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Autore: Ino chan    28/07/2019    2 recensioni
Post Avengers: Endgame - SPOILER ENORMI NELLA TRAMA-
Bucky osserva Tony a qualche metro da lui e decide che farà tesoro di quell’insegnamento. Vivere per combattere, vivere per dare , vivere per proteggere. Vivere per vivere ancora.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vivere per vivere ancora



-Quell’uomo… Howard…-
Steve annuisce, sì quell’uomo era il figlio di Howard Stark. Bucky è così ridotto male che quasi non riesce a parlare, riverso sui sedili del quinjet, il  braccio avvolto attorno al torace,  tossisce spesso e di tanto in tanto, sputa un grumo di sangue e saliva.  T’Challa li ha raccolti all’esterno della base, ad un passo dall’aereo, e non solo li ha aiutati a salire, ma si è messo al posto di guida, lasciando a Steve la possibilità di riposare sul sedile accanto al capo di Bucky. Allunga una mano verso di lui, gli sfiora i capelli bagnati di sudore e incrostati di sangue. Un tempo, sarebbe bastata una carezza ad entrambi per sistemare le cose, ma purtroppo non sono più quei ragazzini a cui bastava poco per sentirsi al sicuro. Sospira lasciando cadere il braccio e torna ad osservare il soffitto, gli occhi lucidi e il respiro superficiale nel petto. -Era solo un ragazzo.- lo sente dire.
Sì, Tony era solo un ragazzo quando Howard e Maria sono morti. Un ventunenne con tanti problemi, che una volta rimasto solo, è scivolato senza rimedio verso l’alcolismo. Steve ricorda perfettamente le parole di Jarvis, il consunto maggiordomo di casa Stark, che riuscì ad incontrare qualche giorno prima della sua morte. La perdita di Maria, ritrovarsi di colpo senza l’amore di sua madre, è stato il colpo che ha fatto di Tony Stark la persona che, per anni, il mondo ha conosciuto. Il capitano di industria senza scrupoli, il playboy insensibile all’amore, il bastardo che vendeva armi a destra e a sinistra  preoccupandosi solo del proprio portafoglio.


“Per quanto lo abbia amato come un figlio,  niente può sostituire l’amore di una madre…
… Una parte di Tony è morta quella sera, assieme a lei.”



Bucky chiude gli occhi.
Sa perfettamente di non aver ucciso volontariamente Howard e Maria. Era solo un’arma, una pistola carica… Un maledetto oggetto. Però, non riesce a non sentirsi in colpa. Per Stark, che ha visto accecato dal dolore, così tanto da aggredire, non solo lui, ma anche Steve, ma anche per Howard e Maria. Li ricorda vagamente. Nella nebbia del brainwashing di Zola, sono solo delle macchie confuse. Ma il prima, quello lo ricorda fin troppo bene. Ricorda la sera quando, dopo aver vinto l’ennesima partita a poker ha costretto Howard a tornare nella sua tenda in mutande e ricorda la voce di Maria, mentre seduta alla toletta, circondata dalle altre ragazze del corpo di ballo di Captain America, canticchiava mentre si spazzolava i fini capelli biondi. Erano dei bravi ragazzi, brave persone che meritavano di vivere, e lui…
-Buck non è stata colpa tua.- Steve stoppa il filo dei pensieri stringendogli la mano sul fianco - Non sei stato tu a volere la loro morte.-
-No, ma li ho uccisi comunque… E quell’uomo ha tutto il diritto di odiarmi…-



Quando Stark si volta, nel bel mezzo della battaglia contro Thanos, è sorpreso di vederlo . Quasi fosse lui la vera nota stonata e non un esercito di mostri. Lo fissa, per un lungo momento, nonostante attorno a loro si stia scatenando l’inferno, e Bucky non può fare a meno di notare che ha iniziato a mettere i capelli bianchi.
-Sergente Barnes.- la voce di Tony si mischia a quella di Howard, nel ricordo confuso della sua morte e Bucky si avvicina di qualche passo ancora, il capo chino e il fucile premuto contro il fianco. Tony è chiaro che non sa cosa pensare, arretra a vederlo avvicinare, ma allo stesso tempo, pare incuriosito dal suo fare -Cosa vuoi?-
-Mi dispiace.-
-Non è il momento Barnes.- No, invece, non c’è momento migliore. Se ha imparato qualcosa dalla vita è che nessuno può mai sapere cos’è che succederà da un minuto all’altro, soprattutto se stai combattendo una guerra. Tony fa per allontanarsi, ma Bucky lo afferra per un gomito costringendolo a voltarsi di nuovo verso di lui.
-Mi dispiace.- ripete. Gli dispiace così tanto di essere vivo al posto di Howard e Maria. Gli dispiace così tanto di averli uccisi, di averlo privato dell’amore di sua madre ad un’età così delicata. Tony lo fissa sgomento mentre continua a scusarsi come se fosse un fiume in piena. Ad una certa, non sa più se sta rivolgendo le sue scuse solo a Stark, ma a tutti quelli  a cui ha privato di un familiare. Perché ogni uccisione sul suo curriculum era il figlio, il marito, il padre di qualcuno.
-Figliolo…- Bucky lo lascia andare di colpo - …Va bene così…Non è stata colpa tua.-
Tony accenna un lieve sorriso, anche se si capisce che è una fatica per lui, sorridergli. Lo odia con ogni fibra del suo corpo, ma sta cercando di fare la cosa giusta. Di essere imparziale, anche se non vorrebbe farlo… -Io ho venduto morte per quasi tutta la mia vita… E ora…- Ora ha progettato un’armatura che non lo farà tornare indietro da chi ama, ma che darà al mondo una seconda possibilità. Dopo aver seminato morte per quasi tutta la vita, ora darà la vita.
-Tutti possono dare qualcosa al mondo… Anche tu.-

Tony giace morente a qualche metro da lui. Bucky sa perfettamente a cosa si riferiva. Era il Mercante di Morte, prima di venir rapito e risorgere dalle profondità di quella grotta in Afghanistan come Iron man. Da quel giorno non ha fatto altro che cercare di riscattarsi, arrivando alla fine, a dare la sua vita per un mondo migliore. Mentre piega il ginocchio a terra, non riesce a non pensare che, per quanto ingiusta la sua fine, la vita di Stark è stata una vita ben spesa…

“Tutti possono dare qualcosa al mondo… Anche tu.”

Annuisce a sé stesso e a quella voce che riecheggia nel silenzio del campo di battaglia ormai svuotato. Se è così che riuscirà a vivere ben venga. Vivere per gli altri, vivere non per fare ammenda, per essere un’ombra di pentimento su un muro, ma un esempio da seguire. Per insegnare che, chiunque, può risorgere dal proprio inferno, basta volerlo. Bucky osserva il corpo di Tony a qualche metro da lui e decide che farà tesoro di quell’insegnamento. Vivere per combattere, vivere per dare , vivere per proteggere. Vivere per vivere ancora.
 
 
 
 
 
FINE.
Dopo aver visto la scena tagliata di Endgame ho deciso di scrivere questa piccola storia. Se vi fa piacere, fatemi sapere che ve ne pare :D

Note e disclamers.
 
• Alcolismo: Nell’MCU , l’alcolismo di Tony è diventato un disturbo post-traumatico da stress a seguito dei fatti narrati nel primo film degli Avengers. Vi consiglio di leggere l’arco narrativo “Il demone nella bottiglia” se ne volete sapere di più su questo aspetto di Tony.
• Edwin Jarvis: Nell’MCU è semplicemente l’assistente di Howard,mentre nel Comic-verse è una figura simile all’Alfred di Batman.
• Arnim Zola : È un genetista che lavora per il Teschio Rosso. Si dice che sia stato lui a creare i sieri per i Soldati d’Inverno e la macchina per la loro manipolazione mentale.
• È stato detto che, l’armatura di Tony, non era progettata per la sopravvivenza del suo ospite.
   
 
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