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Autore: slashsriffs    29/07/2019    1 recensioni
° Seguito di Rocket Queen °
"[...] Qualcosa nel suo di cuore era cambiato: aveva trovato la persona con cui stare veramente insieme fino alla fine. Aveva pronunciato il fatidico sì, e in quel periodo forse avrebbe tanto voluto tornare indietro nel tempo. Per evitare il rimorso, mentre sfrecciava a tutta velocità nella sua Cadillac Seville sulla Sunset Boulevard alle quattro del mattino."
Slash è sposato, Lisa non l'ha mai dimenticato. Sono passati cinque anni, sembrava che per entrambi la felicità avesse un prezzo troppo alto. Si rincontrano per puro caso, nessuno dei due è da solo però questa volta. Cosa volete che sia un po' di nostalgia? Cosa volete che sia scoprire che si sono aspettati tanto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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La serata si concluse con un bacio mancato ed una carezza di troppo. Aaron l'aveva accompagnata a casa, dopo aver chiacchierato a lungo seduti vicino al pianoforte. In macchina invece il tragitto era stato silenzioso: lui continuava a pensare a quell'abbraccio, al calore dei loro corpi vicini; Lisa pensava a Slash, non riusciva ancora a capacitarsi di quello che era successo. L'aveva riconosciuta, si era avvicinato a lei, l'aveva invitata a fare cosa? Ballare? Parlare? O scappare? Avrebbe accettato tutte e tre le opzioni se solo avesse capito le sue intenzioni al volo, come faceva un tempo. Non aveva intuito neanche se quella mano tesa nella sua direzione fosse frutto della sua immaginazione o era realmente accaduto; in realtà sperava che la stesse ancora attendendo.

Una volta scesi dal pick up Lisa ringraziò Aaron per la splendida serata, mentendo più a se stessa che a lui. Quando si avvicinò per lasciargli un lieve e quasi inesistente bacio sulla guancia accaldata, la mano di Aaron le aveva sfiorato il viso, stringendo una ciocca di capelli corti che continuava a pizzicarle l'orecchio a causa della lacca. Indecisa e amareggiata, Lisa si scansò lentamente, sorridendogli e dandogli le spalle per raggiungere il suo appartamento. Aaron sospirò, la osservava andare via mentre quel fine serata si era concluso diversamente nella sua mente. Aveva sperato in teneri abbracci e piccoli baci rubati, infondo si conoscevano già da circa un mese, avevano lavorato spesso negli stessi momenti della giornata al Roxy. Provava una forte attrazione fisica quando le stava vicino, sentiva il suo corpo surriscaldarsi; ma al tempo stesso era una ragazza dolce; nonostante il suo silenzio che spesso lo tormentava, incapace di comprendere cosa le frullasse nella testa. Scosse il capo, accese il motore che rombante lo riportò a casa, contento di quel primo appuntamento ma al tempo stesso frustrato e confuso: cosa doveva aspettarsi da quel momento?

La serata sembrava essere interminabile, erano chiusi in quel locale da circa tre ore e Slash non aveva più voglia di raggiungere il bancone ogni volta per un bicchierino di whisky in più: i camerieri scarseggiavano, le persone erano troppe e la compagnia era pessima. Avvertì Reneè che sarebbe tornato a casa, nonostante lei fosse restia all'idea: come al solito suo marito era ubriaco marcio. Aveva trascorso tutta la serata in silenzio, biascicando due o tre parole senza senso tra un discorso e l'altro; il posacenere posto all'angolo del tavolino era pieno zeppo delle sue sigarette, troppe per contarle ed immaginarle. Tentò di convincerlo a restare, sarebbero andati via presto, anche se le ragazze continuavano a parlare di discoteca e drink. Ma non volle farselo ripetere due volte, Reneè lo osservò mentre, senza neanche salutare, si accingeva ad indossare il giubbotto di pelle e a raggiungere velocemente l'uscita. Sospirò, forse sarebbe dovuta andare con lui. Ma nonostante la preoccupazione, all'ennesimo bicchiere di champagne parato dinanzi agli occhi, Reneè sembrò dimenticare tutti i problemi che pian piano creavano delle crepe nel loro matrimonio e pensò che per una serata trascorsa separati di certo non avrebbero raggiunto il divorzio. Sorrise, contenta, mentre portava il suo bicchiere accanto a quelli degli altri, facendoli tintinnare.

Raggiunta l'auto, buttò la testa all'indietro, sbattendo i pugni contro il volante. Tutto intorno a lui iniziò a girare vorticosamente, non sentiva più la musica del locale in sottofondo perchè i suoi pensieri erano ancor più rumorosi. Era davvero lei? Era Lisa? Scosse il capo, stizzito per non esser riuscito ad avvicinarla, a parlarle. Avrebbe tanto voluta stringerla tra le sue braccia, affondare la testa nel suo collo e respirare profondamente per fare suo il profumo della sua pelle. Sentì i suoi occhi scuri pizzicargli, portò le dita per strofinare rendendoli ancora più rossi e si stupì quando una lacrima aveva bagnato il dorso della sua mano. Un buco allo stomaco forte, quasi un pugno, iniziò a fargli girare la testa. Arrabbiato, pazzo di gelosia, sfrecciò a tutta velocità, facendo girare i passanti allo sgommare delle ruote.

Non aveva la minima intenzione di tornare a casa, odiava tutto e tutti in quel momento. Non era lucido, non avrebbe ricordato nulla di quello che era successo il giorno dopo. E forse per il rancore, forse proprio perchè avrebbe dimenticato tutto, quando sul ciglio della strada notò un gruppo di prostitute girovagare intorno al fuoco, si fermò e senza neanche guardarle in viso ne scelse una e si allontanò. Non la stava neanche ascoltando mentre parlava di prezzi, di cosa lui volesse fare, di dove stavano andando, preservativi, sesso, auto. Sbuffò, urlandole di stare zitta e parcheggiando la macchina nel primo parcheggio isolato che gli si era presentato davanti agli occhi. Voltandosi, la osservò con la vista annebbiata. Quanti anni aveva? Diciassette? Sedici? Era davvero giovane. La guardava sorridere e giocare con i suoi capelli. Gli aveva detto il suo nome ma Slash l'aveva già dimenticato. La ragazza passò dietro, le gambe erano scoperte e il sedere ondeggiava davanti ai suoi occhi mentre raggiungeva i sedili posteriori. Slash si liberò del giubbotto, scostando i capelli dalla fronte sudata e raggiungendola, il suo seno era già scoperto. Rideva, mentre lui non riusciva a passare tra i sediolini dell'auto. Dio, quanto era ubriaco; quella ragazza era oscena, con tutto quel trucco ormai sciolto intorno agli occhi. Le mani fredde e piccole di Nicole o Natasha o Naomi, proprio non se lo ricordava, raggiunsero la cerniera dei suoi jeans stretti e velocemente lo liberarono anche dell'intimo che in quei momenti era sempre superfluo.

Mentre era sdraiato e la ragazza intenta a dargli piacere con le mani, quasi si paralizzò quando gli tornarono alla mente le immagini di lui stretto a Lisa mentre insieme facevano l'amore in auto, nel parcheggio del Roxy. Lunghi capelli ricci, occhi grandi e chiari come l'alba, guance rosse e lo sguardo che lasciava intravedere quello che pensava, sincero: strinse gli occhi per rimuovere quei pensieri ma si alzò di scatto, facendo spaventare Nadia o Natalie che si ritrasse scossa. Slash si ricompose velocemente, si sentiva a disagio e quasi in imbarazzo. Portò le mani al portafoglio, lasciando sulle sue gambe nude qualche banconota di troppo e la lasciò lì, mentre confuso e amareggiato decise di tornare a casa.

Lisa aveva trascorso la notte insonne, le ore erano passate inesorabili tra il tocco di una carezza e il sapore di un bacio mai dimenticati. La persone sveglie sino al giorno dopo sono innamorate, sole o ubriache e Lisa quella sera era tutte e tre le cose. Aveva così tanti pensieri, tanti ricordi e il protagonista era lui. Sognava ad occhi aperti: di loro due che restavano svegli una notte intera,a parlare di tutto e a bearsi del silenzio; a vivere quelle ore del tempo che per gli altri erano inesistenti, tra complimenti e timidi sorrisi; a guardarsi senza sapere cosa dire, per poi scoppiare a ridere senza motivo; ad aspettare le prime luci dell'alba e prendersi la mano.

Sospirò, il pacchetto di sigarette era quasi finito e nel prenderne una decise di raggiungere il tabacchi aperto ventiquattro ore su ventiquattro dall'altro lato della strada. Aspirò profondamente quando il freddo si fece sentire sulla sua pelle liscia; i capelli corti le lasciavano il collo scoperto mentre il vento si insinuava tra i suoi vestiti. Notò in lontananza un'auto parcheggiava proprio al bordo della strada; una multa non gliel'avrebbe tolta nessuno pensò, quando notò la presenza di qualcuno che lasciava penzolare il braccio fuori dal finestrino. Si affrettò a pagare, pochi spiccioli che si nascondevano nella tasca del cappotto, e ad uscire, quasi correndo, per raggiungere il caldo della sua camera.

A farle rallentare il passo fu la vista di una figura, dalle braccia incrociate, quasi a nascondere il cuore, che appoggiava la schiena sull'auto notata prima. Le labbra serrate, gli occhi stretti per vedere meglio, rabbrividì nel riconoscere Saul che a stento si reggeva in piedi: era lei la sua casa. Fece un piccolo passo verso di lui, lui ne fece troppi invece e la raggiunse.

" Allora eri davvero tu " Lisa notò le sopracciglia aggrottate di Saul, quasi come se fosse arrabbiato e frustrato.

Annuì silenziosa, le gambe le tremavano al pensiero di lui che l'aveva rincorsa. Cercava quelle iridi scure che aveva sempre sperato di incontrare tra i passanti, così come quei piccoli difetti che conosceva a memoria, sul suo viso. Le sarebbe piaciuto esprimere la contentezza e il suo amore, perchè era ritornato; sperava non nel cercare quello che non ricordava. Non sapeva cosa dire, cosa fare: gli avrebbe dato tutta se stessa, di più non aveva.

Slash vedeva negli occhi di Lisa tutto quell'amore trattenuto, ma lei non sapeva che lui provava la stessa identica cosa. Era consapevole che tutto fosse cambiato, nulla durava per sempre: c'erano dentro da così tanto tempo, cercando semplicemente di far passare il dolore. Se solo avessero la possibilità di raccontarsi chiaramente, lasciando riposare il cuore al pensiero che si appartenessero. Sperava che non si limitasse: se Lisa provava ancora qualcosa per lui, era quello il momento giusto. Le avrebbe lasciato il tempo, tutti hanno bisogno di trascorrere momenti in solitudine, lui più degli altri. Slash aveva solo bisogno che qualcuno guarisse il suo cuore spezzato, placasse le sue paure più nascoste: sapeva che l'amava e potevano ancora, nonostante l'oscurità, tornare a provare gli stessi sentimenti di un tempo,se lei avesse voluto. Aveva bisogno di Lisa.

Quando sentì la sua fredda mano accarezzarle la guancia, fece un passo indietro. Il cielo, quasi ormai chiaro per le prime luci del sole, era ricoperto di nuvole plumbee; di lì a poco sarebbe arrivato un temporale. Era stato impossibile dimenticarlo, il cuore ancora le batteva forte al solo pensiero di loro due insieme. Ma consapevole del suo dolore, decise di voltarsi, mordendo le labbra per la rabbia, e di lasciarlo lì;mentre le prime gocce iniziavano a mischiarsi con le lacrime che, spontaneamente e senza che neanche se ne accorgesse, solcavano le guance fredde di Saul.






Spazio autrice:
perdonate l'aggiornamento così tardivo, anche su Wattpad non scrivo da mesi (questo capitolo e i prossimi due sono già disponibili su quella piattaforma). Ho intenzione di continuare e terminare questa storia, solo che non me ne volete per il tempo che impiegherò ahahahah alla prossiima, lettori silenziosi xx


 

 

   
 
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