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Autore: LadyGwen92    28/07/2019    0 recensioni
Un incidente inaspettato, manda Sakura nel passato. Ha la possibilità di salvare tutti, ma come dice il saggio " Giocare con il tempo può portare delle conseguenze pericolose".
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Minato Namikaze, Rin Nohara, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il cuore di Sakura batteva violentemente contro la cassa toracica mentre correva lungo il corridoio dell’ospedale. Poteva vedere i pazienti vicino alle porte delle loro stanze sbirciare fuori, con occhi spalancati per il terrore quando avevano sentito una voce forte trasmessa per l’intero villaggio che annunciava che erano sotto attacco. Lei aveva lasciato ordini categorici per gli altri medici; uno dei tanti era quello di chiudere l’intero ospedale quando sarebbe uscita. Dovevano assicurarsi la sicurezza dei pazienti, senza  il rischio che nessun nemico potesse entrare in qualche modo.
 
Il medico dai capelli rosa si fermò di colpo. Un forte sussulto le sfuggì dalle labbra e i suoi occhi
si spalancarono mentre si guardava intorno con circospezione. Il villaggio che amava non esisteva più.
Le case venivano leccate da alte fiamme affamate; i civili correvano  in direzioni opposte in preda alla paura e alla disperazione. Le donne gridavano in pena, per le loro case rotte  e i loro mariti morti. Con orrore, vide alcuni bambini in piedi in stato di shock come se fossero stati  incollati al suolo da qualche forza invisibile.
 
Stringendo la mascella, Sakura aumentò il passo. Doveva affrettarsi a raggiungere la torre dell’Hokage. Tsunade- Shishou avrebbe avuto bisogno di lei. E così corse più veloce che poteva, cercando di ignorare  il suo cuore che stava minacciando di fermarsi quando per un momento aveva pensato a Naruto.
 
Per favore sii prudente!
 
Per poco le gambe non  cedettero quando arrivò. Si guardò attorno confusa, notando quella
parte del villaggio  stranamente deserta. Se fosse stata al posto del nemico, come prima cosa avrebbe tentato di eliminare l’Hokage. All’improvviso, sentì un debole suono di passi alle sue spalle.
Si voltò rapidamente adottando una posizione difensiva; un kunai pronto in mano.
 
Le sue labbra si aprirono leggermente quando vide il proprietario di quei passi, in piedi, a pochi metri di distanza da lei. Lo studiò attentamente notando che era diventato più alto da quando lo aveva visto l’ultima volta. Anche i suoi capelli corvini erano più lunghi e quasi gli toccavano le spalle. La stava guardando con i suoi soliti annoiati occhi scuri. Sakura assottigliò lo sguardo, soffermandosi sul viso pallido e inespressivo del giovane.
 
“ Sakura”
 
“ Sasuke”
 
Un sorriso malvagio adornò i lineamenti di quest’ultimo. Si irrigidì immediatamente. Aveva sentito alcune voci secondo cui Sasuke si era unito con l’Akatsuki da quando era fuggito da Orochimaru, ma mai avrebbe pensato che sarebbe venuto ad attaccare il loro villaggio, e cosa ancora più importante, che avrebbe cercato di uccidere Naruto per il ottenere il biju.
 
Gli occhi scuri di Sasuke si trasformarono presto in cremisi e Sakura capì che intendeva attaccarla. Il ragazzo in piedi di fronte a lei, sicuramente non era il ragazzo che conosceva. Ma nemmeno lei, era la bambina che lui conosceva.
 
“Come hai potuto?” chiese mentre si circondavano, nessuno di loro voleva essere il primo ad attaccare. Il tono accusatorio e saturo di disapprovazione. Quando non le diede una risposta, strinse la mano libera in un pugno. “ Come hai potuto?!” gridò rabbiosa e si fece avanti. Indirizzò il pugno verso di lui che si affrettò a schivarlo. Tuttavia non fece alcuna mossa per contrattaccare, il che la fece imbestialire di più.
 
Farla arrabbiare doveva essere il suo obiettivo da sempre. In risposta, le sorrise leggermente e inclinò la testa quasi in modo beffardo.
 
“ Tu e Naruto siete entrambi degli sciocchi.” Parlò, la voce dura nel silenzio inquietante che circondava entrambi.
 
“ L’unico stupido qui sei tu!”
 
Sakura si guardò alle spalle, osservando Kakashi – sensei  avvicinarsi furiosamente a loro. Guardò il ragazzo dai capelli biondi accanto a lui e fu sollevata e al tempo stesso preoccupata di vederlo.
Quasi a percepire che lo stava fissando, Naruto ricambiò il suo sguardo. Il sorriso forzato che sbocciò sul quel viso baffuto le spezzò il cuore. Sapeva che non avrebbe mai rinunciato a Sasuke.
 
“ Lascia fare a me, Sakura – chan!” disse Naruto, camminando verso l’erede Uchiha. Si trovarono uno di fronte all’altro, solo pochi passi a dividerli, “ Sasuke”.
 
 È giunto il momento di porre fine a questa storia.;” disse Sasuke, fissando gelido il suo ex compagno di squadra.
 
“ Se è questo che vuoi,” il biondo serrò la mascella e in un attimo scomparve. Al suo posto apparvero due cloni che corsero in direzione di Sasuke, che lui prontamente sconfisse e si girò  di scatto per affrontare il vero Naruto la cui mano reggeva una sfera blu di chackra.
 
Sakura rimase a bocca aperta quando il rasengan colpì Sasuke dritto nel petto. I suoi occhi
 si spalancarono quando il corpo dell’Uchiha scomparve, lasciando il posto a un grosso baule di legno: un jutsu sostitutivo.
 
Guardò con il cuore pesante i suoi compagni combattere seriamente, e sembrava che nessuno dei due fosse intenzionato a cedere. Sentì una fitta al petto e scosse leggermente la testa quando Naruto venne scaraventato indietro e cadde sulla schiena. Kakashi- sensei era lì accanto a lei, ma anche lui non fece nulla, limitandosi semplicemente a guardare. Dovevano rimanere fermi a non fare nulla? Come potevano rimanere lì e lasciare che Naruto e Sasuke si autodistruggessero? Come si erano ridotti fino a questo punto?
 
 
La kunoichi dai capelli rosa fece un passo in avanti ma si bloccò rapidamente sul posto quando una voce forte risuonò dietro di lei.
 
“ Adesso! Non possiamo permettere loro di prendersi tutto il divertimento.”


Sakura e Kakashi si girarono contemporaneamente. I loro sguardi si posarono sull’uomo con la maschera arancione che avevano incontrato quella volta nei boschi, quando avevano cercato invano di riportare indietro Sasuke. Accanto a lui, riconobbero immediatamente l’uomo dalla pelle blu, il vecchio compagno di Itachi.
 
“ Mi occuperò io dell’uomo con la maschera arancione,” il tono di Kakashi non ammetteva repliche. Sapeva cosa stava facendo. Sapeva che era disposto a combattere con il misterioso uomo mascherato per il suo bene. Conosceva  il compagno di Itachi perché aveva letto
 tutte le informazioni necessarie in precedenza e quindi era più preparata ad affrontarlo.
 
Kakashi sollevò immediatamente la fascia, rivelando il suo sharingan. Il ninja mascherato ridacchiò, come se trovasse divertente l’intera situazione.
 
Sakura lanciò un’ultima occhiata a Naruto e Sasuke e poi guardò l’uomo simile a un pesce. Era pronta a combattere.
 
Non sapeva da  quanto tempo stava combattendo con Kisame. Si raddrizzò e si guardò intorno; avevano iniziato a combattere proprio di fronte la torre dell’Hokage, ma ora si trovavano da qualche parte fuori Konoha. L’aveva portata lì di proposito?
 
Un gemito le sfuggì quando fu costretta a saltare di lato, riuscendo a malapena a schivare un fendente della spada del suo avversario. Imprecò mentalmente e lo guardò: era stanco ma non quanto lei. Reindirizzò il suo sguardo verso pelle di squalo che sembrava succhiare ogni particella di chakra quando veniva in contatto con lei.
 
“ Stanco, uomo – pesce?”
 
“ Neanche un po’”, rispose lui sorridendo, mostrando i suoi strani denti affilati.
 
All’improvviso, sentì Kakashi urlare qualcosa contro di lei, ma sfortunatamente non riuscì a capire nemmeno mezza parola, troppo occupata col suo combattimento. Schivò appena in tempo la spada di Kisame e tentò di colpirlo al ginocchio, ma lui saltò all’indietro. Corse verso di lui, sorprendendolo perché non si aspettava un altro attacco così presto. Purtroppo, riuscì a bloccare i suoi colpi e si mise a ridacchiare quando lei imprecò sottovoce.
 
In quel momento lui contrattaccò. Sakura ansimò rumorosamente quando percepì qualcosa di duro scontrarsi con il fianco sinistro. Un dolore lancinante le attraversò il corpo e  dovette mordersi la lingua per non urlare. Il suo sguardo si posò sul  fianco sinistro, la ferita era troppo profonda, ma non poteva permettersi di sprecare l’ultimo briciolo di chakra per guarire se stessa, specialmente quando il suo nemico era ancora in piedi.
 
“ Pensavo di lasciarti un regalino per ricordarti di me,” Kisame ridacchiò mentre la guardava. Girò la spada, appoggiandola contro la spalla.
 
Si udì una forte esplosione e sia Sakura che Kisame si voltarono a guardare l’enorme nuvola rossa che stava rapidamente radendo al suolo l’intero villaggio. Naruto…il chakra della volpe a nove code.
 
Un nodo improvviso minacciò di strangolarle il cuore. Era impossibile che Naruto e Sasuke potessero sopravvivere…
 
“Merda,” imprecò Kisame mentre guardava impotente la nuvola rossa scoppiettante di chakra avvicinarsi sempre di più.
 
“ Non può finire così”, sussurrò Sakura sentendo le ginocchia cedere. Cadde con un forte tonfo e il suo intero corpo tremò violentemente. “ N…Naruto…” sussurrò un attimo prima che il chakra rosso si scontrasse contro di lei.
 
Venne trascinata via, come se un onda invisibile minacciasse di farla annegare. Cercò di lottare, ma più lottava e più faceva male, e così lentamente si arrese.  Fissò con orrore il chakra rosso spazzare via tutto e tutti; terra, alberi, rami, una volpe rossa, alcuni scoiattoli, se stessa, Kisame e…Kakashi.
Cercò disperatamente di aggrapparsi a qualcosa, ma era inutile. Rilasciò un urlo quando sentì il terreno mancarle sotto i piedi. I suoi grandi occhi color smeraldo fissarono il cielo scuro. I capelli rosa le coprirono il viso. Sapeva che stava cadendo. Mentre allungava le braccia invano, si chiese quanto ci voleva per sentire l’impatto. Mentre guardava in alto, vide un piccolissimo Kakashi sul bordo della scogliera. Improvvisamente chiuse gli occhi.
 
Questo è.
 
Un ricordo molto vivido balenò nella sua mente. Vide capelli biondi e un sorriso genuino. Dove trovava la forza per sorridere sempre? Quanto era bello il suo sorriso. Perché non se n’era accorta prima?.
 
Naruto…
 
L’impatto arrivò spietato. Subito il dolore colpì il suo corpo; come se fosse stata pugnalata da migliaia di coltelli affilati. Aprì la bocca per ansimare ma l’aria non arrivò mai. I suoi si spalancarono quando si rese conto di essere sott’acqua. Combattendo con le sue uniche forze rimaste, riuscì a raggiungere la superficie. Aprì la bocca e ansimò, immettendo avidamente quanta più aria possibile nei polmoni, mentre tossiva violentemente. Nuotò in direzione di un grosso pezzo di legno e si aggrappò, scavando con le unghie la superficie indebolita per sostenersi, evitando di affondare. Poi, le sue palpebre si chiusero senza preavviso e perse i sensi.
 
                                                                +  +  + 
 
Sakura gemette rumorosamente mentre si spostava su un lato. Tutto il suo corpo era dolorante come se qualcuno l’avesse pestata a sangue. Respirò profondamente e poi aprì gli occhi. Per un po’, si guardò intorno, sentendosi piuttosto sconcertata da quello che la circondava. Dove sono?
Nascose i capelli arruffati dietro le orecchie, notando che i suoi capelli, così come i suoi vestiti erano bagnati fradici. Sbatté le palpebre quando una grande onda la colpì da dietro facendole perdere l’equilibrio. Ansimò per il dolore e artigliò le mani nella sabbia per non essere trascinata in mare.
 
A corto di fiato, si sdraiò sulla sabbia quando fu sicura che l’acqua non potesse raggiungerla. Si guardò di nuovo intorno. C’era il mare e la riva. C’erano luci e nell’aria, le voci di persone che cantavano, piangevano, parlavano e urlavano.
 
Poi tutto le tornò in mente. Un ondata di freddo si insinuò nel suo corpo e nella sua anima. Cercò di sedersi ma un dolore lancinante al fianco le ricordò del regalino che le aveva fatto gentilmente Kisame. Avrebbe dovuto essere morta. Perché non era morta? Si morse il labbro, reprimendo un urlo. Si sdraiò sulla sabbia, e il battito del suo cuore era talmente forte che poteva sentirne le pulsazioni in gola. Alla fine emise un forte grido e seppellì la testa sulla sabbia.
 
“ Kami!” Una voce forte parlò. Sakura non mostrò alcun segno di averla sentita mentre continuava a piangere a dirotto. “ Ragazza? Stai bene?”
 
Lentamente, sollevò la testa per fissare una donna alta dall’aspetto paffuto. Indossava un semplice Kimono e uno sguardo sconvolto verso di lei.
 
“ Oh” Anche tu vieni dal villaggio della foglia,vero?” Chiese, rannicchiandosi acconto alla ragazza dai capelli rosa, “ Ti ha lasciata indietro?”
 
Si ritrasse al tocco delicato della donna. La sua mente vacillò per un secondo, ma le parole di quella donna non avevano senso.
“ Naruto…” sussurrò un attimo prima che i suoi occhi ruotassero e ancora una volta l’oscurità l’avvolse.
 
                                                            + + +
 
 
Sakura Haruno si svegliò urlando, il suo cuore batteva forte per il terrore. La paura sembrava un’entità vivente accanto a lei, nella stanza buia per un momento, rimase  immobile, le sue orecchie sentivano chiaramente il mormorio di voci e suoni di passi che si avvicinavano nella stanza.
 
“ Per favore, fa attenzione!” Sussurrò una voce femminile. Il movimento della maniglia della porta le fece battere il cuore ancora più forte. Con fatica si mise a sedere, appoggiandosi ai gomiti mentre guardava la porta aprirsi. Le ci volle un momento per adattarsi alla luce, ma poi sulla soglia vide un uomo alto e dai capelli scuri. Notò l’uniforme ANBU e si accigliò quando vide che teneva in mano qualcosa.
 
“ Dove lo hai preso?” Chiese l’uomo, la sua voce era profonda, esperta e lenta.
 
“ Io…” cominciò a balbettare mentre i suoi occhi si posavano sul copri fronte  che l’uomo teneva in mano., “ Quello è mio”, parlò e si accigliò. Non l’avevano riconosciuta? Dov’era l’Hokage? Che cosa era successo? Naruto…stava bene?
 
“ Non mentire! Lo avevi con te quando ti abbiamo trovato!” accusò, “ Dimmelo adesso oppure preparati ad affrontare terribili conseguenze!”
 
Il medico dai capelli rosa scosse la testa; era confusa e leggermente spaventata.
 
“ Certo che lo avevo con me…” rispose, sentendosi completamente sbalordita. È il mio copri fronte, ecco perché!”
 
“ Capisco…hai deciso di non collaborare, allora”, disse l’uomo mentre la fissava.
 
“ Sei sordo!” la già precaria pazienza di Sakura svanì. “ LO  AVEVO CON ME PERCHE’ QUEL COPRIFRONTE APPARTIENE A ME.” Si fermò per inspirare. “ Dov’è Tsunade – Shishou? Chiedo di vederla.”
 
“ Tsunade?” Ripeté l’uomo, sorpreso da quella richiesta. “ Di che cosa stai parlando? E chi diavolo sei tu per fare una richiesta del genere?”
 
“ Penso che sia abbastanza, Hitoshi.”


Un uomo alto dai capelli biondi era in piedi all’ingresso della stanza, con la spalla appoggiata al telaio della porta. Gli occhi di Sakura si spalancarono.
 
“ N- Naruto!” Esclamò lei. I suoi occhi si illuminarono alla vista dell’uomo.
 
“ Mi dispiace, penso che tu mi abbia scambiato per qualcun altro,” disse l’uomo con calma e delicatezza, “ Lascia che mi presenti, mi chiamo Minato Namikaze.”
 
“ Oh…”, rispose  fissando il volto dell’uomo. Assomigliava troppo a Naruto. Ma ora che lo guardava più attentamente, poteva notare che era un po’ più vecchio e più alto. I suoi capelli biondi erano più lunghi…e non aveva baffi sul viso. “ Sono Sakura…Sakura Haruno.”
 
“Ah, bene Sakura, credo che tu io abbiamo molto da capire”, disse l’uomo, offrendole un sorriso molto familiare.
 
Annuì impercettibilmente. Non riusciva nemmeno a pensare. Cosa diavolo stava  succedendo?
 
“ Yondaime..” iniziò Hitoshi, ma Minato lo interruppe con un gesto della mano.
 
“ Va tutto bene Hitoshi, puoi andare adesso.”
 
La mascella di Sakura si abbassò mentre fissava l’uomo davanti a lei, “ Oh Kami…No…oh no…per favore ditemi che sto ancora sognando.”
 
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Tutto ciò che riguardava la ragazza dai bizzarri capelli rosa sembrava assolutamente fuori posto. Quando gli abitanti del villaggio gli avevano comunicato che avevano trovato uno dei loro ninja, una ragazza sull’orlo della morte, Minato era rimasto perplesso. Nessuno la conosceva o si ricordava di lei, quindi era impossibile che fosse originaria di Konoha, tuttavia aveva il loro stesso copri fronte , e questo bastava per aprire un’indagine.
 
Trovò ragionevole rimanere un po’ distante da lei per non spaventarla. Sembrava sinceramente confusa, ma le spie erano maestri nell’arte della recitazione, quindi bisognava procedere con molta cautela.
 
“ Come ti senti?” le chiese, i suoi luminosi occhi blu scrutarono i suoi lividi. I medici avevano fatto un ottimo lavoro, “ Il medico responsabile mi ha detto che avevi un taglio abbastanza preoccupante…”
 
Sakura annuì lentamente e distolse gli occhi dai suoi. Il suo sguardo intenso la infastidiva. Era doloroso guardare occhi così familiari. Le ricordavano Naruto.
 
“ C’è…” Minato fece una pausa e lei percepì esitazione nel tono di voce. Non era sicuro di come formulare quella domanda indesiderata, “ qualcosa che vorresti dirmi?”
 
Sapeva che stava andando contro tutte le raccomandazioni di Hitoshi. Sia lui che molti altri volevano sapere chi era quella ragazza il prima possibile. Tuttavia questo forse non era il modo migliore per ottenere delle risposte. Era giovane. Probabilmente aveva la stessa età di Rin e Kakashi.
 
E lei? Voleva davvero raccontarglielo? Come avrebbe reagito? Avrebbe fatto finta di crederle e poi avrebbe chiamato i medici; l’avrebbero rinchiusa in una stanza buia etichettandola come una ragazza pazza? O forse le avrebbe riso in faccia? Come avrebbe potuto credergli quando lei per prima aveva difficoltà ad accettare cosa stava succedendo?
 
Il labbro inferiore tremò e abbassò gli occhi.
 
Forse dovrei solo scappare.
Ma chi voleva prendere in giro? Come poteva sperare di scappare indisturbata? Tutti conoscevano le storie su di lui. Stava fissando una leggenda vivente, una leggenda vivente, che a conti fatti avrebbe dovuto essere morta. Le gambe di Sakura si mossero in automatico e i suoi piedi toccarono il pavimento freddo dell’ospedale. Gli occhi color smeraldo in direzione della porta. Tuttavia l’Hokage dai capelli biondi sembrò consapevole dell’improvvisa volontà di fuggire da parte della ragazza. Le appoggiò una mano sulla spalla , tenendola ferma.
 
“ Posso assicurarti che nessun vuole farti del male.”


Lei studiò di nuovo i suoi lineamenti per cercare di capire se fosse il caso di fidarsi o meno. Poi si ritrovò ad annuire lentamente. Non poteva scappare, non mentre si sentiva così debole.
 
“ Bene. Ora, forse potresti parlarmi dei tuoi genitori? Vorrei fargli sapere che sei in buone mani.”
 
Sbatté le palpebre al tentativo dell’uomo di ottenere informazioni, “ I miei genitori sono morti.” Replicò lei e alzò la testa per incrociare il suo sguardo, “Io…vivevo con mia nonna. Ha una casetta in campagna…ma sfortunatamente è morta e quindi ho deciso di tornare a Konoha….” Concluse, facendo una smorfia per quella bugia. Tsunade – Shishou la criticava sempre quando si trattava di mentire.
 
“ Una delle molte qualità di cui un ninja ha bisogno per raggiungere il successo è sapere come mentire in maniera impeccabile.” Le diceva spesso Tsunade quanto capiva che Sakura le mentiva su qualcosa.
 
Minato la guardò con un’espressione illeggibile sul volto. In risposta, si agitò nervosamente sotto quello sguardo attento.
 
“ Mi dispiace moto per i tuoi genitori e per tua nonna,” fece una pausa, qualcosa sembrò vacillare nel suo sguardo penetrante, ma Sakura non poteva sapere a cosa stesse pensando. Le credeva? “ Forse dovremmo discutere della tua permanenza qui, se vuoi seguirmi ne parleremo meglio nel mio ufficio. Gli antidolorifici che ti hanno somministrato stanno facendo il loro effetto e non sentirai alcun dolore.”
 
Lentamente, si alzò e allungò le gambe, mettendo alla prova la propria forza. Minato aveva ragione, non sentiva alcun dolore.
 
Una volta fuori dall’ospedale, la kunoichi dai capelli rosa fece un profondo respiro. Si guardò intorno cercando di mantenere  un espressione naturale, ma la cosa si rivelò molto difficile da realizzare quando il villaggio che conosceva da sempre le sembrò completamente diverso. Le strade erano più larghe e più pulite. Le case sembravano essere state costruite di recente. Notò che al posto di alti edifici c’erano alcuni negozietti locali. I suoi passi vacillarono quando svoltò a destra e vide il simbolo della polizia militare di Konoha. Il suo cuore si fermò e improvvisamente ansimò in cerca d’aria. Per la prima volta da quando si era svegliata, stava finalmente facendo i conti con quello che le stava accadendo. Non sapeva come fosse successo, ma…era tornata indietro nel tempo.
 
“ Calmati,” disse la voce di Minato da dietro di lei. Le avvolse un braccio attorno alla spalla e la guardò. Sakura si girò per guardarlo, facendo bella mostra delle lacrime nei suoi occhi, “ Stai male?” chiese preoccupato.
 
Lei scosse la testa, “ N -no. È solo…così diverso…tutto è così diverso…” sussurrò e lentamente distolse lo sguardo da lui.
 
Minato si accigliò e poi annuì,  “ Sì, sei stata via per un bel po’. È naturale.”
 
Una volta dentro l’ufficio dell’Hokage, lo sguardo di Sakura si spostò sulla scrivania ben organizzata che sembrava così diversa dal caos che era la scrivania di Tsunade. Poteva sentire di nuovo le lacrime pizzicarle gli occhi quando una parte di lei aveva sperato stupidamente di trovare la donna dai capelli biondi dietro la scrivania. Aveva sperato di vedere Tsunade ridere e confessarle che in realtà si trattava di uno scherzo.
 
“ Per favore siediti.”


Mormorò un timido “ grazie” e si sedette di fronte la scrivania mentre lui faceva lo stesso sul lato opposto. Lo osservò nervosamente senza dire una parola.
 
L’Hokage la guardò di nuovo e inizialmente non disse nulla. Poi lentamente si sporse in avanti, “ Prima hai chiesto di Tsunade. La conosci?”


Lei socchiuse gli occhi, pensando velocemente a qualche scusa da dire. Con calma, aprì la bocca per parlare ma poi ci ripensò e non disse nulla.
 
Minato sembrò avvertire che la ragazza non aveva nessuna voglia di rivelare ulteriori informazioni. Respirando profondamente, si alzò di scatto e si diresse verso la finestra. Quindi si guardò alle spalle e fissò la ragazza dai capelli rosa. “ Sakura…” il modo in cui pronunciò il suo nome la fece sentire debole e vulnerabile. “ È chiaro che non desideri confidarti con me.” Alzò la mano a  mezz’aria fermandola prima che potesse interromperlo, “ Sei una pessima bugiarda,” aggiunse, sorridendo.
 
A quel sorriso, gli occhi di Sakura si spalancarono.
 
“ Non importa. Credo che scoprirò presto cosa stai nascondendo; con o senza la tua collaborazione. Tieni presente che sarò parecchio insistente fino a quando non saprò che non sei un pericolo per questo villaggio, e per questo rimarrai sotto la supervisione della mia squadra,” concluse il suo discorso e prese posto.
 
Il medico nin annuì lentamente. Non sapeva cosa dire. Qualunque cosa intendeva…essere sotto la supervisione della squadra….non poteva essere poi così male.
Giusto?
 
                                                           + + +
 
 Si chiedeva spesso come sarebbe stato avere una nuova vita. Un nuovo foglio di carta bianco in cui poteva scrivere tutto quello che voleva. Tuttavia, questa volta avrebbe riscritto su quel foglio in maniera più saggia e più cauta…o forse no. Forse non avrebbe dovuto cambiare nulla. I rischi erano troppo grandi. Ma poi, come potrebbe non cambiare il futuro? Avrebbe voltato le spalle all’unica possibilità per salvare tutto e tutti?
 
Un gemito le sfuggì mentre si rigirava nel letto d’ospedale. Che avrebbe cambiato dunque? In qualche modo, non riusciva a concentrasi e questo la infastidiva non poco. Era la sua seconda notte insonne di fila e si stava stancando delle sue riflessioni che non portavano da nessuna parte. Era stanca di pensare. Prese il cuscino sotto la sua testa e lo schiacciò sul suo viso. Poi urlò. Una volta finito, si mise a sedere, gettando il cuscino sul pavimento. Il sorriso dell’Hokage le riportava alla mente ricordi dolorosi. Era straordinario come quei due erano così simili. Qualcosa sembrava tirarla su di morale ogni volta che pensava al sorriso di quell’uomo. Era come se dovesse risolvere un enigma. Ma di quale puzzle esattamente?
 
Sospirò pesantemente, appoggiando la schiena contro il muro freddo. Adesso era sotto la supervisone della sua squadra. Era buona cosa, vero? Aveva il tempo di pensare a trovare una via d’uscita da questo casino. Se qualcosa le aveva permesso di tornare indietro nel tempo, allora c’era sicuramente un modo per ritornare nel suo presente, giusto? Una domanda però, era depositata in fondo alla sua mente. Voleva davvero ritornare al suo presente? Non sapeva cosa avrebbe trovato lì.
 
Un leggero e inaspettato bussare alla porta la fece distogliere dai suoi pensieri aggrovigliati. Guardò la porta e il suo stomaco si contorse nervosamente.
“ Entra!” sbottò Sakura, lo sguardo fisso sulla porta.
 
Una ragazza dai capelli castani mormorò delle scuse mentre stava entrando. Sembrava avere la sua stessa età. Era un po’ più alta, i capelli castani le arrivavano alle spalle e aveva due strisce viola, una su ogni guancia.
 
“ Sei Haruno Sakura?” chiese timidamente.
 
Sbatté le palpebre e annuì. “ Sì, sono io.”
 
La ragazza dai capelli castani si fece avanti esibendo un sorriso nervoso, “Sono Rin,” si presentò, il suo tono era timido ma i suoi occhi erano caldi e gentili, “ Ti ho portato dei vestiti. Spero che vadano bene.”
 
Sakura guardò le borse che la ragazza teneva in mano. Non le importava se i vestiti erano brutti o se non la facevano sembrare carina. Stava morendo dalla voglia di togliersi i vestiti dell’ospedale e questo era tutto quello che contava, “ Grazie,” disse felice mentre accettava le buste e le depositava sul letto.
 
“ Allora…Minato- sensei mi ha chiesto se potevi stare da me per un po’,” aggiunse dolcemente, “ Solo fino a quando non avrai i mezzi per trovarti un posto tuo…”
 
La rosa annuì e sorrise, “Grazie Rin,” disse, facendo arrossire la ragazza bruna.
 
“ Diventeremo anche compagni di squadra.”
 
“ Davvero? È fantastico! “ Sakura aggiunse con un tono di finta eccitazione. Aveva cose più urgenti a cui pensare, e fare parte di un'altra squadra non rientrava nelle sue priorità. Avrebbe dovuto raccogliere più informazioni possibili, e fare parte di una squadra e di conseguenza andare in missione avrebbe solo ostacolato il suo reale obiettivo.
 
Rin sorrise timidamente. Entrambe le ragazze rimasero in silenzio per alcuni minuti. Il disagio era palpabile nell’aria, ma a Sakura non venne in mente nulla di cui parlare. D’altronde non era mai stata così brava a parlare con estranei, e Rin  non sembrava il tipo di ragazza loquace. Meglio, almeno non le avrebbe fatto domande.
 
“ Rin.” Una voce molto familiare risuonò dietro la porta. Entrambe le ragazze si voltarono nello stesso momento.
 
Per un attimo, il cuore di Sakura si fermò. Si sentiva come se qualcuno l’avesse strangolata privandola di tutta l’aria. Le sue mani iniziarono a tremare e rapidamente le nascose dietro la schiena,. Riusciva a malapena a credere a ciò che i suoi occhi stavano vedendo. Era Kakashi- sensei….beh…una versione molto più giovane.
 
Il ragazzo dai capelli argentati sollevò un sopracciglio e guardò sorpreso la ragazza dai capelli rosa. Poi spostò lo sguardo verso la bruna, “ Ti stavo cercando,” disse sembrando un po’ turbato.
 
Le guance di Rin presero più colore, “ Ah, Kakashi-kun, lei è Sakura Haruno…la nostra nuova compagna di squadra.”
 
La mascella di Sakura per poco non cadde a terra. NON PUO’ ESSERE! No davvero, non stava realmente accadendo a lei!
 
Le sopracciglia di Kakashi si corrugarono e improvvisamente si girò di scatto e se ne andò, lasciando entrambe le ragazze che si fissavano a vicenda.. Rin si morse il labbro e distolse  lo sguardo dagli occhi incuriositi della sua nuova compagna di squadra. “ A Kakashi-kun non piacciono le altre persone,” disse dolcemente, “ Lui fa fatica a fare amicizia con le persone che non conosce.”
 
Rin si scusava spesso per il comportamento di Kakashi. Si chiese quale diavolo fosse il suo problema. Non aveva mai visto il suo sensei essere scortese, mai. Ma questa era la sua versione da bambino…ehm…adolescente.
 
“ Io…aspetterò fuori.”
 
“ Va bene.”


Sospirando, prese la borsa e tirò fuori un paio di pantaloni blu leggermente corti sulle caviglie. Individuò una maglietta blu coordinata e sorrise. Dopo aver finito di vestirsi, si sedette sul letto. Aveva appena incontrato Kakashi. Sapeva che avrebbe incontrato qualcuno di sua conoscenza nel passato. Poi inevitabilmente i suoi pensieri tornarono a Rin. Odiava non essere in grado di provvedere a se stessa, solo per questo motivo, promise che avrebbe fatto di tutto per ripagare l’ospitalità e la gentilezza di quest’ultima.
Alzandosi, Sakura decise che era ora di andare. La sua mano sfiorò la maniglia quando sentì  voci deboli provenire da dietro la porta.
 
“ E hai accettato?”
 
Lei si accigliò. Decisamente era la voce di Kakashi. Non sembrava per niente contento.
 
“ Ecco…io…Minato- senei ha detto…era tempo…di trovare un nuovo compagno di squadra e…”
 
“ E hai accettato?” ripeté, con un pizzico di irritazione nella voce.
 
“ L’ho fatto…” Rin rispose piano, “ Mi dispiace, Kakashi – kun.”
 
A quelle parole gli occhi di Sakura si restrinsero. Perché mai Rin si stava scusando? Kakashi era un tale bruto!
 
“ PERCHE’?” La voce di lui si fece più forte, “ Perché hai accettato? Dannazione Rin!”
 
“ P-perché…perché stiamo cadendo a pezzi!”
 
Sakura fece un respiro profondo, in quell’istante non poté fare a meno di sentire che lei e Rin erano molto simili. La ragazza stava solo cercando di salvare la sua squadra, proprio come avevano fatto lei e Naruto per cercare di salvare la loro di squadra. In un modo completamente diverso, ma con lo stesso scopo.
 
“ La nostra squadra è già al completo,” il tono di Kakashi la spaventò. Era così pieno di dolore. Abbassò la testa e chiuse gli occhi, sentendo le lacrime cadere senza permesso. Lui era il suo sensei. E lei sentiva il bisogno di confortarlo.
 
“ Q-questo non è vero!” Rin sussurrò, “ Kakashi! K-Kakashi-kun aspetta!”
 
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Dire che Kakashi era furioso era un eufemismo. Come avrebbe potuto accettare qualcuno di cui non conosceva nulla nella loro squadra? Non aveva mai sentito parlare di Haruno Sakura prima d’ora, e si poteva vantare di conoscere tutti e tutto ciò che accadeva nel villaggio.
 
“ Calmati.”
 
Fissò l’Hokage con uno sguardo intenso, “ Calmati?” Kakashi ripeté quasi beffardamente, “ Avevi promesso che nessuno avrebbe mai preso il suo posto!”
 
Minato emise un lungo sospiro sofferente, “ Nessuno potrà mai sostituire Obito, Kakashi. Lo sai. Rin lo sa. Lo so.” Disse con calma, guardando il suo allievo. Non si sentì affatto stordito dal bagliore duro dell’adolescente. “È solo una cosa temporanea. Tu e Rin dovete tenerla d’occhio.”
 
Lo sguardo duro di Kakashi scomparve lentamente, lasciando spazio a una lieve curiosità, “ Chi è lei? Non l’ho mai vista prima.”
 
“ Ah, questo è il punto. Nessuno l’ha mai vista prima,” disse Minato con calma, “ Sakura è stata ritrovata da Hitoshi. Indossava il copri fronte del villaggio della foglia.”
 
“ Strano,” rispose e il suo sensei annuì.
 
“ Sì,sì. È per questo che ho deciso di farla entrare nella nostra squadra. Dobbiamo scoprire chi è veramente, da dove viene e quali sono le sue intenzioni”, aggiunse Minato mentre posava una mano sulla spalla del copy- nin.
 
“ Avresti potuto farla interrogare”, espresse Kakashi un po’ confuso per le azioni del suo sensei.
 
“ E se fosse davvero un nemico manderebbe gli altri come rinforzo.” Minato rispose con un sorriso, “ Ora cosa penseranno i suoi superiori quando verranno informati che è con noi?”
 
Un sorriso si formò sotto la maschera di Kakashi, “ Penseranno che la teniamo in ostaggio.”
“ Infatti.”
 
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Sakura non poté fare a meno di notare che Rin sembrava completamente a disagio mentre camminavano fianco a fianco. Poteva anche sentire gli sguardi della gente su di loro.
Aggrottando le sopracciglia, si guardò intorno e trovò numerose teste che si voltavano per guardare sia lei che la bruna. Rimase calma e fece del suo meglio per ignorarli.  “ Mi dispiace”, mormorò Rin a testa bassa, “ Se ci stanno fissando”, aggiunse piano, rendendo Sakura ancora più curiosa.
 
“ Ho sentito che la sua famiglia l’ha rinnegata.”
 
“ Hanno lasciato il villaggio,vero? Non sono stati in gradi di gestire la vergogna.”
 
Sakura serrò la mascella, facendo del suo meglio per ignorare quei vili commenti. Detestava i pettegolezzi. Quando i commenti non si fermarono, improvvisamente si girò e lanciò un’occhiataccia alle due donne.
 
“ C’è per caso qualche problema?” chiese al limite della rabbia, le sue narici divamparono come piccoli vulcani.
 
Le donne parvero piuttosto sorprese dall’atteggiamento della kunoichi dai capelli rosa. Solo quando notare il simbolo sulla fronte scossero rapidamente la testa.
 
“ Sakura-chan,” sussurrò Rin, con un piccolo sorriso stampato in faccia. “ Ignorali. Davvero, sono abituata ai commenti della gente.”


“ Beh, allora devi solo incolpare te stessa,” disse, “ Non dovresti permettere a nessuno di parlare di te in questo modo. Le persone non la smetteranno mai finché non farai nulla al riguardo.”
 
Rin batté le palpebre mentre guardava Sakura. Mesi fa, Kakashi le aveva detto quasi la stessa cosa. Respirò profondamente e distolse lo sguardo. Non avrebbe potuto dire o fare nulla. Meritava tutti quei commenti e gli sguardi accusatori.
 
 
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“ Hai tutto?”
 
“ Ovviamente.”
 
“ Sei sicuro?”
 
“ Certo. Ho anche ricontrollato. Ora possiamo andare?”
 
“ Rilassati. Non saprà nemmeno cosa la colpirà.”
 
Il ragazzino si fermò e lanciò un’occhiata al fratello gemello, “ Assicurati solo che Rin non ci possa ascoltare.”


L’altro ragazzino si limitò a scrollare le spalle e distolse i suoi lunghi capelli corvini dagli occhi, “ Allora sbrigati!”
Il secondo annuì e sospirò, “ D’accordo, il piano è questo, entriamo ed usciamo il più velocemente possibile.”
 
“ Ok.”
 
Si presero del tempo e, quando furono pronti, aprirono la porta. Quindi strisciarono all’interno della stanza, cercando di non fare rumore. Si guardavano di tanto in tanto, con i loro sorrisi maliziosi al loro posto. Il ragazzino annuì, segnalando al fratello che era giunta l’ora. I due si divisero, uno si stava dirigendo verso la testa del letto mentre l’altro stava andando nella direzione opposta.
 
 
Il ragazzino estrasse una piccola scatola di legno e si mise una mano sulla bocca, impedendosi di ridacchiare. Abbassò lo sguardo sulla scatola e sentì un debole rumore provenire dal suo interno. “ Va bene…” disse lentamente, aprendola.
 
“ Se pensi di metterli su di me, mi assicurerò di fare a pezzi tutte le parti del tuo corpo,” disse la figura distesa sul letto, rivolgendo penetranti occhi verdi a uno dei gemelli.
 
Entrambi saltarono fuori come se fossero stati catturati. Un  suono forte echeggiò nella stanza quando la scatola che teneva in mano uno dei due cadde a terra.
 
“ Kenji sei uno stupido!” gli urlò contro il fratello mentre si alzava immediatamente. Si grattò il braccio senza fare un passo e cercò di evitare di farsi mordere da quei piccoli insetti verdi.
 
“ Stai zitto! Stai fermo!” urlò il fratello colpevole di tale sciagura, mentre cercava di togliere gli insetti da suo fratello.
 
Sakura si sedette e guardò i ragazzini con un ghigno sul viso, “ Quindi siete i fratellini di Rin,” una piccola risata le sfuggì mentre i due  cercavano di togliersi gli insetti di dosso.
 
 
“ RIIIIINN!” Gridarono all’unisono, quando uno cadde a terra, grattandosi la schiena sul pavimento di legno.
 
“ Cosa sta succedendo?” Rin gridò, irrompendo nella stanza. Individuò i due gemelli e la sua espressione si indurì, “ Kenji! Kenjiro!” chiamò i loro nomi con una punta di delusione nella voce.
 
Gli sguardi di Sakura e Rin si incontrarono e improvvisamente scoppiarono a ridere.
 
I due fratelli smisero immediatamente di grattarsi, fissando increduli la loro sorella. Era qualcosa di completamente nuovo per loro sentirla ridere in questo modo.
  
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