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Autore: kisachan    03/08/2019    2 recensioni
[Dororo]
Dororo sgranò gli occhi. Quella voce le era familiare,calda , limpida , dolce.
Quella persona si avvicinò a Dororo e si chinò verso di lei.
"Dororo?"
Era lui, Hyakkimaru!"
Vi ho incuriosito?
Correte a leggere la mia prima fanfiction su Dororo.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Quando ci siamo ritrovati:Dororo per Hyakkimaru… un nuovo cammino verso il domani!




Dororo , finalmente adulta,si prodigava giorno dopo giorno nel ristabilire la pace e il benessere nelle vecchie terre di Daigo e i villaggi limitrofi.
C’erano tuttavia ancora parecchi scontri tra i vari villaggi per i beni di prima necessità e la continua ricerca di fortuna bramata da molti.
Dororo era sconfortata da ciò, nonostante da quando era piccola e vestiva ancora i panni di un maschio, si era data da fare per risollevare i vari villaggi dalla carestia e la fame.
Nonostante tutti i suoi sforzi e il tesoro di suo padre che era stato raccolto da quest’ultimo proprio per salvare i più sfortunati, tutto era rimasto esattamente come prima, rendendo tutti i suoi tentativi di cambiare le cose vani.
Mentre si incamminava verso il rifugio dei bambini orfani di guerra, che aveva costruito lei stessa con l’aiuto degli uomini dell’ex villaggio di Daigo, la ragazza fu distratta da piccole foglie rosse sparpagliate per tutto il viale che contornavano il paesaggio autunnale. Sorrise dolcemente e portando la mente in un ricordo lontano e nostalgico.
“Mi ricordano lui” pensò con un sorriso dolceamaro, per poi raccogliere una di quelle tante foglioline e stringerla tra le mani come se fosse qualcosa di prezioso.
Si rincamminò verso il rifugio, l’aria era leggera e fresca, eppure Dororo aveva un brutto presentimento ,come se qualcosa o qualcuno volesse distruggere quel delicato equilibrio che la ragazza con tutta se stessa aveva ristabilito.
Scosse la testa a quel pensiero, vivere per anni in un paese fatto di guerre e ingiustizie l’avevano portata ad essere troppo diffidente e preoccupata. Sospirò appena arrivò al rifugio, dove l’accolsero tanti bambini sorridenti.
“Dororo nee!”
La chiamavano in coro, abbracciandola con entusiasmo. A quei bambini Dororo aveva dato tanto. Affetto, un tetto sopra la testa e cibo.
Quei bambini di tutte le età erano diventati la sua famiglia. Per la ragazza erano tutto e li avrebbe sempre protetti in qualsiasi modo.
Si recò nelle stanze dei bambini per rifare i i letti di nuova paglia e rammendare i loro vestiti pieni zeppi di buchi.
Ogni tanto quei vestiti consumati dal tempo, le ricordavano i suoi di quando era piccola.
“Ogni tanto dovresti prenderti una pausa Dororo nee”
Sbucò fuori dall’uscio della porta una ragazzina, anche lei orfana di guerra e anche la più grande di loro, con le braccia conserte e il viso imbronciato.
“Akemichan, mi hai fatto prendere un colpo, sai?”sbottò Dororo dandole un pizzicotto sulla guancia paffutella della ragazzina “Non far finta di non aver capito sorellona, devi rilassarti ogni tanto!Altrimenti non troverai mai un marito! Me l’ha detto la vecchia del villaggio!”
Dororo sbuffò seccata.
Lei non aveva bisogno di un marito! Già lei se l’era sempre cavata da sola, non aveva bisogno di nessun uomo per essere felice, per essere forte! In molti volevano entrare nelle grazie di Dororo. Negli anni era diventata una bellissima ragazza, abile, coraggiosa e intelligente.
Tutte doti che a quei tempi spaventavano, ma allo stesso tempo allettavano molti uomini, soprattutto i grandi signori feudatari. In tanti chiedevano la sua mano, promettendole ricchezze e felicità. Dororo li rifiutò tutti.
La sua felicità erano quei bambini. La sua famiglia. “Piccola Dororo, dovresti accettare la mano di uno di quei pretendenti. L’ultimo sembrava una persona così a modo!”Le disse l’anziana del villaggio, preoccupata per l’avvenire della ragazza.
“Sei appena sbocciata, non indugiare ancora, la bellezza e la giovinezza sono effimere e limitate.Sposati ora che sei in età da marito, figliola!”disse infine la vecchia stringendole con affetto le mani. Dororo chinò il capo affranta. Non voleva sposarsi.
Fare ciò equivaleva ad abbandonare i bambini e concedersi a qualcuno che non amava neppure. Salutò la vecchia del villaggio e si incamminò verso il pozzo per prelevare l’acqua per cucinare e lavare i bambini. Ma prima che potesse avvicinarsi al pozzo si piazzò davanti a lei un samurai ricoperto di ferite e senza un braccio. Probabilmente aveva perso in uno scontro.
“Ragazza, aiutatemi”
Biascicò tra un misto di terrore e stanchezza il povero e sventurato samurai, prima di accasciarsi a terra.
Dororo lo afferrò prontamente e con non poca difficoltà lo portò al rifugio. I bambini erano spaventati da quel samurai ricoperto di sangue e senza un braccio.
“Non abbiate paura bambini è una persona che ha bisogno di aiuto!Datemi una mano a metterlo a letto.”Disse Dororo mentre lo appoggiò delicatamente sul letto, aiutata dai bambini più grandi. “Ancora guerre”bisbigliò un bambino con le lacrime agli occhi a un altro piccolo, ancora sbigottito dalla vista di tutto quel sangue.
Dororo osservava i bambini con tristezza.
Nonostante tutto era vero! Le guerre non erano ancora cessate! Passarono alcuni giorni e dopo le innumerevoli cure, il samurai si svegliò.
Sembrava che l’uomo provasse ancora dolore, ma fortunatamente stava guarendo e le ferite più lievi erano sparite.
“Non so come ringraziarvi mia salvatrice “disse il samurai con gratitudine a Dororo, porgendole le mani e baciandone i palmi delicati , ma segnati di graffi e lividi. “Mia divina Dororo , non sapete quanto sia felice di avervi incontrato nel mio cammino tortuoso!” continuò il samurai.
Dororo arrossì imbarazzata. “Mio signore, ora smettete di adularmi, pensate a riposarvi. Prenda, sono fasce di ricambio”porse all’uomo le fasce e lo aiutò a pulirsi le ferite.
“Il mio cuore è sincero, mia Dororo. Anche se vi conosco da poco tempo, ho perso la testa per voi!” La strinse a sé dopo aver pronunciato quelle parole, lasciando Dororo interdetta e incredula. La ragazza si divincolò.
”Mi duole dirvelo, ma io non posso contraccambiarvi, né ora e né mai!”
Il samurai chinò il capo abbattuto.
“So di non essere affascinante e di non eccellere in bellezza, ma sono di buon cuore e adoro questo rifugio e suoi i bambini.”
Dororo era felice delle sue parole. Amare quei bambini per lei era una grazia divina, ma non poteva contraccambiarlo. Alla ragazza non importava della bellezza in un uomo.
Di certo apprezzava le qualità di quel samurai, ma non provava niente per lui, solo una grande stima per essere stato coraggioso in battaglia. Rimasero entrambi in silenzio.
Dororo si alzò per poi avvicinarsi all’uscio della porta.
“Sembrate proprio la stessa persona!” Disse flebilmente il samurai, che fece voltare di scatto Dororo.
”Di che parlate?”gli domandò, ritornando indietro e sedendosi nuovamente. Il samurai aggrottò la fronte per poi schiarirsi la voce. “Mi ricordate la fanciulla del racconto di quel misterioso samurai abile in battaglia!” Dororo sgranò gli occhi.
“Qual era il suo nome, lo rammentate?”
Gli chiese la ragazza stringendogli le spalle.
Il samurai arrossì a quella vicinanza, fece un colpo di tosse e aggiunse:”Purtroppo no, mi dispiace, ma gli sono grato in quanto lui mi ha salvato innumerevoli volte.
Semmai un giorno dovessi rincontrarlo mi sdebiterò come si deve e con tutti gli onori!” Per un attimo Dororo pensò che l’uomo stesse parlando del suo Aniki Hyakkimaru!
Aveva un nodo alla gola e il suo cuore perse un battito. Soltanto il credere che il samurai del racconto fosse Hyakkimaru la turbò, scombussolando il suo animo.
Per tanti anni aveva sperato di rincontrarlo, pregava per la sua vita ovunque fosse. Aveva il timore che fosse morto in una delle tante battaglie avvenute in quegli anni di separazione
“Aniki”
Pronunciò flebilmente con una lacrima a rigarle il viso. Il giovane samurai guarì e con visibile tristezza salutò Dororo e tutti i bambini.Avrebbe voluto con tutto il cuore rimanere lì con quei bambini e la dolce Dororo.
Magari con il tempo anche lei si sarebbe innamorata di lui. Ciononostante doveva adempiere alla sua missione e partire per una nuova e imminente guerra che stava per cominciare nel paese vicino. Si voltò per contemplare ancora la bella Dororo, per poi rivoltarsi e riprendere il suo cammino
“Addio, mia dolce Dororo”.




I giorni passarono e l’aria diventava sempre più fredda, il cibo incominciava a scarseggiare a causa di una improvvisa pioggia, trasformatasi poi in grandine, che rovinò il raccolto. Dororo però non si fece sopraffare da ciò e si apprestò in un viaggio nei paesi vicini per approvvigionarsi di viveri e beni di prima necessità.
Si incamminò con un sacco di vimini in spalla sul sentiero bagnato di pozzanghere formatosi a causa della pioggia della sera precedente. La strada era scivolosa e più volte Dororo rischiò di cadere.
La strada era lunga e tortuosa e Dororo incominciava a sentire la stanchezza. Non si perse d’animo e camminò per un altro tratto di strada.
Il viale era abbastanza sdrucciolevole e montuoso. Si intravedevano da lontano grandi montagne e un piccolo boschetto proprio ai piedi di quelle alte montagne.
Dororo così decise di addentrarsi lì per cercare un riparo per riposarsi e magari passarci poi la notte. Sorrise con nostalgia, quante volte con Hyakkimaru passava la notte nei posti più disparati e particolarmente scomodi, eppure con lui lei si sentiva al sicuro.
“Purtroppo ora non sei più con me!”
Pensò triste la ragazza, riuscendo a trovare una piccola grotta dove passare la notte. Si sedette a terra, cercando di stendere un po’ di erba secca che aveva trovato in quella grotta per potersi sdraiare e cercare di dormire. Era buio, faceva freddo e dalle pareti di quella grotta c’erano spiragli dai quali soffiava il vento. Dororo cercava disperatamente di riscaldarsi, ma inutilmente .
Tentò di accendere il fuoco, ma il pavimento muschioso era umido e freddo, quindi era impossibile riscaldarsi in quel modo. “Posso farcela! Ho vissuto momenti peggiori, non devo abbattermi” Si rincuorò con se stessa per darsi forza. Andò più in profondità della grotta, c’era molto più buio ma almeno lì poteva accendere un fuoco.
Con la fiamma accesa quel luogo pareva più accogliente, e grazie alle foglie secche il fuoco avampò subito. Prese dell’acqua che aveva con sé e la fece riscaldare come poteva per poi berla e cercare di riscaldarsi a sua volta. Quella grotta era così suggestiva, le ombre create dalla luce del fuoco coloravano di rosso e di arancione le pareti.
Chissà se il suo aniki aveva mai visto uno spettacolo così bello. Si domandò Dororo, mentre pian piano si addormentò cullata dal suono del vento e riscaldata dal calore del fuoco
“Aniki”farfugliò nel sonno.
Dororo si svegliò grazie al cinguettio degli uccellini, e al poco sole che filtrava all’interno della grotta. Un po’ controvoglia e assonnata si sciacquò il viso.
“Bene riprendiamo il cammino”esclamò la ragazza e uscì dalla grotta frettolosamente. Camminò per alcune ore sul sentiero roccioso che via via diventava sempre più ripido e in salita.
Dororo aveva l’affanno, era stanca e affamata.
Camminò per un altro tratto di strada e notò in lontananza un piccolissimo villaggio composto da meno di una ventina di case.
Si diresse verso un piccolo pozzo, proprio al centro del villaggio.
Si guardò intorno per accertarsi che nessuno la vedesse e con un secchio attaccato ad una corda prelevò l’acqua dal pozzo. Incominciò a bere finché la sua sete non si fu calmata e sorrise beffarda. “Le vecchie abitudini non se ne andranno mai, eh piccola ladruncola che sono!” Disse tra sé con orgoglio.
Aveva bisogno di mangiare e magari di riuscire ad acquistare dei beni di prima necessità, ma non sembrava che in quel piccolo villaggio ci fosse una drogheria e neppure un’osteria.
Non si perse d’animo e incominciò a bussare ad una porta che fu subito aperta
“Sì?” Rispose una vecchia signora appena aprì la porta. Dororo fu colpita da un brutto presentimento, la donna che aveva davanti sembrava una semplice vecchina eppure qualcosa la mandava in allarme. Dopo tutto quello che aveva passato da piccola, era cresciuta diffidente. Dororo entrò n casa della vecchietta e la donna la fece accomodare su un kimono steso per terra. “Che ti porta qui piccola?“ Chiese la donna con l’aria preoccupata.
Dororo le spiegò le sue motivazioni, ma prima che potesse chiederle se conoscesse qualcuno che avesse una drogheria, il suo stomaco incominciò a brontolare. La vecchia scoppiò a ridere: “credo proprio piccina che tu abbia bisogno di un buon pasto, vero?” Dororo sorrise imbarazzata. Probabilmente quel presentimento era dovuto solo alla sua immaginazione e accettò con gratitudine l’ invito della vecchietta a passare lì la notte.
Dororo, sdraiata sulla paglia e coperta da un caldo kimono, contemplava la luce della luna che filtrava dallo spiraglio della porta. Era notte fonda, non si percepiva un rumore, solo forse il fruscio del vento che spostava gli alberi.
Nonostante fosse al caldo, grazie all’ospitalità della vecchietta , non riusciva a prendere sonno. Era al sicuro, al caldo e con un tetto sopra la testa, eppure non riusciva a sentirsi protetta. In realtà non si sentiva mai al sicuro da quando si era separata da Hyakkiamaru.
Stranamente, anche se con lui aveva molte occasioni per essere in pericolo, accanto al suo aniki lei si sentiva protetta. Sospirò e cambiò posizione con la speranza di riuscire ad addormentarsi. Si sforzò di chiudere gli occhi e pian piano si addormentò.
La notte pareva passare tranquilla, illuminata dalla luna e le stelle. Il vento soffiava dolcemente, spostando delicatamente le foglie degli alberi. Il piccolo fiumiciattolo, che separava il piccolo villaggio dalla catena montuosa scorreva lentamente . All’improvviso qualcosa dalla terra fuoriuscì, distruggendo gli alberi e i sentieri circostanti.
Uno strano mostro mutaforme, dalle fattezze semiumane e rettile, incominciò a strisciare verso il piccolo villaggio. Dororo si svegliò di scatto, dopo una scossa che fece tremare il pavimento. “Cosa è stato?”si domandò col fiatone dovuto allo spavento. Uscì dalla casa della vecchia e si incamminò verso il pozzo. Qualcosa attirò la sua attenzione.Sentiva inquietanti bisbigli proprio di fronte a lei, proprio in quel bosco dove era stata la notte prima. Tirò un respiro profondo e si addentrò nel bosco. Aveva paura, era in ansia.
Quel brutto presentimento che aveva avuto quella mattina era ritornato. I battiti del suo cuore si facevano sempre più veloci. Respirava pesantemente, mentre vide che la natura intorno a lei era tutta distrutta.
Dororo sgranò gli occhi incredula, poi scorse due sagome appena poco davanti a lei. Si avvicinò cercando di non fare rumore e non farsi scoprire. Appena fu più vicina vide un grosso uomo -serpente che teneva per il bavaro la vecchietta che le aveva dato ospitalità. La donna soffriva, mentre il mostro la stava soffocando. “Vecchia , hai infranto la promessa. Questa notte dovevi portarmi la mia sposa!”
La vecchia annaspava: ”L'ho trovata, è a casa mia però... però non posso, lei è una dolcissima ragazza. Prendi me al suo posto!”
Dororo era scioccata da quello che vedeva. Doveva intervenire.
“Brutta vecchia e credi che il tuo corpo rinsecchito e privo di sangue fresco possa soddisfarmi? Ti ammazzerò e mi prenderò ciò che mi spetta!”
Sentendo la frase detta da quel mostro, Dororo lo colpì con una pietra sul viso, facendolo sanguinare.
“Allontanati da lei!”Urlò contro quell’essere mostruoso provocando però la sua collera.”Ragazzina maledetta, volevo ucciderti senza farti troppo soffrire, ma te la sei cercata!” Si scagliò verso Dororo, facendo strisciare la sua lunga coda sul terreno e portandosi con sé la vecchia svenuta. Dororo lo colpì nuovamente, ma il mostro riuscì a schivare i colpi.
La ragazza, quindi, prese da dentro il suo kimono un piccolo pugnale e prima che il mostro potesse morderla, infilzò il suo occhio.
Un urlo sordo risvegliò la natura circostante e gli animali del bosco, tra cui gli uccelli, iniziarono a scappare. Il mostro si coprì gli occhi con le sue mani informi, per poi scagliare alla ceca la sua coda contro Dororo. Ma prima che riuscisse a colpirla, la sua coda fu tagliata di netto, per poi volare in alto.
Il mostro gridò dal dolore, mentre Dororo era immobile e sgomenta, ancora scioccata dell’accaduto.
Qualcosa o qualcuno saltava da un albero all’altro con velocità, e prima che il mostro reagisse, quel qualcuno si scagliò verso di lui con forte slancio e lo tagliò in due.
Dororo era ancora a terra, sporca di fango e sangue. Aveva una ferita alla spalla e la gamba bloccata a causa di una slogatura.
“Stai bene?”a quella frase Dororo sgranò gli occhi. Quella voce le era familiare, calda, limpida, dolce.
“Aniki?” sussurrò la ragazza, con le lacrime aglio occhi. Quella persona si avvicinò a Dororo e si chinò verso di lei. “Dororo?” Era lui, Hyakkiamaru! Era davvero di fronte a lei con uno sguardo sorpreso ma al contempo felice.
“Sei proprio tu, Dororo?” Hyakkimaru accarezzò una guancia di Dororo e levò via con un dito una lacrima che le aveva rigato il viso. “Sì sono io, aniki!”Dororo posò una mano su quella di Hyakkimaru per poi abbracciarlo.
Le era mancato, lo pensava sempre, era sempre nella sua mente e in quel momento era con lei , poteva toccarlo, sentire il suo odore, ascoltare la sua voce e sfiorare i suoi lunghi capelli neri.
“Sei cresciuta, sei bella!”le sussurrò Hyakkiamaru portando il suo viso vicino a quello di Dororo. “Sì, sei diventata davvero bella!”
Dororo arrossì e per l’imbarazzo allontanò il suo viso da quello del bel samurai con una mano. ”Che cavolo dici! Scemo!” Hyakkimaru sorrise dolcemente. “Però sei rimasta sempre la stessa.” le accarezzò il capo dolcemente .
Si sentiva al settimo cielo Dororo, si sentiva di nuovo al sicuro vicino al suo Aniki.
“Quella vecchietta la conosci, Dororo?”disse ad un tratto Hyakkimaru tornando serio per un momento. Giusto la vecchietta, pensò Dororo.
Purtroppo la vecchietta a causa dei colpi di coda del mostro non aveva retto al dolore ed era morta. Dororo spiegò l’accaduto a Hyakkimaru che l’ascoltava con attenzione.
Gli spiegò del perché del suo viaggio, dei bambini del rifugio e di come la vecchia, accordandosi con quel mostro mutaforma, l’aveva ospitata in casa sua per poi darla in pasto al demone.
“Sei stata incauta, Dororo!”Sbottò Hyakkimaru prendendole il viso con le mani.”Lo so, ma la vecchietta voleva lasciarmi andare!
Ora mi sento in colpa per la sua morte!”Disse Dororo sul punto di piangere. Hyakkimaru sospirò.”Non devi Dororo, anche se non ci fossi stata tu, lei sarebbe morta lo stesso.
Se non avesse trovato nessuna preda, quel mostro l’avrebbe comunque divorata, ignorando i suoi gusti!” Hyakkimaru aveva ragione, nel tempo era maturato tantissimo e guardandolo meglio era diventato anche più virile, più adulto, più uomo. Il suo cuore prese a battere forte. Aveva il viso in fiamme, la gola secca.
Come era possibile che il solo avere vicino Hyakkiamaru potesse turbarla tanto? Si ritrovò a non riuscire più a proferire parola. Chinò il capo imbarazzata per poi appoggiarsi al suo aniki.
“Mi sei mancata, Dororo”disse all’improvviso Hyakkimaru appoggiando il capo su quello di Dororo.
Dororo scoppiò in lacrime. “Anche tu mi sei mancato.” E si addormentò finalmente serena, finalmente al sicuro tra le braccia del suo aniki che non aveva smesso un istante di vegliare su di lei.
Era mattina, il sole era già alto, la rugiada della notte copriva le foglie autunnali e l’aria era fresca e profumata. Dororo, piacevolmente addormentata sul grembo di Hyakkimaru, strinse gli occhi alla luce forte del sole.
“Ti sei svegliata finalmente,”disse Hyakkimaru con un dolce sorriso che risaltava il suo viso. Dororo arrossì imbarazzata, per tutta la notte aveva dormito sulle gambe di Hyakkimaru e chissà quante facce buffe aveva fatto durante il sonno.
Era davvero imbarazzata.Si alzò di scatto per sciacquarsi il viso alla riva del fiume.
“Ora proseguirai il tuo viaggio, Dororo?” domandò Hyakkimaru avvicinandosi a lei. Dororo cercò di dire qualcosa, ma senza riuscirci.
Dovevano già separasi, dopo essersi appena riabbracciati?
Così spinta dal momento , si fece coraggio e disse: ”Verresti con me?” Forse aveva sbagliato a fargli quella proposta.
Lui doveva proseguire il suo cammino, doveva ancora conoscere e capire se stesso, doveva trovare la sua strada, ma gli fece comunque quella proposta. Voleva stare ancora un po’ con lui, ritornare a quei momenti di quando era piccola e si conobbero.
Hyakkimaru rimase per un attimo in silenzio: “Va bene.”disse poi sorridendo. Anche lui provava gli stessi sentimenti di Dororo. L’aveva rivista dopo tanto tempo. Nonostante dovesse seguire la sua meta e il suo riscoprire se stesso, aveva tanto bisogno di ripercorrere la memoria di quando conobbe Dororo . Era cresciuta, si era fatta grande, era bella.
Gli occhi di Hyakkimaru non avevano visto in quegl'anni di separazione, una donna più bella di Dororo. Dal primo momento che scoprì che fosse una ragazza, Hyakkimaru aveva sempre provato ad immaginarsela, ma mai avrebbe pensato fosse così carina, quando in quel pozzo, dopo aver riottenuto tutte le parti del suo corpo, l’aveva finalmente vista.
Quello sguardo sbarazzino con quei grandissimi occhi a mandorla e le sue guanciotte morbide che arrossivano alla scoperta che il suo aniki potesse finalmente vedere, per Hyakkimaru era la cosa più bella che aveva mai visto. E ora davanti a lui c’era una donna bellissima, ma con quel visetto sbarazzino che aveva visto la prima volta. Dororo sgranò gli occhi dalla sorpresa e lo abbracciò con entusiasmo.
“Evvai come i vecchi tempi!” esclamò felice. I due scoppiarono a ridere e si incamminarono insieme verso un altro villaggio.






















Note dell'autrice:
E dopo tanto tempo Kisachan è riapparsa con una nuova fanfiction e soprattutto con un nuovo 
fandom da sperimentare!
E' la prima volta che mi approccio a un'opera di Osamu Tenzuka, e devo dire che ne sono stata piacevolmente colpita.
Il riedattamento dell'anime di Dororo mi ha catturata talmente tanto che era impossibile che non scrivessi una fanfiction su Dororo e Hyakkimaru.
Questa fanfiction doveva essere un one shot, ma poi ho capito che era diventata una fanfiction lunghissima e ho dovuto dividerla in più parti.
Spero che vi possa piacere e di essere all'altezza di questo bellissimo anime!

Alla prossima Ksachan <3



 
  
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