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Autore: Lila May    26/07/2019    1 recensioni
{ Flash x Tornado } { Second Season }
Tornado, si sa, è una provocatrice nata, ma il segreto per fronteggiarla è solo uno: ignorarla. Flash però è un ninja molto orgoglioso, e a causa dell'esper si sente professionalmente umiliato. Non riesce più a sopportarla, e non sarà un po' di timore revenziale a tenerlo zitto come forse avrebbe dovuto. O forse no?
Dal testo: "Pri e i suoi melensi tentativi di rimorchio su un eterosessuale palesemente preso male furono subito interrotti dall'improvvisa entrata in scena di Tornado; l'esper, volteggiando in aria, spalancò le porte e, con la sua solita strafottente aria da vincente, entrò e andò a sedersi al suo posto. Non salutò nessuno, né cercò di catturare l'attenzione dei due Eroi già presenti.
Ma Flash non poté resistere, non come aveva creduto e sperato di saper fare. Perciò, ancora prima che Tornado potesse iniziare a rompere il cazzo, subito la freddò con un gelido "taci, mocciosa. Oggi non ne ho voglia."
Alché la reazione dell'eroina chiaramente non fu proprio delle migliori. Incrociò le braccia al petto dalle forme acerbe e, imbronciata, proferì: -non ho nemmeno iniziato a parlar–
Flash la interruppe di nuovo. -Allora non iniziare a farlo adesso."
Genere: Fluff, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Genos, Lightspeed Flash, Pri Pri Prisoner, Tatsumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And she never came back again
{ Flash x Tornado }


Ormai era ovvio a tutti gli Eroi dell'Associazione. Tra Tornado del Terrore e Flashy Flash non sarebbe mai potuta funzionare.

Per due orgogliosi classe S come loro sembrava impossibile anche solo provare a collaborare. Spesso scatenati dall'Eroina, i loro continui battibecchi solevano durare ore, e sorgere sempre nei momenti più improbabili. Durante missioni vitali, durante le reunioni. Tornado dal nulla trovava sempre e comunque una critica da smuovergli, e Flash, che non si lasciava mai mettere i piedi in testa da nessuno, l'ennesimo insulto da lanciarle in cambio. La parola "accordo" per i due non esisteva.
O aveva ragione Tornado, o aveva ragione Flash.
Per questo l'Associazione aveva sempre preferito mandarli in missione separati. Nessuno dei due voleva essere surclassato dall'altro, in particolar modo la donna, ecco perché si era sempre cercato di mandare uno da una parte e l'altra tremila chilometri più lontano.
La loro catastrofica sventura però li aveva sempre portati ad incrociare il passo, in qualunque contesto, in qualsiasi modo.
L'ultima, accaduta di recente, era finita persino sui giornali: Flash era stato ostacolato dal pronto intervento di Tornado, che di un gigapolipo blu e viscido ne aveva fatto solo pesce da mangiare fritto, risparmiando al biondo fatica, ingegno e possibilità di farsi distinguere per la sua bravura. Poi, naturalmente, la bella esper dai boccoli verdi aveva colto l'occasione per ricordare allo Shinobi della Luce che lui, come Eroe, era davvero pessimo. No, anzi.
Era davvero una merda. Niente edulcorazioni.
Sarebbe stato bello per Flash non credere a quell'insulto al suo lavoro di Eroe. Ma la verità era che persino uno come lui era ormai arrivato ad un'esasperazione tale per cui qualsiasi cosa che gli aveva detto Tornado nel corso degli anni aveva cominciato ad avere un peso piuttosto irritante. Non era Zombieman, no, né Pri Pri Prisoner, diamine, lui era Flashy Flash; nulla scorreva via, e tutto si incastrava. Un ninja orgoglioso, arrogante e severo, specialmente con sé stesso e specialmente col suo lavoro, non avrebbe fatto passare quelle accuse come nulla.
Era Flashy Flash, e per questo aveva tutte le ragioni per essere incazzato a morte con Tornado.
Non voleva vederla. Non voleva incrociarla nei corridoi, né sederle di fronte al tavolo con gli altri S: il solo pensare alla sua faccina da finta undicenne che se la rideva di tutti loro – di lui – avrebbe potuto seriamente compromettere la sua quiete spiriturale – e a Flash non andava di alterarsi. Non era un tipo litigioso, non se provocato, e quel giorno Tornado non avrebbe affatto avuto la meglio, su di lui. No.
Non più.
-Buongiorno, Flashypuccio.
Era Pri Pri Prisoner, che lo raggiunse al tavolo degli Eroi con un grande sorriso ottimista. Flash nemmeno si rese conto della sua presenza. Continuò come un morto portato in vita per sbaglio a fissare la sedia dove presto si sarebbe seduta Tornado, la katana foderata posta sulla spalla destra e l'aria serissima.
Quasi apatica.
-Flashypuccio?  
Solo quando l'altro Eroe si sedette, lo Shinobi della Luce ebbe modo di captarne la presenza all'interno della stanza. Lo guardò con i congelanti occhi azzurri, e Pri Pri Prisoner rispose a quel saluto gonfiandosi il petto d'una sonora risatina. -Che c'è, biondino mio.
-Mphf.
-Aw, che adorabile versetto scocciato. Sai, Flashypuccio, sei sempre stato un tipo taciturno. Amo gli uomini sexy e silenziosi. Grrrrr.
Nessuna risposta da parte del biondo. Pri Pri Prisoner lo considerò un ammonimento a continuare, o almeno, quella fu la sua creativa interpretazione, e se ne accontentò alla grande. -Parli talmente poco che tutte le volte che apri bocca sembri cambiare tono di voce. Ma oggi devo ammettere di sentirti piuttosto alterato. Cosa succede al mio bel biondino sbrilluccicoso?
Flash chiuse gli occhi per trattenere un sospiro d'impazienza, e così rimase, finto addormentato, a riflettere. Non ne avrebbe parlato con nessuno, non c'era bisogno di farne un caso capitale. Preferiva smaltire da solo l'offesa recatagli da Tornado, barricato nel silenzio e avvolto dal suo fedele mantello bianco. Possibilmente, non vederla.
Non incrociarla.
Pri Pri Prisoner stiracchiò i pettorali vistosi, laddove un adorabile cuore ricamato pulsava rosa da ogni fibra. Poi iniziò a grattarsi tra i ricci lanosi, divertito dall'espressione asettica del collega. -Oggi siamo in anticipo, eh?
Una ciocca bionda di capelli coprì il viso imperscrutrabile di Flash. E basta. Niente più che quel solo ed unico movimento.
-Va bene, va bene, ho capito. Ti va un caffè, Flashypuccio? Dai, almeno il caffè.
Di nuovo nessuna replica.
-Su, ti faccio mettere tanto zucchero, così mandiamo giù quel muso lungo, che ne dic–
Pri e i suoi melensi tentativi di rimorchio su un eterosessuale palesemente preso male furono subito interrotti dall'improvvisa entrata in scena di Tornado; l'esper, volteggiando in aria, spalancò le porte e, con la sua solita strafottente aria da vincente, entrò e andò a sedersi al suo posto. Non salutò nessuno, né cercò di catturare l'attenzione dei due Eroi già presenti.
Ma Flash non poté resistere, non come aveva creduto e sperato di saper fare. Perciò, ancora prima che Tornado potesse iniziare a rompere il cazzo, subito la freddò con un gelido "taci, mocciosa. Oggi non ne ho voglia."
Alché la reazione dell'eroina chiaramente non fu proprio delle migliori. Incrociò le braccia al petto dalle forme acerbe e, imbronciata, proferì: -non ho nemmeno iniziato a parlar–
Flash la interruppe di nuovo. -Allora non iniziare a farlo adesso.
-Come scusami?- Tornado superò facilmente la soglia di sopportazione minima. Staccò il culo dalla sedia e, volando verso l'alto nell'aria tesa della stanza, si impose sul biondo e prese a trucidarlo di verdi dardeggiamenti colmi d'ira. -esattamente tu chi sei, per potermi parlare così? Non ricordo di averti mai calcolato troppo prima di oggi.
-E tu chi sei per poterti permettere questo atteggiamento da neonata?
-Ma... scusami?? Come ti permetti?!
-Chiudi quella fogna, puzza ancora di latte.
Gli oggetti iniziarono a sollevarsi, contornati da un'aura verde mentre Tornado saliva sempre più verso il soffitto. -SCUSAMI?
Flash subì un profondo capovolgimento interiore. Non sopportava quegli schifosi "scusami??????", maledizione, e quando la rabbia fu troppa, il corpo non resistette: gli partì un pugno tremendo contro il tavolo, il quale fece per un attimo saltare la luce e tremare di angoscia tutta l'Associazione. Pri Pri Prisoner, a quel punto della storia, si sollevò dalla sedia e, compreso di non voler essere nemmeno un personaggio di sfondo, si appostò alla porta con un sorriso conciliante. Conciliante e disperato. -Nessuno vuole un caffè, quindi?
-NO.
-Va bene, io sì, però.- e scappò alla ricerca di aiuto.
Tra Flashy Flash e Tornado però era ormai guerra dichiarata.
L'esper furiosa iniziò a tirargli addosso qualsiasi oggetto sotto il suo tiro: computer, cavi, spine elettriche, sedie. Flash tuttavia era veloce, velocissimo, e col bagliore di una coda di cometa bianca schivò qualsiasi tentativo di omicidio da parte dell'eroina, dal primo all'ultimo.
-Come ti permetti?!
Il suo malumore divenne lava pronta a radere al suolo qualsiasi cosa, e così anche quello di Tornado. -Come ti permetti tu, mocciosa.
-Scusami?!
-E piantatela con questo "scusami".
-HO QUASI TRENT'ANNI! L'unico moccioso qui dentro sei tu!
Con un'elegante capriola da falco in volo, il ninja dalle lunghi crini bionde ebbe modo di schivare per l'ennesima volta la raffica di oggetti caricata da Tornado, ma non fu altrettanto fortunato con gli insulti. Infatti l'esper iniziò ad offenderlo e umiliarlo, in una maniera che non fece che peggiorare solo una situazione già di per sé brutalmente compromessa.
Flash sentì l'orgoglio affondare, ma non l'aura funesta del suo ego incazzato. No, quella rimase rigida come un baluardo. Nel rimettersi in piedi, però, non si rese conto che intanto Tornado, approfittandone della sua distrazione, aveva puntato le mani dietro di lui, pronta ad attaccarlo alla schiena. Fu abbastanza veloce da capirne le intenzioni, e si spostò non appena ebbe estratto la katana dal fodero.
-MUORI!- gridò Tornado scandalizzata di rossore in tutto il viso, e con tremenda energia avviluppò il mobile dietro le spalle del ninja e glielo lanciò contro. O almeno, quella fu la sua intenzione primordiale.
Ci mise mezzo frammento di secondo a capire di aver completamente sbagliato mira.
Il suo potere psichico acchiappò infatti Flash, il quale subito iniziò a fluttuare in aria, mantello e capelli che danzavano sinuosi come onde del mare. Lo contornò poi d'una delicata aura verde e, nel gesto di fargli avanzare il mobile addosso, Tornado fece solo avanzare il ninja in sua direzione, sconvolgendo totalmente i piani iniziali che si era prefissata di portare a termine per zittirlo una volta per tutte. Prima di poter gridare lui le cadde addosso, ed insieme finirono a terra.
Prima di potersene rendere conto, le loro labbra erano già finite le une sulle altre, e i capelli biondi di lui, come una tenda gelosa, l'avevano oscurata da tutto meno che il bagliore del suo viso di elfo fiabesco.
Si stavano baciando.
Si stavano baciando, santa pace, e tutto a causa di un tragico errore di calcolo. Di un mobile mancato per sbaglio. Di una stupida litigata tra adulti che forse tanto adulti non erano ancora mai stati, non prima di ritrovarsi bocca contro bocca, anima contro anima. A guardarsi, così incollati. A spaventarsi, l'uno immerso completamente nel riflesso stordito degli occhi dell'altra.
Tornado gli posò le mani sul petto largo, gli toccò l'armatura blu, fredda, e annebbiata dal sapore delle sue labbra immobili di uomo tentò debole di respingerlo.
Non dovette fare molta fatica per liberarsene, però, poiché per una volta Flash fu d'accordo con lei; si tolse subito da sopra il suo corpo, e riposizionata la katana nel fodero si diresse imperscrutabile verso la porta, muto.
Fu rapido, nello spostarsi, ma non abbastanza da poter schivare l'entrata in scena di Pri Pri Prisoner in compagnia di un Genos impostato e pronto a far esplodere l'intero pianeta terra.
-Levatevi di mezzo- fu la replica sbrigativa di Flash, e il cyborg dagli occhi dorati disattivò il reattore della mano destra e gli cedette il posto per farlo uscire dalla stanza.
Tornado intanto si era alzata. Intorno a lei, il disastro. Dentro, solo tanta confusione. -Beh?- sbottò quando sentì gli occhi di Pri Pri Prisoner cercarla tra sedie rovesciate e pc completamente in tilt. -Cosa volete da me?!
-Tornado, che diavolo è successo?
-Nulla.
-QUESTO ti sembra null–
Tornado non li lasciò finire, non le interessava. Come una spina impazzita saettò fuori dalla porta, e dopo essersi sistemata i capelli con le mani scappò via senza più voltarsi indietro.
Non partecipò alla reunione di quel giorno, né si fece più vedere in giro per l'Associazione.
Flash, d'altrocanto, durante il meeting seppe tenere gli occhi azzurri fissi solo sulla sedia vuota di Tornado. La desiderò lì, in quel momento, per poterne studiare le espressioni, poterla leggere nelle iridi.
La desiderò lì con tutta l'ansia del mondo, davvero.

Ma lei non tornò più.





______________________________________
note.
E' indubbiamente una schifezza, ciò che ho appena scritto, così come è vero che indubbiamente voi non mi conoscete; sono nuova nel fandom, mi chiamo Lila, e sono tanto timida ma anche tanto logorroica, dunque direi di iniziare subito a dare qualche spiegazione logica del perché io sia qui. E del perché io in effetti abbia scritto questo aborto. mi sono avvicinata a OPM da pochissimo, proprio dopo la maturità – il meglio per ultimo, come si suol dire –, e anche se il mio eroe favorito per ora resta Amai Mask, non ho potuto non scrivere su Flash. Anzi, Flash e Tornado. Non chiedetemi perché, io li shippo XD.
Lui è uno dei pochi, se non l'unico, che non la teme. Le risponde sempre, senza paura, guardandola persino nelle palle(?) degli occhi, e pur di far valere la propria bravura di eroe – anche se qui avrei da ridire a proposito COFFCOFF – è disposto a litigarci fino all'alba, e pure a duellarci contro. E questo, questo piccolo dettaglio mi ci ha subito fatto buttare un occhio sopra e dire "ehi, Flash, che ti piglia?"
Ha sempre dimostrato di essere un ragazzo freddo, distaccato e quasi robotico, insomma, sì, una statua greca nel suo modo di fare, ma a causa di lei persino uno del suo calibro certe volte se ne esce con delle schifezze allucinanti, così SOTTO TONO rispetto a quello che è lui realmente XD... Tornado gli fa perdere la calma. La fa perdere a quasi tutti, lì dentro, vero, MA la fa perdere ANCHE a lui. E io adoro questa cosa, tantissimo.
Poi, sono quasi sempre vicini. Coincidenze, sì. Ma non per me buahahaha.
Detto ciò, è una storiella senza pretese, la descrizione di un incidente scemo che porta entrambi a riflettere sul loro rapporto, sia in luce professionale che non. Sarei felice se lasciaste qualche parere!
Intanto ringrazio tutti quelli che leggeranno e/o metteranno questa storia in una delle tre cartelline!

XoXo
Lila

Ps: l'episodio del polipo è quello della seconda stagione di OPM.
   
 
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