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Autore: Meramadia94    01/08/2019    0 recensioni
Barba ha una figlia, Christina, sedici anni. L'unico affetto che gli rimane dell'amore della sua vita ed è l'unica ragione della sua vita oltre al suo lavoro.
Ma un giorno lei e una sua amica scompaiono dopo una festa. La squadra lavora di buona lena per scoprire cosa sia accaduto alle due ragazze prima che sia troppo tardi.
Genere: Angst, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Olivia non era riuscita a chiudere occhio. I suoi pensieri erano tutti concentrati sull'amico procuratore, che con tutta probabilità quella notte non aveva domito nemmeno cinque minuti, turbato come non mai al pensiero di non sapere dove la figlia avrebbe passato la notte, sobbalzando ad ogni rumore nella speranza che fosse la porta di casa che si apriva e di vedere la figlia  tornare a casa.
La sua notte l'aveva passata abbracciata suo figlio, tenendolo stretto a sè, quasi avesse paura che qualcosa o qualcuno arrivasse a portarglielo via.
Da quando era entrata all'Unità Vittime speciali, aveva perso il conto dei genitori a cui aveva detto di mantenere la calma in casi del genere, ma la verità era che cercare di mantenere la calma mentre tuo figlio era chissà dove, forse in pericolo, era come saltare in un ghiacciaio e credere di non morire assiderato. 
L'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere in ufficio era il vice capo Wiliam Dodds.
- Capo.- fece Olivia-  che sorpresa... posso fare qualcosa per lei?- 
L'interpellato le mostrò la copia del giornale di quella mattina, che recava la foto di Abigail e Christina sopra la scritta '' MISSING''.
- Lo devo venire a sapere dai giornali che la figlia di un procuratore con cui lavoriamo è scomparsa?- 
- Capo, con tutto il rispetto, il mio lavoro è catturare gli stupratori, gli assassini e riportare a casa le persone scomparse.- fece Olivia poco propensa a sentire ramanzine riguardanti il politicamente corretto -  E al momento ci sono due famiglie che non hanno idea di cosa sia capitato alle figlie. Mi scusi, quindi, se non ho pensato che fosse carino avvertirla.-
Dodds alzò le mani in segno di resa - Ok, come non detto... mi scusi. E' che... non oso nemmeno immaginare come debba essere veder sparire un figlio.- e dire che ci era passato con suo figlio Mike. Era l'ultimo giorno che passava all'Unità Vittime Speciali prima di passare all'Anti-Terrorismo quando era rimasto ferito in un conflitto a fuoco mentre cercava di sedare una lite domestica.... le sue condizioni erano pressocchè disperate e lui stava già temendo di vedere il figlio maggiore andarsene prima di lui... ma Mike era un combattente ed era uscito vincente anche da quella prova.
- Non lo dica a me...- fece Olivia.
- Come stanno andando le indagini?- fece Dodds.
- Per ora non abbiamo piste. Tutto quello che sappiamo è che Abigail aveva dei problemi con il padre, che stava cercando di andarsene e che nell'ultimo periodo era insofferente.- fece Olivia.
- E Christina?- 
- Su di lei non abbiamo niente. Barba dice che tra loro due non ci sono mai stati problemi, che hanno sempre avuto un ottimo rapporto, ed io gli credo.- fece Olivia - e non solo perchè gli voglio bene... basta guardare il suo operato.-
Dodds annuì. In effetti era molto difficile pensare un uomo integro come il vice procuratore Barba, che si batteva quotidianamente per far trionfare la giustizia e che in alcune occasioni aveva addirittura rischiato il posto di lavoro per aiutare un imputato che a ben vedere aveva agito per rabbia e disperazione, fosse una persona completamente diversa tra le mura domestiche.
In quel momento, a passo svelto, entrò il detective Carisi.
- Tenente... oh, buongiorno capo.- 
- Buongiorno a lei.- fece Dodds - Mike mi ha detto di salutarla.- 
- Che gentile.... gli dica che ricambio.- 
Olivia chiese subito - Come sta Barba?- 
- Lo può immaginare.- fece Sonny - però forse abbiamo avuto un'idea su cosa potrebbe essere successo... premetto che è un ipotesi, e anche piuttosto azzardata, ma secondo me funziona.- 
- Stupiscimi.- fece Olivia.
Sonny sorrise, e poi raccontò ad Olivia e al vice capo Dodds di aver visto, a casa di una delle amiche meno abbienti di Abby una borsa del valore di circa milleottocento dollari, un articolo decisamente fuori luogo per una sedicenne disoccupata e con una situazione economica non esattamente idilliaca. E che una sedicenne, per avere così tanti soldi da spendere, poteva percorrere solo due strade: lo spaccio o la vendita del suo corpo.
- Ed io propendo per la seconda, in fin dei conti non è la prima volta che succede. E poi parliamo di una bella ragazza.- 
- In effetti è una teoria molto realistica.- fece Dodds - E se le cose stanno così, è meglio se le fermiamo. Si comincia per gioco, ma una compagna di classe di Mike, all'epoca, è finita male, non ho potuto farci niente purtroppo.-
Olivia annuì.
- Le convoco immediatamente. Vediamo di chiarire questa situazione.- 
...
...
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- Non capisco.- fece Charlene molto nervosa e ansiosa di andarsene - Volete farmi il terzo grado perchè ho una borsa di Gucci?-
- Dove l'hai presa?- fece Olivia.
- E' il regalo di un'amica.- fece Charlene prontamente.
- Dev'essere un'amica molto ricca....- fece il capo Dodds - Questa borsa vale uno stipendio intero.- 
- Potere dirmi che volete da mia figlia? Guardate che è una brava ragazza.- fece la madre di Charlene - si è guadagnata una borsa di studio per quella scuola prestigiosa, ha la media dell'ottimo...-
- Signora, noi abbiamo il timore che sua figlia, per farsi accettare dai coetanei, sia finita in un brutto giro.-
La signora guardò la figlia con gli occhi che sembravano due uova sode - Hai iniziato a drogarti?- 
- No!- fece Charlene - certo che no! Vogliono incastrarmi, io non ho fatto niente di male.- 
- Pensavamo a qualcosa di peggio.- fece Olivia - Tu sai perchè Abby è sparita, vero?- 
Charlene non rispose.
...
...
...
Intanto, Sonny e Amanda stavano interrogando Esme, l'amica di Abby e Charlene. Esme aveva la carnagiole olivastra, lunghi capelli neri e gli occhi verdi che erano sfigurati dalla paura, dal terrore e dal disagio.
- Perchè sono qui, non capisco...- fece Esme bevendo un sorso d'acqua per tranquillizzarsi.
- Esme.- fece Amanda - Sappiamo cosa stai facendo.- 
- Non so di che parlate...-
- E' per i tuoi genitori che lo stai facendo, vero?- fece Sonny con tono comprensivo, quasi paterno.
Esme si zittì. 
- Ho controllato la situazione economica dei tuoi genitori.... tuo padre è un alcolista disoccupato, tua madre pulisce gli uffici di giorno, fa la cameriera di sera e da sola non ce la fa. Ci ha detto che da un po' di tempo hai iniziato a dare lezioni private agli studenti, ma che vuoi tenere la cosa segreta perchè alcuni di loro sono imbarazzati a dire che hanno bisogno di aiuto....-  fece Sonny. 
- Ascolta, lo so che ti sembra una cosa nobile, venderti per aiutare la tua famiglia... ma non lo è.- fece Amanda, pur capendo perfettamente i sentimenti di Esme. In fin dei conti, lei aveva fatto la stessa, molto tempo prima, per risparmiare il carcere a Kim, pagando il prezzo più alto: un trauma che non l'avrebbe abbandonata per tutta la vita, di cui avrebbe portato i segni per tutta la vita e un' etichetta che diceva '' Ragazza facile che andrebbe a letto con chiunque pur di guadagnarci qualcosa'' - Devi smettere. Ora che sei ancora in tempo.- 
Esme sorrise sacastica - Certo. E chi pagherà l'affitto e le altre spese? Voi?-
- No, ma possiamo comunque aiutarvi. A cominciare da te.... dacci i nomi dei tuoi '' clienti'' abituali e li arrestiamo per stupro.- fece Amanda.
- Ero consenziente.- fece Esme - Loro si prendono quello che vogliono ed io porto a casa quel tanto che basta per continuare a vivere.-
- Non ha la minima importanza.- fece Sonny - Tu sei un'adolescente, e questi signori sono coetanei di tuo padre. E' comunque stupro.-
Esme si mise a piangere, e si calmò solamente quando Sonny le offrì dei fazzoletti ed una tazza di tè. 
- Ti va di dirci come è cominciato?- fece Amanda.
Esme sisoffiò il naso, insipirò e cominciò a raccontare - Mio padre aveva appena perso il lavoro. All'inizio era ottimista, pensava di poterne trovare presto un altro... ma più il tempo passava, più la frustrazione aumentava e ha cominciato a bere.
Ho venduto qualche vestito, le cose di valore, ho persino rinunciato ai soldi che stavo mettendo da parte per il college, ma non bastava mai.... così alla fine....-
- Hai optato per la prostituzione.- fece Sonny con tono addolorato ma privo di ogni voglia di giudicare. 
Esme annuì - All'inizio non avevo capito che era quello... Charlene mi aveva detto che aveva trovato un lavoro incredibile, con il quale presto sarebbe riuscita a farsi accettare da tutti e ad entrare nel gruppo degli studenti popolari... all'inizio l'idea mi faceva vomitare ma poi mi sono detta....Non è la fine del mondo, magari ti piace.-
I due poliziotti ascoltavano in religioso silenzio, chiedendosi in che razza di mondo erano finiti, che razza di mondo Dio avesse creato se per ottenere giustizia si era costretti a violare la legge e dove i figli erano costretti a vendersi per aiutare i genitori quando loro stessi avevano ancora bisogno di aiuto. 
- Poi, circa un anno fa, Abby ci ha confessato tra le lacrime che era certa che suo padre la detestasse, che la considerava poco, e le uniche volte in cui le rivolgeva la parola era per criticarla e che avrebbe voluto andarsene.- fece Esme. 
- E le avete detto di questo ''lavoro''.- fece Amanda.
- Charlene è stata molto vaga quando ne abbiamo parlato, ma io le ho detto fin da subito cosa voleva dire.... Abby non ha battuto ciglio. Ha detto che pur di non stare più male per colpa di suo padre si sarebbe scopata persino il demonio.-
- Esme, devo chiedertelo...- fece Amanda - la storia che Abby era innamorata di un ragazzo, che Charlene glielo aveva rubato e tu hai dato ragione a Charlene....- 
- Era una balla.- fece Esme - Era un modo per proteggerci a vicenda, in modo che se una veniva scoperta, le altre non sarebbero mai state collegate.... e abbiamo fatto credere a tutti che non ci parlassimo.-
- Avete parlato con Abby prima che sparisse?- fece Sonny - magari tramite chat.-
Esme annuì. 
- Il giorno della festa, prima dell'inizio delle lezioni.- fece Esme - Ha detto che quella sera si sarebbe incontrata con un cliente importante, per l'ultima volta, e poi se ne sarebbe andata...-
Sonny e Amanda si guardarono.
Tutto faceva presupporre che si trattasse veramente di un allontanamento volontario. E combaciava tutto. Abby poteva tranquillamente lasciare a casa sia i risparmi che aveva messo da parte aiutando i genitori con la gestione dell'albergo, visto che per un anno aveva '' lavorato come prostiuta'', il fatto che avesse gettato il cellulare sembrava rafforzare quell'idea...
- Non ho idea del perchè Chris sia andata con lei.- fece Esme.
...
...
...
Poco dopo,durante la '' sfilata'' dei clienti abituali di Abby, Esme e Charlene, prontamente arrestati e chiusi in cella di sicurezza per aver avuto rapporti con delle minorenni,  tre diverse famiglie reagirono in modo diverso alla notizia che le figlie avevano iniziato ad andare a letto con uomini più vecchi e ricchi, per soldi. 
I genitori di Charlene, realizzato che la figlia si vergognava di loro al punto di decidere di prostiuirsi solo per potersi togliere da sola capricci e sfizi la sgridarono aspramente, arrivando persino a prenderla a ceffoni davanti a tutti, urlandole '' ALMENO SIAMO GENTE ONESTA!!!''- mentre la ragazzina fissava i membri della squadra  con rabbia con uno sguardo che diceva -'' Non potevate proprio stare zitti, vero?''
La madre di Esme invece pianse tutte le sue lacrime abbracciando la figlia, implorando e supplicando il perdono, per non essere riuscita a proteggerla e tenerla al sicuro e di averle dato un carico troppo grande da sostenere per i suoi sedici anni, quando le aveva detto che in quella situazione lei avrebbe dovuto essere il suo conforto e il suo sostegno.
Il padre di Abby invece... nessuno sapeva come aveva reagito. Non si era arrabbiato, o non aveva dato segno, non aveva urlato, non aveva cercato di negarlo... si era semplicemente seduto sul divanetto della sala colloqui con la testa nascosta nelle mani.
- Secondo voi come sta?- chiese il comandante Dodds.
- Starà recriminando e pensando a tutte le volte che ha trattato la figlia come una pezza.- fece Fin - Personalmente, sarò anche cinico, ma per me gli sta solo bene.- 
- Non sei troppo duro con lui?- fece Amanda.
- Se mi dice che a volte l'ha punita severamente perchè se lo meritava, allora cercherei di convincerlo che non è colpa sua se Abby si è comportata così.- fece Fin - ma se come dice la signora Smith, l'ha bistrattata anche quando non c'è n'era bisogno e l'ha umiliata anche quando cercava di comportarsi come una brava figlia, allora non può biasimare che sè stesso per quello che è accaduto.-
- La verità è che è sempre difficile fare i genitori...- fece Olivia domandandosi se sarebbe riuscita ad essere la stessa madre che era stata finora quando Noah sarebbe diventato un adolescente.
Se sarebbe riuscita ad essere severa, ad esercitare il pugno di ferro, ma senza perdere di vista l'obiettivo di far  capire a Noah che malgrado i litigi, le punizioni e i contrasti che avrebbero potuto avere, indipendentemente da quanto sarebbe stato grande lo sbaglio, lei avrebbe continuato ad amarlo incondizionatamente. 
Senza dire una parola, Barba entrò in sala colloqui e chiuse la porta dietro di sè.
- Mi sa che adesso Barba lo fa a pezzi.- fece Sonny. 
...
...
...
Mai ipotesi avrebbe potuto essere più sbagliata.
Barba si avvicinò con cautela all'uomo con cui da un paio di giorni condivideva lo stesso peso insopportabile, quello di non avere idea di dove si trovasse l'angolo più prezioso del suo cuore ne sapeva cosa gli fosse capitato. Non se la sentiva di dargli la colpa, di dirgli che se avesse agito diversamente con Abigail, se l'avesse educata meglio tutto quel dolore e quel calvario era facilmente evitabile... la consapevolezza che la figlia pur di scappare da lui era arrivata a prostituirsi era già una punizione sufficente. 
- Come si sente?- fece Barba.
- Credo che possa immaginarlo...- fece il signor Smith con gli occhi rossi di pianto - la mia bambina pur di scappare da me, è entrata in un giro di prostituzione...e io ancora non riesco a credere che sia vero...-
Barba gli versò una tazza di caffè e gliela offrì.
- Senta, io non voglio giudicarla...- fece Barba - però mi dica una cosa... perchè, nonostante i tentativi di Abby di dimostrarle qualcosa, lei non gliene fa passare una giusta?- 
Il signor Smith sorseggiò il caffè e rispose - Mi deve credere. Io sono orgoglioso di mia figlia.... è una brava studentessa, mi aiuta con l'albergo... se la tratto così è solo per farle capire che la vita è dura, perchè voglio che abbia un futuro migliore di quello di farsi insultare da clienti troppo lagnosi e servire ai tavoli per tutta la vita.- 
- Su questo mi trova d'accordo, ma ci sono modi e modi per fortificare una persona.- fece Barba, pur rendendosi conto di essere l'ultima persona del mondo a poter dire una cosa del genere. In fin dei conti, suo padre, da che lo conosceva non gli aveva mai rivolto una parola gentile, un complimento, una gratificazione... solo schiaffi, botte, calci, pugni a ripetizione. Così tanti che nelle rare occasioni in cui gli urlava addosso senza picchiarlo si preoccupava.
Quella era il modo del suo vecchio per '' fortificarlo''. Infatti, quando aveva ottenuto la borsa di studio per Harvard ed aveva iniziato a farsi conoscere nell'ambiente degli avvocati, invece di chiedergli scusa per il modo in cui l'aveva trattato, per le botte, e l'averlo anche chiuso fuori di casa al freddo per aver osato reagire a quelle angherie, gli aveva detto che tutto quello che aveva avuto, tutti gli obiettivi raggiunti e ciò che aveva conquistato lo doveva a lui e che il minimo che poteva fare per ringraziarlo era ospitarlo a casa sua, visto che dopo la separazione dalla moglie era senza un posto dove andare e in cassa integrazione. 
Lì non ci vide davvero più e gli disse chiaro e tondo che aveva una moglie e un figlio in arrivo di cui occuparsi e di non volere che quel bambino crescesse nella stessa casa di un uomo violento e alcolizzato.
''Un mal hijo nunca será un buen padre'', erano state le ultime parole che gli aveva sentito dire. 
Se aveva ragione il suo vecchio non lo sapeva, ma una cosa sì : aveva fatto del suo meglio con Christina. A volte sì, avevano litigato, per delle sciocchezze, ma non le aveva mai proibito niente. 
'' Tutto quello che ti chiedo è di darmi la prova che posso fidarmi di te''- non le aveva mai negato di prendersi una pausa dalla scuola, di tornare più tardi la sera, o anche di farsi un bicchierino con gli amici. A patto che glielo dicesse di persona.
Ed era oroglioso del risultato ottenuto, del legame di stima e fiducia reciproca che c'era tra loro.
- Lo so...- fece il signor Smith - e Dio solo sa quanto sono pentito di quello che le ho fatto passare... ma se ne avessi un'altra occasione... -
- L'avrà.- fece Barba mettendogli una mano sulla spalla - quando Abby tornerà a casa, le chieda scusa con tutto il cuore, le spieghi le sue motivazioni e le stia vicino.-
- E se non dovesse accettare le mie scuse?- fece Smith.
- Lei provi a dirle che anche i padri possono sbagliare.-
...
...
...
- Sei stato bravo con il signor Smith.- fece Olivia porgendo all'amico una tazza di caffè.
Barba sorrise tiratamente - Recriminare o litigare su quello che non si è fatto e che si poteva fare in questi casi è inutile, no?- 
Olivia annuì.
- Tu come stai?- 
- Come se dovessi avere una crisi isterica da un momento all'altro...- fece Barba massaggiandosi le tempie. Non sapeva davvero come faceva a non aver ancora avuto una crisi di nervi. E le ultime informazioni ricevute riguardo un giro di prostituzione minorile non erano confortanti.
Quando era sparita senza dirgli niente, senza avvisarlo, si era fatto mille domande su dove avesse sbagliato, cosa non aveva fatto, cosa le aveva fatto mancare.... poi era arrivata quella pista, quasi campata per aria, e aveva pregato in tutte le lingue che conosceva che non fosse la verità, che ci fosse un'altra spiegazione, ma allo stesso tempo sperava che fosse quella che presto gli avrebbe restituito la sua bambina.
Non sapeva cosa sperare.
Sapeva cosa voleva però. Rivoleva Christina a casa.
- Non so cosa pensare, non so cosa sperare, non so cosa mi devo aspettare...- fece Barba sul punto di scoppiare.
Olivia gli strinse la mano per cercare di calmarlo. 
- Rafaèl, te lo giuro. Dovessi smuovere tutta la costa occidentale, io te la riporto.-
Barba sorrise tiratamente.
  
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