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Autore: Rack12345    02/08/2019    0 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo I: Alexis




Alexis Moore si svegliò di buon umore quella mattina.
Si alzò in fretta, per non far venire in mente al suo cervello di addormentarsi di nuovo, e si diresse in bagno dove si lavò faccia e denti e raccolse i suoi lunghi capelli castani liscissimi in una treccia corposa.
Non perse tempo a coprirsi le profonde occhiaie che ormai da anni le segnavano il volto. I suoi incubi cominciavano a sparire, magari presto sarebbero sparite anche quelle.
Solo la cicatrice nella zona sinistra del suo petto sarebbe rimasta lì per sempre, ma aveva smesso di curarsi anche di quella ormai.
Tornata in camera si vestì: pantaloni neri, scarpe nere, maglietta a maniche corte nera.
Eh già, tutto nero.
Quello era un abbigliamento da agente segreto.

Alexis era entrata nello S.H.I.E.L.D all’età di 20 anni, dopo un tragico incidente avvenuto in casa sua in cui aveva perso i suoi genitori ed aveva visto e subito qualcos’altro di cui però non parlava mai.
Si era allenata a lungo ed aveva anche fatto qualche missione sul campo per ordine di Nick Fury. In realtà ne fece poche, solo due. Poco dopo essere diventata attiva sul campo avvenne il tradimento di alcuni membri dello Shield nel quale si era infiltrata, nel corso degli anni, l’Hydra. Non aveva preso parte a quella follia. Era fuggita al New Avengers Facility entrando a far parte del team di spie di cui gli Avengers non avevano neanche la minima idea dell’esistenza.
Aveva continuato ad allenarsi e lavorava sotto la direzione di Natasha Romanoff.
Ora faceva parte ufficialmente del team degli Avengers grazie a Tony Stark che l’aveva reclutata per la guerra contro Captain America. Lei e Spiderman erano i novellini e per questo spesso venivano presi in giro dai colleghi, ma non se la prendevano.
Di quello scontro ricordava poco: il suo compito era rimanere nell'Hangar ed impedire a Captani America di fuggire, ma Natasha aveva tradito Tony e l'aveva stordita per permettere a Steve di volare via con Bucky.
Dopo lo scontro tra le due fazioni pro e contro gli accordi di Sokovia, la situazione era stata drammatica per mesi, ma successivamente gli Avengers si erano riuniti per sconfiggere nemici nuovi, sventare attentati e fare quello che sapevano fare meglio: salvare le persone.
Il più possibile, almeno.
Anche lei aveva preso parte a queste ultime missioni ed aveva legato con tutti i membri della squadra.
Adorava Steve.
Tony era come se fosse suo padre.
Stessa cosa Barton
Banner era troppo scienziato per capire una sola parola di quello che dicesse, ma gli voleva bene.
Natasha era una buona amica, nonostante le tante bugie. Ma del resto anche Alexis stessa era una spia.
Thor. “Thor è Thor!” Diceva sempre la ragazza. Un pentapalmo!
Loro erano quelli con cui aveva legato più di tutti. Anche perchè alle missioni non sempre partecipa tutta l’allegra brigata.

Per ora erano due mesi che non succedeva nulla.
I suoi incubi legati al suo passato cominciavano a sparire, riusciva a dormire bene.

Come tutte le mattine, dopo essersi vestita era scesa in mensa.
Ah già, viveva li, al quartier generale del New Avengers Facility insieme a Steve, Natasha, Falcon, Wanda, Visione, Banner e occasionalmente anche Thor, anche se ora era tornato ad Asgard.
Dicevamo: era scesa in mensa per fare colazione, una bella sostanziosa, visto che le prossime tre ore della mattina le avrebbe passate ad allenarsi con i colleghi.
Entró nella stanza accecata dal biancore che emanava. Era tutto bianco lì dentro. Tranne i loro vestiti da spie.
Si diresse al bancone del self-service e prese un vassoio fece qualche passo ed inizio sistemandovi sopra un frutto. Stava per prendere lo yogurt quando si trovò vicino una figura altissima, molto più di lei, il che non era difficile esserlo.

-Buongiorno Signorina!-
Era Steve che accanto a lei stava rimpinzando il suo vassoio di muffin.

“Maledetto metabolismo da super soldato” aveva pensato la giovane.
-Ciao Steve!- rispose lei sorridendo.

-I tuoi incubi? Hai dormito bene?- chiese lui con fare apprensivo.

Lo faceva spesso, preoccuparsi per lei. E Alexis aveva proprio bisogno di qualcuno che si preoccupasse per lei, facendola sentire in questo modo viva.

-Tutto bene..- iniziò la ragazza prendendo il vasetto di yogurt -Sembra che gli incubi siano spariti.-
Si avviò verso la zona bevande e Steve la seguì.

-Bene, ne sono contento.-

La giovane spia sollevò il viso verso il collega per sorridergli. Lui era sempre così perfetto, diceva sempre le cose giuste al momento giusto.
Steve riempì la sua tazza e quella della collega, poi andarono a sedersi al loro solito tavolo, dove poco dopo li raggiunsero Visione e Wanda.

-Agente Moore,- l'aveva salutata Visione -sembra che i tuoi occhi questa mattina siano dotati di una luce particolare. Direi di vedere quasi delle pagliuzze dorate in quei bottoncini color cioccolato.-

La giovane arrossì e Steve vedendola soffocò una risata.
Visione era così. Diceva sempre quello che pensava, era inevitabile.

-Ah ma guarda, a me queste cose non le dici mai!- Wanda aveva sdrammatizzato la situazione fingendosi offesa.
Sapeva benissimo che l'Avenger più forte di tutti non intendeva flirtare con Alexis.

-Perdonami Wanda. E' solo perchè i tuoi occhi meravigliosi riescono a togliermi le parole. L'unica cosa che sono in grado di dirti quando mi perdo in essi è che ti amo.-

Alexis scosse la testa, battendo le palpebre più volte, stupita. Le aveva fatto una dichiarazione d'amore perfetta e l'aveva fatto con una naturalezza disarmante.

-Beh che vuoi più di questo?- rise Steve.

-Nulla, volevo proprio questo!- Wanda sorrise soddisfatta ed addentò il suo toast.

La giovane spia nel vedere Wanda e Visione cos intimi sorrise. A lei mancava quell'aspetto della vita, ma non aveva il tempo. Una spia non può permettersi una vita sociale, nè qualcuno da amare. Perchè in questo caso amare qualcuno significava  anche mettere in pericolo la vita di qualcuno o anche semplicemente sparire spesso senza lasciare spiegazioni.
No, non poteva sopportare di dare un tale dolore e una tale angoscia a qualcuno.
Era proprio per questo che aveva iniziato la sua vita da spia. Perchè tanto lei non aveva nessuno da perdere. Nessun amico, nessun parente, nessun amore.
L'unica cosa che amava davvero era sparita. La sua famiglia. Quindi il problema non se lo poneva affatto.
Ed era proprio per loro che era lì: non avrebbe più permesso a nessun essere vivente di fare ciò che era stato fatto alla sua famiglia.

-Lexie?-

Si sentì chiamare da Steve.

Scosse la testa destandosi dai suo pensieri.
-Sì?-

I suoi genitori la chiamavano così. Avrebbe preferito non sentirsi chiamare così, ma ormai lì tutti la chiamavano così.

-Non hai ancora mangiato nulla. Dobbiamo allenarci, ed io non combatto contro un avversario che non abbia lo stomaco pieno allo stesso modo del mio.-

Lei accennò ad un sorriso e Steve capì che era di nuovo immersa nel turbinio dei ricordi.

-Ehi.- mise la mano su quella piccola della ragazza -Siamo qui per te, sempre. Tutti. Sei parte di noi, di me. Pensa a vivere ora, ti prego, fallo per te stessa e per me. Non voglio vedere sparire quelle pagliuzze dorate nei tuoi occhi.-

Anche lui le vedeva? Doveva esserci qualcosa di strano nell'aria quella mattina.

Sorrise -Grazie Capitano.-

Lui sciolse il loro intreccio di mani.
-Coraggio ora, mangia. Io devo andare. Raggiungimi nella palestra il prima possibile.-

Steve si alzò in e si diresse in fretta fuori dalla mensa. Era strana come cosa, di solito la aspettava.
Che si fosse stufato di aspettarla sempre?
 



La ragazza finì in fretta la colazione senza perdere tempo.
Dove diavolo andava Steve con tutta quella fretta?
Riportò il vassoio al bancone e camminò velocemente verso la palestra. Questa si trovava nell'altra ala dell'edificio e per arrivarvi passò davanti al portone d'ingresso, davanti al quale vide una macchina assurda: bassissima, con un alettone, profili taglienti, di un arancione tendente al rame.

'Cosa ci fa Tony qui?' pensò.

Stava succedendo qualcosa e qualcuno glielo stava nascondendo? Era di nuovo esplosa una bomba tra lui e Steve? Oppure era successo qualcosa di catastrofico nel mondo e nessuno glielo aveva detto?
Odiava sentirsi così. Si sentiva di nuovo senza un posto, si sentiva estraniata dalla sua nuova ed unica famiglia, proprio come i primi tempi.
Accelerò il passo, non sopportando di non sapere nulla. Anche se forse si stava facendo troppe paranoie.
Arrivò davanti alla porta d'ingresso della palestra, di vetro ed intravide Steve che combatteva contro qualcuno.

'Ma che cosa..?'

Non indossava però nessuna protezione. E Steve non si allenava mai senza protezioni.
Natasha e Tony osservavano la scena, ma non erano preoccupati e i loro volti sembravano quasi soddisfatti e sereni.
Tony in realtà era più serio.
Le porte della stanza si aprirono e la ragazza avvicinandosi si rese conto che il suo Rogers, mentre combatteva, sorrideva contento come gli altri due.  
Alexis si avvicinò ai due colleghi che osservavano e si mise anche lei ad osservare con la fronte aggrottata e la bocca dischiusa in un'espressione di confusione.
Incrociò le braccia al petto.
Con chi stava combattendo Steve così allegramente?
Era un uomo, molto alto, quasi come Steve, muscoloso, spalle larghe. I capelli castani lunghi poco sopra le spalle si muovevano continuamente per via della lotta e sembravano essere un tutt'uno con la barba non curata, ma folta al punto giusto, dello stesso colore.
Indossava dei pantaloni scuri ed una canottiera bianca che lasciava intravedere le sue spalle. I muscoli contratti attirarono l'attenzione di Lexie.
L'uomo misterioso di muoveva agilmente e riusciva a parare tutti colpì di Steve. Ad un tratto riuscì addirittura a sollevarlo.

'Solo Hulk e Ironman con tanto di propulsori accesi riescono a sollevare il peso di un super soldato!'

Ok. Era strano.

Doveva assolutamente sapere chi era, così scostò leggermente la testa verso Natasha e Tony e chiese sussurrando.
-Ma cosa sta succedendo qui?-

Nat si voltò verso di lei.
-Ah non l'hai capito?-

Tony si intromise -Piccola, forse sei troppo concentrata sui bicipiti del nostro ospite e non hai notato il suo braccio.- disse acido.

La ragazza aggrottò ancora di più la fronte se possibile e si concentrò meglio. Effettivamente non l'aveva notato, nonostante fosse ben visibile. La sua vista da spia faceva cilecca, brutto segno.

-Oh.-

Il braccio sinistro del ragazzo talmente potente da sollevare Captain America era di metallo. Era un metallo scuro quasi nero, con degli inserti dorati molto scuri anche questi.
Poi si rese conto.
Alzò le sopracciglia e la sua bocca fece una O di stupore per essersi resa conto di chi fosse.

Bucky. Il famoso Bucky. Colui che aveva separato Tony e Steve: ecco spiegata l'acidità di Tony.
Steve le aveva parlato molto di Bucky, come aveva fatto a non riconoscerlo subito? Solo  per Bucky il suo amico l'avrebbe congedata così rapidamente a colazione.

Tony passò dietro a Natasha e si posizionò vicino alla ragazza.
-Chiudi quella bocca, stai sbavando sul pavimento e l'ho appena fatto pulire.- le aveva sussurrato, nuovamente acido, all'orecchio.

Lei alzò gli occhi al cielo.
-Non sto sbavando, sono solo sorpresa di non aver capito subito chi fosse!- si giustificò lei.

Era vero. Secondo il suo stesso cervello, era vero. Ma secondo Tony no, e fece schioccare la lingua sui denti non credendole.
Finito lo scontro i due si abbracciarono velocemente e si diressero verso la squadra che li osservava.
Erano sorridenti come due bambini al mare per la prima volta.

-Bello scontro!- aveva asserito Natasha.

-Bel braccio! Questo non suscita in te nessun istinto omicida dunque?- Tony l'acido.

-Per ora no, Stark.- aveva risposto Barnes.

Alexis sorrise al suono della sua voce. Le piaceva, era vellutata e pastosa.

-Oh!- Steve mise una mano dietro la schiena dell'amica e la spinse verso il suo altro amico -Voi due non vi conoscete. Lexie, ti presento il mio amico Bucky, Bucky lei è Alexis Moore una nuova spia della nostra squadra.-

L'uomo tese la mano verso di lei. La mano umana. Lei la strinse.

-James Barnes, piacere di conoscerti.- sorrise lui.

Sembrava timido, impacciato.

-So benissimo chi sei, Steve non fa altro che parlare di te! Piacere mio, Alexis Moore.-
Le venne naturale un enorme sorriso.

Ma perchè diavolo sorridevano tutti così tanto?  

-Ah sì? Beh pensa che non ti aveva nemmeno riconosciuto!- esclamò Tony.

Lei roteò di nuovo gli occhi al cielo.

-Beh in teoria vi siete visti qualche anno fa, sbaglio? Tony, l'hai reclutata tu per combattere contro di me.-

Tony stava per replicare di nuovo qualcosa di acido. La ragazza lo conosceva bene e menzionare quegli eventi era un rischio elevato, vista anche la presenza di Barnes. Così decise di rispondere lei.

-Oh sì, giusto. In realtà, però, non ci siamo visti. James tu eri impegnato con Spiderman ed io sono riuscita a resistere pochi secondi in piedi perchè..- meglio non scendere nel dettaglio sottolineando il fatto che Natsha nell'hangar aveva aiutato Cap, invece di sostenere Tony. - Beh sappiamo perchè insomma!-

Si rese conto che stava ancora stringendo la mano di James e ritirò in fretta la sua, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Nel farlo sorrise all'uomo e notò i suoi occhi. Erano azzurri, ma non di un azzurro profondo come quelli di Steve. Erano color ghiaccio. Quasi spaventosi.

-Allora, soldato- cominciò Nat -Questo nuovo braccio?-

Barnes lo mosse in avanti come per mostrarlo e lo osservò.
-E' fantastico, la tecnologia Wakandiana è fantastica. E' in vibranio, ovviamente, ed molto più potente dell'altro. Inoltre la loro tecnologia è davvero a livelli altissimi e sono riusciti a dare  a questo braccio la sensibilità di un braccio reale.-

-Oh bene!- esclamò Tony -Quindi ora senti dolore anche al mignolo sinistro, mi piacere!-

-Beh non solo quello, posso sentire qualsiasi cosa.-

L'attenzione di Alexis cadde di nuovo sugli occhi del soldato d'inverno. Sembravano velati da qualche pensiero che lei non riuscì però a captare. Sentì qualcosa vibrare all'altezza del petto quando lo sguardo del soldato passò velocemente di sfuggita su di lei.

Steve sciolse la situazione che per Tony iniziava a farsi pesante.
-Lexie io e te abbiamo un allenamento in sospeso e siamo in ritardo di un'ora. Nat ti spiace fare strada a Bucky.-

La rossa acconsentì e lascò la stanza facendosi seguire dal nuovo ospite.
I tre rimasti li osservarono andare via, poi Alexis si girò e mise le mani sui fianchi sorridendo nervosamente.

-Allora, posso sapere perchè non mi avete informata del suo arrivo?-

-Perchè è stato divertente vederti sbavare dietro di lui!- disse Tony.

Steve corrugò la fronte -Sbavavi per Bucky? Alexis, ha 100 anni!-

-Non sbavo per nessuno io, ok?! Potrei avere una risposta?-

Non stava sbavando, semplicemente non capiva chi fosse. Non era una alla quale venivano gli occhi a cuoricino per il primo che passava.

-Non arrabbiarti Lexie, su- disse Steve -Non ti stavamo nascondendo nulla, io l'ho scoperto questa mattina quando mi sono alzato. Come ti ho spiegato quando si tratta di Bucky non ragiono molto.-

Lei incrociò le braccia al petto anche se non era pienamente convinta che fosse la verità.
Ma Steve era troppo puro per dire una bugia.

-Si beh,- cominciò Tony -Sai che non mi piace lo psicotico. Vedi di tenerlo d'occhio Rogers altrimenti non avrà una seconda possibilità.-

Lexie posò la mano sulla schiena di Tony per sostenerlo. Dopo tutto il Soldato d'inverno aveva ucciso i suoi genitori. Certo gli era stato fatto il lavaggio del cervello, ma quando si tratta della tua famiglia è difficile mantenere lucidità. Lei lo sapeva bene.
 
 
 
 



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Alexis, dopo l'allenamento con Steve era passata ad allenarsi con le armi da fuoco.
C'era solo lei quella mattina, per fortuna. Odiava farsi vede quando sbagliava.
Aveva già buttato giù due bersagli con la pistola a furia di sparare, ma non era riuscita a prendere il centro esatto della testa, cosa che di solito faceva sempre.
La mattina era iniziata in modo diverso dal solito e questo le aveva scombussolato gli orari, ed effettivamente era ora di pranzo, forse era per quello che non riusciva a fare centro.

Da quando era entrata nello Shield si allenava ogni giorno e beccare il centro esatto della testa.
Era così che erano morti i suoi genitori. Un colpo alla testa ciascuno. E così avrebbe ucciso i loro assassini.
Le cuffie che indossava e gli spari che continuava a tirare a raffica per il nervosismo non le permisero di sentire i passi di qualcuno che si mise accanto a lei, osservandola compiaciuto.

-Forse dovresti mirare un po' più in basso, Agente Moore.-

Lei si voltò sentendo appena quelle parole e si trovò davanti il soldato d'inverno.
-Oh.- si tolse le cuffie. -scusami James, non ho sentito con queste cuffie.- le riappese al loro gancio sorridendo gentilmente al "nuovo" arrivato.

-Stavo dicendo che per prendere in centro dovresti mirare al petto, non alla testa.-

Diamine, Barnes aveva pensato che fosse così inesperta?
-Ecco io in realtà miravo al centro sì, però al centro della testa.-

L'uomo piegò leggermente la testa.
-Oh, singolare scelta.-

-Sì, è una lunga storia.- rispose lei pulendosi le mani sudate sui pantaloni.
Era leggermente imbarazzata. Ma non capì nemmeno lei stessa da chi. -Di solito riesco a centrarla, ma oggi pare che non sia giornata!-

-Le armi da fuoco sono il mio punto di forza. Posso darti un consiglio?-

Perchè ora le sembrava meno impacciato e intimidito rispetto a poche ore prima?
Certo, doveva essere difficile per lui tornare tra gli altri dopo un anno nel nulla nel Wakanda.

-Certo.- rispose lei.

James le fece impugnare la pistola facendogliela puntare al bersaglio e le mise le mani sulle spalle.
Di nuovo quella vibrazione all'altezza del petto.

-La postura è fondamentale, mi sembra che tu ti sia focalizzata solo sul bersaglio, senza pensare a te.-
Le raddrizzò le spalle, le tirò su il volto. -Non devi avvicinarti alla pistola, devi portare la pistola vicina al volto. Rilassati e spara. Senza rabbia. Solo logica.-

Lo fece. Sparò. E centrò la testa.

Le fecero male le orecchie, ma per un solo sparo lo potè sopportare.
Si girò verso il soldato con gli occhi sgranati.

-Wow James, come hai fatto??!-

Lui sorrise -Non sono stato io, Agente Moore. Hai sparato tu.-

Lei guardò il bersaglio di nuovo e sorrise soddisfatta. Allora il famoso Bucky era molto di più del suo braccio in vibranio.

Guardò l'orologio.

-Grazie James, dovrai assolutamente darmi altre dritte in futuro.- sorrise lei. -Pranziamo insieme? Sicuramente Steve ti starà cercando disperatamente.-

-Va bene.- si avviarono verso la porta. -Ma chiamami Bucky.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 













Angolo Autrice
Ciao a tutti!
Sono anni che voglio scrivere qualcosa nel mondo degli avengers.
Ora, dopo tutto il bordello che c'è stato negli ultimi film (che su di me hanno avuto effetti devastanti) sto cercando di immaginare una nuova storia, con nuovi personaggi, nuovi cattivi da sconfiggere.
Fatemi sapere cosa pensate di Alexis.
Fatemi sapere cosa pensate in generale!
A presto!
Rack =)
  
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