Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Segui la storia  |       
Autore: Mary P_Stark    31/07/2019    3 recensioni
Clearwater, Canada. 2018.
Il pellegrinaggio forzato di Irish Walsh ha una battuta di arresto a causa di un banale pneumatico forato. Ma, grazie a questo incidente - o al destino -, ciò le permetterà di scoprire particolari di un passato che non conosce e di una vita che non ha voluto ma che le è stata imposta da mani disattente.
Clearwater sarà il punto d'inizio di un viaggio di ri-scoperta di se stessa e delle sue radici ancestrali e, grazie ad altri come lei, depositari dell'antico sangue di Fenrir, i misteri di un passato comune e antico avranno finalmente una risoluzione.
Niente però avviene con facilità, e lunghe ombre si addenseranno su di loro, complicando un cammino di per sé già impervio. Starà ad Iris e ai suoi nuovi compagni di viaggio, riuscire a fare in modo che nulla interferisca con la scoperta della verità. - Segue le storie de La Trilogia della Luna
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'TRILOGIA DELLA LUNA'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Epilogo.

 

 

 

24 Dicembre 2018

 

Se non avesse smesso di nevicare, avrebbero dovuto chiamare gli artificieri, per liberare le strade. Ormai, persino per gli standard canadesi, quella nevicata colossale stava prendendo una piega preoccupante.

Dev fissò corrucciato i pallidi fiocchi cadere dal cielo, come se bastasse fissarli malamente perché smettessero di cadere.

«Sei così accigliato che ti verranno un sacco di rughe sul viso, Dev» chiosò Iris, raggiungendolo accanto alla vetrata del salone assieme a un vassoio di polpette di patate.

Dev ne mangiò una in un boccone prima di dedicarsi alla seconda e la giovane, scoppiando a ridere, esalò: «Ammettilo che sei capitolato la prima volta che le hai mangiate!»

«Non confermo né smentisco» borbottò lui, addentando la terza.

Iris lo fissò tutta sorridente, gli occhi caldi e pieni di promesse che, ben presto, avrebbe potuto mantenere e Devereux, nell’allontanare temporaneamente il vassoio tra di loro, le diede un bacio e mormorò: «Sei del tutto sicura che Helen voglia passare il pomeriggio con Chelsey?»

«Più che sì… ammesso e non concesso che non affoghi in tutta questa neve» affermò Iris, lanciando un’occhiata dubbia verso le finestre.

Dev brontolò un’imprecazione tra i denti, tornando a scrutare accigliato il panorama e, poggiate le mani sui fianchi, ringhiò: «L’ultima volta che è nevicato così tanto, abbiamo dovuto spalare per mesi.»

«Ora avresti un indubbio vantaggio, ma sarà sicuramente una scocciatura» ammise lei, storcendo la bella bocca in una smorfia.

«Puoi dirlo forte! Lupo o non lupo, dopo un po’ spalare neve viene a noia a tutti» sottolineò Dev, prima di scoppiare a ridere quando vide giungere un cingolato dallo stradello di casa.

Iris lo fissò senza parole per alcuni istanti, prima di riconoscere Rock al volante del mezzo color mandarino.

«Ma da dove salta fuori?» esalò la giovane, mangiucchiando distrattamente una polpetta.

«E’ uno dei mezzi della ditta, ma non pensavo che qualcuno si sarebbe sobbarcato dieci miglia solo per andarlo a prendere» scrollò le spalle Dev, prima di accigliarsi leggermente e borbottare subito dopo: «A meno che…»

Iris lo fissò dubbiosa per un istante prima di lanciare un’occhiata al cielo ingombro di nubi e borbottare: «Quand’è stata l’ultima luna piena?»

«L’altro ieri» mugugnò Dev, passandosi una mano sul viso con espressione esasperata. «Stai a vedere che, come regalo di Natale, gli ha fatto il dono della licantropia!»

«Sarebbe molto da Lucas» sorrise dolcemente Iris.

Dev storse il naso e grugnì: «Se adesso sospiri, vomito.»

Iris gli diede una pacca sul sedere, replicando: «Sei un cuore di pietra! E’ molto romantico, invece.»

«Preferisco il modo che ho scelto io» ribatté lui, ghignando in risposta.

«Non avevo dubbi. Quando mai non sei soddisfatto delle tue scelte?» ironizzò Iris, schivando la mano protesa di Dev, quando egli tentò di darle un pizzicotto.

«Su di te pensavo di aver scelto bene, ma potrei ricredermi» ammiccò lui, allungandosi per afferrarla e stringerla a sé.

Iris rise, lasciandosi prendere e, nell’estremo tentativo di salvare il vassoio delle polpette, sollevò un braccio sopra le loro teste mentre Dev si impadroniva della sua bocca.

A quel punto, però, lei lanciò tutto alle ortiche, il vassoio cadde rovinosamente a terra con un gran fragore di metallo e, dal piano superiore, Chelsey urlò: «Ma che combinate?!»

Scoppiando a ridere, i due si scostarono per osservare il disastro appena venutosi a creare, giusto in tempo per scorgere Rock scivolare fuori dal cingolato e balzare agilmente verso la casa.

«Mannaro» chiosarono entrambi, scostandosi definitivamente l’uno dall’altro.

Rock li salutò con un cenno della mano, aprì la porta per entrare e, dopo aver lasciato gli scarponi sull’entrata, poggiò le mani sui fianchi e disse ghignante: «Stradello pulito, capo!»

«Abbiamo visto, grazie» chiosò Dev, avvicinandosi per dargli una pacca sulla spalla. «A quanto pare, Lucas ha infine ceduto. Quando l’ha fatto?»

Sorridendo da orecchio a orecchio, Rock disse: «Una settimana fa. Abbiamo anche fatto controllare a Lady Fenrir, e lei era certa che non vi sarebbero stati problemi, visto che tra i miei antenati ho diversi licantropi.»

Dev assentì soddisfatto. La Prima Famiglia di Matlock era giunta a Clearwater dieci giorni addietro, assieme alla famiglia di Hati. Da quel che sapevano, il suo Sköll era invece rimasto in seno al branco per la continuità di governo del clan, oltre che per occuparsi della moglie incinta.

Iris abbracciò l’amico con calore, asserendo: «Hai scoperto se appartieni ai Gerarchi?»

«No, Iris. La carica di Hati, fino a nuovo ordine, rimarrà a te. Il mio pelo è grigio, infatti. Lucas, però, sostiene che ho le doti di un Freki, e Duncan lo ha confermato» le spiegò Rock.

«Beh, la cosa non mi stupisce. Sappiamo bene che, per Lucas, faresti di tutto» assentì Dev, trovando quella qualifica assai congeniale all’amico.

Per quanto Rock fosse una persona solare e prosaica, era anche in grado di mostrare il suo lato più oscuro, se qualcuno interferiva con la vita di Lucas.

Il ruolo di Freki gli calzava a pennello.

«Quindi, attualmente, abbiamo la Triade al completo, un Freki nuovo di zecca…» cominciò a enumerare Iris, sollevando man mano le dita. «… il Guardiano di un Santuario e un medico…»

Ghignando, Dev intervenne dicendo: «Chuck si sbellica dalle risate tutte le volte che glielo dico… Guardiano del Santuario… lo trova molto divertente.»

«Beh, ci dovrà fare l’abitudine, visto che è l’unico su tutto il territorio canadese, per quel che ne sappiamo» scrollò le spalle Iris, tornando al suo calcolo. «Allora, tolti loro, abbiamo acquisito cinque famiglie complete di lupi e due coppie miste con figli piccoli e che hanno già sviluppato il dono. Abbiamo un ufficiale di polizia e due poliziotti, oltre a una fiorista, che si è presa l’incarico di curare la serra con l’aconito. Direi che non siamo messi male, vi pare?»

«Per essere un branco novello, direi che ce la caviamo e, stando a quello che dice Brianna, abbiamo già creato una rete abbastanza capillare per attirare a noi altri lupi» assentì Rock, tutto soddisfatto.

Iris annuì, ripensando a Destiny e al loro viaggio a Vancouver. Pur se la ragazza era rimasta nella città costiera – dove poteva contare su un bacino di clienti più ampio – aveva però parlato a una coppia di lupi erranti che, a loro volta, avevano sparso la voce.

Poco per volta, nel corso degli anni, si sarebbe conosciuta la verità e, per chi lo avesse desiderato, avrebbe potuto conoscerla direttamente dalla loro bocca, unirsi al loro branco o crearne di nuovi.

Forse, dopotutto, i licantropi non avevano perso la battaglia per la sopravvivenza della specie, in quelle lande così distanti da casa.

***

«E’ un vero peccato che Liza non sia potuta giungere prima… si sarebbe risparmiata il viaggio in pullman» sospirò Rachel guardando distrattamente l’orologio da polso.

Lucas le sorrise comprensivo, stando ben attento a tenerla al coperto sotto il suo enorme ombrello.

In effetti, soltanto tre giorni addietro, Liza avrebbe potuto raggiungere Clearwater con il Cessna della Walsh Inc. ma, a causa di un test scolastico a cui la ragazza non aveva voluto rinunciare, la sua partenza era stata ritardata.

I genitori e Helen l’avevano preceduta su suo espresso ordine – o, come aveva detto Rachel, su sue espresse urla – e la governante di casa aveva assicurato la sua presenza costante, così che potessero partire sereni.

Al loro arrivo, Dev aveva potuto mostrare alla famiglia Wallace la loro nuova seconda casa – avrebbero poi pensato i coniugi a scegliere il mobilio – scatenando il pianto di Rachel e il pieno compiacimento dei restanti.

«Sono sicura che, se Liza è grintosa anche solo la metà di quanto me l’ha descritta Iris, non avrà avuto problemi» la rassicurò Lucas.

«Oh, la è sicuramente, caro…» annuì Rachel, battendogli affettuosamente una mano sul braccio.

Rachel aveva passato un’intera giornata a ringraziare tutti i nuovi amici di Iris per ciò che avevano fatto per la loro nipotina e, ovviamente, anche in quel caso le lacrime si erano sprecate.

Nessuno se n’era però sorpreso – grazie agli avvisi di Iris – e, anche grazie a Jennifer, Clarisse e Bethany, la crisi era stata annullata quasi immediatamente.

Richard e Helen erano stati più composti, nei ringraziamenti ma, nel complesso, quel giorno Iris aveva rischiato il pianto diverse volte.

Mai, da quando quel licantropo l’aveva ferita, aveva sperato in un simile stravolgimento in positivo della sua vita, eppure era avvenuto.

L’anno a venire avrebbe sposato Dev, considerava già Chelsey come sua figlia, il suo lavoro a scuola andava alla grande – anche se aveva un paio di teste calde in classe – e la ditta non aveva affatto risentito del cambiamento avvenuto in sede di Consiglio.

A volte, Iris si ritrovava la notta a scrutare il cielo, sperando di poter sentire la voce dei genitori, pur se sapeva che sarebbe stato impossibile.

Gunnar, però, aveva insistito perché lei parlasse col cuore, certo che qualcosa, presto o tardi, avrebbe raggiunto Helheimr e il luogo in cui le anime buone dimoravano per l’eternità.

Pur se non poteva sapere se, nel caso dei genitori, le anime fossero rimaste un’unica entità o si fossero spezzate in mille neonate anime, Gunnar le aveva però assicurato che, in un modo o nell’altro, qualcuno avrebbe udito.

A questo si era attenuta e, pur se non aveva mai avuto riprova di un avvenuto contatto, il solo pensiero di poterlo fare, l’aveva resa felice.

«Oh, eccolo che arriva!» esclamò Rachel, stringendo le mani al petto mentre il mezzo, con tutte le precauzioni del caso, si avvicinava alla fermata.

Per se le strade erano state ripulite alla bell’e meglio, sull’assito rimaneva ancora un discreto strato di neve, e questo non permetteva di mantenere alta la velocità di crociera.

Non appena il mezzo si fermò e le porte vennero aperte, Rachel e Lucas si avvicinarono e, senza neppure troppa sorpresa, videro Liza dare il cinque all’autista prima di scendere con il suo borsone alla mano.

Evidentemente, si era fatta riconoscere anche durante quel viaggio in solitaria.

Salutato l’autista e il resto dei passeggeri non appena toccò terra, Liza scrutò il mezzo allontanarsi prima di sorridere a sua madre ed esclamare: «Questo viaggio è stato una ficata! Devo assolutamente rifarlo!»

«Amen…» esalò Rachel, prima di stringerla in un abbraccio. «Sono lieta che ti sia piaciuto, cara.»

«Non potevano esserci dubbi» assentì Liza, sorridendo poi a Lucas. «Io sono Liza Wallace, molto piacere.»

«Lucas Johnson, piacere mio. Benvenuta a Clearwater» replicò lui, allungando una mano per stringere quella protesa della giovane.

Lei la afferrò con grinta e, per Lucas, fu come ricevere una scossa alla base della gola.

Senza che lui l’avesse cercata, la parola Geri scaturì dalle sue labbra mentre i suoi occhi spalancati, fissando sgomenti Liza, portarono la ragazza a sobbalzare e gorgogliare: «Come, scusa?»

«Che mi venisse un colpo!» esalò Lucas, passandosi una mano tra la chioma bionda prima di scoppiare a ridere. «Mi ammazzeranno… lo so già!»

Un lento, gongolante sorriso si fece largo sul viso di Liza mentre Rachel, confusa, stringeva un braccio attorno alle spalle della figlia prima di domandare timorosa: «Lucas caro… cosa volevi dire, prima?»

«Sarà meglio che lo spieghi in presenza di tutti. Credo che sarà una cosa abbastanza sconvolgente, ed è meglio affrontare l’argomento una volta sola» le disse in risposta Lucas, fissandola spiacente.

La stretta di Rachel si acuì, al pari del sorriso ghignante di Liza.

Oh, sì, quella sì che sarebbe stata una Vigilia coi fiocchi!

***

«Geri?!» esclamarono i presenti, sconcertati per i più svariati motivi.

Iris fissò allibita il suo Fenrir senza sapere cosa dire, Dev fu ugualmente sorpreso, Richard si passò le mani sul viso con espressione sgomenta e Rachel crollò sul divano mentre Helen le passava preventivamente un fazzoletto.

Liza, dal canto suo, sembrava toccare il cielo con un dito e pareva che quella notizia bomba non l’avesse minimamente sconvolta… anzi, tutt’altro.

«Ma… ma… ma ne sei sicuro, caro?» gorgogliò Rachel, guardando speranzosa Lucas.

Lui si limitò a un’alzata di spalle, replicando: «Mi è davvero venuto spontaneo dirlo, quando le ho sfiorato la mano. E sa Dio quante mani ho stretto… temo di non sbagliarmi.»

Richard sospirò tremulo prima di guardare la figlia minore, al colmo della felicità, e dire: «Invece di sembrare un gatto che ha mangiato il canarino, pensa a quello che realmente vuol dire questa carica, Lizzie.»

Sentendosi interpellata, Liza tornò seria e, dopo aver guardato la sorella maggiore – che assentì orgogliosa – la ragazza disse: «Oh, papà, so benissimo cosa significa. Iris aveva spiegato più che bene, a suo tempo, quali fossero i ruoli più importanti all’interno di un branco, e io ho una buona memoria.»

«Quindi, ti sta bene essere un sicario?» replicò Rachel, affranta.

«Non si tratta della faccenda del sicario, mamma…» replicò la figlia, avvicinandola per stringere le sue mani. «… ma si tratta di poter essere di aiuto a Iris e alla sua nuova famiglia. Si tratta di poter vivere a contatto con un mondo che penso di poter sentire più mio di quanto, la mia vita precedente, lo sia mai stata. Si tratta di poter dimostrare a me stessa di essere all’altezza di un compito che credo di poter svolgere al meglio.»

Lucas assentì al suo indirizzo e così pure Dev, che asserì: «Non credo che Liza sia così sciocca da aver preso la cosa sottogamba. Penso piuttosto che, non appena Lucas ha messo a voce il suo pensiero, qualcosa sia andato al suo posto come il pezzo di un puzzle.»

Liza annuì, sfiorandosi il petto. «Dev ha ragione. Sento che è giusto così, mamma… papà…»

Helen intervenne a sua volta e dichiarò: «Liza non ha mai voluto fare il nido in nessun posto, ammettiamolo. Nessun club le piaceva, cambiava idea in continuazione e, anche coi suoi amici, ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo. Non credo sia mai stato perché era troppo noiosa quanto, piuttosto, perché le mancava il posto giusto

La ragazza assentì alla sorella e Richard, annuendo suo malgrado, borbottò: «D’accordo. Mia nipote può distruggere città intere, mentre mia figlia sarà un cacciatore di traditori e un’addestratrice di corvi. Che dire?»

Scoppiando a ridere, Iris esalò: «Oddio, messa così suona strana davvero!»

Liza rise a sua volta, abbracciò il padre e mormorò: «Ti renderebbe più felice sapere che, da quando lo so, mi sento veramente bene?»

«Sarà sempre la cosa più importante, per me…» annuì lui, stringendola a sé per un attimo per poi lasciarla andare. «…ma sarà dura perdere anche te, piccola mia.»

Lei si scostò, scrutò la sua vecchia famiglia e quella nuova e infine disse: «Non mi perderai. Io e Iris saremo sempre qui, dopotutto. Non saremo così lontane e voi, dopotutto, avete una seconda casa, a Clearwater.»

Helen assentì alla sorella e chiosò: «Dovrai trovarti una nuova scuola, a questo punto.»

«Beh, c’è la Clearwater Secondary School dove lavora Iris…» ammiccò Liza, scoppiando poi a ridere nel dire: «… sarà uno spasso avere la propria cugina nel corpo docenti!»

Rachel non resistette oltre. Si levò dal divano ov’era rimasta assisa fino a quel momento e, stringendo a sé la più giovane delle sue figlie, mormorò contro la sua spalla: «Sii diligente, tesoro, e ricordati che ora devi mettere la testa a posto! Dio solo sa se hai sempre mille e più pensieri, in quella tua testolina… ma ora devi diventare grande!»

Liza smise immediatamente di ridere e, nello stringere a sua volta la madre, assentì e disse: «Lo so, tranquilla. Non mi permetterei mai di fare una scemenza. So che questa cosa non è una scampagnata e che, se Lucas ha visto in me questa qualità, io dovrò impegnarmi a fondo. Ma non dici sempre anche tu che, se una cosa mi piace, do’ il meglio?»

Scostandosi da Liza, Rachel si asciugò una lacrima e, annuendo fiera, baciò su una guancia la figlia e disse: «Sì, tesoro. Puoi fare meraviglie, se vuoi.»

«Ti prometto che, in questo caso, mi impegnerò come mai prima d’ora. Sarò la miglior Geri che l’America ricordi» dichiarò la giovane, facendo scoppiare a ridere la madre per diretta conseguenza.

«Oh, tesoro… non potrebbe essere altrimenti. Saresti la prima da un bel po’ di anni, da quel che ho capito!»

Liza si limitò a una scrollatina di spalle e Iris sorrise più serena. Il peggio sembrava essere passato e, anche grazie alla presenza dei loro ospiti, tutto sarebbe stato più facile.

***

Mancavano pochi minuti alla mezzanotte e, dopo la cena luculliana preparata a casa di Dev, i presenti si erano poi divertiti a scambiarsi aneddoti, avventure e battute in merito alle loro doppie vite di lupi ed esseri umani.

Nonna Katherine aveva passato la maggior parte del tempo a colloquiare con Brianna, e quest’ultima era rimasta affascinata dall’anziana Piedi Neri e dalla sua saggezza antica.

Perfino Fenrir aveva espresso il suo compiacimento nel conoscere una persona così profonda e consapevole di ciò che la circondava.

Naturalmente, la notizia della neo investitura a Geri di Liza aveva riempito la maggior parte dei discorsi, ma Brianna e Duncan avevano garantito loro l’aiuto di Branson in tal senso.

Il loro Geri avrebbe addestrato Liza, aiutandola anche a trovare due cuccioli di corvo da addestrare perché diventassero, un giorno, Huginn e Muninn.

Fu all’approssimarsi dell’ultimo minuto della Vigilia che Brianna levò il calice di champagne che teneva in maso, sfiorò i sottili rami della quercia piantata solo pochi mesi prima in un piccolo vaso, e disse: «Il seme è cresciuto fiorente e, entro la prossima primavera, la vostra quercia sacra potrà essere piantata nel luogo che diverrà il vostro Vigrond. Essa vi porterà la sapienza antica tramandata dalla madre da cui è nata, e vi sarà di aiuto e guida.»

Ciò detto, lanciò uno sguardo a Lucas e aggiunse: «Tu solo potrai accedere alle sue conoscenze, perciò fai buon uso del suo sapere, poiché grazie a Lei potrai guidare con saggezza il tuo branco.»

Il giovane assentì, stringendo nella sua la mano grande e forte del compagno.

«Avete già deciso dove istituirete il vostro Vigrond, dunque?» domandò infine la wicca.

Fu Dev a parlare e, levandosi in piedi, indicò il limitare della foresta che circondava la sua proprietà e disse: «Questi terreni sono miei e, per almeno un altro centinaio di iarde all’interno del bosco, tutto è recintato e interdetto ai ficcanaso. Pianteremo la quercia al limitare del bosco, così che sia visibile dalla casa.»

Brianna assentì, asserendo: «E’ un ottimo luogo. Protetta dal gelo e dagli sguardi dei curiosi… e una posizione molto comoda per le riunioni visto che, in caso di maltempo, potrete riunirvi qui.»

Un coro di risate si levò tra i presenti e Duncan, levandosi accanto alla moglie tenendo in braccio il piccolo Nathan, aggiunse: «La Prima Famiglia di Matlock, in rappresentanza di tutti i clan britannici, irlandesi e norvegesi, vi dà il benvenuto in famiglia, amici miei. Pur se lontani, saremo sempre e comunque a vostra disposizione.»

Lucas a quel punto si alzò a sua volta, allungò una mano verso Duncan e replicò: «E’ un onore e un piacere e, a nostra volta, saremo sempre a disposizione per qualsiasi vostra esigenza.»

Dev sorrise a Iris e Chelsey, sedute sul divano in contemplazione di quel momento pieno di pathos e, ironico, chiosò: «Direi che hai ammortizzato più che bene il costo del tuo pneumatico forato. Tu che dici?»

Le due risero sommessamente e Iris, nell’alzarsi, gli si strinse contro per un abbraccio, mormorando: «Non avrei mai pensato di dover ringraziare quella benedetta buca che ha mandato al creatore lo pneumatico, ma penso che le costruirò intorno un altarino, a questo punto.»

Chelsey si alzò a sua volta, si strinse a entrambi e aggiunse: «Posso darti una mano, vero?»

«Gliela daremo entrambi» le promise il padre, sollevandola per stringerla a sé.

La pendola segnò la mezzanotte e, in coro, tutti esclamarono: «Buon Natale!»

 

 

 

 

 

 

N.d.A: e qui terminano – per ora – le avventure di Iris e soci. Vista la bomba finale riguardante Liza, non vi dico neanche chi sarà il personaggio principale della prossima avventura. Essendo una cosa ancora embrionale, impiegherà mesi e mesi per svilupparsi pienamente, ma arriverà a compimento. Promesso.

Per ora, qui vi saluto e vi dico arrivedersi. Nel frattempo, proseguirò con le mie storie su dèi ed eroi e, se mi verrà in mente qualcosa, posterò degli aggiornamenti anche nella cartella delle OS dei licantropi.

A presto, e grazie per avermi seguita!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: Mary P_Stark