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Autore: noemi cullen    02/08/2019    0 recensioni
"La pioggia bagna il corpo seminudo di Maria Luisa Stronardi, 23 anni, abbandonata sul marciapiede, con ancora gli occhi aperti, verso un cielo che non l’ha protetta, non quanto doveva..."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!Dopo tantissimo tempo ritorno su efp e con un racconto tutto mio.Spero vi piaccia e...mi scuso in anticipo per eventuali errori di grammatica e/o battitura.
Con questo...buona lettura!


No.Desidera.Questo è nella sua natura.
E come cominciamo a desiderare Clarice?
Cerchiamo fuori le cose da desiderare?
Il desiderio nasce da quello che osserviamo ogni giorno.
Hannibal Lecter,Il silenzio degli innocenti (1991)





La pioggia bagna il corpo seminudo di Maria Luisa Stronardi,23 anni,abbandonata sul marciapiede ,con ancora gli occhi aperti,verso un cielo che non l’ha protetta, non quanto doveva.
Mentre i flash delle macchinette fotografiche vanno in sincronia con i tuoni,e i cartellini degli indizi vengono posti attorno a lei,l’idea generale che vaga nella testa della gente sembra la stessa:si è buttata dalla finestra,quella del secondo piano,ancora aperta,con le tende di lino bianco che volano e si bagnano con la pioggia che ora aumenta sempre di più.
Nessuno qui aveva mai visto un corpo morto, di questo ne potevo essere sicuro, e ciò aumentava il silenzio.Il tempo sembrava bloccarsi, ed è in questi momenti che la tristezza ti assale.Ti rendi conto che le macchine continuano a girare affollate per le strade,la pioggia continua,la gente esce ed entra nel supermercato accanto,i camion continuano a trasportare le merci anche mentre una persona è morta.Lei è ferma,ma il mondo continua a girare.E questo ti fa concludere amaramente che anche tu,alla fine,avrai la stessa fine.
Arriva l’ambulanza.La gente in strada si sposta,chi se ne va parlando fitto,sconvolta,aspettando il Piccolo,il giornale della città, di domani mattina per risolvere i propri dilemmi, chi si scosta semplicemente, tenendo il collo più lungo,insistendo a sapere qualcosa di più.
Mancano due tiri per finire la sigaretta.
L’autobus arriva da San Cilino, lo vedo,e  mi accosto per fargli cenno.Quando salgo, lascio cadere il mozzicone a terra e seduto, torno a guardare dal vetro la scena.
Il corpo è avvolto da una coperta argentea, in barella, e viene caricato nel veicolo.

Domenica mattina 
Ore 6.35
Mi preparo un caffè dalla macchinetta in tazza grande, amaro, per svegliarmi meglio.Fuori il tempo si è rasserenato.La finestra che da alla cucina,è scavata nel muro,sporgente, ed è comodo sedersi dentro.Lo facevo sempre,quando prendevo il caffè.Con il giornale sulle ginocchia, cerco di capire, guardando il portone del civico 107, le novità non riportate.
Niente scoop,niente rivelazioni della polizia, ne dalla scientifica.Tutto giace, e al solo pensiero mi torna in mente il viso della ragazza,visto dall’alto,con gli occhi sbarrati e la pioggia che le scende sulle guance di marmo.
Secondo il giornalista di cronaca nera, la famiglia della vittima sarebbe arrivata a Trieste per la mattinata.Sarebbero entrati nell’abitazione con due carabinieri,per recuperare gli effetti personali.
Un po’ presto, visto l’iter burocratico.
L’idea di fondo era sempre la stessa.Suicidio.
Senza rendermene conto guardo la finestra da cui si sarebbe buttata.E’ chiusa,le tende bianche coprono la visuale.Tutto sembra vuoto e lugubre,come l’intero condominio,ormai in mano a universitari ubriachi ed affittuari ingordi della rendita mensile,che grazie a quelle quattro mura che si reggono per miracolo,riescono a campare.
Il portone si apre, e cattura la mia attenzione.Una donna mora, alta, con il viso impassibile esce con una scatola piena di oggetti.Un carabiniere dietro di lei porta una valigia rossa, e da come la trasporta, sembra essere pesante.Caricano tutto in una pegeout piccola,color grigio topo.Dentro c’è un uomo, dai capelli e barba lunga moro,con gli occhiali da sole.La figura femminile Sarà forse la sorella maggiore del cadavere,Elena Stronardi,di anni 29,operatore sanitario,sposata e con un figlio piccolo?
Allungo lo sguardo,e dal sedile sembra proprio esserci un bambino in seggiolino.La donna stringe la mano al carabiniere in divisa e i due si separano.
Mentre lei sale in auto,seguo velocemente il carabiniere.Il marciapiede, che funzionava da parcheggio, su cui era caduta la ragazza, era stato liberato(per la felicità di chi,a differenza mia,non ha il posto privato)e si era accostata solo la pegeot grigia,non la pattuglia.La cerco, ed eccola, l’isolato più avanti, di fronte al centro estetico.Le macchine partono in contemporanea,ma mi soffermo ad osservare quella di Elena Stronardi e marito.Sulla strada, intravedo Aurora, in leggins e canotta nera camminare rapida con le cuffie alle orecchie,la coda bionda corta che scondinzola a ritmo.Una cosa che aveva unito me ed Aurora era proprio l’amore per la cura di sé, a partire dal fitness e dalla palestra.Io però avevo detto no oggi, non me la sentivo.
Lei alza il viso, e il suo sorriso le riempie le guance rosa confetto.Le sorrido anche io in risposta, bevendo l’ultimo sorso di caffè.La sento poco dopo per le scale,il suo respiro affannato ma regolare.Mi innervosisce.
-Buongiorno Amore!Già letto il giornale?-si avvicina e mi bacia la guancia felice.Quando si gira alzo gli occhi al cielo.
-Stavo leggendo le notizie riguardante la ragazza di fronte.
-Oh.sì-si spalma su una fetta biscottata un po’ di marmellata con fare pensoso- prima quando sono uscita  ho visto i carabinieri entrare in appartamento.Ma ci pensi?Io vengo a convivere da te da appena due giorni,e avviene un omicidio!Agghiacciante.-morde la fetta.
-Chi ti ha detto che è omicidio?-gli chiedo.
Mi guarda sbattendo le palpebre-Non lo so,sparavo.Non ho seguito la vicenda.
-E’ suicidio.è stato confermato oggi.
-Oh,cavolo.Povera ragazza.-afferma tristemente.Ma poi scuote la testa e riprende i suoi pensieri-Io vado in doccia.Ricordati che a pranzo siamo dai miei-si avvicina
-Certo-sorrido.Le accarezzo un fianco,e lei si china per baciarmi.Quando mi stacco dalle sue labbra, il nervosismo mi passa in un lampo.Aurora aveva il dono magico di agitarmi e calmarmi immediatamente.
   
 
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