Mentre la tempesta occidentale si scaraventava sulla nave, il computer di bordo cominciò ad assimilare le informazione relative alla rotta seguita dal vascello e a spedirle al sicuro nella banca dati a Neverwinter. L'equipaggio stava tentando di rattoppare le vele strappate con pelli di Bulette, mentre i flutti trasportavano a bordo decine di piranha ciborg, che il primo ufficiale drow si occupava prontamente di eliminare con un arpione a energia quantistica. Tali sforzi, tuttavia, sembravano non bastare, visto che i fulmini infrarossi e i tuoni a risonanza magnetica del pianeta stavano riducendo a brandelli lo scafo mentre piccole schegge di adamantio strappavano le vele e ogni tanto scaraventavano in mare qualche mezzorco sfortunato. Fu quando la prua si disintegrò che gli ufficiali di rango più alto decisero di mettersi in salvo. Incuranti delle urla e delle maledizioni del resto dell'equipaggio, saltarono a bordo di un cannone e, dopo una breve breve preghiera a Dagon, si apprestarono a caricarlo e usare la spinta per aprire un varco nello spaziotempo fino al più vicino monastero Ramas. Fu poco prima che potessero farlo, quando i pochi sopravvissuti a bordo del veliero si consideravano già spacciati, quando i piranha si stavano preparando a gustarsi un lauto pasto, che il cielo venne squarciato da un lampo accecante e, diverse miglia sopra di loro, fece la sua comparsa la NCC 1701 USS Enterpise E. Si vocifera che la sua presenza basti a rincuorare l'anima, per quanto corrotta, di qualunque creatura, che il suo scafo bianco ma argentato e lucente abbia fatto commuovere lo stesso Davy Jones, e che la generosità e la cordialità del suo equipaggio siano invidiate perfino dai più grandi, rispettati e benevoli filantropi dell'omniverso. Così si vocifera. È un peccato che la verità sia ben differente. Il motivo di tale diversità si può riassumere in una singola, pungente parola. Una parola che quel giorno venne pronunciata dagli altoparlanti dell'Enterprise con voce meccanica e statica, una parola che fece estrarre a un particolare passeggero del vascello un piccolo arnese metallico dalla tasca per poi farlo pentire di avere preso un passaggio su quella nave e non sull'Interceptor; una parola che era stata l'ultima a essere sentita da miliardi di persone. "STERMINARE" gracchio l'altoparlante. Le gondole dell'astronave ruotarono di 240 gradi, finché non furono indirizzate verso il veliero. Otto laser verdastri partirono da queste ultime, unendosi in un unico, distruttivo raggio in meno di una frazione di secondo. Non rimase alcuna traccia del pianeta.