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Autore: karter    01/08/2019    3 recensioni
[Storia scritta per il contest “S come Song-fic" indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP, ma squalificata perché di lunghezza superiore a quella indicata nel bando]
Dal testo:
"Ania è euforica. I suoi occhi brillano e il sorriso che mi rivolge potrebbe illuminare una stanza.Sono rare le occasioni in cui l’ho vista tanto felice. Il suo matrimonio e la nascita di Marco sono le più recenti.
La osservo curioso e per poco non mi prende un colpo nel momento in cui riconosco ciò che stringe tra le mani.
A prima vista potrebbe sembrare un libro molto antico, copertina in cuoio lavorata, pagine ingiallite dal tempo e un segnalibro sfilacciato.
In realtà è un album. L’album di foto della mia adolescenza, per essere precisi.
Credevo di averlo perso almeno quattro traslochi fa, invece è ancora con me e non so se piangere o ridere. L’unica cosa certa è che lo svuotare scatoloni dovrà aspettare. Credo che anche la mia sorellina abbia voglia di fare un tuffo nel passato!"
Genere: Generale, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Memories of past
 

 
«Non ci credo!»
Ania è euforica. I suoi occhi brillano e il sorriso che mi rivolge potrebbe illuminare una stanza.Sono rare le occasioni in cui l’ho vista tanto felice. Il suo matrimonio e la nascita di Marco sono le più recenti. 
La osservo curioso e per poco non mi prende un colpo nel momento in cui riconosco ciò che stringe tra le mani.
A prima vista potrebbe sembrare un libro molto antico, copertina in cuoio lavorata, pagine ingiallite dal tempo e un segnalibro sfilacciato.
In realtà è un album. L’album di foto della mia adolescenza, per essere precisi.
Credevo di averlo perso almeno quattro traslochi fa, invece è ancora con me e non so se piangere o ridere. L’unica cosa certa è che lo svuotare scatoloni dovrà aspettare. Credo che anche la mia sorellina abbia voglia di fare un tuffo nel passato!
 
 
Look at this photograph
Guarda questa fotografia
Every time I do, it makes me laugh
Ogni volta che lo faccio mi fa sorridere
How did our eyes get so red?
Come sono diventati così rossi i nostri occhi?
And what the hell is on Joey's head?
E che diavolo c'è sulla testa di Joey?
 
 
Lo apriamo ad una pagina a caso e nessuno dei due riesce a reprimere il sorriso. Ricordiamo fin troppo bene quel giorno.
Era il diciottesimo compleanno di Federico ed eravamo entusiasti. Avevamo indossato quelli che ritenevamo i nostri vestiti migliori ed eravamo andati a festeggiare in piazzetta. Ci eravamo sfondati di cibo, alcool e fumo.
Non eravamo mai stati tanto felici.
«Ma quanto avevamo fumato?»
Ania scuote il capo osservando la se stessa del passato con cipiglio severo.
Aveva gli occhi arrossati all’inverosimile, i collant verdi strappati e mi aveva rubato la giacca di pelle. Era buffissima!
«Credo parecchio, a giudicare da quell’obrorbio che ha in testa Joey» rispondo non potendo evitare di ridere osservando il cappello ridicolo a forma di mucca che quello che era il mio migliore amico sfoggiava con tanto orgoglio.
Ania sorride non riuscendo a darmi torto. Nessuno di noi era esattamente uno spettacolo da guardare, ma Joey era il massimo!
Era sempre stato il migliore tra noi!
 
 
And this is where I grew up
Qui invece è dove sono cresciuto
I think the present owner fixed it up
Penso che il padrone attuale l'abbia messo a posto
I never knew we'd ever went without
Non ho mai saputo cosa mancasse
The second floor is hard for sneaking out
E' difficile sgattaiolare fuori dal secondo piano
 
 
Stiamo ancora ridendo mentre apriamo in un altro punto l’album.
Questa volta siamo solo noi due, seduti sul divano dell’appartamento in cui siamo cresciuti. Dovevamo avere dodici anni.
Un sorriso nostalgico ci affiora alle labbra.
Per quanto fosse un buco quel luogo era casa nostra e vi abbiamo passato dei momenti indimenticabili. Ne erano un esempio le nostre fughe notturne quando la mamma era solita punirci per ciò che combinavamo, ma ciò con ci aveva mai fermati. Eravamo diventati dei professionisti nello scappare dalla finestra anche se non era proprio semplicissimo, per essere un secondo piano era abbastanza in alto, ma anni e anni di pratica ci avevano fatto apprendere dei trucchetti niente male.
«Chi sa se ci abita qualcuno ora» si domanda mia sorella.
«Se così fosse spero abbia ristrutturato, non sarebbero un bel vedere le mattonelle scheggiate o i muri con scritte le nostre altezze» le dico per cercare di strapparle un sorriso.
Ania è sempre stata fin troppo emotiva e a me ha sempre fatto male vederla triste.
 
 
And this is where I went to school
E qui è dove sono andato a scuola
Most of the time had better things to do
La maggior parte del tempo avevo cose migliori da fare
Criminal record says I broke in twice
Il registro dei criminali dice che l'ho scassinata due volte
I must have done it half a dozen times
Devo averlo fatto almeno mezza dozzina di volte
 
 
La pagina seguente ci lascia a bocca aperta. Quanto tempo è che non vedevamo la nostra vecchia scuola!
Non che personalmente l’avessi frequentata poi così tanto, ci ho passato più tempo nei giorni di chiusura che durante l’orario delle lezioni. Non ricordo nemmeno le volte in cui con Joey ci siamo introdotti di nascosto per sabotare qualche aula, per rubare le risposte di un qualche test, modificare i voti dai registri o semplicemte passare una notte fuori casa ma al caldo. Che ricordi fantastici!
Se penso che al Distretto di Polizia sono convinti di avermi beccato le duevolte che ho fatto effrazione. Idioti! Probabilmente se mi avessero beccato tutte le volte avrei passato ben più di qualche mese ai lavori socialmente utili!
«Siete sempre stati due imbecilli, tu e Joey» mi rimprovera con un sorriso.
Ania ha smesso di darmi addosso con la storia della scuola diversi anni fa, ma ci sono occasioni in cui non può fare a meno di ricordarmi la grande cazzata che ho compiuto nel non voler terminare le superiori. E, per quanto mi finga infastidito dalla cosa, dentro di me non posso darle torto.
Quel dannato pezzo di carta mi avrebbe risolto non pochi problemi!
 
 
I wonder if it's too late
Mi chiedo se è troppo tardi
Should I go back and try to graduate?
Dovrei tornare indietro e provare a diplomarmi?
Life's better now than it was back then
La vita è meglio ora di come era prima
If I was them, I wouldn't let me in
Se fossi stato in loro non avrei permesso che entrassi
[...]

 
Scuoto il capo decidendo di girare pagina ancora una volta. Ormai non c'è più tempo per i rimpianti. La vita è andata avanti e nonostante tutto non posso lamentarmi.
Ho un lavoro che mi piace e mi permette di pagare le spese. Una sorella che mi sostiene in ogni mia scelta, un cognato con il quale condivido fin troppi interessi e un nipotino che sorride ogni volta che mi vede. Le più importanti, però, sono le mie bambine che, anche se vedo poco, adoro all’inverosimile. Forse l’unica della quale farei a meno è quella despota della mia ex moglie.
Sorrido.
Sono maledettamente felice, anche senza quello stupido pezzo di carta!
 
 
Remember the old arcade
Ricordi I vecchi portici
Blew every dollar that we ever made
Spendevamo ogni soldo che avessimo mai guadagnato
The cops hated us hangin' out
Gli sbirri ci odiavano perché ci riunivamo lì
They say, "Somebody went and burned it down"
Dicevano che qualcuno sia andato a ridurli in cenere
 
 
«Oddio, Lu!»
Ania osserva la foto seguente con malinconia. Ci siamo noi due con Federico, Joey e Sarah. Eravamo seduti sulle scale sotto i portici, una sigaretta tra le labbra e una bottiglia di birra in mano.
Erano le nostre serate tipiche. Penso di aver speso buona parte della mia giovinezza sotto quei portici, specie quando Sarah si armava di bombolette e improvvisava qualche murales. Credo di non averne mai visti di belli quanto i suoi. Se quel maledetto pirata della strada non l’avesse travolta quando aveva vent’anni sono certo che sarebbe diventata una grande artista. Aveva sempre avuto una mano magica e mentre lavorava nulla poteva distrarla. Ricordo ancora tutte le volte che Federico se l’era caricata in spalla per portarla via nel momento in cui intravedevamo i lampeggianti della polizia.
Non avevano mai potuto sopportarci. Io e Joey eravamo gli scassinatori di edifici pubblici, Federico il corridore clandestino, Sarah la writer e Ania la ladruncola. Eravamo un gruppetto ben assortito, ci credo che ovuqnue andassimo avessimo sempre gli occhi degli sbirri puntati addosso. Peccato che la nostra “cattiva fama” ci avesse incastrati anche quando i portici che tanto amavamo furono incendiati. Fu inutile tentare di scagionarci. Per tutti eravamo noi i colpevoli.
Scuoto il capo ripensando al momento in cui la mamma venne a riprenderci in commissariato. Non l’avevo mai vista così furiosa come quel giorno. Peccato che ci sorbimmo la sua strigliata l’unica volta in cui eravamo davvero innocenti.
«Mi mancano quelle serate» ammetto posando un braccio sulla spalla di mia sorella vedendola annuire a sua volta.
Perdere i portici era stato un po' come prendere un pezzo del nostro cuore. E ad averci fatto più male era stato non scoprire mai chi furono i veri responsabili.
Sorrido amaramente mentre volto l’ennesima pagina. Non è il caso di soffermarsi troppo su quei pensieri. 

 
We used to listen to the radio
Eravamo soliti sentire la radio
And sing along with every song we know
E cantare ogni canzone che conoscevamo
We said, Someday we'd find out how it feels
Abbiamo detto che un giorno avremmo scoperto come ci si sente
To sing to more than just the steering wheel"
A cantare davvero, non soltanto al volante
 

«Ti prego gira la pagina!»
L’urlo scandalizzato di Ania riesce a strapparmi una risata. Effettivamente in questa foto eravamo decisamente buffi.
Io ero alla guida, le dita a tamburellare sul volante e la testa che si muoveva avanti e indietro.
Ania era seduta al mio fianco. I capelli che si muovevano a destra e sinistra a ritmo di musica, le braccia sollevate a battere il ritmo sul tettuccio e i piedi sul cruscotto.
La foto era stata scattata, per caso, da Sarah ad un semaforo. Era totalmente mossa e anche un po' lontana. Era orribile, eppure qualcuno l’aveva infilata nell’album ed era diventata un bel ricordo, alla fine. Rappresentava il periodo in cui eravamo convinti di poter sfondare nel mondo della musica con la nostra piccola band che poi si era sciolta solo due mesi dopo.
Sorrido ripensando a quei giorni lontani. Avevamo diciannove anni e tanti di quei sogni che il cassetto nel quale li custodivamo straripava abbondantemente, ma eravamo dannatamente felici.
 
 
Kim's the first girl I kissed
Kim è stata la prima che ragazza che ho baciato
I was so nervous that I nearly missed
Ero così nervoso che l'ho quasi mancata
She's had a couple of kids since then
Ha avuto una coppia di bambini da allora
I haven't seen her since God knows when
Non l'ho più rivista da solo Dio sa quando
 

La foto seguente fa nascere una smorfia contrariata sul volto della mia sorellina.
Ci siamo io e una ragazza dai lunghi capelli corvini. Kim è stata la mia prima ragazza. Era il sogno di tutti i ragazzi del quartiere ma lei scelse me, nonostante la mia totale inesperienza.
Sorrido ripensando alla prima volta che la baciai. Ero talmente nervoso che stavo per fare un macello, fortuna che poi prese in mano la situazione lei e quello che era partito come un goffo tentativo divenne un bacio da capogiro.
Eravamo stati insieme quasi due anni prima di dirci addio, come al solito aveva ragione Ania. Non eravamo fatti per stare insieme e i nostri continui litigi non facevano altro che ricordarcelo.
«L’ho rivista qualche mese fa» mi dice sistemandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio «Mi è parsa felice. Anche lei, come noi, ha una vita diversa adesso» aggiunge con uno strano sorriso.
Per quanto non l’avesse mai sopportata, Ania non è mai stata capace di desiderare il male di qualcuno. È la persona migliore che io abbia mai conosciuto e non lo dico solo perché è la mia gemella.
«Ha tre bambini e un lavoro rispettabile a giudicare dal suo abbigliamento. Mi è parsa felice!»
 
I miss that town
Mi manca questa città
I miss the faces
Mi mancano le loro facce
You can't erase
Non puoi eliminarla
You can't replace it
Non puoi rimpiazzarla
I miss it now
Mi manca ora
I can't believe it
Non ci posso credere
So hard to stay
Così difficile restare
Too hard to leave it
Troppo dura da lasciare
 
 
«Mi manca quel posto» ammetto dopo qualche attimo di silenzio, cambiando totalmente discorso.
Se penso che da ragazzo non vedevo l’ora di fuggire via da quel paesino che sembrava volesse strapparmi le ali mi viene davvero da ridere. Eppure è la semplice verità. Mi manca il luogo in cui siamo cresciuti nonostante le occhiatacce che ci lanciava la gente o il nostro essere dannatamente poveri. Per quanto la situazione fosse difficile eravamo felici, convinti che il mondo fosse nelle nostre mani e nulla potesse scalfirci. Eravamo adolescenti con sogni troppo grandi per essere realizzati, eppure non ci importava. Per noi ogni occasione era buona per sognare un po' di più.
Per quanto sia felice ora, nulla potrà mai farmi dimenticare quegli anni meravigliosi.
 
 
If I could I relive those days
Se potessi rivivere quei giorni
I know the one thing that would never change
So l'unica cosa che non cambierei mai
[...]
 

«Se potessi tornare indietro, ripercorrerei ogni istante della nostra amicizia con i ragazzi»
Si asciuga una lacrima, Ania, mentre pronuncia queste parole. Ha lo sguardo fisso sulla nostra ultima foto assieme.
Joey aveva quell’assurda camicia hawaiana per cui lo prendevamo sempre in giro, i capelli raccolti nel solito codino e gli occhiali scuri. Faceva il gesto della vittoria come se tutto il mondo fosse in suo possesso.
Federico era seduto sulla panchina. Gli immancabili occhiali dalle lenti a specchio e le braccia sullo schienale come a dire che era il padrone di tutto e nessuno era alla sua altezza.
Sarah era seduta in terra, le gambe incrociate e i lunghi capelli rossi raccolti con una penna perché le davano noia. Aveva un albuma tra le mani e lo sguardo concentrato.
Accanto a lei, Ania, lanciava occhiatacce a Joel che doveva averle fatto una battutaccia delle sue mentre sfogliava distrattamente un qualche romanzo.
Infine c’ero io, seduto sullo schienale della panchina. Un sorriso divertito sul volto mentre stavo per dare uno scalpellotto al mio migliore amico.
Era una bella foto, ci rappresentava esattamente come siamo sempre stati e come saremmo potuti continuare ad essere se il fato non si fosse messo in mezzo.
«Sai, mi piacerebbe organizzare una serata come ai vecchi tempi» inizia esponendo una di quelle idee che da ragazzi finivano sempre per metterci nei guai «Non sarà lo stesso senza Sarah, ma mi piacerebbe che conoscessero Marco» continua con un sorriso nostalgico accarezzando la figura di quella che era sempre stata la sua migliore amica.
Sorrido immaginando i due ragazzi che conoscevo alle prese con un bambino. Sarebbe stato divertente all’epoca e, anche se sicuramente non sono più i combinaguai di allora, sono certo che potrebbe esserlo anche adesso.
«Siamo sempre stati una famiglia, no?» rispondo e immediatamente vengo travolto dall’abbraccio della mia sorellina.
Del resto, lo sappiamo entrambi che quello era il mio modo per dire che anche a me piacerebbe rivederli.

 
Look at this photograph
Guarda questa fotografia
Every time I do, it makes me laugh
Ogni volta che lo faccio mi fa sorridere
 

Stiamo ancora ridendo quando Ania si allontana dal mio abbraccio con espressione seria, ma allo stesso tempo divertita.
«Ti prego ricordami di far sparire questo album quando Marco sarà grande. Qui rischio di perdere tutta la mia autorità materna!» dice e non riesco a trattenere un sorriso.
Marco ha solo un anno, chi sa che fine avrà fatto quest'album quando potrà comprendere ciò che è davvero accaduto. E poi, se vuole fargli conoscere davvero Joey e Federico credo proprio che questa sia l’ultima cosa di cui debba preoccuparsi!














 
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