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Autore: Mr Lavottino    28/07/2019    3 recensioni
*STORIA AD OC*
Blaineley O'Halloran è una famosa psicologa canadese alla ricerca di una cura per le malattie mentali. Per raggiungere il suo obiettivo, decide di fare un esperimento che vede coinvolti dei ragazzi afflitti da disturbi psichici per poterne studiare il comportamento e cercare di trovare un modo per curarli.
I ragazzi verranno quindi chiusi dentro un edificio sotto il controllo di un gruppo di psicologhi.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Josh, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
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Le urla di Blaineley vennero interrotte da un forte rumore proveniente dalla porta. Qualcuno aveva bussato, piuttosto forte, e stava attendendo di entrare. La bionda guardò Josh, che si limitò ad alzare le spalle, dopodiché ritornò a sedere ed invitò il moro ad allontanarsi da lei.
- Avanti.- disse, intrecciando fra di loro le dita delle mani e portando i gomiti sul tavolo. Tenne gli occhi fissi sull'entrata, così da poter capire immediatamente chi fosse "l'ospite".
- Buongiorno, scusatemi se non ho avvisato della visita, ma ero molto di fretta.- fece il suo ingresso nella stanza un ragazzo piuttosto alto, con dei folti capelli rosso scuro, quasi tendenti al bordeaux, e due occhi azzurri - Sono venuto appena ho trovato un buco libero nella mia agenda.- alzò una mano per discolparsi ed in quel momento alcuni tatuaggi divennero visibili.
- Buongiorno a lei, signor Barlow.- Blaineley provò a sembrare la più cordiale possibile ed assunse un'espressione allegra e sorridente. Josh si limitò a fargli un mezzo inchino ed un cenno con la testa.
- Oh, signorina O'Halloran, che piacere rivederla!- il rosso fece un passo in avanti verso di lei e notò una sedia posta proprio davanti alla sua scrivania - Posso?- chiese, ottenendo il permesso dalla bionda con un piccolo cenno.
- Qual buon vento la porta qua?- passò subito al dunque. Era convinta che il motivo di tutti quegli impedimenti che stava subendo era colpa sua, quindi con grossa fatica riuscì a mantenere il controllo.
- Volevo controllare la situazione dal vivo. Ho pur sempre finanziato questo progetto.- accavallò una gamba sull'altra e sorrise.
- Non credo ce ne sia bisogno, c'è già la sua assistente.- Blaineley incominciò a muovere le mani in maniera confusa, facendo capire all'altro il suo nervosismo.
- Beh, io non la vedo.- il signor Barlow alzò le spalle e, sempre con un sorrisetto stampato in volto, iniziò a guardarsi intorno.
- L'abbiamo...- la bionda provò ad inventarsi una scusa, ma in suo soccorso arrivò Josh.
- È l'ora di pranzo, l'abbiamo mandata a prendere da mangiare.- spiegò, con un sorriso in volto. Il rosso ci pensò un po', per poi scoppiare a ridere.
- Pensa te, io se le chiedo di portarmi un bicchiere d'acqua quasi mi uccide. Cosa si fa per spirito di collaborazione, eh?- Josh e Blaineley furono costretti a lasciarsi andare ad una risatina di circostanza.
- Sì, devo ammettere che ha svolto un ottimo lavoro.- disse la bionda. Lentamente, riacquistò fiducia in se stessa, così da poter rendere più credibile quel siparietto che stava facendo. Tentò, come suo solito, di squadrare l'individuo che aveva davanti, ma le risultò piuttosto difficile. Era rilassato, tranquillo e quasi divertito dalla situazione.
- Ne sono veramente, ma mi creda veramente, felice. Ace ha sempre avuto dei... ehm, problemi nel relazionarsi con le altre persone e sapere che con voi si è comportata bene è veramente musica per le mie orecchie.- l'espressione di Barlow non mutò, rimase sempre allegra e gioiosa.
- A noi non ha dato problemi.- tagliò corto Blaineley.
- Uh, queste sono le televisioni che avevate chiesto? Wow, sono davvero belle.- indicò con un dito i dieci schermi presenti alla sinistra della bionda. Provò ad esporsi per osservarne uno, ma la donna si mise davanti a lui e gli impedì di farlo.
- Allora, signor Barlow, cosa mi racconta?- Blaineley capì subito che, se avesse voluto salvare la pelle, avrebbe dovuto giocare d'astuzia.
- Mah, niente di che. Ho passato queste tre settimane indaffarato fra un impegno e l'altro. Trattative con la polizia, riunioni per le dispute territoriali, quelle cose spiacevoli alle quali, però, sono costretto prendere parte.- sussurrò, ripensando alle ore ed ore di colloqui che si era sorbito.
- Deve essere stata dura.- la donna provò a mantenere la conversazione ad un livello amichevole, trovando un sostegno positivo da parte del rosso.
- Oh, non puoi immaginare quanto.- sentire quel ragazzino parlarle senza darle del "lei" la fece imbestialire, ma dovette contenersi - Allora, questi ragazzi?- indicò le Tv, per poi intrecciare le dita fra loro in attesa di una risposta.
- Stanno bene, stanno bene.- la bionda si lasciò scappare una risatina, dopodiché guardò il ragazzo dritto negli occhi - Mi dica, signor Barlow, perché era così interessato a questo esperimento?- assottigliò lentamente lo sguardo.
- Devi sapere che ho un leggerissimo "problema" - mimò le virgolette con le dita - quando bevo l'alcol.- si interruppe.
- Che genere di "problema"?- chiese lei.
- Quando bevo divento aggressivo, è come se un'altra persona uscisse fuori. Per un po' di tempo ho pensato che ciò fosse dovuto ad un'altra personalità nel mio inconscio, ma ho ben presto realizzato che si trattasse semplicemente della "violenza da sbronza", o almeno io la chiamo così. - spiegò, senza mai perdere il sorriso.
- E quindi?- Blaineley voleva sentirsi dire le parole da lui, senza che dovesse azzardare a conclusioni.
- E quindi, quando ho saputo della tua idea, ho pensato che, visto che sei famosa in tutto il mondo, tu potessi scoprire se il mio disturbo fosse effettivamente dovuto ad un'altra personalità.- concluse, per poi lasciarsi scappare una risatina.
- Beh, è sicuramente qualcosa di molto interessante, ma credo che dovrei lavorarci attentamente. Magari dopo la fine dell'esperimento potremmo fare qualche test. - suggerì lei, prendendo la sua agenda. Prese una penna e fece per scrivere, ma venne prontamente bloccata.
- No, non ce n'è bisogno, ho già trovato uno psicologo che ha risolto ogni mio dubbio.- mise una mano in avanti, facendo assumere un'espressione stranita alla donna - Divento solo irascibile quando bevo e, oltretutto, non sono molto bravo a reggere l'alcol.- rivelò.
- Potrei comunque visitarla, del resto sono la migliore.- lo guardò con un grosso sorriso in volto e si accorse subito della sua espressione contrariata.
- Guardi, davvero, sono contento così. Mi fido di quello psicologo, lavorava per quello a cui si rivolgeva il mio predecessore.- mise le mani avanti e cercò di farle capire che non voleva in alcun modo avere a che fare con lei.
- Sta dicendo che quel "qualcuno" sia meglio di me?- Blaineley alzò un sopracciglio e lo guardò con fare investigativo.
- Questo è il problema di voi donne, passate subito sull'offensiva.- Barlow cambiò posizione e si tirò leggermente il colletto della maglia che stava indossando.
- Lei sta insinuando che ci sia qualcuno migliore di me, quindi sono curiosa. Tutto qua.- la bionda gli rivolse un sorriso, talmente falso che nessuno ci avrebbe mai creduto, ed attese una sua risposta.
- Non ho mai detto questo. Magari lui non sarà bravo come lei, ma gode della mia fiducia.- ci mise un po' a parlare, troppo concentrato nel cercare le parole giuste.
- Uhm, quindi è un maschio. Posso già iniziare a stilare una lista.- iniziò a scrivere sulla sua agenda, mandandolo sempre di più in paranoia.
- Le ripeto, non sono interessato.- provò a liquidarla, ma si rese conto che non sarebbe stato così facile.
- Ma adesso lo sono io. - disse, mettendolo definitivamente in scacco.
- No, la prego, non sia assillante.- si lasciò andare ad una risatina di circostanza - Piuttosto, posso vedere come stanno i ragazzi?- chiese, indicando i vari televisori vicino a lei. La bionda sbiancò, conscia che le sarebbe convenuto continuare a parlare di altri argomenti.
- Io... penso che non sia il caso, stanno dormendo per via dell'orario sballato e, onestamente, non c'è un granché da vedere.- istintivamente cercò un bottone sulla tastiera per spengere tutto, ma si ricordò che quella era scollegata e quindi non avrebbe potuto usarla. L'unico modo era staccare la corrente, ma per far ciò avrebbe dovuto abbuiare tutto il Centro di Ricerche.
- Amen, voglio solo guardarli. Sa, non li ho mai visti.- fece per alzarsi, ma la bionda lo intimò di rimanere immobile.
- Stia fermo, non ce n'è bisogno. Sono dei normalissimi teenager.- la donna mise entrambe le mani davanti, mentre delle gocce di sudore iniziarono a scenderle lungo la fronte. Cercò aiuto da Josh, ma si rese conto che il moro era immobile, seduto sul divanetto e con lo sguardo rivolto verso la porta. Tentò di chiamarlo, però venne ignorata.
- Andiamo, solo un'occhiatina. Poi giuro che me ne vado.- il rosso si alzò e si fece avanti, arrivando a pochi passi da Blaineley.
- Ti ho detto di sederti!- la bionda cacciò un urlo fortissimo, al punto che perfino Josh, fino a quel momento estraneo alla situazione, si voltò verso di lei e la guardò con la bocca spalancata.
- Oh, Cristo, come siamo scorbutici qua. Il moretto non ti ha preparato il cappuccino?- disse sarcasticamente l'altro, indicando l'uomo dietro di lui. Blaineley ci aveva provato fino all'ultimo a resistere, ma in quel momento cedette definitivamente.
- Non ce la faccio più. Lo so che è tutta colpa tua se le cose stanno andando in rotoli, quindi smettila di atteggiarti tanto!- gridò e lo guardò con gli occhi iniettati di sangue.
- Cavoli, allora è vero che se qualcuno osa contraddirti diventi un animale.- Barlow scoppiò a ridere e ciò non fece che farla innervosire ancora di più. La bionda si alzò in piedi di colpo e, dopo aver battuto i palmi delle mani sulla scrivania, gli intimò di andarsene.
- Vattene immediatamente da qui.- aveva il fiatone e ad ogni secondo che passava sentiva la sua pazienza sgretolarsi.
- Diamine, credo di non poter fare altro. Ho solo un ultima richiesta, poi, finalmente, me ne andrò.- il rosso si discostò dalla cattedra e si avvicinò sempre di più verso il divano attaccato al muro opposto.
- Veloce.- mantenne lo sguardo fisso su di lui, accorgendosi subito del sorriso derisorio che aveva stampato in volto.
- Riguarda a quell'appuntamento...- iniziò, venendo subito interrotto.
- Non ho più alcuna intenzione di visitarti.- tagliò corto lei, per poi indicargli l'uscita con l'indice della mano destra.
- No, no, no, non capire male.- ormai entrambi avevano smesso di darsi del lei, troppo presi dal momento - L'appuntamento non è per me, ma per due miei sottoposti. Sai, li ho ingaggiati da poco e vorrei verificare le loro condizioni mentali. - spiegò.
- E chi sarebbero?- la bionda lo guardò con fare interrogativo e si rese conto che, dopo la sua domanda, il sorriso sul volto del rosso si era ingigantito ancora di più.
- Te li faccio conoscere subito.- si girò verso la porta ed inizio a parlare - Ehi, voi due, venite qui.- schioccò le dita e due persone fecero il loro ingresso nella stanza. Blaineley inizialmente li guardò senza curarsene troppo, ma, dopo un'attenta analisi, spalancò la bocca e rischiò di svenire.
 
- Voi due... ma come...- Blaineley guardò le due persone entrate dentro in quel preciso istante e, cercando di capire come fosse possibile, sentì il cervello andarle in fumo.
Il primo era un ragazzo moro, dagli occhi grigi, di altezza media e di corporatura esile. La seconda era bionda, con gli occhi azzurri ed era leggermente più bassa di lui.
Blaineley sbatté gli occhi per quasi un minuto, dopodiché si fiondò davanti ai televisori. Kevin e Charlene erano ancora stesi sul divano, testa contro testa, e stavano parlando.
Allora come era possibile che quei due fossero proprio lì, davanti a lei?
Li guardò attentamente e, alternando lo sguardo dalla Tv ai due e viceversa, non riuscì a capacitarsi del perché loro si trovassero a pochi metri da lei. Guardò Josh e, in quell'istante, lo vide abbassare la testa con un'espressione dispiaciuta in volto.
- Mi stai dicendo che ci ha creduto davvero? Dio santo, che idiota.- la bionda parlò e, con ciò, ebbe la conferma che si trattasse di Charlene. La voce era uguale a quella che era solita sentire.
- Beh, Josh aveva parlato delle sue poche capacità di deduzione, ma non mi sarei mai aspettato che cadesse in un tranello banale come questo.- Kevin alzò le spalle e la guardò con la sua solita espressione annoiata e quasi sofferente.
- Resta comunque il fatto che si sia fatta fregare come una scema.- Charlene iniziò a ridere.
- Sicuramente è anche merito di Josh, grazie al suo depistaggio le ha reso impossibile capire il trucco.- il moro alzò le spalle.
- Piano, ragazzi, così non fate che mandarla ancora di più nel pallone.- il rosso fece cenno ai due di smettere di parlare, dopodiché si gettò sul divano ed allargò le braccia sullo schienale, mettendosi il più comodo possibile - Credo che tu pretenda delle spiegazioni, beh, mettiti seduta, è una storia abbastanza intrigata.- le fece cenno di sedersi e Blaineley, seppur riluttante, eseguì il comando tenendo gli occhi fissi sui due ragazzi appena entrati.
- Ci è proprio cascata in pieno.- sussurrò Charlene a Kevin, per poi accennare ad una risatina mentre il moro cercava di farla zittire.
- Conosci Don McGurrin?- domandò Barlow. La bionda esitò per qualche secondo.
- Sì, era uno dei migliori psicologi sulla faccia della terra.- guardò il rosso fisso negli occhi, senza riuscire a capire dove stese andando a parare.
- Perfetto, almeno evitiamo discorsi che allungherebbero il brodo.- batté le mani e le sorrise - Quindi immagino saprai anche come è morto, giusto?- si sistemò sul divano, guardandola con un sorriso beffardo in volto.
- È sparito nel nulla.- rispose lei, leggermente stranite da tutte quelle domande fuori contesto.
- Ecco, in realtà Don McGurrin è stato sparato in testa.- rivelò. Blaineley spalancò gli occhi e lo osservò con un'espressione confusa in volto.
- Cosa intendi dire?- replicò, senza aggiungere altro.
- Che un sottoposto di MacLean gli ha fatto saltare le cervella.- mimò una pistola con la mano e se la puntò alla tempia. Notò che la bionda non sembrava voler proferire parole, quindi andò avanti - Devi sapere che McGurrin ebbe la tua stessa identica idea. - sentendo quella frase, la bionda sgranò gli occhi.
- Anche lui voleva...- non riuscì a finire la frase, si limitò ad attendere che il rosso continuasse.
- Prese nove ragazzi, cinque femmine e quattro maschi, e li rinchiuse dentro ad un'abitazione in piena campagna. Le cavie, come le chiamava lui, erano tutti soggetti con patologie mentali più o meno gravi e, dopo un po' di tempo, si ammazzarono fra di loro.- spiegò, tenendo le dita intrecciate fra loro - Assieme a McGurrin c'era una troupe di psicologi abbastanza noti, fra cui il mio attuale.-
- Quindi lui...- la bionda provò a parlare, ma venne prontamente zittita.
- Fammi finire.- mise una mano in avanti - Di quei nove ragazzi, solamente due riuscirono a salvarsi. Essi vennero presi sotto l'ala di uno degli psicologi, pentitosi per quello che aveva fatto. Lo stesso psicologo chiamò MacLean e chiese la sua collaborazione per riuscire a togliere di mezzo McGurrin, così da sgominare la minaccia di quegli esperimenti disumani.- concluse.
Un silenzio di gelo piombò nella stanza. Tutti si guardarono l'un l'altro, senza sapere cosa dirsi.
- Ahimè, io non ho avuto il privilegio di assistere alla faccenda, poiché, mentre ciò accadeva, ero segregato dentro ad una casa assieme ad altri ragazzi per un omicidio falsato.- Barlow proseguì con la sua spiegazione.
- Quando hai intenzione di dirle la cosa più importante?- Charlene, impazientita dai giri di parole del rosso, gli fece gesto di guardare l'orologio.
- Con calma, ragazzina, ogni cosa a suo tempo.- roteò gli occhi, stanco di quella fretta che tutti erano soliti mettergli.
- Capo, effettivamente ci stiamo girando un po' troppo intorno.- anche Kevin disse la sua, facendolo innervosire ancora di più.
- Oh, che diavolo! Va bene, la smetterò con questi discorsi lunghi e pieni di enfasi.- si prese un attimo di pausa, durante il quale mise gli indici sulle tempie - È una registrazione. Ciò che stai guardando è l'esperimento effettuato da McGurrin e dalla sua squadra di psicologi.- Blaineley in quel momento si alzò di colpo.
- Era tutta... una messa in scena?- sussurrò, tenendo lo sguardo fisso verso il muro.
- Esattamente.- il rosso scosse la testa in segno d'assenso.
La bionda iniziò a capire perché la tastiera non andasse, perché non era in grado di comunicare con loro e, soprattutto, perché l'ambientazione della casa era così retrograda. Portò gli occhi su Josh, che però evitò ogni suo sguardo.
- E lo sai chi è stato ad organizzare tutto ciò?- domandò Barlow. La guardò con un sorriso strafottente in volto ed iniziò a ridere.
- Chi?- la bionda tenne i pugni serrati, mentre pian piano la rabbia iniziò a salirle. L'avrebbe fatta pagare a chiunque aveva osato prendersi gioco di lei in quel modo.
- Sono stato io. - Josh fece un passo in avanti e, guardandola fissa negli occhi, pronunciò le fatidiche parole.
- Tu?- Blaineley scoppiò, istintivamente, a ridere come una pazza. Appoggiò una mano sulla cattedra e, tenendosi lo stomaco con l'altra, puntò gli occhi verso di lui - Adesso si spiega tutto. La colpa è tua.- sussurrò, per poi gettarsi sulla sedia di peso.
- Ero io l'assistente di McGurrin mentre era in corso il progetto. Ho chiesto aiuto a MacLean e grazie a lui sono riuscito a salvare ben due ragazzi.- deglutì, preso dall'ansia - Poi quando anche tu mi hai parlato di quell'esperimento io... ho chiamato lui.- indicò il rosso, che le fece un salutino derisorio con la mano - Così ci siamo messi d'accordo, abbiamo modificato i file per farli sembrare recenti, abbiamo manomesso la stampante e siamo riusciti a riprodurre il filmato sulle televisioni in perfetto sincronismo.- spiegò, facendole capire così che quel piano era in corso da diverso tempo.
- Voi come vi siete conosciuti?- domandò la bionda, ancora tremante.
- Josh è il mio "psicologo di fiducia". È stato lui ad aiutarmi con il mio piccolo problema, quindi ho deciso di dargli una mano come ricambio.- Barlow alzò le spalle.
- Ma che stai dicendo? Josh è un fallito. È un mediocre psicologo che senza di me non sarebbe mai riuscito ad arrivare così in alto. Deve tutto a me. - tenendo i denti digrignati, la bionda iniziò a delirare.
- Credo che sia l'ora di smetterla con questa storia.- il moro si fece avanti e, con un'espressione dura in volto, la guardò fissa - Io sono stato l'assistente di McGurrin per cinque anni. Ho una laurea esattamente come te e non credo di esserti inferiore in nulla.- mosse un altro passo.
- Non dire stronzate! Sei inferiore e lo sei sempre stato fin da quando eravamo piccoli.- urlò Blaineley. Josh, preso dalla rabbia e dalla frustrazione, la colpì in volto con uno schiaffo facendola cadere.
- La vera inferiore qua sei tu. Hai questo ego smisurato che non ti permette di vedere nulla fuori dalla tua linea di pensiero, ed è per questo motivo che fregarti è stato così facile.- la donna si toccò la guancia, dolorante, senza dire nulla. Si alzò da terra e si mise nuovamente a sedere.
- Okay, è molto bello vedere che vi siete chiariti, ma noi qua cosa ci facciamo?- Charlene, stufa di essere messa in secondo piano, richiamò l'attenzione su di se.
- Voi, d'ora in avanti, lavorerete per il signor Barlow.- disse Josh, indietreggiando lentamente.
- Beh, quello lo stiamo facendo ormai da un bel po'. Abbiamo già sostenuto il colloquio.- fece notare Kevin.
-Esatto. Io vi ho tenuto con me in segreto per tre anni, però adesso dovete andare con lui. È un ragazzo intelligente, saprà usarvi al meglio.- spiegò il moro. Kevin e Charlene si guardarono, leggermente straniti, e poi annuirono.
- Ricordatevi che non siete gli unici ad aver subito un trattamento del genere. Perfino io e altri miei sottoposti abbiamo vissuto delle esperienze simili. Il mio scopo è quello di evitare ciò.- disse Barlow, sorridendogli.
- Vuoi dire che ci sono altri individui che trattano le persone in questo modo?- chiese Charlene, eccitata ma indispettita, poiché lei stessa era stata una vittima, allo stesso tempo.
- Certo. Il vostro lavoro sarà proprio quello di sgominare queste minacce. Onestamente, vedere ragazzi che si ammazzano a vicenda non è un mio hobby, quindi preferisco tirarli fuori dai guai, per quanto mi sia possibile.- le parole del rosso non vennero del tutto comprese dai due, ma alla fine non aveva molto importanza per loro, avrebbero fatto qualsiasi cosa che Josh gli avesse ordinato.
- Immagino sarà impossibile vivere una vita normale.- asserì Kevin, sospirando.
- Ehi, siete stati voi due a dirmi di non volere tornare alle vostre vecchie vite. - Josh sospirò, stufo di tutto quel dramma.
- Sì, lo so, era per dire.- il moro tornò poi a farsi i fatti suoi.
- Quindi è deciso, voi due verrete con me. Appena torneremo alla base vi farò conoscere gli altri.- concluse Barlow, mantenendo sempre un sorriso in volto.
- Maledetti...- Blaineley guardò i quattro parlare fra di loro e capì che quella era la sua occasione. Aprì uno dei cassetti della scrivania e ne estrasse una pistola che puntò contro di Josh.
- Oh, cazzo.- si lasciò scappare il rosso, accorgendosi del grave errore che avevano commesso nel non tenerla d'occhio.
- Voi da qui non uscirete vivi.- gridò, tenendo l'arnese ben saldo fra le mani.
- Mildred, non complicare ancora di più la situazione.- Josh provò a farla calmare.
- Non chiamarmi in quel modo!- la bionda cacciò un urlo fortissimo e tolse la sicura dalla pistola - Tu... inutile uomo... lo sapevo che era tutta colpa tua. La gelosia crea dei brutti mostri.- ormai la donna stava delirando, tanto che ad ogni suo movimento i quattro sussultavano per la paura.
- Blaineley, non fare cavolate.- il moro mise una mano in avanti e la invitò a calmarsi.
- Troppo tardi.- quelle parole vennero seguite da uno sparo, dopodiché Josh cadde per terra.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Beh... che dire... scusate. Non ho resistito alla tentazione di mandare la "linea temporale" della storia a puttane. Eh, sì, ci ho messo un bel po' a progettare il tutto, ma alla fine ce l'ho fatta. La PS3, gli accenni al passato, il calendario, tutte cose che volevano ricollegare a ciò.
Un flashback, ecco cos'era quell'esperimento. Josh ha detto a Blaineley di essersi finto McGurrin perché nella registrazione i ragazzi parlano spesso di lui. Inoltre si spiega perché i cavi non fossero collegati. Insomma, era tutto un grosso scherzo del nostro buon Josh.
Spero vi sia piaciuta questa trovata, nel prossimo capitolo scopriremo di più sul retroscena del piano e, inoltre, avremo un degno finale!
 
   
 
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