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Autore: Allison_McLean    04/08/2019    0 recensioni
Sette ragazzi molto diversi tra loro si uniranno per sconfiggere un antico nemico. Attraverso grandi poteri, strabilianti avventure e problemi adolescenziali, i Sette scopriranno che c'è molto più della comune realtà.
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"Senza aggiungere una parola, raccolse le sue cose e scappò via piangendo. I tre paladini la guardarono con tristezza, compassione e un pizzico di rabbia da parte di Duncan, il quale non credeva che quella ragazza potesse essere tanto ingrata. Era irritato, molto irritato, e non si preoccupava minimamente di nasconderlo.
-" Non penso che dovresti essere arrabbiato. Allison non è abituata alla gentilezza. Comunque, vi ringrazio per averla aiutata. Un giorno lo farà anche lei. "
disse Dawn, prima di scomparire a sua volta nell'aula di storia e abbandonarli nel corridoio deserto e silenzioso, in cui soltanto le voci dei professori rimbombavano." dal capitolo 1
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I personaggi di questa storia sono ispirati a quelli di "A Tutto Reality", con l'aggiunta di pochissimi OC. La storia è originale.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Duncan, Ezekiel, Nuovo Personaggio, Trent
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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WHEN THE DARKNESS COMES - Chapter 1
L'aria frizzante di fine settembre si muoveva in una brezza leggera, scuotendo le foglie afflosciate sugli alberi, prossime a cadere con l'imminente arrivo della stagione fredda; l'odore dei castagni e dei faggi era ovunque, così come l'umidità che trasportava ancora il sentore della pioggia che nei giorni precedenti aveva coperto completamente Spirit River, insieme ad un'opprimente cappa di nuvole plumbee. Quella mattina però il sole spuntava pallido, riscaldando appena la cittadina e donandole un'immagine meno desolante ed inquietante. 
Le piaceva molto quel clima ormai autunnale, nonostante la scuola. Camminava con il suo solito passo lento e tranquillo, il cappuccio calato sulla testa coperta da una cascata di capelli tinti di un vivace rosso fiamma e lo sguardo alto ad osservare il tratto di bosco che costeggiava la strada che portava fuori città, ad est. Stranamente era di buon umore, immersa nel silenzio, eccezion fatta per la musica nelle sue cuffiette puntualmente nere; si godeva quella dolce solitudine prima di varcare le porte dell'odiato liceo di Spirit River e ritrovarsi in mezzo a tutte quelle persone che non faceva fatica ad ammettere di detestare. 
La sua pace interiore fu interrotta dal rumore di una moto che le sfrecciava accanto e che si fermò a qualche metro di distanza sulla stada asfaltata di recente; sorrise allegra nel riconoscere l'enorme felpa verde oliva e il portamento un po' da uomo delle caverne dello spericolato guidatore. Corse verso il ragazzo e, non lasciandogli nemmeno il tempo di togliersi il casco, gli saltò al collo, abbracciandolo affettuosamente come se non si vedessero da molto, molto tempo.
-" Buon giorno! "
la salutò il giovinetto, ricambiando quella stretta amorevole con le braccia magre ma muscolose e sorridendo sotto il casco.
I due ragazzi in questione erano Allison McLean ed Ezekiel O'Leary. Amici sin dalla più tenera età e con un solo anno di differenza, rispettivamente diciassette e diciotto anni, erano cresciuti insieme ed erano diventati una delle migliori squadre di Spirit River. Mentre Ezekiel era poco più di un fantasma nella scuola e tutti tendevano ad ignorarlo e a stargli alla larga per la sua fama di picchiatore, Allison viveva una situazione molto più complicata. A causa del suo comportamento introverso, dei suoi cupi silenzi e dello stile emo-gotico, la ragazzina era da sempre uno degli obiettivi preferiti dai bulli più violenti e delle cheer leader più vipere; il resto della scuola in un certo senso la temeva, soprattutto per i suoi occhi di ghiaccio, sia nel colore che nell'espressione, contornati da un pesante strato di matita nera. La sua unica salvezza era stata quel singolare personaggio di Ezekiel, sempre pronto a fare a botte per lei, come lei per lui. La trovava da sempre la ragazza migliore del pianeta e mai e poi mai avrebbe rinunciato alla sua amicizia. 
-" Salta su tigre. "
la invitò dolcemente Zeke, passandole il proprio casco e sostituendolo con il consono beanie azzurro e lacero che indossava perennemente; si sistemò i capelli alla flippy color castano chiaro e poi partirono verso la scuola. Non era lontana e questo dispiacque molto ad entrambi. Posteggiarono la vecchia moto da cross sul retro del grande edificio di mattoni rossi e si incamminarono verso il cortile anteriore, un grande parcheggio circondato da un basso muretto di cemento in cui gli studenti attendevano l'inizio delle lezioni. Come ogni mattina, regnava la confusione delle chiacchiere e delle risate concitate di tutti gli adolescenti di Spirit River, riuniti come sempre in gruppetti. Dai popolari ai nerd, dai fantasmi ai reietti : erano tutti presenti in quella quasi soleggiata giornata di fine settembre.
I due compari si sedettero sul tratto di mattoni che circondava le aiuole secche dell'ingresso, appena fuori dalla grande porta a vetri; Ezekiel si accese una sigaretta ed Allison si mise a leggere a gambe incrociate, osservando di soppiatto l'intero cortile. A quanto pareva, nessuno sembrava averli notati, cosa che le fece molto piacere.
-" Che leggi oggi di bello? "
La ragazzina alzò appena lo sguardo, accennando un sorriso al suo amico e avvicinandosi un pochino per appoggiare la testa sulla sua spalla.
-" Jane Eyre. "
-" Il libro che hai letto ormai cinque volte? "
Entrambi risero di gusto. Allison era una divoratrice di libri; il suo nutrimento erano le parole, la sua anima profumava di carta stampata, compensato dal sentore ceroso dei pastelli a matita con cui amava disegnare. Allo stesso tempo, Ezekiel amava follemente i motori, nel suo sangue scorreva benzina e tutto in lui funzionava grazie all'olio; lavorava spesso e volentieri nell'officina della cittadina ed era un meccanico addirittura migliore del suo capo. Per questo erano una squadra perfetta : mentre lei era la mente, lui era il braccio, e si bilanciavano a vicenda.
Quel breve momento di ilarità all'interno dell'ampio parcheggio della scuola venne interrotto dalla campanella che trillò rumorosamente, invitando gli studenti a dirigersi nelle proprie classi. La mandria di ragazzi si riversò confusionaria nei corridoi dell'edificio; ognuno si dirigeva nelle aule, salutando gli amici e dandosi appuntamento alla mensa. Lo stesso fecero Allison ed Ezekiel, abbracciandosi affettuosamente e per lunghi secondi. Come ogni giorno, sarebbero state ore difficili per entrambi. 
 
Contrariamente al tempo molto più che promettente, le lezioni erano terribilmente noiose. I raggi del sole, per quanto pallidi, inondavano la classe, mostrando qualche lembo di cielo azzurrissimo; la brezza soffiava leggera dal bosco e, malgrado le finestre fossero saldamente sigillate, i ragazzi riuscivano a percepire l'odore di muschio umido e foglie e resina. Era una tortura starsene lì dentro mentre di fuori tutto sembrava così magnifico. 
Seduta in fondo alla classe, Dawn Radcliff ammirava con pura malinconia quel paesaggio stupendo che sembrava richiamarla. Avrebbe tanto voluto passeggiare nella sua amata foresta, raccogliere qualche erba da studiare o della resina per un nuovo infuso, ma non le sarebbe stato possibile fino al tardo pomeriggio. 
Dawn era una ragazza singolare. Nonostante vivesse all'aria aperta, il suo colorito era molto pallido e i suoi capelli di un naturale e bellissimo biondo platino; calma e filosofica, amava con tutto il suo cuore studiare erboristeria e pratiche druidiche e nella sua mansarda aveva una vera e propria serra. Molti nella scuola la consideravano una specie di Poison Ivy e molti altri, visto il suo carattere dolce ed altruista, si approfittavano di lei; non essendo affatto stupida, se ne accorgeva senza problemi, ma non era capace di dire di no. Era la sua anima. Con questi presupposti, tendeva sempre ad isolarsi con il suo piccolo laptop e una miriade di enciclopedie di natura e storia antica o cultura celtica, cercando di ignorare i commenti sul suo abbigliamento considerato sciatto o sulla sua personalità ignenua. 
Mentre il professore di scienze sociali spiegava una qualche inutile teoria che non sembrava interessare a nessuno, un gruppetto di ragazzi in fondo alla classe ridacchiava allegramente, eppure con una nota di malvagità che solo Dawn sembrava cogliere. Con molta timidezza, si voltò verso quell'angolo dell'aula e notò, con poca sorpresa, che chi rideva erano Scott Laughton e la sua compagnia di bulletti. Li conosceva per la loro pessima fama e tendeva ad evitarli il più possibile. Scott era un ragazzo di campagna, dall'aspetto rozzo, ma dalla struttura slanciata e relativamente muscolosa; ciò che più lo distingueva erano i capelli arancioni e un comportamento davvero riprovevole praticamente con chiunque non fosse della sua ignobile compagnia e per questo era stato soprannominato "Squalo". 
Era molto incuriosita da quello strano tipo. Nelle poche volte in cui l'aveva osservato da solo aveva avvertito un'aura molto particolare, triste e spesso afflitta, attorno a lui. Non era forse una maschera tutta quella prepotenza?
Le riflessioni della dolcissima Dawn furono interrotte sul più bello da un paio di occhi grigio-blu, gelidi eppure bollenti, che si posarono su di lei; il suo pallore cadaverico prese un colorito più che roseo ed il suo sguardo tornò a posarsi impanicato sui pochi appunti presi durante la lezione. 
Scott Laughton stava apertamente e senza ritegno fissando la piccola Poison Ivy, colta sul fatto mentre lo studiava con un interesse quasi clinico; al contrario degli altri membri della banda dei bulli che stavano facendo commenti irripetibili, lui si concentrava seriamente su quella stranissima creatura senza ascoltarli. Non se l'era mai presa con quella ragazza, non credeva ne valesse la pena e non riusciva a concepire l'idea di poterle fare del male. La conosceva sin dalle scuole elementari ed era sempre stata oggetto di sfruttamenti da parte di chiunque la circondasse, perfino dagli insegnanti; raramente l'aveva vista in compagnia, ma da sempre qualcosa in lei lo attraeva, in qualche modo. Purtroppo, non aveva nè il tempo nè la capacità di avvicinarsi a lei. Passava le sue giornate a combinare malefatte in giro per Spirit River o a torturare ragazzini più giovani per levarsi di dosso il sapore amaro del passato e sentirsi bene grazie all'adrenalina, non aveva certo tempo per intrattenere rapporti pacifici con una sua coetanea. Eppure in quel momento avrebbe tanto voluto parlarle, senza un motivo preciso. 
La campanella di fine lezione trillò, rimbombando assordante nei corridoi del liceo; Dawn riordinò le sue cose ad una velocità strepitosa, raccogliendole tutte tra le esili braccia coperte da un maglioncino verde foresta, e quasi corse fuori dall'aula di scienze sociali, diretta chissà dove. Aveva percepito per tutto quel tempo lo sguardo di Scott su di lei e non si era mai sentita così a disagio prima di allora. Voleva soltanto che quella giornata finisse, così da potersi rifugiare nella sua preziosa foresta e tra le sue piante.
 
Un'altra lezione stava cominciando e un'altra volta si preparavano a non prestare alcuna attenzione. Per quei due bell'imbusti non c'era cosa più noiosa della scuola, eccezion fatta per le pollastre che li vedevano come i due cugini Duke in veste moderna. 
Presero posto nei loro consueti banchi in fondo alla classe, stravaccati sulle sedie con aria strafottente a badare soltanto agli affari propri : Geoff Gordon alla sua rivista sugli sport acquatici e Duncan Nelson al suo disegno. Amici da sempre, i due ragazzi erano una delle coppie più formidabili e famigerate dell'intera Spirit River. Entrambi di vent'anni, di aspetto non avrebbero potuto essere più diversi. 
Geoff era australiano, trapiantato in America dalla madre divorziata. Un ragazzo molto bello, dai capelli biondi, il fisico scolpito ed un perenne amore per le camice hawaiiane puntualmente sbottonate, era l'intermezzo comico di cui ogni gruppo necessitava. Aveva un'aria molto solare ed era davvero gentile, soprattutto con le ragazze; aveva un innata passione per le surfiste, cosa che lo riportava alla sua amata Australia, ed era un personaggio generalmente molto benvoluto in città.
Il suo compare, Duncan, al contrario era il punk rocker più desiderato di Spirit River. Tra i capelli corti e corvini svettava una sgargiante cresta verde, in contrapposizione ad un guardaroba monocromo nero e una playlist con ogni sfumatura di rock esistente. Era originario di un paesino non lontano da Toronto, trasferitosi in quella cittadina per motivi lavorativi legati al padre solo nove anni prima. Più chiuso rispetto a Geoff, lavorava da poco come tatuatore nel piccolo studio locale, in cui si era ormai ricoperto le braccia. Tutti lo conoscevano, particolarmente per il periodo in riformatorio che aveva affrontato a quindici anni e per la sua fama di Casanova. Ogni ragazza infatti avrebbe desiderato sperimentare una notte sui sedili posteriori della sua Camaro del Settantadue, a discapito dell'indole di spezzacuori che faceva da segnaletica per le poche singorine assennate del luogo.
La graziosa coppietta era tanto amata dalle giovincelle quanto detestata da quasi ogni altro abitante della città; non a livello di Laughton e della sua banda di manigoldi, ma non molto lontano da quel record. Anche loro avevano combinato delle belle catastrofi, tra cui spaccio e uso frequente di marijuana, ubriachezza molesta e atti osceni in luogo pubblico, e tutti tendevano ad evitarli, particolarmente il maggiore della famiglia Nelson : era un picchiatore nato, reso oltremodo violento dalla dipendenza dall'alcol, e nessuno voleva passare sotto il marchio di quelle grandi mani tanto abili a disegnare quanto a devastare facce; Geoff invece era il tampone, e molto spesso evitava al compare di finire dietro le sbarre per aggressione aggravata.
-" Laggiù in fondo! "
La voce squillante della professoressa di inglese interruppe ogni attività estranea alla lezione; Geoff si affrettò a nascondere maldestramente la sua rivista, mentre Duncan lasciò cadere sbuffando la sua matita, incrociando le braccia e squadrando irritato quell'insopportabile arpia con manie di onnipotenza come faceva con circa tre quarti delle persone che conosceva.
-" Signori, avete già perso un anno per la vostra costante mancanza di rispetto ed applicazione. Amate così tanto questa scuola e il programma di quest'anno da voler ripetere l'esperienza?! "
-" O forse amiamo moltissimo lei, signorina Masters. "
La risposta ironica di Geoff fece scattare la scintilla dell'ilarità in tutti i loro compagni di classe, zittendo la signorina Masters e lasciandolo tornare alla sua preziosa rivista. Perfino Trent McCord si era messo a ridere, non riuscendo a trattenersi nonostante gli sforzi.
Apprezzatissimo nella scuola per le sue grandi capacità di studente e il suo carattere dolce e cordiale, Trent era un normalissimo ragazzo di diciassette anni con un'ossessione per i Maroon5 e la passione per la biologia. Suonava la chitarra e la sua vita ruotava attorno a comuni attività da adolescente; di poche pretese, eppure ambizioso negli studi, gentilissimo e con il sorriso stampato perfino nei profondi occhi verde foresta, sembrava essere senza un nemico al mondo. Tutta impressione, visto che uno di quelli a cui proprio non andava giù era Mr.  Nelson. Da sempre lo considerava un perfetto buon a nulla, capace soltanto di portarsi a letto una ragazza dopo l'altra e di pestare la gente senza alcun valido motivo, cosa che non faceva fatica ad ammettere; all'opposto, il suo compare Geoff Gordon gli sembrava un tipo tutto sommato a posto. Era cortese anche con chi non gli stava simpatico e più volte si erano tenuti compagnia durante le noiosissime lezioni di francese. In realtà, trovava che Geoff fosse il suo unico vero amico, gli altri volevano sempre e solo qualcosa, fare bella figura con i professori in primis. 
Finalmente la campanella della mensa diede il via libera a tutti gli studenti affamati, strappando a qualcuno un'esclamazione di felicità. Mentre la classe si dirigeva verso l'ampio salone, Trent fu praticamente sbalzato via da una forte spallata; senza nemmeno guardare, riconobbe quel maledetto delinquente di Nelson. Stizzito e calmo allo stesso tempo, procedette per la sua strada in un silenzio che diceva più di mille parole.
 
La mensa era un gigantesco stanzone con un lato interamente costituito da finestre che davano sulla boscaglia a non molti metri di distanza dall'edificio; quel giorno aleggiava il superbo odore di hamburger e patatine e pasta al formaggio e tutti sentivano improvvisamente lo stomaco brontolare con più insistenza.
Mentre Zeke era andato a prendere due bei vassoi da Lashawna, la regina della cucina della scuola, Allison era al loro solito tavolino, un vecchio piano di compensato in un angolo del lato trasparente della stanza, ad osservare malinconica il paesaggio di quel luogo fantastico in cui il silenzio e la pace erano sovrani. Stranamente quella mattina le lezioni non erano state troppo noiose, nè il clima troppo opprimente, e sia lei che il suo migliore amico avevano potuto respirare senza subire qualche angheria. Lo stesso non si poteva dire di qualcun'altro. L'occhio di ghiaccio dell'acuta e silenziosa osservatrice, tale e quale ad un corvo, aveva notato il disagio di Dawn Radcliff, seduta in un posto isolato e da sola, così come il viso cupo di Trent McCord che giocava nervosamente con la sua pasta al formaggio; lo Squalo era al centro della mensa, tenuto d'occhio da ognuno dei presenti, e soltanto i due criminali non gli prestavano attenzione. 
Zeke tornò al tavolo con gli occhi luccicanti di golosità e non appena posò il vassoio iniziò a mangiare come un lupo affamato. Allison, sorridente, si gustò con più calma il pranzo, tornando a scrutare la foresta con la sua consueta aria assente.
-" Oh Dio, ma quindi quella ragazza sorride anche? "
Il commento di Duncan fece alzare lo sguardo di Geoff dal suo piatto, che automaticamente si diresse verso uno degli angoli più infami della mensa; anche se stentava a crederci, il suo compare fissava proprio Allison McLean, Nightmare Ally per i tabloid. E sì, la ragazza stava davvero sorridendo. Si lasciò scappare una risatina, poi tornò al suo pranzo. Duncan, invece, continuava ad osservarla con un interesse tutto particolare, che non gli si era mai visto negli occhi.
-" Sorprendente, non è vero? "
-" Molto. Mi sono sempre chiesto il perchè di tutte le prese in giro. A parte l'aria di una persona che sacrifica capretti di cui poi beve il sangue, non mi sembra cattiva. "
Geoff rise di nuovo, poi tornò ad osservare Allison e la sua lunga e soffice chioma ondulata che la rendeva tale e quale alla Sirenetta.
-" Non lo è infatti. Abbiamo due corsi in comune e tante volte mi sono seduto vicino a lei. La lasciano sempre da sola, in un angolo isolato della classe, eppure è molto carina. "
Lo sguardo acqua marina di Duncan si spostò sconvolto sul suo amico. Carina non era una parola che generalmente veniva associata alla ragazza, come prima cosa; secondariamente, non credeva ad una sola delle bubbole che stava dicendo l'australiano.
-" Ci hai parlato?! "
-" Come no! Una volta mi ha anche regalato un disegno. È in gamba. "
Il punk rocker era abbastanza stupito. Non una volta aveva sentito parlare bene di quella bizzarra ragazza, magra e di bassa statura, tutto abbigliamento emo e capelli stravaganti, eppure, come Geoff, non pensava fosse così terribile. L'aveva sempre incuriosito, sin dal primo giorno di scuola, quando l'aveva vista camminare tutta sola verso il liceo con le mani calcate nelle tasche e gli anfibi di almeno due taglie più grandi; avrebbe voluto provare a parlarci, ma aveva notato gli sguardi impauriti che gli rivolgeva e ancor di più quella specie di gorilla di O'Leary che le stava sempre appresso. Grande meccanico, niente da dire, ma un piantagrane non meno importante di lui. Voleva evitare qualsiasi compromissione ancora prima di averla conosciuta. 
-" Hey compare, non vorrei che ti montassi la testa, ma ti sta guardando. "
esordì Geoff, intento a masticare il suo panino; senza ritegno, Duncan si voltò verso Allison, incrociando per un millisecondo gli occhi di un azzurro glaciale coperti di matita nera che li rendeva ancora più brillanti; la ragazza si affrettò a rivolgere lo sguardo un po' ovunque, avvampando visibilmente e armeggiando con il suo cibo mentre si copriva il viso con una mano ed una ciocca dei lunghi capelli quasi le cadeva nel piatto. Sia Duncan che Geoff sorrisero ed ignorarono l'occhiataccia di Ezekiel.
Dawn aveva notato quella scena tenera tra Duncan Nelson ed Allison McLean, due anime alquanto simili, così come Trent e Scott. Dawn li trovava molto carini, sperava che tra loro un giorno nascesse qualcosa, visto che non era la prima volta che succedeva, proprio come pensava Geoff; Trent era sorpreso e pregava perchè Allison, una persona che malgrado non conoscesse quasi per niente aveva uno sguardo molto intelligente, non cadesse in mano ad un deficiente simile; Scott sperava che quel piccolo fantoccio non diventasse di proprietà del Marcio dalla cresta verde, oppure gli sarebbe stato tolto il suo giocattolo preferito.
Nessuno di quei sette aveva idea che un piano superiore li stava per unire.
 
La campanella che annunciava l'inizio dell'ultima lezione del giorno era suonata e tutti erano molto allegri; nel corridoio tutti stavano progettando il loro pomeriggio, intrattenendo accese e gioviali conversazioni. Una delle uniche persone ad essere sola era Allison, che stava come al solito frugando nel suo armadio tappezzato di foto dei My Chemical Romance alla ricerca del libro di storia; era piuttosto nervosa, dal momento che Ezekiel aveva terminato le lezioni ed era ormai in officina a lavorare sul furgone di un affezionato cliente del suo boss. Avrebbe cercato di sopravvivere come meglio poteva, anche se non sarebbe stato facile, ma a volte si imparava a convivere con i propri demoni.
Chiuse rapidamente lo sportello dell'armadietto che da una settimana portava la simpaticissima scritta "stronza satanista" in vernice rossa e si diresse in fretta verso la sua aula. Teneva come sempre la testa bassa, e per questo non riuscì a vedere Scott Laughton che si avvicinava pericolosamente a lei; una spallata piuttosto forte la sbilanciò in un secondo, facendola atterrare di schiena sul pavimento di linoleum. Tutte le sue cose erano sparse e attorno a lei la maggior parte degli studenti presenti il quel momento rideva. Situazione quotidiana, nulla più nè meno del solito.
-" Pezzo di merda... "
L'imprecazione scappò inevitabilmente dalle sue labbra, abbastanza forte perchè lo Squalo la sentisse. Mentre la ragazza si rialzava un po' a fatica, Scott tornò indietro, troneggiando sulla sua figura minuta con il suo fisico possente modellato dal lavoro nei campi.
-" Hai detto qualcosa, McLean? "
Allison non era una codarda e questo più di una volta le aveva provocato numerosi guai con persone come Laughton. Nonostante ciò, non si era mai tirata indietro, una qualità che spesso veniva presa per stupidità. Fissandolo dritto negli occhi e quasi ringhiando, la ragazzina gli rispose senza timore.
-" Sei anche sordo? Ho detto che sei un pezzo di merda. "
Il bulletto si guardò intorno e rise con pura aria di scherno, quasi incredulo a quella sfrontatezza. Non era abituato a reazioni simili, ma era proprio per questo che McLean lo divertiva terribilmente : non si tirava mai indietro e gli offriva sempre una buona occasione per gonfiarla di botte. Improvvisamente, un'altra spallata si abbattè su Allison, stavolta in pieno viso. Cadde nuovamente indietro, battendo la testa. In quel momento ogni risata si placò ed una voce profonda e leggermente gracchiante rimbombò potente nel corridoio e nelle sue orecchie fischianti. Per un momento le sembrò di galleggiare e temette che IT fosse venuto a prenderla sotto forma di Scott Laughton. Non era poi così improbabile, visto che quell'essere era malvagità pura condita con capelli arancioni e una spalla coperta di sangue. 
Eppure una colonna oscura era sorta tra lei e il bullo, tenendolo magicamente lontano. Quella colonna era Duncan Nelson che fronteggiava il nemico, spintonandolo e prendendolo a male parole davanti a tutti quanti. Ovviamente, non era da solo. Geoff era corso immediatamente dalla piccola emo insieme all'improvvisa e miracolosa apparizione di Dawn Radcliff. I tre avevano assistito all'intera scena e, al contrario di tutti gli altri imbecilli, non potevano sopportare una tale violenza gratuita su una ragazzina che non aveva altro che parole per difendersi. Duncan era immediatamente saltato addosso a quel pomposo cretino, che aveva abbassato le ali e deciso di cambiare aria, e Geoff si era precipitato subito accanto ad Allison, il cui viso era ricoperto di sangue. Un rivolo scorreva copiosamente dalle narici, colando fino al mento ed imbrattandole completamente la pelle pallida come quella della Radcliff.
Con il gradito aiuto dell'australiano, che la sosteneva dolcemente con le braccia muscolose, si stava incredibilmente già alzando in piedi; Dawn le teneva la mano, parlandole con la sua solita dolcezza mentre si appoggiava con la schiena agli armadietti. Il fresco del metallo le diede un po' di sollievo, ma non migliorò di molto la situazione. La ragazza le incorniciò il viso dall'aria cadaverica, esaminandole con occhio esperto la ferita e stando attenta e non farle male. Era più alta di Allison, anche se non di molto, ma entrambe avevano la stessa aria adulta e precoce a dispetto della loro giovanissima età. 
-" Per fortuna il naso è intatto. È solo una brutta epistassi. "
Il corridoio si era ormai completamente svuotato, eccezion fatta per i quattro ragazzi, che non potevano chiedere di meglio. C'era già stato troppo spettacolo quel giorno. 
-" Come ti senti? "
le chiese dolcemente Geoff, lasciando delicatamente la presa attorno alla piccoletta e stando pronto ad afferrarla in caso di mancamento. Stava sorprendentemente in piedi, malgrado fosse ancora rintronata e la testa le pulsasse per via del colpo contro il pavimento.
-" Voldemort, ma non male, ti ringrazio. Tranquilli, ce la faccio... "
Il tono di Allison era insolitamente freddo; si capiva che avrebbe preferito una maggiore distanza da tutti quanti e sia Dawn che Geoff rispettarono questo desiderio inespresso, ridacchiando al commento di umore. In quel momento sopraggiunse anche Duncan, che con uno sguardo si accertò che non si fosse fatta troppo male. Al contrario, lei lo squadrò con un certo astio, cosa che lasciò spiazzati i coraggiosi soccorritori. 
-" Non avresti dovuto farlo. "
Quella frase, detta con un tono così timidamente gelido e lo sguardo nuovamente rivolto ai suoi piedi, ebbe l'effetto di una pugnalata sul piccolo crocchio.
-" Cos- Perchè? "
Duncan era piuttosto perplesso. Chiunque sarebbe stato grato di un intervento simile; ovvio, lui non l'aveva fatto per la gratutidine, ma non si aspettava nemmeno un'uscita simile. 
-" Perchè adesso penserà che non sia altro che una bambina che ha bisogno della scorta e gli altri staranno a fissarmi e a prendermi per il culo più di prima. "
-" O forse ti lasceranno in pace perchè non sei più sola. "
La voce e lo sguardo di Duncan erano tanto freddi quanto quelli di Allison, che alzò gli occhi azzurrissimi e allibiti sull'armadio di un metro e novanta che le stava di fronte. Senza aggiungere una parola, raccolse le sue cose e scappò via piangendo. I tre paladini la guardarono con tristezza, compassione e un pizzico di rabbia da parte di Duncan, il quale non credeva che quella ragazza potesse essere tanto ingrata. Era irritato, molto irritato, e non si preoccupava minimamente di nasconderlo.
-" Non penso che dovresti essere arrabbiato. Allison non è abituata alla gentilezza. Comunque, vi ringrazio per averla aiutata. Un giorno lo farà anche lei. "
disse Dawn, prima di scomparire a sua volta nell'aula di storia e abbandonarli nel corridoio deserto e silenzioso, in cui soltanto le voci dei professori rimbombavano. 
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I giorni erano passati inesorabilmente, portandosi via settembre e porgendo a Spirit River la frizzante aria autunnale che presto avrebbe chiamato la neve ed un freddo glaciale. La scuola continuava senza particolari intoppi, eccezion fatta per l'episodio Nelson-Laughton-McLean, che era sulle bocche di tutti e non accennava a scemare. Le previsioni della piccola emo si erano rivelate esatte per metà : lo Squalo non le dava più fastidio, ma ovunque andasse gli sguardi dei suoi compagni di studi la seguivano con ottusa ed opprimente insistenza e la premura di Ezekiel nel minacciare chiunque la guardasse non faceva altro che peggiorare la situazione. Le voci si erano ormai sparse e la nuova scritta sul suo armadietto variava di insulti sulla sua presunta attività di prostituzione, specialmente con Duncan Nelson; non accadeva di rado che molti la insultassero apertamente mentre passava nei corridoi o perfino durante le lezioni. Tutti avevano notato quella condizione terribile, ma nessuno poteva fare nulla. Purtroppo, la scuola rendeva la vita di quelli come Allison un vero inferno. 
Anche Trent era al corrente dei fatti e ogni qual volta si trovava nella stessa classe con la ragazza si chiedeva che cosa ci fosse di sbagliato in qualcuno che aiutava una persona in difficoltà. Quella mattina, come ogni altra dall'accaduto, la ragazza dai capelli rosso fiamma se ne stava sul suo banco in fondo alla stanza, a fissare costantemente fuori dalla finestra per evitare che qualcuno notasse le sue lacrime silenziose più del dovuto; il naso era ancora livido dalla botta ricevuta e con un cerotto, più piccolo dei giorni precedenti, applicato con una pomata. Gli dispiaceva molto per lei, nessuno si meritava tali supplizi soltanto per la propria differenza.
La lezione terminò e lei fu la prima a lasciare la stanza, camminando con passo fulmineo e cercando di non sentire i commenti affatto gradevoli degli altri. Stava letteralmente scappando. Trent la seguì fino al suo armadietto, quello costantemente pieno di scritte offensive che nessuno sembrava voler cancellare, quasi come se anche i professori e i bidelli pensassero quelle cose di lei. Stava evidentemente piangendo a dirotto, visti gli spasmi che si intravedevano dallo sportello sconquassato e pasticciato con insulti variegati ed umilianti. Aspettò che si calmasse, comprendeva che non l'avrebbe messa a suo agio se fosse piombato lì in un momento così delicato; attese con pazienza e si fece avanti con la sua tenera cortesia.  
Allison stava chiudendo lo sportello e sussultò, bloccandosi, evidentemente sorpresa di trovarsi davanti uno come Trent McCord che le sorrideva genuinamente, come faceva con chiunque non fosse Duncan Nelson. Lo conosceva bene, avevano molti corsi insieme, e sembrava anche essere l'unico che la considerasse una persona con dei sentimenti.
-" Dopo la mensa potrei aiutarti a pulire l'armadietto. S-se ti fa piacere, ovviamente. "
esordì il ragazzo, con una timidezza che tradiva un certo timore. Effettivamente aveva un po' paura di lei, ma questo non gli impedì di essere gentile. Perchè avrebbe dovuto? Fondamentalmente non gli aveva mai fatto nulla di male e non credeva che sarebbe mai successo.
-" Perchè? "
-" Beh, non mi è mai piaciuto il vandalismo, contrariamente ai bidelli. "
-" Non sprecare il tuo tempo con me. "
rispose in tutta fretta e con la voce rotta, prima di scappare in un'altra aula e lasciarlo abbastanza amareggiato davanti a quell'armadietto osceno. Amareggiato, ma non scoraggiato. Avrebbe pulito quelle schifezze, gli fosse costato un rene. 
 
Ezekiel non aveva spaccato la faccia a Scott Laughton per puro miracolo, soltanto perchè non poteva andare in prigione proprio quando la sua piccola aveva bisogno di lui. Passava più tempo possibile con lei e cercava di non lasciarla mai da sola, nemmeno fuori dal liceo. Si sentiva incredibilmente in colpa : se fosse rimasto, non le sarebbe successo nulla. Allison gli ripeteva costantemente che non era colpa sua, ma lui non poteva accettarlo.
Sapeva che cos'era accaduto per filo e per segno e da giorni meditava di ringraziare come minimo Dawn Radcliff, ma sapeva che alcuni meriti andavano anche ai due fichetti. Se non fosse stato per quei due bronzi greci, Laughton probabilmente non si sarebbe limitato a quella spallata.
Stava entrando in classe quando li vide prendere posto in fondo alla stanza, come sempre; prese coraggio e andò verso di loro con il suo solito passo lento e ciondolante. Non sapeva perchè lo stesse facendo, ma sentiva che doveva.
Duncan lo inquadrò immediatamente ed era pronto a rifilargli un bel destro su quel muso da irlandese, mentre Geoff era speranzoso e positivo, in un certo qual modo anche sorpreso di veder arrivare il caro vecchio O'Leary. Purtroppo, ogni cosa portava ad uno scontro tra i due picchiatori.
Il giovane dall'onnipresente beanie azzurro tese la mano verso Duncan, che sulle prime rivelò un certo shock. Tutte le previsioni crollarono inevitabilmente, nonostante negli occhi grigissimi del ragazzo ci fosse una certa tensione. Era preoccupato che la sua richiesta di pace e i suoi ringraziamenti non venissero accettati, che come sempre quel minimo di bontà che esprimeva venisse rifiutato. La mano gli tremava.
-" A cosa devo l'onore, O'Leary? "
esordì il punk rocker con la sua solita aria provocatrice ed orgogliosa, stravaccandosi sulla sedia ed incrociando le braccia tatuate al petto.
-" Per Allison. Grazie ad entrambi. "
Ora Duncan era realmente spiazzato e non sapeva come reagire davanti a tanta genuina umiltà da parte di uno come Ezekiel. Per fortuna, Geoff prese il controllo della situazione e strinse caldamente la mano al ragazzo, più basso di lui ma non meno forte; si alzò e gli sorrise affabilmente, dandogli un'amichevole pacca sulla spalla coperta da una felpa oversize grigia.
-" Avremmo soltanto voluto fare di più. È scappata via senza che potessimo aiutarla sul serio. "
-" Lo so, mi ha raccontato tutto. Le dispiace essere sembrata ingrata e maleducata, ma non voleva che la cattiveria di questi pezzi di merda coinvolgesse anche voi... Anche se non penso avreste molti problemi. "
Entrambi ridacchiarono e colsero con sincerità la gratitudine del ragazzo, che sorrise a sua volta; anche Duncan gli strinse volentieri la mano, accennando un sorriso senza aggiungere altro. 
-" Non ti preoccupare. Come ha detto Duncan, la tua amica non è sola e da adesso in poi non sarai soltanto tu ad esserle vicino, non è vero? "
disse Geoff, prendendo alla sprovvista i due interlocutori, soprattutto il ragazzo corvino, al quale circondò le spalle con un braccio. Duncan lo maledisse dieci volte con lo sguardo, ma poi si rivolse ad Ezekiel con estrema calma e quasi serenità.
-" Certamente. "
Detto ciò, O'Leary andò al proprio banco, congedandosi con silenziosa cortesia dai due compari, che presero a discutere animatamente.
-" Non ci penso minimamente a fare da cane da guardia a quella bambina. "
Geoff, per la prima volta da anni, gli rivolse uno sguardo seriamente infuriato. Temette che gli stesse per rifilare un pugno nei denti e avrebbe avuto ragione.
-" Invece sì, zucca marcia che non sei altro. Volevi un'occasione di riscatto? L'irlandese te l'ha servita su un piatto d'argento. Noi aiuteremo Allison, che tu lo voglia o no. "
 
Un'altra mensa, un altro giorno in cui saltava il pranzo, stando tutto il tempo a fissare il bosco con gli occhi arrossati e lacrime che scorrevano senza che qualcuno potesse fermarle. Dawn la fissava dal suo posto solitario, perdendo ogni briciolo di appetito. Non poteva nemmeno immaginare come si sentisse quella povera ragazza. Avrebbe soltanto voluto aiutarla e starle vicino : non poteva affrontare tutto ciò da sola, anche se da un certo punto di vista la comprendeva.
I loro sguardi si incrociarono e Dawn abbassò immediatamente gli occhi blu sulla sua enciclopedia di erbe, arrossendo vividamente. Non voleva sembrarle indiscreta, ma proprio non riusciva a smettere di tenerla d'occhio. La vide alzarsi e dirigersi rapidamente verso di lei ed automaticamente si rimpicciolì il più possibile, cercando di rendersi invisibile. Inutile dire che il tentativo fallì. Allison e la sua chioma fiammante arrivarono in poco tempo, stagliandosi, anche se nella sua bassa statura, davanti a lei; si era asciugata il viso smunto, ma gli occhi erano inevitabilmente iniettati di sangue.
-" Ciao. Perchè sei qui da sola? "
Quella domanda la lasciò un poco interdetta. Con tutto ciò che avrebbe potuto chiederle, quella era l'ultima cosa che si aspettava. Non sapeva proprio come rispondere ed Allison lo intuì, senza però commentare maliziosamemte. In fondo, lei non era gli altri.
-" Vuoi venire con noi? Attirerai ogni malparlata di queste capre, ma almeno non sarai da sola. "
Dawn non potè fare a meno di sorridere. Non ricordava l'ultima volta in cui qualcuno alla mensa l'aveva invitata ad unirsi ad un tavolo ed era molto felice che quel qualcuno fosse proprio Allison McLean. Si sentì esplodere una fiamma nel petto, come se ad un tratto quella ragazza cupa e silenziosa avesse trovato un interruttore nascosto da tempo. Cacciò l'enciclopedia nella borsa, prese il vassoio e la seguì fino al tavolino accanto alla gigantesca finestra. Con loro c'era anche Ezekiel O'Leary; lo conosceva soltanto di vista, non aveva presente che tipo fosse, non precisamente. Non avevano nemmeno un corso in comune. Si salutarono con dei timidi convenevoli, poi cadde il silenzio per qualche secondo.
-" Uhm... Volevo ringraziarti per l'altro giorno... Non volevo- " 
-" Non ce n'è bisogno. Niente ringraziamenti e niente scuse. Sono contenta di averti dato una mano e sono contenta di essere qui con te adesso. "
la interruppe immediatamente, avvampando e abbassando il suo tono di voce. Sia ad Allison che ad Ezekiel parve di avere a che fare con un cucciolo di Labrador. 
-" M-mi piacerebbe molto diventare tua amica... E ovviamente anche tua Ezekiel... Sempre che vi faccia piacere. "
Sul viso della piccola emo si disegnò un sorriso, che, per quanto triste, dava una luce mai vista ai suoi occhi color ghiaccio; anche Zeke stava sorridendo commosso. Nessuno dei due si aspettava tanta gentilezza, ma avevano capito ormai da tempo quanto in realtà Dawn fosse sola. A loro certo non dispiaceva farle compagnia, era una ragazza a posto.
-" Stavi leggendo un'enciclopedia sulle piante, vero? "
Alla domanda di Allison, lo sguardo della pallidissima Poison Ivy brillò.
-" S-sì. Sono un'appassionata di erboristeria. "
-" Che figata! Possiamo vederla? "
esclamò Ezekiel, e Dawn fu più che felice di mostrare loro le sue scoperte e i suoi interessi. Per la prima volta da anni, per quei tre la mensa fu un intervallo davvero piacevole.
   
 
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