe stato risolto) come metterla con il suo lavoro? Era saggio riportarlo su di un articolo in futuro? Doveva scriverlo nel suo diario degli articoli compromettenti, tenerlo per se e la lasciare lo pubblicassero dopo la sua morte? O fare come se nulla fosse e vedere in che modo proseguiva il tutto?  Russell avrebbe dovuto chiedere tutte queste cose ad Alice, e a tutti i presenti nella stanza, affinchè lo consigliassero bene: condividere la verità e non lasciare gli altri nell’ombra era la sua vita, ma se di mezzo ci andavano i suoi cari..si era ripromesso di essere obiettivo, sempre! Tuttavia al pensiero dell’amica.., poté solo esprimere il proprio tormento urlando.

-PERCHE’ HAI DOVUTO DIRCELO!!? PERCHE’ ADESSO?! Potevamo concentrarci sulle nostre indagini, vincere la tua causa, loro continuare con la propria pista (riferendosi ai poliziotti),e forse..forse allora sarebbe stato più sicuro per te dirlo. Perché hai messo tutti noi in questa situazione? Coinvolgerti così, e io con te!!- chiese Russell in un misto di rabbia e tristezza  guidate dall’esasperazione.

-Russell..- provò a parlargli Alice.

-Lasciami continuare!!Non so neanche che tipi siano questi capi che hai!! Cosa dovesse accadere se ti prelevassero a forza, o ti mandassero in un luogo sperduto del mondo o ti uccidessero perché non servi più alla cosiddetta missione perché altri con te non devono sapere?!! Il tizio di quella lettera era gentile, ma chi ci garantisce che i suoi superiori siano altrettanto comprensivi e ragionevoli? Chiaramente è stata scritta anni addietro, lui stesso lo afferma, le cose cambiano col tempo e non sempre in meglio purtroppo!-  terminò un momento Russell, abbassò la testa coi pugni chiusi, poi riprese- Non voglio compromettere l’integrità del mio lavoro, ma non voglio neanche  che tu te ne vada! Non voglio neanche danneggiare te o chiunque in questa storia centri senza aver fatto nulla di male. Però..se tu te ne vai..io come farò? Non ti voglio perdere Alice, non andartene anche tu- Russell pronunciò il tutto con gli occhi chiusi ed un tono tristissimo, non aveva pianto ma se avesse potuto lo avrebbe fatto(non aveva più versato una lacrima dal giorno in cui da piccolo Nick lo rifiutò come amico).

Quando tornò il silenzio Alice si avvicinò in direzione di Russell per abbracciarlo, sperando che lui non la allontanasse e ciò gli desse conforto, per fortuna non lo fece, lei gli posò la zampa sulla spalla e l’altra sulla testa delicatamente. Poi fu di nuovo Alice a parlare.

-Non succederà Russell, farò in modo che non accada. Ho paura anche io, di tutto quello che hai detto, ma se gioco bene le mie carte, e voi con me, resterò e non potranno obbligarmi! Perché voglio che accada, faremo in modo che accada e solo così potrà accadere! Te ne convincerai Russell?- chiese Alice cercando di recuperare la fiducia per entrambi.

-..Si- rispose lo scoiattolo guardandola.

-E per quanto riguarda il tuo lavoro..ci occuperemo anche di quello, a tempo debito: parleremo con i nostri conoscenti tutori dell’ordine qui presenti, elencherò ciò che so, che tu sai e sapranno tutti e sette(incluso Clawhauser che la gatta non voleva escludere per rispetto) concluderemo per una versione adatta a ciascuno senza ripercussioni, tu la scriverai verrà pubblicata e si verrà a conoscenza di una nuova realtà che col tempo accetteranno. Te lo prometto, tutto si sistemerà, sei più convinto ora?- chiese gentilmente Alice.

-Si, adesso lo sono- disse Russell con uno sguardo deciso e abbozzandole un sorriso.

-Bene. Adesso che sappiamo che i tutti i sentimenti sono corrisposti, signorina Mewny vuole dirci di più a proposito del “suo ruolo” qui? O devo leggere un altro file lungo un chilometro per capire come proseguire con le “nostre indagini”? Dato che ora siamo effettivamente costretti a collaborare ulteriormente!- disse Bogo con una punta  di sarcasmo, evidentemente non gli andavano a genio le effusioni.

-Forse domani signore, se la cosa non la irrita; vorrei ricominciare da dove si sono interrotte le indagini, potrei aver dato un’impressione equivoca, ma le assicuro, procrastinare non è mai rientrato nelle mie intenzioni. Non intendo perdere tempo ne sottrarlo a voi- disse Alice sorridendo in risposta.

-Riprenderemo tranquillamente le indagini, ma se veramente è la persona che sostiene di essere, con la quale intende collaborare con noi, la prego ed ordino di rivelarci cosa sta accadendo e cosa l’ha condotta qui da noi all’infuori del caso a cui sta lavorando. Non può fare una rivelazione a effetto e poi ritrattare rimandando come se niente fosse.- disse il capitano Bogo serio tenendo gli zoccoli uniti all’altezza del naso davanti a se sul finire della frase.

-Ne è sicuro? Dovrei risalire alla storia della mia famiglia, della mia vita prima di trasferirmi a Zootropolis e metterci un po’. Non vorrei fare tardi- azzardò lei calma.

- E lei ci racconti la versione breve, se poi alcuni dettagli le sembrano troppo personali li ometta, ma parli! Se non dovessero essere fatti pertinenti all’indagine lo analizzeremo in seguito. Intesi?- chiese Bogo deciso, sta volta piegandosi leggermente indietro con le braccia conserte.

-Va bene allora, vi dirò tutto!- esclamo Alice solare per nulla intimorita dai modi del Bufalo, sembravano entusiasmarla. A quel punto la gatta si  sedette sul pavimento a ginocchia unite e zampe anteriori sulle cosce.

-Come accennato nelle lettere, tutto risale agli anni ’20, che sono anche il periodo delle origini della mia famiglia nei pressi di questa città. Mio nonno, Stanley Crowford era un’illusionista ed animale dello showbisness, sposò mia nonna Sophie, una medium* . Nel periodo della “grande depressione” , dopo una visita medica paramilitare  gratuita pubblica che allora il presidente Roosevelt promosse, i nonni scoprirono di essere entrambi portatori del gene B.W. di tipo C; non erano soldati ne agenti, non sapevano nulla delle dinamiche di guerra, ma i federali riuscirono comunque a proporre loro un accordo: il nonno e la nonna avrebbero firmato un documento di riservatezza in merito ai loro geni ed al fatto che da li in poi avrebbero svolto il ruolo di corrieri e tramite per le informazioni top secret, lasciando che i federali usufruissero del teatro locale del nonno come una delle loro basi per gli incontri segreti sparse in giro per il mondo.  In cambio avrebbero ricevuto un sussidio governativo ogni anno come fondo per le emergenze e la loro protezione, a quei tempi era una garanzia che dovevi per forza accettare.                                              Tuttavia una clausola del documento presentava un punto a cui i nonni avrebbero dovuto obbedire: ogni figlio che avrebbero avuto, se portatore del gene B.W. che andasse dal C1 all’ A, sarebbe stato loro, nel senso che lo avrebbero monitorato, addestrato ed una volta raggiunta la maggiore età, se avesse accettato le loro proposte, fatto arruolare.                
Dopo il matrimonio i nonni ebbero 10 gattini, ma stranamente nessuno di loro sembrò risultare un portatore, tranne la maggiore come verificato più tardi: Evelyn Jhoseline Mewny, colei che sarebbe divenuta mia madre. A dieci anni le fecero le rifecero gli esami e scoprirono che era portatrice di un gene raro di Born Wilde che si formava in ritardo, il gene AB, ancora in fase di studio.
Mia madre non era mai riuscita a formare un legame profondo coi nonni, il paese si stava riprendendo dalla Seconda Guerra Mondiale dopo la loro nascita, lei era il tipo di persona che non voleva dipendere da nessuno..così allo scopo di diventare più forte accetto di sottoporsi all’addestramento. Superò ogni test fisico e psicoattitudinale brillantemente, concluse anche quello che l’avrebbe inserita nel programma degli “agenti nascosti” e a 19 anni si diplomò. Due anni più tardi, grazie alle sue doti, era divenuta la più giovane imprenditrice felina di Zootropolis.                                             
Trascorsi altri tre anni, verso gli anni ’70, conobbe mio padre, faceva la guardia giurata, nonché straniero in terra straniera desideroso di ricostruirsi una nuova vita.   Il suo nome era Francis* , il matrimonio in verità non era contemplato da mia madre, (se poi sei un Born Wilde e non vuoi sposarti devi comunque donare i tuoi ovuli o i tuoi semi alle banche dello sperma e degli ovuli presso il GSD per tutelare le nostre speci dal rischio di estinzione) tuttavia sentì una certa affinità con papà , che fosse uno con il quale valesse la pena impegnarsi, così la mamma si lasciò guidare dall’istinto e quel che successe.. successe. Dopo le dovute presentazioni ai nonni e agli zii ed ai suoi superiori federali anche papà decise per curiosità di sottoporsi al test, si scoprì che non era un B.W. ma neanche un gatto comune, mio padre era quello che in gergo psico-scenticifo è definito un ESP: ossia un animale dotato di abilità paranormali, seppur lievi. Il suo potere consiste prevalentemente nel fare dei sogni profetici o entrare in quelli delle persone con cui stringe un contatto profondo, perfino nei ricordi lasciati custoditi nelle case o negli oggetti dei viventi e dei trapassati, anche se non li ha mai conosciuti in questo caso, questa seconda peculiarità è conosciuta come “zampa sapiente” (da noi mano sapiente).
Così i miei genitori si sposarono e poiché mio padre non aveva un cognome prese quello di mia madre, Mewny, coniato da lei allo scopo di distinguersi dai nonni per crearsi una nuova vita e tutelare sia noi che loro da eventuali collegamenti al centro di eventuali intrighi spionistici futuri.  La vita dei miei trascorse tranquilla, abilità particolari permettendo, fino a quel fatidico giorno del 4 Luglio 1984, il giorno in cui sono nata..-

Alice si fermò un attimo, forse per riprendere fiato,  o perché adesso le cose iniziavano a farsi sempre più personali man mano che raccontava.                                         La gatta restò in silenzio ed immobile per dei secondi insolitamente lunghi per lei, gli occhi erano un mare di emozioni indecifrabili e in tumulto al contempo senza guardare nessuno in particolare.                                                                                                
Il detective Oteas, sempre seduto di fianco alla macchina del caffè, aveva intuito il turbinio interiore che attraversava la gattina in quell’istante.  Gli avevano sempre insegnato che un gesto di cortesia vale più di mille parole in certi frangenti, così prese una tazzina di plastica piccola, di quelle che usavano per offrire il caffè agli ospiti di taglia piccola, la riempì d’acqua e con un cenno la porse all’agente Hopps affinchè la offrisse ad Alice.

-Grazie Judy, detective Oteas- disse lei ringraziando entrambi.

Alice bevve  l’acqua offertale a piccoli sorsi, poi quando si sentì pronta riprese.

-Umf..mia madre, non era mai stata sicura sul fatto di volere dei figli, lei che è sempre tanto sicura di tutto. Pensava..non fosse giusto mettere al mondo qualcuno solo perché la natura, la società o un governo lo pretendono da te. Per di più per farlo diventare qualcosa di diverso da ciò che è, forzandolo a cambiare solo per trasformarlo in qualcosa  definito positivo.  Tuttavia quando fui concepita decise di portare a termine la gravidanza, non credeva nell’aborto e diffidava delle adozioni applicate se i genitori biologici erano ancora in vita. No al primo perché lo riteneva un animalicidio programmato a danno di una creatura non ancora formata ed incapace di difendersi e no alla seconda, che chiama adozione spinta, perché la concepisce come un’azione volta al sottrarsi dalle proprie responsabilità.
Diceva:             “una volta che li metti al mondo non puoi pretendere che siano estranei ad occuparsi di loro, se puoi partorire allora devi anche allevare! Se i figli non li vuoi fatti sterilizzare o castrare prima di agire da irresponsabile, i figli puoi non desiderarli ma non li abbandoni”. Questo mi ripeteva ogni volta che tornavamo sull’argomento, quando le chiedevo perché alla fine mi mise al mondo, dato che non ha mai mostrato abbastanza istinto materno nei miei confronti(a parer mio), poi rispondeva “Quando vivevo dai tuoi nonni, poiché eravamo in tanti,decisero di assumere del personale qualificato ad occuparsi di noi; siccome ero la maggiore dovevo contribuire a dare una mano. Non li ho mai perdonati per questo”. Allora capii perché i nonno e la mamma non riuscivano ad andare d’accordo a lungo.- finì Alice dopo aver raccontato quell’episodio come in trance, quando la gatta si rese conto di ciò che aveva detto si preparò subito a scusarsi.

-Eh, Ah!!Scusate, ho divagato senza accorgermene! Forse per un istante ho pensato vi sarebbe tornato utile, ed d’aiuto, sapere qualcosa su mia madre per inquadrare che tipo sia nel caso in futuro la conosceste!- si spiegò Alice frettolosamente rivolgendosi   a tutti ma in particolare a Bogo.

-Ad ogni modo, il 4 Luglio 1984 nacqui, ma non fu un evento felice: come ho detto mia madre accettò di avermi, mentre mio padre era contento di diventare genitore. Non erano ancora certi della mia data di nascita, così quando partorì fu una sorpresa e mamma era sola. Papà era di guardia ad un processo in corso, ma all’improvviso nel tribunale fecero irruzione un gruppo di terroristi infiltratisi fra i presenti.                      
Mia madre seppe dell’accaduto ai notiziari, per poco non svenne , per fortuna la nonna e il nonno erano presenti, chiamarono l’ambulanza e si diressero in ospedale perché stava per partorire il quel preciso istante; nel frattempo papà era in ostaggio con gli altri ma dopo 24h di negoziati  alla fine furono liberati tutti.                                  
La prima cosa che fece papà, una volta avvertito fu di precipitarsi di corsa all’ ospedale, quando arrivò..io ero già in incubatrice.- riferì Alice mentre proseguiva.

La storia della gatta sembrava farsi sempre più avvincente e personale, perfino Russell che conosceva qualche suo segreto familiare trepidava arrossendo al pensiero che lei stessa li rivelasse a dei semi sconosciuti. Ma non arrossi mai quanto gli altri interlocutori, reagendo ognuno ad un tipo d’imbarazzo diverso. Bogo provò allora a smorzare la piega che la faccenda stava prendendo..

-Signorina Mewny, capisco il desiderio di essere collaborativa, ma come le ho già riferito poco fa.. crede sia necessario raccontare simili particolari al fine dell’indagine? Mi sembra anche che la turbino un poco.- domandò il bufalo africano con fare cortese mascherando anche il suo di imbarazzo nel tono e nell’espressione neutrale. Egli era si un capo veterano della polizia ma le beghe familiari non era mai riuscito a reggerle.
In risposta all’ultima parte in merito al turbamento, la gatta assunse un’espressione dura e seria, che lapidò il capo con un..

-Si!Posso continuare ora?- con un tono che non lasciava spazio ad un “no” come risposta.

-Il giorno del mio compleanno fu traumatico per mia madre, ed in parte lo è ancora. Perché non fu solo l’attentato scampato da mio padre a turbarla, ma un’infermiera sbadata ed incauta ad aggiungere il danno alla beffa..- proseguì Alice ma a quel punto Nick, che dinnanzi alle situazioni imbarazzanti e delicate che lo colpivano sul vivo rispondeva con l’umorismo stupido, dopo il ungo silenzio chiese azzardando…

-Ti ha scambiato alla nascita nella culla?- senza riflettere a dovere per essersi lasciato trasportare.

Alice si voltò verso di lui con lo stesso sguardo mesto di prima, anziché  rispondere in malo modo, come ci si sarebbe aspettati, si mise a ridere divertita dall’uscita della volpe.

-No, non mi scambiarono; l’errore che fece quell’infermiera fu di darmi alla luce senza indossare i guanti, il che comportò annullare il mio odore impedendo a mia madre di riconoscermi temporaneamente e non allattarmi per i primi gironi di vita. Fortunatamente dopo che mio padre giunse si consultò coi medici assieme ai nonni, un dottore cammello gli prescrisse una speciale terapia alternativa per la mamma allo scopo di risvegliare in lei l’istinto materno: essa era eseguita da dei tuareg* del deserto composta per lo più da fennec che allora sostavano nei pressi si Sahara Square, funzionò ed io non morì denutrita. Crebbi e divenni la gattina esuberante che conoscete oggi- disse Alice sdrammatizzando lei sta volta, dopo un interminabile tono serio.

-E’ tutto?- chiese Oteas comprensivo e sinceramente dispiaciuto per la gatta.

-Non ancora signore, prima dovete essere messi al corrente di “come” e “perchè” sono diventata un’agente del GSD- rispose Alice con un leggero sorriso.

-Giusto, prego allora, continui- la invitò il cavallo.

-L’ospedale in cui sono nata, dovete sapere, era il Cliffe Side. Vi ci sarei tornata in futuro per le analisi sovvenzionate dal governo in merito ai miei geni, la notizia di mio padre preso in ostaggio fece scalpore ridestandone l’attenzione, poi il resto venne da se. Fino ai miei primi sette anni di vita ricevetti un’educazione privata a casa, integrata ad un addestramento spionistico didattico in caso di un mio eventuale reclutamento futuro(pensate ad una fila di psicopedagogisti come maestri ed una formazione stile criptex de “Il Codice  da Vinci”). Una volta iscritta alle elementari l’anno successivo conobbi Russell e cominciai una vita normale, all’apparenza, ogni tanto a casa e durante le sessioni estive riprendevo le mie “attività extrascolastiche speciali”. Il mio mentore si chiamava Piberius Tailor, e durante le vacanze estive andavo al GSD Campus, dove venne allestito un campo estivo in partnership con il campus universitario del GSD allo scopo di formare le giovani reclute dai membri senior dell’organizzazione, facendo di me un valido agente operativo (come es. pensate ad una vicenda alla “Cody Banks ”).
Quando fui più grande il primo ruolo che ricoprii fu quello di corriere come i miei nonni ed i miei genitori prima di me, seppur ancora giovane, così ragione presi parte  a quattro missioni di salvataggio e recupero dati in veste di “agente operativo temporaneo junior”. Dopo non c’è molto da dire: entrata nell’adolescenza mi sottoposero al test psicoattitudinale per trovare il lavoro più adatto a me in veste di “agente nascosto”  ed uscì fuori “avvocato” come mestiere.. da allora dopo la scuola al campo seguii dei “corsi di simulazione processuale” prima di essere ammessa a Giurisprudenza. Poi compiuti vent’anni mi sono ufficialmente trasferita qui dopo la laurea, sono stata assunta come giovane associato presso lo studio Lynce&Co dove ora lavoro e  fatto la gavetta per dieci anni. Dopo di che sono diventata avvocato a tutti gli effetti da sei anni a questa parte, oggi il mio capo mi ha affidato “il caso Lionheart” ed alla fine vi ho conosciuti.-
concluse la gatta con un po’ d’imbarazzo, sottolineato dal gesto di girare il dito intorno al bordo del bicchiere di plastica offertale pocanzi da Judy ed Oteas.

Il capitano Bogo aveva ascoltato tutto con estrema attenzione con fare meditabondo, a quel punto intervenne.

-Non si può dire che il gusto per la prosa avvincente non le manchi, ammetto che ha avuto una formazione non comune, interessante ma sono contento che abbia concluso: tutte le sue informazioni forniteci sono certo ci torneranno utili avvocato Mewny, o devo chiamarla agente adesso?- chiese il bufalo.

-Avvocato Mewny lo preferisco capitano, non sono ancora ufficialmente operativa come agente quindi è ancora prematuro- rispose Alice

-Bene, ora mi dica, in che modo potrebbe cambiare il modo di svolgersi delle indagini se il Lynce&Co e la ZPD collaborassero sotto un piano.. “federale”?- domandò previdente Bogo.

-Mrs Lynce in questo momento sta riferendo la situazione alla sede centrale, se ci saranno novità me lo riferirà in serata se non ci metteranno troppo, altrimenti domani: tutto dipende da come i piani alti decideranno di agire- spiegò Alice.

-Capisco, perciò non ci resta altro che procedere come sempre fino a nuovo ordine, sarà meglio avvisare che sta sera si organizzerà la sessione notturna. Meglio fare l’appello per chi ha dato disposizione per il turno di notte e vedere dove gli indizi raccolti ci porteranno per adesso. Hopps, Wilde procedete e se scoprite qualcosa di nuovo riferite ad Oteas, a sua volta riferirà a me.

-Si signore!- dissero entrambi, poi si diressero verso la porta accompagnati da Russell ed Alice, ma quando la gatta stava per uscire il capitano Bogo la richiamò.

-Ah Mewny,so di non essere il suo capo e di non dover essere io a dirle come lavorare ma per il futuro faccia più attenzione, credo sia essenziale per il suo programma, sarebbe un peccato se per un errore dovesse rimetterci.- pronunciò il capo della polizia con comprensione e la legale rispose con un piccolo sorriso.

-Vedrò di essere cauta fin dove potrò, grazie capitano. Neanche lei però si affatichi troppo- e detto questo Alice tornò dagli altri.

-Non male Hector, di certo non ti sei sprecato- commentò Fernández Oteas.

-Oteas, sta zitto!- rispose Bogo.

-Lo sai, mi chiedevo se fosse il caso d’indagare un po’ per conto nostro sulla sua famiglia dopo quello che ci ha raccontato- pensò Oteas.

-Per me sarebbe superfluo, sappiamo quanto basta, anche se quando tutto sarà finito credo che gli chiederò comunque di Francis, è passato abbastanza tempo per sapere come se la passa.

-Quindi anche tu hai pensato che fosse imparentata con lui?- chiese il cavallo.

-Mewny è comune come cognome ma ora abbiamo che lo sia. Ad ogni modo non distraiamoci dal passato e vediamo di procedere- disse il bufalo.

Così commissario e detective ripresero il lavoro.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Salve lettori, nel mio angolo, oggi, vedrò di spiegarvi alcuni segreti che si celano dietro le mie scelte stilistiche e nominative.
Partiamo con G.S.D  il Global Security Center di cui abbiamo scoperto, fa parte anche Alice.

Dovete sapere che non è una mia invenzione, bensì il dipartimento di sicurezza federale che all’inizio doveva essere la base delle missioni spionistiche del progetto iniziale di Zootopia quando era stato pensata come una spy-story.           Una volta accantonato il progetto, tuttavia, esso venne ripreso dal Fandom di Zootopia e usato come sfondo per la ripresa ed evoluzione dei personaggi di cui era composto, che tra l’altro potete trovare su DEVIANART( vedete Aoimotion di fouroclocksart) o Pinterest.                                                                                             
 Questi personaggi sono Jack Savage(la lepre artica a strisce nere ed occhi azzurri ed agente segreto), Cyntia Walker(volpe polare e parthner di Jack) , Gregory Kholer (l’attuale capo del GSD,un cane fox terrier bruno), Sky(altra volpe polare, macchinista ed eccezionale meccanico), Stella Rogers(la fedele e diligente assistente d’ufficio di Cyntia, una furetta con la passione per le parrucche e fiamma non corrisposta di Zac), Zac Goldenwheat ( assistente e discepolo di Jack, un solare e vivace gatto 19enne tigrato, che ho pensato come cugino minore  di Alice e forse molto di più di ciò che sembra in futuro), Piberius Taylor (che ho pensato come lo zio mai conosciuto di Nick, ecco il perché del nome simile), Alexander(una pantera maschio) e molti altri.                          Tutti costoro altro non son che gli ex-compagni ed ex-colleghi e superiori di Alice, che in futuro non vedo l’ora d’introdurre appena risolto il caso in tribunale ed il fattore gruppo hacker.  Grazie ancora a tutti voi che mi seguite e a presto.


*Daphne esiste davvero, ed è la mia cricetina bianca a tre strisce grigie sulla schiena, che ho pensato d’introdurre nella mia storia perché è piccola e perfetta per la questione di Little Rodentia ed eventuali camei con uno dei criceti rossi della Lemmigs Banck (che ho pensato come suo fidanzato) e perciò un valido tramite informativo tra lei Big, Russell, Nick, Finnick ed Alice nel caso determinate indagini future lo richiedano.  Da come avete capito leggendo, il suo carattere è gentile,solidale, timido, accomodante, diligente ma diretto, un’ evoluzione delle caratteristiche che nella vita di tutti i giorni possiede con me. In realtà il suo nome è semplicemente Dafne, ma ho scelto l’originale greco per farlo più anglosassone e quindi più verosimile per la storia. Spero vi sia piaciuta.

*Gregor: salve ragazzi, non ho ancora avuto modo in questo capitolo di presentarvi Gregor e Lucas come si deve, vi anticipo solo che per Gregor mi sono ispirata al carattere e ad i modi di Judah, l’assistente di Princess Carolyn di “Bojack Horseman”, e che Alice per il nome si è ispirata a Gregor Samsa di Franz Kafka, uno dei legali letterati preferiti da Alice. Inoltre anche se non lo sapete, avrete già sentito parlare di  Lucas in qualche modo, il segreto sarà rivelato nel capitolo 15 se gioco bene le mie righe. A presto!

*Giambo: La poesia giambica era un tipo di poesia simposiale della Grecia arcaica nata intorno al VII secolo a.C., caratterizzata da turpiloquio, invettiva, osceno e ridicolo.
Prende il suo nome dal metro che la caratterizza, il giambo appunto, caratterizzato da ritmo ascendente e rapido. L'inventore di questo genere di poesia è ritenuto unanimemente Archiloco di Paro, e i suoi maggiori esponenti sono Ipponatte di EfesoSemonide di Amorgo e il poeta romano Orazio.
Comunemente i
giambi erano caratterizzati da argomenti e toni realistici e come detto il tratto specifico era l'attacco personale, l'irrisione, la derisione, l'invettiva. Essa tuttavia non è da vedere come un genere di poesia negativa, in quanto criticando certe cose, esorta a fare l'opposto.
La poesia giambica si recitava in parakataloghè, la voce narrante era cioè accompagnata da uno strumento a corda o a fiato, senza arrivare al canto spiegato vero e proprio.
La parola ha due possibili derivazioni etimologiche:
  • Iambo, figlio di Ares, che, secondo Omero, aveva un'andatura claudicante (riconducibile alla sequenza delle sillabe breve-lunga) e un tono di voce terrificante e possente (nel giambo ritroviamo, specie nell'invettiva, parole molto dure);
  • Iambe, serva di Demetra, che si narra fosse stata l'unica a far sorridere la padrona rattristata per la sparizione della figlia Persefone (allusione alla derisione tipica del giambo).
 
*Liza Bump: se qualcuno di voi ha mai seguito la serie Ally Mc Beal, avrà notato nelle ultime due stagioni, il personaggio interpretato da Cristina Ricci “Liza Bump”, giovane neo-laureata avvocatessa di successo dai modi arrivisti, sbrigativi e che tratta davvero i casi come fossero quotazioni di borsa a suon di patteggiamenti, compromessi e quant’altro. Essa è davvero odiosa, almeno all’inizio, odiata dalle altre colleghe per la sua arroganza, il fatto che usi la sua età e fascino come arma di seduzione in tribunale per manipolare giudice e giuria e per il fatto che chiama “vecchie” le altre avvocatesse ed avvocati appena può. Ho pensato fosse perfetta come rivale o nemica di Alice a seconda del grado d’antipatia che le darò, nella mia storia ha il ruolo di Vanessa Gekko in Bojack Horseman dove essa è rivale e nemica giurata di Princess Carolyn,  e proprio come l’agente di spettacolo senza scrupoli che è anche Liza darà filo da torciere ad Alice ma grazie alla sua intelligenza, spirito d’iniziativa e fiducia nei propri mezzi l’avrà sempre vinta lei alla fine. Devo ancora decidere la specie per Liza Bump, è sempre felina, ma vorrei il vostro aiuto per decidere. Le tipologie che ho scelto sono…
1) Una Ozelot;
2) Una Lince;
3)Una Caracal;
4)Una gatta del deserto;
5)Una Siamese;
6)Una semplice gatta selvatica o Norvegese delle Foreste.
 A voi la scelta e alla prossima pubblicazione. Ciao a tutti!!

*Protoepmatia: Espressione del proto linguaggio animale tra contagio emozionale, empatia e mimica rapida”; capacità animale di instaurare relazioni di tipo affettivo, che risiede, fra l’altro, nell’abilità interpretativa del linguaggio non verbale e negli efficienti correlati neuronali delle rappresentazioni emotive. Numerosi schemi motori mimico-espressivi e gestuali motori risultano, infatti, ampiamente correlati a specifiche condizioni emozionali e la loro corretta interpretazione consente di poter definire gli animali naturalmente empatici.

*I nonni di Alice sono gli stessi che hanno seguito le vicende del film “Magic in the Moonlight”, avevo detto che in parte mi ero ispirata a Emma Stone per Alice, infatti somigli a sua nonna.

*Francis, il padre di Alice, è lo stesso Francis del film “Felidae”, passato compreso.

*Tuareg: nomadi del deserto
  
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